Miscellanea ,
Venerabili
Fratelli
,
salute
ed
Apostolica
Benedizione
.
I
.
L
'
annuncio
della
Parola
La
predicazione
prosegue
l
'
opera
della
redenzione
Avendo
Gesù
Cristo
nostro
Signore
col
morire
sull
'
altare
della
Croce
compiuta
la
Redenzione
del
genere
umano
,
e
volendo
indurre
gli
uomini
mercè
l
'
osservanza
de
'
suoi
comandamenti
a
guadagnarsi
la
vita
eterna
,
non
ricorse
ad
altro
mezzo
che
alla
voce
de
'
suoi
predicatori
,
commettendo
loro
di
annunziare
al
mondo
le
cose
necessarie
a
credere
o
ad
operare
per
la
salute
.
"
Piacque
a
Dio
di
salvare
i
credenti
per
mezzo
della
stoltezza
della
predicazione
"
(
1
Cor
1,21
)
.
Elesse
egli
quindi
gli
apostoli
,
ed
avendo
loro
infusi
con
lo
Spirito
Santo
i
doni
appropriati
a
sì
alto
ufficio
:
"
Andate
"
-
disse
-
"
per
tutto
il
mondo
e
predicate
l
'
Evangelio
"
(
Mc
16,15
)
.
Ed
è
questa
predicazione
appunto
che
rinnovò
la
faccia
della
terra
.
Poiché
se
la
Fede
cristiana
convertì
le
menti
degli
uomini
da
molteplici
errori
alla
conoscenza
della
verità
,
e
le
anime
loro
dall
'
indegnità
dei
vizi
all
'
eccellenza
di
ogni
virtù
,
non
per
altra
via
le
convertì
se
non
per
via
della
predicazione
:
"
La
Fede
dall
'
udito
,
l
'
udito
poi
per
la
parola
di
Cristo
"
(
Rm
10,17
)
.
Laonde
,
siccome
per
divina
disposizione
,
sogliono
le
cose
conservarsi
per
quelle
medesime
cause
che
le
hanno
generate
,
egli
è
manifestato
essere
legge
divina
che
l
'
opera
dell
'
eterna
salute
si
continui
per
la
predicazione
della
cristiana
sapienza
;
a
buon
diritto
venir
questa
annoverata
tra
le
cose
di
suprema
importanza
,
e
meritare
perciò
tutte
le
nostre
cure
e
sollecitudini
,
massime
se
ci
fosse
ragion
di
credere
ch
'
ella
,
perdendo
in
efficacia
,
fosse
in
qualche
modo
venuta
meno
alla
sua
nativa
integrità
.
Ed
è
questo
appunto
che
s
'
aggiunge
ai
tanti
mali
,
che
Noi
sopra
ogni
altro
affliggono
in
questi
miseri
tempi
.
Se
miriamo
quanti
sono
coloro
che
attendono
alla
predicazione
,
li
ritroviamo
in
sì
gran
numero
che
forse
mai
non
fu
il
maggiore
.
Ma
se
al
tempo
stesso
consideriamo
a
che
sono
ridotti
i
costumi
pubblici
e
privati
e
le
leggi
onde
si
reggono
i
popoli
,
vediamo
crescere
ogni
giorno
il
disprezzo
e
la
dimenticanza
d
'
ogni
concetto
soprannaturale
;
vediamo
illanguidire
il
vigore
severo
della
virtù
cristiana
,
con
obbrobrioso
e
rapido
ritorno
all
'
indegnità
della
vita
pagana
.
Di
tanti
mali
molte
certamente
e
varie
sono
le
cagioni
:
non
si
può
negare
però
che
purtroppo
insufficiente
sia
il
rimedio
che
i
ministri
della
divina
parola
vi
dovrebbero
apportare
.
Forse
che
la
parola
di
Dio
non
è
più
quella
che
l
'
Apostolo
chiamava
viva
ed
efficace
e
penetrante
più
d
'
una
spada
a
due
tagli
?
Forse
col
tempo
e
coll
'
uso
la
spada
s
'
è
spuntata
?
Certo
ella
è
colpa
dei
ministri
,
che
non
sanno
maneggiarla
,
s
'
essa
perde
spesso
della
sua
forza
.
Né
davvero
si
può
dire
che
gli
Apostoli
incontrassero
tempi
migliori
dei
nostri
,
come
se
allora
il
mondo
fosse
più
docile
al
Vangelo
o
meno
riottoso
alla
legge
di
Dio
.
Gli
è
perciò
che
conscii
del
dovere
che
l
'
ufficio
apostolico
c
'
impone
e
mossi
dall
'
esempio
dei
due
nostri
immediati
Predecessori
,
abbiamo
creduto
,
in
un
affare
di
tanta
importanza
,
di
dover
porre
ogni
diligenza
per
chiamare
la
predicazione
della
divina
parola
alla
norma
data
da
Cristo
e
dalle
leggi
ecclesiastiche
.
II
.
Cause
di
inefficacia
Non
si
deve
predicare
senza
mandato
Nel
che
,
o
Venerabili
Fratelli
,
importa
ricercare
anzitutto
quali
siano
le
cagioni
che
fanno
tralignare
dalla
retta
via
.
Ora
siffatte
cagioni
possono
ridursi
a
tre
:
o
perché
viene
commessa
la
predicazione
a
chi
non
si
dovrebbe
;
o
perché
non
ci
si
apporta
la
dovuta
intenzione
;
o
ancora
non
si
predica
nel
modo
che
si
conviene
.
Infatti
,
secondo
che
insegna
il
Concilio
di
Trento
,
l
'
ufficio
di
predicare
spetta
ai
Vescovi
principalmente
.
E
gli
Apostoli
,
ai
quali
succedettero
i
Vescovi
,
quello
soprattutto
ritennero
che
loro
appartenesse
.
Così
Paolo
:
"
Non
mi
ha
mandato
Cristo
a
battezzare
,
ma
a
predicare
il
Vangelo
"
(
1
Cor
1,17
)
.
E
gli
altri
Apostoli
similmente
:
"
Non
è
giusto
che
noi
tralasciamo
la
parola
di
Dio
per
servire
alle
mense
"
(
At
6,2
)
.
Però
sebbene
quest
'
ufficio
appartenga
ai
Vescovi
in
proprio
,
tuttavia
essendo
essi
occupati
da
molti
altri
pensieri
nel
governo
delle
loro
Chiese
,
né
potendo
perciò
sempre
né
in
ogni
caso
adempirlo
di
per
sé
,
è
necessario
che
vi
soddisfacciano
anche
per
mezzo
di
altri
.
Laonde
chiunque
,
oltre
i
Vescovi
,
esercita
quest
'
ufficio
,
lo
esercita
senza
dubbio
come
un
incarico
episcopale
.
Questo
adunque
rimanga
anzitutto
bene
stabilito
:
a
nessuno
essere
lecito
d
'
intraprendere
da
sé
l
'
ufficio
di
predicare
,
essere
anzi
a
ciò
necessaria
la
legittima
missione
,
che
nessuno
può
dare
,
dal
Vescovo
in
fuori
:
"
Quomodo
praedicabunt
nisi
mittantur
?
Come
predicheranno
se
non
sono
mandati
?
"
(
Rm
10,15
)
.
Quindi
mandati
furono
gli
Apostoli
,
e
mandati
da
Colui
che
è
Pastore
supremo
e
Vescovo
delle
anime
nostre
(
cf
1
Pt
2,25
)
,
mandati
i
settantadue
discepoli
;
e
lo
stesso
Paolo
,
quantunque
costituito
già
da
Cristo
vaso
di
elezione
per
portare
il
nome
di
lui
dinanzi
alle
genti
ed
ai
re
(
cf
At
9,15
)
,
non
iniziò
il
suo
apostolato
fino
a
quando
i
seniori
,
ubbidendo
al
comando
dello
Spirito
Santo
:
"
Mettetemi
da
parte
Saulo
per
l
'
impresa
"
(
del
Vangelo
)
(
At
13,2
)
,
impostegli
le
mani
,
non
lo
licenziarono
.
La
qual
cosa
nei
primi
tempi
della
Chiesa
fu
consuetudine
costante
.
Tanto
che
tutti
,
anche
i
più
insigni
nel
semplice
ordine
sacerdotale
,
come
Origene
,
e
quelli
che
dappoi
furono
innalzati
alla
dignità
episcopale
,
come
Cirillo
di
Gerusalemme
e
gli
altri
antichi
Dottori
della
Chiesa
,
tutti
,
autorizzati
ciascuno
dal
proprio
vescovo
,
intrapresero
l
'
opera
della
predicazione
.
Oggi
all
'
incontro
,
o
Venerabili
Fratelli
,
si
direbbe
sia
invalsa
un
'
usanza
ben
differente
.
Non
sono
rari
,
tra
i
sacri
oratori
,
tali
di
cui
si
potrebbe
ripetere
con
verità
quello
onde
si
lagna
Iddio
presso
Geremia
:
"
Io
non
li
avevo
mandati
quei
profeti
,
eppure
correvano
da
sé
"
(
Ger
23,21
)
.
Basta
infatti
che
alcuno
o
per
naturale
inclinazione
o
per
altro
motivo
qualunque
s
'
invogli
di
darsi
al
ministero
della
parola
,
perché
facilmente
gli
si
apra
l
'
accesso
al
pergamo
,
quasi
palestra
da
esercitarvisi
ognuno
a
suo
talento
.
Tocca
dunque
a
voi
,
o
Venerabili
Fratelli
,
riparare
a
tanto
disordine
;
e
poiché
ben
sapete
come
dovrete
un
giorno
rendere
conto
a
Dio
ed
alla
Chiesa
del
pascolo
che
avrete
fornito
alle
vostre
greggi
,
non
vogliate
permettere
che
alcuno
,
senza
il
vostro
consenso
,
s
'
introduca
nell
'
ovile
e
quivi
a
suo
piacimento
pasca
le
pecorelle
di
Cristo
.
Nessuno
pertanto
nelle
vostre
diocesi
d
'
ora
innanzi
dovrà
predicare
se
non
sia
stato
da
voi
stessi
chiamato
ed
approvato
.
Vorremmo
perciò
,
su
questo
proposito
,
che
con
ogni
vigilanza
consideriate
a
quali
persone
affidate
incarico
così
santo
e
rilevante
.
Il
decreto
del
Concilio
Tridentino
infatti
questo
solo
permette
ai
Vescovi
,
che
scelgano
uomini
idonei
,
cioè
dire
che
siano
capaci
di
adempiere
salutarmente
il
dovere
della
predicazione
.
Salutarmente
,
dice
-
notate
bene
la
parola
che
esprime
la
norma
in
questo
affare
-
non
dice
con
eloquenza
,
non
già
con
plauso
degli
uditori
,
ma
con
frutto
delle
anime
,
che
è
il
fine
proprio
del
ministero
della
divina
parola
.
Che
se
desiderate
intendere
da
Noi
anche
più
precisamente
quali
veramente
si
debbano
reputare
idonei
,
diremo
senz
'
altro
che
sono
quelli
appunto
ne
'
quali
riscontrate
i
segni
della
vocazione
divina
.
Imperocché
quei
requisiti
stessi
che
si
domandano
acciocché
alcuno
sia
ammesso
al
sacerdozio
:
"
Nessuno
si
appropria
da
sé
tale
onore
ma
chi
è
chiamato
da
Dio
"
(
Eb
5,4
)
,
sono
pure
necessari
perché
egli
sia
giudicato
atto
alla
predicazione
.
Chi
può
essere
ammesso
a
predicare
Vocazione
questa
non
difficile
ad
intendere
.
Poiché
allorquando
Cristo
,
Maestro
e
Signor
nostro
,
stava
per
salire
al
cielo
,
non
disse
già
agli
Apostoli
che
,
spargendosi
pel
mondo
,
subito
principiassero
a
predicare
,
ma
"
trattenetevi
in
città
sino
a
tanto
che
siate
rivestiti
di
virtù
dall
'
alto
"
(
Lc
24,4
)
.
Sicché
questo
è
l
'
indizio
d
'
essere
alcuno
da
Dio
chiamato
a
tale
ufficio
,
s
'
egli
sia
dall
'
alto
rivestito
di
virtù
.
Il
che
come
sia
,
Venerabili
Fratelli
,
lo
possiamo
raccogliere
dall
'
esempio
degli
Apostoli
,
tostoché
ricevettero
virtù
dal
cielo
.
Era
su
di
loro
disceso
appena
lo
Spirito
Santo
,
che
lasciando
stare
i
mirabili
carismi
loro
conferiti
essi
,
di
rozzi
e
fiacchi
uomini
che
erano
,
ad
un
tratto
diventarono
dotti
e
perfetti
.
Così
se
un
sacerdote
sia
fornito
di
conveniente
dottrina
e
di
virtù
purché
egli
abbia
tanto
in
doni
di
natura
da
non
tentare
Iddio
giustamente
si
potrà
giudicarlo
chiamato
al
ministero
della
predicazione
,
né
vi
sarà
ragione
che
il
Vescovo
non
lo
possa
ammettere
.
Ed
è
quello
stesso
che
intende
il
Concilio
di
Trento
,
quando
stabilisce
che
il
Vescovo
non
permetta
di
predicare
ad
alcuno
che
non
sia
ben
provato
per
costumi
e
per
dottrina
.
E
'
quindi
dovere
del
Vescovo
assicurarsi
per
via
di
lunga
ed
accurata
esperienza
quanta
sia
la
scienza
e
la
virtù
di
coloro
,
ch
'
egli
pensa
d
'
incaricare
dell
'
ufficio
di
predicare
.
E
s
'
egli
in
ciò
si
dimostrasse
troppo
facile
e
trascurato
,
mancherebbe
ad
un
suo
gravissimo
dovere
,
e
sul
suo
capo
ricadrebbe
la
colpa
e
degli
errori
profferiti
dal
predicatore
ignorante
e
dello
scandalo
e
mal
esempio
del
malvagio
.
Ma
per
facilitarvi
l
'
adempimento
dell
'
obbligo
vostro
in
questo
genere
,
o
Venerabili
Fratelli
,
ordiniamo
che
d
'
ora
innanzi
tutti
coloro
che
domandano
la
facoltà
di
predicare
abbiano
a
sostenere
un
doppio
e
severo
giudizio
,
dei
costumi
e
della
scienza
loro
,
così
appunto
come
si
suole
per
la
facoltà
di
ascoltare
le
confessioni
.
E
chiunque
o
per
l
'
uno
o
per
l
'
altro
conto
sia
ritrovato
manchevole
,
senza
nessun
riguardo
,
come
inetto
venga
escluso
da
tale
ufficio
.
Lo
esige
la
dignità
vostra
,
perché
,
come
abbiamo
detto
,
i
predicatori
fanno
le
vostre
veci
:
lo
esige
il
bene
della
santa
Chiesa
,
nella
quale
,
se
altri
mai
dev
'
essere
sale
della
terra
e
luce
del
mondo
,
ciò
spetta
a
colui
che
è
occupato
nel
ministero
della
parola
(
Mt
5,13.14
)
.
Il
fine
e
le
forme
della
predicazione
Ben
considerate
queste
cose
,
può
sembrare
superfluo
il
procedere
a
spiegare
qual
debba
essere
il
fine
e
il
modo
della
sacra
predicazione
.
Giacché
ove
la
scelta
dei
sacri
oratori
si
faccia
secondo
la
mentovata
regola
,
che
dubbio
c
'
è
che
quelli
,
i
quali
sono
adorni
delle
richieste
qualità
,
si
proporranno
nel
predicare
una
degna
causa
e
si
atterranno
a
una
degna
maniera
?
Tuttavia
giova
lumeggiare
questi
due
capi
,
affinché
tanto
meglio
apparisca
perché
mai
talvolta
venga
a
mancare
in
alcuni
l
'
ideale
del
buon
predicatore
.
Che
cosa
i
predicatori
nell
'
adempiere
al
loro
ufficio
abbiano
da
avere
innanzi
agli
occhi
,
si
rileva
da
questo
,
che
essi
possono
e
debbono
dire
di
sé
quel
di
San
Paolo
:
"
Facciamo
le
veci
di
ambasciatori
per
Cristo
"
(
2
Cor
5,20
)
.
Se
dunque
sono
ambasciatori
di
Cristo
,
nel
compiere
la
loro
ambasceria
debbono
volere
quello
stesso
che
Cristo
intese
nel
darla
loro
:
anzi
quello
che
egli
stesso
si
propose
,
mentre
visse
sulla
terra
.
Giacché
gli
Apostoli
,
e
dopo
gli
Apostoli
i
predicatori
,
non
ebbero
missione
diversa
da
quella
di
Cristo
:
"
Come
mandò
me
il
Padre
,
anch
'
io
mando
voi
"
(
Gv
20,21
)
.
E
sappiamo
per
che
cosa
Cristo
discese
dal
cielo
,
avendo
egli
apertamente
dichiarato
:
"
Io
a
questo
fine
son
venuto
nel
mondo
,
di
rendere
testimonianza
alla
verità
"
(
Gv
18,37
)
.
"
Io
son
venuto
perché
abbiano
vita
"
(
Gv
10,10
)
.
Quelli
dunque
che
esercitano
la
sacra
predicazione
debbono
mirare
all
'
una
e
all
'
altra
cosa
,
cioè
a
diffondere
la
verità
da
Dio
rivelata
,
e
a
destare
ed
alimentare
la
vita
soprannaturale
in
coloro
che
li
ascoltano
;
in
una
parola
,
a
promuovere
la
gloria
di
Dio
,
coll
'
attendere
alla
salute
delle
anime
.
Laonde
,
come
a
torto
si
direbbe
medico
chi
non
esercitò
la
medicina
,
o
maestro
di
un
'
arte
qualsiasi
chi
quell
'
arte
non
insegni
,
così
chi
predicando
non
si
cura
di
condurre
gli
uomini
a
una
più
piena
cognizione
di
Dio
e
sulla
via
dell
'
eterna
salute
,
potremo
dirlo
un
vano
declamatore
,
non
un
predicatore
evangelico
.
E
così
non
ve
ne
fossero
di
siffatti
declamatori
!
Intenzioni
dei
falsi
predicatori
E
che
cosa
è
poi
quello
da
cui
si
lasciano
soprattutto
trasportare
?
Alcuni
dalla
cupidigia
della
gloria
umana
,
per
soddisfare
alla
quale
"
si
studiano
di
dir
cose
più
alte
che
adatte
,
ingenerando
nelle
deboli
intelligenze
stupore
di
sé
,
non
operando
la
loro
salute
.
Si
vergognano
di
dir
cose
umili
e
piane
,
per
non
sembrar
di
saper
solo
queste
...
Si
vergognano
di
allattare
i
pargoli
"
.
E
mentre
il
Signore
Gesù
dall
'
umiltà
degli
uditori
voleva
s
'
intendesse
essere
egli
colui
che
si
aspettava
:
"
Si
annunzia
ai
poveri
il
Vangelo
"
(
Mt
2,5
)
,
quanto
non
brigano
costoro
per
acquistarsi
rinomanza
dalla
predicazione
nelle
grandi
città
e
sui
pulpiti
primarii
?
E
poiché
nelle
cose
rivelate
da
Dio
ve
n
'
ha
di
quelle
che
spaventano
la
debolezza
della
corrotta
natura
umana
,
e
che
per
ciò
non
sono
adatte
ad
adunare
moltitudini
,
da
esse
cautamente
si
astengono
e
prendono
a
trattare
argomenti
ne
'
quali
,
salvo
la
natura
del
luogo
,
niente
v
'
ha
di
sacro
.
E
non
raro
avviene
,
che
nel
trattar
di
verità
eterne
discendono
alla
politica
,
massime
se
qualche
cosa
di
questo
genere
occupi
fortemente
gli
animi
degli
uditori
.
Questo
solo
sembra
essere
il
loro
studio
,
di
piacere
agli
uditori
e
imitar
quelli
che
San
Paolo
dice
lusingatori
delle
orecchie
(
2
Tm
9,3
)
.
Di
qui
quel
gesto
non
pacato
e
grave
,
ma
da
scena
e
da
comizio
;
di
qui
quelle
patetiche
modulazioni
di
voci
o
tragiche
impetuosità
;
di
qui
quel
modo
di
parlare
proprio
dei
giornali
;
di
qui
quella
copia
di
sentenze
attinte
dagli
scrittori
empii
ed
acattolici
,
non
dalle
divine
Lettere
né
dai
Santi
Padri
;
di
qui
finalmente
quella
vertiginosità
di
parola
che
nei
più
d
'
essi
si
riscontra
e
che
serve
sì
a
ottundere
le
orecchie
e
a
far
stupire
gli
uditori
,
ma
che
non
reca
ad
essi
niente
di
buono
da
riportare
a
casa
.
Ora
è
incredibile
di
che
inganno
siano
vittime
cotali
predicatori
.
Conseguano
pure
quel
plauso
degli
stolti
che
essi
cercano
con
tanta
fatica
e
non
senza
profanazione
:
ma
vale
la
spesa
,
quando
con
ciò
essi
vanno
incontro
al
biasimo
degli
uomini
savii
,
e
,
quel
che
è
peggio
,
al
tremendo
giudizio
severissimo
di
Cristo
?
Se
non
che
,
Venerabili
Fratelli
,
non
tutti
i
predicatori
che
si
allontanano
dalle
buone
regole
cercano
,
nel
predicare
,
unicamente
gli
applausi
.
Il
più
delle
volte
quelli
che
si
procurano
siffatte
manifestazioni
lo
fanno
per
giovarsene
ad
altro
scopo
anche
meno
onesto
.
Giacché
dimenticando
il
detto
di
San
Gregorio
:
"
Il
sacerdote
non
predica
per
mangiare
,
ma
perciò
deve
mangiare
perché
predichi
"
,
non
sono
rari
coloro
i
quali
,
sentendo
di
non
esser
fatti
per
altri
uffici
,
dove
vivere
con
decoro
,
si
sono
dati
alla
predicazione
,
non
per
esercitare
debitamente
questo
santissimo
ministero
,
ma
per
fare
i
loro
interessi
.
Vediamo
quindi
tutte
le
sollecitudini
di
costoro
essere
volte
non
a
cercare
dove
si
possa
sperare
un
maggior
frutto
nelle
anime
,
ma
dove
predicando
v
'
è
da
guadagnare
di
più
.
Ora
da
uomini
siffatti
non
potendosi
aspettar
altro
che
danno
e
disonore
per
la
Chiesa
,
dovete
,
Venerabili
Fratelli
,
vigilare
con
ogni
diligenza
affinché
,
scoprendo
qualcuno
che
faccia
servire
la
predicazione
alla
sua
vanità
o
all
'
interesse
,
lo
rimoviate
senza
indugio
dall
'
ufficio
di
predicare
.
Giacché
chi
non
si
perita
di
profanare
cosa
sì
santa
,
non
avrà
certo
ritegno
di
discendere
ad
ogni
bassezza
,
spargendo
una
macchia
d
'
ignominia
non
solo
sopra
di
sé
,
ma
anche
sullo
stesso
sacro
ministero
,
che
così
indegnamente
egli
compie
.
E
dovrà
usarsi
la
stessa
severità
contro
coloro
che
non
predicano
come
si
deve
,
per
aver
trascurati
i
necessarii
requisiti
a
compiere
bene
questo
ministero
.
E
quali
siano
questi
,
lo
insegna
coll
'
esempio
suo
colui
che
dalla
Chiesa
fu
denominato
il
Predicatore
della
verità
,
Paolo
Apostolo
;
ed
oh
se
,
per
beneficio
di
Dio
,
avessimo
molto
maggior
numero
di
predicatori
simili
a
lui
!
III
.
Condizioni
per
predicare
La
scienza
necessaria
La
prima
cosa
dunque
che
apprendiamo
da
San
Paolo
si
è
con
che
preparazione
e
dottrina
egli
intraprese
a
predicare
.
Né
qui
intendiamo
degli
studii
ai
quali
egli
aveva
diligentemente
atteso
sotto
il
magistero
di
Gamaliele
.
Giacché
la
scienza
in
lui
infusa
per
rivelazione
,
oscurava
e
quasi
sopraffaceva
quella
che
egli
da
sé
si
era
procacciata
:
benché
anche
questa
non
gli
giovò
poco
,
come
dalle
sue
Lettere
si
ricava
.
La
scienza
è
affatto
necessaria
al
predicatore
,
come
dicemmo
;
della
cui
luce
chi
è
privo
facilmente
erra
,
secondo
la
verissima
sentenza
del
Concilio
Lateranense
IV
:
"
L
'
ignoranza
è
la
madre
di
tutti
gli
errori
"
.
Tuttavia
ciò
non
vuole
intendersi
di
qualsiasi
scienza
,
ma
di
quella
che
è
propria
del
sacerdote
e
che
si
restringe
,
per
dir
tutto
in
poco
,
alla
cognizione
di
sé
,
di
Dio
e
dei
doveri
:
di
sé
,
diciamo
,
perché
ognuno
metta
da
parte
i
propri
vantaggi
;
di
Dio
,
perché
conduca
tutti
a
conoscerlo
e
ad
amarlo
;
dei
doveri
,
perché
li
osservi
e
insegni
ad
osservarli
.
La
scienze
delle
altre
cose
,
se
manchi
questa
,
gonfia
e
nulla
giova
.
Disponibilità
senza
condizioni
Ma
vediamo
qual
fu
nell
'
Apostolo
la
preparazione
interiore
.
Nel
che
tre
cose
debbono
massimamente
tenersi
sotto
gli
occhi
.
La
prima
,
che
San
Paolo
si
abbandonò
tutto
alla
divina
volontà
.
Non
appena
infatti
,
mentr
'
era
in
cammino
verso
Damasco
,
fu
tocco
dalla
virtù
del
Signore
Gesù
,
egli
proruppe
in
quella
esclamazione
,
degna
d
'
un
Apostolo
:
"
Signore
,
che
vuoi
tu
che
io
faccia
?
"
(
At
9,6
)
.
Per
amor
di
Cristo
,
cominciò
subito
ad
essergli
indifferente
,
come
gli
fu
poi
sempre
in
appresso
,
il
lavorare
e
il
riposare
,
la
penuria
e
l
'
abbondanza
,
la
lode
e
il
disprezzo
,
il
vivere
e
il
morire
.
Non
è
da
dubitare
che
perciò
egli
profittasse
tanto
nell
'
apostolato
,
perché
si
sottomise
con
pieno
ossequio
alla
volontà
di
Dio
.
Al
modo
stesso
quindi
innanzi
tutto
serva
a
Dio
ogni
predicatore
che
s
'
affatica
alla
salute
delle
anime
:
in
maniera
che
non
si
dia
alcun
pensiero
degli
uditori
,
del
successo
,
dei
frutti
,
che
sarà
per
avere
:
che
cerchi
,
infine
,
non
sé
,
ma
Dio
solo
.
Questo
studio
poi
così
grande
di
prestare
ossequio
a
Dio
richiede
un
animo
sì
disposto
a
patire
,
che
non
si
sottragga
a
nessuna
fatica
o
incommodo
.
La
qual
cosa
in
Paolo
fu
insigne
.
Giacché
avendo
il
Signore
detto
di
lui
:
"
Io
gli
farò
vedere
quanto
debba
egli
patire
per
il
nome
mio
"
(
At
9,16
)
,
egli
da
allora
abbracciò
tutti
i
travagli
sì
volenterosamente
da
scrivere
:
"
Sono
inondato
dall
'
allegrezza
in
mezzo
a
tutte
le
nostre
tribolazioni
"
(
2
Cor
7,4
)
.
Ora
questa
tolleranza
della
fatica
se
nel
predicatore
sia
segnalata
,
purificandolo
da
quel
che
in
lui
v
'
è
di
umano
,
e
conciliandogli
la
grazia
di
Dio
necessaria
per
far
frutto
,
è
incredibile
quanto
renda
commendevole
la
sua
opera
agli
occhi
del
popolo
cristiano
.
Al
contrario
poco
riescono
a
muover
gli
animi
,
quelli
che
dovunque
vanno
,
cercano
comodità
più
del
giusto
,
e
fuori
delle
loro
prediche
,
non
toccano
quasi
altro
del
sacro
ministero
;
sì
da
apparire
che
essi
badino
più
alla
propria
sanità
,
che
al
vantaggio
delle
anime
.
In
terzo
luogo
finalmente
dall
'
Apostolo
s
'
impara
che
al
predicatore
è
necessario
quello
che
si
dice
lo
spirito
di
orazione
:
egli
infatti
come
prima
fu
chiamato
all
'
apostolato
,
cominciò
a
pregar
Dio
:
"
Ei
già
fa
orazione
"
(
At
9,11
)
.
E
la
ragione
è
perché
non
coll
'
abbondanza
del
dire
,
né
col
discutere
sottilmente
o
col
caldamente
perorare
si
ottiene
la
salute
delle
anime
:
un
predicatore
che
si
fermi
qui
non
è
altro
che
"
un
bronzo
sonante
o
un
cembalo
squillante
"
(
1
Cor
13,1
)
.
Ciò
che
dà
vigore
alle
parole
dell
'
uomo
e
le
fa
mirabilmente
efficaci
a
salute
,
è
la
divina
grazia
:
"
Dio
diede
il
crescere
"
(
1
Cor
3,6
)
.
Or
la
grazia
di
Dio
non
si
ottiene
con
lo
studio
e
coll
'
arte
,
ma
s
'
impetra
con
la
preghiera
.
Onde
chi
poco
o
niente
è
dedito
all
'
orazione
,
indarno
spende
la
sua
opera
e
la
sua
diligenza
nella
predicazione
,
perché
innanzi
a
Dio
non
caverà
nessun
profitto
né
per
sé
né
per
gli
uditori
.
Dottrina
e
pietà
Pertanto
,
a
restringere
in
poco
quanto
siamo
venuti
dicendo
fin
qui
,
ci
serviamo
di
queste
parole
di
San
Pietro
Damiano
:
"
Al
predicatore
due
cose
sono
sommamente
necessarie
,
cioè
dire
,
che
sovrabbondi
di
sentenze
della
dottrina
sacra
e
fiammeggi
dello
splendore
di
religiosa
vita
.
Che
dove
un
sacerdote
non
riesca
ad
unire
in
sé
le
due
cose
,
di
guisa
che
sia
esemplare
di
vita
e
copioso
dei
doni
di
dottrina
,
è
meglio
senza
dubbio
la
vita
che
la
dottrina
...
Più
vale
la
chiarezza
della
vita
per
l
'
esempio
,
che
l
'
eloquenza
e
l
'
accurata
eleganza
dei
discorsi
...
E
'
necessario
che
il
sacerdote
,
che
esercita
l
'
ufficio
della
predicazione
,
versi
piogge
di
dottrina
spirituale
ed
irraggi
lume
di
vita
religiosa
:
a
maniera
di
quell
'
Angelo
,
il
quale
annunziando
ai
pastori
il
nato
Signore
,
balenò
d
'
uno
splendore
di
chiarezza
,
ed
espresse
con
parole
ciò
che
era
venuto
ad
evangelizzare
"
.
Predicare
tutta
la
verità
e
tutti
i
precetti
Ma
per
ritornare
a
San
Paolo
,
se
esaminiamo
di
quali
cose
fosse
solito
trattare
predicando
,
egli
compendia
tutto
così
:
"
Non
mi
credetti
di
sapere
altra
cosa
tra
di
noi
,
se
non
Gesù
Cristo
,
e
questo
crocifisso
"
(
1
Cor
2,2
)
.
Fare
che
gli
uomini
conoscessero
sempre
più
Gesù
Cristo
,
e
d
'
una
cognizione
che
giovasse
a
vivere
e
non
a
credere
soltanto
,
ecco
quello
a
che
egli
s
'
affaticò
con
tutto
il
vigore
del
suo
petto
.
E
però
predicava
tutti
i
dommi
o
precetti
di
Cristo
anche
i
più
severi
senza
nessuna
reticenza
o
temperamento
,
intorno
all
'
umiltà
,
all
'
annegazione
di
sé
,
alla
castità
,
al
disprezzo
delle
cose
terrene
,
all
'
obbedienza
,
al
perdono
dei
nemici
o
simili
.
Né
mostrava
alcuna
timidezza
nel
proclamare
:
che
si
scelga
tra
Dio
e
Belial
,
perché
non
si
può
servire
ad
entrambi
;
che
tutti
,
appena
escono
di
questa
vita
,
hanno
a
presentarsi
a
un
tremendo
giudizio
;
che
con
Dio
non
c
'
è
luogo
a
transazioni
;
che
o
è
da
sperare
la
vita
eterna
,
se
si
osserva
tutta
la
legge
,
o
,
se
per
secondare
le
passioni
si
trascura
il
dovere
,
è
da
aspettarsi
il
fuoco
eterno
.
Né
mai
il
Predicatore
della
verità
stimò
di
astenersi
da
siffatti
argomenti
per
la
ragione
che
,
data
la
corruzione
dei
tempi
,
sembrassero
troppo
duri
a
coloro
ai
quali
parlava
.
Apparisce
chiaro
dunque
come
non
siano
da
approvare
quei
predicatori
,
che
non
osano
toccare
certi
capi
di
dottrina
cristiana
,
per
non
riuscir
molesti
all
'
uditorio
.
Forse
che
il
medico
darà
rimedii
inutili
all
'
infermo
,
se
questi
per
caso
abborrisca
dagli
utili
?
E
poi
qui
si
parrà
la
virtù
e
l
'
abilità
dell
'
oratore
,
se
egli
le
cose
ingrate
avrà
col
suo
dire
rese
grate
.
Non
serve
la
sapienza
del
mondo
Gli
argomenti
poi
che
aveva
preso
a
trattare
in
che
modo
l
'
Apostolo
li
esponeva
?
"
Non
nelle
persuasive
dell
'
umana
sapienza
"
(
1
Cor
2,4
)
.
Quanto
importa
,
Venerabili
Fratelli
,
che
ciò
sia
da
tutti
sommamente
ritenuto
,
mentre
vediamo
non
pochi
oratori
sacri
che
predicano
mettendo
da
parte
la
Sacra
Scrittura
,
i
Padri
e
i
Dottori
della
Chiesa
e
gli
argomenti
della
sacra
teologia
,
e
non
parlano
se
non
quasi
solo
il
linguaggio
della
ragione
.
Ed
è
,
senza
dubbio
,
uno
sbaglio
:
giacché
nell
'
ordine
soprannaturale
non
si
riesce
a
nulla
coi
soli
amminicoli
umani
.
-
Ma
si
oppone
:
al
predicatore
il
quale
si
fondi
troppo
sulle
verità
rivelate
,
non
si
presta
fede
.
-
E
'
proprio
vero
?
Ammettiamo
pure
che
ciò
avvenga
presso
gli
acattolici
:
sebbene
,
quando
i
Greci
cercavano
la
sapienza
,
s
'
intende
,
di
questo
mondo
,
l
'
Apostolo
predicava
Gesù
Crocifisso
.
Ma
,
se
volgiamo
gli
occhi
alle
popolazioni
cattoliche
,
in
esse
coloro
che
sono
alieni
da
noi
,
ritengono
per
lo
più
la
radice
della
Fede
:
le
menti
infatti
sono
accecate
perché
son
corrotti
gli
animi
.
Finalmente
con
quale
spirito
predicava
San
Paolo
?
Non
per
piacere
agli
uomini
,
ma
a
Cristo
:
"
Se
piacessi
agli
uomini
,
non
sarei
servo
di
Cristo
"
(
Gal
1,10
)
.
Con
un
'
anima
tutt
'
accesa
della
carità
di
Cristo
,
non
altro
cercava
se
non
la
gloria
di
Cristo
.
O
se
quanti
s
'
affaticano
nel
ministero
della
parola
,
amassero
tutti
davvero
Gesù
Cristo
,
e
potessero
far
proprie
l
'
espressioni
di
San
Paolo
:
"
Per
causa
di
cui
(
Gesù
Cristo
)
ho
giudicato
un
discapito
tutte
le
cose
"
(
Fil
3,8
)
;
e
"
Il
mio
vivere
è
Cristo
"
(
Fil
3,8
)
.
Tanto
quelli
che
ardono
d
'
amore
,
sanno
infiammare
gli
altri
.
Onde
San
Bernardo
così
ammonisce
il
predicatore
:
"
Se
tu
bene
intendi
,
cerca
d
'
esser
conca
e
non
canale
"
;
cioè
di
quel
che
dici
sii
pieno
tu
stesso
,
e
non
ti
basti
solo
trasfonderlo
negli
altri
.
"
Ma
-
come
lo
stesso
Dottore
soggiunge
-
oggi
nella
Chiesa
abbiamo
molti
canali
e
pochissime
conche
"
.
Affinché
ciò
non
accada
in
avvenire
,
dobbiamo
rivolgere
tutti
i
nostri
sforzi
,
o
Venerabili
Fratelli
:
a
noi
spetta
,
respingendo
gl
'
indegni
,
e
incoraggiando
,
formando
,
guidando
gl
'
idonei
,
fare
che
di
predicatori
,
secondo
il
cuore
di
Dio
,
ne
sorgano
quanti
più
si
può
.
Pieghi
poi
lo
sguardo
sul
suo
gregge
il
misericordioso
Pastore
eterno
,
Gesù
Cristo
,
anche
per
le
preghiere
della
Vergine
Santissima
,
Madre
augusta
dello
stesso
Verbo
incarnato
e
Regina
degli
Apostoli
;
e
rinfocolando
lo
spirito
dell
'
apostolato
nel
Clero
,
faccia
che
siano
numerosi
quelli
che
cerchino
"
di
comparir
degni
d
'
approvazione
davanti
a
Dio
,
operai
non
mai
svergognati
,
che
rettamente
maneggino
la
parola
di
verità
"
(
2
Tm
2,15
)
.
Auspice
dei
doni
divini
e
in
attestato
della
nostra
benevolenza
,
a
voi
,
o
Venerabili
Fratelli
,
e
al
vostro
Clero
e
popolo
impartiamo
con
ogni
affetto
l
'
Apostolica
Benedizione
.
Dato
a
Roma
presso
San
Pietro
,
il
15
giugno
,
festa
del
Sacratissimo
Cuore
di
Gesù
,
dell
'
anno
1917
,
terzo
del
nostro
Pontificato
.