StampaQuotidiana ,
Non
è
certamente
una
grande
scoperta
dire
che
non
esiste
una
sinistra
europea
con
valori
e
strategie
comuni
.
Tali
e
tante
sono
le
origini
,
le
diversità
,
le
esperienze
di
governo
e
di
opposizione
,
le
alleanze
:
laburisti
inglesi
,
socialisti
italiani
,
socialisti
francesi
o
tedeschi
,
come
spagnoli
o
scandinavi
e
greci
sono
sempre
stati
diversi
ieri
,
e
ancor
più
lo
sono
oggi
,
soprattutto
con
l
'
inserimento
frettoloso
nella
grande
famiglia
dell
'
Internazionale
socialista
di
tanti
post
-
comunisti
,
convertiti
dell
'
ultima
ora
,
prima
o
dopo
il
crollo
del
Muro
di
Berlino
.
Fin
dal
dopoguerra
,
ciascun
governo
europeo
d
'
ispirazione
o
di
consenso
socialdemocratico
finiva
con
l
'
interpretare
in
chiave
autarchica
,
nazionale
,
tanto
le
politiche
sociali
,
quanto
le
più
generali
strategie
di
politica
economica
.
In
altri
termini
ciascun
Paese
sceglieva
il
mix
di
occupazione
,
disoccupazione
,
Welfare
che
più
riteneva
compatibile
con
la
propria
struttura
economica
e
con
il
proprio
equilibrio
sociale
.
Con
deficit
e
debito
a
fare
da
grandi
ammortizzatori
dei
conflitti
distributivi
conseguenti
.
Se
i
conti
non
tornavano
,
svalutazione
e
inflazione
mettevano
le
cose
a
posto
.
Ed
è
così
che
le
tante
sinistre
europee
,
al
governo
da
sole
,
o
alleate
soprattutto
con
i
partiti
d
'
ispirazione
cattolica
,
hanno
ricostruito
l
'
Europa
,
più
preoccupate
della
distribuzione
della
ricchezza
che
dell
'
effettiva
produzione
della
stessa
.
È
questa
l
'
Europa
del
consenso
socialdemocratico
(
anche
se
non
tutta
socialdemocratica
)
che
decide
a
Maastricht
nel
febbraio
del
'92
di
avviare
il
processo
di
convergenza
su
deficit
,
debito
,
inflazione
e
tassi
d
'
interesse
.
È
questa
l
'
Europa
che
con
il
socialista
Delors
tenta
nel
dicembre
'93
,
con
il
suo
libro
bianco
,
di
compensare
con
un
piano
d
'
intervento
di
derivazione
neo
-
keynesiana
gli
effetti
negativi
della
convergenza
monetaria
sulle
variabili
reali
,
prima
fra
tutte
l
'
occupazione
.
Ma
,
mentre
il
processo
di
convergenza
sulle
variabili
finanziarie
avanza
fino
alla
nascita
della
moneta
unica
,
del
piano
Delors
su
investimenti
e
occupazione
si
perdono
quasi
subito
le
tracce
,
in
quanto
produttore
d
'
inflazione
e
deficit
.
E
arriviamo
al
primo
gennaio
'99
,
anno
in
cui
si
apre
la
terza
e
ultima
fase
dell
'
unione
monetaria
:
l
'
euro
,
dopo
una
prima
breve
euforia
,
si
caratterizza
per
un
'
estrema
debolezza
rispetto
al
dollaro
,
e
la
disoccupazione
rimane
alta
,
insopportabile
.
Ora
,
al
di
là
dei
proclami
altisonanti
,
come
quelli
contenuti
nei
"
21
punti
"
per
il
XXI
secolo
del
manifesto
elettorale
del
Partito
socialista
europeo
(
di
un
mese
fa
)
,
o
quelli
lanciati
a
Milano
in
questi
giorni
per
un
patto
europeo
per
l
'
occupazione
,
di
novità
in
giro
se
ne
vedono
ben
poche
,
e
quelle
poche
,
inquietanti
:
come
la
marcia
indietro
tedesca
sul
bilancio
,
e
come
la
proposta
,
sempre
tedesca
,
volta
all
'
introduzione
di
un
salario
,
un
fisco
,
un
Welfare
europeo
,
allo
scopo
di
evitare
pericolose
(
per
i
tedeschi
)
forme
di
concorrenza
tra
i
Paesi
.
La
convergenza
nel
Welfare
,
nel
mercato
del
lavoro
,
nelle
politiche
fiscali
,
in
presenza
di
moneta
unica
e
di
un
bilancio
federale
di
entità
risibile
,
del
tutto
incapace
,
quindi
,
di
reali
politiche
ridistributive
,
rischia
di
trasformarsi
in
un
insopportabile
fattore
di
discriminazione
ed
emarginazione
dei
partner
dell
'
euro
meno
sviluppati
e
meno
efficienti
,
imponendo
,
di
fatto
,
i
costi
e
le
regole
dei
Paesi
più
forti
(
a
più
alta
produttività
)
ai
Paesi
più
deboli
(
a
produttività
più
bassa
)
.
Fin
qui
le
idee
,
poche
e
ben
confuse
dei
socialisti
continentali
,
con
il
solo
Blair
a
predicare
la
bontà
del
modello
americano
.
Ma
ecco
che
,
a
conclusione
del
lugubre
congresso
Pse
di
Milano
,
l
'
ineffabile
ministro
delle
Finanze
tedesco
Lafontaine
se
ne
esce
con
un
'
altra
delle
sue
:
"
Per
il
rilancio
della
crescita
e
la
lotta
contro
la
disoccupazione
,
l
'
Europa
segua
l
'
esempio
americano
"
.
Esattamente
il
contrario
di
quanto
hanno
detto
sino
a
oggi
i
socialisti
continentali
francesi
(
con
le
loro
35
ore
)
;
italiani
(
con
la
loro
concertazione
)
e
tedeschi
(
con
il
loro
egemonismo
egoista
)
.
Insomma
,
siamo
di
fronte
al
più
classico
(
e
meno
prevedibile
)
"
contrordine
compagni
"
,
in
contraddizione
totale
con
quanto
sta
avvenendo
all
'
interno
delle
diplomazie
comunitarie
in
tema
di
Agenda-2000
e
in
preparazione
del
vertice
di
Colonia
alla
fine
del
semestre
di
presidenza
tedesco
dell
'
Unione
.
Ora
,
delle
due
l
'
una
:
o
Lafontaine
fa
sul
serio
,
a
allora
dobbiamo
prepararci
a
una
vera
rivoluzione
culturale
dagli
esiti
imprevedibili
per
la
stessa
costruzione
europea
;
oppure
(
come
è
più
probabile
)
ha
solo
scherzato
,
in
cerca
di
facili
stupori
,
e
allora
prepariamoci
a
vedere
la
disoccupazione
toccare
i
20
milioni
di
unità
,
con
buona
pace
della
stessa
coesione
sociale
nel
Vecchio
continente
.