StampaQuotidiana ,
È
successo
quello
che
non
poteva
non
succedere
:
Silvio
Berlusconi
,
l
'
uomo
delle
televisioni
commerciali
e
dell
'
editoria
,
ha
deciso
di
cambiare
mestiere
.
Già
,
perché
la
politica
è
sempre
stata
un
mestiere
,
lo
è
ancora
e
speriamo
che
presto
non
lo
sia
più
.
Il
capo
della
Fininvest
lo
andava
dicendo
da
tempo
,
almeno
sei
mesi
:
«
Prima
o
poi
mi
toccherà
di
scendere
personalmente
in
campo
»
.
E
lo
diceva
col
tono
di
uno
che
,
suo
malgrado
,
senza
entusiasmo
e
qualche
rammarico
,
deve
abbandonare
le
abituali
occupazioni
per
andare
in
soccorso
a
dei
parenti
un
po
'
sciocchi
ficcatisi
nei
guai
.
Il
tono
era
scocciato
,
ma
dissimulava
una
certezza
:
che
quei
parenti
sciocchi
o
li
salvava
lui
o
non
li
salvava
nessuno
.
Non
sappiamo
se
sarà
così
.
Ma
sappiamo
che
Berlusconi
è
fermamente
convinto
che
così
sarà
.
Perciò
non
abbiamo
mai
dubitato
,
neanche
quando
nicchiava
,
chiedeva
consigli
a
destra
e
a
sinistra
(
anzi
,
no
:
a
sinistra
mai
)
,
cercava
conferme
e
sollecitava
incitamenti
a
buttarsi
;
non
abbiamo
mai
dubitato
che
,
alla
fine
,
il
Cavaliere
(
come
lo
definiscono
pieni
di
deferenza
quelli
del
suo
giro
)
avrebbe
accantonato
ogni
indugio
,
ogni
prudenza
e
si
sarebbe
lanciato
spavaldamente
nella
più
folle
corsa
che
una
persona
con
tutti
i
fili
attaccati
possa
correre
:
quella
elettorale
.
Farà
bene
Berlusconi
a
partecipare
alla
competizione
?
Farà
male
?
Ad
ascoltare
i
suoi
amici
,
i
più
sinceri
,
quelli
che
gli
vogliono
bene
disinteressatamente
,
egli
sta
per
commettere
l
'
errore
più
grosso
della
sua
vita
.
E
aggiungono
che
solo
un
matto
accetta
il
rischio
di
perdere
un
impero
,
quale
il
suo
è
,
per
tentare
di
conquistare
una
repubblichetta
squalificata
e
sull
'
orlo
del
fallimento
.
Ad
ascoltare
i
nemici
,
poi
,
la
sua
sfida
al
sacrario
della
politica
,
nel
quale
finora
sono
stati
ammessi
solamente
gli
addetti
ai
lavori
,
i
sacerdoti
delle
tessere
;
ad
ascoltare
loro
,
soprattutto
a
leggere
i
loro
giornali
,
Silvio
non
solo
è
un
pazzo
accecato
dal
potere
,
ma
addirittura
un
baro
che
siede
al
tavolo
della
politica
con
tre
reti
televisive
e
un
gruppo
editoriale
nei
polsini
.
Se
infine
si
considera
la
campagna
di
stampa
,
feroce
e
disordinata
,
che
si
è
scatenata
contro
il
Berlusconi
fondatore
di
Forza
Italia
e
candidato
leader
di
partito
;
una
campagna
di
stampa
che
lo
ha
dipinto
come
il
pericolo
pubblico
numero
uno
;
se
si
considera
tutto
questo
-
e
molto
abbiamo
taciuto
per
brevità
-
,
la
risoluzione
del
principe
di
Arcore
appare
come
un
suicidio
eccessivamente
macchinoso
per
essere
apprezzato
persino
da
chi
lo
desidera
.
Ma
proprio
perché
tutto
concorre
a
dargli
torto
-
torto
marcio
-
noi
pensiamo
che
abbia
ragione
Berlusconi
.
Ha
contro
amici
e
nemici
.
Ha
contro
il
Palazzo
.
Ha
contro
i
professori
del
manuale
Cencelli
.
Ha
contro
i
colleghi
.
Ha
contro
i
giornali
(
anche
i
suoi
)
.
Ha
contro
le
TV
(
anche
le
sue
)
.
Ha
contro
mezzo
mondo
.
Soltanto
mezzo
,
però
.
E
lui
che
è
un
calcolatore
,
come
calcolatori
sono
tutti
quelli
che
hanno
dimestichezza
con
il
successo
,
punta
proprio
su
questo
:
l
'
altro
mezzo
mondo
che
contro
non
gli
è
.
È
il
mondo
della
gente
comune
,
che
non
fa
opinione
,
ma
ne
ha
una
precisa
benché
non
la
esprima
se
non
sulla
scheda
;
il
mondo
degli
imprenditori
,
piccoli
e
grandi
,
che
non
sono
rappresentati
dalla
Confindustria
;
il
mondo
dei
cittadini
che
lavorano
onestamente
e
pagano
le
tasse
anche
sapendo
di
pagarne
troppe
e
ingiustamente
;
i
cittadini
che
rispettano
i
semafori
e
i
divieti
di
sosta
,
che
non
si
esibiscono
in
corteo
,
che
non
frequentano
le
piazze
di
Santoro
,
che
mantengono
la
famiglia
e
non
si
fanno
assistere
da
uno
Stato
che
saccheggia
le
buste
paga
e
non
dà
nulla
in
cambio
,
se
non
la
pensione
a
chi
non
la
merita
,
ospedali
e
scuole
che
non
funzionano
,
una
burocrazia
arrogante
e
crudele
.
Questo
mezzo
mondo
potrebbe
dare
la
vittoria
al
matto
.
Che
sarebbe
poi
la
vittoria
-
o
la
rivincita
-
delle
classi
medie
che
credono
in
una
grande
coalizione
moderata
,
in
un
grande
partito
nel
quale
collaborino
,
con
Forza
Italia
,
la
Lega
,
gli
ex
democristiani
(
non
di
sinistra
)
,
i
liberali
sopravvissuti
al
flagello
di
Altissimo
e
De
Lorenzo
,
le
truppe
di
Fini
addomesticate
sotto
il
tendone
di
Alleanza
Nazionale
.
L
'
anomalia
non
è
Berlusconi
in
politica
.
L
'
anomalia
è
che
per
costituire
un
polo
antitetico
a
quello
di
sinistra
,
ci
sia
bisogno
di
lui
.
Ma
anche
questo
Paese
,
che
abbiamo
ereditato
dai
signori
delle
segreterie
,
è
un
'
anomalia
.