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OFFESA ( Spadolini Giovanni , 1972 )
StampaQuotidiana ,
La selvaggia aggressione « teppistica » al « Corriere della Sera » rappresenta un nuovo e intollerabile attacco alla libertà di stampa , la suprema fra tutte le libertà . I « gruppuscoli » extraparlamentari di sinistra hanno attaccato la sede del giornale nell ' ora del più intenso lavoro : era in corso un ' assemblea di tutti i redattori intesa a codificare , con una democratica e civilissima discussione , le conquiste dell ' intera categoria decisa a difendere i propri diritti contro ogni sopruso e a stabilire le sue funzioni nell ' interno dell ' azienda , nell ' ambito di una concezione pluralista e occidentale dei diritti - doveri della stampa . La deplorevole assenza , o l ' incerto impiego , delle forze dell ' ordine hanno aggravato la situazione . La difesa del vecchio palazzo , in cui si simboleggia la storia di tanta parte del giornalismo italiano , nelle sue glorie e anche nelle sue umiliazioni , nelle sue grandezze ed anche nelle sue sofferenze , è stata affidata ai giornalisti , ai tipografi , agli impiegati . È un altro motivo di amarezza e di malinconia , in giorni che non sono certo consolanti per l ' avvenire della libertà in Italia . La concomitanza , e il reciproco aiuto , che si danno gli opposti estremismi , la cosiddetta « maggioranza silenziosa » , ormai al servizio del Msi , e i gruppetti di anarchici e maoisti ed estremisti di sinistra , dove la violenza della protesta pseudopolitica si identifica con la provocazione pura e semplice . L ' abbattimento di ogni confine , l ' annullamento di ogni limite : perfino gli squadristi ispirati da Farinacci si fermarono nel '25 di fronte alle finestre di via Solferino . Un attacco selvaggio , immotivato , insensato con l ' uso di bombe Molotov e di candelotti esplosivi , quasi a perfezionare la tecnica , meno raffinata e più artigianale , che già conoscemmo nel '68 con le prime aggressioni al « Corriere » contemporanee al sorgere della contestazione . Quando si attacca un giornale , il « Corriere » in questa inquieta primavera del 1972 non meno che 1'«Avanti!» , alla vigilia del fascismo , cinquant ' anni or soro , si offende la libertà nel suo nucleo essenziale , nel suo valore irrinunciabile . Si punta ad intimidire chi esprime il proprio pensiero o motiva il proprio dissenso , a piegare l ' avversario con la violenza fisica , a seminare il panico e diffondere l ' insicurezza nel paese intero . Ci scriveva giorni fa un vecchio democratico e antifascista , di quelli che hanno conosciuto l ' avvento della dittatura mussoliniana , Pietro Nenni , che la massima difficoltà oggi , quella che rende così terribile e incerto il compito di ognuno di noi , nelle varie responsabilità civili che gli sono affidate , « è la lotta per non esasperare i rapporti politici e sociali » . « Non è oggi - aggiungeva il vecchio leader socialista - la qualità più pregiata ; ma è comunque un segno di saggezza . » Sembra che la saggezza si stia allontanando da noi . Esplosioni di furore bestiale , come l ' attacco alla sede del « Corriere » , ripropongono i problemi di fondo della nostra convivenza civile , messi a durissima prova negli ultimi quattro anni . Tutte le forze democratiche e costituzionali debbono opporsiallo scatenarsi della violenza non meno che al dilagare di un anarchismo che , partendo da sinistra , aiuta la destra estrema . E il governo , monocolore o no , deve ricordarsi di esistere .