StampaQuotidiana ,
Per
tutta
la
lunga
campagna
elettorale
,
la
sinistra
ha
sognato
di
poter
trovare
una
scorciatoia
che
le
consentisse
di
sorpassare
in
fretta
una
Casa
delle
Libertà
che
la
precedeva
di
molti
chilometri
.
Certi
com
'
erano
del
ritardo
accumulato
in
cinque
anni
di
governi
inconcludenti
,
e
abituati
a
imboccare
vie
giudiziarie
e
ad
aprire
cantieri
istituzionali
per
far
ribaltare
la
macchina
dell
'
opposizione
,
anche
questa
volta
i
piloti
dell
'
Ulivo
hanno
premuto
l
'
acceleratore
alla
ricerca
della
strada
breve
e
sbrigativa
,
evitando
il
normale
confronto
elettorale
.
Naturalmente
,
per
costringere
l
'
auto
della
Casa
delle
Libertà
a
fermarsi
o
,
meglio
,
a
uscire
di
strada
,
bisognava
incepparne
il
motore
,
ossia
Silvio
Berlusconi
.
Così
in
tutta
fretta
sono
state
riesumate
le
carte
sulla
nascita
delle
sue
fortune
,
affidando
ai
comici
l
'
incarico
di
gettare
olio
sulla
pista
.
Ma
ciò
non
è
bastato
ed
ecco
allora
spuntare
magicamente
sulle
pagine
di
«
Repubblica
»
la
divisione
guastatori
scelti
della
sinistra
,
un
rapporto
sui
conti
della
Fininvest
preparato
dalla
società
di
revisione
Kpmg
per
incarico
della
procura
di
Milano
.
Nella
relazione
si
congettura
di
società
fiscalmente
impenetrabili
e
di
intrecci
segreti
:
il
tutto
certificato
da
un
perito
,
cioè
la
Kpmg
,
che
-
spiega
Ezio
Mauro
,
direttore
di
«
Repubblica
»
-
è
un
gigante
dell
'
accounting
,
una
multinazionale
della
revisione
;
insomma
,
in
fatto
di
conti
sarebbe
,
secondo
il
direttore
del
quotidiano
ulivista
,
appena
sotto
Dio
.
Mauro
naturalmente
evita
di
dire
che
la
Kpmg
è
stata
la
prima
società
di
revisione
a
essere
condannata
in
Italia
per
aver
cagionato
danni
ai
risparmiatori
che
avevano
affidato
il
loro
denaro
ai
simpatici
fratelli
Canavesio
e
per
questo
-
per
le
sue
gravi
disattenzioni
-
è
stata
costretta
a
pagare
8,8
miliardi
di
lire
.
Nel
primo
di
una
serie
di
scivolosi
articoli
che
sono
stati
stesi
in
mezzo
alla
strada
per
far
sbandare
la
Casa
delle
Libertà
,
il
direttore
di
«
Repubblica
»
dimentica
anche
di
riferire
che
la
stessa
Kpmg
è
stata
coinvolta
nel
crac
dell
'
Ifm
leasing
(
per
chiudere
la
vicenda
accettò
di
pagare
18
miliardi
alla
Banca
Popolare
di
Milano
)
e
nel
fallimento
della
Scotti
finanziaria
,
e
in
quello
della
Trevitex
,
e
in
quello
della
Sasea
.
E
scorda
di
precisare
che
su
alcune
di
queste
vicende
sta
ancora
indagando
la
procura
di
Milano
,
sì
-
avete
letto
bene
-
la
stessa
procura
che
ha
incaricato
la
Kpmg
di
studiare
le
carte
della
Fininvest
.
Naturalmente
in
questo
caso
non
c
'
è
conflitto
d
'
interesse
.
No
,
no
,
qui
è
tutto
regolare
,
tutto
certificato
con
i
timbri
al
posto
giusto
.
Dimenticavo
:
la
Kpmg
è
coinvolta
anche
nel
crac
del
Crédit
Lyonnais
,
una
grande
banca
francese
.
Secondo
gli
avvocati
che
si
occupano
di
recuperare
il
denaro
di
quella
banca
,
la
Kpmg
,
«
in
spregio
alle
regole
legate
al
suo
ruolo
di
revisore
di
conti
,
ha
scientemente
ingannato
il
Crédit
Lyonnais
sulla
qualità
dei
crediti
poi
concessi
dalla
sua
filiale
olandese
al
gruppo
Fiorini
-
Parretti
,
spingendo
così
la
banca
nella
voragine
di
perdite
storiche
»
.
E
per
tali
motivi
,
gli
avvocati
hanno
chiesto
al
gigante
dell
'
accounting
citato
da
Ezio
Mauro
22
miliardi
di
franchi
francesi
,
equivalenti
a
6500
miliardi
di
lire
.
Potrei
proseguire
,
ma
non
voglio
annoiarvi
in
una
domenica
così
radiosa
.
Comunque
,
neanche
lo
sgambetto
di
«
Repubblica
»
,
con
la
sua
Kpmg
,
è
servito
a
metter
fuori
pista
Berlusconi
e
allora
nelle
settimane
successive
si
è
puntato
tutto
sulla
curva
pericolosa
del
conflitto
d
'
interessi
.
Il
tempo
stringe
,
il
divario
tra
Ulivo
e
CDL
s
'
allarga
,
ed
ecco
che
il
capo
dell
'
opposizione
diventa
un
pericoloso
attentatore
degli
interessi
pubblici
nazionali
.
Egli
è
ricco
,
possiede
TV
e
giornali
,
non
può
governare
.
In
nessun
Paese
del
mondo
potrebbe
diventare
presidente
del
Consiglio
,
scrivono
e
dicono
gli
uomini
di
sinistra
.
Deve
vendere
,
non
basta
che
abbia
rinunciato
ai
consigli
di
amministrazione
,
non
basta
neppure
che
faccia
un
blind
trust
,
ossia
che
affidi
ad
amministratori
privati
il
proprio
patrimonio
.
No
,
o
vende
o
consegna
i
suoi
averi
ad
amministratori
nominati
dalla
sinistra
.
Se
non
lo
fa
-
insistono
i
cantori
dell
'
Ulivo
-
saremo
lo
zimbello
d
'
Europa
,
ci
escluderanno
dai
consessi
internazionali
,
saremo
tenuti
a
distanza
come
appestati
.
I
più
eleganti
dicono
che
un
Berlusconi
al
governo
sarebbe
un
'
anomalia
della
democrazia
.
La
realtà
,
naturalmente
,
è
ben
diversa
.
Basta
conoscere
appena
l
'
Europa
.
Uno
degli
uomini
più
ricchi
di
Francia
,
André
Bettencourt
,
proprietario
di
L'Oréa1
,
è
stato
per
anni
ministro
degli
Esteri
,
e
Marcel
Dassault
-
fondatore
,
proprietario
e
presidente
dell
'
omonima
industria
aeronautica
-
entrò
in
Parlamento
e
continuò
a
vendere
i
suoi
aerei
allo
Stato
francese
.
In
Germania
,
il
padrone
della
Rosenthal
fu
invece
al
fianco
del
primo
ministro
socialdemocratico
Helmut
Schmidt
.
Potrei
citarne
altri
,
ma
anche
stavolta
mi
fermo
qui
,
sempre
per
via
della
domenica
radiosa
.
Comunque
,
in
tutti
questi
casi
non
ci
fu
alcuno
scandalo
,
non
scattò
nessuna
legge
sul
conflitto
d
'
interessi
,
nessuno
parlò
di
anomalia
,
per
la
semplice
ragione
che
in
questi
Paesi
le
leggi
sul
conflitto
d
'
interessi
non
sono
delle
trappole
,
ma
delle
norme
severe
,
ma
per
niente
punitive
.
Al
punto
che
in
Germania
un
ministro
-
se
autorizzato
dal
Parlamento
-
può
sedere
nel
consiglio
di
amministrazione
di
una
società
privata
e
in
qualche
caso
è
successo
.
Vi
chiederete
perché
nel
giorno
in
cui
dovete
decidere
come
votare
vi
tedio
con
queste
storie
di
Kpmg
e
di
ministri
europei
e
relativi
patrimoni
.
È
solo
per
rimarcare
come
su
questa
campagna
elettorale
,
una
campagna
decisiva
per
archiviare
l
'
era
dell
'
Ulivo
,
siano
state
sparse
montagne
di
menzogne
.
Bugie
,
colpi
bassi
,
calunnie
e
strumentalizzazioni
.
Pur
di
non
perdere
il
potere
,
tutto
ciò
che
era
possibile
fare
la
sinistra
lo
ha
fatto
.
Anche
a
costo
di
danneggiare
il
proprio
Paese
.
Nelle
scorse
settimane
vi
abbiamo
dato
conto
degli
articoli
che
la
stampa
internazionale
ha
pubblicato
contro
Berlusconi
e
la
Casa
delle
Libertà
,
articoli
che
naturalmente
hanno
fatto
strillare
l
'
Ulivo
,
il
quale
ne
ha
approfittato
per
avvisare
gli
elettori
che
un
governo
di
centrodestra
sarebbe
stato
severamente
giudicato
dai
nostri
partner
europei
.
La
verità
,
anche
in
questo
caso
,
è
molto
più
banale
e
l
'
ha
confessata
lo
stesso
direttore
di
«
Repubblica
»
un
paio
di
giorni
fa
,
quando
ha
scritto
che
«
gli
inviati
dei
giornali
stranieri
che
visitano
l
'
Italia
in
questi
giorni
elettorali
passano
ogni
tanto
da
"
Repubblica
"
e
verificano
le
notizie
raccolte
»
.
Se
c
'
era
un
dubbio
su
quale
fosse
la
centrale
di
smistamento
degli
articoli
anti
-
italiani
-
perché
di
questo
si
tratta
-
improvvisamente
comparsi
sulla
stampa
estera
,
ora
questo
dubbio
ci
è
tolto
.
Se
c
'
era
un
dubbio
-
e
non
c
'
era
-
sul
perché
«
la
Repubblica
»
avesse
celato
o
mutilato
gli
articoli
positivi
a
favore
di
Berlusconi
e
dei
suoi
alleati
apparsi
sulla
stampa
estera
,
ora
questo
dubbio
ci
è
caduto
.
Quella
cui
abbiamo
assistito
è
stata
la
campagna
più
feroce
e
aspra
che
si
sia
mai
vista
negli
ultimi
trent
'
anni
.
E
la
ragione
di
tanta
durezza
è
una
sola
.
Qui
si
tratta
di
risolvere
il
vero
conflitto
d
'
interesse
di
cui
patisce
l
'
Italia
:
quello
tra
una
casta
politica
che
ha
occupato
lo
Stato
e
il
futuro
del
Paese
.
Per
sciogliere
questo
conflitto
non
serve
una
legge
:
basta
un
voto
.
Oggi
.
E
per
questa
sinistra
ogni
scorciatoia
da
domani
diventerà
un
vicolo
cieco
.