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Puntualizzare i rapporti che si danno in Italia tra politica e cultura può servire a chiarire uno spaccato della vita del nostro Paese per tanti aspetti così anomalo rispetto alle altre nazioni . Sono rapporti assai complessi per la varietà e la diversità delle situazioni , per cui bisogna stare attenti a non fare di tutta l ' erba un fascio . Accenneremo brevemente a due episodi scandalosi , per cui si può veramente parlare di una cultura di regime . Il ministro della Pubblica istruzione , onorevole Berlinguer , vuole che nell ' ultimo anno l ' insegnamento della storia si concentri sul Novecento e poi pensa di affidare la compilazione dei nuovi testi agli Istituti storici della Resistenza . Ora il presidente nazionale di questi Istituti , Gaetano Arfè , storico di vaglia e già deputato socialista , si è dimesso dalla sua carica per protesta contro la faziosità di questi Istituti , che vogliono fare soltanto una storiografia di partito e imporci cosi una mistica antifascista . Di Totò che visse due volte , il famoso e scandaloso film patrocinato da Walter Veltroni , si è già parlato molto e , nonostante tutto , avrà un finanziamento dallo Stato . Veltroni appoggia solo amici e clienti e ci fa rimpiangere il ministro del passato regime Giuseppe Bottai . Almeno era un uomo di cultura . Insomma la sinistra al potere pratica ancora la politica che fu del fascismo : è il governo che decide sulla cultura . Ma veniamo a cose più serie . Per governare una società industriale avanzata ci vogliono anche conoscenze professionali e scientifiche . Non voglio rispolverare il mito della tecnocrazia , ma senza economisti e politologi che - da indipendenti - dibattano sulle riviste e sui giornali i problemi sul tappeto le buone soluzioni non si trovano : conoscere per deliberare era il motto di Luigi Einaudi . In Italia abbiamo due ottime corporazioni accademiche di economisti e di politologi orgogliose della propria professionalità e della propria indipendenza . La cosa strana è che nelle loro corporazioni non ci sono gravi spaccature politiche e sulla soluzione di molti problemi sono sostanzialmente d ' accordo . La cosa grave è che la classe politica non utilizza queste competenze scientifiche e , quando fa conto di farlo , tutto poi s ' arena nei cassetti . La fine della commissione presieduta da Paolo Onofri ( persona di grande rigore scientifico e morale ) è sintomatica . Per il nostro ceto al governo tutti i problemi sono essenzialmente politici , non ha assolutamente una mentalità pragmatica , con cui valutare e verificare le conseguenze di certe scelte , con cui tenere presenti i possibili effetti , perversi di certe azioni . É sostanzialmente provinciale : guarda solo all ' elettorato e non fuori d ' Italia . Ora si comincia a parlare bene della rivoluzione liberale di Margaret Thatcher e di Ronald Reagan , sino a ieri demonizzati . Hanno ottenuto ottimi risultati , ma ci si guarda bene dall ' imitarli . Il limite della nostra cultura e anche del mondo occidentale è quello di non essere riuscito a esprimere idee forti all ' altezza dei tempi . Rispetto al passato noi viviamo in un ' età di intense , profonde e rapidissime trasformazioni . Si parla - giustamente - di una globalizzazione dell ' economia , che non cancella però le etnie ( pensiamo all ' India e ai Balcani ) in difesa della loro cultura , mentre il monod islamico vuole lo sviluppo , ma in una chiave culturale diversa da quella occidentale . La rivoluzione elettronica ci ha ormai portati a viaggiare in Internet , che mette in comunicazione persone che non si conoscono ; e i fanatici parlano ormai della morte del libro . Le intense migrazioni portano alla formazione di società plurietniche , con culture assai diverse e lontane . Nessuno sa dove stiamo andando , mentre il futuro ci piomba addosso . La sola persona che ottiene il massimo di ascolto e guarda preoccupata al futuro è il Papa . Ma egli si appella ai valori della tradizione , lentamente elaborati nel passato . Mentre il filosofo liberale Friedrich von Hayek ha sempre sostenuto questa posizione che ancora l ' uomo ha delle certezze , gli intellettuali non solo italiani hanno scelto la strada della dissacrazione , una dissacrazione che crea solo il vuoto . In questo vuoto fioriscono spontaneamente movimenti effimeri , come quello della New Age . Sono profezie oscure come tutte le profezie : in alcune si parla di un ' imminente fine del mondo , basandosi sulla tradizione astrologica , in altre di una nuova era di felicità e di pace per un rinnovamento interno dell ' uomo . Esse sono il segno delle nostre inquietudini .