StampaQuotidiana ,
Caro
amico
,
non
solo
capisco
la
sua
amarezza
e
il
suo
sdegno
,
ma
li
condivido
.
L
'
Università
italiana
è
in
pezzi
:
anzi
è
in
pezzi
la
scuola
italiana
,
a
tutti
i
livelli
.
Logico
che
,
quanto
più
si
sale
di
livello
,
tanto
più
siano
avvertibili
,
e
funeste
,
la
degradazione
dell
'
insegnamento
,
la
disorganizzazione
:
insomma
il
caos
demagogico
.
Non
voglio
dilungarmi
sulle
ragioni
specifiche
di
questa
o
quella
rivendicazione
,
agitazione
,
occupazione
.
Ce
n
'
è
sempre
.
Stia
pur
certo
che
,
se
non
cambia
il
clima
generale
della
scuola
italiana
,
rimosso
un
ostacolo
se
ne
presenterà
un
altro
,
all
'
infinito
,
in
una
spirale
progressiva
(
e
pseudo
progressista
)
che
porta
alla
paralisi
.
Prima
che
i
rivoluzionari
e
riformatori
si
mettessero
all
'
opera
,
l
'
Università
italiana
non
era
certo
perfetta
.
Peccava
di
accademismo
;
non
preparava
i
ragazzi
all
'
esercizio
delle
professioni
cui
aspiravano
;
dava
posto
eccessivo
,
nella
composizione
della
massa
studentesca
,
ai
figli
della
borghesia
;
era
dominata
da
«
baroni
»
che
a
volte
avevano
conquistato
il
loro
titolo
professorale
per
veri
meriti
,
ed
esercitavano
la
loro
missione
con
scrupolo
,
e
a
volte
erano
soltanto
pompose
e
arroganti
nullità
.
Pur
con
tutti
questi
grossi
difetti
,
l
'
Università
italiana
nel
suo
complesso
reggeva
,
dal
punto
di
vista
degli
studi
e
delle
ricerche
,
il
confronto
con
le
Università
estere
.
Alcuni
Atenei
,
e
alcune
facoltà
,
erano
di
altissimo
livello
.
Era
,
quella
,
una
Università
,
che
doveva
certamente
essere
migliorata
,
resa
più
efficiente
dal
punto
di
vista
tecnico
,
più
giusta
dal
punto
di
vista
sociale
,
e
più
severa
-
rilievo
che
riguarda
soprattutto
talune
sedi
-
dal
punto
di
vista
degli
studi
.
Se
si
fosse
agito
in
questo
senso
,
gli
studenti
di
modeste
condizioni
economiche
,
ma
bravi
-
come
immagino
sia
suo
figlio
-
avrebbero
potuto
ottenere
non
solo
la
gratuità
della
frequenza
,
ma
un
presalario
sufficiente
per
vivere
,
e
riservato
a
chi
meritasse
questo
sacrificio
della
collettività
.
Gli
svogliati
,
gli
eterni
fuori
corso
,
i
venditori
di
chiacchiere
demagogiche
,
anche
se
ricchi
e
privilegiati
economicamente
,
fuori
.
Ma
sull
'
onda
dell
'
ormai
mitico
'68
,
sotto
la
spinta
di
sciagurati
agitatori
,
come
Capanna
,
che
si
proclamavano
apostoli
degli
studenti
,
e
sono
stati
i
loro
peggiori
nemici
,
con
la
complicità
di
professori
malati
di
giovanilismo
spensierato
,
deboli
,
politicamente
ambiziosi
,
con
l
'
avallo
di
governanti
sprovveduti
e
populisti
,
si
è
proceduto
in
senso
opposto
:
Università
aperte
a
tutti
,
studi
declassati
,
lauree
a
portata
di
qualsiasi
somaro
,
gli
Atenei
trasformati
in
covi
di
una
rivoluzione
permanente
e
inconcludente
,
tanti
Lenin
in
sessantaquattresimo
associati
all
'
insegnamento
.
Questa
stravolta
riforma
,
culminata
nei
fasti
del
27
a
tutti
(
da
qualche
professore
vergognosamente
accettato
)
nelle
facoltà
di
architettura
,
ha
punito
,
caro
amico
,
proprio
le
famiglie
come
la
sua
.
I
giovani
intelligenti
e
diligenti
,
che
hanno
fretta
di
laurearsi
perché
un
padre
operaio
deve
scannarsi
per
mantenerli
agli
studi
,
sono
bloccati
dalle
lotte
continue
di
professori
politicizzati
e
di
compagni
«
rivoluzionari
»
con
Kawasaki
e
vacanze
alle
Seychelles
.
Quando
il
suo
ragazzo
entrerà
-
le
auguro
presto
-
nella
professione
riuscirà
probabilmente
,
perché
è
in
gamba
e
perché
ha
scelto
una
facoltà
che
ritengo
sia
tra
le
meno
affollate
.
Ma
altri
faticheranno
immensamente
trovandosi
a
competere
con
laureati
che
sono
bestie
:
ma
grazie
al
metodo
Capanna
hanno
completato
senza
fatica
i
corsi
,
e
sono
ammanigliati
,
e
hanno
famiglie
influenti
.
I
«
rivoluzionari
»
hanno
cioè
punito
proprio
i
figli
dei
proletari
,
che
asseriscono
vociando
di
voler
redimere
.
Se
tanti
studenti
in
gamba
che
sono
figli
di
povera
gente
non
potranno
essere
,
nella
vita
,
ciò
che
avrebbero
voluto
,
e
dovranno
ammainare
le
ali
delle
loro
legittime
aspirazioni
,
ne
rendano
grazie
ai
demagoghi
.