StampaQuotidiana ,
Bettino
Craxi
dimostrerebbe
di
credere
alla
propria
innocenza
e
di
avere
stile
personale
e
politico
se
rifiutasse
,
senza
oscillazioni
,
di
tornare
in
Italia
per
favoritismo
e
sotterfugio
,
e
si
facesse
operare
in
terra
di
Francia
,
tradizionalmente
ospitale
verso
gli
esuli
o
i
latitanti
.
La
malattia
non
dovrebbe
impedirgli
questo
comportamento
,
anzi
dovrebbe
suggerirglielo
,
perché
qui
da
noi
non
sarà
un
malato
da
rispettare
al
di
là
dei
reati
che
ha
commesso
e
del
potere
di
cui
ha
abusato
,
ma
un
uomo
strumentalizzato
da
amici
e
avversari
,
un
oggetto
(
o
un
soggetto
)
di
speculazione
politica
.
Possiamo
permetterci
(
magari
ingenuamente
)
di
dare
all
'
ex
leader
socialista
questo
consiglio
,
perché
,
pur
se
siamo
stati
e
restiamo
assolutamente
anticraxiani
,
in
qualche
occasione
gli
abbiamo
dato
più
credito
di
quanto
meritasse
.
Specialmente
agli
inizi
della
sua
carriera
,
quando
non
era
nessuno
ma
sembrava
potesse
contribuire
a
rompere
il
monopolio
democristiano
del
potere
.
Ma
non
era
un
garibaldino
e
neanche
un
Ghino
di
Tacco
,
cosicché
il
suo
anticomunismo
viscerale
,
il
suo
rodomontismo
(
i
fischi
a
Berlinguer
,
la
volpe
andreottiana
in
pellicceria
)
,
le
sue
inclinazioni
plebiscitarie
e
presidenzialiste
,
ne
hanno
fatto
una
stampella
del
potere
democristiano
e
il
pioniere
di
una
seconda
Repubblica
che
aggiunge
nuovi
mali
ai
vecchi
.
Si
ha
la
fastidiosa
impressione
che
i
suoi
amici
o
epigoni
nella
maggioranza
e
fuori
,
e
i
suoi
ex
avversari
o
neodiscepoli
al
governo
non
attendano
Bettino
Craxi
ma
le
sue
spoglie
:
c
'
è
del
cinismo
in
questo
paese
,
soprattutto
nelle
alte
sfere
.
Commissione
di
inchiesta
o
no
,
questo
balletto
avverrà
attorno
a
un
letto
d
'
ospedale
.
Dopo
l
'
assoluzione
e
la
riabilitazione
di
Andreotti
,
dopo
la
messa
in
mora
dei
processi
,
dopo
l
'
archivio
anglo
-
russo
,
dopo
molte
altre
cose
,
l
'
indulgenza
compassionevole
per
l
'
ex
leader
socialista
si
iscrive
in
una
meticolosa
restaurazione
del
vecchio
regime
,
anzi
in
una
saldatura
del
vecchio
col
nuovo
:
oggi
il
regime
ulivista
,
domani
quello
berlusconiano
.
Se
fosse
un
atto
di
clemenza
,
potrebbe
piacerci
.
Ma
le
carceri
italiane
(
come
ogni
carcere
)
sono
ricolme
di
sofferenza
e
malattia
,
e
la
clemenza
non
le
ha
mai
frequentate
,
non
si
è
mai
seduta
alla
tavola
degli
uomini
comuni
che
le
abitano
.
I
muri
delle
città
italiane
sono
tappezzati
di
manifesti
che
proclamano
la
tolleranza
zero
e
invocano
per
i
piccoli
scippatori
pene
certe
e
severe
.
Non
lo
ricordo
per
provocazione
o
demagogia
,
ma
perché
una
volta
la
giustizia
era
raffigurata
con
la
bilancia
,
e
perché
la
bilancia
truccata
in
favore
del
potere
e
dei
potenti
è
per
ogni
onesto
cittadino
un
'
istigazione
a
delinquere
.