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Tribunali/Confusioni ( Rossanda Rossana , 1995 )
StampaQuotidiana ,
Come si fa a rendere non credibile una democrazia ? Si fa come in Italia . E infatti altri paesi esitano a seguirci , pur avendo problemi non così dissimili dai nostri . Non c ' è istituzione che non vacilli alla prima onda matta che le si infranga addosso . Le istituzioni sono destinate a mutare sotto l ' impatto della storia . Tutti i movimenti , quando emergono , nella istituzione incontrano un limite , lo denunciano , tendono a travalicarla . La differenza fra destra e sinistra - una delle differenze - sta nel fatto che i movimenti di sinistra tendono a riappropriarsi di quella partecipazione che la formalità della rappresentanza appiattisce , allargando per così dire il sistema circolatorio e immettendovi sangue fresco ; i movimenti di destra , invece , tendono a restringerla . La tanto esaltata « rivoluzione italiana » del 1993 ha questo segno , anche se nessuno dei molti che sulle prime l ' hanno esaltata lo riconosce . Crollato il Caf , è la destra che conduce la danza , puntando al discredito di ogni forma di partecipazione politica e di separazione dei poteri , in modo da liberare lo spazio al « niente Stato , tutto mercato » . Adesso nel macinatutto sta il referendum . Come si fa a svuotarlo di senso ? Se ne presentano dodici . Ha ragione Stefano Rodotà , quando ricorda ( su « Repubblica » di ieri ) che non dovrebbe esservi istituto più immediato e chiaro di quello che affida ai cittadini di decidere d ' un dilemma di linea o di coscienza civile che il parlamento non è in grado di risolvere , o che è essenziale verificare in un contesto più ampio . E infatti così sono i referendum all ' estero , e così sono stati da noi i grandi referendum su monarchia e repubblica , così è stato per legge Reale , aborto e divorzio , nucleare e tossicodipendenze , e così in qualche misura ancora per la legge elettorale . Anche se , osserva Rodotà , l ' ultimo dei grandi referendum ha , più che « abrogato » , ritagliato una legge su misura dei proponenti , è innegabile che esso rispondeva a una spinta d ' opinione , che la sinistra non aveva né sollecitato né era in grado di guidare . Ma che cosa ha a che vedere con queste scadenze , sia pur di meno in meno solenni , la miscela fra quesiti grandi e minuscoli che si affolleranno domenica in dodici schede ? La maggioranza della gente non lo sa . Non solo per la difficoltà dei quesiti , che in queste ultime settimane ci si è sforzati di dipanare e cui dovrebbe soccorrere la numerazione , una titolazione approssimativa e il diverso colore delle schede , ma per la dimensione così diversa delle questioni . Davvero occorreva ricorrere per tutte a una consultazione così massiccia ? Il dubbio toglie all ' appuntamento dell ' 1 r giugno il connotato di grande scelta popolare , per farne terreno di scorribande e manipolazione degli umori o delle corporazioni . Se si aggiunge che fino all ' ultimo personaggi come Veltroni e Confalonieri fanno sapere che per l ' oggetto maggiore del contendere , la posizione della Fininvest nel sistema televisivo , sarebbe possibile mettersi d ' accordo , e sostanzialmente lo si farà , bisogna dire che si è fatto di tutto per confondere le idee . E infatti il Polo , fallita un ' intesa alle sue condizioni , gioca le carte di una propaganda che più bugiarda non si può : votate No su tutto , anche a costo di scaricare i referendum di Pannella , perché qui si vuol diminuire la vostra scelta televisiva . Non è vero , ma che importa ? Inversamente , dove non ci sono interessi diretti dell ' impresa , come nei referendum sui sindacati , si corre fra due impossibilità : senza la scossa del referendum il sindacato non ha ascoltato la domanda di maggiore democrazia e rappresentatività , ma nel referendum decideranno anche le massaie che , salvo il rispetto , non c ' entrano niente . L ' elettore è confuso e teme di confondersi : quanti decideranno di astenersi su tutto perché non capiscono , quanti per convinzione , quanti su alcuni quesiti , cosa che li obbligherà a far verbalizzare dal presidente di seggio quali schede accetti e quali no , e quanti saranno in imbarazzo in cabina , preoccupati di confondere i foglietti e non scrivere la croce su una scheda sopra l ' altra sulla mensoletta che avranno davanti ? Se la gente volesse pensarci su , mettiamo , tre minuti per scheda , starebbe in cabina un ' ora . Ci vorrebbero un paio di giorni e non uno solo per votare . Penso a me stessa , che voterò Sì ai due quesiti che mirano all ' abolizione della Mammì e No a quello sulla partecipazione dei privati alla Rai , Sì ai due quesiti sindacali sull ' allargamento della rappresentanza , No a quello che vuol trasformare in pubblico la possibilità di non far trattenere le quote sindacali sulla busta paga , e poi No all ' estensione del maggioritario ai grandi comuni e poi ci penserò ... Faccio politica da una vita , ma forse nella fretta mi aiuterò con i numeri e i colori . Sarebbe questo il grande appuntamento popolare ? Tocco con mano che siamo fuori e contro il senso che volemmo dare nel dopoguerrra al referendum . Un ' altra confusione , e più grave , arruffa istituti e spirito pubblico . È la confusione fra politica , giustizia e morale nella quale sguazziamo da alcuni anni e oggi precipita nel caso di Antonio Di Pietro . L ' aver consegnato alla magistratura un contenzioso politico più che maturo , già fradicio , perché non si sapeva o voleva affrontarlo in sede politica , sta diventando un boomerang per la politica . E anche per la magistratura che ha avuto l ' imprudenza di accettare un compito non suo . Non sono una incondizionale del pool di Mani Pulite , e questo mi è costato qualche impopolarità anche fra i miei amici . Non amo ridurre tutto a fattispecie penale , né lasciare ai pubblici ministeri che mi trovino , costi quel che costi , una verità che per colpa o errore o omissione ho permesso si producesse sotto il mio naso . Non apprezzo il carcere preventivo , non apprezzo il patteggiamento . Non apprezzo i magistrati che esternano in tv parole e silenzi . Non apprezzo gli avvisi di garanzia che trapelano dai giornali . Eccetera . Ma è indecente la corrida che oggi è aperta su Antonio di Pietro , un giorno colpevole e indagato e l ' altro no , un giorno nella polvere e l ' altro sugli altari . Per quel che leggo , e magari il giorno dopo viene smentito , è un uomo qualsiasi che ha fatto anche un debito con chi non doveva e lo ha pagato - sono affari suoi . Che ha stretto qualche mano non candida - sono affari suoi . Che ha raccomandato o lasciato raccomandare suo figlio - si può capire . Ma a me , cittadina , di Pietro deve rispondere soltanto di come ha fatto il pubblico ministero , e ha diritto di chiedere sul resto per sé quel rispetto che qualche volta non ha concesso ai suoi imputati . Questo rispetto non glielo ha chiesto nessuno , meno che mai la stampa , per gli imputati : purché acchiappi topi ogni gatto va bene . Nessuno ha obiettato , fuorché la difesa di Cusani , che a Milano si facesse un processo indiretto a tre quarti del ceto politico italiano tramite il modesto yuppie lombardo , ex nuova sinistra ed ex finanziere di corte . Di Pietro inchiodava Craxi ? Era l ' arcangelo Michele , il salvatore degli italiani , il migliore dei ministri possibili dell ' Interno , anzi dei presidenti del Consiglio e , chissà mai , dei capi di Stato . Non è da stupire che a una persona semplice e di cultura politica inesistente sia un po ' girata la testa , e che lasciata la toga si agiti molto e ci informi di tutto quel che gli passa nel cervello : le prime pagine dei giornali , anzi interi giornali , hanno portato alle stelle ogni sua parola . Adesso con lo stesso stile lo si morde : e se anche di Pietro fosse corrotto ? Vedremo , intanto spariamo i titoli . Come è successo ai suoi imputati , la vita privata , la moglie , i debiti , le difficoltà , le amicizie sono nel mirino , insinuazioni e falsi e smentite inclusi . A questo genere di vendetta plebea , consumata da professionisti , interessa che il giudice sia esaltato per poter essere poi abbattuto : e arrivederci alle regole . Che cosa di peggio poteva essere fatto alla magistratura che elevarla a supremo e unico arbitro della vicenda politica degli ultimi dieci anni ? Gettarle addosso il sospetto che sia stata anch ' essa corruttrice o corrotta . Il cerchio è chiuso . Sarò fissata , ma anche qui è una questione di mercato . Mancano grandi regolatori , grandi identità di principi o grandi conflitti , e ogni cosa finisce in tribunale . Mandare tutto in tribunale significa , oltre che attribuire ai magistrati un ruolo di arbitri della politica e della morale , che non è loro , significa dare a tutte le relazioni sociali e personali un valore di scambio . Ogni perdita subita si identifica in un prezzo o una pena , tu mi hai sottratto questo e mi devi rendere altrettanto , o in rimborso o in sofferenza . Questo secondo passaggio , barbaro , non è mai stato in auge come ora . Così il momento della giustizia funge da amministrazione pubblica dell ' etica e l ' etica si identifica in codice penale , ordine e / o vendetta . Se una Corte assolve un imputato perché non ci sono prove che sia stato lui a commettere quel delitto , i familiari della vittima , subito interrogati dai media , dichiarano che è intollerabile , non c ' è giustizia . O il contrario , se l ' imputato è un loro parente . Un piccolino è appena morto di Aids che la famiglia già informa le televisioni a quale ospedale farà causa . La società sparisce sotto i privati sentimenti e risentimenti , e i risentimenti si risarciscono . In quattrini e carcere . Altro ethos pubblico , qualche modesta regola di riferimento , altri binari , ascisse e ordinate del discorso e del giudizio , non ci sono . Sicché nel confuso menar di colpi non c ' è più neanche vera trasgressione . Mao aveva detto : « Grande è il disordine sotto il cielo e questo è bene » . Dubito che avrebbe detto : « Grande è la confusione sotto il cielo , e questo è bene » . Il disordine può essere grande , la confusione è roba piccola .