StampaQuotidiana ,
Norberto
Bobbio
è
tornato
nell
'
ultimo
numero
di
«
l
'
Espresso
»
a
ragionare
sull
'
impossibilità
del
fascismo
.
È
una
esperienza
storica
conclusa
,
non
si
può
ripetere
.
Anche
a
sospettare
che
Fini
nasconda
le
più
fosche
intenzioni
,
non
ci
sono
le
condizioni
perché
le
metta
in
atto
.
Qualche
tempo
fa
Leonardo
Paggi
aggiungeva
che
è
il
contesto
internazionale
a
rendere
impensabile
un
fascismo
italiano
.
Sono
considerazioni
giuste
.
Meno
persuasivo
è
concluderne
,
come
già
aveva
fatto
Lucio
Colletti
,
e
ieri
gli
si
sono
affiancati
Nilde
Jotti
e
Augusto
Barbera
,
che
perciò
Alleanza
nazionale
è
una
forza
democratica
,
buon
materiale
di
costruzione
della
seconda
Repubblica
.
Qualche
tempo
fa
anche
Eugenio
Scalfari
,
della
cui
severità
verso
il
Polo
della
libertà
non
si
può
dubitare
,
ascriveva
fra
i
non
molti
meriti
di
Berlusconi
l
'
avere
«
sdoganato
»
Fini
.
Ed
è
di
pochi
giorni
fa
l
'
assoluzione
del
«
New
York
Times
»
.
Fascismo
non
è
.
E
allora
che
cosa
è
?
Conviene
chiederselo
,
nel
momento
in
cui
Alleanza
nazionale
si
delinea
come
la
struttura
più
consistente
del
Polo
berlusconiano
,
capace
di
raddoppiare
nel
giro
di
un
anno
i
massimi
storici
di
voto
del
Msi
,
penetrando
anche
nel
nord
dove
questo
era
stato
men
che
marginale
.
Non
basta
dire
che
Alleanza
nazionale
è
in
qualche
misura
«
radicata
nel
territorio
»
:
fino
a
sei
mesi
fa
questo
pareva
un
limite
,
un
segno
del
vecchio
modo
d
'
essere
politico
,
destinato
a
essere
travolto
dal
messaggio
mediatico
e
del
resto
perché
An
ha
retto
dove
insediamenti
semisecolari
nel
territorio
sono
crollati
?
Ammesso
che
abbia
digerito
ogni
nostalgia
e
si
indirizzi
verso
spazi
diversi
dal
passato
,
di
che
cosa
li
riempie
?
Che
cosa
vuole
?
In
che
cosa
si
identificano
coloro
che
la
votano
?
Si
fa
presto
a
dire
che
se
non
è
il
fascismo
che
abbiamo
conosciuto
,
vuoi
dire
che
è
democrazia
;
che
si
fonda
sul
consenso
elettorale
e
tanto
ci
garantisce
.
Anche
Hitler
s
'
era
fondato
sul
consenso
elettorale
,
anche
Perón
.
Non
basta
:
il
più
proceduralista
dei
politologi
sa
che
democrazia
non
è
soltanto
andare
a
votare
,
è
una
certa
idea
degli
orizzonti
e
limiti
della
comunità
politica
.
Qui
il
profilo
del
partito
di
Fini
è
assai
sfuggente
.
Il
suo
non
è
un
progetto
liberale
,
il
germoglio
della
famosa
destra
civilizzata
;
non
è
che
,
sepolto
Mussolini
,
prenda
per
riferimento
Einaudi
o
Malagodi
o
La
Malf
a
,
e
tanto
meno
Kelsen
;
sarà
se
mai
Cari
Schmitt
.
Non
nasconde
l
'
avversione
per
il
liberismo
federalista
della
Lega
:
e
per
questo
l
'
ha
erosa
a
Brescia
.
Bossi
strilla
che
Fini
è
statalista
,
dunque
un
residuato
della
prima
Repubblica
,
che
era
appunto
centralista
,
burocratica
e
spartitoria
.
Ma
Bossi
confonde
:
lo
statalisimo
di
Fini
non
è
burocratico
e
spartitorio
,
è
totalitario
.
E
in
questo
si
separa
dal
plebiscitarismo
di
Berlusconi
,
per
il
quale
lo
Stato
ha
da
essere
quel
minimo
che
garantisce
all
'
impresa
di
far
quel
che
più
le
serve
.
Per
Fini
lo
Stato
è
lo
Stato
,
ordinatore
delle
gerarchie
,
garante
del
grande
capitale
e
delle
plebi
.
Per
Berlusconi
l
'
Italia
è
un
'
azienda
,
per
Fini
un
destino
.
L
'
ideale
dell
'
uno
è
un
borghese
approssimativo
e
gaudente
,
mollemente
democratico
,
senza
altri
orizzonti
che
quelli
del
bilancio
,
quello
dell
'
altro
è
l
'
italiano
,
che
finalmente
realizza
se
stesso
,
si
distingue
dagli
altri
,
non
perdona
nulla
all
'
immigrato
,
preferisce
che
non
ci
sia
.
È
vero
che
in
altri
tempi
ha
esagerato
con
gli
ebrei
,
sicuro
,
gli
va
chiesto
perdono
,
ma
fermo
restando
che
sono
«
altro
»
.
Il
suo
nazionalismo
è
prudente
,
frena
Tremaglia
,
ma
chiede
alla
Slovenia
di
mettersi
in
ginocchio
per
essersi
liberata
dagli
ustascia
amici
degli
italiani
.
E
pesca
nelle
acque
non
limpide
degli
«
italiani
all
'
estero
»
.
Si
potrebbe
continuare
.
Sta
di
fatto
che
An
funge
da
guardia
pretoriana
al
presidente
che
l
'
ha
sdoganata
,
ma
non
cela
l
'
ambizione
di
mangiarsi
Forza
Italia
dalla
testa
alla
coda
,
o
per
fusione
o
per
sottrazione
di
voti
.
E
già
ora
influisce
sui
suoi
equilibri
interni
,
mentre
Forza
Italia
non
intacca
minimamente
i
suoi
.
Tra
Fini
e
Berlusconi
le
parti
previste
dal
signore
di
Arcore
,
quale
sarebbe
stata
la
corda
e
quale
l
'
impiccato
,
si
sono
invertite
.
Il
loro
vero
cemento
è
l
'
avversione
per
la
sinistra
-
che
per
Berlusconi
rappresenta
il
classico
elemento
di
disturbo
d
'
una
forza
di
lavoro
ancora
vagamente
organizzata
,
di
cui
vanno
ridotte
pretese
e
libertà
di
manovra
,
per
Fini
l
'
avversario
storico
,
ideologico
,
la
tentazione
mai
abbastanza
sradicata
d
'
una
società
di
uguali
.
Fini
sopporta
più
facilmente
la
violenza
dei
naziskin
-
sono
un
fenomeno
sociale
,
dice
-
che
un
popolo
che
si
faccia
con
calma
soggetto
di
autodeterminazione
.
Meglio
un
pizzico
di
sovversivismo
,
sale
della
società
serialiazzata
.
Sono
lineamenti
riconoscibili
.
Dubito
che
appartengano
alla
democrazia
.
Un
Terzo
Reich
non
è
in
vista
,
ma
sta
ridisegnandosi
nella
società
un
volto
che
speravamo
perduto
.
Beniamino
Placido
scriveva
qualche
tempo
fa
che
i
fascismi
saranno
superati
,
ma
il
fascismo
risponde
a
una
pulsione
alla
sopraffazione
,
da
tener
d
'
occhio
perché
ha
radici
nel
lato
oscuro
che
sta
in
tutti
.
Condivido
.
Ma
c
'
è
dell
'
altro
:
essendo
una
pulsione
umana
,
troppo
umana
,
non
effimera
,
cerca
e
produce
ideologie
forti
.
Di
quella
forza
che
sarebbe
nelle
origini
,
nel
sangue
,
nel
sacro
,
nell
'
indeclinabile
-
e
prefigura
comunità
di
eletti
,
rifiutando
la
massificazione
.
Se
il
fascismo
lusinga
certe
rozzezze
è
perché
la
plebe
vuol
essere
guidata
e
foraggiata
come
il
cavallo
dal
padrone
,
ma
il
signore
non
ha
altre
regole
che
quelle
che
si
impone
.
E
trova
iscritte
in
qualche
eternità
.
È
comprensibile
che
di
fronte
a
una
infinita
problematicità
del
senso
,
affascini
il
suggerimento
che
da
qualche
parte
c
'
è
un
segno
,
per
tutti
ma
visibile
soltanto
agli
eletti
,
rassicurante
e
non
omologante
.
Si
tratta
di
discernerlo
e
seguirlo
per
coloro
che
sanno
leggere
.
Non
soli
ma
esoterici
.
Curioso
come
questa
tentazione
sia
stata
anch
'
essa
sdoganata
dalla
postmodernità
stanca
di
responsabilizzazioni
totali
.
Nessun
automatismo
lega
il
fascino
del
segno
alla
pratica
dei
fascismi
,
ma
non
c
'
è
fascismo
senza
il
segno
-
un
ordine
simbolico
signorile
,
iscritto
prima
dei
tempi
.
Questo
segno
affascina
.
Hermann
Hesse
non
è
stato
nazista
,
anzi
con
il
nazismo
ha
avuto
dei
guai
.
Ma
è
dallo
stesso
humus
germanico
che
è
nato
Siddharta
,
un
libro
che
da
anni
non
esce
dalle
classifiche
,
uno
dei
più
letti
dalla
generazione
giovane
.
Non
avrà
la
stessa
fortuna
,
forse
,
il
suo
romanzo
più
bello
,
Demian
,
da
poco
uscito
da
Marsilio
,
storia
d
'
un
contemporaneo
figlio
di
Caino
:
anche
lui
porta
un
segno
,
ed
è
tanto
più
splendente
dei
figli
di
Abele
.
Niente
è
semplice
.
L
'
anno
scorso
un
liceo
francese
ha
imposto
alle
studentesse
di
religione
musulmana
di
venire
a
scuola
senza
il
velo
.
Al
rifiuto
delle
famiglie
,
le
ha
espulse
.
Quest
'
anno
i
foulards
si
sono
moltiplicati
,
forse
anche
per
quella
interdizione
,
e
piovono
provvedimenti
analoghi
.
L
'
anno
scorso
la
reazione
di
Sos
-
racisme
era
stata
aspra
:
vergogna
,
lo
stato
calpesta
un
segno
di
identità
.
Quest
'
anno
,
Sos
-
racisme
ha
capovolto
la
linea
:
è
bene
che
la
scuola
sia
laica
,
il
laicismo
implica
che
non
vi
si
faccia
proselitismo
per
nessuna
fede
o
religione
che
non
sia
quella
della
repubblica
,
cioè
una
metodologia
di
convivenza
.
Se
i
musulmani
impongono
il
chador
,
i
cattolici
potrebbero
reintrodurre
il
crocefisso
,
storicamente
estromesso
.
Sono
seguite
divisioni
e
inasprimenti
delle
comunità
musulmane
:
per
l
'
appunto
,
se
accettassimo
l
'
ideologia
della
laicità
ci
assimileremmo
a
un
'
idea
di
comunità
che
non
è
la
nostra
.
Sos
-
racisme
replica
:
non
fatevi
assimilare
ma
accettate
che
il
paese
dove
andate
difenda
spazi
per
così
dire
agnostici
,
se
no
come
si
convive
?
E
chi
vuoi
convivere
,
risponde
a
voce
più
bassa
il
fondamentalismo
:
le
ragazze
portino
d
'
ora
in
poi
il
chador
non
come
segno
di
appartenenza
,
ma
come
segno
di
militanza
.
E
le
donne
in
questione
?
Le
femministe
esitano
fra
la
difesa
delle
differenze
e
l
'
universalismo
della
libertà
femminile
di
Taslima
Nasreen
.
Le
ragazze
che
vanno
a
scuola
non
parlano
,
o
non
sono
interrogate
o
non
gli
è
permesso
.
Il
padre
e
la
madre
impongono
il
foulard
,
che
nasconde
i
capelli
,
la
fronte
,
la
parte
inferiore
del
viso
,
il
collo
,
la
scuola
impone
di
toglierlo
.
Se
tengono
il
foulard
la
scuola
le
esclude
.
Se
lo
tolgono
,
sono
escluse
dalla
famiglia
e
dalla
comunità
.
Quelle
che
l
'
avevano
tolto
per
propria
scelta
già
da
tempo
sono
oggi
incastrate
tra
fedeltà
o
tradimento
della
loro
gente
e
fedeltà
o
tradimento
di
una
idea
di
sé
che
credevano
di
aver
conquistato
.
Da
una
trappola
all
'
altra
.