Narrativa ,
PRIMA
PARTE
.
I
Nel
salotto
non
c
'
ero
che
io
;
io
,
in
piedi
,
nell
'
atteggiamento
nervosissimo
dell
'
aspettazione
,
guardando
dei
quadri
di
cui
conoscevo
tutto
,
l
'
autore
,
il
tema
,
il
valore
artistico
,
la
provenienza
,
la
data
in
un
angolo
.
Geltrude
,
la
cameriera
,
entrò
dallo
studio
e
mi
disse
:
-
Il
signore
ha
una
visita
;
ma
si
sbrigherà
sùbito
,
e
la
prega
di
pazientare
un
istante
.
-
La
cameriera
attraversò
la
sala
ed
uscì
dalla
porta
che
metteva
al
sèguito
dell
'
appartamento
:
io
mi
posi
a
sedere
sul
divano
color
foglia
morta
.
Vecchio
salotto
,
dove
regnava
un
ordine
insoffribile
,
quello
del
signor
Pietro
Folengo
!
V
'
era
lo
scaffaletto
da
ninnoli
,
con
dei
minerali
preziosi
e
degli
uccelli
imbalsamati
;
v
'
era
il
piano
,
a
coda
;
v
'
era
la
tavola
con
dei
mostri
cinesi
,
degli
albi
di
famiglia
e
dei
libri
regalati
dai
giornali
cui
il
signor
Folengo
era
abbonato
;
v
'
eran
quegli
oggetti
e
quei
mobili
volgari
,
che
disposti
in
qualunque
modo
,
messi
sotto
qualunque
luce
,
formano
sempre
un
solo
tipo
di
casa
,
producono
sempre
una
sola
impressione
.
Tuttavia
,
dopo
i
quadri
,
io
passava
in
rivista
accuratamente
quelle
cose
notissime
,
rilevando
la
maniera
sciatta
con
cui
le
si
eran
collocate
,
e
così
ligia
alle
regole
di
riscontro
ch
'
io
mi
volsi
per
vedere
se
non
vi
fossero
anche
due
caminetti
,
l
'
uno
di
faccia
all
'
altro
.
Il
gusto
informatore
della
disposizione
era
indubitabilmente
del
signor
Pietro
Folengo
;
e
il
visitatore
meno
atto
all
'
osservazione
poteva
giudicare
che
il
padrone
di
casa
doveva
essere
inclinato
meglio
alle
cifre
che
alla
meditazione
,
meglio
al
commercio
che
all
'
arte
;
se
poi
,
di
questo
padrone
si
guardava
il
ritratto
-
attaccato
alla
parete
principale
e
naturalmente
di
fianco
a
quello
della
sua
signora
e
,
più
naturalmente
,
al
disopra
di
quel
di
sua
figlia
,
-
il
signor
Pietro
Folengo
appariva
,
senza
speranza
alcuna
,
ragioniere
,
amministratore
;
uno
di
quei
terribili
uomini
i
quali
vi
parlan
della
Borsa
,
dei
corsi
d
'
acqua
,
d
'
edilizia
e
di
cambiali
,
allo
scopo
di
divertirvi
.
Il
signor
Folengo
aveva
una
fisonomia
senza
significato
,
per
natura
e
per
arte
;
poichè
s
'
era
lasciato
crescere
i
favoriti
,
lunghi
e
bianchi
,
che
lo
facevan
rassomigliare
a
centinaia
d
'
altri
,
servitori
o
ministri
,
cocchieri
del
vecchio
stampo
o
ambasciatori
e
plenipotenziarî
:
sulla
sua
fronte
,
non
troppo
alta
,
ma
levigata
come
di
marmo
,
nessun
pensiero
aveva
fatta
presa
;
la
computisteria
gli
era
stata
leggiera
;
egli
ignorava
perfettamente
l
'
esistenza
di
Dante
e
di
Raffaello
.
Dallo
studio
venivan
le
voci
del
visitatore
e
del
Folengo
;
la
prima
,
tenue
come
d
'
un
implorante
,
la
seconda
,
calma
,
con
chiaroscuri
studiati
,
che
indicavan
gl
'
incisi
dei
quali
il
Folengo
usava
abbellire
il
discorso
;
ad
ora
ad
ora
giungeva
anche
il
fruscio
di
carte
spiegate
;
qualche
colpo
di
tosse
,
che
aveva
un
perchè
;
finalmente
udii
che
il
visitatore
si
congedava
,
col
solito
:
"
Allora
,
siamo
d
'
accordo
;
io
le
farò
avere
i
documenti
....
"
La
porta
che
dallo
studio
metteva
all
'
anticamera
s
'
era
chiusa
dietro
le
spalle
dell
'
incognito
;
la
porta
che
dallo
studio
metteva
al
salotto
dov
'
io
mi
trovava
,
veniva
aperta
per
dare
adito
al
signor
Folengo
.
Io
m
'
era
alzato
.
Il
signor
Pietro
,
basso
e
largo
,
severamente
abbigliato
di
nero
,
colla
faccia
illuminata
da
un
sorriso
breve
,
mi
veniva
incontro
a
mani
aperte
.
-
Caro
signor
Sergio
!
-
egli
disse
.
-
Mi
perdoni
la
lunga
attesa
:
sa
,
queste
benedette
faccende
;
l
'
amministrazione
....
Così
dicendo
,
sedette
egli
pure
sul
divano
e
mi
fece
accomodare
presso
di
lui
.
-
Ora
,
sono
tutt
'
orecchi
,
-
continuò
.
-
Mi
pare
che
nel
suo
viglietto
di
ieri
mi
chiedesse
udienza
per
affari
,
anch
'
ella
....
-
Per
affari
!
-
dissi
,
brutalmente
colpito
.
-
Per
affari
,
no
:
per
cose
di
sommo
rilievo
,
sì
.
-
Dunque
,
affari
;
-
perseverò
testardo
il
signor
Folengo
,
-
è
question
di
nomi
.
Sto
a
sentirla
.
-
M
'
avvidi
ch
'
egli
sapeva
già
di
che
cosa
io
volevo
parlargli
;
ma
,
in
quel
momento
,
io
rappresentava
un
postulante
,
e
per
sistema
,
il
signor
Pietro
non
faceva
mai
un
passo
verso
questa
categoria
d
'
uomini
.
S
'
io
non
avessi
trovato
sùbito
le
parole
adatte
,
egli
avrebbe
aspettato
anche
un
quarto
d
'
ora
,
con
olimpica
serenità
,
senz
'
offrirmi
il
modo
d
'
entrare
in
argomento
.
Guardai
fuori
della
finestra
chiusa
,
riparata
da
tendine
bianche
;
oltre
la
quale
si
vedevan
gli
alberi
del
giardino
,
spogli
di
fronde
,
sotto
il
cielo
bigio
d
'
ottobre
;
alcuni
colombi
selvatici
s
'
erano
appollajati
sui
rami
e
tubavan
malinconicamente
.
Non
faceva
ancor
freddo
;
ma
il
mese
era
assai
triste
,
e
l
'
ora
-
tra
le
cinque
e
le
sei
del
pomeriggio
,
-
piena
di
memorie
.
-
Io
non
sono
un
grande
oratore
,
-
dissi
sorridendo
,
-
e
per
questo
non
userò
circonlocuzioni
.
Che
cosa
pensa
ella
di
me
,
signor
Folengo
?
-
Qui
avevo
deluse
le
aspettazioni
del
mio
interlocutore
,
e
me
n
'
ero
accorto
sùbito
dall
'
impaccio
in
che
la
domanda
l
'
aveva
gettato
.
Il
signor
Pietro
pensava
di
me
ogni
bene
,
e
per
questo
avevo
osato
chiedergli
la
sua
opinione
;
ma
è
sempre
difficile
dichiarare
una
simpatia
senza
limiti
a
una
persona
,
la
quale
è
tutto
il
nostro
opposto
per
idee
,
per
passato
,
per
modo
d
'
intender
la
vita
;
anche
più
difficile
era
nel
nostro
caso
,
in
quanto
il
signor
Folengo
sapeva
benissimo
dov
'
io
tendeva
,
ed
era
per
ciò
in
obbligo
d
'
esprimersi
senza
frasi
,
senza
generare
in
me
il
sospetto
ch
'
egli
dicesse
per
dire
,
per
cavarsela
.
-
Io
non
giudico
-
egli
rispose
-
dalle
parole
,
ma
dai
fatti
.
Certo
,
io
so
come
di
lei
si
sia
molto
parlato
in
altri
tempi
e
con
diversi
criterî
;
e
so
pure
come
,
se
si
volesse
giudicarlo
dalle
sue
opinioni
....
-
Lei
non
mi
farà
torto
-
interruppi
-
di
credere
che
le
opinioni
espresse
in
un
salotto
o
in
un
caffè
sieno
le
mie
....
-
No
,
-
disse
gravemente
il
signor
Folengo
.
-
So
appunto
che
la
gioventù
nostra
ha
questo
vezzo
pericoloso
di
mettere
innanzi
delle
idee
che
nella
pratica
della
vita
non
vorrebbe
mai
applicare
.
Perciò
,
io
mi
tolgo
affatto
da
questo
campo
e
,
come
le
dicevo
,
baso
il
mio
giudizio
sulla
vera
essenza
della
sua
indole
,
per
quello
ch
'
io
ne
ho
intravisto
.
Respirò
a
lungo
e
proseguì
:
-
A
rassicurarla
immediatamente
,
le
affermo
che
il
mio
giudizio
su
di
lei
è
ottimo
.
Questa
volta
respirai
io
.
La
pomposità
delle
frasi
che
ascoltavo
,
andava
persuadendomi
sempre
più
vero
quanto
io
aveva
presentito
:
il
signor
Folengo
sapeva
lo
scopo
della
mia
visita
;
non
solo
,
ma
aspettandosela
da
un
giorno
all
'
altro
,
aveva
preso
ragguaglio
d
'
ogni
cosa
che
mi
riguardava
,
del
mio
stato
finanziario
,
de
'
miei
amori
morti
,
delle
mie
abitudini
,
de
'
miei
difetti
;
notavo
quasi
con
vergogna
ch
'
io
era
vilissimo
in
quell
'
istante
e
che
se
il
signor
Folengo
m
'
avesse
imposta
l
'
abjura
d
'
ogni
credenza
più
antica
,
la
rinuncia
ad
ogni
orgoglio
più
accarezzato
,
io
avrei
abjurato
,
io
avrei
rinunciato
,
pur
d
'
effettuare
la
mia
speranza
.
-
È
ottimo
in
questo
senso
,
-
riprese
il
Folengo
;
-
che
ella
è
di
gran
lunga
migliore
di
quanto
vorrebbe
sembrare
;
che
ella
ha
dato
troppo
peso
a
sciagure
intime
e
ha
troppo
generalizzati
i
suoi
casi
,
scambiando
l
'
uomo
e
il
mondo
per
gli
uomini
e
il
mondo
che
le
furono
d
'
attorno
lunghi
anni
.
Ora
,
questo
non
è
;
ella
è
assai
giovane
;
ha
maniera
di
ricredersi
,
e
nonostante
certe
sentenze
scettiche
delle
quali
s
'
è
imbevuto
,
ella
a
ricredersi
volge
ogni
speranza
,
ogni
forza
d
'
animo
.
Io
restava
in
silenzio
,
perchè
intuivo
che
l
'
orazione
del
signor
Folengo
non
sarebbe
così
presto
finita
;
mi
pareva
il
discorso
prendere
un
atteggiamento
troppo
diplomatico
,
e
aumentarmi
le
difficoltà
non
piccole
della
mia
domanda
;
ma
riservavo
un
'
interruzione
che
avrei
fatta
non
appena
se
ne
fosse
offerta
l
'
opportunità
.
-
Si
vorrebbe
da
lei
,
-
continuò
il
mio
giudice
,
-
una
maggior
coerenza
fra
le
azioni
e
le
parole
,
una
schietta
ribellione
a
tutti
i
dogmi
che
l
'
infracidita
società
nostra
va
infiltrando
nei
giovani
.
Ma
già
,
questo
vien
dall
'
esperienza
,
dalla
critica
,
è
frutto
dell
'
età
più
vecchia
.
-
Pausa
.
Il
signor
Folengo
,
-
la
cui
testa
cominciava
a
entrar
nella
penombra
della
camera
,
mentr
'
io
rimaneva
ancora
in
luce
,
colla
finestra
di
contro
-
si
portò
all
'
indietro
col
corpo
,
quasi
prendesse
la
rincorsa
,
e
giunse
inaspettatamente
alla
conclusione
,
per
esaurimento
delle
frasi
magnifiche
.
-
Insomma
,
caro
signor
Sergio
,
io
non
ho
che
a
finire
come
ho
cominciato
.
Ella
è
per
me
gentiluomo
irreprovevole
,
al
quale
è
onore
proferir
dell
'
amicizia
e
dal
quale
è
ambizione
ottenerla
....
Del
resto
,
io
non
so
rendermi
ragione
di
quest
'
inchiesta
non
aspettata
;
sono
sorpreso
....
Notai
che
il
signor
Folengo
s
'
era
sorpreso
un
po
'
tardi
,
quando
cioè
aveva
comodamente
espressi
i
pochi
pensieri
che
la
mia
persona
e
la
mia
vita
gli
suggerivano
.
-
Era
necessario
,
-
interruppi
,
-
per
ambedue
;
io
la
ringrazio
assai
del
concetto
ch
'
ella
nutre
di
me
,
e
spero
di
poterne
sempre
esser
degno
....
Guardai
di
nuovo
fuor
della
finestra
;
i
colombi
selvatici
erano
spariti
dagli
alberi
.
Udii
la
pendola
sul
caminetto
suonar
lentamente
le
cinque
ore
e
la
mezza
.
-
Ora
,
al
fatto
,
-
disse
il
signor
Folengo
con
uno
sguardo
scrutatore
.
Ne
'
suoi
occhi
grigi
lessi
la
sicurezza
che
la
mia
risposta
doveva
essere
la
buona
,
e
avvertii
un
impercettibile
moto
in
lui
,
come
di
preparazione
.
-
Il
fatto
è
semplice
e
grave
,
-
risposi
.
Mi
alzai
,
mi
posi
di
fronte
all
'
uomo
,
e
dissi
con
voce
quasi
tremante
:
-
Ho
l
'
onore
,
signor
Folengo
,
di
chiederle
la
mano
della
signorina
Lidia
sua
figlia
....
-
Vi
fu
un
silenzio
che
giudicai
spaventevole
.
Il
signor
Folengo
si
levò
adagio
,
sempre
tenendo
gli
occhi
fissi
ne
'
miei
,
uscì
dalla
penombra
,
e
rispose
:
-
Una
simile
domanda
fatta
all
'
improvviso
....
Io
sono
lusingato
....
-
Mi
morsi
le
labbra
;
l
'
istinto
vittorioso
aveva
costretto
l
'
uomo
a
trincerarsi
e
a
guardarsi
da
una
promessa
immediata
;
le
parole
uscivan
dalla
bocca
del
signor
Folengo
meccaniche
;
egli
si
dimenticava
la
sua
professione
di
fede
in
me
;
gli
proponevo
un
affare
,
secondo
lui
,
ed
egli
mi
trattava
da
uomo
d
'
affari
.
Però
,
scorgendomi
forse
impallidire
,
aggiunse
tosto
:
-
Debbo
dichiararle
ch
'
io
non
ho
nulla
,
nulla
in
contrario
al
suo
voto
;
anzi
ho
molta
propensione
a
vederlo
esaudito
,
e
sono
commosso
...
-
Non
era
commosso
per
niente
.
Si
allontanò
alcun
poco
da
me
e
premette
il
campanello
elettrico
.
-
Avvertite
donna
Teresa
che
ho
bisogno
di
parlarle
,
-
disse
alla
cameriera
sopraggiunta
.
-
E
portate
la
lampada
.
-
Mentre
Geltrude
usciva
,
il
signor
Folengo
mi
tornò
vicino
.
-
Perchè
meglio
si
persuada
ch
'
io
accolgo
la
sua
domanda
con
viva
simpatia
,
voglio
sùbito
comunicarla
alla
mia
signora
,
-
fece
con
tono
affettuoso
.
Io
m
'
inchinai
,
ed
essendo
sopravvenuto
un
silenzio
molesto
,
il
Folengo
occupò
quell
'
intervallo
nell
'
accomodare
e
nello
spostare
alcuni
oggetti
sulla
tavola
,
che
non
ne
avevano
bisogno
;
alla
prima
ansia
era
succeduta
in
me
la
riflessione
e
con
essa
la
calma
speranzosa
;
non
trovavo
a
'
miei
desideri
alcun
ostacolo
degno
di
essere
discusso
.
Donna
Teresa
comparve
,
seguita
dalla
cameriera
che
posò
la
lampada
sul
caminetto
e
si
ritirò
.
Donna
Teresa
,
allevata
alla
scuola
del
marito
,
ebbe
uno
sguardo
istintivo
e
ricostruì
,
evidentemente
,
a
grandi
tratti
,
la
conversazione
avvenuta
fra
me
e
il
signor
Folengo
.
Il
salotto
si
riempiva
di
solennità
.
Donna
Teresa
mi
venne
incontro
e
mi
strinse
la
mano
;
la
piccola
e
grassoccia
signora
non
aveva
rinunciato
a
una
certa
eleganza
;
i
suoi
capelli
eran
tuttavia
neri
,
e
la
sua
carnagione
,
eburneamente
lumeggiata
dalla
lampada
,
appariva
senza
rughe
nè
grinze
;
il
color
delle
labbra
era
rinforzato
da
una
leggiera
tinta
di
carmino
abbastanza
gradevole
.
Solo
,
nel
suo
corpo
difettava
l
'
eleganza
naturale
,
che
l
'
assiduità
allo
specchio
non
insegna
mai
;
le
forme
tozze
prorompevano
,
in
odio
alla
fascetta
strettissima
;
attorno
al
collo
l
'
adipe
formava
un
monile
,
e
sui
fianchi
si
espandeva
con
insolenza
.
Noi
ci
eravamo
seduti
di
nuovo
.
I
coniugi
Folengo
occupavano
il
divano
ed
io
,
di
fronte
a
loro
,
in
una
poltrona
bassa
,
aspettavo
con
ritornata
angoscia
la
ripresa
della
orazione
.
-
Ti
ho
fatto
chiamare
,
-
disse
il
signor
Folengo
,
-
perchè
il
signor
Sergio
ci
presenta
l
'
opportunità
di
stringere
assai
notevolmente
i
legami
della
nostra
amicizia
.
-
Donna
Teresa
dimostrò
con
un
cenno
della
testa
che
tale
opportunità
le
gradiva
.
-
Per
esprimermi
chiaramente
,
il
signor
Sergio
mi
ha
domandata
la
mano
di
Lidia
.
Donna
Teresa
balzò
dal
divano
con
un
'
agilità
imprevedibile
e
mi
si
precipitò
incontro
,
colla
faccia
trasformata
dalla
gioja
.
Senz
'
aspettare
un
gesto
di
suo
marito
,
e
parlando
per
istinto
,
come
l
'
altro
aveva
per
istinto
tergiversato
,
esclamò
:
-
Grazie
,
signor
Lacava
!
Mille
volte
grazie
di
simile
onore
!
Lei
effettua
la
mia
più
cara
speranza
!
-
Presi
la
mano
di
donna
Teresa
,
toccato
dall
'
effusione
ingenua
della
buona
signora
.
-
Ella
mi
rinfranca
,
-
dissi
,
alzandomi
dalla
poltrona
.
-
Io
mi
sento
appoggiato
dalla
fiducia
che
le
ispiro
....
-
Ma
certo
,
ma
certo
!
-
rinforzò
donna
Teresa
.
-
Forse
mio
marito
non
le
aveva
espresso
?
...
Forse
ella
temeva
?
...
-
Vedi
,
cara
amica
,
-
mormorò
il
signor
Folengo
tranquillamente
,
senza
muoversi
dal
suo
posto
.
-
Vedi
:
io
mi
sono
dichiarato
assai
favorevole
;
ma
io
non
sono
il
solo
arbitro
,
e
prima
di
me
,
e
prima
di
te
,
c
'
è
Lidia
,
la
cui
volontà
deve
essere
libera
....
-
Lidia
!
-
esclamò
donna
Teresa
con
un
'
occhiata
di
trionfo
.
-
Lidia
!
Non
ci
son
che
le
mamme
per
saper
certe
cose
....
Io
annuncerò
immediatamente
la
felice
novella
a
Lidia
....
-
Stava
per
avvicinarsi
al
campanello
elettrico
,
quando
il
signor
Folengo
,
levatosi
dal
divano
,
la
fermò
con
un
cenno
.
-
Tu
vuoi
?
-
disse
.
-
Così
,
sùbito
,
senza
prender
tempo
?
...
-
Ma
certo
,
ma
certo
!
-
ripetè
donna
Teresa
-
non
vedi
com
'
è
pallido
questo
povero
giovane
?
Io
so
quel
che
faccio
....
È
una
tortura
inutile
che
noi
infliggiamo
loro
.
-
L
'
indice
di
donna
Teresa
si
posò
due
volte
sul
bottone
del
campanello
.
Il
signor
Folengo
,
vistasi
levata
la
direzione
diplomatica
delle
trattative
,
riprese
il
suo
posto
,
con
un
sospiro
di
sollievo
.
-
Sì
,
sì
,
forse
è
meglio
!
-
disse
come
tra
di
sè
.
-
Io
sono
contento
.
-
La
signorina
Lidia
sùbito
qui
!
-
ordinò
donna
Teresa
a
Geltrude
comparsa
.
Quindi
,
ripresemi
le
mani
:
-
Caro
,
caro
figlio
mio
!
-
disse
.
-
Non
dubiti
di
nulla
.
Io
so
quel
che
faccio
!
-
La
signora
Folengo
assumeva
un
aspetto
di
franchezza
che
non
le
avevo
conosciuto
prima
;
una
leggiera
onda
sanguigna
le
aveva
imporporato
il
viso
,
e
la
commozione
sollevava
a
ritmo
il
suo
largo
seno
.
L
'
uscio
fu
toccato
lievemente
,
poi
girò
sui
cardini
senza
romore
,
schiudendo
il
passaggio
a
Lidia
.
Io
non
dimenticherò
mai
com
'
ella
apparve
in
quell
'
istante
,
coi
capelli
biondi
pettinati
all
'
indietro
,
in
modo
da
scoprir
la
fronte
pura
.
Lidia
vestiva
un
abito
grigio
e
portava
un
grembiale
nero
;
l
'
abito
indicava
forme
così
giovanili
e
così
recenti
di
maturanza
da
ispirar
piuttosto
sollecitudine
tenera
che
ammirazione
;
il
suo
viso
era
un
po
'
pallido
,
ma
freschissimo
,
e
ne
aumentavan
l
'
impressione
di
giovanezza
rigogliosa
gli
occhi
turchini
,
la
bocca
dalle
labbra
rosse
e
ben
delineate
;
aveva
piccolo
naso
,
con
narici
rosee
,
e
piccolissime
orecchie
;
il
collo
,
per
quanto
appariva
dall
'
abito
,
era
d
'
una
bianchezza
alabastrina
;
il
petto
non
troppo
esile
nè
povero
;
le
mani
magre
,
con
dita
affusolate
.
L
'
espressione
interrogativa
ch
'
era
sul
viso
della
fanciulla
all
'
entrar
nel
salotto
,
sparve
non
appena
Lidia
mi
scorse
,
e
fu
cancellata
da
un
tenue
rossore
.
-
Buona
sera
,
signor
Lacava
!
-
ella
mi
disse
.
Per
la
prima
volta
dacchè
ci
conoscevamo
,
io
le
tesi
la
mano
,
ch
'
ella
strinse
,
gettando
un
'
occhiata
dubitosa
a
suo
padre
.
-
Vieni
!
-
le
disse
donna
Teresa
,
avvicinandola
a
sè
.
-
Vieni
dalla
tua
mamma
.
-
Lidia
s
'
accostò
alla
poltrona
,
dove
la
madre
s
'
era
seduta
;
non
so
quel
che
passasse
allora
nell
'
animo
della
giovane
,
ma
certo
l
'
insolita
accoglienza
doveva
assai
turbarla
.
I
suoi
occhi
andavan
senza
posa
da
me
a
suo
padre
,
e
da
suo
padre
alla
signora
Folengo
.
Questa
la
serrò
fra
le
braccia
,
e
la
fece
sedere
vicinissima
a
sè
.
Io
solo
rimaneva
in
piedi
,
appoggiato
al
piano
-
forte
.
-
Che
cosa
avviene
dunque
?
-
domandò
Lidia
,
non
potendo
trattenersi
.
-
Cara
!
-
esclamò
donna
Teresa
,
prendendole
la
testa
e
baciandola
sui
capelli
.
-
Noi
ci
siamo
radunati
qui
,
-
cominciò
il
signor
Folengo
con
voce
solenne
,
-
per
parlar
del
tuo
avvenire
.
-
Stai
bene
oggi
?
Hai
la
mente
lucida
?
-
cominciò
a
sua
volta
la
signora
.
-
Ti
senti
di
poter
rispondere
e
decidere
con
chiarezza
?
-
Ma
sì
,
senza
dubbio
....
-
rispose
Lidia
,
guardandomi
come
per
invocare
il
mio
ajuto
.
-
Ebbene
....
-
disse
la
signora
Folengo
con
precipitazione
,
-
ebbene
il
signor
Sergio
Lacava
ti
ha
chiesto
in
isposa
,
noi
abbiamo
acconsentito
,
e
aspettiamo
la
tua
risposta
.
-
Alle
prime
parole
,
Lidia
sobbalzò
,
mentre
un
rossore
intenso
le
saliva
fino
alla
radice
dei
capelli
;
poi
nascose
la
testa
con
rapidità
sul
petto
di
sua
madre
.
-
Oh
mamma
!
-
disse
.
E
scoppiò
a
piangere
con
una
violenza
nervosa
irrefrenabile
.
-
Io
credo
-
osservai
-
che
la
signorina
:
si
trovi
a
disagio
davanti
a
me
;
sarebbe
stato
forse
meglio
....
-
Donna
Teresa
mi
troncò
la
parola
con
un
moto
del
capo
.
-
Via
,
-
fece
poi
a
Lidia
,
-
non
essere
bambina
.
Tu
ci
metti
in
pena
....
Lo
so
;
non
eri
preparata
;
è
un
assalto
di
nervi
;
andiamo
,
alza
la
testa
....
Lidia
obbedì
e
prese
dalle
mani
di
sua
madre
il
fazzoletto
per
asciugarsi
gli
occhi
;
ella
guardava
con
tanta
fissità
il
viso
di
donna
Teresa
,
da
svelar
la
paura
d
'
incontrare
i
miei
sguardi
.
L
'
attitudine
era
cosi
fanciullesca
e
così
bella
a
un
tempo
,
che
i
signori
Folengo
e
io
sorridemmo
insieme
.
-
Forse
-
disse
il
signor
Folengo
-
noi
esercitiamo
su
Lidia
una
pressione
involontaria
.
Vuoi
prender
tempo
?
Vuoi
pensare
prima
?
-
Oh
no
!
-
proruppe
inavvertitamente
la
fanciulla
,
tenendosi
immobile
.
-
Allora
?
-
Allora
,
è
presto
detto
,
-
fece
donna
Teresa
,
volgendosi
a
me
.
-
Lidia
è
contraria
a
questo
matrimonio
....
-
La
fanciulla
allungò
le
mani
verso
donna
Teresa
e
tentò
l
'
atto
di
chiuderle
la
bocca
.
-
Ah
!
-
esclamò
ridendo
la
signora
.
-
Dunque
,
vieni
qui
.
Dunque
,
sì
?
-
Sì
!
-
rispose
Lidia
,
che
aveva
nascosto
nuovamente
il
capo
fra
le
braccia
della
madre
.
Io
avventai
alla
fanciulla
uno
sguardo
quasi
violento
di
desiderio
e
d
'
amore
.
Da
quell
'
istante
,
ella
era
tutta
mia
.
II
.
Il
cielo
prendeva
un
aspetto
retorico
,
da
melodramma
.
Sopra
uno
sfondo
potentemente
azzurro
,
vagavan
certe
grosse
nuvole
bianche
,
fra
cui
la
luna
ora
si
nascondeva
,
ora
faceva
capolino
.
Dalla
finestra
della
mia
camera
era
,
lo
spettacolo
,
più
curioso
perchè
il
giardino
,
al
disotto
,
andava
illuminandosi
ed
oscurandosi
a
seconda
della
luna
bizzarra
.
S
'
alternavan
gradazioni
di
verde
lucido
e
gradazioni
di
nero
opaco
,
ombre
sul
terreno
scheletriche
e
scarmigliate
,
indecisioni
di
contorno
.
Queste
diverse
imagini
s
'
imprimevano
forte
nel
mio
cervello
non
come
percezioni
chiare
,
ma
come
sensazioni
,
che
ricordo
;
perchè
il
momento
era
dei
più
difficili
.
Noi
ci
eravamo
ritirati
da
circa
un
'
ora
;
gli
amici
,
i
parenti
,
avevano
abbandonata
la
casa
con
un
'
ultima
stretta
di
mano
,
alcuni
con
un
sorriso
.
Lidia
-
mia
moglie
-
s
'
era
appartata
nella
sua
camera
,
accompagnatavi
da
donna
Teresa
,
che
l
'
aveva
lasciata
poi
,
baciandola
sulla
fronte
;
pallide
e
commosse
tutt
'
e
due
.
Io
,
in
abito
nero
,
sembravo
una
decorazione
della
mia
stanza
da
letto
,
nervosamente
allegra
,
perchè
al
giuoco
della
notte
indecisa
vi
faceva
robusto
divario
la
luce
artificiale
;
erano
accesi
i
due
bracci
a
candela
dell
'
armadio
,
le
due
lampade
sul
caminetto
e
la
lampada
pensile
nel
mezzo
.
Poi
,
aleggiava
un
profumo
acuto
di
fiori
,
raccolti
in
coppe
,
morenti
con
furiose
dispersioni
d
'
ebrietà
.
Appoggiato
al
davanzale
della
finestra
,
vedendo
ma
non
osservando
il
rimpiattino
della
luna
,
io
meditava
.
Era
necessario
lasciare
scorrere
un
certo
lasso
di
tempo
affinchè
Lidia
non
credesse
la
mia
un
'
intempestiva
sorpresa
,
un
'
invasione
da
barbaro
.
Il
suo
cuore
doveva
battere
a
martello
;
era
necessario
lasciarlo
calmare
.
Io
stesso
aveva
bisogno
di
guardare
in
faccia
il
fenomeno
di
questa
vergine
lanciatami
fra
le
braccia
dalla
legge
,
datami
esultando
da
sua
madre
,
perchè
la
trasformassi
in
donna
,
con
un
mezzo
che
due
giorni
avanti
si
sarebbe
chiamato
il
disonore
.
Con
maravigliosa
mutazione
,
pel
semplice
fatto
che
l
'
amore
,
così
insofferente
di
forme
e
di
nomi
,
aveva
preso
nome
e
forma
di
matrimonio
,
tutto
quanto
era
proibito
,
condannato
,
scandaloso
prima
,
diventava
lecito
,
onesto
,
doveroso
adesso
;
un
bacio
,
un
abbraccio
,
una
notte
,
più
notti
,
un
giorno
,
più
giorni
d
'
intimità
,
erano
cosa
buona
;
e
se
io
avessi
dato
il
bacio
,
tentato
l
'
abbraccio
,
passata
una
notte
con
Lidia
,
avanti
ch
'
io
avessi
potuto
chiamarmi
suo
marito
,
Lidia
sarebbe
stata
perduta
,
e
suo
padre
avrebbe
avuto
il
diritto
d
'
uccidermi
e
di
farsi
applaudire
come
un
istrione
alla
ribalta
.
Ciò
non
era
logico
,
ma
necessario
,
il
che
è
ben
diverso
;
tanto
diverso
che
la
considerazione
de
'
miei
diritti
improvvisi
su
Lidia
mi
dava
un
umor
chiaro
,
allegro
,
piacevole
.
Sapevo
il
significato
di
quanto
era
per
avvenire
;
significato
di
sì
grande
rilievo
che
da
esso
dipendon
quasi
sempre
le
sorti
di
due
esistenze
.
Mi
richiamavo
alla
memoria
delle
letture
fatte
sull
'
argomento
in
altra
età
,
per
una
speranza
di
possibile
eclettismo
che
mi
servisse
di
guida
;
ma
mi
sembravano
ingenue
o
inadatte
al
paragone
.
L
'
unica
mia
guida
dovevo
essere
io
medesimo
e
trovare
nel
mio
passato
quelle
cortesie
,
e
quelle
delicatezze
e
quelle
audacie
che
l
'
esperienza
m
'
aveva
insegnate
ottime
,
se
non
in
casi
identici
,
almeno
in
casi
di
qualche
somiglianza
col
presente
,
se
non
in
una
prima
notte
di
matrimonio
,
almeno
in
una
prima
notte
.
Accostarmi
a
Lidia
come
un
amante
a
un
'
amante
,
era
possibile
e
bello
;
ma
Lidia
,
la
mia
amante
,
era
una
fanciulla
e
il
nostro
amore
non
aveva
termine
,
e
ogni
falso
o
corrotto
insegnamento
si
sarebbe
trasformato
in
un
germe
pericoloso
del
quale
avrei
colto
io
il
frutto
.
Quindi
,
potevo
e
dovevo
essere
l
'
amante
,
ma
un
amante
castigato
,
limitato
,
rettissimo
.
Volgendo
nel
mio
animo
questi
pensieri
,
m
'
ero
ritratto
dalla
finestra
ed
ero
venuto
ad
appoggiarmi
colle
braccia
sul
marmo
del
cassettone
.
Innanzi
,
lo
specchio
mi
rifletteva
pallido
con
un
sorriso
un
po
'
convulso
,
e
la
lucentezza
dello
sparato
chiuso
quadratamente
nell
'
abito
,
mi
dava
un
'
aria
quasi
severa
.
Il
profumo
dei
fiori
vibrava
fortissimo
alle
nari
;
dall
'
uno
lato
e
dall
'
altro
dello
specchio
,
due
vasi
di
porcellana
traboccavan
di
narcisi
e
di
garofani
e
d
'
anemoni
e
d
'
altri
fiori
vigorosi
.
Levai
dal
gruppo
folto
una
gardenia
,
che
soffriva
più
dei
compagni
e
la
passai
nell
'
occhiello
.
C
'
eran
molte
persone
,
le
quali
pensavano
a
noi
in
quell
'
istante
.
La
nuova
del
mio
matrimonio
s
'
era
sparsa
per
Milano
e
fuori
con
rapidità
e
maraviglia
.
Gli
amici
non
si
figuravano
me
nella
notte
presso
Lidia
?
non
analizzavano
con
cinica
irreverenza
il
nostro
amore
che
s
'
iniziava
?
nell
'
ombra
non
si
preparavan
già
delle
insidie
?
Io
avrei
trovati
i
mezzi
d
'
intercludere
il
passaggio
a
qualunque
insidia
tesa
sulla
via
della
mia
donna
.
E
anche
questo
dipendeva
dal
momento
in
cui
ero
.
Laura
Uglio
non
era
tornata
dalla
prima
notte
di
matrimonio
così
nauseata
,
da
giustificare
il
suo
adulterio
avvenuto
tre
mesi
dopo
?
Angela
Tintaro
non
aveva
nella
prima
notte
di
matrimonio
giurato
di
darsi
a
una
donna
,
e
a
uomini
mai
più
?
Quanti
mariti
maldestri
non
avevano
in
poche
ore
mutata
una
fanciulla
in
un
'
impura
colomba
,
presto
insaziabile
?
Aneddoti
sparsi
nelle
mie
memorie
,
dei
quali
capivo
a
un
tratto
la
sapienza
....
Secchi
e
sonori
per
l
'
amico
silenzio
,
l
'
orologio
del
giardino
diffuse
dodici
colpi
.
Li
contai
adagio
,
smorzai
i
lumi
,
lasciando
accesa
la
sola
lucerna
pensile
.
Mi
diedi
un
ultimo
sguardo
nello
specchio
:
la
gardenia
,
lo
sparato
candido
,
l
'
abito
nero
,
anche
il
viso
molto
pallido
,
sembravano
giovarmi
.
Al
momento
d
'
aprir
l
'
uscio
,
ero
tranquillo
;
meglio
,
ero
ilare
e
sicuro
di
me
;
avevo
un
indiavolato
bisogno
di
scherzare
.
Apersi
,
passai
nel
salotto
oscuro
,
ma
grave
di
profumi
come
la
mia
camera
.
Un
sottil
filo
di
luce
rosseggiava
sotto
l
'
uscio
della
stanza
di
Lidia
:
troppo
intenso
,
non
poteva
provenire
dalla
lucerna
da
veglia
;
era
la
luce
d
'
una
lampada
portatile
.
Posta
dove
?
Non
presso
il
capezzale
.
Lidia
aveva
fatta
un
'
illuminazione
nervosa
come
la
mia
?
Bussai
leggiermente
alla
porta
di
Lidia
,
e
mi
sentii
sorridere
.
L
'
orologio
ribattè
i
dodici
colpi
nel
giardino
.
Che
lampo
era
stato
e
che
eternità
quell
'
intervallo
!
Avvertii
un
lieve
romore
:
poi
il
silenzio
proseguì
dovunque
.
-
Lidia
!
-
dissi
ponendo
la
mano
alla
gruccetta
dell
'
uscio
.
-
Avanti
!
-
rispose
con
voce
soffocata
.
Apersi
l
'
uscio
e
guardai
.
Lidia
,
in
accappatojo
,
coi
capelli
sciolti
,
aspettava
in
piedi
presso
una
poltrona
.
Da
una
tavola
sotto
la
finestra
,
una
lampada
alquanto
attutita
dal
paralume
a
smeriglio
,
sprigionava
luce
blanda
,
quasi
pulviscolo
azzurrato
,
che
veniva
a
stendersi
sui
capelli
,
sulla
fronte
,
sulle
guance
di
Lidia
e
le
dava
una
stanchezza
,
come
dopo
il
ballo
,
al
sorger
dell
'
alba
.
L
'
atteggiamento
della
giovane
denotava
un
'
apprensione
vivissima
,
tradita
pure
dal
respiro
precipitoso
che
le
agitava
il
seno
.
-
Non
ti
sei
coricata
?
-
domandai
,
mentre
avanzavo
richiudendomi
l
'
uscio
dietro
le
spalle
.
Lidia
fe
'
cenno
di
no
colla
testa
.
-
Hai
avuto
paura
?
-
dimandai
di
nuovo
,
prendendole
una
mano
.
Lidia
fe
'
cenno
di
sì
.
Mi
sedetti
sulla
poltrona
a
cui
ella
era
appoggiata
,
e
tenendo
tutt
'
e
due
le
mani
di
Lidia
,
attrassi
la
fanciulla
sulle
mie
ginocchia
.
-
Vediamo
,
-
dissi
,
posandole
le
labbra
sulle
labbra
caldissime
ed
immobili
.
-
Io
son
desolato
d
'
essere
costretto
a
disturbarti
;
ma
non
prevedevo
di
trovarti
ancora
alzata
.
Volevo
semplicemente
augurarti
la
buona
notte
.
Sorridi
?
...
Non
bisogna
dubitare
delle
mie
parole
,
-
aggiunsi
,
mentre
mi
scoprivo
a
sorridere
io
pure
.
Noi
,
così
seduti
,
avevamo
la
tavola
colla
lucerna
alle
spalle
e
di
fronte
il
letto
;
il
letto
sui
guanciali
serbava
l
'
impronta
della
testa
di
Lidia
e
le
coperte
apparivano
già
rimosse
.
Evidentemente
,
Lidia
s
'
era
coricata
,
e
vinta
a
un
tratto
da
un
'
impazienza
nervosa
,
aveva
dovuto
alzarsi
.
La
fanciulla
afferrò
il
mio
sguardo
,
arrossì
,
e
rise
lievemente
.
-
Questa
paura
!
-
continuai
.
-
Non
t
'
ha
lasciata
riposare
?
Ma
di
che
cosa
hai
paura
?
Di
me
?
-
Le
presi
la
testa
fra
le
mani
e
l
'
obbligai
a
guardarmi
;
i
suoi
occhi
azzurri
continuavano
a
ridere
sì
piacevolmente
,
ch
'
io
li
avvicinai
e
li
baciai
senza
aspettare
la
risposta
.
Finalmente
,
le
labbra
di
Lidia
si
mossero
a
restituirmi
il
bacio
.
Il
sistema
,
come
il
più
semplice
,
era
dunque
anche
il
migliore
.
-
Di
me
,
no
,
senza
dubbio
,
-
ripresi
.
-
Non
rispondi
?
-
Di
te
,
no
,
senza
dubbio
,
-
ripetè
Lidia
a
voce
bassa
.
-
Grazie
.
Ma
allora
,
non
capisco
più
nulla
!
Lidia
abbassò
la
testa
,
guardando
la
mia
gardenia
,
un
po
'
ingiallita
.
Io
sentiva
il
profumo
del
fiore
levarsi
dalla
massa
bionda
dei
capelli
di
Lidia
,
dall
'
accappatojo
,
dalle
braccia
un
po
'
scoperte
,
dal
busto
senza
fascetta
,
che
mi
s
'
appoggiava
contro
,
in
una
perspicuità
di
linee
assai
tormentosa
.
Presi
la
gardenia
e
tentai
di
collocarla
sul
petto
della
fanciulla
;
ma
non
appena
allungai
la
mano
,
Lidia
portò
le
proprie
,
arrossendo
,
sopra
i
ganci
che
le
chiudevan
l
'
accappatojo
fino
al
collo
.
Il
sistema
non
era
dunque
il
migliore
.
-
Perchè
non
hai
fatta
accendere
la
lucerna
da
veglia
?
-
chiesi
,
tornando
a
infilare
il
fiore
nell
'
occhiello
.
-
Non
ci
ho
pensato
,
-
rispose
Lidia
.
-
Vuoi
accenderla
tu
?
S
'
io
mi
fossi
alzato
,
Lidia
avrebbe
preso
il
mio
posto
ed
avrei
perduta
una
strategica
posizione
.
-
Accendila
tu
!
-
ripetè
Lidia
.
La
mia
considerazione
rapida
doveva
essere
stata
fatta
anche
da
Lidia
.
Ella
si
levò
dalle
mie
ginocchia
e
rimase
in
piedi
presso
il
letto
;
nel
mentre
abbassavo
e
accendevo
la
lucerna
,
Lidia
non
si
ricordò
di
sostituirmi
nella
poltrona
;
mi
guardava
impacciata
,
colla
mano
destra
sul
guanciale
.
-
Ora
c
'
è
troppa
luce
,
-
disse
.
M
'
avvicinai
alla
tavola
e
posi
innanzi
a
quella
lucerna
una
specie
di
ventaglio
roseo
,
che
mutò
sùbito
la
luce
viva
in
altra
delicatissima
.
L
'
accappatojo
di
Lidia
prendeva
una
tinta
deliziosa
,
difficile
a
riprodursi
,
che
pareva
gradazione
di
due
colori
soavi
compenetrati
.
Rimasi
un
istante
a
gustare
il
quadro
.
Lidia
continuava
a
guardarmi
coi
grandi
occhi
turchini
.
M
'
accorgevo
che
se
avessi
ceduto
alla
mia
volontà
,
invece
di
riprendere
il
posto
nella
poltrona
,
come
feci
,
avrei
abbracciata
Lidia
e
l
'
avrei
atterrita
coll
'
irruenza
d
'
un
amore
represso
e
rattenuto
per
due
anni
.
-
Non
ti
senti
stanca
?
-
le
chiesi
,
senza
pregarla
d
'
avvicinarsi
.
-
Vuoi
coricarti
?
È
passata
la
mezzanotte
.
La
fanciulla
girò
la
testa
intorno
,
come
cercasse
un
angolo
discreto
.
-
Io
me
ne
andrò
,
-
aggiunsi
.
-
Vuoi
?
-
Sì
,
-
rispose
Lidia
,
movendosi
per
aprirmi
l
'
uscio
.
Quando
fummo
sulla
soglia
,
ella
tradì
una
fuggevolissima
esitazione
,
come
ogni
volta
respingeva
un
pensiero
malagevole
ad
enunciarsi
.
-
Io
aspetto
qui
in
sala
....
Volevi
dirmi
?
-
Volevo
dirti
questo
,
appunto
,
-
ella
confessò
.
E
per
nascondere
il
suo
turbamento
,
si
ricoverò
fra
le
mie
braccia
.
Provai
tale
un
'
impressione
di
tutto
il
suo
corpo
sul
mio
,
tale
una
vertigine
di
piacere
,
che
dovetti
ricordarmi
il
proposito
di
non
fare
un
'
invasione
da
barbaro
,
-
per
resistere
all
'
agitazione
di
prender
Lidia
e
portarla
sul
letto
e
spogliarla
io
.
Non
dubitando
del
cimento
al
quale
mi
sottoponeva
,
Lidia
rispose
a
un
tratto
al
mio
bacio
e
mi
circondò
delle
braccia
il
collo
.
-
Sei
molto
pallido
,
-
osservò
,
mentre
si
staccava
.
-
Non
ti
senti
male
?
-
No
,
cara
.
Ho
la
camera
zeppa
di
fiori
;
deve
essere
il
profumo
che
m
'
ha
alterato
un
istante
.
-
Dev
'
essere
il
profumo
!
-
ripetè
Lidia
chiudendo
l
'
uscio
e
accompagnando
il
gesto
con
un
grazioso
saluto
del
capo
.
-
"
Sì
,
il
profumo
,
-
pensai
.
-
Ma
quale
?
"
Il
salotto
era
oscuro
;
ciò
mi
servì
di
pretesto
per
accomodarmi
su
una
sedia
vicinissima
all
'
uscio
.
Io
udiva
così
Lidia
muoversi
nella
sua
camera
;
il
fruscìo
dell
'
accappatojo
sciolto
e
cadutole
ai
piedi
,
facendole
cerchio
,
e
dell
'
accappatojo
raccolto
su
una
sedia
;
lo
scricchiolìo
del
letto
che
accoglieva
il
corpo
leggiero
;
un
fievole
colpo
di
tosse
.
-
Sergio
!
-
chiamò
la
voce
di
Lidia
.
Non
so
perchè
,
l
'
essersi
ella
coricata
diede
ad
entrambi
maggiore
sicurezza
.
Lidia
medesima
sorrideva
,
guardandomi
rientrare
,
sebbene
si
fosse
accuratamente
volte
intorno
le
coperte
fino
al
collo
;
aveva
spinta
la
poltrona
accanto
al
letto
.
-
Il
mio
posto
?
-
domandai
,
restando
in
piedi
.
-
Il
tuo
posto
è
lì
,
-
ella
rispose
accennandomi
cogli
occhi
la
poltrona
.
-
Ma
qui
avrò
freddo
!
-
mormorai
.
-
Nel
mese
di
giugno
!
-
esclamò
Lidia
.
-
Prova
.
-
Proviamo
.
Il
posto
non
era
brutto
,
sebbene
non
fosse
il
migliore
.
La
testa
di
Lidia
circondata
,
-
aureola
giovanile
,
-
dai
capelli
biondi
,
gli
occhi
vividi
,
e
quell
'
indefinita
sola
bianchezza
della
carnagione
,
propria
dell
'
età
più
bella
,
m
'
apparivano
ben
lumeggiati
,
precisi
.
L
'
astuzia
d
'
avvolgersi
diligentemente
nelle
coperte
,
dovuta
al
pudore
,
non
aveva
sortito
il
suo
effetto
,
perchè
le
forme
di
Lidia
si
determinavano
con
procace
evidenza
e
se
la
fanciulla
non
fosse
stata
volta
sul
fianco
,
le
coltri
sottili
avrebbero
delineato
anche
il
seno
.
-
Sarebbe
possibile
,
-
dissi
,
-
baciare
una
tua
manina
?
-
Possibile
,
-
rispose
Lidia
,
sporgendo
la
mano
destra
con
un
sorriso
.
La
breve
camicia
lasciava
il
braccio
nudo
.
Vidi
passar
negli
occhi
di
Lidia
il
quesito
insolubile
di
darmi
la
mano
coprendo
il
braccio
;
ma
cedette
all
'
inattuabilità
di
tale
disegno
;
nel
movimento
un
po
'
precipitoso
,
le
coltri
si
smossero
,
ed
io
le
rattenni
,
e
per
stabilire
e
mantenere
l
'
insperato
vantaggio
,
rapidamente
dalla
poltrona
passai
sul
fianco
del
letto
,
mentre
istintivamente
Lidia
si
ritraeva
facendomi
posto
.
L
'
atto
riuscì
seducentissimo
nella
sua
schiettezza
;
la
cortesia
femminile
dominava
la
verecondia
per
un
lampo
e
si
faceva
incontro
alla
dolce
necessità
di
cedere
.
Vidi
e
compresi
,
e
la
improvvisa
intelligenza
di
quel
moto
mi
provocò
un
brivido
lungo
.
Non
ero
più
nè
ilare
,
nè
tranquillo
;
consapevole
d
'
una
veniente
tristezza
.
Il
mio
amore
invadeva
l
'
animo
con
tale
veemenza
,
da
sgominarlo
,
e
farlo
debole
.
Sorgeva
misteriosa
e
meglio
che
da
qualunque
legge
,
da
quella
verginità
,
tutta
profumo
e
sorriso
,
ch
'
io
stava
per
distruggere
,
-
la
comprensione
di
quanto
io
doveva
alla
fanciulla
sacrificata
.
All
'
ultimo
baluardo
,
invece
del
goloso
desiderio
,
io
incontrava
una
tenerezza
mesta
ingiustificabile
,
da
avaro
innanzi
al
tesoro
lungamente
accarezzato
.
L
'
avaro
non
avrebbe
voluto
spenderlo
,
avrebbe
voluto
aspettar
tuttavia
,
gioirne
tuttavia
,
promettersi
e
negarsi
la
frenetica
sensazione
di
tuffar
le
mani
nell
'
oro
,
forse
meritarsela
di
più
.
Io
soffriva
dell
'
attimo
fuggente
e
dell
'
irreparabilità
della
conquista
.
Passai
adagio
le
braccia
sotto
il
busto
di
Lidia
,
attirandola
a
me
.
Ella
teneva
gli
occhi
chiusi
e
il
suo
pallore
mi
spaventò
.
-
Anima
,
-
susurrai
,
-
soffri
?
-
No
,
-
rispose
Lidia
,
aprendo
gli
occhi
.
La
luce
delle
due
lampade
si
projettava
troppo
intensa
.
Lasciai
Lidia
e
smorzai
quella
ch
'
era
sulla
tavola
;
ora
la
penombra
si
faceva
tutelare
e
propizia
;
ma
tornando
al
mio
posto
,
di
nuovo
il
pallore
della
fanciulla
mi
spaventò
.
Ella
mi
guardava
smarrita
,
e
un
'
agitazione
ch
'
era
male
vero
,
cresceva
in
lei
,
le
pulsava
nel
petto
,
nelle
arterie
,
moltiplicandone
il
ritmo
.
Tentò
di
togliersi
alla
mia
stretta
e
si
trovò
sùbito
libera
.
Erta
sul
busto
,
colle
braccia
rigide
che
le
facevano
sostegno
,
rimase
un
attimo
indecisa
.
-
Ho
paura
!
-
esclamò
poi
.
-
Non
per
te
,
Sergio
,
ma
ho
paura
!
Perdonami
!
Le
salivano
convulsi
alla
gola
singhiozzi
senza
lagrime
;
chino
su
di
lei
,
le
mie
mani
sentivan
le
ciocche
de
'
suoi
capelli
,
morbide
e
lisce
,
disordinate
per
il
guanciale
.
Non
osavo
muovermi
nè
parlare
;
lucide
,
lancinanti
,
memorie
di
spose
morte
così
fra
i
primi
amplessi
del
marito
,
mi
si
piantarono
nel
cervello
.
Ma
come
ella
avesse
intuita
la
mia
angoscia
superiore
alla
sua
,
Lidia
mi
gettò
le
braccia
al
collo
.
-
Perdonami
!
-
disse
nuovamente
.
-
Ho
paura
!
Noi
ci
cercammo
le
labbra
,
e
al
caldo
contatto
infine
le
lacrime
di
Lidia
proruppero
,
mi
caddero
brucianti
sulle
mani
,
chiamarono
le
mie
;
la
crisi
quietò
Lidia
a
poco
a
poco
,
lasciandola
colla
testa
sul
mio
petto
,
gli
occhi
chiusi
,
da
'
cui
angoli
scorrevan
deliziosissime
e
infantili
le
lagrime
.
Non
so
quanto
così
rimanessimo
,
vittime
d
'
un
arcano
fascino
.
Quasi
sentivamo
i
gravi
silenzi
della
casa
circondarci
lentamente
e
addormentarci
la
coscienza
dell
'
ora
.
Tutt
'
e
due
sulla
soglia
d
'
una
felicità
agognata
,
rimanevamo
titubanti
,
malinconici
e
paurosi
,
perchè
nulla
più
del
presente
doveva
tornare
.
Ella
s
'
era
distesa
nel
letto
,
quasi
calma
;
io
la
baciava
adagio
sui
capelli
,
sugli
occhi
,
sulla
bocca
,
sul
collo
,
sulle
mani
,
naufragante
in
un
'
onda
voluttuosa
.
L
'
avaro
assaporava
il
suo
tesoro
che
aveva
anima
e
forma
,
e
si
sferzava
col
ricordo
di
tutte
le
caducità
umane
per
togliersi
al
pazzo
bisogno
di
serbare
il
tesoro
intatto
.
Quindi
,
la
fanciulla
ridivenne
fiduciosa
.
E
così
l
'
attimo
fuggente
si
dileguò
.
III
.
Parecchi
anni
addietro
,
al
buon
signor
Pfaff
,
io
aveva
domandato
un
giorno
:
-
Perchè
non
mettete
un
'
epigrafe
sul
vostro
ricovero
di
pace
e
di
salute
?
Il
signor
Pfaff
m
'
aveva
guardato
senza
rispondere
,
ed
era
stata
la
figlia
a
spiegargli
il
mio
concetto
.
La
signorina
Silesia
Pfaff
,
dopo
aver
discusso
alcun
poco
in
dialetto
grigione
col
padre
,
mi
s
'
era
rivolta
dicendomi
in
italiano
sgangherato
che
il
padre
non
capiva
e
che
se
volevo
porre
un
'
epigrafe
sul
piccolo
albergo
,
la
dettassi
a
lei
.
Fu
così
che
sul
ricovero
di
pace
e
di
salute
lampeggiò
in
lettere
d
'
oro
l
'
iscrizione
:
VENITE
,
DOLENTES
.
E
i
dolenti
venivano
,
uscendo
dalla
ressa
delle
città
,
pallidi
e
smunti
,
e
cercavano
il
silenzio
,
la
vita
semplice
,
l
'
armistizio
di
pochi
mesi
nella
battaglia
rabbiosa
di
tutto
l
'
anno
.
E
v
'
ero
venuto
io
medesimo
,
ora
curvo
per
la
morte
di
mia
madre
,
indimenticabile
figura
di
donna
bruna
e
nobile
;
ora
freddo
,
caustico
,
per
l
'
opprimente
perizia
degli
inganni
;
ora
scosso
e
attonito
per
la
morte
inaspettata
di
mio
padre
;
ora
vuoto
ed
aspro
per
diffidenza
degli
altri
e
di
me
stesso
;
e
ogni
volta
,
l
'
anima
aveva
ricongiunte
le
ferite
,
s
'
era
dilatata
nel
silenzio
,
s
'
era
compiaciuta
di
quella
grande
e
libera
solitudine
.
Al
caro
luogo
avevo
prestata
quasi
una
simbolica
potenza
di
farmaco
.
Vi
sognavo
bene
,
come
in
città
non
era
possibile
,
e
vi
attingevo
preziosi
cumuli
d
'
energia
morale
;
talchè
nelle
gioje
lo
desideravo
per
meglio
compenetrarle
,
e
nei
grandi
dolori
per
essere
umile
innanzi
a
superbi
spettacoli
di
paesaggio
.
L
'
albergo
del
signor
Pfaff
era
situato
fra
Splügen
e
Andeer
,
sulla
via
per
Coira
,
in
posizione
così
felice
che
sempre
,
quando
la
diligenza
vi
si
fermava
dinanzi
,
erano
esclamazioni
ammirative
fra
i
viaggiatori
.
Poichè
,
dietro
la
casa
,
i
prati
si
stendevan
verdemente
fino
al
Reno
,
indomato
ancora
e
ruinoso
;
davanti
eran
la
strada
postale
e
la
lunga
serie
di
pinete
che
costeggian
quella
strada
per
notevole
tratto
;
la
conca
nella
quale
l
'
albergo
ha
fondamento
,
è
formata
da
montagne
,
alcune
ricche
d
'
abeti
e
di
lecci
,
altre
brulle
quasi
il
fuoco
vi
sia
passato
con
indileguabil
traccia
di
devastazione
.
Intorno
,
vie
numerose
conducono
ai
boschi
,
ai
villaggi
,
ai
monti
;
una
,
poco
aperta
allo
sguardo
,
dietro
la
casa
del
signor
Pfaff
,
costeggia
il
Reno
,
avvallata
fra
gli
alberi
fitti
,
e
conserva
l
'
indole
selvaggia
delle
strade
raramente
percorse
.
Più
in
alto
,
al
disopra
dell
'
albergo
,
il
villaggio
di
Sufers
,
con
quelle
case
metà
di
legno
e
metà
di
pietra
,
che
danno
sùbito
l
'
imagine
della
Svizzera
,
come
le
pagode
caratterizzano
l
'
India
e
gli
edifici
a
più
tetti
e
a
sesto
acuto
indicano
la
Cina
.
Spesso
,
in
quel
villaggio
di
Sufers
,
preziosamente
conservati
sul
davanzale
delle
finestre
,
alcuni
vasi
di
geranî
e
di
garofani
,
risvegliano
una
nota
d
'
allegria
gentile
.
Noi
eravamo
diretti
al
ricovero
di
pace
,
non
dolenti
,
ma
lieti
anzi
d
'
inesprimibile
contentezza
.
Avevo
pregata
io
Lidia
di
seguirmi
lassù
,
perchè
mi
pareva
ed
era
triste
cosa
di
non
aver
raccolte
in
un
sol
luogo
ed
in
un
successivo
spazio
di
tempo
le
più
pure
nostre
memorie
.
Un
po
'
di
vanità
femminile
aveva
forse
giovato
a
convincer
Lidia
del
mio
disegno
;
l
'
idea
di
varcare
il
confine
e
di
veder
costumi
nuovi
,
le
era
parsa
men
comune
e
preferibile
a
un
pellegrinaggio
per
città
italiane
,
notissime
a
tutti
;
ne
'
suoi
viaggi
colla
famiglia
,
non
s
'
era
mai
spinta
oltre
il
lago
di
Como
o
il
lago
Maggiore
.
Salimmo
nella
carrozza
da
posta
verso
mezzogiorno
.
L
'
antico
veicolo
dipinto
in
giallo
e
rosso
e
tirato
da
quattro
cavalli
,
ci
poteva
illudere
un
istante
di
non
vivere
in
un
'
età
insopportabilmente
civile
e
meccanica
.
Noi
avevamo
agio
a
gustare
la
bellezza
dei
luoghi
e
ad
aspirare
una
purissima
aria
montanina
,
comecchè
il
giorno
fosse
ricco
d
'
azzurro
e
di
sole
.
Nella
scossa
che
il
veicolo
ci
comunicò
mettendosi
in
moto
,
Lidia
mi
si
appoggiò
tutta
,
ridendo
,
ed
io
le
strinsi
le
mani
.
D
'
improvviso
,
mi
ricordavo
una
molestia
patita
il
mattino
stesso
durante
il
viaggio
in
battello
da
Como
a
Colico
.
V
'
era
salito
un
giovane
elegante
,
il
quale
non
aveva
smesso
di
guardar
Lidia
con
occhiate
da
scapolo
esperto
,
date
a
tempo
e
in
modo
che
la
persona
osservata
non
se
ne
avvedesse
.
Per
l
'
insistenza
stupida
dell
'
ammiratore
,
avevo
sofferto
con
ridicola
intensità
,
e
pretestando
l
'
aria
troppo
fresca
,
avevo
finito
per
invitar
Lidia
a
discender
meco
sotto
-
coperta
.
Era
un
principio
di
gelosia
vaga
?
Senza
dubbio
,
quantunque
incoerente
col
mio
intero
passato
;
non
ero
mai
stato
geloso
d
'
alcuna
donna
,
o
perchè
non
ne
valeva
la
pena
,
o
perchè
sapevo
allora
dominarmi
.
Ma
indubitabilmente
d
'
ora
innanzi
,
gli
sguardi
,
i
sorrisi
,
le
parole
dirette
a
Lidia
,
m
'
avrebbero
fatto
male
;
potevo
affermarlo
con
sicurezza
quasi
matematica
.
Ciò
era
necessario
e
illogico
siccome
ogni
paradosso
di
sentimento
.
Lidia
era
bella
,
e
non
d
'
una
bellezza
così
capricciosa
da
risvegliar
l
'
attenzione
di
pochi
intelligenti
;
ma
d
'
una
bellezza
fresca
,
ingenua
,
assai
pura
,
che
avrebbe
stimolato
il
desiderio
perverso
,
quel
desiderio
del
male
,
del
corrompere
,
dell
'
insozzare
un
'
anima
il
quale
è
peggiore
di
gran
lunga
d
'
ogni
desiderio
sensuale
,
e
pur
s
'
annida
in
fondo
al
cuore
di
molti
uomini
.
Si
sarebbe
annidato
fors
'
anco
in
fondo
al
mio
cuore
,
se
io
fossi
stato
estraneo
a
Lidia
;
anzi
,
peggio
,
vi
s
'
era
annidato
già
,
in
altri
tempi
,
ed
io
aveva
commesso
il
delitto
di
pervertire
qualcuna
,
pel
solo
piacere
di
pervertirla
,
d
'
eccitarla
malamente
e
di
mutare
una
superba
in
una
donna
come
tutte
le
altre
.
La
cattiva
esperienza
m
'
insegnava
che
le
anime
chiarissime
,
incitano
e
richiamano
la
malvagità
;
la
fede
provoca
la
negazione
,
quasi
processo
di
fenomeno
elettrico
.
Forse
non
è
lo
stesso
dei
corpi
femminili
,
tanto
più
procaci
quanto
più
velati
allo
sguardo
in
vesti
ondeggianti
,
con
linea
severa
?
Lidia
,
dopo
le
prime
esclamazioni
di
gioja
al
cospetto
della
vallata
che
si
offriva
alla
nostra
manca
,
-
parlava
con
inflessioni
carezzanti
della
voce
colorita
,
e
parlava
d
'
ogni
cosa
,
ora
sorridendo
alla
figura
burbera
del
cocchiere
appollajato
e
mutolo
sul
suo
sedile
,
ora
intenerendosi
alla
vista
dei
monelli
cenciosi
che
ne
seguivano
in
cerca
d
'
un
soldo
.
Come
la
carrozza
,
per
la
salita
,
andava
al
passo
,
i
monelli
si
facevano
audaci
,
gettavano
mazzolini
d
'
edelweiss
sulle
ginocchia
di
Lidia
,
senza
cessare
dalla
loro
nenia
mendicante
.
Lidia
,
che
credeva
liberarsene
coll
'
offrir
loro
qualche
moneta
,
se
li
vedeva
comparir
più
numerosi
.
V
'
era
una
bambina
coi
capelli
arruffati
,
sudicia
,
scalza
,
insistentissima
;
non
appena
un
soldo
veniva
gettato
,
ella
si
slanciava
e
lo
disputava
ai
maschi
,
rotolandosi
con
loro
per
terra
;
la
scena
crudelmente
selvaggia
stupiva
Lidia
,
la
quale
non
riusciva
a
persuadersi
che
la
monella
appartenesse
al
medesimo
sesso
di
lei
.
Al
riprender
del
trotto
,
i
monelli
rimasero
,
addietro
,
sparvero
ad
un
gomito
della
strada
e
in
un
nugolo
di
polvere
.
La
carrozza
procedeva
robustamente
,
e
il
vetturale
,
curvo
,
indifferente
al
paesaggio
di
cui
doveva
conoscere
ormai
ogni
anfrattuosità
,
spingeva
i
cavalli
a
esortazioni
e
a
tocchi
di
frusta
.
Sui
fianchi
delle
montagne
si
vedevamo
sparsi
poledri
e
giovenche
,
intenti
al
pascolo
,
volgendo
appena
la
testa
al
passaggio
del
veicolo
romoroso
.
Alcune
fra
le
giovenche
,
piantate
in
mezzo
alla
strada
con
bruta
apatia
,
costringevano
il
vetturale
a
frustarle
perchè
facessero
largo
,
e
oltrepassata
la
carrozza
,
riprendevano
,
la
loro
immobilità
,
coll
'
occhio
atono
e
fisso
,
come
animali
di
bronzo
.
Dopo
il
cambio
dei
cavalli
a
Campodolcino
,
-
collocato
graziosamente
in
un
'
estesa
verde
di
praterie
,
-
l
'
aria
si
fece
più
viva
,
il
paesaggio
intorno
più
tetro
per
maestosità
di
montagne
,
la
salita
più
decisa
.
M
'
ero
lasciato
prender
volentieri
dalla
vivacità
di
Lidia
;
era
impossibile
non
esultare
alla
soddisfazione
complessa
che
illuminava
la
donna
e
le
brillava
negli
occhi
.
Discesi
dalla
vettura
,
noi
le
camminavamo
a
fianco
,
studiando
di
precorrerla
quando
il
terreno
ce
lo
permettesse
.
La
strada
,
scavata
a
giri
nel
fianco
della
montagna
,
ci
offriva
d
'
accorciar
di
molto
il
cammino
che
il
veicolo
doveva
seguir
tutto
e
ci
arrampicavamo
sui
rialzi
per
balzar
dall
'
altro
lato
della
strada
.
Lidia
,
coll
'
abito
corto
da
viaggio
,
i
piccoli
piedi
calzati
in
forti
stivaletti
di
cuojo
giallo
,
svelta
,
agile
,
s
'
appoggiava
alla
mia
mano
e
spiccava
il
salto
con
arditezza
.
Ma
si
stancò
presto
e
dovemmo
attender
la
carrozza
,
che
avevamo
vantaggiosamente
distanziata
,
per
risalirvi
.
Il
vetturale
ci
guardava
con
occhio
tenero
,
quasi
paterno
e
non
riprendeva
il
viaggio
se
non
certo
ch
'
io
avessi
ben
collocata
Lidia
.
Una
pigra
ma
sicura
mutazione
mi
faceva
sentire
,
man
mano
procedendo
,
che
le
memorie
dei
luoghi
noti
m
'
entravan
nell
'
animo
spalancato
,
ne
cacciavano
ogni
imagine
faticosa
della
città
,
mi
davano
una
superbia
di
possesso
quasi
io
solo
fossi
passato
di
là
e
solo
conoscessi
le
voci
sonore
e
profonde
dell
'
altitudini
;
poi
,
guardando
Lidia
,
-
ora
avvolta
in
uno
sciallo
da
viaggio
per
ripararsi
dall
'
aria
pungente
,
-
provavo
un
fremito
leggiero
,
nulla
giudicando
più
dolce
di
simile
amore
in
simili
plaghe
.
A
un
tratto
,
Lidia
volse
il
capo
verso
di
me
,
i
nostri
sguardi
s
'
incontrarono
,
e
la
donna
intuì
il
mio
pensiero
dilettosamente
soggettivo
.
-
Sei
venuto
spesso
qui
?
-
ella
chiese
.
-
Cinque
anni
di
séguito
,
in
questa
medesima
stagione
.
-
Solo
?
-
ribattè
ella
,
con
qualche
esitanza
.
-
Sempre
solo
....
Puoi
supporre
?
...
Ma
no
.
Lidia
non
mi
supponeva
capace
di
condurla
dove
altre
memorie
di
donne
vivessero
,
e
mi
pentii
del
sospetto
,
e
per
cancellarlo
le
narrai
in
quali
condizioni
avessi
scelto
quel
ricovero
tranquillo
,
le
dissi
dell
'
epigrafe
sulla
casa
,
e
ormai
mutabile
in
quest
'
altra
:
"
Venite
,
gaudentes
"
se
gaudente
non
avesse
una
significazione
materiale
e
volgare
.
Le
brevi
domande
,
però
,
mi
ricordarono
ch
'
io
doveva
la
storia
del
mio
passato
a
Lidia
.
Non
sapeva
io
tutto
di
lei
?
La
sua
vita
fino
al
mio
incontro
era
stata
così
semplice
,
così
eguale
,
che
ponendo
piede
in
casa
Folengo
,
avevo
capito
come
ogni
giorno
vi
fosse
monotono
e
puro
,
perchè
Lidia
non
aveva
amiche
.
Soffersi
quindi
,
nuovamente
,
una
curiosa
molestia
dacchè
il
mio
passato
era
ben
diverso
,
inutilmente
ricco
d
'
intenzioni
variate
e
inesorabilmente
vuoto
di
bene
e
di
male
grande
;
ero
stato
un
uomo
allegro
e
triste
,
malvagio
o
beffardo
,
a
seconda
dei
casi
,
e
per
questo
,
nel
mentre
nulla
avevo
fatto
che
mi
distinguesse
da
qualunque
altro
scapolo
,
-
nulla
,
nel
medesimo
tempo
,
era
più
increscioso
a
narrarsi
di
quegli
anni
desolati
,
infingardi
;
chiusi
nella
ricerca
di
commozioni
,
comunque
fossero
,
anche
bassamente
colpose
.
Stabilii
,
dietro
la
rapida
sintesi
,
di
non
parlare
e
d
'
attendere
che
Lidia
desiderasse
o
in
qualsivoglia
modo
mi
ricercasse
quella
storia
,
un
po
'
fosca
,
un
po
'
grigia
.
Pel
momento
,
la
donna
era
assorta
nella
contemplazione
della
cascata
di
Madesimo
,
presso
Pianazzo
,
balzante
rivo
d
'
acqua
bianchissima
,
spumosa
,
lunga
e
molle
,
che
rallegrava
d
'
un
tratto
la
montagna
nera
e
nel
silenzio
della
strada
deserta
mormorava
con
liquida
cadenza
.
Madesimo
,
l
'
elegante
ritrovo
,
era
alla
nostra
destra
e
larghi
affissi
sopra
una
casa
cantoniera
ne
indicavan
la
via
;
ma
pel
bisogno
di
calma
ch
'
io
sentiva
,
per
il
tepido
fiorir
dell
'
amore
di
Lidia
,
il
luogo
riusciva
troppo
chiassoso
e
vivace
.
Più
oltre
,
e
a
più
fresca
altezza
,
attirò
gli
sguardi
della
donna
il
villaggio
d
'
Isola
,
giù
nella
vallata
,
disperso
a
gruppi
di
capanne
brune
,
dal
tetto
acuto
,
e
arrampicate
pel
versante
dell
'
opposta
montagna
in
notevole
estensione
e
in
una
mutezza
desolante
di
luce
,
anche
malinconica
per
la
nudità
del
monte
sul
quale
eran
disseminate
.
Assai
piccole
e
quasi
immobili
,
si
scorgevan
qua
e
là
delle
gregge
di
mucche
.
E
tutto
appariva
traverso
il
fogliame
degli
alberi
che
avevamo
a
fianco
della
diligenza
e
che
sembrava
un
immenso
ornato
,
frapposto
al
villaggio
da
un
artista
bizzarro
.
Una
particolarità
del
cammino
erano
ora
le
gallerie
,
attraversanti
il
ventre
della
montagna
,
e
sotto
le
quali
passavamo
.
Istintivamente
,
Lidia
si
curvò
,
come
temesse
d
'
urtar
la
testa
nelle
travi
che
sostenevan
l
'
opera
ardita
,
dalle
vôlte
umide
,
stillanti
,
le
cui
aperture
,
intervallate
a
guisa
di
finestre
verso
il
fianco
sinistro
del
monte
,
illuminavano
con
regolar
quadrato
di
luce
.
V
'
eravamo
giunti
per
una
via
serpentina
,
talchè
,
volgendoci
,
potevamo
ritrovar
coll
'
occhio
il
percorso
fatto
.
Lidia
,
nella
quale
l
'
incontro
delle
gallerie
aveva
ridestata
la
maraviglia
graziosamente
loquace
delle
prime
tappe
,
si
lamentava
del
freddo
,
soffiato
coll
'
aria
violenta
,
che
trovandoci
in
abiti
estivi
aveva
buon
giuoco
anche
sulle
coperte
da
viaggio
cui
eravamo
ricorsi
.
La
molestia
durò
poco
,
perchè
oltrepassata
la
vetta
dello
Spluga
e
l
'
ultima
cantoniera
italiana
,
cominciò
la
discesa
,
prima
quasi
insensibile
,
poi
rapida
così
che
i
cavalli
di
timone
dovevan
resistere
all
'
impeto
del
veicolo
piuttosto
che
favorirlo
,
e
quelli
di
volata
si
piegavano
abilmente
sul
fianco
per
mantener
l
'
equilibrio
.
Era
una
bella
e
potente
sensazione
,
questa
della
discesa
.
Il
paesaggio
svizzero
si
presentava
foltissimo
di
pini
,
cosicchè
pareva
vi
ci
tuffassimo
,
e
il
profumo
di
resina
,
l
'
aria
nitida
venissero
ad
incontrarci
,
penetrandoci
beneficamente
nei
polmoni
.
Lidia
non
mostrava
d
'
essere
stanca
più
di
quanto
fosse
al
principio
del
viaggio
e
come
il
sole
andava
riprendendo
calore
,
ella
si
toglieva
le
coperte
,
sorridendo
alla
corsa
piacevole
,
colle
mani
appoggiate
allo
sportello
e
il
busto
eretto
;
l
'
onda
d
'
ossigeno
le
prestava
nuove
forze
;
la
fatica
,
lo
sbalordimento
del
viaggio
,
i
mutamenti
improvvisi
di
temperatura
,
di
cui
avevo
temuto
per
la
fragile
donna
,
svanivano
innanzi
al
bisogno
nervoso
di
giungere
,
dal
quale
ella
appariva
animata
.
La
discesa
continuava
veloce
;
vedevamo
,
come
già
prima
la
via
percorsa
,
in
basso
tutta
la
via
da
percorrere
,
a
nastro
,
bianca
e
soleggiata
,
ombrosa
di
tanto
in
tanto
,
-
e
lontana
,
diritta
,
eguale
,
la
strada
che
da
Splügen
conduce
a
Nufenen
e
a
Hinterrhein
.
Lidia
m
'
interrogava
sulla
situazione
della
casa
Pfaff
,
dimostrandosi
felice
del
mio
disegno
effettuato
,
sentendo
inconscia
ella
pure
la
voluttà
d
'
una
solitudine
amorosa
,
senz
'
occhi
indiscreti
.
I
cavalli
trottavano
ora
in
piano
,
in
direzione
opposta
a
Nufenen
.
Erano
le
sei
del
pomeriggio
e
il
sole
si
ritraeva
man
mano
,
lumeggiando
le
case
più
alte
,
il
cimitero
e
la
chiesetta
di
Splügen
,
senza
malinconia
,
quasi
con
un
senso
largo
di
quiete
abituale
.
Al
passo
,
traversammo
il
ponte
di
Splügen
e
dal
ponte
ci
arrestammo
sulla
piazzetta
del
villaggio
,
innanzi
al
Bodenhaus
Hôtel
,
dove
un
gruppo
di
contadini
raccolto
pel
riposo
della
sera
,
ci
salutò
con
amichevol
deferenza
.
In
un
angolo
della
piazzetta
,
ci
aspettava
la
carrozzetta
del
signor
Pfaff
,
linda
e
ripulita
,
colla
giumenta
saura
;
e
mentre
ajutavo
Lidia
a
scendere
,
il
signor
Pfaff
,
uscito
dal
Bodenhaus
Hôtel
,
mi
si
fece
incontro
tenendo
il
cappello
tra
le
mani
.
Piccolo
,
tozzo
,
formidabilmente
quadrato
di
spalle
,
col
viso
senza
neppure
i
peli
delle
sopracciglia
,
con
due
furbi
occhi
cilestri
,
-
il
signor
Pfaff
non
era
in
nulla
mutato
dall
'
ultima
volta
ch
'
io
l
'
aveva
visto
,
e
dimostrava
una
diecina
d
'
anni
meno
de
'
suoi
sessanta
.
Egli
mi
strinse
la
mano
,
felicitandosi
del
mio
ritorno
,
in
una
specie
di
dialetto
lombardo
,
da
lui
imparato
per
frequenti
corse
nell
'
Alta
Italia
ad
acquisti
di
vini
e
di
bestiame
;
poi
guardò
Lidia
,
ch
'
era
presso
di
me
,
esile
e
dùttile
figurina
d
'
adolescente
.
-
La
mia
signora
!
-
dissi
.
Egli
s
'
inchinò
sùbito
,
ma
compresi
che
Lidia
non
gli
piaceva
.
Non
era
un
tipo
svizzero
;
le
mancavano
le
allegre
tinte
alle
guance
,
il
seno
turgido
,
i
fianchi
rotondi
,
e
una
sola
mano
del
signor
Pfaff
sarebbe
bastata
a
piegar
Lidia
come
un
virgulto
.
L
'
istinto
,
che
in
quei
paesi
fa
valutar
la
donna
secondo
la
capacità
a
lavorare
e
a
produrre
attestata
dal
suo
corpo
,
dava
una
delusione
al
signor
Pfaff
.
Lidia
era
un
essere
inutile
,
a
suo
credere
.
Quando
fummo
nella
carrozzella
,
guidata
dal
signor
Pfaff
e
seguìta
a
distanza
da
un
carro
coi
nostri
bauli
,
io
approfittai
della
solitudine
che
si
ritrovava
appena
fuori
di
Splügen
,
per
baciar
lungamente
la
bocca
di
Lidia
.
Era
una
bocca
sì
viva
di
colore
e
così
perfetta
di
linea
,
ch
'
io
mi
compiaceva
a
serrarla
e
a
riunirla
fra
le
dita
per
meglio
sentirla
sotto
le
mie
labbra
.
In
quel
momento
,
il
signor
Pfaff
si
volse
dal
suo
sedile
verso
di
noi
,
ma
rigirò
sùbito
la
testa
,
allo
spettacolo
,
e
la
tenne
poi
ostinatamente
fissa
in
avanti
,
per
non
disturbarci
.
-
Ho
fatta
posticipare
la
cena
!
-
egli
disse
,
senza
guardarci
.
-
Va
bene
.
Avete
molti
viaggiatori
all
'
albergo
?
-
domandai
.
-
Due
francesi
.
-
Maschio
e
femmina
?
-
Maschi
tutt
'
e
due
.
-
Volevo
chiedere
se
fossero
giovani
,
ma
mi
rattenni
,
vergognandomi
dell
'
impulso
.
Pensai
che
fossero
due
solitarî
com
'
ero
io
qualche
anno
prima
,
e
li
compiansi
;
tutto
quanto
viveva
all
'
infuori
del
mio
amore
,
estraneo
a
Lidia
,
mi
giungeva
perdutamente
sconsolato
,
ed
ero
già
disposto
a
considerare
i
due
francesi
come
anime
in
pena
.
La
strada
,
a
sinistra
di
Splügen
,
discendeva
per
breve
tratto
,
poi
saliva
e
si
stendeva
piana
,
a
gomiti
,
costeggiata
quando
dal
Reno
,
quando
dalle
pinete
,
su
ambo
i
lati
.
Il
Reno
,
che
interessava
Lidia
,
quasi
un
personaggio
storico
di
cui
si
son
lette
e
udite
mirabili
gesta
sanguinose
,
era
nel
tramonto
quieto
,
assai
sonoro
;
una
lieve
brezza
moveva
le
cime
dei
pini
circostanti
lambendoci
il
viso
;
il
cielo
,
privo
di
sole
,
pareva
una
gran
vôlta
sulle
nostre
teste
,
e
mai
quanto
allora
ne
compresi
la
maestosità
.
-
C
'
è
ancora
molto
?
-
chiese
Lidia
.
-
Tre
chilometri
,
-
rispose
il
signor
Pfaff
,
rigido
al
suo
posto
.
-
Sei
stanca
?
-
domandai
io
alla
donna
.
Ella
negò
col
capo
e
mi
volse
la
bocca
in
modo
ch
'
io
fui
costretto
a
ribaciarla
.
Traversando
il
primo
dei
ponti
che
s
'
incontrano
su
quella
strada
,
vedemmo
il
Reno
orribilmente
serrato
fra
due
montagne
a
picco
,
furioso
di
spuma
.
Il
vecchio
fiume
balzava
,
tutto
bianco
,
irrompeva
,
accelerando
la
corsa
verso
i
luoghi
dove
gli
sarebbe
stato
possibile
allargarsi
immortale
e
magnifico
....
Anche
oggi
,
mentre
scrivo
,
il
Reno
ulula
così
sotto
quei
monti
;
ma
chi
lo
guarda
cogli
occhi
amorosi
coi
quali
noi
lo
guardammo
?
Il
crepuscolo
ci
avvolgeva
in
un
manto
cenerognolo
,
passandoci
nell
'
animo
il
presentimento
d
'
un
gran
riposo
,
nella
casetta
bianca
e
ilare
che
ci
aspettava
a
poca
distanza
;
pareva
aleggiassero
le
sforate
d
'
una
ballata
di
Göthe
fra
i
rami
dei
pini
,
inclinati
in
uno
stormir
discreto
.
Non
v
'
era
altro
che
pace
,
all
'
intorno
,
e
ombra
,
e
mitissimo
grado
di
calore
.
S
'
incontravan
qualche
contadino
,
qualche
addetto
alla
manutenzione
della
strada
;
levavano
il
cappello
,
augurando
buona
sera
.
Non
era
il
saluto
al
nostro
amore
?
Buona
sera
,
veramente
,
quella
in
cui
arrivammo
all
'
albergo
del
signor
Pfaff
!
Buona
sera
,
che
cancellava
dallo
spirito
anni
dolorosi
d
'
errori
e
mi
offriva
la
fede
in
qualche
cosa
,
nell
'
avvenire
,
in
me
stesso
!
Quando
la
casetta
s
'
abbozzò
nell
'
ombra
,
la
giumenta
saura
aumentò
l
'
andatura
,
nitrendo
;
dalle
finestre
si
scorgevano
i
lumi
accesi
della
sala
di
conversazione
e
della
sala
da
pranzo
,
unici
fari
in
mezzo
ai
pini
,
ormai
simili
a
spettri
.
Prima
che
la
carrozzella
si
fermasse
,
baciai
di
nuovo
Lidia
.
Sulla
soglia
,
la
signorina
Silesia
Pfaff
,
coi
capelli
neri
accuratamente
ravviati
e
la
tipica
faccia
rubiconda
,
comparve
insieme
a
Leo
,
il
grosso
cane
di
Terranova
al
quale
ero
insoffribilmente
antipatico
.
La
signorina
mi
porse
la
mano
,
Leo
m
'
abbajò
contro
,
secondo
il
solito
.
Ancora
,
Lidia
fu
una
delusione
per
Silesia
,
per
quanto
questa
s
'
affrettasse
a
salutare
ossequentemente
;
ma
certo
pensò
che
se
avessi
sposata
lei
,
avrei
fatto
miglior
negozio
.
Ci
avevano
approntate
al
primo
piano
due
camere
da
letto
comunicanti
,
un
salottino
e
una
specie
di
studio
colla
scrivania
,
dove
avrei
potuto
sognar
di
lavorare
;
luce
e
fiori
dappertutto
,
la
quale
particolarità
mi
parve
assai
gentile
e
mi
obbligò
a
ringraziar
vivamente
Silesia
Pfaff
che
ci
accompagnava
.
Quando
fummo
nel
tinello
per
la
cena
,
potei
notare
che
le
razze
hanno
istinti
non
mai
fallaci
e
sconfessabili
;
perchè
,
se
Lidia
aveva
delusa
l
'
aspettazione
degli
svizzeri
tedeschi
,
provocò
l
'
ammirazione
dei
due
francesi
che
ci
avevano
preceduti
;
un
'
ammirazione
rispettosa
,
ma
chiara
per
qualche
sguardo
e
per
quell
'
impaccio
quasi
piacevole
che
una
bella
donna
ispira
sempre
ai
giovani
.
I
due
viaggiatori
,
sulla
trentina
,
eleganti
per
abitudine
,
compìti
per
esperienza
di
società
,
eccellenti
parlatori
,
si
contentarono
di
discutere
fra
loro
alcune
questioni
superficiali
di
letteratura
;
ma
in
modo
che
se
la
buona
volontà
non
mi
fosse
mancata
,
avrei
potuto
io
pure
esprimere
delle
opinioni
,
concordi
o
contrarie
,
il
che
era
affatto
indifferente
a
me
e
ai
due
francesi
.
Io
aveva
ben
più
dolce
esca
alla
mia
attenzione
.
Lidia
,
dai
cupi
occhi
azzurri
e
dalle
labbra
vermiglie
,
appariva
serenissima
,
e
la
grande
notte
silvestre
che
calava
,
prometteva
un
'
immensa
voluttà
di
silenzio
.
IV
.
Per
tutto
quel
mese
di
luglio
milleottocento
ottantasette
,
uno
spettacolo
di
saltimbanchi
e
una
passeggiata
notturna
furon
le
sole
digressioni
nella
gran
calma
felice
della
nostra
vita
.
All
'
albergo
eran
sopravvenuti
altri
forastieri
,
i
soliti
dogliosi
in
cerca
d
'
oblio
;
ma
noi
li
vedevamo
di
rado
,
non
intervenendo
alla
mensa
comune
.
Intuivo
parecchi
intorno
a
noi
che
sorridevano
del
nostro
appartarci
;
quei
due
francesi
incontrati
pei
primi
,
dovevan
filosofare
mirabilmente
sull
'
idillio
che
presentavamo
loro
,
e
una
vecchia
dama
bisbetica
sogguardava
Lidia
con
qualche
acredine
,
incolpandola
d
'
essere
nata
cinquantacinque
anni
dopo
di
lei
.
Ciò
non
era
molto
doloroso
e
noi
gustavamo
con
tanta
intensità
il
nostro
egoismo
a
due
,
che
per
tutti
gli
altri
ci
sentivamo
feroci
.
V
'
erano
e
vi
sono
,
in
quell
'
angolo
delizioso
dei
Graubünden
,
lunghissimi
tratti
di
strada
quasi
per
null
'
affatto
frequentati
e
secretissimi
e
riparati
fra
la
verzura
e
simiglianti
a
certi
selvatici
e
vergini
paesaggi
,
dal
pennello
più
presto
imaginati
che
riprodotti
fedelmente
;
ora
chiusi
come
interminabili
chioschi
,
ora
aperti
come
giardino
signorile
,
dove
la
vigile
attenzione
dei
paesani
ha
collocati
opportunamente
i
sedili
pei
rari
passanti
.
Noi
sceglievamo
sempre
quelle
vie
,
procedendo
fin
che
il
Reno
sopraggiungeva
ad
accompagnarci
,
scapigliato
di
schiuma
,
e
spesso
,
non
contenti
dell
'
impreveduto
e
del
mistero
,
lasciavamo
la
via
segnata
,
inoltrandoci
pei
boschi
,
salendo
pei
greppi
che
i
lichéni
avevan
ricoperti
di
morbidissimi
tappeti
naturali
,
qualche
volta
anche
arrischiandoci
su
rocce
a
picco
,
dalle
quali
si
poteva
veder
sotto
il
ruinar
vertiginoso
del
fiume
.
Lidia
,
cogli
abiti
a
chiare
tinte
,
formava
in
quella
varietà
di
cose
belle
per
dolcezza
o
per
orrore
,
un
inarrivabile
complemento
,
che
io
ammirava
col
rammarico
di
non
sapere
in
modo
alcuno
descrivere
.
Quando
,
-
pel
timore
che
le
crittogame
delle
rocce
non
nascondessero
qualche
falla
del
terreno
,
-
Lidia
s
'
attaccava
alla
mia
mano
e
camminava
così
a
capo
chino
,
studiando
il
passo
,
sorridendo
un
po
'
nervosa
,
aiutandosi
col
bastone
ferrato
e
chiedendomi
cogli
occhi
una
parola
incoraggiante
,
io
non
trovava
altra
parola
che
il
bacio
,
dato
sulle
labbra
fresche
,
volonterose
.
Qualche
incontro
inaspettato
animava
le
nostre
escursioni
;
dei
camosci
,
a
gruppi
di
tre
o
quattro
,
s
'
allontanavan
lentamente
,
rivolgendo
la
testa
a
guardarci
coi
neri
occhi
oblunghi
;
degli
scoiattoli
bruni
fuggivan
d
'
albero
in
albero
,
la
coda
ritta
,
le
piccole
orecchie
calate
per
la
paura
;
ed
eran
graziose
macchie
sullo
sfondo
verdastro
dei
tronchi
antichi
.
Talora
,
alti
cumuli
edificati
pazientemente
con
fuscelli
di
pino
,
c
'
indicavano
il
soggiorno
delle
formiche
rosse
,
e
innanzi
a
quei
meravigliosi
risultati
dell
'
intelligenza
animale
,
Lidia
ed
io
ci
soffermavamo
a
lungo
.
Quelle
formiche
,
d
'
un
'
audacia
e
d
'
un
coraggio
diabolici
,
si
rizzavan
sull
'
addome
appena
tocche
,
s
'
avventavano
con
furore
contro
la
punta
del
mio
bastone
,
eran
tremendi
guerrieri
capaci
dei
più
inauditi
eroismi
;
se
io
gettava
loro
qualche
insetto
,
era
un
accorrere
da
ogni
dove
,
un
fermarlo
,
un
assalirlo
per
quanto
esso
potesse
sembrare
smisurato
al
confronto
degli
assalitori
;
se
scoperchiavo
il
formicaio
,
le
abnegative
abitatrici
del
luogo
correvan
tosto
a
nascondere
e
a
riseppellire
le
uova
così
esposte
,
e
si
rizzavano
a
guardar
donde
venisse
l
'
attacco
,
e
senza
frapporre
indugio
rimediavano
alla
catastrofe
,
ricostruivano
immediatamente
le
abitazioni
distrutte
.
Spettacoli
non
poco
umilianti
pel
mio
orgoglio
d
'
homo
sapiens
.
Fu
giusto
al
ritorno
da
una
di
quelle
passeggiate
istruttive
,
che
,
seguendo
un
sentiero
in
mezzo
ai
campi
,
protetto
su
un
lato
da
un
filar
d
'
ontani
,
Lidia
s
'
arrestò
ad
osservar
le
incisure
che
mani
ignote
avevan
fatte
nel
tronco
degli
alni
;
eran
lettere
intrecciate
,
numeri
e
motti
stentatamente
segnati
nella
corteccia
,
ricordi
sentimentali
.
La
donna
mi
domandò
il
coltellino
per
aggiungere
i
nostri
nomi
all
'
elenco
sospiroso
;
girò
intorno
al
tronco
per
trovarne
una
faccia
priva
di
segni
,
e
vedendo
una
S
circondata
da
mirabili
ghirigori
,
mi
chiese
:
-
Quando
hai
inciso
questo
,
Sergio
?
-
Mai
,
cara
,
-
risposi
.
-
Lo
vedo
ora
per
la
prima
volta
.
-
Più
sotto
alla
S
,
v
'
era
un
'
A
,
e
più
sotto
ancora
,
la
S
e
l
'
A
s
'
univano
in
un
monogramma
,
come
due
amanti
che
dopo
battuta
diversa
via
,
si
ritrovano
e
si
congiungono
per
sempre
.
Lidia
mi
restituì
il
coltellino
,
prese
il
mio
braccio
e
s
'
incamminò
meco
senza
far
parola
.
-
Via
,
bambina
;
-
dissi
.
-
Che
cosa
c
'
è
?
Tutte
le
S
indicheranno
Sergio
e
tutti
i
Sergi
non
potranno
essere
altri
che
io
?
Ti
ho
già
detto
come
io
sia
sempre
venuto
solo
in
questi
luoghi
.
-
Sei
diventato
pallido
,
-
osservò
Lidia
.
-
Pallido
no
,
-
risposi
;
-
triste
sì
,
pel
tuo
sospetto
ingiusto
.
-
E
sciogliendomi
dal
braccio
della
donna
,
mi
fermai
.
Provavo
un
tormento
,
improvviso
,
crudele
.
Come
mai
Lidia
mi
credeva
abbastanza
vano
e
vile
da
condurla
dove
avevo
condotte
le
mie
amanti
,
da
permetterle
di
scrivere
il
nostro
nome
sotto
il
nome
d
'
un
'
altra
donna
ch
'
era
stata
mia
?
-
Perchè
mi
giudichi
così
male
?
-
domandai
,
guardando
la
donna
fissamente
.
-
Chi
ti
ha
parlato
di
me
?
-
Nessuno
mi
ha
parlato
di
te
,
Sergio
,
-
ella
rispose
,
ritta
,
immobile
come
un
'
accusata
.
-
Ho
creduto
io
;
ma
non
ti
ho
detto
niente
,
non
ti
avrei
detto
niente
mai
.
-
La
sera
calava
con
quella
solita
maestà
non
priva
di
tristezza
che
i
grandi
paesaggi
posseggono
.
Di
fronte
a
noi
,
sull
'
altra
strada
che
conduceva
ad
Andeer
,
risonavano
le
campanelle
delle
mandre
reduci
dal
pascolo
;
le
foreste
di
pini
,
stese
lungo
i
fianchi
dei
monti
,
ispessivano
il
loro
verde
fino
a
diventar
nere
e
lucide
.
-
Mi
credi
,
dunque
?
-
domandai
,
avvicinandomi
a
Lidia
.
-
E
tu
,
mi
perdoni
?
-
ella
rispose
.
Procedemmo
in
silenzio
;
il
brevissimo
episodio
m
'
aveva
ancor
rammentato
ch
'
io
nulla
aveva
detto
a
Lidia
de
'
miei
anni
precedenti
,
e
simile
lacuna
poteva
ben
giustificar
nella
donna
qualunque
sospetto
.
Infine
,
ella
m
'
aveva
sposato
perchè
mi
amava
,
i
suoi
m
'
avean
data
Lidia
perchè
io
conveniva
loro
;
ma
sapevano
essi
chi
io
era
,
non
riguardo
al
mondo
,
non
riguardo
alla
vita
vissuta
,
ma
in
faccia
alla
coscienza
e
alla
vita
dei
sentimenti
?
Nulla
sapevano
essi
;
potevo
esser
un
cinico
,
un
corrotto
,
un
libertino
,
un
ipocrita
che
avesse
trascinata
l
'
esistenza
senz
'
infamia
e
senza
lode
,
sol
perchè
gli
eran
mancate
le
occasioni
di
far
diversamente
.
Rimaneva
perciò
un
malessere
tra
me
e
Lidia
,
prodotto
da
quel
velo
steso
sul
mio
passato
,
e
bisognava
rimediarvi
,
presto
,
sùbito
,
perchè
non
si
prolungassero
oltre
i
motivi
a
sospetti
e
a
dubbi
.
Quella
sera
medesima
,
dopo
cena
,
quando
Lidia
fu
nella
sua
camera
,
io
ve
la
raggiunsi
.
La
serata
aveva
chiuso
con
un
acquazzone
formidabile
,
dando
un
tracollo
alla
temperatura
,
divenuta
quasi
fredda
;
nel
nostro
appartamento
le
stufe
russavano
.
Trovai
Lidia
ben
disposta
ad
ascoltarmi
,
seduta
in
una
poltrona
con
dei
giornali
sulle
ginocchia
.
C
'
illuminava
chiaramente
una
lucerna
posta
a
fianco
di
Lidia
,
sopra
una
piccola
tavola
.
Mi
sedetti
presso
la
donna
,
le
presi
le
mani
,
e
le
dissi
:
-
Vuoi
ascoltarmi
,
amica
mia
?
Debbo
parlarti
a
lungo
.
-
Dal
movimento
di
viva
attenzione
che
seguì
in
Lidia
a
queste
parole
,
compresi
ch
'
ero
arrivato
a
tempo
e
che
s
'
ella
non
aveva
osato
mai
chiedere
,
non
aveva
per
ciò
men
desiderato
quell
'
istante
di
confidenza
.
Quanto
a
me
,
studiai
di
dare
alla
mia
voce
l
'
inflessione
più
affabile
di
cui
era
capace
,
e
per
la
durata
dell
'
esordio
,
non
abbandonai
le
mani
della
donna
,
fattasi
grave
subitamente
.
-
Debbo
dirti
chi
sono
io
,
-
cominciai
sorridendo
,
-
e
come
ho
vissuto
fino
al
giorno
del
nostro
incontro
.
Io
ne
ho
il
dovere
,
ma
ti
parlo
piuttosto
per
desiderio
d
'
una
piena
confidenza
,
che
per
stimolo
di
soddisfazione
ad
un
obbligo
.
Sai
che
io
ho
perduto
mia
madre
a
vent
'
anni
e
che
d
'
allora
,
fino
all
'
altra
dolorosa
scomparsa
di
mio
padre
,
io
sono
stato
sempre
con
questi
,
accompagnandolo
in
tutt
'
i
suoi
viaggi
per
l
'
Italia
e
fuori
;
ma
non
sai
quale
notevolissima
influenza
sulla
mia
indole
abbia
esercitato
questo
genere
di
vita
.
Mio
padre
,
vecchio
colonnello
di
cavalleria
,
era
di
quegli
uomini
maravigliosi
che
han
conosciuto
l
'
entusiasmo
e
che
,
dopo
essere
stati
eroi
in
tempo
di
guerra
,
non
s
'
eran
dimenticati
d
'
essere
onesti
in
tempo
di
pace
.
Per
me
aveva
una
benevolenza
sollecita
,
e
io
credo
d
'
aver
destata
in
lui
compassione
non
meno
che
affetto
;
ero
esile
,
gracile
,
e
presso
l
'
uomo
che
aveva
scritta
la
propria
storia
a
colpi
di
sciabola
,
parevo
un
virgulto
,
non
abbastanza
bello
per
essere
interessante
e
non
abbastanza
interessante
per
essere
perdonato
della
sua
gracilità
.
Quindi
,
mio
padre
credette
ottima
idea
d
'
evitarmi
le
noie
e
le
ansie
degli
studî
,
supplendovi
coi
viaggi
,
ed
io
confortai
questi
col
tuffarmi
a
corpo
perduto
nella
lettura
di
qualunque
libro
,
di
qualunque
giornale
,
di
qualunque
opera
pesante
od
allegra
mi
fosse
dato
trovare
.
Ciò
non
era
grave
,
alla
fine
;
conobbi
molte
cose
superficialmente
e
nessuna
con
profondità
,
ma
non
dovendo
votarmi
ad
alcuna
professione
,
la
cultura
saltuaria
mi
rese
eguali
servigi
,
nelle
conversazioni
,
dove
tutta
la
scienza
si
limita
ad
un
accenno
....
Gravissime
,
invece
,
furono
le
conseguenze
morali
di
quella
vita
febbrile
e
diffusa
.
Io
non
ebbi
abitudini
,
perdetti
la
nozione
della
famiglia
,
non
amai
nulla
di
quanto
si
conveniva
alla
mia
età
;
come
i
viaggi
m
'
insegnavano
che
non
v
'
era
luogo
così
bello
da
escluderne
altri
migliori
,
la
vita
mi
si
presentava
quasi
un
viaggio
lungo
,
ed
ogni
avvenimento
quasi
un
incidente
di
via
,
che
al
primo
gomito
della
strada
si
sarebbe
dimenticato
.
Perciò
,
io
dispersi
le
forze
intellettuali
e
non
potei
indirizzarle
ad
un
determinato
scopo
;
dispersi
le
forze
affettive
,
non
raccogliendole
sopra
alcuno
oggetto
.
Feci
una
pausa
.
Lidia
osservò
con
voce
tranquilla
:
-
Io
non
vedo
gran
male
in
tutto
questo
.
Avrai
avuta
una
giovinezza
molto
fredda
e
senza
peripezie
.
-
No
,
-
risposi
.
-
Allora
pareva
anche
a
me
che
non
vi
fosse
gran
male
,
perchè
ero
assai
giovane
,
e
quello
stesso
metodo
di
vita
m
'
era
d
'
ostacolo
ad
interrogarmi
,
a
studiare
se
in
fondo
all
'
animo
io
non
sentissi
qualche
irrimediabile
amarezza
.
Ma
quando
mio
padre
morì
,
m
'
accorsi
tosto
d
'
essere
straordinariamente
solo
nel
mondo
,
inutile
al
punto
che
la
mia
vita
e
la
mia
morte
dovevan
riuscire
indifferenti
fenomeni
agli
altri
,
non
pure
,
ma
a
me
stesso
.
Non
avevo
alcuno
scopo
,
non
avevo
amici
,
non
rappresentavo
nulla
,
non
ero
una
forza
,
considerevole
o
mediocre
,
nella
,
meccanica
della
società
;
se
fossi
sparito
,
nessuno
si
sarebbe
doluto
della
mia
scomparsa
.
A
tale
idea
io
soffersi
molto
,
e
fui
così
malcontento
,
così
irritato
,
che
invece
di
tentar
qualche
cosa
,
venni
in
questo
paese
a
rodermi
internamente
de
'
miei
anni
sciupati
.
Capisci
questo
,
amica
mia
?
Lo
spettacolo
dell
'
attività
altrui
,
invece
di
spingermi
all
'
emulazione
,
mi
stremò
di
forze
e
mi
tolse
ogni
speranza
di
poter
fare
.
-
Come
mai
?
-
domandò
Lidia
,
rizzando
la
testa
a
guardarmi
.
Nel
mentre
andavo
parlando
,
m
'
accorgevo
che
,
diversamente
da
tutte
le
aspettative
,
la
confessione
mi
riusciva
facile
,
e
che
enunciando
e
sintetizzando
il
mio
passato
,
illuminavo
me
stesso
su
cose
prima
oscure
.
Avevo
anche
avvertita
una
certa
impazienza
in
Lidia
,
e
me
ne
davo
ragione
sapendo
che
la
donna
non
poteva
contentarsi
di
quelle
linee
generali
,
ma
voleva
la
confessione
di
argomenti
assai
più
vicini
a
lei
e
più
pericolosi
.
-
Come
?
-
ripetei
.
-
Non
so
.
Saranno
effetti
nervosi
,
ma
certo
senz
'
alcun
rimedio
;
avrei
avuto
bisogno
di
trovare
gli
altri
molto
addietro
;
li
vidi
al
contrario
molto
innanzi
,
e
lo
spazio
che
mi
separava
da
essi
,
mi
diede
un
vero
spavento
,
quasi
una
vertigine
.
-
Così
,
tu
non
hai
fatto
bene
e
non
hai
fatto
male
?
-
chiese
Lidia
.
La
voce
della
donna
s
'
oscurò
di
tristezza
,
e
mi
penetrò
in
fondo
al
cuore
.
-
No
,
-
confessai
,
-
no
,
io
non
ho
fatto
alcun
bene
....
-
Non
hai
amato
?
-
incalzò
Lidia
,
rizzandosi
sul
busto
e
stringendomi
le
mani
.
-
Non
ho
fatto
alcun
bene
,
-
dissi
nuovamente
.
-
Ero
preso
da
quella
specie
di
malattia
della
volontà
,
e
divenni
maligno
,
contro
di
me
e
contro
gli
altri
;
fui
dei
più
pronti
a
schernire
,
dei
più
volonterosi
a
negare
;
fui
un
essere
colmo
d
'
odio
,
perchè
invece
d
'
incolpar
me
della
mia
vuotaggine
,
incolpai
non
so
quale
fatalità
avversa
.
-
E
le
donne
non
riuscirono
a
toglierti
quell
'
asprezza
,
a
consolarti
?
-
Appena
pronunciate
queste
parole
,
Lidia
arrossì
vivamente
;
ma
nel
medesimo
tempo
,
il
mio
viso
ebbe
forse
un
'
espressione
così
dolorosa
,
che
la
donna
porse
la
destra
sulla
mia
bocca
,
aggiungendo
:
-
No
,
no
,
non
dir
nulla
,
se
non
vuoi
,
Sergio
!
-
E
si
chinò
a
baciarmi
.
Nell
'
atto
ch
'
ella
avanzava
e
serrava
le
labbra
contro
le
mie
,
io
chiusi
gli
occhi
ed
ebbi
come
un
'
immensa
visione
di
tutta
l
'
impossibilità
a
parlare
.
Lidia
era
ancora
,
una
fanciulla
;
donna
solo
fisicamente
;
il
suo
animo
era
incontaminato
,
il
suo
pensiero
casto
,
i
suoi
costumi
ingenui
.
In
che
modo
potevo
io
dire
?
...
Perchè
bisognava
farsi
comprendere
,
cioè
sviscerare
i
fatti
,
analizzarli
....
Quando
Lidia
staccò
la
bocca
dalla
mia
,
io
aveva
già
divisato
di
non
parlare
.
Mi
diedi
a
passeggiare
per
la
camera
,
comprendendo
che
non
potevo
tacermi
immediatamente
,
se
non
col
pericolo
d
'
ingenerar
nello
spirito
di
Lidia
chi
sa
quale
stranissimo
sospetto
di
mistero
.
La
donna
mi
seguiva
dello
sguardo
,
e
per
la
prima
volta
s
'
insinuò
fra
noi
il
dolore
di
non
sentir
le
nostre
anime
sopra
una
medesima
via
.
-
A
che
giovano
i
fatti
?
-
io
ripresi
,
avvicinandomi
a
Lidia
e
sedendomi
sullo
sgabello
a
'
suoi
piedi
.
-
In
amore
e
per
l
'
amore
,
sono
stato
un
perverso
.
Non
mi
chiedere
altro
,
amica
mia
;
non
ti
dirò
di
non
avere
amata
alcuna
donna
prima
di
te
;
la
cosa
,
più
che
mirabile
,
sarebbe
ridicola
.
Ma
è
certo
,
è
vero
,
è
sacro
che
dal
primo
giorno
del
nostro
incontro
,
ogni
altro
amore
cessò
e
ho
voluto
mutarmi
.
-
Sono
contenta
,
-
disse
Lidia
con
semplicità
.
-
Sono
contenta
e
ti
credo
:
però
....
-
Tacque
un
istante
,
esitando
;
poi
si
chinò
fino
al
mio
orecchio
e
soggiunse
a
bassa
voce
:
-
Però
....
vorrei
sapere
se
fra
le
donne
ch
'
io
conosco
,
ch
'
io
conoscerò
e
che
ci
verranno
in
casa
,
vi
sia
qualcuna
che
tu
hai
amata
.
-
Non
era
ancora
finita
la
frase
,
che
Lidia
se
ne
pentì
,
poichè
corresse
:
-
No
,
no
,
in
casa
;
non
dubito
;
ma
v
'
è
qualcuna
ch
'
io
conosca
?
-
Nessuna
,
-
risposi
prestamente
,
e
volsi
il
capo
perchè
Lidia
non
mi
leggesse
in
viso
la
menzogna
.
Una
,
ve
n
'
era
;
ben
conosciuta
da
Lidia
,
che
l
'
ammirava
per
la
superbia
e
l
'
eleganza
;
una
,
che
frequentava
la
casa
Folengo
,
e
m
'
aveva
irritato
colle
carezze
finte
prodigate
alla
fanciulla
.
Ma
perchè
dir
questo
a
Lidia
?
Non
era
inutile
e
pericoloso
?
-
Vedi
,
-
continuai
dominandomi
.
-
Vedi
ch
'
io
non
ho
nulla
di
buono
nel
mio
passato
e
ch
'
io
ti
debbo
una
totale
rigenerazione
?
Sono
un
vagabondo
arrestato
dalla
tua
potenza
.
-
E
tu
mi
ami
quanto
non
hai
amato
alcuna
donna
,
è
vero
?
-
domandò
Lidia
,
ancor
dubitosa
.
-
Puoi
ben
crederlo
,
-
esclamai
,
-
se
a
te
lego
tutta
la
mia
vita
!
-
Vagamente
e
con
un
'
indefinita
paura
,
io
rilevava
uno
strano
fatto
;
che
la
mia
confessione
era
inutile
,
perchè
non
poteva
esser
chiara
,
e
che
,
lasciando
Lidia
più
calma
di
quanto
io
non
m
'
aspettassi
,
aveva
invece
turbato
me
oltre
ogni
previsione
.
La
colpa
era
mia
,
non
avendo
io
il
coraggio
necessario
a
spingermi
fin
dov
'
era
possibile
;
la
colpa
era
anche
di
Lidia
,
la
quale
,
sorvolando
ai
miei
mali
dello
spirito
,
aveva
voluto
giungere
sùbito
ai
fatti
,
agli
amori
,
alle
donne
,
alle
persone
che
da
un
istante
all
'
altro
ella
poteva
incontrare
.
In
fondo
,
Lidia
non
aveva
capita
l
'
amarezza
della
mia
esistenza
,
tormentata
da
un
inutile
desiderio
di
fare
e
di
lavorare
:
non
aveva
viste
che
delle
rivali
,
non
aveva
tremato
che
di
gelosia
.
Così
,
mentre
io
credeva
la
mia
confessione
dovesse
prolungarsi
,
era
invece
finita
d
'
un
tratto
,
proprio
sul
limitare
della
piena
confidenza
.
Io
guardai
la
donna
;
delicatissime
apparivano
la
bianchezza
rosea
del
suo
volto
,
l
'
espressione
degli
occhi
lunghi
,
ombrati
da
palpebre
simili
a
minuscoli
ventagli
,
coronati
da
ciglia
simili
a
leggiere
strisce
arcuate
di
pennello
.
Ed
io
poteva
condannarla
,
s
'
ella
non
comprendeva
l
'
infinita
melanconia
,
l
'
infinita
vacuità
dell
'
uomo
che
le
parlava
?
Anche
troppo
presto
se
ne
sarebbe
avveduta
quando
la
nostra
casa
si
fosse
aperta
agli
amici
miei
,
agli
uomini
che
seguivano
una
via
ben
chiara
,
incontro
a
una
meta
ben
decisa
.
Lidia
era
,
del
resto
,
come
tutte
le
donne
,
chiusa
entro
i
limiti
della
vita
pratica
;
non
poteva
supporre
occupazioni
oltre
la
famiglia
,
o
supponendole
non
le
avrebbe
trovate
necessarie
.
Io
solo
,
che
avevo
sognato
di
giungere
alla
fama
,
ero
giudice
della
rovina
che
al
sogno
aveva
tenuto
dietro
invece
della
realtà
.
Non
avevo
mai
saputo
chiuder
la
vita
entro
limiti
così
precisi
che
arginassero
le
incomposte
tendenze
,
dirigendole
robustamente
a
un
fine
;
proclive
a
più
cose
ed
avido
di
conoscere
,
avevo
dispersa
l
'
energia
creativa
,
atrofizzandola
in
un
vuoto
compiacimento
di
sapere
;
privo
di
vanità
nella
sua
forma
più
eletta
ch
'
è
l
'
ambizione
,
m
'
ero
limitato
ad
ammirar
l
'
opera
altrui
,
spesso
semplicemente
induttiva
,
e
m
'
ero
sfiduciato
al
pensiero
di
muovere
i
passi
dove
uomini
eminenti
avevan
talora
dubitato
ed
erano
anche
caduti
numerosi
;
e
se
di
tanto
in
tanto
il
peso
dell
'
inerzia
vergognosa
mi
diveniva
intollerabile
,
-
guardandomi
intorno
e
vedendo
i
già
noti
e
battaglieri
preparar
nuove
opere
e
nuove
battaglie
,
la
mia
nervosità
suggestionabile
soffriva
d
'
un
contraccolpo
mortale
,
la
mia
volontà
si
rannicchiava
al
cospetto
di
volontà
più
illuminate
e
più
esperte
.
Rimaneva
poi
verissimo
quanto
io
avevo
detto
a
Lidia
:
che
al
vuoto
del
quale
arrossivo
avevo
sempre
trovate
altrettante
giustificazioni
,
considerandomi
vittima
di
complicate
e
malaugurose
vicende
;
e
il
tempo
,
la
solitudine
,
l
'
incontentabilità
,
le
difficoltà
materiali
per
farmi
conoscere
,
la
lenta
progressività
dell
'
esito
futuro
,
mi
sbigottirono
e
mi
relegarono
decisamente
fra
l
'
immensa
caterva
di
coloro
che
vivono
come
possono
e
che
una
tomba
inonorata
accoglie
e
dissolve
.
Nei
giorni
susseguenti
a
quel
colloquio
con
Lidia
,
io
ebbi
più
volte
l
'
opportunità
di
spiegare
alla
donna
quanto
fossi
insoddisfatto
dell
'
indirizzo
preposto
alla
mia
giovanezza
.
Lidia
accoglieva
questi
discorsi
con
una
duplice
espressione
:
lieta
,
perchè
notava
come
le
donne
del
mio
passato
fossero
totalmente
scomparse
dalla
memoria
;
triste
,
perchè
avrebbe
voluto
altrettale
oblio
de
'
miei
sogni
e
dei
proponimenti
frustanei
.
V
'
era
nel
suo
modo
di
rispondere
,
nell
'
angoscia
rinnovellata
ad
ogni
apparire
de
'
miei
rimorsi
,
-
un
chiarissimo
sottinteso
,
ch
'
io
aveva
sùbito
spiegato
così
:
-
"
Non
ti
basta
la
realtà
del
mio
amore
?
Non
ti
basta
la
vita
ch
'
io
ti
offro
?
"
-
Ora
,
quando
in
addietro
lottavo
,
cercando
di
dedicarmi
alla
letteratura
per
la
quale
credevo
di
aver
qualche
disposizione
,
-
m
'
ero
sempre
tolto
a
quelle
spaventose
lotte
col
medesimo
pensiero
:
tuffarmi
nella
vita
reale
,
godere
quanto
era
più
vicino
e
più
facile
ad
ogni
uomo
.
E
quel
pensiero
d
'
allora
,
germinato
spontaneo
,
e
quel
sottinteso
d
'
adesso
,
nascosto
nelle
parole
di
Lidia
,
concludevano
in
un
'
egual
rinuncia
,
avviandomi
sulla
strada
comune
,
dove
non
si
trova
gloria
,
ma
la
calma
è
solenne
,
l
'
indifferenza
grande
,
il
benessere
sicuro
.
E
poichè
questa
volta
l
'
esortazione
alla
rinuncia
veniva
da
una
bocca
giovanile
e
cara
,
io
credetti
poterla
obbedire
,
e
per
lungo
tempo
i
rimorsi
della
vanità
delusa
tacquero
,
mortalmente
.
V
.
In
quella
dissonanza
d
'
anime
,
lievissima
e
tuttavia
avvertibile
,
sorta
fra
Lidia
e
me
dalla
sera
in
cui
ella
non
aveva
capito
il
mio
tormento
e
non
aveva
temuto
che
per
donne
immemorabili
,
-
so
e
affermo
che
,
quantunque
io
volessi
negarlo
a
me
stesso
,
noi
non
potevam
giudicare
la
giornata
trascorsa
se
non
al
cominciar
della
notte
.
Era
nell
'
alcova
di
Lidia
che
io
vedeva
sciogliersi
i
nodi
aggruppati
durante
il
giorno
;
erano
il
sorriso
o
l
'
impaccio
,
il
desiderio
o
la
sommissione
della
donna
,
che
mi
davan
la
misura
di
quanto
noi
fossimo
all
'
unìsono
,
o
delle
modificazioni
lentissimamente
verificatesi
nella
nostra
vita
felice
.
Appena
ombre
,
appena
gradazioni
d
'
una
fuggevolezza
così
rapida
che
ad
uomo
chiuso
all
'
investigazione
,
sarebbero
andate
perdute
.
Lidia
,
per
la
prima
,
non
aveva
nulla
rilevato
,
e
si
credeva
senz
'
alcun
dubbio
ancora
a
quell
'
altezza
di
passione
che
aveva
riscaldati
i
primi
giorni
della
nostra
intimità
.
Io
stesso
osservava
a
scatti
,
e
soltanto
ora
,
studiando
quei
tempi
,
vedo
la
strada
percorsa
,
digradante
con
infinitesimale
declivio
.
Colui
che
batteva
all
'
uscio
di
Lidia
era
il
medesimo
,
l
'
identico
uomo
che
due
mesi
avanti
aveva
passata
la
soglia
della
camera
virginale
e
aveva
pianto
alle
lagrime
della
dedizione
?
colei
che
permetteva
all
'
uomo
d
'
entrar
nell
'
alcova
,
era
la
medesima
,
l
'
identica
Lidia
che
aveva
tremato
di
paura
e
non
aveva
trovato
requie
nell
'
aspettazion
timorosa
?
No
.
Oramai
,
eravamo
diversi
da
quelli
.
Innanzi
tutto
,
nel
mio
animo
s
'
era
risvegliata
l
'
attenzione
che
m
'
era
particolare
;
a
luogo
di
procedere
fidente
,
gli
occhi
chiusi
,
come
nei
primordî
della
nostra
unione
,
-
io
sorvegliava
.
A
che
cosa
?
A
nulla
e
ad
ogni
cosa
;
a
Lidia
,
a
me
,
ai
sorrisi
,
alle
parole
,
a
corrugamenti
di
ciglia
,
a
strette
di
mano
,
ai
baci
,
alle
forme
di
piacere
,
alla
durata
dei
desiderî
,
al
bisogno
di
confidenza
,
all
'
intensità
di
molestia
causata
da
presenza
d
'
estranei
.
In
quei
giorni
di
Sufers
,
io
aveva
ripresa
l
'
abitudine
d
'
archiviare
dei
fatti
,
e
per
lunghissimo
tempo
,
a
Sufers
ed
altrove
,
tutto
si
ridusse
a
questo
.
Onde
,
da
quel
risveglio
,
io
aveva
soltanto
percepito
che
avvenivano
delle
modificazioni
;
eufemismo
col
quale
si
stabilisce
il
principio
d
'
una
catastrofe
;
fiocco
di
neve
,
che
rotola
pel
versante
,
s
'
ingrossa
,
si
dilata
e
forma
la
valanga
.
I
fatti
eran
d
'
una
sola
entità
.
Ne
ricordo
alcuni
:
Quando
noi
ci
recavamo
il
mattino
a
Splügen
,
era
nostra
abitudine
seguir
la
strada
men
battuta
,
che
partendo
dalle
spalle
dell
'
albergo
,
giunge
a
quel
villaggio
per
discreti
viottoli
ombrosi
.
Non
saprei
dir
quante
volte
noi
ci
fermassimo
e
le
nostre
labbra
si
cercassero
avidamente
;
non
saprei
dire
con
quanta
diligenza
io
vegliassi
a
che
Lidia
non
s
'
affaticasse
di
soverchio
.
Da
qualche
tempo
,
i
baci
eran
diminuiti
;
Lidia
,
dicendo
di
voler
imitare
gl
'
inglesi
,
camminava
innanzi
a
me
,
senza
darmi
mano
;
se
ci
soffermava
l
'
improvvisa
bellezza
d
'
un
mattino
estivo
,
ammiravamo
silenziosi
,
nè
sentivamo
il
bisogno
d
'
esser
vicini
,
d
'
interrogarci
e
di
commoverci
insieme
.
Una
volta
,
al
ritorno
da
Splügen
,
invece
di
riprender
la
via
secreta
,
m
'
incamminai
sulla
via
postale
,
ch
'
era
più
breve
.
Lidia
mi
seguì
,
senza
mostrar
noia
o
stupore
;
giungemmo
a
casa
,
privi
di
baci
,
e
risaliti
in
camera
non
ci
ripagammo
di
quell
'
insolita
astinenza
.
Peggio
:
da
quel
giorno
,
le
strade
postali
furono
le
preferite
.
Ancora
:
noi
non
parlavamo
che
del
nostro
amore
,
in
principio
,
e
non
ci
curavamo
se
all
'
intorno
si
vivesse
;
il
bel
tempo
e
il
cattivo
erano
egualmente
benvenuti
e
con
egual
piacere
si
rimaneva
in
casa
o
si
usciva
a
passeggio
.
Da
parecchio
,
-
avevo
cominciato
io
,
-
i
nostri
discorsi
parlavan
degli
altri
;
si
faceva
la
caricatura
ai
compagni
d
'
albergo
,
ci
si
chiedeva
che
potessero
pensar
di
noi
i
genitori
di
Lidia
e
i
miei
amici
.
Peggio
;
si
facevan
disegni
per
altri
luoghi
,
si
evocavano
i
ricordi
della
città
;
si
prediligevan
le
passeggiate
,
nelle
quali
s
'
inframmettevano
fra
noi
mille
oggetti
e
variati
spettacoli
;
e
si
leggevano
i
giornali
.
Queste
modificazioni
eran
necessarie
;
accennavano
al
passaggio
dall
'
amor
violento
,
dalla
frenesia
giovanile
a
un
più
calmo
possesso
,
a
una
più
tranquilla
felicità
;
passaggio
inevitabile
,
poichè
sarebbe
stato
pericoloso
e
sovrumano
che
avessimo
continuato
come
nei
primissimi
tempi
.
Nè
mi
potevano
esse
spaventare
,
nè
eran
brusche
ed
aspre
così
da
lasciar
fra
l
'
inizio
e
il
presente
una
visibil
lacuna
;
ma
avevan
tuttavia
qualche
cosa
di
caratteristico
,
d
'
indefinibile
,
prodotto
dalla
graduale
conoscenza
reciproca
delle
nostre
indoli
.
Certamente
,
per
noi
i
giorni
dipendevan
dalle
notti
,
la
vita
dell
'
anima
s
'
informava
alla
vita
dei
sensi
,
e
conservo
a
tal
riguardo
la
memoria
di
due
episodî
,
che
segnano
a
mio
credere
due
punti
ben
chiari
e
diversi
della
nostra
parabola
amorosa
.
Com
'
io
aveva
indugiato
una
sera
nella
mia
camera
a
scorrere
diverse
lettere
,
ed
era
inavvertitamente
valicata
la
mezzanotte
,
l
'
ora
classica
in
cui
mi
presentavo
a
Lidia
,
-
sentii
presso
l
'
uscio
un
tenue
fruscìo
d
'
abiti
,
e
sulla
porta
l
'
errar
d
'
una
mano
in
cerca
della
gruccetta
.
Aguzzai
l
'
orecchio
;
il
fruscìo
pareva
ripetersi
;
ma
sempre
tenue
e
dubitoso
.
Mi
diressi
all
'
uscio
,
l
'
aprii
sveltamente
e
vidi
Lidia
,
immobile
,
fulminata
dalla
propria
audacia
.
-
Oh
!
-
ella
esclamò
,
giungendo
le
mani
,
con
voce
tra
la
gioia
e
il
malcontento
.
-
Oh
non
pensar
male
di
me
!
È
già
mezzanotte
;
non
ti
vedevo
,
temevo
che
fossi
indisposto
.
Non
pensar
male
!
-
Io
risi
prendendola
fra
le
braccia
.
-
Mi
duole
,
o
signora
,
-
dissi
,
mentre
la
portavo
sopra
una
poltrona
.
-
Mi
duole
immensamente
,
ma
io
sono
costretto
a
pensar
male
di
voi
!
-
E
le
diedi
più
baci
sugli
occhi
e
sulla
bocca
....
Questo
era
avvenuto
non
molto
dopo
il
nostro
arrivo
all
'
albergo
;
ma
v
'
era
anche
il
riscontro
a
quella
scena
d
'
impulso
;
riscontro
causale
di
cui
io
aveva
la
maggior
colpa
.
Leo
,
il
cane
del
signor
Pfaff
,
s
'
era
fatto
singolarmente
ringhioso
e
per
dimostrarmi
che
la
sua
antipatia
aveva
concluso
nel
più
strano
odio
,
mi
guardava
con
occhi
torvi
e
brontolava
se
appena
osassi
avvicinarlo
.
Talchè
,
scendendo
solo
,
un
mattino
,
e
trovando
Leo
disteso
nel
corritojo
,
lungo
e
stretto
,
che
seguiva
alla
scala
,
tentai
d
'
accarezzare
il
cane
,
di
persuaderlo
all
'
amicizia
con
qualche
buona
parola
.
Leo
s
'
alzò
veemente
e
visto
chiuso
l
'
uscio
che
dal
corritojo
metteva
alla
strada
,
ringhiò
,
in
atto
di
difesa
;
per
punir
l
'
animale
dell
'
accoglienza
eccessivamente
incivile
,
staccai
dalla
parete
la
frusta
del
signor
Pfaff
,
drizzandone
la
punta
al
muso
del
cane
;
ma
questo
senza
darmi
tempo
di
colpirlo
,
spiccò
un
balzo
con
un
latrato
,
mi
si
lanciò
contro
così
veloce
,
ch
'
io
riuscii
a
mala
pena
a
schivarne
l
'
urto
.
Quasi
nel
medesimo
istante
,
sulla
scala
che
mi
era
alle
spalle
,
risonò
un
grido
acuto
e
volgendomi
scorsi
,
abbrancata
alla
ringhiera
,
Lidia
,
pallidissima
,
cogli
occhi
aperti
su
di
me
.
Leo
parve
ammansato
dalla
inattesa
comparsa
della
donna
;
io
corsi
a
Lidia
,
la
riaccompagnai
nella
sua
camera
,
dov
'
ella
,
cedendo
a
un
moto
nervoso
,
diede
in
dirotto
pianto
,
tutta
scossa
da
un
tremito
.
Non
so
perchè
,
quelle
lacrime
innocenti
m
'
irritarono
e
mi
sconvolsero
in
modo
che
invece
di
chieder
perdono
a
Lidia
d
'
averla
così
turbata
colla
mia
improntitudine
,
non
apersi
bocca
e
aspettai
ch
'
ella
avesse
rasciugati
gli
occhi
e
si
fosse
dominata
;
nè
per
quanto
i
suoi
sguardi
invocassero
una
scusa
,
io
fui
capace
di
formularla
.
Ci
trattammo
con
molta
freddezza
pel
resto
della
giornata
,
poichè
,
sapendo
d
'
aver
torto
,
mi
dicevo
e
mi
persuadevo
d
'
aver
ragione
,
ed
ero
arrivato
ad
aspettarmi
io
una
spiegazione
dello
spavento
di
Lidia
.
Quando
calò
la
sera
,
ci
lasciammo
al
limitare
delle
nostre
camere
,
e
nessuno
di
noi
due
tentò
una
riconciliazione
,
venuta
solo
l
'
indomani
.
Se
questo
chiaroscuro
aveva
potuto
svelare
a
Lidia
la
dominante
incoerenza
del
mio
carattere
,
ben
ve
ne
furono
in
séguito
,
che
squarciarono
altri
veli
.
E
,
per
esempio
,
rammento
che
all
'
arrivo
della
diligenza
avendo
una
volta
osservata
con
qualche
attenzione
una
signora
assai
giovane
ed
elegante
,
che
vi
si
trovava
,
rincantucciata
in
un
angolo
,
-
rammento
come
Lidia
soffrisse
di
quella
mia
curiosità
senza
scopo
,
e
me
ne
chiedesse
con
insistenza
delle
ragioni
che
non
potevo
dare
,
poichè
non
esistevano
.
E
,
ancora
,
Lidia
tradiva
a
poco
a
poco
la
smania
,
l
'
impazienza
di
tornare
in
Italia
,
di
ritrovarsi
fra
gente
conosciuta
,
d
'
ascoltar
dei
discorsi
e
delle
narrazioni
di
fatti
.
I
fatti
soli
la
interessavano
,
mentre
su
di
me
esercitavano
una
noia
indicibile
,
specie
se
raccontati
con
quella
minuzia
di
particolari
che
Lidia
voleva
.
Gli
stupendi
paesaggi
a
noi
d
'
intorno
,
eran
piaciuti
a
Lidia
,
non
per
sè
medesimi
,
ma
per
la
loro
novità
;
laddove
io
,
conoscendoli
assai
bene
,
li
amavo
perchè
me
n
'
ero
fatto
padrone
e
ne
sapevo
ogni
inflession
di
linguaggio
;
cosicchè
avveniva
che
a
me
l
'
abitudine
faceva
il
soggiorno
più
caro
,
e
a
Lidia
il
soggiorno
non
piaceva
se
non
vario
di
gite
e
d
'
escursioni
.
Abituato
a
mutar
luogo
dalla
prima
giovanezza
,
nulla
dei
costumi
stranieri
mi
riusciva
molesto
o
inaccettabile
;
m
'
allignavo
così
prestamente
in
qualunque
paese
da
dimenticare
in
pochi
giorni
d
'
avere
altri
costumi
.
Lidia
,
vissuta
sempre
sotto
la
tutela
assorbente
di
donna
Teresa
,
trovava
insopportabile
la
minima
variazione
alle
sue
abitudini
;
aveva
sofferto
d
'
insonnia
perchè
il
letto
non
era
collocato
di
fronte
alla
finestra
,
e
dopo
più
di
due
mesi
,
ancora
arricciava
il
nasino
quando
le
avvenisse
d
'
ascoltar
gli
svizzeri
parlare
il
dialetto
grigione
o
il
romancio
;
la
cucina
dell
'
albergo
le
aveva
tolto
l
'
appetito
;
il
romore
del
Reno
la
spaventava
come
al
primo
giorno
;
e
osservando
ch
'
io
non
pativa
punto
di
questi
disagi
,
s
'
irritava
leggiermente
.
Perchè
,
la
collana
di
screzî
che
sono
andato
enumerando
,
era
,
infine
,
così
sottile
da
notarsi
appena
,
e
ancora
sopra
tutto
dominava
l
'
amor
nostro
,
che
appianava
le
piccole
difficoltà
e
conservava
il
color
roseo
a
quei
primi
mesi
;
nessuno
di
noi
due
,
certo
,
ingrandiva
le
scabrosità
di
carattere
dell
'
altro
,
ma
al
contrario
,
ciascuno
si
studiava
di
sorriderne
con
affetto
e
d
'
obliarle
tosto
.
Sul
cominciar
di
settembre
,
donna
Teresa
ci
scrisse
,
manifestando
il
desiderio
di
riveder
Lidia
e
mi
parve
opportuno
cedere
alla
preghiera
nonostante
che
Silesia
Pfaff
e
suo
padre
si
rammaricassero
assai
della
nostra
partenza
.
-
Perchè
così
presto
,
quest
'
anno
,
signor
Lacava
?
-
osservò
Silesia
,
all
'
annuncio
.
Perchè
così
presto
,
infatti
?
Abitualmente
,
io
aspettava
la
prima
tormenta
di
neve
,
a
levar
le
tende
;
ciò
mi
offriva
la
varietà
d
'
un
ritorno
in
islitta
.
Ma
il
mio
volere
era
ormai
dimezzato
;
io
non
poteva
più
vivere
a
capriccio
.
Quando
tentai
di
far
capire
questo
a
Silesia
,
ella
di
nuovo
deve
aver
pensato
che
se
avessi
sposata
lei
,
avrei
potuto
viaggiare
in
islitta
otto
mesi
all
'
anno
.
Un
ultimo
incidente
segnò
la
vigilia
della
partenza
.
Avevo
raccomandato
a
Silesia
che
provvedesse
a
prepararci
le
bagaglie
,
e
tornando
da
un
'
escursione
d
'
addio
,
trovai
invece
le
due
cameriere
dell
'
albergo
,
che
si
limitavano
ad
aiutar
Lidia
,
la
quale
faceva
i
bauli
da
sè
.
Chiamai
questa
nella
mia
camera
,
e
la
pregai
di
lasciar
fare
ai
domestici
.
-
Come
!
-
esclamò
Lidia
stupita
.
-
Non
vuoi
ch
'
io
sorvegli
?
-
Sorvegliare
sta
bene
,
-
risposi
.
-
Ma
tu
eri
inginocchiata
ad
accomodare
le
robe
nel
baule
.
-
Bisogna
fare
così
con
costoro
che
non
capiscono
niente
!
-
Lidia
concluse
,
e
tornò
alla
sua
camera
e
riprese
ad
accomodar
la
roba
.
Io
mi
morsi
le
labbra
.
Fra
tutte
le
cose
meno
tollerabili
per
me
,
la
buona
massaja
,
questa
creazione
della
società
borghese
,
questa
tiratrice
di
colli
d
'
oca
,
era
la
più
urtante
.
Avevo
della
donna
un
concetto
quasi
orientale
,
in
cui
m
'
ero
conservato
con
tenacità
;
rivedevo
sempre
mia
madre
,
finissima
signora
,
le
cui
sole
mani
innamoravano
,
e
rivedevo
tutte
le
donne
di
mia
conoscenza
,
anche
le
men
belle
,
allevate
per
gli
agi
e
per
occupazioni
aristocratiche
.
La
concordanza
di
tali
fatti
,
la
vita
errabonda
che
avevo
condotta
con
mio
padre
,
avevano
generato
in
me
l
'
assurda
opinione
che
la
donna
fosse
un
oggetto
prezioso
,
degno
di
prezioso
contorno
;
una
specie
di
regina
di
delizie
.
Ed
io
voleva
la
donna
così
,
io
poteva
averla
così
;
nè
m
'
ero
sognato
mai
di
considerar
la
sorte
di
quelle
che
così
non
erano
e
non
potevano
essere
.
Lidia
,
bianca
,
bionda
,
leggiadra
,
-
giocattolo
inestimabile
-
doveva
farsi
una
di
queste
signore
inutili
,
uno
di
questi
fiori
esili
e
delicati
il
cui
apparire
è
pien
di
regalità
,
come
lo
sboccio
è
luminoso
d
'
iridescenze
.
Buona
massaja
no
!
Io
mi
sarei
opposto
con
ogni
mezzo
.
Lasciammo
l
'
albergo
sul
far
del
giorno
,
mentre
piovigginava
,
nell
'
incertezza
d
'
un
'
alba
fredda
;
e
l
'
indomani
eravamo
alla
Villa
Folengo
,
tra
Pallanza
ed
Intra
,
sul
Lago
Maggiore
.
Io
sentiva
che
avevam
bisogno
degli
altri
e
che
la
solitudine
a
due
aveva
rischiato
di
sgretolar
con
lenta
marcia
un
grande
edificio
d
'
amore
.
La
società
,
gl
'
indifferenti
,
i
curiosi
,
gli
amici
,
le
esteriorità
che
avevam
dimenticate
durante
il
soggiorno
nei
Graubünden
e
che
eran
così
soavi
ad
abbandonare
in
quei
tempi
,
ci
tornavan
graditi
ora
,
ci
scuotevano
salutarmente
.
Lidia
,
in
ispecie
,
mandava
ogni
poco
dei
trilli
di
gioia
,
e
si
buttava
fra
le
braccia
di
sua
madre
.
Donna
Teresa
,
superato
un
certo
impaccio
nel
darmi
del
tu
,
era
commossa
della
felicità
che
avevo
portata
in
casa
sua
,
e
il
signor
Pietro
Folengo
trovava
il
nostro
matrimonio
bello
e
prezioso
quanto
una
partita
doppia
scritta
senza
errori
in
eleganti
calligrafie
.
Per
una
festa
data
da
Ettore
Caccianimico
nella
propria
villa
a
Pallanza
,
ebbi
occasione
di
ritrovar
parecchie
conoscenze
;
Ettore
Caccianimico
,
innanzi
tutto
,
l
'
interessante
uomo
la
cui
vita
contava
per
due
,
così
era
stata
violenta
di
passione
,
ricca
d
'
avventure
e
febbrile
;
a
lui
mi
legava
grandissima
amicizia
,
nonostante
la
disparità
ragguardevole
d
'
anni
.
Portava
lunghi
i
capelli
bianchi
e
vestiva
con
eleganza
;
avendo
vissuto
in
quasi
tutte
le
capitali
d
'
Europa
,
conosceva
la
storia
di
molte
genti
e
ne
inventava
di
molte
altre
.
Non
aveva
trovato
il
tempo
di
far
la
solita
evoluzione
senile
verso
gli
scrupoli
religiosi
.
-
Amo
i
divertimenti
onesti
,
la
compagnia
dei
giovani
ed
i
ricordi
dei
vecchi
,
-
diceva
.
-
Quando
sarò
di
peso
,
mi
farò
saltar
le
cervella
.
-
Sua
moglie
,
Clara
Caccianimico
,
la
quale
in
trent
'
anni
di
matrimonio
non
s
'
era
visto
vicino
Ettore
per
più
di
quattro
mesi
di
séguito
,
era
una
donna
alta
,
robusta
,
rossa
in
viso
,
cordiale
.
Non
appena
ci
vide
entrare
,
s
'
impadronì
di
Lidia
,
l
'
abbracciò
,
le
presentò
una
ventina
di
cavalieri
caricandole
il
taccuino
di
tanti
nomi
,
ch
'
io
a
stenti
riuscii
a
fissare
un
giro
di
valzer
con
lei
.
Appoggiato
alla
porta
che
metteva
dalla
prima
alla
seconda
sala
,
Ettore
Caccianimico
mi
stava
al
fianco
enumerandomi
le
qualità
dei
convenuti
.
Io
da
lontano
osservava
Lidia
,
che
pareva
difendersi
assai
bene
e
rintuzzar
con
prontezza
i
complimenti
dei
sùbiti
corteggiatori
.
Ella
era
un
po
'
accesa
in
volto
,
e
i
suoi
occhi
fosforici
ogni
tanto
mi
cercavano
,
venivano
a
salutarmi
,
sfuggivano
.
Per
l
'
abito
lilla
che
indossava
,
avevo
lasciato
fare
a
lei
e
a
donna
Teresa
;
ma
ora
mi
sembrava
oltremodo
scollato
,
e
quel
movimento
del
seno
alternato
ad
ogni
respiro
,
quel
giro
di
perle
attorno
al
collo
,
quei
fiori
nei
capelli
,
che
io
aveva
tanto
ammirati
in
casa
,
mi
davan
fastidio
come
troppo
procaci
.
Quanto
a
Lidia
,
-
quand
'
ella
appariva
dalla
porta
,
di
fronte
a
quella
ov
'
io
era
con
Ettore
,
-
studiava
il
movimento
delle
mie
labbra
per
intuire
quel
che
dicessi
;
e
non
appena
avevo
qualche
signora
al
braccio
e
mi
disponevo
a
ballare
,
la
distrazione
di
Lidia
arrivava
al
punto
che
il
cavaliere
di
lei
parlava
,
interrogava
,
senz
'
ottener
mai
risposta
.
A
quella
festa
,
la
presenza
di
Giorgio
Uglio
mi
stupì
non
poco
.
Bell
'
uomo
,
Giorgio
Uglio
,
dalle
membra
flessibili
per
assidui
esercizî
di
scherma
;
un
po
'
vano
,
così
da
meritarsi
il
soprannome
di
uomo
-
camelia
che
il
Caccianimico
gli
aveva
dato
a
indicar
la
sua
fatua
eleganza
.
Quand
'
io
era
partito
con
Lidia
per
la
Svizzera
,
a
Milano
si
parlava
molto
della
riconciliazione
di
Giorgio
con
sua
moglie
Laura
;
non
già
perchè
il
perdonare
alla
più
volte
adultera
fosse
cosa
inaudita
,
ma
perchè
la
pace
in
casa
Uglio
s
'
era
ristabilita
con
sì
stretti
nodi
,
che
Giorgio
e
Laura
parevano
innamorati
novelli
e
avevan
trovato
nel
museo
dei
loro
affetti
una
fioritura
di
tenerezze
sbalorditoie
,
una
passione
d
'
anime
disgiunte
che
si
riuniscono
a
dispetto
del
destino
.
Mentre
chiedevo
al
Caccianimico
perchè
Giorgio
fosse
solo
,
Giorgio
stesso
mi
venne
incontro
a
mani
aperte
.
-
Caro
,
caro
!
-
egli
esclamò
.
-
Così
presto
tornato
?
La
tua
signora
è
maravigliosa
d
'
eleganza
e
di
bellezza
.
Contate
di
ripartire
?
Un
giro
per
l
'
Italia
,
m
'
hanno
detto
....
Laura
è
nell
'
alta
Engadina
coi
parenti
;
soffre
molto
,
lontana
;
sarà
qui
a
giorni
e
spero
ti
tratterrai
per
salutarla
.
Ella
sarà
felice
di
riveder
la
tua
signora
che
le
era
così
simpatica
da
fanciulla
....
-
Ettore
Caccianimico
,
-
nell
'
angolo
d
'
osservazione
cui
ricorreva
durante
gl
'
intermezzi
,
-
sorrideva
malignamente
.
Quando
Giorgio
si
fu
allontanato
,
domandai
conto
ad
Ettore
di
quel
sorriso
.
-
Che
cosa
vuoi
?
-
rispose
.
-
Fa
bene
veder
tanta
intimità
fra
vecchi
amici
.
-
E
aggiunse
:
-
Hai
sentito
?
Laura
soffre
molto
,
lontana
.
Lontana
da
chi
?
Lontana
da
lui
,
si
capisce
.
Dio
mel
perdoni
,
l
'
idea
è
comica
.
-
A
me
,
nell
'
animo
,
s
'
era
piantata
un
'
angoscia
indicibile
per
le
parole
di
Giorgio
Uglio
.
Nella
solitudine
dalla
quale
uscivo
,
m
'
ero
dimenticato
affatto
che
un
giorno
avrei
dovuto
incontrarmi
con
persone
che
desideravo
evitare
;
la
scelta
mi
sembrava
facile
,
e
non
ricordavo
quanto
la
libertà
di
azione
fosse
circoscritta
nel
mondo
,
sottoposta
a
compromessi
di
peso
granitico
.
Avevo
una
ragione
chiara
,
plausibile
,
per
non
ammettere
Laura
Uglio
in
casa
mia
?
Ella
era
accolta
dovunque
,
poichè
il
marito
perdonava
e
ne
magnificava
le
virtù
;
non
avevo
speranza
che
nel
tatto
di
Laura
,
la
quale
avrebbe
forse
compreso
ch
'
era
di
cattivo
gusto
una
sua
visita
a
Lidia
.
-
Donna
sul
far
della
sera
!
-
mi
susurrò
il
Caccianimico
,
mentre
passava
Angela
Tintaro
al
braccio
d
'
una
giovanetta
bruna
.
-
Piacevole
,
però
.
Non
è
piacevole
?
Ti
sfido
a
scoprirle
un
amante
.
-
Anche
Angela
Tintaro
!
Questa
no
;
questa
,
poi
,
in
casa
mia
,
non
avrebbe
messo
piede
.
Ella
si
dirigeva
ora
verso
di
me
,
sola
.
-
C
'
è
la
sua
signora
,
qui
,
non
è
vero
?
-
domandò
offrendomi
la
mano
.
-
L
'
ho
vista
.
Quanto
è
carina
!
Di
un
'
eleganza
tutta
francese
:
molto
giovane
,
molto
bella
!
-
-
-
La
conosceva
già
?
-
disse
il
Caccianimico
.
-
Non
avevo
e
non
ho
quest
'
onore
,
-
rispose
Angela
Tintaro
.
-
Stavo
appunto
chiedendo
al
signor
Lacava
....
-
Ma
prima
di
lasciarle
terminar
la
frase
,
Ettore
Caccianimico
le
prese
il
braccio
e
se
la
portò
via
,
esclamando
:
-
Come
,
non
l
'
hanno
presentata
?
Ma
che
cosa
fa
dunque
mia
moglie
?
-
Quando
l
'
orchestra
attaccò
il
valzer
,
raggiunsi
Lidia
,
che
l
'
aveva
fissato
con
me
.
Dalla
stretta
istintiva
del
suo
braccio
,
dal
sorriso
risplendente
con
cui
la
donna
mi
accolse
,
indovinai
ch
'
ella
pure
soffriva
,
soffocava
fra
la
folla
.
-
Andiamo
via
,
dopo
,
-
ella
pregò
sottovoce
.
-
Sì
,
sì
,
-
risposi
.
-
Sono
stanco
.
Ti
hanno
presentata
Angela
Tintaro
?
-
Un
momento
fa
.
È
stata
molto
gentile
;
piena
di
cortesie
.
-
Lo
so
,
-
mormorai
inavvertitamente
.
-
Come
lo
sai
?
-
Volevo
dire
ch
'
è
naturale
,
-
corressi
.
-
Mi
ha
invitato
a
renderle
visita
,
all
'
Hôtel
Pallanza
.
Ci
andremo
?
-
Ti
dirò
poi
,
-
risposi
.
Al
cominciar
del
valzer
,
vidi
che
tutti
gli
occhi
erano
su
di
noi
,
ed
ebbi
una
tremenda
e
voluttuosa
soddisfazione
di
vanità
.
Quegli
uomini
che
seguivan
dello
sguardo
le
movenze
agili
di
Lidia
e
aspettavano
l
'
aria
mossa
dal
suo
abito
quasi
come
cosa
sua
;
quelle
donne
che
l
'
odiavan
già
dell
'
odio
più
femminile
;
quell
'
Angela
Tintaro
che
aveva
preso
posto
in
un
divano
per
goder
tutta
la
visione
di
Lidia
,
-
sapevano
,
dal
primo
all
'
ultimo
,
ch
'
io
solo
poteva
amarla
,
ch
'
ella
era
per
me
solo
.
Le
loro
diverse
sofferenze
formavano
il
più
bello
perchè
il
più
volontario
degli
omaggi
alla
nostra
felicità
.
Anch
'
io
in
altri
tempi
avevo
sopportate
per
altre
donne
simili
torture
;
il
contrappasso
era
perfetto
.
Poco
importava
se
qualche
imbecille
facesse
dei
disegni
di
conquista
;
ciò
non
guastava
nulla
.
Amavo
Lidia
in
quell
'
istante
come
non
l
'
avevo
forse
amata
neppure
il
primo
giorno
della
nostra
unione
;
io
la
teneva
fra
le
mia
braccia
,
sotto
quegli
occhi
invidi
e
desiderosi
;
il
profumo
di
gardenia
saliva
dal
suo
busto
,
si
diffondeva
da
'
suoi
capelli
ad
inebbriarmi
,
come
l
'
onda
musicale
che
avrei
voluto
sempre
accompagnasse
la
mia
donna
.
-
Il
signor
Uglio
ha
detto
che
Laura
desidera
salutarmi
,
-
Lidia
riprese
,
mentre
,
lasciato
il
posto
alle
coppie
seguenti
,
ci
attardavamo
a
far
coda
.
-
L
'
ha
detto
anche
a
me
,
-
risposi
.
-
Ti
piace
Laura
?
-
Dev
'
esser
finta
.
-
Aspetteremo
che
venga
lei
a
visitarci
.
-
Quando
il
valzer
finì
,
Lidia
declinò
tutti
gl
'
inviti
pei
balli
successivi
,
e
appena
fu
possibile
,
ci
congedammo
.
Angela
Tintaro
,
Giorgio
Uglio
,
Clara
Caccianimico
,
parecchi
altri
sopraggiunsero
,
e
in
un
attimo
fu
una
ressa
d
'
inviti
a
visite
,
di
cortesie
d
'
una
noiosità
sorprendente
.
Ettore
Caccianimico
mi
strinse
la
mano
,
gridando
:
-
Non
è
permesso
,
non
è
permesso
andar
via
a
quest
'
ora
!
-
E
a
bassa
voce
mi
aggiunse
:
-
Sta
bene
attento
:
voi
vi
amate
troppo
in
fretta
!
-
VI
.
Avveniva
in
me
da
qualche
tempo
un
fenomeno
eminentemente
nuovo
.
Avveniva
che
dopo
i
maggiori
trasporti
d
'
affetto
,
dopo
le
ore
più
confidenziali
,
io
vedessi
a
un
tratto
in
Lidia
un
'
estranea
,
una
donna
messasi
al
mio
fianco
io
non
sapeva
perchè
.
Mai
simile
fatto
erasi
avverato
con
altre
donne
,
destinate
a
passar
velocemente
;
ma
con
Lidia
sì
,
poichè
ella
doveva
essere
per
legge
e
per
diritto
non
altro
che
una
ripetizione
del
mio
animo
,
e
quasi
il
sangue
mio
doveva
trasfondersele
,
ed
ella
rappresentava
la
famiglia
,
il
legame
alla
vita
,
il
perchè
della
vita
.
Ora
,
io
mi
chiedeva
:
-
"
Può
ella
diventar
tutto
questo
?
Chi
è
Lidia
Folengo
?
In
qual
modo
ho
io
creduto
che
fossero
in
lei
tali
affinità
da
permetterle
questa
mutazione
di
sentimenti
?
"
-
Io
,
ripeto
,
vedeva
in
Lidia
un
'
estranea
;
ma
non
con
amarezza
,
bensì
con
maraviglia
profonda
.
Era
come
se
in
una
corrente
d
'
aria
caldissima
,
d
'
improvviso
precipitasse
una
folata
diaccia
di
nevischio
,
rapida
così
che
appena
avvertita
finiva
,
per
dar
di
nuovo
il
posto
all
'
aria
calda
.
Avevo
degli
stupori
mentali
,
in
cui
mi
trattenevo
a
forza
dal
gridare
alla
donna
:
-
"
Chi
sei
,
chi
sei
?
Come
hai
sperato
di
farti
un
altro
io
?
Puoi
rinunciare
alle
tue
idee
,
alla
tua
educazione
,
alla
tua
anima
per
accogliere
la
mia
?
Sai
tu
dove
io
ti
conduco
?
Mi
conosci
tu
bene
?
No
,
no
,
non
affermarlo
,
perchè
io
stesso
non
l
'
oserei
!
"
-
Ed
uscivo
da
quelle
visioni
fulminee
più
innamorato
che
avanti
,
e
stringevo
Lidia
al
mio
petto
con
tenerezza
infinita
.
Povera
bimba
!
Ella
non
sapeva
nulla
;
le
avevano
offerto
di
sposarmi
e
mi
aveva
sposato
senza
darsi
conto
di
ciò
che
fosse
il
matrimonio
;
non
aveva
io
fatto
altrettanto
,
seguendo
l
'
impulso
del
cuore
?
Nè
lei
nè
io
somigliavamo
a
suo
padre
e
a
sua
madre
,
nati
in
altri
tempi
,
vissuti
fra
altre
genti
,
cresciuti
senz
'
audacia
di
discussione
.
Lidia
ed
io
eravamo
giovani
,
fra
un
consorzio
deturpato
dalla
civiltà
;
io
,
decisamente
moderno
;
lei
,
ancora
involuta
,
ma
pronta
ad
accogliere
il
soffio
turbolento
,
irrisorio
,
demolitore
,
dell
'
età
nostra
.
Sotto
l
'
influsso
di
tali
pensieri
,
io
mi
alzava
qualche
volta
a
piena
notte
,
e
mi
recavo
nella
camera
di
Lidia
.
L
'
oscurità
vi
era
piena
,
e
mi
dirigevo
,
guidato
dall
'
abitudine
,
fino
al
letto
della
donna
,
ascoltandone
il
respiro
isocrono
,
sfiorandone
le
mani
,
la
braccia
,
i
capelli
,
dicendomi
mentalmente
:
-
"
Chi
dorme
qui
?
Chi
è
venuto
qui
?
"
-
E
se
mi
rispondevo
:
-
"
Colei
che
è
tua
per
sempre
,
colei
alla
quale
sei
per
sempre
legato
,
"
-
io
sorrideva
,
crollava
la
testa
quasi
non
comprendendo
.
Non
dovevo
aver
più
segreti
?
il
mio
cuore
doveva
essere
aperto
agli
occhi
di
Lidia
?
Ma
come
,
ma
perchè
,
ma
era
ciò
naturale
?
Invece
di
creder
la
mia
personalità
duplicata
compenetrando
anche
quella
della
donna
,
io
la
sentiva
rimpicciolita
e
meschina
.
Il
posto
che
Lidia
prendeva
nella
mia
vita
mi
pareva
enorme
,
grottescamente
sproporzionato
a
quello
che
io
prendeva
nella
sua
.
Per
lei
,
per
un
suo
tradimento
,
io
doveva
dare
il
sangue
,
o
fare
uno
scandalo
e
coprirmi
di
ridicolo
;
per
me
,
per
un
tradimento
mio
,
ella
veniva
ad
acquistar
l
'
aureola
d
'
una
vittima
e
ad
aumentar
la
simpatia
della
quale
godeva
.
Ella
era
la
donna
,
la
classica
debole
,
cui
tutto
è
perdonato
,
di
cui
si
esagerano
la
bellezza
,
lo
spirito
,
l
'
eleganza
,
la
grazia
....
S
'
io
avessi
osato
annoiarmi
al
suo
fianco
sarei
stato
un
barbaro
,
un
ottuso
,
un
triviale
....
Ma
io
non
osava
,
perchè
i
pregiudizi
avevano
effetto
su
'
miei
impulsi
.
Non
potevo
procedere
in
quest
'
analisi
irritante
;
correvo
da
Lidia
,
la
facevo
parlare
,
la
volevo
l
'
intero
giorno
vicina
;
non
era
noiosa
,
no
;
non
era
esagerata
la
fama
della
sua
bellezza
e
della
sua
grazia
.
Io
m
'
era
irritato
pel
principio
,
evidentemente
,
non
pel
mio
caso
speciale
.
E
,
alla
scoperta
,
baciavo
Lidia
lungamente
e
andavo
con
lei
in
barca
,
la
sera
,
remando
io
,
sotto
il
pulviscolo
lunare
,
ch
'
era
tutta
una
retorica
.
Una
notte
ch
'
ero
penetrato
nella
camera
di
Lidia
,
questa
si
svegliò
,
mi
prese
le
mani
dicendo
:
-
Sei
tu
,
lì
?
Che
fai
?
-
E
tu
,
chi
sei
?
-
Io
?
Io
sono
la
tua
bimba
,
la
tua
bimba
piccola
!
-
ella
rispose
colla
voce
assonnata
.
Le
passai
una
mano
sul
viso
;
ella
aveva
gli
occhi
serrati
e
teneva
le
labbra
raccolte
per
ricevere
un
bacio
.
Nell
'
oscurità
me
la
figurai
così
graziosa
,
vinta
dal
sonno
e
tuttavia
offrendosi
per
istinto
affettuoso
,
ch
'
io
sentii
svanire
d
'
un
colpo
le
mie
crudeli
discussioni
d
'
indole
generale
.
Ma
me
ne
riprendeva
bene
la
necessità
,
quand
'
eravamo
tutti
riuniti
,
donna
Teresa
,
Pietro
,
Lidia
ed
io
,
pel
pranzo
o
per
qualunque
altro
motivo
.
La
villa
Folengo
era
quanto
di
più
inestetico
avessi
mai
visto
,
con
un
'
architettura
che
non
si
poteva
incolpare
ad
alcuno
stile
antico
o
moderno
;
e
nel
villino
,
il
salotto
di
riunione
era
il
capolavoro
di
quell
'
assenza
di
gusto
.
Già
le
cose
m
'
urtavan
di
per
se
stesse
;
già
io
comprendeva
di
non
poter
trovarmi
ad
agio
in
una
casa
dove
si
voleva
far
del
lusso
senza
spendere
quanto
è
necessario
per
essere
almeno
convenienti
.
Le
persone
,
poi
,
compievano
quell
'
impressione
disgustosa
e
non
riconoscevo
loro
alcun
diritto
alla
mia
reverenza
.
Pietro
Folengo
era
un
imbecille
,
nonostante
i
suoi
favoriti
bianchi
da
diplomatico
.
Un
'
assoluta
mancanza
di
critica
lo
costringeva
alla
pecorina
devozione
alle
critiche
già
fatte
;
un
'
incurabile
povertà
d
'
iniziativa
gl
'
impediva
d
'
agir
diversamente
da
come
s
'
è
agito
sempre
;
un
cieco
rispetto
per
le
tradizioni
,
per
tutto
quanto
è
costituito
e
nei
termini
legali
,
per
ogni
titolo
accademico
,
per
ogni
apparenza
,
lo
sommetteva
alla
massa
,
della
quale
abbracciava
immediatamente
il
giudizio
e
applaudiva
al
gusto
.
Se
si
fosse
occupato
di
politica
,
non
avrebbe
mai
osato
rovesciare
un
Ministero
;
se
si
fosse
occupato
d
'
arte
,
non
avrebbe
riconosciuto
mai
dell
'
ingegno
a
chi
non
avesse
seguìti
e
finiti
gli
studi
prescritti
;
entrato
nel
commercio
,
lo
continuava
nelle
proporzioni
in
cui
l
'
aveva
intrapreso
.
Sempre
,
e
in
ogni
caso
,
la
fortuna
gli
era
stata
propizia
.
Per
altro
,
non
gli
si
poteva
far
colpa
se
la
natura
non
gli
aveva
largita
una
mente
d
'
aquila
,
e
se
l
'
educazione
di
casa
aveva
cooperato
a
foggiargliene
una
da
gallina
;
bensì
,
era
d
'
uopo
tener
conto
della
sua
onestà
in
tempi
così
difficili
,
e
dell
'
eccezionale
avventurosità
che
aveva
presieduto
ad
ogni
speculazione
di
lui
anche
alle
più
strane
.
Egli
non
era
nè
ingenuo
,
nè
furbo
;
evitava
con
somma
cura
le
idee
isolate
,
per
accogliere
quelle
col
battesimo
della
popolarità
;
fra
l
'
aforisma
d
'
un
uomo
intelligente
e
un
proverbio
vecchio
,
s
'
atteneva
a
quest
'
ultimo
,
senz
'
esitare
.
Donna
Teresa
non
era
ammiratrice
del
marito
se
non
in
quanto
l
'
esito
era
sempre
favorevole
a
lui
e
pareva
dargli
ragione
;
ma
ella
ammetteva
che
in
teoria
il
signor
Folengo
s
'
era
arrestato
a
cinquant
'
anni
addietro
.
Donna
Teresa
non
aveva
alcun
difetto
capitale
;
trasmodava
spesso
e
volentieri
nel
raccontare
un
fatto
,
gonfiandolo
sensibilmente
e
svisandolo
fino
a
dar
forma
tragica
al
caso
più
insignificante
.
Troppo
facile
ad
accettar
le
opinioni
altrui
,
da
qualunque
parte
venissero
,
si
contraddiceva
con
imperturbabilità
olimpica
,
e
parlava
d
'
ogni
cosa
,
ora
con
vedute
audaci
,
ora
con
frasi
fatte
.
Ciò
produceva
un
vaniloquio
intollerabile
,
del
quale
andavo
ogni
giorno
meglio
sentendo
la
tortura
;
e
cominciava
a
crescermi
in
cuore
uno
sdegno
irragionevole
contro
donna
Teresa
,
che
obbligava
Lidia
a
descriverle
il
nostro
viaggio
,
minutamente
,
a
renderle
conto
dei
camosci
e
degli
scoiattoli
incontrati
nelle
nostre
escursioni
,
per
poi
raccontar
tutto
questo
ai
visitatori
e
agli
amici
di
casa
.
-
Figuratevi
,
-
diceva
ella
un
giorno
ai
Caccianimico
,
-
figuratevi
che
mia
figlia
ha
trovato
a
Splügen
un
centinaio
di
camosci
,
che
le
son
corsi
incontro
....
-
Perdòno
,
-
io
interruppi
,
seccato
;
-
i
camosci
erano
tre
e
invece
di
correrci
incontro
,
son
fuggiti
con
molta
naturalezza
.
-
Per
questo
semplice
incidente
,
donna
Teresa
mi
tenne
il
broncio
un
giorno
intero
,
durante
il
quale
compresi
d
'
aver
mancato
e
di
non
poter
vincere
il
bisogno
di
mancare
in
séguito
.
Sulle
prime
,
con
Pietro
io
mi
divertiva
ad
oppormi
a
tutte
le
sue
opinioni
e
ad
inquietarlo
con
delle
sentenze
paradossali
.
Il
buon
uomo
,
non
trovando
pronti
argomenti
,
si
smarriva
o
portava
la
questione
in
un
altro
campo
,
dov
'
io
lo
raggiungeva
tosto
e
ricominciavo
coi
paradossi
.
Ma
Lidia
m
'
aveva
pregato
di
non
tormentarlo
oltre
,
ed
io
aveva
finito
per
approvar
le
teorie
di
Pietro
,
limitandomi
a
monosillabi
,
secchi
ed
eguali
come
battute
di
pendolo
.
Giorgio
Uglio
arrivò
un
mattino
in
casa
,
mentr
'
eravamo
a
colazione
.
Splendeva
d
'
una
gioia
intensa
,
e
dopo
i
saluti
,
ci
annunciò
che
Laura
sua
moglie
giungeva
l
'
indomani
.
-
Domattina
,
col
battello
delle
dieci
,
-
egli
disse
.
-
Verranno
a
salutarla
?
Ella
ne
avrà
molto
piacere
.
Anche
lei
,
signora
Lidia
,
è
vero
,
sarà
a
riceverla
?
-
Senza
dubbio
,
-
rispose
Lidia
con
prontezza
.
-
Ho
tanto
desiderato
rivederla
!
-
Quando
Giorgio
fu
uscito
,
nella
sala
da
pranzo
seguì
un
breve
silenzio
;
poi
,
donna
Teresa
mormorò
:
-
Com
'
è
felice
!
Si
amano
alla
follia
!
...
-
Si
comprendono
!
-
aggiunse
Pietro
.
Io
guardai
l
'
uno
e
l
'
altra
e
fui
stupito
dell
'
espressione
calma
e
grave
ch
'
era
sul
loro
viso
.
Avevan
detto
per
davvero
!
Non
sapevano
che
Laura
aveva
tradito
Giorgio
quattro
volte
,
a
quanto
s
'
era
scoperto
,
ed
altre
volte
infinite
,
a
quanto
si
poteva
indovinare
?
I
romori
del
mondo
svanivan
dunque
assolutamente
sulla
soglia
di
casa
Folengo
?
Sebbene
io
conoscessi
quella
famiglia
e
sebbene
l
'
avessi
frequentata
nel
periodo
del
fidanzamento
,
non
m
'
aspettava
simile
cecità
;
forse
l
'
assidua
attenzione
che
raccoglievo
allora
su
Lidia
,
m
'
aveva
tolto
di
giudicare
a
fondo
i
parenti
di
lei
.
-
Da
dove
torna
la
signora
Laura
?
-
chiesi
.
-
Non
sai
?
Dalla
Svizzera
,
-
rispose
Pietro
Folengo
.
-
Con
chi
era
laggiù
?
-
ridomandai
.
-
Con
dei
congiunti
,
-
fece
donna
Teresa
.
-
Ne
sei
sicura
?
-
osservai
.
-
Deve
fare
un
bel
freddo
in
Isvizzera
,
ora
!
-
concluse
Pietro
,
senza
neanche
rilevar
la
mia
insinuazione
.
E
si
parlò
del
freddo
,
che
pel
venuto
ottobre
doveva
calare
anche
da
noi
.
Appena
fui
solo
con
Lidia
,
quel
giorno
,
le
dissi
:
-
Andrò
io
a
salutar
la
signora
Uglio
.
Tu
,
rimani
;
troverò
un
pretesto
per
iscusarti
.
-
Non
vuoi
ch
'
io
ti
accompagni
?
-
Lo
credo
inutile
.
I
signori
Uglio
non
sono
simpatici
nè
a
me
,
nè
a
te
;
ce
ne
libereremo
a
poco
a
poco
.
-
Non
vorrei
che
mamma
mi
rimproverasse
,
-
mormorò
Lidia
.
-
Perchè
?
Sei
tu
,
sono
io
,
che
dobbiam
fare
la
scelta
dei
nostri
amici
;
e
ci
sarà
ben
lecito
aver
dei
gusti
diversi
da
quelli
di
tua
madre
.
-
Naturale
,
-
assentì
Lidia
.
Non
uscii
che
alle
dieci
e
un
quarto
l
'
indomani
mattina
e
perciò
,
mentre
mi
dirigevo
al
ponte
di
sbarco
,
vidi
venirmi
incontro
Giorgio
a
fianco
di
Laura
,
i
Caccianimico
,
Angela
Tintaro
e
qualche
altro
conoscente
.
Li
salutai
,
chiedendo
venia
del
mio
ritardo
,
e
strinsi
la
mano
a
Laura
,
che
mi
parve
singolarmente
bella
.
-
La
tua
signora
?
-
domandò
Giorgio
,
nell
'
atto
ch
'
io
mi
poneva
al
suo
fianco
e
m
'
incamminavo
con
loro
all
'
Eden
Hôtel
.
-
Lidia
è
indisposta
e
vi
prega
di
volerla
scusare
.
-
Capii
,
dalla
faccia
contrariata
di
Giorgio
,
che
,
come
avevo
sperato
,
il
pretesto
non
era
buono
;
ma
nessuno
si
lasciò
sfuggire
l
'
occasione
di
sorridere
con
qualche
sottinteso
.
-
Già
indisposta
?
-
fece
Laura
,
guardandomi
di
tra
le
ciglia
socchiuse
.
-
Oh
,
una
cosa
molto
semplice
,
-
risposi
.
Laura
era
alta
,
magra
,
degna
del
pallio
o
degli
abiti
con
lungo
strascico
.
La
testa
,
piccola
ed
animosa
,
pallida
e
notevole
per
una
capigliatura
bruna
e
crespa
,
era
capace
di
più
espressioni
violente
e
la
tranquillità
vi
si
sarebbe
male
significata
;
dagli
archi
sopraccigliari
larghi
e
dagli
occhi
castagni
,
ma
instabili
d
'
irradiazioni
così
che
parevan
neri
,
usciva
un
'
energia
lieta
di
vivere
,
facile
a
trasmodar
nell
'
ira
e
nell
'
odio
,
senza
fermarsi
in
graduali
sentimenti
;
il
naso
aveva
rettilineo
e
la
bocca
dalle
labbra
carnose
;
le
orecchie
rosee
,
ben
disegnate
,
nascondevano
l
'
origine
plebea
che
si
rimproverava
alla
donna
;
erano
orecchie
da
patrizia
e
non
anse
da
schiava
;
la
voce
chiarissima
,
era
nell
'
intimità
un
po
'
velata
,
ma
eguale
.
Ettore
Caccianimico
,
fiancheggiato
dalla
moglie
e
da
Angela
Tintaro
,
ci
seguiva
portando
la
valigetta
di
Laura
;
io
m
'
offersi
di
prendere
una
piccola
borsa
di
pelle
che
Laura
aveva
alla
mano
;
ma
la
signora
si
rifiutò
,
dicendomi
:
-
No
,
no
.
Questa
non
si
tocca
.
C
'
è
tutta
la
mia
corrispondenza
,
qui
dentro
.
-
Di
'
:
tutta
la
nostra
;
-
corresse
Giorgio
con
un
sorriso
celestiale
.
Ettore
Caccianimico
tossì
.
Io
pensai
che
Giorgio
Uglio
volesse
beffarsi
di
noi
.
Non
si
poteva
ammettere
ch
'
egli
ostentasse
la
pace
domestica
con
ingenuità
così
fuor
di
proposito
;
e
se
tale
ingenuità
esisteva
in
lui
,
non
sapeva
egli
che
io
,
fin
dal
primo
riveder
Laura
,
m
'
ero
chiesto
s
'
ella
portasse
ancora
le
giarrettiere
che
nell
'
interno
avevan
ricamato
il
mio
nome
?
o
quale
altro
nome
chiudessero
ora
,
dopo
il
soggiorno
coi
parenti
?
Arrivati
all
'
albergo
,
Giorgio
lasciò
Laura
,
il
Caccianimico
diede
la
valigia
ai
servi
accorsi
;
vi
ebbe
un
istante
in
cui
Laura
ed
io
fummo
a
viso
a
viso
,
discosti
dagli
altri
.
-
Vieni
a
trovarci
,
-
ella
sussurrò
prestamente
.
-
E
di
'
a
tua
moglie
che
non
c
'
è
bisogno
di
scuse
perchè
io
la
dispensi
da
ogni
visita
....
-
M
'
accomiatai
,
sottraendomi
a
un
invito
a
colazione
fattomi
da
Giorgio
con
insistenza
.
Quando
Laura
m
'
aveva
dette
quelle
parole
coll
'
audacia
che
le
era
propria
e
che
l
'
abitudine
al
tradimento
aveva
in
lei
perfezionata
fino
alla
temerità
,
-
io
era
rimasto
attonito
.
Mai
,
per
tutto
il
tempo
del
mio
fidanzamento
,
Laura
aveva
fatto
cenno
al
nostro
passato
,
quantunque
non
di
rado
la
incontrassi
in
casa
Folengo
;
mai
s
'
era
curata
del
mio
amore
per
Lidia
....
Che
cosa
le
frullava
per
la
testa
,
ora
?
Non
potevo
supporla
così
pazza
da
credere
ch
'
io
conservassi
di
lei
,
non
un
desiderio
,
ma
pur
anco
un
ricordo
....
Vedevo
una
sola
cosa
buona
ed
utile
in
tutto
questo
:
la
persuasione
di
Laura
che
un
'
amicizia
tra
lei
e
Lidia
sarebbe
stata
assurda
e
mostruosa
;
persuasione
,
espressa
da
Laura
coll
'
altierezza
sua
caratteristica
,
quasi
lei
e
non
Lidia
rifiutasse
le
occasioni
d
'
un
incontro
.
Chiarissima
era
in
me
l
'
idea
dei
doveri
che
m
'
ero
assunti
verso
Lidia
e
ferma
la
decisione
di
compierli
,
fors
'
anco
pel
sentimento
egoistico
di
pretendere
altrettal
rigida
osservanza
dalla
donna
.
La
compagnia
di
Laura
m
'
era
quindi
uggiosa
;
non
riuscivo
a
comprendere
perchè
in
altri
tempi
mi
fosse
ella
piaciuta
.
Osservandola
bene
,
durante
il
primo
rivederci
e
nei
giorni
successivi
,
m
'
ero
persuaso
che
Laura
era
fibra
da
tradir
uomini
e
donne
colla
stessa
facilità
con
cui
avrebbe
bevuto
un
bicchier
d
'
acqua
.
Sul
suo
viso
stava
un
'
espressione
cinica
,
dura
,
spudorata
,
volubile
;
gli
occhi
avevano
sguardi
equivoci
,
il
sorriso
non
era
aperto
e
cordiale
,
ma
rapido
,
presto
a
mutarsi
in
sogghigno
,
a
scomparir
d
'
un
tratto
perchè
i
lineamenti
assumessero
una
gravità
altrettanto
falsa
.
L
'
eleganza
di
Laura
Uglio
era
capricciosa
,
troppo
spesso
procace
;
se
le
risa
della
donna
mi
giungevano
alle
orecchie
,
mi
parevano
alte
e
sguaiate
e
m
'
irritavano
contro
Giorgio
,
ch
'
era
così
buono
da
permetter
simile
contegno
a
chi
portava
il
nome
di
lui
.
Non
sono
ben
certo
delle
impressioni
che
il
mio
atteggiamento
suscitava
in
Laura
.
Se
non
conoscessi
l
'
acutezza
femminile
per
inarrivabile
nell
'
avvertire
e
definire
il
fascino
o
la
repulsione
prodotta
in
un
uomo
,
sarei
tratto
a
credere
che
Laura
ignorasse
il
mio
mutamento
a
suo
riguardo
;
così
appariva
tranquilla
e
sicura
.
Ero
con
lei
più
riservato
che
cortese
,
più
freddo
che
ostile
,
ma
dovevo
in
ogni
modo
rispecchiar
l
'
antipatia
per
Laura
,
dal
solo
fatto
che
poco
prima
del
mio
matrimonio
,
io
la
trattava
come
ogni
altra
conoscenza
.
Noi
ci
vedevamo
al
Caffè
Bolongaro
d
'
Intra
,
ove
mi
recavo
solo
.
In
quel
momento
,
Laura
aveva
lungo
corteo
d
'
ammiratori
,
i
quali
m
'
evitavan
la
noia
di
trovarmi
isolato
colla
moglie
di
Giorgio
e
impedivano
a
questa
un
possibile
inopportuno
richiamo
al
passato
.
Nel
tornare
a
Pallanza
,
Ettore
Caccianimico
dava
di
piglio
al
mandolino
e
faceva
da
menestrello
alla
compagnia
;
io
mi
offriva
compagno
costantemente
ad
Angela
Tintaro
,
sebbene
anch
'
ella
mi
ripugnasse
per
le
sue
innaturali
venture
amorose
.
Nel
susurro
delle
conversazioni
,
fra
le
risate
,
sentivo
Laura
dominar
gli
altri
,
avventar
motti
brucianti
come
labbra
febbrili
,
aizzar
quelli
che
l
'
accompagnavano
;
e
guardando
Giorgio
,
trovavo
sulla
faccia
di
lui
il
consueto
sorriso
celestiale
.
Mercè
l
'
opera
di
Laura
,
la
villa
Caccianimico
s
'
era
tramutata
in
una
gran
sala
di
divertimento
;
il
giardino
si
popolava
di
giovanotti
e
di
signore
attratti
dai
giuochi
eleganti
che
Giorgio
,
Ettore
e
Laura
avevano
organizzati
;
il
pianoforte
era
tormentato
di
notte
fino
a
tarda
ora
e
dalle
finestre
aperte
prorompevan
grida
ilari
,
schiamazzi
,
risate
femminili
;
dopo
il
trattenimento
,
la
baraonda
usciva
per
le
strade
a
far
serenate
coi
mandolini
e
le
chitarre
,
e
di
tutto
Laura
Uglio
era
l
'
anima
informatrice
....
Quanti
diabolici
intrighi
aveva
ella
saputo
aggrovigliare
,
nonostante
l
'
idillio
col
marito
?
Io
sarei
giunto
forse
a
calcolarli
,
se
il
freddo
improvviso
non
m
'
avesse
indotto
a
vincer
l
'
inerzia
di
quel
soggiorno
e
a
ritornare
a
Milano
,
donde
contavo
riprendere
il
nostro
viaggio
.
VII
.
Saliva
dalla
via
una
sonnolenza
larga
e
morbida
,
che
pareva
scemar
gli
stessi
romori
dei
carri
e
delle
carrozze
,
passanti
sotto
la
pioggia
a
rovescio
.
In
qualche
negozio
,
le
lampade
elettriche
splendevano
,
quantunque
non
fossero
che
le
due
del
pomeriggio
.
Le
signore
,
chiuse
nei
mantelli
,
non
trattenute
dal
tempo
accidioso
,
affollavano
il
Corso
egualmente
come
nel
più
bel
giorno
d
'
autunno
,
si
soffermavano
alle
vetrine
,
trovavan
la
volontà
di
comperare
e
di
discutere
le
compere
fatte
.
Lidia
apparteneva
a
questa
categoria
di
signore
instancabili
nel
passare
da
un
magazzino
all
'
altro
.
Quando
la
pioggia
era
più
violenta
,
Lidia
si
faceva
allegra
.
Calzava
stivaletti
alti
serrati
,
indossava
la
pelliccia
,
un
piccolo
cappello
di
feltro
,
guanti
scuri
,
e
usciva
con
me
a
pellegrinare
pei
negozi
di
mode
.
Aveva
un
umore
eccellente
;
mi
abbracciava
ad
ogni
poco
,
prima
d
'
andar
fuori
,
e
rideva
ad
ogni
occasione
;
sopratutto
era
abilissima
nello
scoprir
la
necessità
degli
oggetti
inutili
,
al
punto
che
mentre
credevo
di
doverci
trattenere
solo
un
paio
di
giorni
a
Milano
,
ivi
eravamo
già
da
dieci
e
sembravamo
incamminati
a
rimanervene
altrettanti
.
S
'
era
cominciato
cogli
acquisti
di
gran
rilievo
,
rappresentati
dagli
abiti
di
Lidia
per
la
veniente
stagione
.
Le
stoffe
offrivano
due
motivi
a
pensieri
gravissimi
:
la
qualità
ed
il
colore
,
o
meglio
la
combinazione
dei
colori
,
perchè
con
mia
grande
sorpresa
,
Lidia
m
'
aveva
assicurato
che
una
combinazione
di
colori
falsi
avrebbe
distrutta
la
sua
fama
di
signora
a
modo
.
Appena
ella
poneva
piede
nel
negozio
,
la
sua
ilarità
spariva
e
un
'
ombra
grave
le
si
diffondeva
sul
viso
bianco
e
fresco
.
Lidia
ascoltava
le
parole
del
commesso
con
molta
diffidenza
,
e
sottoponeva
l
'
uomo
a
un
'
analisi
psicologica
delle
più
accurate
;
non
amava
i
discorsi
di
quella
gente
;
non
aveva
scrupolo
alcuno
di
mettere
a
soqquadro
un
magazzino
intero
,
o
d
'
andarsene
senza
comperare
.
Mentr
'
ella
tuffava
con
voluttà
le
piccole
mani
fra
gli
ammassi
di
stoffe
sciorinati
sul
banco
,
o
confrontava
gl
'
infiniti
campioni
dei
quali
aveva
zeppo
il
manicotto
,
-
io
mi
sedeva
presso
di
lei
,
ascoltandola
,
e
nei
casi
dubbi
ella
si
rivolgeva
a
me
.
-
Che
ne
pensi
,
Sergio
?
-
chiedeva
,
mostrandomi
il
velluto
o
la
seta
.
-
Molto
bene
,
-
rispondevo
.
-
Ma
no
,
ma
no
!
-
ella
esclamava
,
con
un
sorriso
.
-
Non
si
tratta
di
lodare
;
non
ho
ancora
scelto
.
Credi
che
questa
guarnizione
?
...
-
Io
aveva
cura
di
creder
sempre
quanto
credeva
ella
medesima
e
di
fingermi
anche
più
ignorante
di
quel
che
non
fossi
,
perchè
ella
non
avesse
a
sospettar
d
'
una
certa
mia
esperienza
di
mode
,
acquisita
in
diverse
occasioni
,
le
quali
da
Lidia
non
si
dovevan
conoscere
.
-
Se
fosse
qui
la
mamma
,
potrebbe
consigliarmi
!
-
diceva
ella
infine
.
Faceva
mandare
a
casa
gl
'
involti
voluminosi
,
ma
quando
ve
n
'
era
qualcuno
appena
possibile
a
portarsi
,
ella
stessa
se
ne
impadroniva
e
se
lo
metteva
sotto
l
'
ascella
con
una
tenerezza
materna
delle
più
ingenue
.
Poi
mi
diceva
:
-
Spero
che
così
andrà
bene
;
quel
mantello
aveva
assolutamente
bisogno
della
piuma
,
in
basso
;
quest
'
anno
la
piuma
si
usa
molto
;
purchè
la
sarta
non
guasti
!
...
Aspetta
;
devo
entrar
qui
un
istante
....
-
E
si
andava
in
un
altro
negozio
,
dove
il
commesso
ricominciava
le
chiacchiere
,
e
Lidia
l
'
analisi
psicologica
.
Avevo
occasione
d
'
osservare
che
tutte
le
signore
facevan
così
,
e
che
l
'
aria
grave
di
Lidia
si
ripeteva
sui
viso
di
quante
entravano
.
In
qualche
magazzino
,
il
susurro
femminile
pareva
un
ronzìo
d
'
api
laboriose
;
colla
differenza
che
le
api
umane
qui
,
scialavano
invece
di
raccogliere
;
alcune
s
'
abbandonavano
alla
disperazione
per
non
aver
trovato
quanto
desideravano
;
altre
discutevan
sul
prezzo
e
mercanteggiavan
per
abitudine
;
e
tutto
questo
,
alternato
cogli
sguardi
rapidi
,
sintetici
,
alle
compagne
,
delle
quali
si
valutavano
in
un
baleno
anche
il
veletto
e
i
guanti
.
Avvenivano
incontri
di
amiche
,
sùbito
unite
in
una
lega
tacita
contro
il
commesso
;
più
sovente
,
s
'
incontravan
delle
nemiche
,
riconoscibili
alla
ostentata
cura
dell
'
una
di
non
sfiorar
l
'
abito
dell
'
altra
,
squadrata
con
sovrano
dispregio
.
Potevo
cogliere
a
volo
dei
piccoli
dialoghi
:
-
"
Sai
,
l
'
ho
pagato
quaranta
lire
;
ma
a
Giuseppe
dirò
che
mi
costa
venti
.
-
"
Naturale
.
-
"
In
un
caso
,
citerò
la
tua
testimonianza
.
-
"
Còntaci
pure
;
faccio
anch
'
io
lo
stesso
con
Paolo
.
-
"
Stavolta
donna
Mercedes
è
sbaragliata
.
Compro
questa
pelliccia
,
ch
'
è
adorabile
.
-
"
Adorabile
;
somiglia
alla
mia
,
salvo
che
quella
mi
vien
da
Parigi
.
"
-
Se
giungeva
per
caso
una
cortigiana
in
momentaneo
favor
del
pubblico
,
l
'
attenzione
delle
signore
si
raccoglieva
totalmente
su
di
lei
;
lì
,
era
la
moda
,
un
po
'
audace
,
ma
espressiva
.
Forse
,
in
qualche
cuore
di
donna
onesta
non
sanguinava
una
piaga
d
'
invidia
,
pensando
che
il
bel
giovane
presso
la
cortigiana
dava
lentamente
la
vita
e
il
patrimonio
per
lei
;
non
tanto
per
quest
'
ultimo
,
quanto
per
la
vita
?
(
Dolce
poter
dire
,
levando
gli
occhi
languidi
al
soffitto
:
"
Ahimè
,
povero
ragazzo
!
Se
avessi
saputo
che
sarebbe
giunto
a
morirne
....
Ma
chi
lo
imaginava
,
coll
'
ipocrisia
della
nostra
gioventù
?
"
)
Mi
pareva
di
respirare
aria
più
libera
,
all
'
uscir
da
quei
negozî
,
mentre
Lidia
rilevava
con
immenso
sconforto
che
per
la
giornata
non
aveva
altre
compere
in
vista
.
Si
consolava
però
sùbito
a
casa
,
trovando
accatastati
gl
'
involti
nella
sua
camera
;
li
apriva
,
considerava
ancora
gli
acquisti
,
aspettava
la
sera
per
giudicarli
alla
luce
artificiale
;
qualche
volta
li
rimandava
o
li
mutava
,
dopo
i
consigli
della
sarta
.
Questa
aveva
libero
adito
in
casa
nostra
,
a
qualunque
ora
del
giorno
.
Era
una
signora
alta
,
magra
,
con
un
neo
posticcio
sulla
guancia
destra
;
compariva
,
-
eccezionalmente
e
solo
per
Lidia
condiscendeva
a
muoversi
dalla
sua
officina
-
seguìta
da
una
commessa
che
portava
i
giornali
di
moda
,
quei
giornali
di
moda
i
quali
rappresentavan
per
lei
il
limite
a
cui
l
'
umana
intelligenza
può
giungere
e
donde
è
affatto
inutile
si
spinga
innanzi
.
Apertili
,
con
suprema
delicatezza
quasi
porte
di
tabernacolo
,
Lidia
e
la
sarta
si
curvavano
sul
figurino
,
v
'
appuntavan
l
'
indice
,
facevan
lunghi
calcoli
non
meno
di
due
generali
alla
vigilia
d
'
un
attacco
decisivo
.
I
consigli
di
quella
signora
eran
semplicemente
infernali
;
dovevan
partir
forse
dal
principio
che
ogni
cosa
bella
ne
ammette
una
migliore
,
e
per
questo
principio
indicava
lei
medesima
le
stoffe
,
i
colori
,
le
guarnizioni
,
le
fodere
più
opportune
,
spiegando
a
me
,
sottilmente
,
come
la
bellezza
di
Lidia
volesse
un
'
eleganza
raffinata
e
aristocratica
,
ma
senza
possibili
confronti
.
Ella
aveva
pure
intuito
che
nessun
momento
della
vita
coniugale
meglio
del
nostro
,
si
prestava
a
comporre
e
a
radunare
un
corredo
muliebre
così
vantaggioso
per
Lidia
,
quanto
,
in
altro
senso
,
per
lei
;
e
ciò
spiegava
l
'
attenzion
matematica
,
l
'
accuratezza
con
cui
gli
abiti
erano
ideati
,
fatti
e
finiti
,
in
un
giro
di
tempo
relativamente
assai
breve
e
con
approvazioni
entusiastiche
da
parte
di
Lidia
.
Quei
capolavori
di
buon
gusto
ammaliavano
Lidia
,
la
quale
si
sentiva
diventar
donna
forse
più
per
merito
loro
che
per
merito
mio
;
sembravan
contener
fra
il
raso
,
il
velluto
,
la
seta
,
un
universo
d
'
insidie
,
d
'
invidie
,
di
frivolezze
,
di
cattiverie
,
di
seduzioni
,
di
sottintesi
che
ancora
mancavano
a
Lidia
per
poterla
considerare
un
'
adorabile
signora
della
buona
società
.
L
'
intervento
della
sarta
aveva
portato
un
ritardo
nella
nostra
partenza
.
Ottobre
era
già
venuto
al
termine
e
novembre
,
-
in
quell
'
anno
rimasto
memorabile
per
la
sua
rigidezza
,
-
si
presentava
carico
di
nebbioni
e
assai
minaccioso
.
Al
comparir
dell
'
ultimo
abbigliamento
,
respirai
:
ora
saremmo
infine
partiti
.
Ma
Lidia
,
con
un
'
infinità
di
moine
graziosissime
,
-
dove
l
'
aveva
imparate
?
-
mi
pregò
d
'
aspettare
qualche
giorno
,
perchè
v
'
eran
altre
piccole
compere
a
fare
,
di
cui
voleva
sbrigarsi
al
più
presto
.
Pensai
rapidamente
che
le
compere
avevano
un
incalcolabile
peso
sulla
nostra
felicità
:
mai
,
come
in
quei
giorni
,
Lidia
raggiava
di
salute
fisica
e
spirituale
;
era
un
lumeggiar
continuo
di
sorrisi
,
un
brillamento
d
'
occhi
,
un
accondiscendere
a
tutto
quanto
dicessi
e
anche
a
quanto
stessi
per
dire
,
-
senza
precedenti
nel
nostro
breve
passato
intimo
.
In
séguito
a
tale
considerazione
,
credetti
il
premio
adeguato
alla
fatica
di
trattenerci
qualche
giorno
ancora
a
Milano
;
e
ricominciammo
il
pellegrinaggio
nei
negozî
,
non
più
di
stoffe
,
ma
di
gingilli
.
Stavolta
le
compere
eran
d
'
un
'
inutilità
sorprendente
,
e
Lidia
non
aveva
nemmeno
il
coraggio
d
'
assumere
l
'
aria
grave
di
circostanza
;
ma
quegli
acquisti
parevan
più
necessarî
a
lei
,
più
fatalmente
agognati
,
che
la
stilla
d
'
acqua
alla
gola
riarsa
d
'
Epulone
.
Si
perdeva
e
s
'
estasiava
davanti
agli
oggettini
da
salotto
nei
quali
la
diabolica
scaltrezza
dell
'
artefice
aveva
sudato
a
raggiunger
la
perfezione
;
e
per
l
'
impaccio
della
scelta
,
non
sapendo
Lidia
decidersi
fra
due
balocchi
egualmente
leggiadri
,
finiva
collo
sceglierli
....
ambedue
;
e
poichè
l
'
intuizion
già
notata
nella
sarta
,
sembrava
ripetersi
in
tutt
'
i
negozianti
ai
quali
facevamo
capo
,
a
bella
posta
essi
mettevan
troppo
di
frequente
Lidia
in
quell
'
impaccio
della
scelta
,
così
disastroso
per
le
sue
conseguenze
.
In
casa
,
meglio
che
in
ogni
altro
luogo
,
la
superfluità
delle
nostre
compere
strideva
maledettamente
;
le
camere
eran
già
ricche
di
decorazioni
e
d
'
ornamenti
,
ed
ogni
angolo
aveva
un
mondo
di
gingilli
;
inoltre
,
poichè
l
'
appartamento
nostro
era
stato
arredato
col
consenso
di
Lidia
e
colla
sua
approvazione
,
io
non
riusciva
a
comprendere
com
'
ella
vedesse
tanti
e
così
spaventosi
vuoti
là
,
dove
alcuni
mesi
prima
tutto
le
pareva
giusto
,
appropriato
,
ben
messo
.
Eppure
,
ella
trovava
modo
di
fare
spazio
,
bastante
non
solo
per
ciò
che
aveva
comperato
,
ma
anche
per
ciò
che
doveva
comperare
,
e
innanzi
alle
sue
acrobatiche
sovrapposizioni
,
s
'
entusiasmava
vie
più
a
cominciar
da
capo
l
'
indomani
.
Tutto
questo
m
'
annoiava
d
'
una
noia
grigia
e
vasta
;
io
voleva
partire
.
Lidia
mi
pareva
una
bimba
,
ma
la
sua
infantilità
si
prolungava
oltre
misura
,
e
s
'
io
non
avessi
avuta
in
fondo
al
cuore
un
'
eco
di
quella
tenerezza
che
ci
aveva
presi
ambedue
,
al
ritorno
,
nel
riveder
la
nostra
camera
nuziale
,
sarei
scattato
d
'
improvviso
.
In
un
giorno
,
dunque
,
pieno
di
sonnolenza
larga
e
morbida
,
che
attutiva
anche
il
romor
dei
carri
e
delle
carrozze
,
sotto
la
pioggia
sferzante
,
noi
eravamo
usciti
come
di
solito
.
Poco
prima
,
Lidia
s
'
era
messa
alla
scrivania
per
mandare
una
lettera
a
donna
Teresa
;
ma
dopo
aver
contemplata
la
carta
colle
cifre
in
carattere
antico
,
ella
m
'
aveva
chiamato
:
-
Sergio
!
-
Dal
tono
di
voce
,
era
chiara
una
supplica
.
-
Sergio
,
non
ti
sembra
che
questa
carta
sia
sovranamente
funebre
?
Quelle
cifre
in
nero
....
anche
il
formato
?
...
-
L
'
hai
scelta
tu
,
cara
,
se
non
m
'
inganno
.
-
Sì
,
è
vero
....
Ma
ho
sbagliato
....
Che
cosa
dirà
mamma
,
ricevendola
?
Lei
,
così
attenta
a
ogni
cosa
?
...
-
Pausa
,
di
meditazione
;
poi
,
chiudendo
l
'
asse
scorrevole
della
scrivania
:
-
Sergio
!
-
Lidia
?
-
Se
io
ti
pregassi
....
di
cambiarla
?
-
Cambiarla
?
...
colle
tue
cifre
?
...
Bisognerà
comperarne
dell
'
altra
;
è
più
spiccia
....
-
E
tu
,
non
te
ne
avresti
a
male
?
-
Di
che
?
Se
l
'
avessi
fabbricata
io
,
questa
....
-
Allora
,
Sergio
....
Allora
usciamo
,
sùbito
?
Piove
:
una
bellissima
corsa
,
mi
butto
in
ispalla
la
pelliccia
,
e
in
un
minuto
sono
in
ordine
....
-
E
in
un
minuto
era
stata
in
ordine
veramente
,
senz
'
aiuto
di
cameriera
,
infilandosi
i
guanti
sulle
scale
,
come
se
la
casa
dietro
noi
si
fosse
incendiata
e
minacciasse
un
crollo
.
E
perciò
noi
eravamo
usciti
,
a
piedi
,
in
mezzo
al
fango
e
all
'
accidia
invernale
.
Pareva
una
ragazzina
scappata
di
scuola
,
Lidia
,
colle
mani
ricoverate
nel
manicotto
,
appoggiandosi
al
mio
braccio
,
tuffata
nella
pelliccia
,
il
cui
bavero
alto
le
riparava
le
orecchie
dall
'
aria
pungente
.
La
carta
fu
scelta
,
senza
cifre
,
ma
benchè
Lidia
ne
fosse
ammirata
e
secondo
il
solito
se
ne
portasse
la
scatola
tra
il
seno
e
il
manicotto
con
materna
sollecitudine
,
-
io
osservai
ch
'
era
di
gran
lunga
migliore
quell
'
altra
.
-
No
,
no
,
t
'
inganni
,
-
rispose
Lidia
.
In
fondo
,
ella
si
curava
pochissimo
delle
mie
obiezioni
:
aveva
la
più
illimitata
presunzione
del
proprio
buon
gusto
....
-
Aspetta
,
-
diss
'
io
,
fermandola
innanzi
al
negozio
d
'
un
libraio
.
Mentre
passavo
,
m
'
era
parso
di
veder
sulla
copertina
d
'
un
elegante
volume
,
un
nome
che
in
quel
posto
era
stranissimo
.
-
Gian
Luigi
Sideri
,
-
lessi
.
-
Il
lastrico
dell
'
inferno
,
romanzo
!
Come
è
possibile
?
-
È
un
tuo
amico
?
-
domandò
Lidia
.
-
Ma
senza
dubbio
,
un
mio
caro
amico
.
È
inesplicabile
questo
risveglio
....
-
È
inesplicabile
che
abbia
scritto
un
romanzo
?
Perchè
?
Non
avrà
avuto
di
meglio
a
fare
....
-
E
Lidia
,
con
un
movimento
del
braccio
mi
accennò
che
desiderava
andarsene
.
Dove
mai
Gian
Luigi
Sideri
aveva
trovata
l
'
energia
necessaria
a
far
qualche
cosa
?
-
io
pensava
,
riprendendo
con
Lidia
il
cammino
verso
casa
.
-
Come
mai
era
riuscito
a
darmi
questa
lezione
di
buona
volontà
?
Che
cosa
sentiva
io
perciò
?
Era
invidia
?
No
:
era
amarezza
,
malinconia
,
per
la
dispersion
di
forze
che
caratterizzava
la
mia
vita
....
E
sorpresa
anche
,
perchè
fra
quanti
avrebbero
potuto
fermarsi
sulla
via
inutile
,
certo
io
non
ascriveva
Gian
Luigi
Sideri
.
La
nostra
amicizia
contava
parecchi
anni
d
'
esistenza
.
Ci
eravamo
conosciuti
al
teatro
Manzoni
,
dove
il
conte
Gian
Luigi
ed
io
avevamo
le
poltrone
fianco
a
fianco
,
e
la
mia
attenzione
era
stata
attirata
dall
'
irrequietezza
nervosa
di
Gian
Luigi
,
a
pena
contenuta
per
l
'
abitudine
ai
salotti
;
durante
gl
'
intermezzi
,
egli
si
rifugiava
nell
'
atrio
compensandosi
dell
'
immobilità
forzata
con
delle
evoluzioni
pel
lungo
e
pel
largo
,
a
passo
celere
.
Fra
un
'
armonia
di
gusti
e
un
senso
estetico
squisitissimo
,
una
facilità
a
comprendere
ogni
cosa
bella
e
originale
,
Gian
Luigi
portava
talvolta
una
nota
così
discorde
,
così
strana
,
da
non
lasciar
capire
come
avesse
potuto
nascere
in
lui
.
Le
sue
carrozze
,
per
esempio
,
eran
di
forme
e
di
colori
detestabili
quanto
la
livrea
della
sua
casa
,
e
non
gliele
avevo
perdonate
se
non
come
effetto
d
'
un
certo
disequilibrio
di
facoltà
critiche
.
Al
contrario
,
la
sua
mente
era
piena
di
concetti
e
di
visioni
graziose
,
sfumate
;
Gian
Luigi
aveva
una
cultura
tutta
d
'
apparenza
,
la
quale
sussidiata
da
un
acume
non
volgare
,
gli
dava
maggiori
vantaggi
che
non
la
mia
,
pesantissima
;
buon
musicista
,
Gian
Luigi
componeva
ballabili
e
romanze
,
di
colore
azzurrino
,
su
parole
proprie
,
ma
un
'
ammirazione
esagerata
per
tutto
quanto
veniva
da
Parigi
,
lo
costringeva
a
scriver
francese
;
egli
conosceva
questa
lingua
forse
meglio
della
propria
e
la
parlava
volentieri
,
con
accento
irreprensibile
.
In
fatto
di
letteratura
,
Gian
Luigi
s
'
era
limitato
sempre
a
imaginare
argomenti
da
romanzo
o
da
novella
,
nei
quali
si
poteva
sùbito
rintracciar
la
sua
tendenza
per
le
cose
un
po
'
indeterminate
,
e
per
gli
acquerelli
di
piccole
dimensioni
;
sfuggiva
il
dramma
o
lo
decorava
di
particolari
arguti
,
che
l
'
avvolgevan
quasi
in
una
nube
e
gli
toglievano
i
bagliori
sinistri
....
Questi
argomenti
,
creati
,
modificati
,
accarezzati
nella
fantasia
,
rappresentavano
per
Gian
Luigi
altrettante
lontane
possibilità
di
lavoro
,
a
cui
pensava
qualche
volta
con
rammarico
,
lamentandosi
d
'
essere
incapace
di
un
'
occupazione
lunga
e
abnegativa
.
Quanto
all
'
animo
di
lui
,
io
non
era
tuttavia
riuscito
a
definirlo
con
esattezza
.
Era
scettico
,
Gian
Luigi
,
o
indifferente
,
o
fatuo
,
o
innamorato
di
qualche
cosa
o
di
qualcuno
?
Probabilmente
,
colla
instabilità
sua
particolare
,
egli
era
a
vicenda
tutto
questo
,
ma
un
certo
riserbo
lo
salvava
dal
dimostrarlo
.
Senza
dubbio
,
conosceva
il
mondo
,
e
in
trent
'
anni
di
vita
aveva
corse
le
vicende
istruttive
degli
uomini
liberi
;
senza
dubbio
,
anche
,
era
un
sognatore
,
ma
non
un
sognatore
classico
,
il
quale
attraversa
doloroso
l
'
esistenza
in
cerca
di
sensazioni
inaudite
;
bensì
,
un
sognatore
calmo
,
sorridente
,
eclettico
,
il
quale
coglie
il
buono
dove
s
'
incontra
e
lo
paragona
alle
proprie
aspettative
.
Era
un
ammiratore
di
Laura
Uglio
,
donna
che
per
la
sua
beffarda
filosofia
della
vita
,
doveva
singolarmente
confarsi
allo
spirito
di
Gian
Luigi
;
forse
,
egli
ne
era
stato
anche
l
'
amante
,
perchè
in
un
certo
periodo
,
noi
ci
guardavamo
con
curiosità
,
stimolati
dal
desiderio
di
farci
una
domanda
e
incapaci
a
formularla
;
ond
'
era
fra
noi
due
rimasta
quella
specie
di
punto
interrogativo
,
non
mai
soddisfatto
.
Laura
,
Gian
Luigi
,
ed
io
,
conoscevamo
così
profondamente
i
doveri
ed
i
diritti
di
ciascun
di
noi
,
che
non
amavamo
affrontarci
,
preferendo
un
fatto
dubbio
,
larvato
di
convenienza
,
a
una
risposta
secca
e
noiosa
....
Certo
,
nel
calendario
d
'
amanti
che
la
società
affibbiava
a
Laura
,
il
nome
di
Gian
Luigi
non
era
comparso
;
ma
questo
provava
ben
poco
,
perchè
non
era
comparso
neppure
il
mio
....
Ora
,
Gian
Luigi
,
-
scettico
,
indifferente
,
fatuo
o
innamorato
,
che
importava
?
-
aveva
d
'
un
tratto
raccolte
le
sue
forze
,
aveva
lavorato
,
aveva
dato
alla
luce
un
volume
,
un
grosso
volume
,
a
quanto
si
vedeva
,
che
gli
era
costato
almeno
sei
mesi
de
fatiche
,
i
sei
mesi
del
mio
matrimonio
.
L
'
avvenimento
era
così
straordinario
,
ch
'
io
giunsi
a
casa
senz
'
aprir
più
bocca
:
salii
le
scale
dietro
Lidia
,
a
testa
bassa
;
mi
ficcai
nella
poltrona
,
presso
Lidia
,
in
salotto
,
dimenticando
di
guardar
nel
mio
studio
se
fosse
arrivata
la
posta
;
e
rimasi
in
quell
'
attitudine
,
colle
braccia
incrociate
,
a
pensare
.
-
Ah
questa
sì
,
va
bene
!
-
esclamò
Lidia
,
sciogliendo
l
'
involto
della
carta
da
lettera
.
Si
mise
innanzi
allo
scrittoio
,
dispose
i
fogli
,
prese
la
penna
,
mi
si
rivolse
:
-
Che
cosa
debbo
scrivere
a
mamma
?
-
E
il
libro
di
Gian
Luigi
-
mi
domandavo
-
quale
esito
aveva
avuto
?
Un
buon
esito
,
certamente
,
perchè
Gian
Luigi
doveva
aver
gusto
,
l
'
istinto
della
misura
,
che
non
s
'
insegna
....
-
Sergio
!
-
chiamò
Lidia
,
sorpresa
.
-
Non
hai
udito
:
come
debbo
scrivere
a
mamma
?
-
-
Mandale
i
miei
saluti
,
-
risposi
;
-
annunciale
la
nostra
partenza
....
-
La
nostra
partenza
!
-
ripetè
Lidia
con
un
sospiro
.
-
Per
quando
,
per
dove
?
-
Per
quando
vuoi
,
per
dove
vuoi
....
-
Ma
ero
stato
un
imbecille
a
non
comperar
sùbito
il
romanzo
di
Gian
Luigi
:
bisognava
leggerlo
,
avevo
urgenza
di
quel
libro
:
volevo
stabilire
immediatamente
....
-
È
proprio
necessario
partire
?
-
domandò
Lidia
,
abbassando
la
testa
sul
foglio
di
carta
.
-
Necessario
?
-
esclamai
.
-
Che
domanda
!
C
'
è
qualche
cosa
di
necessario
,
al
mondo
?
-
Oh
,
Sergio
!
-
Ma
sì
;
non
c
'
è
nulla
di
necessario
,
cara
amica
.
Si
parte
,
si
viaggia
,
perchè
ciò
è
nelle
abitudini
,
nelle
tradizioni
,
e
perchè
sarebbe
lo
stesso
non
partire
,
non
viaggiare
....
-
Allora
,
non
partiamo
,
e
non
viaggiamo
!
-
fece
Lidia
in
tono
secco
.
-
Io
sto
bene
qui
.
-
S
'
alzò
dalla
sedia
e
si
mise
a
passeggiare
pel
salotto
.
Ella
aveva
indossata
una
vestaglia
verde
-
cupo
,
che
aveva
la
vita
brevissima
,
e
dal
petto
giù
fino
ai
piedi
,
serbava
una
linea
rigida
e
severa
,
appena
interrotta
a
metà
da
un
nastro
fissato
ai
fianchi
e
incrociato
sul
davanti
;
somigliava
così
,
Lidia
,
a
una
scultoria
figura
bizantina
.
Cominciai
dal
gettarle
un
'
occhiata
d
'
ammirazione
,
senza
muovermi
dal
mio
posto
:
quindi
risposi
:
-
Allora
,
non
partiamo
e
non
viaggiamo
!
-
Lidia
si
fermò
di
botto
;
poi
mi
si
avvicinò
.
-
Perchè
dici
questo
?
-
ella
chiese
con
voce
calma
.
-
Perchè
credo
sia
il
tuo
desiderio
....
-
Ah
,
no
,
no
!
Non
è
per
questo
che
parli
in
tal
modo
,
Sergio
;
io
ti
conosco
,
ormai
.
-
Le
parole
furono
dette
quasi
con
benevolenza
.
La
donna
si
passò
una
mano
sulla
fronte
,
perchè
dovevan
presentarsele
più
argomenti
d
'
eguale
importanza
,
che
voleva
tutti
enunciare
,
in
bell
'
ordine
;
e
all
'
uopo
,
sedette
di
nuovo
innanzi
alla
scrivania
,
donde
mi
riusciva
quasi
di
faccia
.
Ma
mi
alzai
io
dalla
poltrona
.
-
Ebbene
,
-
dissi
un
po
'
seccato
.
-
Non
si
parte
,
perchè
partire
o
rimanere
è
affatto
indifferente
,
come
tutto
il
resto
.
-
E
mi
diressi
,
verso
l
'
uscita
,
e
raggiuntala
senz
'
opposizione
da
parte
di
Lidia
,
mi
ritirai
nel
mio
studio
.
VIII
.
Mi
occupai
sùbito
a
stabilire
la
gravità
di
quanto
avveniva
e
a
capire
il
significato
d
'
una
recrudescenza
di
sogni
che
supponevo
decisamente
snebbiati
dal
mio
animo
e
invece
eran
ricomparsi
cogliendo
la
prima
occasione
favorevole
.
I
due
termini
estremi
della
situazione
eran
chiari
per
quanto
dolorosi
:
un
lasso
di
sei
mesi
aveva
trasformato
Gian
Luigi
Sideri
in
un
uomo
che
ambiva
alla
fama
e
dilatava
la
propria
personalità
utilmente
;
un
lasso
eguale
di
tempo
nella
mia
vita
non
aveva
concluso
che
a
mutarmi
da
scapolo
in
marito
.
L
'
enorme
abisso
fra
l
'
una
condizion
di
cose
e
l
'
altra
,
era
appena
intravedibile
e
perciò
tanto
più
capace
d
'
impressionarmi
.
Gian
Luigi
ed
io
,
avevamo
nel
medesimo
tempo
,
nel
medesimo
giorno
forse
,
spalancate
due
porte
sulla
nostra
via
;
lui
dirigendosi
a
lotte
d
'
intelligenza
,
a
febbri
di
concezione
,
a
godimenti
e
ad
amarezze
non
comuni
,
e
tali
da
raffinarlo
e
da
toglierlo
alla
greggia
umana
;
io
sottoscrivendo
al
mio
volgarissimo
avvenire
,
rinunciando
a
sogni
smisurati
,
collo
sposare
una
fanciulla
,
che
amavo
indubbiamente
,
ma
che
ancor
dopo
sei
mesi
d
'
intimità
non
sapevo
se
fosse
quella
la
quale
m
'
abbisognava
.
Intuivo
di
questo
fatto
le
conseguenze
.
Un
matrimonio
non
è
mai
stato
barriera
al
lavoro
intellettuale
,
ma
per
me
,
pel
mio
bizzarro
carattere
,
assumeva
l
'
aspetto
d
'
una
barriera
insuperabile
;
anzi
,
come
altri
aveva
bisogno
della
famiglia
per
lavorare
,
io
aveva
invece
necessità
della
vita
libera
,
capricciosa
,
retta
dal
mio
solo
arbitrio
.
Le
angustie
derivate
dalla
casa
,
gli
obblighi
assunti
,
le
convenzioni
tacite
che
il
matrimonio
chiudeva
in
sè
numerosissime
,
formavano
il
veleno
più
potente
,
più
letale
,
più
immedicabile
alla
mia
attività
,
anche
senza
tener
conto
delle
obiezioni
e
dell
'
atteggiamento
ostile
che
nel
mio
caso
speciale
poteva
assumere
Lidia
per
un
tentativo
,
molto
problematico
,
di
darmi
finalmente
alla
letteratura
.
No
;
se
v
'
era
stata
ancora
speranza
a
qualche
cosa
,
se
il
destino
aveva
riserbata
nel
mio
animo
una
miracolosa
potenzialità
di
scuotermi
e
d
'
agire
,
-
io
aveva
distrutta
quella
speranza
,
avevo
stremata
quella
potenzialità
,
fatalmente
,
il
giorno
in
cui
m
'
ero
legato
a
Lidia
.
L
'
avevo
guastato
io
,
il
mio
destino
,
come
al
più
degli
uomini
succede
;
e
m
'
ero
scelto
l
'
avvenire
del
buon
padre
di
famiglia
,
quand
'
era
forse
pronto
per
me
l
'
avvenire
d
'
un
artista
!
Chi
m
'
aveva
tratto
in
inganno
?
Lidia
,
colla
sua
fresca
bellezza
?
i
parenti
di
lei
,
colle
loro
cortesie
?
Nessuno
:
una
succession
di
casi
,
una
forza
sottile
d
'
attrazione
al
pericolo
.
Onde
,
non
avevo
contro
chi
volgere
il
mio
malcontento
e
l
'
angoscia
della
delusione
;
gli
altri
,
eran
vittime
;
io
era
vittima
;
eravamo
vittime
tutti
quanti
di
quelle
leggi
necessarie
e
assurde
,
che
ad
ottener
Lidia
corpo
ed
anima
m
'
avevan
vincolato
a
lei
per
l
'
esistenza
intera
.
Nel
mio
studio
,
l
'
ombra
del
pomeriggio
calava
rapida
fra
scrosci
di
pioggia
;
a
momenti
non
ci
si
vedeva
più
,
ma
non
sapevo
muovermi
dalla
poltrona
,
nè
deporre
il
libro
che
avevo
mandato
a
comperare
e
che
tenevo
ancora
intonso
fra
le
mani
,
come
un
testimonio
vivo
e
straziante
di
quanto
si
poteva
fare
e
di
quanto
non
avevo
fatto
.
Dalla
camera
attigua
mi
veniva
il
romor
dei
passi
di
Lidia
,
e
mi
figuravo
la
donna
pensosa
,
a
testa
china
,
le
mani
entro
le
tasche
della
vestaglia
,
passeggiando
come
un
automa
pel
salotto
.
Lidia
era
tutto
il
mio
destino
;
io
doveva
cooperare
a
renderla
felice
,
e
raccogliere
in
questo
còmpito
non
facile
ogni
facoltà
dello
spirito
;
inutile
guardare
di
là
da
simile
stretta
cerchia
,
oltre
la
famiglia
e
la
casa
.
A
poco
a
poco
,
il
romor
di
quei
passi
mi
divenne
intollerabile
;
forse
Lidia
piangeva
per
il
modo
brusco
e
inusato
con
cui
m
'
ero
sottratto
a
quanto
ella
voleva
dirmi
....
A
che
stava
pensando
,
ora
?
Alla
triste
scoperta
della
mia
indole
,
a
'
miei
torti
,
alle
sue
speranze
di
quiete
,
inutili
....
Giovane
,
elegante
,
bella
,
voleva
ben
più
attente
cure
di
quelle
che
io
non
le
prestassi
;
poteva
ben
dolersi
de
'
miei
sogni
ridicoli
i
quali
creavano
una
rivalità
inafferrabile
per
lei
....
Ma
intanto
,
quei
passi
mi
causavano
un
rimbombo
doloroso
nel
cervello
;
il
fruscìo
della
veste
m
'
irritava
;
il
contegno
silenziosamente
corrucciato
di
Lidia
mi
pareva
un
rimprovero
sproporzionato
alla
colpa
....
Gettai
il
libro
di
Gian
Luigi
,
d
'
un
tratto
;
mi
levai
,
mi
diressi
all
'
uscio
che
metteva
nel
salotto
:
volevo
pregar
la
donna
di
non
più
tormentarmi
....
Di
non
più
tormentarmi
?
Ella
m
'
avrebbe
giudicato
pazzo
;
che
tormento
mi
dava
?
...
Restai
così
un
attimo
innanzi
all
'
uscio
,
studiando
la
frase
meno
incomprensibile
;
e
non
trovandola
,
e
temendo
di
veder
per
davvero
le
lagrime
supposte
di
Lidia
,
ritornai
alla
poltrona
,
ma
l
'
oscurità
era
ormai
densa
nella
camera
,
e
non
interrotta
se
non
dallo
spiraglio
di
luce
che
appariva
alla
bocca
della
stufa
.
Come
le
sei
suonavano
all
'
orologio
della
chiesa
vicina
,
mi
recai
nel
tinello
,
ove
rimasi
stupito
vedendo
preparata
la
tavola
con
una
sola
posata
.
Geltrude
-
la
cameriera
che
aveva
lasciati
i
signori
Folengo
per
passare
al
nostro
servizio
-
accendeva
il
candelabro
a
gas
,
nel
mezzo
del
soffitto
;
e
allo
stropiccìo
de
'
miei
passi
si
volse
,
dicendomi
:
-
La
signora
è
indisposta
e
prega
il
signore
a
voler
pranzare
da
solo
.
-
Credo
che
così
male
io
non
abbia
pranzato
mai
,
in
tutta
la
mia
vita
.
Un
'
ira
sorda
m
'
aveva
preso
contro
Lidia
e
la
sua
indisposizione
pretestata
;
il
far
partecipe
la
servitù
di
quanto
avveniva
tra
noi
,
mi
pareva
l
'
atto
più
stupidamente
borghese
che
Lidia
potesse
commettere
,
e
rivestiva
a
'
miei
occhi
un
carattere
d
'
ostilità
assoluta
poichè
la
donna
conosceva
benissimo
le
mie
opinioni
in
proposito
.
Neppure
un
istante
mi
balenò
alla
mente
il
pensiero
ch
'
ella
avesse
sperato
in
una
mia
sollecitudine
per
il
suo
malessere
,
in
una
mia
comparsa
nella
camera
da
letto
ov
'
ella
rimaneva
.
A
Geltrude
non
chiesi
spiegazioni
;
pranzai
male
,
ma
pranzai
,
col
giornale
spiegato
innanzi
a
me
;
poscia
accesi
un
sigaro
e
mi
accomodai
sul
divano
a
fianco
del
caminetto
,
studiando
con
enorme
attenzione
i
ricami
della
fiamma
sulle
legna
.
Verso
le
nove
,
uscii
di
casa
;
io
non
m
'
accorgeva
d
'
agire
non
per
volontà
mia
,
ma
per
fare
meccanicamente
ciò
che
avevo
visto
fare
agli
altri
in
simili
casi
:
gli
altri
si
divertivano
o
cercavano
divertirsi
;
io
entrai
al
teatro
Dal
Verme
,
ove
un
Circo
equestre
attirava
folla
discreta
.
Nell
'
atrio
scansai
tre
o
quattro
conoscenze
:
un
marito
con
seimila
lire
di
rendita
,
nient
'
affatto
sorpreso
che
la
moglie
ne
spendesse
diecimila
per
la
casa
;
un
vedovo
in
procinto
di
sposare
sua
cognata
,
quantunque
la
sapesse
,
come
la
sorella
,
già
condannata
per
etica
dai
medici
;
uno
scapolo
,
che
manteneva
una
ragazza
della
quale
si
vergognava
e
per
la
quale
ostentava
la
massima
indifferenza
;
ed
altri
,
che
mi
riuscivano
stranamente
antipatici
a
un
tratto
,
mentre
m
'
erano
appena
indifferenti
per
lo
passato
.
Da
quanti
,
invece
,
appressai
fra
i
miei
amici
,
ricevetti
quella
sera
un
'
accoglienza
curiosa
e
significante
;
erano
saluti
e
strette
di
mano
sincere
,
ma
diverse
dalle
consuete
;
era
un
atteggiamento
quasi
grave
che
costoro
assumevano
alla
mia
presenza
;
un
gruppo
di
celibi
,
noto
pe
'
suoi
discorsi
pornologici
,
troncò
una
discussione
,
quand
'
io
l
'
avvicinai
,
e
ne
cominciò
un
'
altra
di
politica
....
Si
aveva
riguardo
per
la
mia
mutata
condizione
,
e
pareva
s
'
aspettasse
di
definirmi
e
di
classificarmi
fra
le
diverse
specie
di
mariti
,
prima
di
scegliere
un
contegno
deciso
.
Fu
l
'
ultimo
colpo
all
'
irritazione
che
mi
ribolliva
dentro
;
ero
dunque
ben
morto
per
quegli
uomini
,
bene
straniero
ormai
al
loro
consorzio
,
se
si
trattenevano
dal
mostrarsi
cinici
e
scapati
quali
erano
,
e
indossavano
una
cappa
di
convenienza
,
pesante
a
me
più
che
a
loro
medesimi
?
Domandai
di
Gian
Luigi
Sideri
.
Era
a
Sestri
a
lavorare
,
solo
.
-
Com
'
è
stato
accolto
il
suo
Lastrico
dell
'
Inferno
?
-
chiesi
.
-
Assai
bene
;
ne
hanno
parlato
anche
all
'
estero
,
-
mi
si
rispose
.
-
Una
rivelazione
!
-
Me
ne
andai
,
verso
le
undici
.
Gli
altri
si
recavano
a
cena
.
-
Tu
non
verrai
,
non
è
vero
?
-
domandò
uno
.
-
Grazie
;
vado
a
casa
,
-
risposi
dopo
un
lampo
d
'
esitazione
.
E
negli
augurî
di
"
Buona
notte
!
"
che
m
'
accompagnarono
,
volli
trovare
ironia
,
invidia
,
rispetto
comico
per
la
fedeltà
con
cui
osservavo
i
miei
doveri
di
sposo
felice
;
e
l
'
irritazione
si
riversò
allora
infine
,
decisamente
,
contro
costoro
,
contro
la
buaggine
del
mondo
.
Se
si
fosse
indovinato
che
già
tra
me
e
Lidia
cominciavan
gli
screzî
!
...
Screzî
i
quali
davan
ragione
alle
ironie
sottintese
,
e
avrebbero
fatto
esultare
quei
filosofi
da
marciapiede
....
Ebbene
,
no
!
Lidia
era
a
letto
;
dormiva
,
quando
rincasai
.
La
scossi
leggiermente
,
la
pregai
di
voler
dimenticare
,
l
'
ottenni
ben
facile
,
e
l
'
alba
dell
'
indomani
sorse
tranquillissima
per
noi
,
smemorata
d
'
ogni
chiaroscuro
spiacevole
.
Tornando
,
però
,
durante
quella
notte
,
al
primo
malinteso
che
aveva
prodotto
il
nostro
broncio
,
Lidia
espresse
di
nuovo
il
desiderio
di
non
partire
;
non
aveva
voglia
di
soffrire
i
disagi
di
un
viaggio
lungo
;
voleva
attendere
la
migliore
stagione
,
e
nel
frattempo
occuparsi
della
sua
casa
,
far
visite
e
riceverne
,
andare
a
teatro
,
godere
del
carnevale
prossimo
;
tutto
coll
'
impazienza
della
donna
nuova
,
che
brucia
dal
desiderio
di
mostrare
al
mondo
quale
splendida
farfalla
sia
sbucata
dalla
crisalide
.
Per
non
toglierle
illusioni
circa
quei
divertimenti
che
il
suo
nuovo
stato
le
permetteva
,
ascoltai
il
programma
di
Lidia
con
animo
sereno
e
mi
compiacqui
a
far
disegni
sull
'
argomento
.
Nei
giorni
successivi
la
presentai
a
quante
famiglie
conoscevo
e
mi
parevan
degne
della
sua
amicizia
....
Spesso
in
quelle
case
,
dov
'
io
entrava
una
volta
preceduto
da
impaziente
attesa
e
circondato
da
cortesie
eccezionali
,
trovai
un
'
accoglienza
compitissima
e
tuttavia
diversa
da
quella
del
passato
;
le
madri
mi
serbavan
qualche
rancore
per
non
aver
fatta
cader
la
mia
scelta
sulla
signorina
,
speranza
e
tormento
della
famiglia
;
ero
per
esse
una
fresca
tomba
di
illusioni
.
Altrove
,
era
la
signorina
che
usava
un
po
'
d
'
astio
contro
Lidia
e
un
po
'
di
sprezzo
contro
me
;
occhiate
traducibili
con
un
:
"
Tanto
,
non
avrei
saputo
che
farmi
di
voi
!
"
Eran
più
schietti
e
cortesi
gli
uomini
,
quegli
stessi
uomini
,
i
quali
diventavan
terribili
di
satira
e
acuti
di
negazione
non
appena
si
trovavano
in
crocchio
,
al
teatro
o
al
caffè
.
Difficile
stabilire
il
numero
esatto
di
quelli
che
al
veder
Lidia
si
proponevano
di
sedurla
in
otto
giorni
e
stringendomi
la
mano
si
rallegravan
seco
stessi
d
'
aver
io
preparata
una
nuova
preda
per
loro
;
certo
,
dovevan
essere
molti
e
non
tutti
scapoli
;
certo
,
anche
,
Lidia
produceva
comunemente
un
effetto
d
'
ammirazione
per
la
sua
bellezza
,
e
di
simpatia
viva
per
un
'
ingenuità
graziosa
,
per
una
semplicità
pura
di
modi
,
che
alla
bellezza
eran
fortissimi
ausiliari
.
E
in
grazia
di
tali
ausiliari
,
le
madri
più
arcigne
e
le
fanciulle
deluse
,
dopo
quindici
giorni
gareggiarono
a
diventar
l
'
amica
intima
di
Lidia
,
come
gli
uomini
tutti
studiaron
di
farsi
amici
intimi
miei
;
del
che
ero
meno
lusingato
.
Lidia
aveva
stabilito
il
martedì
pe
'
suoi
ricevimenti
;
io
v
'
assisteva
sempre
,
quantunque
i
discorsi
delle
signore
mi
facessero
sui
nervi
l
'
effetto
d
'
uno
strider
di
lima
e
non
fossi
compensato
se
non
dallo
spettacolo
delle
manovre
tattiche
ivi
usate
.
La
simulazione
e
la
dissimulazione
vi
giuocavano
aspre
battaglie
;
vedevo
le
nemiche
sorridersi
,
darsi
la
mano
,
baciarsi
e
lodarsi
,
con
un
'
abilità
che
un
diplomatico
avrebbe
pagata
un
occhio
;
ascoltavo
le
più
calunniose
insinuazioni
fatte
col
più
idilliaco
dei
sorrisi
;
notavo
la
gara
tacita
e
accanita
di
soverchiarsi
in
eleganza
,
in
bellezza
,
in
ispirito
,
e
rilevavo
come
le
più
maligne
parlassero
sempre
della
malignità
altrui
,
dichiarandosi
aliene
da
ogni
vanità
umana
e
inorridite
dalla
maldicenza
,
la
quale
pur
troppo
non
rispetta
alcuno
.
Io
mi
diceva
frattanto
che
se
si
fosse
scoperto
ch
'
io
era
adultero
,
giuocatore
od
ubbriacone
,
tutte
le
amiche
di
Lidia
avrebbero
esultato
,
in
omaggio
all
'
amicizia
femminile
.
Avevan
trovato
,
quelle
eleganti
femmine
,
un
tema
che
si
prestava
mirabile
a
piccoli
colpi
,
a
punture
di
spillo
,
a
ferocie
squisitamente
melate
;
ed
era
,
il
tema
,
l
'
infecondità
di
Lidia
.
Non
poteva
ella
avere
un
'
emicrania
,
un
malessere
passeggero
,
un
pallor
più
accentuato
,
o
una
leggierissima
tinta
azzurra
sotto
gli
occhi
,
senza
che
le
amiche
vi
trovassero
qualche
significato
riposto
,
qualche
preavviso
della
venuta
di
un
bimbo
;
di
quel
bimbo
,
il
quale
,
secondo
loro
,
era
indispensabile
al
coronamento
della
nostra
unione
,
mentre
io
non
vi
aveva
manco
pensato
.
E
poichè
il
bimbo
pareva
farsi
aspettare
,
le
osservazioni
s
'
inoltravan
più
ardite
:
-
"
Lei
,
dunque
,
non
si
tedia
mai
?
-
"
Mai
,
cara
signora
.
-
"
Ciò
è
stranissimo
.
-
"
Perchè
?
...
-
"
Sempre
così
soli
,
senza
una
testolina
bionda
da
accarezzare
,
senza
le
cure
deliziose
per
un
innocente
....
"
-
Le
parole
non
producevano
in
Lidia
alcun
effetto
doloroso
;
ella
non
aveva
nè
propensione
nè
repulsione
per
la
maternità
;
forse
non
ne
aveva
una
chiara
idea
,
e
ciò
faceva
sì
ch
'
ella
rispondesse
colla
sua
ingenuità
quieta
alle
sollecite
visitatrici
,
frustrando
in
loro
ogni
speranza
d
'
esser
riuscite
ad
amareggiarla
.
-
Assolutamente
,
si
vuol
vedere
un
frutto
del
nostro
amore
,
-
dissi
una
volta
a
Lidia
.
-
Se
non
ci
riusciamo
,
bisognerà
adottare
un
trovatello
per
far
piacere
agli
amici
.
-
Lidia
scoppiò
a
ridere
,
e
mi
tolse
ogni
inquietudine
circa
l
'
esito
sortito
da
quelle
insinuazioni
.
Più
di
quanto
io
non
m
'
aspettassi
,
era
ella
abile
a
giudicar
le
persone
e
a
sottrarsi
da
ogni
influenza
.
Una
vecchia
signora
,
assidua
ai
martedì
,
s
'
era
proposta
una
tutela
gratuita
su
di
noi
;
voleva
insegnarci
a
vivere
,
e
s
'
interessava
della
servitù
,
dell
'
andamento
della
casa
,
dando
consigli
non
cercati
perfin
sulla
disposizione
dei
mobili
.
Lidia
non
era
in
questo
affatto
indulgente
,
e
un
giorno
in
cui
la
signora
si
lamentava
perchè
avevamo
licenziata
la
cuoca
,
Lidia
le
fece
capire
che
sarebbe
stata
ottima
cosa
non
si
fosse
più
fatta
vedere
,
nè
ai
martedì
,
nè
in
altri
giorni
della
settimana
.
Era
donna
,
Lidia
oramai
;
così
donna
da
inquietarmi
un
poco
per
la
seduzione
inconscia
ch
'
ella
esercitava
sui
miei
amici
.
Io
non
poteva
più
contar
quelli
che
la
desideravano
;
erano
tutti
,
giovani
e
vecchi
,
ammogliati
e
celibi
;
gli
ammogliati
non
m
'
avrebbero
ceduta
volentieri
e
per
un
lasso
di
tempo
indeterminato
,
la
loro
sposa
fedele
in
cambio
della
mia
?
Sì
,
certo
;
son
cose
che
si
fanno
,
salvando
naturalmente
le
apparenze
.
Dovevo
essere
odiato
quanto
era
desiderata
Lidia
,
da
costoro
.
La
mia
presenza
immancabile
li
urtava
come
un
'
offesa
personale
;
entravan
nel
salotto
strisciando
,
la
schiena
curva
,
il
sorriso
rutilante
;
trovavan
Lidia
,
coi
piedini
sulla
proda
del
caminetto
,
un
libro
pesante
alla
mano
;
fuori
c
'
era
l
'
aria
grigia
di
dicembre
;
un
complesso
di
cose
molto
propizie
a
discorsi
sentimentali
,
a
preliminari
d
'
attacco
.
Ma
se
domandavano
:
-
"
E
Sergio
,
il
nostro
caro
Sergio
,
come
sta
?
"
-
e
si
sentivan
rispondere
da
Lidia
:
-
"
Bene
,
grazie
.
È
nello
studio
;
ora
lo
faccio
chiamare
,
"
-
addio
speranze
,
addio
preliminari
e
discorsi
sentimentali
!
...
Però
,
quando
compariva
io
,
le
strette
di
mano
eran
così
calorose
come
tornassi
da
un
viaggio
di
circumnavigazione
.
Io
mi
meravigliava
di
una
cosa
sola
:
che
quei
furbi
seduttori
,
quegli
esperti
ladri
onorabili
,
non
s
'
accorgessero
,
nella
loro
furberia
,
come
la
mia
presenza
fosse
affatto
superflua
a
sventar
le
loro
arti
;
come
Lidia
,
anche
sola
,
anche
triste
,
anche
corrucciata
contro
di
me
,
non
fosse
donna
da
cascar
fra
le
loro
braccia
.
Ma
essi
mi
trovavan
troppo
brutto
al
loro
confronto
,
per
ammettere
simile
verità
;
non
so
chi
,
aveva
loro
insegnato
che
necessariamente
una
donna
deve
cadere
;
oggi
,
domani
,
fra
un
mese
o
fra
un
anno
,
la
caduta
avviene
;
e
nell
'
aspettazione
,
essi
frequentavano
la
mia
casa
,
e
si
sedevano
alla
mia
mensa
,
come
già
io
aveva
fatto
con
Giorgio
Uglio
.
Nessuno
di
quei
visitatori
,
per
altro
,
aveva
ancor
preso
un
atteggiamento
perspicuo
;
venivano
ai
martedì
,
a
qualche
pranzo
,
a
qualche
festa
che
dava
Lidia
.
Nessuno
aveva
ancor
trovata
l
'
occasione
di
scriverle
un
biglietto
o
d
'
inviarle
un
libro
o
d
'
addentrarla
nella
conoscenza
dei
buoni
autori
contemporanei
;
ma
io
non
mi
nascondeva
che
fra
la
turba
doveva
trovarsi
già
l
'
audace
,
e
mi
chiedevo
con
una
certa
ansia
se
avrei
potuto
io
stesso
scoprirlo
.
Il
concetto
che
avevo
dell
'
intuizion
dei
mariti
,
non
era
ottimo
,
per
vecchia
esperienza
.
Ora
,
io
era
un
marito
,
dopo
tutto
,
e
tanto
marito
da
pensare
e
da
ragionare
perfettamente
all
'
opposto
di
quanto
ragionavo
e
pensavo
un
giorno
.
Sarei
stato
marito
anche
nel
sospetto
?
Anch
'
io
come
gli
altri
,
sarei
andato
a
investigar
le
cose
più
assurde
e
a
dubitar
dell
'
amico
sincero
,
quando
ad
ogni
istante
avrei
avuto
sott
'
occhio
il
nemico
?
Era
un
dubbio
affatto
indipendente
dalla
gelosia
per
Lidia
;
era
un
dubbio
che
il
mio
amor
proprio
sentiva
crescere
con
immenso
dolore
,
perchè
avvalorato
da
un
piccolo
falso
allarme
recentissimo
.
Mi
veniva
per
casa
un
giovanetto
di
diciannove
anni
,
poeta
:
alto
,
magro
,
biondo
,
lezioso
;
stabilito
a
Roma
colla
famiglia
,
si
tratteneva
però
volentieri
a
Milano
;
portando
un
bel
nome
,
aveva
molte
conoscenze
;
corteggiava
le
signore
con
arte
precoce
e
con
sonetti
così
lacrimosi
da
farlo
creder
Geremia
redivivo
.
Mi
era
anche
antipatico
;
sentivo
in
lui
una
certa
forza
di
seduzione
la
quale
,
non
apparendo
giustificata
da
alcuna
dote
particolare
,
se
non
da
quei
diciannove
anni
,
che
eran
dote
troppo
caduca
,
-
m
'
inquietava
.
Di
Lidia
non
sembrava
affatto
curarsi
,
pel
senso
pericoloso
ch
'
io
intendeva
;
ma
era
verso
di
lei
insinuantissimo
,
e
così
sobrio
nella
lode
e
nell
'
ammirazione
,
da
ottener
con
poche
parole
effetto
doppio
di
quello
che
gli
altri
ottenevan
con
molte
.
Io
cominciai
a
sorvegliarlo
,
a
studiare
il
modo
di
non
lasciargli
dire
nè
molte
parole
nè
poche
all
'
indirizzo
di
Lidia
;
se
abitualmente
ero
vigile
,
del
poeta
sentimentale
divenni
accortissimo
e
sospettoso
,
da
un
giorno
all
'
altro
aspettandomi
qualche
volume
de
'
suoi
versi
con
opportuna
dedica
a
Lidia
,
e
poi
un
viglietto
,
e
poi
una
visita
nelle
ore
in
cui
ero
assente
.
Una
sera
che
,
al
teatro
aveva
aiutata
Lidia
a
togliersi
la
pelliccia
,
quelle
sue
mani
presso
il
collo
della
donna
,
quel
gesto
di
lui
che
pareva
volesse
abbracciarla
,
mi
diedero
una
fitta
al
cuore
,
mi
svelarono
che
là
stava
il
pericolo
imminente
.
Invece
,
all
'
improvviso
,
il
poeta
partì
,
raggiunse
la
famiglia
a
Roma
,
ed
io
fui
stranamente
sorpreso
venendo
a
sapere
com
'
egli
si
trattenesse
a
Milano
per
amor
d
'
una
vedova
,
alla
quale
non
offriva
sonetti
ma
denari
con
sì
lieta
prodigalità
,
che
i
suoi
lo
avevan
richiamato
al
più
presto
.
Non
saprei
dire
se
da
questo
episodio
io
ritraessi
piacere
o
malcontento
;
senza
dubbio
,
ne
uscii
molto
umiliato
per
la
mia
intelligenza
,
ch
'
era
in
altri
tempi
soddisfacentissima
;
e
verso
il
poeta
serbai
un
atroce
rancore
,
quasi
m
'
avesse
schernito
nel
modo
più
villano
.
Dicembre
si
chiuse
per
noi
col
ritorno
dei
signori
Folengo
da
Pallanza
.
Io
dimenticava
sempre
che
Pietro
e
donna
Teresa
facevan
parte
della
mia
nuova
famiglia
,
e
perciò
l
'
idea
di
festeggiar
con
loro
il
Natale
non
mi
parve
eccessivamente
allegra
;
avrei
preferito
restare
in
casa
,
dove
la
presenza
di
Lidia
mi
confortava
,
e
non
m
'
infastidiva
l
'
assenza
di
quel
bambino
biondo
che
m
'
auguravano
i
conoscenti
.
Donna
Teresa
lodò
la
figlia
per
la
sua
decisione
di
non
partire
,
quantunque
osservasse
che
sarebbe
stato
bene
continuare
il
viaggio
per
rispetto
alle
abitudini
generali
;
poi
,
ella
e
Pietro
ci
annunciaron
la
novità
già
accennata
nelle
loro
lettere
.
Una
casa
commerciale
importantissima
offriva
a
Pietro
l
'
impiego
di
direttore
e
di
procuratore
,
con
lauto
stipendio
e
partecipazione
ai
vantaggi
dell
'
azienda
.
Simile
offerta
si
doveva
a
un
amico
di
Pietro
,
deputato
,
fatto
Ministro
in
quei
giorni
,
il
quale
curava
poco
il
benessere
d
'
Italia
,
ma
sufficientemente
il
proprio
,
quel
dei
congiunti
e
degli
amici
;
il
che
gli
giungeva
anche
troppo
grave
soma
.
Quando
sentii
che
la
casa
commerciale
era
stabilita
al
Cairo
,
mi
dichiarai
avverso
a
tale
disegno
,
ma
fui
stupito
notando
come
Lidia
l
'
avversasse
molto
meno
di
me
,
e
cedesse
alle
ragioni
esposte
da
Pietro
.
-
In
ogni
modo
,
-
concluse
questi
,
-
è
cosa
che
avverrebbe
fra
qualche
tempo
.
-
Mentre
ritornavamo
a
casa
,
domandai
a
Lidia
:
-
Perchè
non
ti
sei
opposta
a
quella
pazza
idea
?
-
Non
so
,
-
ella
rispose
.
-
Così
!
...
-
E
poichè
ella
non
agiva
talora
per
ragioni
più
convincenti
,
io
mi
trattenni
dal
chiedere
altro
.
IX
.
Fu
l
'
abito
che
indossava
?
o
furono
le
sue
braccia
,
che
le
maniche
scopriron
fin
quasi
al
gomito
,
nell
'
atto
in
cui
ella
s
'
appoggiava
al
cassettone
?
o
fu
il
suo
viso
,
dai
lineamenti
un
po
'
stanchi
?
o
non
fu
,
piuttosto
,
la
volontà
del
caso
,
il
quale
aveva
stabilito
che
di
là
cominciassi
a
soffrire
?
Fatto
è
,
che
potei
d
'
un
tratto
afferrare
un
'
impressione
,
e
definirla
colla
rapidità
del
lampo
.
Veniva
spesso
nella
mia
camera
,
Lidia
,
dopo
le
cure
dell
'
abbigliarsi
e
prima
della
colazione
;
mi
chiedeva
che
cosa
si
sarebbe
fatto
nella
giornata
,
se
ci
saremmo
occupati
delle
visite
,
se
a
teatro
v
'
era
qualche
spettacolo
interessante
;
anche
,
mi
chiedeva
s
'
io
l
'
amassi
ancora
,
come
nei
primi
tempi
.
Ella
cominciò
,
stavolta
,
dopo
il
saluto
:
-
Credi
ci
convenga
render
la
visita
ai
signori
Cortalancia
?
-
S
'
era
appoggiata
al
cassettone
col
semplice
scopo
d
'
ammirarsi
nello
specchio
.
Io
,
di
fianco
a
lei
in
una
poltrona
,
mi
dimenticai
d
'
osservare
se
quello
scopo
era
giustificato
da
qualche
vestaglia
nuova
,
da
qualche
bizzarra
acconciatura
dei
capelli
.
Risposi
:
-
Perchè
non
si
dovrebbe
render
la
visita
?
I
Cortalancia
sono
persone
rispettabilissime
.
-
Lidia
chinò
la
testa
a
guardarsi
le
dita
bianche
e
magre
;
si
tolse
e
si
rimise
un
anello
.
-
Mi
parevano
molto
noiosi
,
-
disse
.
-
Non
sei
ancora
abituata
a
sopportar
le
persone
noiose
?
-
domandai
.
Quindi
mi
morsi
le
labbra
;
il
momento
che
noi
attraversavamo
rendeva
la
domanda
piena
di
pericoli
.
-
Sono
abituata
!
-
fece
Lidia
,
continuando
ad
ammirarsi
nello
specchio
.
-
E
non
è
inutile
aumentare
il
numero
?
-
Ogni
persona
che
si
trascura
,
diventa
un
nemico
,
-
sentenziai
.
Lidia
sospirò
,
passandosi
la
mano
dietro
la
nuca
a
lisciarsi
dei
capelli
che
supponeva
scomposti
;
ma
come
non
si
decideva
a
togliersi
dalla
sua
positura
,
me
le
avvicinai
,
le
tenni
le
mani
per
l
'
estremità
delle
dita
,
e
fissandola
in
viso
:
-
Làsciati
ammirare
!
-
dissi
.
Aveva
realmente
una
vestaglia
nuova
,
alla
Pompadour
,
con
fiori
sul
petto
;
un
nastro
azzurro
le
girava
attorno
alla
testa
,
pettinata
secondo
la
foggia
greca
.
Sentii
le
sue
dita
fredde
,
vidi
le
braccia
scoperte
,
il
viso
bianco
dagli
occhi
mavì
;
in
uno
sguardo
,
riassunsi
tutta
la
venustà
di
quel
corpo
giovanile
.
E
afferrai
l
'
impressione
di
lunga
stanchezza
che
quel
corpo
giovanile
mi
produceva
.
-
Piaccio
?
-
Lidia
domandò
con
frase
solita
,
ma
con
insolita
freddezza
.
-
Piaci
,
-
risposi
,
lasciandola
Ritornammo
al
nostro
posto
.
-
Se
si
potesse
ricevere
in
veste
da
camera
,
sarebbe
una
buona
cosa
,
-
osservò
Lidia
,
sorridendosi
nello
specchio
.
-
Credo
d
'
esser
più
bella
!
-
Ah
!
...
Ce
n
'
è
bisogno
?
...
-
Un
fiore
,
dal
petto
passò
nelle
mani
della
donna
,
che
cominciò
a
sfogliarlo
e
a
pelarlo
con
molta
cura
.
-
Non
c
'
è
un
bisogno
pressante
,
-
ella
rispose
,
-
ma
la
vanità
è
senza
limiti
.
Dunque
,
renderemo
la
visita
ai
Cortalancia
.
Stasera
c
'
è
teatro
?
-
Non
ho
ancora
i
giornali
.
Anche
a
teatro
vorresti
andare
in
veste
da
camera
?
-
Oh
,
lì
!
-
ella
fece
,
con
un
gesto
di
trionfo
.
-
Abbiamo
gli
abiti
scollati
,
per
la
Scala
!
-
Nessuno
t
'
impedisce
di
ricevere
pure
in
abito
scollato
!
-
Lidia
modulò
una
risatina
di
sprezzo
pel
mio
suggerimento
che
credeva
serio
,
e
se
ne
andò
,
alzando
le
spalle
e
dimenticando
di
chiuder
la
porta
.
Era
certo
;
la
stanchezza
cominciava
a
proiettar
la
sua
ombra
nelle
nostre
anime
.
Era
anche
logico
;
tutti
gli
amori
finiscono
,
come
cosa
mortale
,
e
il
nostro
non
poteva
già
trovar
nella
legge
,
oltre
la
tutela
,
l
'
eternità
;
bensì
,
era
la
legge
assurda
,
che
prestava
la
prima
e
fingeva
credere
alla
seconda
.
L
'
abitudine
aveva
avvelenata
la
sorgente
del
piacere
;
l
'
idea
piatta
di
rappresentar
noi
una
simmetria
legale
con
uno
scopo
determinato
illanguidiva
e
smagava
tutto
quanto
era
spontaneità
;
impendeva
sui
nostri
cuori
,
ne
regolava
i
battiti
,
non
ci
lasciava
la
freschezza
dell
'
improvviso
.
La
legge
era
tra
noi
,
coprendoci
;
mezzana
stranissima
che
scemava
le
forze
a
luogo
d
'
eccitarle
.
Quale
amarezza
in
fondo
ai
nostri
baci
!
Un
'
amarezza
;
non
dolore
,
non
uggia
irreverente
;
una
delusione
fisica
e
morale
,
pesantissima
,
che
avrebbe
rotto
in
lacrime
,
se
tal
linguaggio
di
sentimento
ci
fosse
stato
possibile
.
Soffrivamo
ambedue
,
Lidia
ed
io
;
ella
,
non
arrivando
a
capire
ciò
che
provava
;
io
,
arrivandovi
troppo
;
ella
,
tormentata
dall
'
indeterminatezza
del
mistero
;
io
,
da
impeti
subitanei
.
Se
m
'
arrivava
d
'
un
tratto
,
acuto
,
inesorabile
,
il
pensiero
di
poter
io
pretendere
da
lei
e
imporle
l
'
amore
che
in
altra
donna
avrei
meritato
per
elezione
,
-
il
mio
abbraccio
si
snodava
,
il
suo
corpo
mi
pareva
cosa
,
non
esempio
di
giovane
bellezza
.
L
'
avrei
respinta
,
Lidia
,
con
brutalità
,
perchè
incarnava
il
dovere
e
il
diritto
,
il
principio
e
la
tradizione
,
la
valvola
di
sicurezza
della
società
mostruosa
fatta
per
la
massa
.
Lidia
sentiva
così
bene
tutto
questo
,
da
non
maravigliar
di
nulla
.
Aveva
lasciata
la
sua
casa
ed
era
entrata
nella
mia
....
con
entusiasmo
?
con
gioia
irrefrenabile
?
No
;
con
amore
e
illusioni
,
morte
le
quali
,
restavale
in
animo
una
congerie
di
teorie
ridicole
insegnatele
da
'
suoi
;
teorie
di
cui
intuiva
la
falsità
non
meno
che
il
pericolo
d
'
ammetterla
.
Assisteva
allo
svolgersi
di
teorie
nuove
,
sentiva
il
rombo
di
nuove
idee
soffiate
dal
secolo
morente
,
e
considerando
la
nostra
simmetria
decrepita
,
s
'
impauriva
di
rappresentare
ella
medesima
una
di
quelle
idee
agonizzanti
,
a
ringiovanir
le
quali
non
la
sua
bellezza
,
non
la
sua
fresca
età
,
non
il
suo
fascino
raddoppiato
mille
volte
,
sarebbero
bastati
mai
.
Per
una
crudele
ventura
,
quello
sboccio
di
desolanti
sensazioni
combinò
col
folleggiar
del
carnevale
,
che
un
gruppo
di
volonterosi
aveva
tentato
richiamare
alla
gaiezza
antica
;
e
in
tutta
la
mia
vita
non
trovo
memoria
d
'
allegria
più
funebre
,
di
spigliatezza
più
voluta
,
d
'
ipocrisia
più
sconfortevole
che
quelle
dominanti
allora
per
le
vie
e
le
piazze
di
Milano
.
Sotto
i
nostri
balconi
,
sul
Corso
Venezia
,
passavano
i
carri
stranamente
mascherati
da
una
fantasia
stanca
,
talvolta
dolorosa
nelle
sue
allusioni
;
e
carrozze
piene
d
'
ubbriachi
,
e
musiche
di
straziante
festività
,
e
una
folla
muta
,
ostile
,
che
non
amava
i
coriandoli
e
s
'
atteggiava
a
compassione
dei
falsi
gaudenti
.
Dopo
il
passaggio
d
'
un
carro
mascherato
,
l
'
odore
acre
del
gesso
rimaneva
,
e
della
polvere
;
arrivavan
sui
nostri
balconi
palate
di
coriandoli
,
nembi
di
confetti
,
attràttivi
dalla
presenza
di
Lidia
e
d
'
altre
signore
;
due
volte
,
una
mano
di
cavalieri
eleganti
lanciò
una
colluvie
di
fiori
,
e
furon
,
sul
balcone
,
braccia
levate
in
alto
ad
afferrarli
,
risa
discrete
per
il
vano
tentativo
.
Le
donne
sole
,
con
quell
'
inscienza
che
han
del
bambino
,
poteron
forse
divertirsi
.
Lidia
,
il
viso
riparato
da
sottile
e
forte
veletto
e
il
corpo
da
un
abito
chiuso
e
bianco
,
pareva
agire
per
febbre
;
intorno
a
lei
,
i
sacchi
di
coriandoli
si
vuotavan
magicamente
;
il
suo
braccio
,
fragile
e
vigoroso
,
lanciava
quel
gesso
con
maestria
sulla
folla
stupida
,
contro
i
carri
che
la
mala
sorte
obbligava
a
fermarsi
.
Le
amiche
,
pure
in
abiti
bianchi
e
difesa
la
faccia
,
imitavan
Lidia
,
animandosi
,
impazientendosi
delle
lacune
fra
l
'
un
carro
e
l
'
altro
.
Verso
le
cinque
,
i
coriandoli
arrivavan
per
entro
le
finestre
,
ingolfandosi
nelle
camere
con
violenza
;
alcune
signore
dovettero
cedere
il
posto
.
Lidia
resisteva
;
irriconoscibile
,
tanto
era
soffusa
di
polvere
.
Io
,
dietro
di
lei
,
passandole
,
sul
morir
del
giorno
,
i
fiori
dopo
i
coriandoli
,
l
'
osservava
con
inesplicabile
tristezza
;
ella
gettava
i
fiori
febbrilmente
,
con
un
sorriso
rigido
sulle
labbra
.
A
un
tratto
,
mi
porse
ancora
le
mani
,
senza
guardarmi
,
perchè
vi
mettessi
altri
fiori
,
e
indugiando
io
,
Lidia
si
rivolse
,
vide
i
sacchi
e
le
ceste
vuote
:
-
Finito
!
-
ella
esclamò
,
scrutandomi
negli
occhi
.
-
Finito
!
-
risposi
.
Sorridemmo
ambedue
;
ma
la
parola
aveva
un
senso
largo
d
'
angoscia
.
Non
v
'
erano
tra
noi
se
non
queste
allusioni
;
perchè
così
fresco
era
il
ricordo
di
gaudî
e
di
sogni
,
che
l
'
aria
ne
pareva
piena
e
ospite
la
casa
;
quella
casa
la
quale
,
nel
medesimo
tempo
,
vicino
ai
ricordi
conservava
tutta
la
storia
delle
modificazioni
sopravvenute
a
sfatare
i
gaudî
e
a
corrompere
i
sogni
.
Il
carnevale
,
nonostante
numerosi
inviti
a
feste
,
era
scorso
per
noi
monotono
.
Lidia
si
schermiva
con
ostinazione
dal
prender
parte
a
divertimenti
serali
;
aveva
ricevute
più
visite
della
sarta
,
la
signora
alta
e
magra
col
neo
posticcio
,
la
quale
sperava
di
ottener
molte
commissioni
,
di
ripetere
il
periodo
felice
dei
capolavori
di
seta
e
di
raso
;
ma
neppur
la
dialettica
della
sarta
era
riuscita
a
smuover
Lidia
dal
suo
proposito
,
sebbene
i
tentatori
giornali
di
mode
le
presentassero
dei
figurini
superbi
,
che
chiamavano
un
breve
lampo
negli
occhi
di
lei
.
Continuavano
i
martedì
;
qualche
pranzo
agli
intimi
,
donna
Teresa
e
Pietro
;
qualche
sera
al
teatro
;
e
nella
settimana
grassa
,
Lidia
aveva
voluto
gettare
i
coriandoli
forse
per
soddisfare
ad
un
desiderio
delle
amiche
meglio
che
ad
uno
proprio
.
Ciò
era
riuscito
strano
e
molesto
a
Pietro
Folengo
.
-
Ma
,
figlia
mia
,
-
egli
diceva
,
-
questo
non
si
usa
.
Due
sposi
novelli
devon
farsi
vedere
,
devon
prendere
viva
parte
ai
trattenimenti
della
stagione
.
-
Perchè
?
-
domandava
Lidia
.
-
Perchè
questo
si
usa
,
perchè
tutto
il
mondo
ha
sempre
fatto
così
....
-
Lidia
aveva
allora
il
suo
piccolo
riso
di
sprezzo
,
che
importunava
Pietro
;
le
ragioni
addotte
eran
per
costui
insuperabili
;
non
gli
pareva
umana
cosa
il
sottrarsi
a
ciò
che
si
usa
,
a
ciò
che
il
mondo
ha
sempre
fatto
;
mentre
Lidia
,
assai
più
moderna
,
si
rideva
bellamente
degli
usi
e
costumi
che
non
le
quadravano
.
Veniva
poi
donna
Teresa
,
la
quale
illuminava
il
proprio
tramonto
di
tutti
i
belletti
e
di
tutte
le
pomate
cognite
in
Europa
e
fuori
;
e
si
stringeva
vie
più
nel
busto
,
e
studiava
metodi
arguti
per
distruggere
l
'
adipe
senile
.
I
suoi
consigli
erano
sospirosi
.
-
Se
fossi
io
al
tuo
posto
,
cara
Lidia
,
con
quei
tuoi
vent
'
anni
!
Perchè
non
vai
al
ballo
di
casa
Cortalancia
?
Ma
è
possibile
che
non
ti
sorrida
un
gran
trionfo
?
Non
c
'
è
nessuna
delle
tue
amiche
,
elegante
e
bella
come
te
;
hai
qualche
dispiacere
?
-
Lidia
scoteva
il
capo
,
e
da
quelle
insistenze
usciva
sempre
più
testarda
a
vivere
fra
le
quattro
pareti
di
casa
.
Un
piccolo
malessere
di
Lidia
aveva
servito
a
darmi
un
'
idea
delle
straordinarie
mutazioni
che
la
verità
può
subire
,
conservando
la
propria
forma
.
Il
medico
aveva
detto
:
-
La
signora
è
un
po
'
delicata
e
deve
guardarsi
dalla
malaria
che
domina
la
città
;
c
'
è
nella
signora
qualche
accenno
d
'
anemia
,
facile
a
combattersi
.
-
Lidia
s
'
era
impadronita
trionfalmente
di
quelle
due
frasi
e
non
le
aveva
mutate
d
'
una
parola
;
ma
ripetendole
ad
ogni
occasione
,
aveva
dato
loro
un
significato
di
minaccia
quasi
simbolico
.
Non
si
poteva
aprire
una
finestra
,
senza
che
la
donna
si
portasse
il
fazzoletto
alla
bocca
per
salvarsi
dalla
malaria
;
nè
avveniva
mai
che
Lidia
si
guardasse
nello
specchio
senz
'
accagionare
all
'
anemia
il
pallore
del
viso
,
e
la
striscia
azzurrognola
sotto
gli
occhi
.
Ciò
era
grazioso
,
dapprima
,
rendendola
quasi
più
fragile
nel
mio
concetto
;
poi
,
divenne
meno
grazioso
;
e
infine
non
fu
grazioso
per
niente
,
quando
l
'
anemia
e
la
malaria
furono
usate
da
Lidia
ad
ogni
scopo
,
e
presero
vita
e
consistenza
di
spettri
che
passavano
instancabili
ne
'
suoi
discorsi
e
parevano
essersi
collocati
stabilmente
a
guardia
della
sua
alcova
.
Gli
amici
avevano
accolta
la
diagnosi
del
medico
quasi
come
una
notizia
gravissima
;
raddoppiavan
di
cortesie
verso
Lidia
e
mi
guardavano
con
profondo
significato
per
inculcarmi
che
da
me
dipendeva
la
vita
di
lei
.
Le
amiche
erano
state
indulgenti
,
perchè
tutte
avevano
alla
lor
volta
qualche
indisposizione
civettuola
di
cui
si
servivano
con
impareggiabile
maestria
e
che
probabilmente
ponevano
esse
pure
a
guardia
dell
'
alcova
.
Gustavano
la
rinuncia
di
Lidia
ai
trattenimenti
mondani
;
una
signora
,
assidua
frequentatrice
di
balli
,
di
teatri
,
di
concerti
e
perfino
di
conferenze
,
aveva
applaudita
Lidia
caldamente
,
assicurandole
che
non
v
'
era
nulla
più
doloroso
di
quanto
si
chiama
piacere
;
e
guardando
la
faccia
di
suo
marito
,
io
me
n
'
era
sùbito
persuaso
.
Ma
fui
veramente
sorpreso
quando
,
il
sabato
grasso
,
Lidia
accettò
un
invito
dei
signori
Caccianimico
.
-
Faccio
un
'
eccezione
per
loro
,
-
ella
disse
.
-
È
vero
,
Sergio
,
che
faremo
un
'
eccezione
?
...
-
È
verissimo
,
-
risposi
,
nascondendo
alla
meglio
il
mio
stupore
.
Appena
Clara
ed
Ettore
Caccianimico
partirono
,
domandai
a
Lidia
:
-
Tu
intendi
veramente
andare
a
quel
ballo
?
-
Ma
che
!
-
rispose
Lidia
.
-
Non
,
avrei
nemmeno
un
abito
decente
....
-
E
allora
?
...
-
Sai
,
-
disse
la
donna
con
aria
esperta
;
-
rifiutar
sempre
è
noioso
,
diventa
quasi
una
parola
d
'
ordine
;
ho
accettato
per
far
cosa
nuova
;
stasera
scriverò
un
viglietto
,
pretestando
un
'
indisposizione
!
-
Bisognava
punirla
;
assolutamente
,
questa
donna
mi
credeva
condannato
a
seguire
i
suoi
capricci
,
senza
tener
conto
de
'
miei
;
accettava
e
declinava
gl
'
inviti
,
li
faceva
accettare
e
declinare
da
me
con
un
'
indifferenza
da
bambina
,
come
fosse
identica
missione
accompagnarla
al
ballo
o
tenerle
compagnia
presso
il
caminetto
.
Bisognava
punirla
,
immediatamente
.
-
Bella
idea
!
-
esclamai
.
-
Non
ti
pare
?
-
fece
Lidia
,
senza
rilevar
l
'
inflessione
ironica
delle
mie
parole
.
La
sera
medesima
,
verso
le
dieci
,
mi
ritirai
in
camera
colla
scusa
di
rispondere
a
qualche
lettera
.
-
Mandami
Andrea
.
Lo
incaricherò
di
portare
un
viglietto
ai
Caccianimico
,
-
disse
Lidia
.
-
Andrea
serve
a
me
per
il
momento
,
-
risposi
.
-
Lo
manderai
più
tardi
;
così
il
pretesto
sembrerà
meno
studiato
.
-
Andrea
,
il
domestico
,
aveva
disposto
nella
mia
camera
l
'
abito
di
società
,
e
gli
oggetti
per
un
minuzioso
abbigliamento
.
Dal
giorno
del
mio
matrimonio
non
avevo
più
indossato
l
'
abito
nero
,
e
,
scoperto
che
questo
può
servire
anche
in
occasioni
allegre
,
ero
divenuto
gaio
,
d
'
improvviso
,
attendendo
colla
maggior
cura
a
farmi
elegante
.
Alle
undici
,
seguito
da
Andrea
colla
mia
pelliccia
aperta
fra
le
mani
,
ricomparvi
nel
salotto
di
Lidia
.
-
È
inutile
mandare
il
viglietto
,
-
dissi
.
-
Porterò
io
le
tue
scuse
.
-
Lidia
alzò
il
capo
,
e
impallidì
nel
vedermi
.
-
Che
cosa
fate
voi
,
lì
?
-
domandò
ella
al
domestico
.
-
Tiene
la
pelliccia
,
-
spiegai
.
-
Guarda
,
cara
,
se
questa
cravatta
è
messa
bene
.
-
Benissimo
,
-
rispose
la
donna
,
levando
gli
occhi
al
soffitto
.
-
Vai
in
casa
Caccianimico
?
-
-
Certo
.
Non
m
'
hai
obbligato
a
promettere
che
si
sarebbe
fatta
un
'
eccezione
per
loro
?
-
Infilai
la
pelliccia
,
misi
il
cappello
e
uscii
,
dopo
avere
stretta
la
mano
di
Lidia
,
che
aveva
senza
dubbio
moltissime
cose
interessanti
a
dirmi
.
Fui
così
sùbito
,
così
largamente
punito
della
mia
piccola
vendetta
,
da
credere
a
una
giustizia
invisibile
e
sicura
.
Perchè
,
non
appena
entrato
nella
sala
ove
Ettore
Caccianimico
e
la
sua
signora
apparivano
circondati
da
una
folla
elegante
,
-
sentii
che
i
varî
profumi
ivi
sparsi
mi
facevan
male
;
un
male
strano
,
che
si
sarebbe
detto
risvegliasse
la
mia
sensualità
.
La
vista
di
donne
scollate
,
ingemmate
,
ostentatrici
di
bellezze
che
avevano
un
padrone
e
ne
cercavano
un
altro
,
mi
atterrì
con
questa
scoperta
:
io
aveva
bisogno
d
'
una
di
quelle
donne
;
d
'
una
qualunque
,
purchè
non
fosse
Lidia
,
non
le
somigliasse
in
nulla
;
avevo
bisogno
d
'
una
donna
della
quale
ignorassi
e
il
sorriso
e
la
voce
e
il
corpo
.
Finalmente
,
alla
presenza
di
femmine
nuove
l
'
angoscia
che
mi
circolava
da
un
pezzo
nelle
vene
come
una
malattia
,
scoppiò
e
prese
il
suo
vero
aspetto
:
io
m
'
irritava
di
Lidia
non
perchè
rappresentasse
la
legge
o
il
principio
o
la
tradizione
;
ma
perchè
io
la
sapeva
tutta
,
dal
gesto
insignificante
all
'
ultimo
anelito
.
Mai
la
poligamia
mi
parve
più
saggia
cosa
e
più
sana
che
allora
.
Conscio
di
simile
rivelazione
e
messomi
in
avviso
,
provai
ad
avvicinar
quelle
signore
e
ad
analizzare
il
senso
ispiratomi
;
notai
che
le
brune
mi
piacevan
meglio
,
e
le
audaci
e
le
esperte
;
quelle
,
infine
,
le
quali
eran
tutto
l
'
opposto
fisico
e
morale
di
Lidia
;
notai
pure
che
,
sull
'
istante
,
avrei
commessa
una
follia
per
conquistarne
una
,
e
al
domani
poco
mi
sarebbe
importato
di
non
più
vederla
e
di
saperla
morta
.
Era
la
grave
,
dolorosa
necessità
di
cambiare
,
che
m
'
invadeva
con
forma
così
assorbente
e
mi
disponeva
l
'
animo
a
una
passione
per
la
prima
venuta
;
io
trovava
nel
mio
stato
il
perchè
di
certi
adulterî
che
m
'
eran
parsi
altre
volte
decisamente
inesplicabili
.
Uscii
da
quel
ballo
uno
degli
ultimi
,
conservando
ancora
in
tutta
la
persona
un
residuo
di
profumo
avvelenatore
,
e
nel
cervello
vivissima
l
'
impressione
dei
corpi
femminili
ignorati
.
Albeggiava
lividamente
e
faceva
un
terribile
freddo
.
Non
avevo
bisogno
di
guardarmi
intorno
per
sapere
come
agissero
gli
uomini
che
avevano
avuta
la
mia
rivelazione
,
tosto
o
tardi
.
Alcuni
si
mettevano
le
mani
nei
capelli
,
si
torcevano
il
cuore
,
e
tradivano
;
altri
dubitavano
sulla
scelta
,
la
determinavano
con
pertinacia
,
e
tradivano
;
molti
non
dubitavan
punto
,
si
fermavano
alla
cameriera
,
e
tradivano
.
Io
era
fratello
di
tutti
costoro
,
in
quella
notte
;
ma
non
sarei
stato
loro
fratello
nella
conclusione
.
Io
avrei
mantenute
le
promesse
fino
all
'
ultima
,
avrei
compiuto
il
mio
dovere
fino
allo
strazio
;
perchè
volevo
altrettanto
ed
esigevo
fino
allo
strazio
i
miei
diritti
.
Ma
dunque
,
se
il
bisogno
di
cambiare
era
assoluto
,
anche
Lidia
soffriva
le
torture
cui
ero
in
preda
?
Ecco
perchè
non
aveva
voluto
ella
recarsi
alle
feste
;
a
me
era
stata
necessaria
la
prova
;
a
lei
era
bastato
l
'
istinto
,
il
fiuto
inestimabile
della
donna
-
per
sentire
il
pericolo
.
Rientrato
in
casa
,
un
barlume
di
luce
proveniente
dalla
mia
camera
,
m
'
inquietò
,
credendo
avessi
dimenticata
accesa
la
lucerna
o
i
bracci
dell
'
armadio
,
fin
dalla
sera
prima
;
apersi
la
porta
,
e
mi
fermai
sulla
soglia
d
'
un
tratto
.
Lidia
era
là
,
addormentata
,
vinta
dalla
stanchezza
;
s
'
era
seduta
in
una
poltrona
,
reclinando
la
testa
sui
guanciali
,
e
come
io
aveva
quel
mattino
una
curiosa
tendenza
a
ricostruire
sensazioni
e
fatti
,
riuscii
a
indovinare
quant
'
era
avvenuto
.
Lidia
,
assai
probabilmente
,
aveva
tentato
di
coricarsi
e
di
dormire
;
poi
,
non
potendo
reggere
al
bisogno
di
dirmi
le
cose
interessanti
che
la
sera
prima
aveva
dovuto
tacere
per
la
presenza
del
domestico
,
-
s
'
era
avvolta
nell
'
accappatoio
ed
era
venuta
nella
mia
camera
.
La
stufa
spenta
lasciava
il
luogo
assai
freddo
;
la
lampada
quasi
esausta
,
l
'
illuminava
imperfettamente
;
e
quella
donna
rannicchiata
nella
poltrona
,
coi
capelli
sparsi
,
gli
occhi
chiusi
,
la
faccia
pallida
,
il
corpo
tutto
come
piegato
da
una
violenta
angoscia
,
-
pareva
la
superstite
d
'
una
cupa
tragedia
.
Inoltrai
cautamente
;
levai
la
lucerna
dal
cassettone
e
la
posai
sulla
tavola
;
mi
tolsi
il
soprabito
,
il
cappello
,
e
gettai
i
guanti
per
terra
;
cominciavo
a
snodarmi
la
cravatta
,
quando
un
lieve
romore
mi
fece
volger
la
testa
.
Lidia
,
appoggiato
un
gomito
sul
letto
e
stringendo
coll
'
altra
mano
un
bracciuolo
della
poltrona
,
mi
guardava
fissa
da
qualche
istante
.
-
Buon
giorno
!
-
le
dissi
.
-
Sono
rientrato
ora
.
-
Lo
so
,
-
rispose
Lidia
con
voce
velata
.
-
E
io
ti
aspetto
qui
da
mezzanotte
.
-
Ti
sono
gratissimo
di
questa
sorpresa
,
-
mormorai
.
-
Ma
potevi
coricarti
;
non
prendere
freddo
;
coricarti
nel
mio
letto
.
-
Nel
tuo
letto
?
-
esclamò
Lidia
,
balzando
in
piedi
.
-
Che
cosa
credi
,
dunque
!
-
C
'
è
sempre
stato
in
me
un
istinto
che
io
suppongo
derivato
dalle
mie
tendenze
letterarie
;
un
istinto
a
vedere
il
quadro
e
la
plastica
in
ogni
cosa
;
guardai
Lidia
perciò
con
sincera
compiacenza
;
ella
pareva
una
leonessa
ferita
,
dritta
nel
fondo
della
camera
,
gli
occhi
pieni
di
sdegno
;
bellissima
.
-
Perchè
fingi
,
Sergio
?
-
ella
disse
.
-
Perchè
fingi
di
non
capire
quel
che
ho
sofferto
?
-
Che
hai
sofferto
?
-
ripetei
,
colpito
dalla
voce
tremante
.
-
Io
non
poteva
imaginare
....
-
Ah
,
non
potevi
imaginare
,
-
esclamò
Lidia
,
avvicinandosi
.
-
Non
potevi
imaginare
che
trattandomi
peggio
d
'
una
cameriera
,
mi
avresti
fatto
male
...
?
-
Notavo
con
dolore
che
le
nostre
voci
si
udivano
squillanti
nella
calma
del
mattino
.
-
Ti
prego
di
moderarti
,
-
osservai
.
-
Tutto
si
può
dire
con
pacatezza
.
-
Voglio
ch
'
Ella
mi
risponda
,
-
fece
Lidia
.
-
Voglio
mi
dia
ragione
della
sua
condotta
.
-
Lidia
,
usando
quel
tono
freddo
e
straniero
sapeva
d
'
irritarmi
quanto
le
era
possibile
;
perciò
scattai
:
-
Non
ho
ragioni
a
dare
;
non
le
darei
,
nemmeno
se
la
mia
condotta
fosse
meno
onesta
di
quel
che
è
!
-
Lanciata
la
frase
,
non
mi
restò
che
pentirmene
allorchè
Lidia
piegò
quasi
sotto
un
gran
colpo
e
cadde
di
nuovo
nella
poltrona
.
Vi
fu
un
lampo
d
'
intervallo
;
quindi
sentii
i
singhiozzi
della
donna
,
e
la
vidi
nascondere
il
viso
tra
le
mani
.
-
Ah
,
è
troppo
!
-
ella
diceva
a
frasi
rotte
.
-
Non
l
'
ho
meritato
!
Io
fuggirò
da
questa
casa
.
-
Via
,
-
feci
appressandomi
e
mettendo
una
mano
sulla
spalla
di
Lidia
.
-
Ti
ripeto
che
non
avrei
supposta
simile
interpretazione
d
'
un
fatto
innocentissimo
.
Sono
andato
dai
Caccianimico
,
perchè
tu
avevi
promesso
di
andarvi
,
e
mi
doleva
mancare
verso
un
buon
amico
qual
'
è
Ettore
per
me
.
Una
volta
là
,
non
ho
potuto
non
trattenermi
fin
tardi
.
-
In
quell
'
istante
,
mentr
'
ero
curvo
su
di
Lidia
e
le
mie
labbra
toccavan
quasi
la
ricca
massa
de
'
suoi
capelli
,
-
mi
passò
innanzi
agli
occhi
rapidissima
una
visione
informe
e
tronca
di
quelle
donne
che
avevo
incontrate
al
ballo
;
parevano
riunite
in
gruppo
e
perciò
non
riuscivo
a
distinguer
l
'
una
dall
'
altra
,
ma
vedevo
capelli
bruni
,
occhi
neri
,
busti
scollati
e
ritti
;
serrai
le
palpebre
e
la
visione
passò
.
-
Non
sa
dunque
Ella
,
-
rispose
Lidia
,
guardandomi
colle
pupille
improvvisamente
asciutte
,
-
non
sa
dunque
Ella
che
talvolta
basta
una
parola
gentile
a
persuadere
una
donna
?
Se
m
'
avesse
detto
che
Lei
desiderava
recarsi
da
quei
signori
,
non
avrei
pensato
a
fare
un
'
obiezione
.
Ma
Lei
ha
voluto
prendersi
giuoco
di
me
,
andandosene
d
'
un
tratto
,
senz
'
avvisarmi
,
schernendomi
perfino
col
dire
che
avrebbe
mandato
Andrea
più
tardi
a
portare
il
mio
viglietto
.
-
L
'
idea
che
Lidia
aveva
scritto
un
viglietto
malizioso
e
grazioso
rimasto
ignorato
sulla
tavola
per
la
mia
cattiveria
,
mi
colpì
stranamente
;
provai
un
irresistibile
bisogno
di
ridere
e
una
tenerezza
da
fanciullo
.
-
Già
,
ho
fatto
male
,
-
dissi
.
-
Lo
riconosco
.
Basta
riconoscere
il
proprio
torto
?
-
Lidia
s
'
era
alzata
,
cercando
il
fazzoletto
;
io
lo
raccattai
da
terra
,
e
presi
posto
nella
poltrona
rimasta
libera
.
-
Basta
riconoscere
il
proprio
torto
?
-
ripetei
,
prendendo
Lidia
per
le
braccia
e
cercando
di
attirarla
sulle
ginocchia
.
-
No
!
No
!
No
!
-
ella
esclamò
con
veemenza
.
Io
ho
passata
un
'
orribile
notte
,
per
Lei
,
e
non
l
'
ho
passata
dormendo
,
com
'
Ella
potrebbe
credere
;
mi
sono
addormentata
sull
'
ultimo
,
per
la
stanchezza
....
-
E
come
l
'
hai
passata
,
dunque
?
-
domandai
senza
resistere
allo
strappo
cui
ricorse
Lidia
per
togliersi
alla
mia
stretta
.
-
L
'
ho
passata
meditando
!
-
rispose
la
donna
,
mentre
s
'
allontanava
e
si
raggiustava
l
'
accappatoio
.
La
frase
mi
turbò
,
e
mi
trasse
alle
labbra
la
risposta
,
che
trattenni
a
forza
.
Anch
'
io
aveva
meditato
;
Lidia
nell
'
angoscia
dell
'
aspettazione
,
io
nell
'
angoscia
della
folla
....
E
ambedue
sopra
un
istesso
argomento
?
Forse
;
ma
Lidia
non
me
l
'
avrebbe
mai
confessato
,
non
avrebbe
forse
trovate
le
parole
....
Ella
si
riprometteva
certo
una
mia
domanda
;
perchè
dopo
essersi
guardata
nello
specchio
,
girò
la
testa
verso
di
me
.
-
Non
ho
più
nulla
da
dire
,
-
mormorai
.
-
Se
non
basta
riconoscere
un
errore
,
non
so
che
altro
si
possa
attendere
.
-
Lidia
proruppe
nella
sua
risatina
di
sprezzo
.
-
Comodi
,
i
signori
uomini
!
-
ella
disse
,
prendendo
a
camminare
per
la
camera
.
-
Si
levano
i
loro
capricci
,
e
poi
riconoscono
d
'
aver
fatto
male
;
con
tale
sistema
pretendono
il
perdono
.
E
se
facessimo
noi
altrettanto
?
-
Sentivo
che
c
'
incamminavamo
verso
i
paradossi
femminili
e
non
fiatai
.
-
Se
facessimo
noi
altrettanto
?
-
continuò
Lidia
.
-
Sarebbe
una
catastrofe
,
una
vergogna
,
il
finimondo
,
perchè
non
si
ammette
la
possibilità
d
'
un
capriccio
in
noi
....
Siamo
fatte
per
la
casa
,
diavolo
!
Pupattole
eleganti
,
decorazioni
da
salotto
,
mummie
senza
nervi
nè
vibrazioni
....
-
Vi
prego
d
'
espormi
i
capricci
che
io
vi
ho
proibiti
,
-
interruppi
.
-
Ah
certo
!
-
disse
Lidia
con
accento
ironico
.
-
Io
posso
comperare
tutto
quanto
m
'
accomoda
,
vestirmi
come
mi
piace
,
rimaner
qui
,
o
viaggiare
....
E
Lei
crede
che
la
vita
d
'
una
donna
finisca
lì
?
-
Non
oso
supporre
che
finisca
altrove
,
-
osservai
.
-
Volete
forse
uscir
sola
di
sera
,
andar
sola
a
teatro
,
avere
un
appartamento
da
scapolo
,
tirar
di
scherma
e
correre
lo
steeplechase
?
-
Lidia
si
fermò
,
quasi
sotto
una
staffilata
;
allungò
l
'
indice
della
destra
verso
di
me
,
e
disse
in
tono
minaccioso
:
-
Ricordati
questo
,
Sergio
:
che
tu
ti
pentirai
delle
tue
parole
e
dei
capricci
di
stanotte
.
-
Si
diresse
verso
la
porta
.
Ebbi
la
tentazione
fugace
di
correre
a
Lidia
e
di
fermarla
;
ma
nell
'
atto
che
m
'
alzavo
,
dal
mio
abito
salì
quel
profumo
avvelenatore
di
che
s
'
era
impregnato
alla
festa
;
il
profumo
di
dieci
donne
,
le
quali
non
erano
Lidia
,
non
le
assomigliavano
in
nulla
,
non
m
'
eran
cognite
se
non
nell
'
apparenza
mondana
.
E
lasciai
uscir
Lidia
.
Dalla
via
sorgevano
i
romori
della
città
laboriosa
.
Tacitamente
salutai
i
forti
che
trovavan
l
'
opportunità
di
lavorare
anche
nella
domenica
di
quaresima
;
chiusi
le
imposte
,
e
mi
coricai
,
più
freddo
e
più
tranquillo
di
quanto
non
avessi
osato
sperare
.
X
.
Il
romanzo
di
Gian
Luigi
Sideri
era
rimasto
intonso
alcuni
giorni
sul
mio
tavolino
da
lavoro
;
poi
,
nel
cumulo
di
lettere
e
di
giornali
che
quotidianamente
vi
si
deponevano
,
io
non
l
'
aveva
più
trovato
,
senz
'
inquietarmene
,
poichè
mi
rammentava
una
delle
prime
cause
di
broncio
con
Lidia
e
temevo
che
,
leggendolo
,
rinascessero
i
sogni
e
i
rimorsi
,
or
di
nuovo
snebbiati
.
Fui
quindi
assai
perplesso
allorchè
Gian
Luigi
Sideri
comparve
ad
uno
dei
nostri
martedì
.
Io
non
aveva
conoscenza
delle
frasi
vaghe
,
usate
per
un
autore
dagli
ammiratori
che
non
hanno
letti
i
suoi
libri
;
e
se
anche
tal
vocabolario
mi
fosse
stato
familiare
,
mi
mancava
il
coraggio
d
'
adoperarlo
,
non
sapendo
se
Gian
Luigi
se
ne
sarebbe
contentato
o
se
non
,
piuttosto
,
avrebbe
volute
le
impressioni
particolari
delle
varie
scene
e
dei
caratteri
descritti
.
Gian
Luigi
tornava
dalla
Riviera
Ligure
,
ove
la
leggenda
lo
figurava
occupato
in
nuovi
lavori
;
ma
l
'
aspetto
sano
,
la
tinta
viva
,
l
'
occhio
limpido
,
il
sorriso
tranquillo
che
vi
aveva
acquistati
,
mi
sembravan
resultare
da
un
larghissimo
ozio
,
meglio
che
dal
lavorio
intellettuale
.
S
'
inchinò
due
volte
innanzi
a
Lidia
;
una
volta
innanzi
alle
altre
signore
;
delibò
compiacente
le
lodi
degli
amici
e
si
divertì
a
lasciarsi
osservare
come
persona
assicurata
ai
posteri
;
finì
coll
'
accomodarsi
sul
divano
,
di
fianco
a
Lidia
.
Gian
Luigi
aveva
una
statura
più
bassa
della
media
;
ma
non
era
tozzo
e
non
produceva
effetto
sgradevole
;
anzi
,
la
esiguità
delle
forme
gli
prestava
un
che
di
svelto
e
d
'
arguto
,
certamente
simpatico
.
Bruno
,
dagli
occhi
grigi
;
testa
proporzionata
,
fronte
alta
,
significante
capacità
d
'
intelletto
;
labbra
sensuali
e
colorite
,
indicatrici
di
tendenze
epicuree
;
baffi
ritti
e
puntuti
,
a
cagion
della
moda
.
Egli
vestiva
con
gusto
e
senza
la
cura
minuziosa
dell
'
uomo
incapace
ad
altro
;
come
dissonanza
inevitabile
in
ogni
cosa
sua
,
portava
quel
giorno
una
cravatta
gialla
,
di
foggia
molto
discutibile
.
Fugacemente
notai
che
,
seduto
a
fianco
di
Lidia
,
Gian
Luigi
si
trovava
in
posizione
svantaggiosa
,
perchè
appariva
più
piccolo
della
donna
.
Io
era
tuttavia
sotto
l
'
impressione
della
festa
di
ballo
e
delle
sue
conseguenze
con
Lidia
;
rispondevo
male
alle
interrogazioni
che
mi
si
facevano
e
se
non
fosse
stata
la
visita
di
Gian
Luigi
avrei
raggiunte
le
mie
camere
al
primo
pretesto
.
Guardavo
le
donne
.
Ero
in
quel
tremendo
periodo
di
studio
muto
e
desideroso
,
che
non
ho
dimenticato
mai
,
che
si
prolungò
oltre
misura
e
che
mi
stampò
nel
cervello
così
lucide
imagini
femminili
,
da
poterle
evocare
nuovamente
oggi
,
a
distanza
d
'
anni
,
direi
quasi
con
un
semplice
corrugar
di
ciglia
.
Esse
balzan
luminose
nella
steppa
grigia
del
passato
.
Guardavo
le
donne
,
raccolte
intorno
a
Lidia
,
e
specialmente
quelle
le
quali
avrebbero
potuto
essere
belle
e
non
lo
erano
;
voglio
dire
,
le
non
riuscite
.
Avevano
occhi
piacevoli
e
brutta
bocca
;
o
bocca
espressiva
e
naso
lungo
;
o
naso
esatto
,
bocca
deliziosa
,
occhi
loquaci
,
e
mancavan
d
'
ovale
al
viso
,
o
di
capelli
ricchi
,
o
di
statura
elegante
,
o
di
seno
giusto
.
Io
sentiva
per
queste
il
rincrescimento
d
'
un
artista
che
lo
scalpello
ha
tradito
.
E
mi
volgevo
alle
altre
,
-
poche
,
tre
o
quattro
,
-
nelle
quali
v
'
era
armonia
e
disposizion
di
forme
da
sostenere
un
'
analisi
,
dopo
aver
soddisfatta
la
sintesi
.
Ancora
,
per
esse
non
avevo
alcuna
tenerezza
;
forse
m
'
erano
spiritualmente
antipatiche
,
e
certo
,
non
valevano
Lidia
;
ma
tutte
,
a
una
,
a
una
,
rappresentavano
l
'
altra
,
l
'
incognita
,
la
donna
su
cui
non
avevo
diritto
alcuno
;
e
le
guardavo
perciò
,
e
mentre
mi
lasciavano
il
cuore
vuoto
,
dominavano
il
mio
pensiero
.
Mi
sarei
irritato
se
una
di
costoro
avesse
creduto
di
poter
prendere
il
posto
di
Lidia
;
e
,
-
ammettendo
per
un
istante
una
concessione
al
potente
bisogno
di
cambiare
,
-
sentivo
che
avrei
avuto
il
cattivo
coraggio
di
spiegare
tal
bisogno
e
di
respingere
,
nella
donna
che
mi
si
fosse
data
,
ogni
speranza
di
stabilità
nella
nostra
colpa
.
Infine
,
io
sarei
stato
capace
di
dire
:
"
Vi
voglio
,
non
già
perchè
siete
voi
;
ma
perchè
non
siete
Lidia
"
.
Formola
così
vera
,
che
mi
toglieva
speranza
di
trovar
la
donna
atta
ad
apprezzarla
.
Non
potevo
sopportare
le
bionde
,
in
quel
periodo
;
la
sola
vicinanza
loro
mi
dava
la
sensazione
tattile
dei
capelli
lunghi
,
serpentini
,
di
Lidia
e
la
visione
del
suo
corpo
;
eran
le
brune
che
preferivo
studiare
,
provando
certi
curiosi
impeti
d
'
afferrarle
alle
spalle
e
di
rovesciar
loro
la
testa
all
'
indietro
,
per
baciarne
la
gola
bianca
.
Nessuno
in
quel
salotto
avrebbe
imaginati
i
galoppi
della
mia
mente
;
perchè
gli
uomini
e
le
donne
,
dopo
aver
tentennato
a
lungo
per
definir
me
,
Lidia
,
il
nostro
matrimonio
,
e
collocarci
in
una
delle
categorie
prestabilite
dal
mondo
,
-
avevan
finalmente
trovate
e
la
definizione
e
la
categoria
,
mettendoci
con
un
gemito
fra
gli
"
esemplari
"
;
quel
giorno
stesso
in
cui
mi
gravava
sullo
spirito
il
peso
enorme
dell
'
esemplarità
.
La
fiamma
d
'
un
robusto
fuoco
nel
caminetto
gettava
sul
viso
d
'
una
di
quelle
brune
agognate
larghi
sprazzi
di
luce
che
salivan
dalle
ginocchia
al
busto
,
dal
busto
alla
testa
,
e
le
passavan
dietro
gli
omeri
a
formarle
uno
sfondo
mobile
,
saltellante
,
corrusco
.
Ammiravo
di
costei
,
sopra
ogni
altra
cosa
,
la
dolcezza
del
ridere
,
che
non
era
contrazion
di
muscoli
,
ma
lene
conquista
d
'
espressione
,
di
cui
la
bocca
era
la
sorgente
e
gli
occhi
la
foce
per
cui
si
trasmetteva
agli
altri
.
La
bruna
stava
presso
il
caminetto
,
volgendogli
il
fianco
sinistro
,
e
di
fronte
a
me
,
ch
'
ero
all
'
altro
lato
;
ma
ella
teneva
il
capo
rivolto
a
destra
,
verso
il
divano
.
Mi
ricordò
così
,
indirettamente
,
che
a
Gian
Luigi
Sideri
eran
dovute
le
maggiori
cortesie
,
come
ad
ospite
quasi
celebre
;
e
quando
mi
levai
,
vidi
gli
altri
tutti
intenti
ad
ascoltar
Lidia
e
Gian
Luigi
.
Parlavano
di
letteratura
.
-
Il
suo
romanzo
mi
ha
veramente
entusiasmata
,
-
diceva
Lidia
a
Gian
Luigi
.
-
Tutto
vi
è
nuovo
;
dal
titolo
al
pensiero
che
vi
domina
fino
alla
chiusa
.
L
'
ho
letto
due
volte
.
-
Io
non
sapeva
fin
allora
quale
dovesse
essere
la
vendetta
che
Lidia
mi
aveva
minacciata
;
ma
ero
stato
tranquillo
,
pensando
che
forse
non
la
sapeva
nemmen
lei
.
Avevo
osservato
semplicemente
,
da
quella
notte
di
sabato
al
martedì
,
una
durezza
insolita
nelle
parole
della
donna
,
qualche
sarcasmo
su
tutto
quanto
la
circondava
,
e
sebbene
io
non
fossi
personalmente
attaccato
,
indovinavo
che
il
sarcasmo
e
la
durezza
eran
per
me
e
non
avrebbero
tardato
a
trovare
il
loro
indirizzo
preciso
.
Nel
veder
Lidia
così
cortese
verso
Gian
Luigi
,
mi
si
delineo
alla
mente
,
chiara
ed
innegabile
,
l
'
essenza
della
vendetta
promessa
;
e
ne
sorrisi
,
trovando
ch
'
era
un
po
'
vecchia
.
Lidia
si
riprometteva
d
'
eccitar
la
mia
gelosia
,
come
aveva
imparato
assistendo
alle
commedie
d
'
antico
repertorio
;
non
le
negavo
la
capacità
a
fingere
la
sua
parte
con
maravigliosa
intuizione
;
bensì
,
negavo
a
'
suoi
sforzi
l
'
esito
ch
'
ella
ne
sperava
.
Io
non
sarei
stato
geloso
di
simpatie
volute
;
ella
,
dopo
la
sua
rappresentazione
,
avrebbe
semplicemente
ottenuto
di
allontanarmi
da
lei
,
e
di
farsi
considerare
piuttosto
volgaruccia
nelle
sue
trovate
.
-
Ho
scritto
come
dettava
dentro
,
-
rispose
Gian
Luigi
.
-
Secondo
il
sistema
di
Dante
Alighieri
,
-
notai
,
sorridendo
.
-
È
ancora
discreto
.
Io
non
ho
letto
il
tuo
romanzo
,
perchè
sono
....
-
Stavo
per
dire
:
occupatissimo
,
il
che
avrebbe
servito
a
confermar
la
definizione
di
marito
esemplare
;
ma
mi
corressi
a
tempo
,
e
continuai
:
-
Perchè
sono
un
po
'
impaurito
da
quel
tremendo
titolo
:
Il
lastrico
dell
'
Inferno
!
Ci
ho
pensato
,
e
mi
è
parso
conveniente
sentir
prima
le
impressioni
di
mia
moglie
.
Mi
accorgevo
d
'
aver
detto
un
mucchio
di
sciocchezze
,
secondo
la
fatalità
di
chi
sbaglia
dal
principio
;
e
non
mi
restava
che
sperare
in
un
aiuto
di
Lidia
.
L
'
aiuto
venne
così
:
-
Tua
moglie
,
-
disse
Lidia
con
quell
'
ombra
di
sarcasmo
che
rimaneva
tra
me
e
lei
,
-
tua
moglie
ti
ha
consigliato
più
volte
a
leggere
quel
bellissimo
romanzo
.
È
tutto
imperniato
sull
'
adagio
:
di
buone
intenzioni
è
lastricato
l
'
inferno
;
e
pieno
di
sapore
filosofico
.
-
Lidia
non
m
'
aveva
mai
parlato
di
quel
libro
;
non
solo
;
io
ignorava
perfino
lo
avesse
letto
.
Ella
non
poteva
quindi
mentire
con
maggiore
impudenza
e
con
fine
più
crudele
;
fui
preso
da
una
terribile
vertigine
di
smascherarla
,
ma
non
soccorrendomi
sùbito
una
frase
elegante
e
velenosa
,
che
rimanesse
tra
me
e
lei
come
il
suo
sarcasmo
,
trovai
miglior
partito
rispondere
a
Gian
Luigi
:
-
Un
'
idea
curiosa
e
originale
,
davvero
!
Di
buone
intenzioni
è
lastricato
l
'
inferno
!
Certo
,
se
ne
può
fare
un
poema
d
'
angoscia
o
un
capolavoro
di
satira
....
-
È
l
'
una
e
l
'
altra
cosa
,
-
disse
freddamente
Lidia
,
colla
tranquillità
delle
donne
che
non
han
mai
capito
nulla
.
Gian
Luigi
fece
un
gesto
,
sorridendo
,
quasi
a
declinar
l
'
elogio
smisurato
.
-
Mi
son
guardato
intorno
,
ho
cercato
di
dire
la
verità
;
ed
ecco
tutto
!
-
egli
concluse
modestamente
.
-
Ed
ora
,
sta
preparando
qualche
cosa
di
nuovo
?
-
domandò
la
bruna
,
seduta
presso
il
caminetto
.
-
No
:
sono
piombato
nell
'
ozio
più
vergognoso
,
-
disse
Gian
Luigi
volgendosi
verso
di
lei
.
Non
so
come
,
respirai
di
piacere
.
Gian
Luigi
oziava
;
ciò
me
lo
rendeva
simpatico
.
-
È
stato
a
Sestri
,
non
è
vero
?
-
chiese
Lidia
.
-
Me
lo
annunciò
Sergio
.
-
Sì
,
signora
.
A
Sestri
,
al
ritorno
da
Saint
-
Moritz
.
-
M
'
ero
allontanato
alcun
poco
,
andando
a
sedermi
presso
una
signora
,
i
cui
occhi
neri
e
umidi
pareva
dicessero
agli
uomini
:
"
Sì
,
fratello
:
io
seguo
il
mio
triste
destino
d
'
appassionata
"
.
E
di
quegli
occhi
,
di
cui
credevo
aver
tradotta
finalmente
l
'
espressione
,
io
studiava
i
possibili
sogni
e
le
veemenze
,
lasciando
che
nell
'
angolo
,
ov
'
era
Lidia
,
continuasse
il
discorso
d
'
ammirazione
e
di
vanità
.
Poi
,
lentamente
,
i
visitatori
presero
commiato
,
e
come
l
'
ombra
serale
precipitava
,
restai
nel
salotto
,
vedendo
ancora
davanti
al
caminetto
la
bruna
dal
sorriso
consolatore
,
e
l
'
altra
dagli
occhi
mesti
.
Quella
sera
,
a
pranzo
non
avevamo
che
mio
suocero
,
Pietro
Folengo
.
Donna
Teresa
era
rimasta
a
casa
,
un
po
'
indisposta
.
E
un
penoso
silenzio
regnò
fra
noi
tre
,
quantunque
io
fossi
pronto
a
seguir
Pietro
in
tutte
le
idee
vecchie
di
cui
volesse
farsi
il
profeta
.
Lidia
,
sulla
tovaglia
disegnava
dei
geroglifici
col
manico
della
forchetta
;
assaggiava
appena
le
vivande
ch
'
ella
medesima
aveva
voluto
le
prescrivesse
il
medico
,
perchè
ormai
l
'
anemia
e
la
malaria
dominavan
la
sua
vita
;
e
benchè
io
l
'
avessi
più
volte
interrogata
,
non
aveva
spinto
il
discorso
oltre
la
forma
monosillabica
.
Stringeva
le
labbra
,
di
tanto
in
tanto
;
sintomo
di
malcontento
represso
.
-
Vediamo
,
figli
miei
,
-
disse
Pietro
a
un
tratto
,
guardando
Lidia
e
me
.
-
Che
cos
'
avviene
?
-
Niente
!
-
dissi
io
.
-
Niente
!
-
disse
Lidia
.
-
Come
,
niente
!
-
esclamò
Pietro
con
la
sua
logica
di
ferro
.
-
Niente
produce
niente
.
Ora
niente
non
può
essere
la
causa
,
se
un
broncio
è
l
'
effetto
!
-
Un
broncio
?
Ma
non
siamo
stati
mai
di
migliore
accordo
!
-
io
risposi
.
-
Mai
,
proprio
mai
!
-
confermò
Lidia
,
terminando
con
attenzione
la
curva
d
'
un
geroglifico
.
Pietro
s
'
accarezzò
i
favoriti
,
come
quando
stava
per
dire
qualche
bella
cosa
.
-
Trovate
il
modo
d
'
intendervi
su
questi
niente
così
disastrosi
,
-
egli
consigliò
.
-
A
'
miei
tempi
non
s
'
usavano
!
-
Quindi
passò
a
raccontar
di
nuove
instanze
che
la
Casa
commerciale
di
Cairo
gli
faceva
,
obbligandolo
a
prendere
una
decisione
.
-
Quando
entreresti
in
carica
?
-
domandò
Lidia
.
-
Fino
al
prossimo
anno
non
se
ne
parla
,
-
rispose
Pietro
,
-
ma
capisci
che
una
volta
data
una
promessa
,
il
tempo
non
conta
,
e
un
uomo
serio
deve
mantener
la
parola
.
-
Io
non
feci
alcuna
osservazione
,
credendo
aver
bastantemente
criticato
quel
disegno
assurdo
di
lasciar
l
'
Italia
e
di
correr
venture
a
cinquantasei
anni
,
pel
solo
ùzzolo
della
novità
;
anche
Lidia
tacque
.
Nell
'
appressarmi
alla
finestra
,
levate
le
mense
e
restando
Pietro
e
Lidia
innanzi
alla
tavola
,
-
lo
spettacolo
della
sera
,
già
assai
dolce
e
limpida
,
m
'
istigò
un
vivo
desiderio
d
'
uscire
e
veder
gente
.
Le
carrozze
passavan
numerose
,
coi
lucidi
fanali
proiettanti
,
nell
'
amplissima
via
;
correvano
a
trasportar
uomini
e
donne
al
piacere
e
alla
soddisfazione
di
mille
vanità
,
cui
avevo
imparato
a
irridere
senz
'
esser
convinto
del
loro
nulla
.
Mi
scoprivo
d
'
un
tratto
ancor
troppo
giovane
per
rinunciarvi
e
,
in
fondo
,
l
'
innocenza
di
quei
godimenti
mondani
,
creati
per
vedere
un
poco
e
per
esser
molto
veduti
,
-
mi
sembrava
il
loro
più
bello
elogio
;
non
s
'
era
mai
sentito
dire
che
,
all
'
uscir
da
una
festa
o
da
un
teatro
,
le
signore
avessero
abbandonato
il
marito
per
cader
fra
le
braccia
degli
ammiratori
;
bensì
,
ai
teatri
e
alle
feste
,
si
tessevano
le
fila
prime
degli
inganni
:
ma
se
le
feste
e
i
teatri
non
fossero
stati
,
gl
'
inganni
non
si
sarebbero
tessuti
egualmente
?
L
'
indole
è
tutto
.
Una
sola
occhiata
a
Lidia
mi
persuase
che
avrei
parlato
indarno
.
Ella
andava
irrigidendosi
ogni
giorno
più
nella
risoluzione
di
sfuggire
il
mondo
;
e
come
il
passato
carnevale
s
'
era
sottratta
agli
inviti
,
ora
si
sottraeva
a
qualunque
proposta
di
svago
.
Varie
amiche
l
'
avevan
pregata
di
prender
parte
a
delle
gite
;
la
campagna
nei
dintorni
di
Milano
,
che
lasciava
il
suo
manto
invernale
per
ricolorirsi
a
poco
a
poco
,
era
deliziosa
,
e
allettava
a
farvi
delle
escursioni
;
ma
Lidia
aveva
da
qualche
tempo
assunto
per
divisa
il
motto
:
questo
m
'
è
indifferente
,
-
ch
'
ella
ripeteva
a
frustrar
qualunque
insistenza
.
Non
partecipai
,
dunque
,
la
mia
idea
a
Lidia
,
acconciandomi
a
subire
la
conversazione
di
Pietro
.
Egli
difendeva
il
Ministero
;
dacchè
io
lo
conosceva
,
Pietro
non
aveva
fatto
di
meglio
,
ne
'
suoi
discorsi
di
politica
;
taceva
solo
fra
una
crisi
parlamentare
e
l
'
altra
;
quando
il
Ministero
era
costituito
,
se
ne
estasiava
,
ripetendo
le
considerazioni
dei
giornali
officiosi
,
quantunque
pochi
giorni
avanti
si
fosse
estasiato
d
'
un
Ministero
affatto
opposto
.
Ma
Pietro
Folengo
era
ministeriale
per
costituzione
psicologica
e
avversarlo
sarebbe
stato
come
fargli
un
salasso
.
Alle
undici
se
ne
andò
;
sùbito
,
Lidia
mi
disse
:
-
Vado
a
letto
;
mi
sento
poco
bene
.
-
Si
levò
dalla
sedia
con
apparente
fatica
,
e
finse
trascinarsi
fino
alla
soglia
della
sua
camera
.
Qui
,
si
rivolse
e
appoggiò
una
mano
alla
fessura
della
finestra
,
ch
'
era
nell
'
angolo
.
-
Queste
serramenta
,
-
disse
,
-
non
potrebbero
essere
più
cattive
.
Soffiano
aria
da
ogni
dove
.
-
Tossì
,
portandosi
il
fazzoletto
alla
bocca
,
e
uscì
con
andatura
stanca
.
Le
parole
eran
quelle
;
ma
il
loro
significato
particolare
m
'
era
sufficientemente
noto
per
non
prendere
abbaglio
;
senza
muovermi
dalla
mia
sedia
,
io
sapeva
che
le
serramenta
funzionavan
benissimo
e
che
l
'
aria
non
vi
soffiava
punto
,
e
che
Lidia
non
era
affaticata
nè
indisposta
.
Ogni
sera
,
le
parole
mutavano
,
ma
rimaneva
il
loro
significato
di
preghiera
;
Lidia
non
voleva
essere
disturbata
;
la
sua
alcova
era
chiusa
per
me
.
Da
parecchio
,
ella
non
desiderava
più
il
mio
amore
;
ma
era
obbligata
ad
aspettare
che
io
desiderassi
il
suo
;
leggiera
prostituzione
,
inevitabile
in
tutte
le
buone
famiglie
amiche
della
quiete
,
nelle
quali
la
donna
si
concede
fredda
per
adempiere
a
'
suoi
doveri
e
non
obbligare
l
'
uomo
a
cercarsi
una
femmina
altrove
.
Lidia
non
mi
conosceva
così
da
indovinare
che
tale
sommissione
mi
faceva
somigliar
la
donna
a
una
specie
di
medicinale
vivente
,
di
cui
si
prendon
quelle
dosi
notturne
che
riescano
a
calmare
i
nervi
;
e
non
conoscendomi
,
l
'
ora
di
ritrarsi
nella
sua
camera
sembrava
penosissima
a
Lidia
;
non
si
coricava
più
per
riposare
,
ma
perchè
si
sentiva
poco
bene
;
evitava
d
'
incontrare
i
miei
sguardi
per
timore
di
leggervi
una
domanda
;
talvolta
faceva
la
storia
delle
sue
indisposizioni
;
non
si
decideva
a
muoversi
se
non
ben
certa
ch
'
io
era
compreso
di
tanti
malanni
.
Le
nostre
abitudini
erano
invariabili
;
io
non
mi
coricava
alla
mia
volta
o
non
usciva
di
casa
,
prima
d
'
esser
passato
nella
camera
di
Lidia
a
salutarla
.
Vi
trovai
,
quella
sera
,
ancora
Geltrude
occupata
a
riporre
le
vesti
.
Io
m
'
avvicinai
al
letto
,
dove
Lidia
stava
col
busto
appoggiato
ai
guanciali
e
i
capelli
sciolti
per
le
spalle
;
un
bel
quadro
,
senza
dubbio
,
ricco
di
luce
e
d
'
ombra
.
Geltrude
augurò
la
buona
notte
ed
uscì
.
L
'
astuta
cameriera
,
un
tipo
segaligno
di
giovane
trentenne
,
-
conoscendo
,
i
nostri
usi
dei
migliori
tempi
,
aveva
spinto
vicino
al
letto
una
poltrona
,
in
cui
mi
sedevo
abitualmente
a
chiacchierare
con
Lidia
.
Allontanai
la
poltrona
,
osservando
che
sul
tavolino
da
notte
stava
un
romanzo
francese
,
pel
quale
Lidia
non
si
sentiva
poco
bene
.
-
Vuoi
leggere
?
-
domandai
,
accennando
il
volume
.
-
Ah
no
,
mio
Dio
!
-
esclamò
Lidia
.
-
Mi
farebbe
male
alla
testa
.
-
Buona
notte
.
-
Buona
notte
.
-
Allungò
la
mano
,
che
strinsi
freddamente
,
e
tossì
di
nuovo
.
Quell
'
esagerazione
ostentatrice
,
mi
diede
una
rabbia
improvvisa
.
-
È
inutile
,
-
dissi
,
-
tutto
questo
apparato
.
Lo
so
.
-
Che
cosa
?
-
fece
Lidia
,
volgendomi
la
testa
in
piena
luce
.
-
Che
cosa
sai
?
-
Mi
strinsi
nelle
spalle
,
incamminandomi
verso
l
'
uscio
.
-
Favorisci
un
istante
,
-
ripetè
Lidia
.
-
Che
cosa
sai
?
-
Il
significato
di
queste
malattie
d
'
imaginazione
,
-
risposi
,
nel
mentre
mi
fermavo
e
mi
rivolgevo
.
-
Malattie
d
'
imaginazione
!
L
'
anemia
....
la
malaria
?
...
-
No
;
la
freddezza
,
la
stanchezza
,
la
ripulsione
.
E
dico
ingiustamente
:
malattie
;
perchè
questi
sentimenti
sono
naturalissimi
,
d
'
una
fisiologia
irreprensibile
....
-
Ah
ecco
!
La
solita
.
Noi
siamo
malate
,
e
loro
pretendono
una
salute
di
ferro
,
un
'
invariabile
disposizione
a
subire
i
loro
capricci
!
-
È
strano
,
-
dissi
,
-
come
tu
abbia
già
appresa
la
logica
delle
signore
maritate
,
e
il
giro
del
periodo
ad
hoc
.
Noi
;
loro
;
i
signori
uomini
;
se
facessimo
noi
altrettanto
;
frasi
di
prammatica
.
-
È
vero
o
no
,
-
rispose
Lidia
,
-
che
tu
mi
vorresti
come
nei
primi
tempi
?
-
Come
nei
primi
tempi
!
-
esclamai
,
preso
dalla
nostalgia
.
-
Se
ciò
fosse
possibile
....
-
Ma
ciò
non
è
possibile
,
amico
mio
,
-
finì
Lidia
.
-
Perchè
io
ora
sono
malata
.
-
M
'
appressai
di
nuovo
al
letto
,
strinsi
la
mano
di
Lidia
e
la
baciai
;
poscia
uscii
,
mentre
Lidia
,
dimenticando
il
mal
di
testa
paventato
,
si
disponeva
a
leggere
tranquillamente
il
romanzo
francese
.
Ettore
Caccianimico
aveva
previsto
tutto
ciò
da
un
pezzo
.
Noi
ci
eravamo
amati
troppo
in
fretta
.
XI
.
Già
nella
parvenza
fisica
,
Ettore
Caccianimico
stupiva
,
perchè
i
suoi
cinquant
'
anni
erano
attestati
non
da
altro
se
non
dalla
canizie
e
avevan
sorvolato
alla
sua
struttura
magra
,
rigida
,
soldatesca
.
Sul
viso
sbarbato
rimaneva
l
'
impronta
d
'
una
volontà
decisa
;
gli
occhi
,
di
colore
indefinibile
,
tra
il
grigio
e
l
'
azzurro
,
potevan
turbare
con
la
fissità
dello
sguardo
.
Se
la
forza
di
volere
s
'
indovina
dal
naso
forte
,
da
labbra
sottili
,
dal
mento
angoloso
,
-
certo
il
profilo
d
'
Ettore
Caccianimico
era
l
'
espressione
della
massima
imperiosità
di
cui
è
capace
animo
d
'
uomo
.
E
lo
scherzo
della
natura
stava
in
questo
;
che
tutti
quei
segni
mentivano
;
che
l
'
uomo
di
bellezza
così
maschia
da
farlo
supporre
uno
sfidator
di
tempeste
,
era
un
ingenuo
.
E
ancora
,
perchè
meglio
sfuggisse
a
una
definizione
*
esatta
,
non
era
ingenuo
se
non
a
intervalli
,
alternando
pensieri
ed
azioni
da
fanciullo
a
imprese
da
tenace
esperto
;
ora
in
preda
a
entusiasmi
ingiustificati
,
ora
scorato
per
un
ostacolo
illusorio
;
ora
senza
scrupoli
,
ora
accasciato
da
rimorsi
ingiusti
....
Qualche
volta
lo
si
poteva
credere
uomo
da
calpestar
tutto
per
giungere
anche
a
un
capriccio
;
qualche
volta
,
un
imbelle
che
si
spaventa
d
'
una
parola
.
Onde
,
la
sua
vita
era
in
preda
ai
mille
fattori
che
costituivano
il
suo
carattere
;
e
la
definizione
più
vera
d
'
Ettore
Caccianimico
poteva
limitarsi
a
considerarlo
uomo
senza
linea
di
condotta
e
fors
'
anco
senza
mai
un
perchè
d
'
azione
.
In
questo
senso
,
egli
era
cieco
;
si
buttava
a
un
'
impresa
o
ne
rifuggiva
con
terrore
,
egualmente
;
e
se
avesse
dovuto
spiegar
la
sua
esistenza
,
avrebbe
scoperto
che
quei
motivi
i
quali
l
'
avevano
annientato
in
una
vicenda
,
erano
i
medesimi
che
in
altra
vicenda
eguale
l
'
avevano
infiammato
di
volontà
.
Così
,
era
stato
ufficiale
di
cavalleria
,
poi
commerciante
audace
,
poi
ricco
e
instancabile
cosmopolita
,
zerando
oggi
l
'
opera
d
'
ieri
;
marito
per
caso
;
amico
dubbio
;
non
convinto
di
nulla
,
nemmeno
dei
propri
diritti
;
intollerante
di
doveri
certi
e
scrupoloso
per
doveri
fantastici
.
Benchè
già
fossero
valicate
le
tre
del
pomeriggio
quando
passai
la
soglia
di
casa
Caccianimico
,
trovai
Ettore
in
veste
da
camera
.
Lo
studio
,
dalla
tettoia
vetrata
,
era
illuminato
di
luce
diurna
;
non
troppo
ampio
,
d
'
esatte
dimensioni
,
con
due
finestre
prospicienti
la
strada
;
a
fianco
dell
'
una
stavan
la
scrivania
e
le
poltrone
di
pelle
a
borchie
d
'
ottone
,
e
innanzi
all
'
altra
una
giardiniera
con
alcuni
vasi
di
fiori
dai
freschi
sbocci
.
La
parete
cui
s
'
appoggiava
la
poltrona
della
scrivania
era
coperta
fino
a
metà
altezza
da
una
cornice
rettangolare
contenente
schizzi
d
'
autore
,
piccoli
paesaggi
,
teste
a
tempera
;
e
immediatamente
sotto
la
cornice
,
un
divano
di
seta
color
giallo
scuro
,
con
avanti
un
tavolino
ingombro
di
barattoli
e
di
volumi
rilegati
.
Addossati
alla
parete
di
contro
,
la
libreria
e
uno
scaffaletto
;
poi
,
senz
'
ordine
voluto
,
qua
e
là
,
diverse
poltrone
,
della
medesima
stoffa
e
del
medesimo
color
del
divano
.
Un
odore
forte
di
sigaretta
aleggiava
per
la
camera
e
si
mischiava
a
un
altro
profumo
,
più
sottile
,
meno
dominante
,
come
riposto
e
ad
ora
ad
ora
agitato
dai
nostri
movimenti
.
Era
un
profumo
non
ignoto
alle
mie
nari
,
ma
snaturato
alcun
poco
dal
luogo
;
cosicchè
m
'
arrestai
sulla
soglia
,
fiutando
e
fissando
Ettore
,
che
sedeva
innanzi
alla
scrivania
,
colla
testa
appoggiata
alle
mani
.
-
Addio
,
-
egli
disse
,
guardandomi
dall
'
alto
in
basso
,
con
un
'
occhiata
ch
'
io
sapeva
caratteristica
delle
più
negre
ore
dell
'
uomo
.
-
Odore
di
violetta
,
d
'
eliotropio
,
d
'
avventura
proibita
!
-
risposi
,
inoltrandomi
e
stringendo
la
mano
del
Caccianimico
.
-
Ah
sì
!
-
egli
fece
con
aria
annoiata
.
-
Laura
Uglio
è
venuta
a
trovar
mia
moglie
ed
è
passata
di
qui
a
salutarmi
.
Dovreste
esservi
incontrati
sulle
scale
.
-
No
,
-
dissi
.
-
Siediti
.
Laura
Uglio
non
viene
in
casa
tua
?
-
No
.
-
Per
che
cosa
?
Perchè
c
'
è
stato
fra
te
e
lei
?
...
che
sciocchezze
!
-
esclamò
Ettore
,
stirandosi
e
sorridendo
d
'
un
pessimo
sorriso
.
-
Acqua
passata
non
macina
più
.
Vien
pure
in
casa
dei
tuoi
suoceri
,
Laura
.
-
Appunto
.
Ed
è
per
questo
,
anzi
....
-
Sì
,
sì
,
capisco
,
-
osservò
Ettore
,
alzandosi
con
un
movimento
rapido
.
-
Tu
sei
ai
primordî
,
e
si
fanno
sempre
di
questi
progetti
sui
primordî
.
Si
redige
l
'
elenco
di
quanti
entreranno
in
casa
e
di
quanti
ne
staranno
fuori
.
Poi
,
tutto
ciò
passa
,
come
un
soffio
....
-
Cacciate
le
mani
nelle
tasche
,
Ettore
s
'
avvicinò
al
quadro
dei
disegni
,
osservandoli
attentamente
,
come
li
vedesse
per
la
prima
volta
;
non
sembrava
parlare
che
per
sè
,
quasi
senza
guardarmi
.
-
Tutto
questo
non
passerà
,
-
dissi
con
intonazione
ferma
.
-
E
Angela
Tintaro
?
-
domandò
Ettore
d
'
improvviso
,
abbassando
lo
sguardo
su
di
me
.
Io
mi
morsi
le
labbra
.
Angela
Tintaro
veniva
in
casa
mia
da
qualche
tempo
e
Lidia
le
rendeva
le
visite
;
un
piccolo
incidente
,
una
semplice
seccatura
,
causata
dalla
mia
indolenza
.
M
'
era
parso
che
le
accuse
contro
Angela
Tintaro
non
fossero
così
provate
da
poterle
sostenere
e
da
impedire
a
Lidia
quella
relazione
.
-
Una
cosa
ben
diversa
,
-
osservai
.
-
La
medesima
cosa
,
l
'
identica
!
-
ribattè
il
Caccianimico
.
-
È
tanto
certo
che
la
Uglio
tradisce
suo
marito
,
quanto
che
la
Tintaro
seduce
le
donne
.
Fra
l
'
un
vizio
e
l
'
altro
,
fra
le
due
corrotte
,
non
so
come
tu
possa
fare
un
'
eccezione
per
la
seconda
....
-
Durante
la
breve
pausa
che
seguì
,
mi
domandai
involontariamente
se
Ettore
avesse
il
diritto
di
parlarmi
in
tal
modo
.
Ero
rimasto
,
seduto
sul
divano
,
attonito
per
il
curioso
indirizzo
che
la
conversazione
aveva
preso
,
e
alla
domanda
appena
concretata
in
mente
mi
vedevo
costretto
a
rispondere
che
Ettore
poteva
con
arditezza
giudicare
e
criticare
quanto
avveniva
in
casa
mia
.
Solo
volgendo
il
pensiero
ad
alcuni
anni
prima
,
la
figura
di
Ettore
m
'
appariva
assai
più
simpatica
di
quel
che
non
fosse
al
presente
.
L
'
uomo
aveva
forse
avuto
un
'
unica
vera
amicizia
per
me
,
un
'
unica
devozione
per
mio
padre
;
più
d
'
un
viaggio
in
Italia
e
fuori
era
stato
fatto
con
lui
;
più
d
'
un
consiglio
opportuno
m
'
era
stato
dato
da
lui
in
varî
casi
,
e
se
io
non
aveva
corriposto
con
pari
affezione
,
ciò
era
avvenuto
pel
leggiero
disgusto
che
io
provava
nel
vedere
un
uomo
così
saggio
per
gli
altri
,
così
incoerente
e
lato
di
coscienza
con
sè
medesimo
.
-
Tu
,
dunque
,
mi
consiglieresti
di
ricevere
anche
Laura
Uglio
?
-
ripresi
.
-
Ma
sicuro
,
ma
indubbiamente
,
-
egli
rispose
con
una
risata
che
non
mi
piacque
.
-
Non
la
riceviamo
noi
?
Non
la
ricevono
tutti
?
Vediamo
:
quante
persone
veramente
oneste
possono
entrare
in
una
casa
?
Dieci
,
non
di
più
.
E
ogni
casa
ne
riceve
cento
.
Del
resto
,
questa
vecchia
utopia
del
considerar
disonesta
una
donna
perchè
non
si
ferma
al
primo
uomo
,
dovrebbe
far
ridere
oramai
gli
spiriti
aperti
e
intelligenti
.
-
Andò
allo
scaffaletto
in
mogano
,
ne
tolse
una
bottiglia
e
versandone
il
liquore
in
piccoli
bicchieri
,
me
l
'
offerse
.
-
Mi
pare
,
-
dissi
,
riponendo
il
bicchiere
sulla
sottocoppa
,
-
che
tu
non
abbia
un
umore
eccellente
.
-
Pessimo
,
-
rispose
Ettore
.
-
Sto
per
commettere
una
cattiva
azione
.
-
Ci
sei
obbligato
?
-
Non
avrei
la
forza
d
'
evitarla
.
Sarà
l
'
ultima
.
-
Pronunciò
queste
parole
con
amarezza
,
quasi
l
'
idea
di
non
avere
a
commettere
cattive
azioni
in
séguito
,
gli
dolesse
infinitamente
.
Come
io
sorrideva
per
la
frase
e
pel
modo
con
cui
era
stata
pronunciata
,
Ettore
soggiunse
:
-
Tu
puoi
ben
ridere
....
Non
sei
felice
?
Non
hai
trovata
la
donna
unica
per
bellezza
,
per
amore
,
per
onestà
?
Non
v
'
accordate
nelle
cose
più
insignificanti
?
-
Ripetè
,
guardandomi
fisso
:
-
Non
sei
felice
?
-
Senza
dubbio
,
-
risposi
.
E
notai
che
mentre
formulavo
tale
affermativa
,
Ettore
,
ancora
in
piedi
,
s
'
inclinò
leggiermente
dal
mio
lato
,
come
per
meglio
afferrare
il
tono
di
sincerità
con
cui
accompagnavo
le
parole
.
Poi
si
ritrasse
,
occupando
nuovamente
il
suo
posto
innanzi
alla
scrivania
,
in
modo
che
la
luce
diurna
solcò
di
tratti
argentei
i
capelli
bianchi
e
lunghi
dell
'
uomo
.
-
La
signora
Clara
?
-
domandai
,
un
po
'
impacciato
dal
silenzio
che
ci
minacciava
.
-
Sta
bene
.
-
Io
m
'
alzai
in
piedi
,
congedandomi
.
Sentivo
,
all
'
improvviso
,
una
ferita
viva
nel
cuore
per
le
teorie
d
'
Ettore
e
per
quella
freddezza
che
senza
causa
s
'
era
d
'
un
tratto
infiltrata
nella
nostra
conversazione
;
mi
scoprivo
irritato
contro
il
Caccianimico
,
il
quale
professava
le
sue
idee
senz
'
alcun
riguardo
per
me
,
che
avevo
moglie
;
e
mi
dimenticavo
che
poco
tempo
addietro
,
mi
ero
invece
irritato
contro
quelli
i
quali
non
avevano
osato
professare
le
loro
idee
,
appunto
per
tal
riguardo
.
Ettore
m
'
accompagnò
fino
alla
soglia
di
casa
;
mi
vi
trattenne
un
istante
in
discorsi
senza
importanza
;
poi
,
scesi
le
scale
,
malcontento
di
me
e
di
lui
.
Le
giornate
di
marzo
avevano
una
serenità
fredda
e
tragica
.
Il
cielo
azzurro
non
era
tuttavia
lieto
e
doveva
riuscire
terribilmente
feroce
,
a
quanti
soffrivano
;
di
tanto
in
tanto
,
dei
periodi
di
vento
furioso
facevano
discendere
la
temperatura
,
portavano
ancora
dei
brividi
,
e
disordinavano
le
abitudini
di
chi
aveva
già
salutata
quella
primavera
fallace
.
Appunto
in
uno
dei
giorni
in
cui
più
forti
soffrivo
la
molestia
della
stagione
e
la
paura
del
mio
ozio
,
-
mi
rammentai
d
'
un
tratto
che
Laura
Uglio
abitava
sul
corso
Alessandro
Manzoni
,
e
una
viva
curiosità
mi
spinse
da
lei
.
Io
non
imaginavo
come
la
donna
avesse
spiegato
a
Giorgio
,
suo
marito
,
l
'
indifferenza
sorta
fra
lei
e
Lidia
;
non
imaginavo
che
cosa
ella
medesima
pensasse
di
me
;
e
per
saper
tutto
questo
,
salii
le
scale
della
sua
casa
,
premetti
il
bottone
elettrico
,
e
mi
trovai
nell
'
anticamera
di
Laura
prima
ancor
di
considerare
quale
accoglienza
mi
aspettasse
.
Laura
riceveva
,
mi
disse
la
cameriera
,
prendendomi
il
soprabito
e
il
cappello
.
E
spalancò
la
porta
a
vetri
che
dava
passaggio
nella
sala
ampia
,
soleggiata
....
Un
calore
insopportabile
mi
afferrò
sùbito
alla
gola
;
era
acceso
il
caminetto
,
e
così
carico
di
legna
scoppiettanti
,
come
a
pena
era
logico
nel
più
immite
gennaio
...
Innanzi
al
caminetto
stava
Laura
Uglio
,
ravvolta
nella
pelliccia
.
Ella
volse
il
capo
al
mio
entrare
,
mi
fissò
un
istante
,
dubbiosa
;
poi
fece
una
esclamazione
di
gioia
,
s
'
alzò
,
e
mi
corse
incontro
,
lasciando
che
la
pelliccia
le
cadesse
dalle
spalle
e
s
'
arrestasse
sui
fianchi
.
Era
uno
straordinario
inganno
del
momento
?
un
'
illusione
prodotta
dal
luogo
?
...
Io
non
trovava
più
sul
suo
viso
quell
'
espressione
cinica
,
dura
,
spudorata
,
volubile
,
che
m
'
aveva
ferito
a
Pallanza
;
i
suoi
occhi
non
avevano
sguardi
equivoci
,
il
suo
sorriso
non
era
rapido
,
facile
a
mutarsi
in
sogghigno
.
Si
sarebbe
quasi
detto
che
una
rigenerazione
fosse
avvenuta
nella
donna
e
si
trasfondesse
in
ogni
linea
del
viso
,
pallido
ora
,
bene
rischiarato
da
occhi
tristi
e
grandi
.
Il
vago
sentimento
d
'
implorazione
,
che
notavo
in
tutta
la
fisonomia
di
Laura
,
era
disceso
alle
labbra
e
le
aveva
come
addolcite
agli
angoli
,
creando
nella
bianchezza
del
volto
una
curva
rossa
e
deliziosa
di
vita
.
La
massa
di
capelli
bruni
,
ravvolta
a
diadema
intorno
alla
fronte
di
Laura
,
attirò
ancora
la
mia
attenzione
,
quasi
fatto
d
'
una
gravità
nuova
e
pericolosa
;
avevano
un
colore
sì
schiettamente
cupo
,
quei
capelli
,
che
ne
soffersi
,
come
pel
caldo
esagerato
della
sala
.
Tutto
il
colloquio
sembrò
prender
l
'
intonazione
da
quell
'
effetto
inaspettato
della
bellezza
di
Laura
.
Ricordo
ch
'
ella
fu
singolarmente
carezzevole
,
rimproverandomi
la
mia
freddezza
e
quasi
il
disprezzo
ostentato
altra
volta
;
ch
'
ella
mi
domandò
se
non
fosse
divenuta
brutta
,
perchè
era
malata
,
e
lo
domandò
con
ansia
in
cui
palpitava
tutta
la
sua
apprensione
di
donna
elegante
;
che
io
,
per
rassicurarla
,
quasi
mi
lasciai
sfuggire
di
bocca
delle
parole
passionate
,
veementi
;
e
che
avvedutomi
del
pericolo
,
troncai
bruscamente
la
visita
.
Poi
,
ebbi
per
l
'
intero
giorno
la
sensazione
della
sua
mano
calda
fra
le
mie
.
Ero
rimasto
troppo
vicino
a
Laura
,
guardandola
con
intensità
,
nei
momenti
in
cui
non
fissava
gli
occhi
ne
'
miei
;
ora
,
quei
capelli
bruni
,
quel
viso
pallido
,
quel
corpo
aggraziato
,
senza
busto
,
-
mi
spingevano
a
un
atroce
confronto
con
Lidia
,
non
meno
bella
,
più
giovane
;
ma
bionda
,
fiorente
di
salute
,
fredda
nell
'
animo
,
e
mia
.
Non
trovavo
agio
in
casa
;
l
'
angolo
del
salotto
di
Laura
,
nel
quale
ella
ed
io
eravamo
rimasti
a
chiacchierare
,
mi
pareva
assai
più
desiderabile
che
non
l
'
intero
mio
appartamento
.
Laura
era
malata
;
indubbiamente
,
poichè
era
sopravvenuta
in
lei
quella
mutazione
,
così
dolce
....
Chi
le
era
vicino
?
...
Chi
la
confortava
?
...
Non
aveva
osato
pregarmi
di
sacrificarle
qualche
ora
;
ella
si
ricordava
le
scortesie
di
Pallanza
,
il
ridicolo
desiderio
di
sfuggirla
,
mentre
,
infine
,
io
l
'
aveva
perduta
pel
primo
,
ed
ella
aveva
ben
diritto
a
un
posto
nell
'
archivio
del
cuore
....
Non
avrei
voluto
essere
vanitoso
;
ma
,
riandando
gli
atti
e
le
parole
di
Laura
,
mi
convinsi
ch
'
ella
mi
amava
tuttavia
e
ciò
mi
trasse
alle
labbra
il
più
trionfale
dei
sorrisi
....
Mentre
io
pensavo
a
questo
,
Lidia
sul
divano
,
sbadigliava
,
cercando
di
farmi
capire
ch
'
era
sofferente
,
molto
sofferente
,
molto
stanca
,
e
che
la
sua
alcova
sarebbe
rimasta
inaccessibile
anche
quella
notte
....
SECONDA
PARTE
.
XII
.
Noi
eravamo
in
tre
;
così
disposti
:
Lidia
e
Gian
Luigi
Sideri
innanzi
al
tavolino
verde
;
io
seduto
più
basso
,
guardando
il
loro
giuoco
,
e
le
carte
che
passavano
e
ripassavan
sulla
tavola
,
e
le
mani
che
si
sfioravano
,
diverse
di
bianchezza
sotto
la
luce
delle
due
lampade
a
lungo
stelo
.
Gian
Luigi
vinceva
da
un
quarto
d
'
ora
e
i
gettoni
di
Lidia
restavano
inoperosi
:
il
vincitore
tentava
sorridere
come
per
iscusarsi
,
ma
Lidia
,
cogli
occhi
sulle
carte
,
la
testa
un
po
'
chinata
in
avanti
,
non
lo
vedeva
;
era
una
pessima
giocatrice
,
Lidia
;
non
aveva
sangue
freddo
,
non
sapeva
mascherare
la
sua
emozione
,
che
si
tradiva
in
graziose
smorfie
del
viso
.
Non
volgeva
mai
lo
sguardo
verso
di
me
,
sentendo
il
mio
su
di
lei
,
un
po
'
ironico
;
non
parlava
,
appena
la
fortuna
le
volgeva
le
spalle
,
riprendendo
invece
,
al
primo
colpo
riuscito
,
un
chiacchierio
civettuolo
,
che
non
so
come
non
confondesse
Gian
Luigi
.
Questi
era
freddo
ed
elegante
nelle
sue
mosse
,
come
al
Circolo
,
innanzi
a
una
somma
vistosa
.
Le
piccole
mani
senz
'
anelli
davan
le
carte
lentamente
;
non
si
lasciava
sopraffar
dal
pensiero
di
giuocare
con
una
giovane
signora
;
esercitava
tutt
'
i
suoi
diritti
,
e
negava
spesso
a
Lidia
il
favore
di
cambiar
le
carte
,
avanzando
la
testa
e
dicendo
:
-
Prego
,
-
con
un
sorriso
dolce
e
irritante
.
Lidia
,
poi
lo
contraccambiava
di
pari
moneta
,
e
s
'
egli
concedeva
,
mutava
carte
due
o
tre
volte
,
dicendo
:
-
Propongo
,
-
con
voce
fredda
e
squillante
,
quasi
enunciasse
una
grave
necessità
.
Il
giuoco
durava
fin
dopo
mezzanotte
,
ed
era
Gian
Luigi
che
lo
troncava
;
Lidia
avrebbe
giuocato
fino
al
mattino
,
senza
dar
segno
di
noja
,
senza
frapporre
un
respiro
fra
l
'
una
partita
e
l
'
altra
;
generalmente
vinceva
,
e
allo
stupore
di
Gian
Luigi
per
quella
fortuna
ostinata
,
ella
s
'
abbandonava
sulla
spalliera
della
sedia
,
ridendo
,
e
confortandolo
con
parole
sarcastiche
.
Poi
,
quando
Gian
Luigi
riprendeva
,
Lidia
marcando
due
gettoni
annunciava
:
-
À
vol
,
e
dava
in
un
nuovo
scoppio
di
risa
;
al
Gian
Luigi
intontito
.
Ma
quella
sera
in
cui
ci
trovavamo
soli
noi
tre
,
le
buone
carte
parevano
accorrere
fra
le
mani
di
Gian
Luigi
,
troppo
generoso
per
ridere
della
disdetta
di
Lidia
,
quantunque
ne
avesse
quasi
il
diritto
.
A
una
partita
più
avversa
delle
altre
,
Lidia
,
che
non
aveva
fatto
un
punto
,
mi
si
rivolse
:
-
Vuoi
mutar
posto
,
Sergio
?
Credo
che
tu
influisca
male
sul
mio
giuoco
....
-
Gian
Luigi
ebbe
un
moto
di
stupore
.
Io
m
'
alzai
,
dicendo
:
-
Sei
una
giuocatrice
perfetta
;
non
ti
mancava
che
la
superstizione
.
-
Ella
diede
le
carte
,
mentre
io
mi
sedeva
a
fianco
di
Gian
Luigi
.
-
Marco
il
re
,
-
dichiarò
la
donna
trionfalmente
.
Diede
un
piccolo
colpo
alla
sottana
,
come
per
disporsi
meglio
ad
accogliere
la
fortuna
che
ritornava
,
e
in
breve
giro
di
carte
vinse
la
partita
.
Gian
Luigi
volse
il
capo
sorridendo
verso
di
me
.
-
Vedi
se
non
influivi
sul
mio
giuoco
?
-
osservò
Lidia
,
con
voce
carezzevole
.
-
Ora
influisci
sul
signor
Sideri
.
-
Certo
,
Gian
Luigi
non
sapeva
di
concorrere
indirettamente
a
una
pace
coniugale
.
Io
aveva
deciso
quella
sera
di
riavvicinarmi
a
Lidia
;
vagliando
bene
le
cause
della
nostra
freddezza
,
le
trovavo
così
ridevolmente
futili
da
non
meritare
la
discussione
;
una
sola
preghiera
da
parte
mia
sarebbe
forse
bastata
a
riconquistare
Lidia
e
a
infondere
nuovo
sangue
vitale
nell
'
amore
intiepidito
....
Avevo
bisogno
anche
di
dimenticar
la
scossa
prodottami
dalla
visita
a
Laura
;
una
scossa
duratura
,
perchè
non
s
'
era
fermata
ai
sensi
,
ma
giungeva
a
toccarmi
nel
sentimento
e
a
suscitar
ricordi
assai
temibili
....
Se
Gian
Luigi
vinceva
,
io
era
ben
sicuro
che
Lidia
sarebbe
divenuta
intrattabile
e
qualunque
tentativo
di
riconciliazione
avrebbe
naufragato
.
Era
così
suscettibile
la
donna
,
da
considerare
una
sconfitta
al
giuoco
come
un
'
umiliazione
.
Io
seguiva
per
questo
le
vicende
delle
carte
con
un
interesse
affatto
insospettato
da
Gian
Luigi
,
il
quale
pareva
già
pronto
a
vedersi
battuto
su
tutta
la
linea
come
sempre
e
probabilmente
desiderava
ch
'
io
mutassi
posto
di
nuovo
e
tornassi
a
zerare
la
vena
di
Lidia
.
Il
sopraggiungere
d
'
Angela
Tintaro
interruppe
il
giuoco
per
un
istante
;
Gian
Luigi
si
levò
,
e
nel
mentre
Lidia
parlava
colla
Tintaro
,
egli
mi
condusse
innanzi
alla
finestra
,
dicendomi
con
inflessione
maliziosa
:
-
Una
buona
notizia
,
dunque
.
Un
ritorno
all
'
antico
!
-
Le
sue
parole
rispondevan
così
bene
al
mio
pensiero
costante
di
quella
serata
,
ch
'
io
credetti
stranamente
Gian
Luigi
avesse
indovinato
il
desiderio
di
riconciliarmi
con
Lidia
.
Egli
soggiunse
tosto
:
-
Laura
Uglio
m
'
ha
detto
della
tua
visita
di
ieri
.
Mi
congratulo
.
Era
ben
giusto
che
tu
ti
mostrassi
indulgente
con
quella
buona
signora
!
-
Il
punto
interrogativo
ch
'
esisteva
fra
me
e
Gian
Luigi
a
proposito
di
Laura
,
fiammeggiò
d
'
improvviso
nella
mia
mente
.
Se
sapevo
afferrar
l
'
occasione
,
potevo
strappare
al
Sideri
una
parola
che
mi
rischiarasse
....
-
Una
visita
innocente
,
-
mormorai
.
-
Senza
dubbio
,
-
rispose
Gian
Luigi
.
-
Non
si
può
mica
principiare
colle
visite
pericolose
....
-
Una
visita
che
non
ti
deve
ingelosire
,
-
ripetei
.
-
Ingelosire
!
...
-
esclamò
l
'
amico
,
alzando
la
voce
senz
'
avvedersene
.
-
Posso
essere
geloso
di
Laura
?
Ma
se
siamo
come
le
parallele
?
prolungati
all
'
infinito
,
non
ci
toccheremo
mai
!
-
Sei
un
gentiluomo
!
-
conclusi
malignamente
,
battendogli
sulla
spalla
.
Gian
Luigi
stava
per
rispondere
,
quando
Lidia
lo
chiamò
.
-
Al
posto
!
-
ella
diceva
.
-
Prima
che
la
vena
mi
manchi
.
-
Angela
Tintaro
s
'
era
seduta
presso
Lidia
,
così
vicina
a
una
delle
lampade
,
che
la
luce
gialla
veniva
a
inondarle
il
viso
e
a
tradirne
sottilissime
rughe
.
Doveva
toccar
la
quarantina
,
Angela
Tintaro
,
quantunque
l
'
impressione
generale
del
suo
corpo
sinuoso
e
del
volto
bruno
,
incorniciato
da
capelli
castagni
a
riccioli
,
potesse
ingannare
d
'
assai
a
vantaggio
della
donna
.
Spiaceva
in
lei
,
tuttavia
,
la
rigidità
dei
lineamenti
,
che
parevano
scolpiti
nel
marmo
,
e
di
profilo
eran
durissimi
,
senza
curve
blande
;
la
sua
caricatura
sarebbe
stata
la
testa
d
'
una
bruna
pecora
ricciuta
.
Non
ho
mai
potuto
giudicare
s
'
ella
fosse
elegante
;
certi
particolari
de
'
suoi
abbigliamenti
m
'
avrebbero
deciso
per
affermarlo
;
ma
nel
complesso
non
trovavo
quella
spontaneità
di
gusto
e
quell
'
istinto
della
semplicità
,
ch
'
erano
invece
una
fortissima
attrattiva
in
Lidia
,
per
esempio
,
e
in
Laura
.
-
Come
giuochi
bene
!
-
esclamò
ella
d
'
un
tratto
,
accarezzando
Lidia
con
uno
sguardo
....
L
'
intimità
di
quel
tono
mi
ferì
e
lanciai
un
'
occhiata
a
Lidia
.
-
Ah
,
tu
non
sapevi
,
-
disse
questa
,
-
che
noi
ci
diamo
del
tu
.
Sì
,
l
'
ha
voluto
l
'
Angela
....
-
È
ben
naturale
,
-
risposi
ipocritamente
.
Non
era
naturale
affatto
;
anzi
,
per
me
era
disgustoso
,
perchè
Angela
Tintaro
personificava
la
prima
concessione
al
rispetto
umano
,
la
prima
debolezza
nell
'
ammettere
in
casa
mia
una
donna
dei
cui
disordini
ero
persuasissimo
;
e
poichè
questa
concessione
l
'
avevo
fatta
senz
'
alcun
vantaggio
,
-
a
differenza
della
visita
a
Laura
,
-
senz
'
alcuna
soddisfazione
egoistica
,
mi
sentivo
così
sfiduciato
sulla
fermezza
de
'
miei
intendimenti
da
odiare
Angela
,
che
quella
sfiducia
mi
rammentava
e
mi
rappresentava
ad
ogni
momento
.
La
vena
di
Lidia
persisteva
,
e
la
donna
era
tutta
gioiosa
,
chinandosi
verso
Angela
a
mostrar
le
carte
propizie
,
non
conosciute
da
lei
,
ma
salutate
con
un
sorriso
di
stima
.
Verso
mezzanotte
,
la
vittoria
di
Lidia
era
compiuta
e
il
suo
umore
serenissimo
;
Gian
Luigi
rimetteva
a
posto
i
due
mazzi
di
carte
,
ed
Angela
Tintaro
diceva
:
-
Sei
così
fortunata
all
'
écarté
che
non
puoi
aver
fortuna
in
amore
!
-
Mi
fissò
gli
occhi
in
faccia
,
mormorando
quelle
parole
;
ma
Lidia
ed
io
avemmo
un
sorriso
concorde
e
misterioso
,
che
parve
ad
Angela
una
terribile
mentita
alla
sua
insinuazione
.
Un
servo
sopravvenne
per
riaccompagnare
Angela
a
casa
;
congedandosi
,
ella
baciò
Lidia
sulle
labbra
socchiudendo
gli
occhi
,
e
una
sottilissima
espressione
di
ribrezzo
passò
sul
viso
di
Lidia
,
che
si
tolse
all
'
abbraccio
con
un
movimento
brusco
.
Gian
Luigi
seguì
Angela
a
distanza
di
qualche
minuto
;
e
noi
ci
trovammo
soli
,
per
un
istante
silenziosi
,
Lidia
in
piedi
avanti
alla
finestra
,
dove
Gian
Luigi
aveva
sciaguratamente
evocata
l
'
imagine
di
Laura
.
-
Dodici
e
mezzo
!
-
esclamò
Lidia
con
un
'
occhiata
alla
pendola
.
-
È
tardi
!
-
Rimasi
muto
,
aspettando
ch
'
ella
aggiungesse
:
-
"
Sono
stanca
;
mi
sento
male
;
ho
una
terribile
sfinitezza
;
l
'
anemia
....
la
malaria
....
"
-
Ella
proseguì
invece
:
-
Come
mai
non
ho
sonno
?
-
Vuoi
uscire
a
passeggio
?
-
dimandai
.
-
È
una
notte
splendida
.
-
Che
idea
!
Come
due
amanti
?
...
No
:
preferisco
andare
a
letto
.
Il
sonno
verrà
.
-
Ma
aveva
nella
voce
un
tono
giocondo
,
d
'
eccellente
significato
.
-
Buona
notte
,
dunque
,
-
finì
Lidia
,
avvicinandosi
.
-
Troppo
presto
,
-
risposi
,
senza
prendere
la
mano
ch
'
ella
mi
stendeva
.
Lidia
avanzò
la
testa
curiosamente
per
capir
l
'
intenzione
delle
parole
e
scorgendomi
impassibile
,
colle
braccia
incrociate
sul
petto
,
diede
in
una
risata
argentina
...
-
Che
cosa
vuol
dire
?
...
-
domandò
.
Poi
,
senz
'
aspettar
la
risposta
,
premette
il
bottone
elettrico
a
fianco
della
porta
,
e
vi
tenne
l
'
indice
finchè
non
comparve
Geltrude
col
lume
.
-
Arrivederci
,
-
concluse
Lidia
,
incamminandosi
.
E
l
'
eccellente
significato
delle
parole
non
era
minore
del
tono
eccellente
con
cui
le
usciron
di
bocca
.
Due
cose
tosto
mi
colpirono
quand
'
io
raggiunsi
nella
sua
camera
Lidia
,
ch
'
era
già
coricata
:
la
poltroncina
dov
'
io
mi
sedeva
,
ricollocata
da
Geltrude
presso
il
letto
,
certo
per
ordine
di
Lidia
;
e
l
'
acconciatura
de
'
suoi
capelli
.
Abitualmente
,
ella
li
portava
disciolti
e
trattenuti
appena
da
un
nastro
a
metà
;
ciò
cresceva
fede
alle
sue
costanti
emicranie
e
compiva
la
muta
preghiera
di
riposo
....
Ora
,
al
contrario
,
ella
se
li
era
fatti
annodare
in
due
grosse
trecce
attorno
alla
testa
;
il
qual
vezzo
aveva
la
singolar
potenza
di
ricordarmi
Lidia
fanciulla
,
quando
la
vedevo
in
casa
sua
e
tutto
non
aveva
avuto
ancor
principio
.
Ma
la
nota
curiosa
di
quest
'
apparato
si
era
ch
'
esso
non
aveva
scopo
alcuno
,
non
era
un
invito
,
non
derivava
da
intuizione
del
mio
desiderio
di
pace
;
Lidia
m
'
aveva
preparato
il
posto
vicino
a
lei
e
s
'
era
acconciata
la
testa
,
così
per
capriccio
....
Chinatomi
a
baciarla
,
sentii
che
mi
sfuggiva
e
le
sue
labbra
restavano
immote
,
come
le
braccia
,
stese
lungo
i
fianchi
....
Mi
sedetti
nella
poltroncina
,
e
dissi
:
-
Noi
siamo
incamminati
sopra
una
pessima
strada
.
-
Lidia
quella
notte
aveva
un
'
assoluta
necessità
di
ridere
;
non
meno
irritante
necessità
che
quella
di
piangere
,
e
tutt
'
e
due
sentite
da
Lidia
quando
appunto
non
convenivan
nè
l
'
una
,
nè
l
'
altra
.
Onde
,
non
era
ancor
finita
la
mia
frase
,
che
la
donna
principiò
il
suo
ilare
gorgheggio
.
-
Ma
senza
dubbio
,
-
proseguii
.
-
Sopra
una
pessima
strada
,
perchè
noi
viviamo
di
dispettucci
e
ci
addestriamo
alla
guerriglia
più
ridicola
....
Infine
,
a
che
scopo
ci
siamo
uniti
?
-
Vidi
con
terrore
Lidia
alzar
le
spalle
e
atteggiare
il
viso
come
dicesse
:
-
"
Chi
lo
sa
?
"
-
quindi
prorompere
non
più
in
una
risala
allegra
,
ma
in
un
piccolo
ghigno
sarcastico
,
il
quale
giovò
a
darle
una
magnifica
espressione
di
scetticismo
artificiale
.
-
Non
certo
,
-
continuai
,
-
per
tenerci
il
broncio
e
per
sbadigliare
....
-
Neanche
quando
si
ha
sonno
?
-
ella
domandò
improvvisamente
.
-
Perchè
io
ho
molto
sonno
,
ora
.
-
Tu
non
capisci
dunque
nulla
?
-
esclamai
irritato
.
-
Non
capisci
che
io
ti
voglio
bene
e
che
se
ho
dei
torti
,
sono
pronto
a
chiedertene
scusa
....
-
Sì
,
perchè
io
ti
chieda
scusa
de
'
miei
?
Soltanto
,
le
tue
scuse
hanno
un
interesse
,
e
le
mie
dovranno
essere
accompagnate
dalle
....
dalle
prove
del
mio
pentimento
...
Voi
altri
uomini
non
intendete
nulla
,
senza
....
una
conclusione
...
"
-
Mio
Dio
,
-
mormorai
,
-
se
di
queste
conclusioni
è
formato
il
matrimonio
,
ne
sono
io
responsabile
?
-
Allora
,
la
risata
allegra
di
Lidia
scoppiò
;
ella
sembrava
più
felice
d
'
aver
fatto
un
piccolo
discorso
a
sottintesi
,
che
esilarata
dalla
mia
risposta
del
medesimo
genere
.
M
'
accorgevo
con
piacere
come
la
sua
infantilità
persistesse
tuttavia
;
evidentemente
,
ella
aveva
avuti
capricci
e
graziose
crudeltà
,
pel
gusto
di
far
da
donnina
,
per
giuocare
alla
signora
,
come
a
dodici
anni
...
-
Del
resto
,
io
rinuncerò
a
infastidirti
più
oltre
,
-
aggiunsi
,
facendo
l
'
atto
di
levarmi
dalla
poltrona
.
-
No
,
-
ella
rispose
,
trattenendomi
.
-
Se
hai
qualche
cosa
da
dirmi
ancora
....
-
La
fissai
negli
occhi
con
tale
insistenza
,
ch
'
ella
arrossì
,
e
rispose
a
bassa
voce
:
-
Va
bene
.
E
poi
?
-
Senti
.
Il
matrimonio
non
è
la
più
felice
delle
istituzioni
;
tu
te
ne
sei
accorta
;
ma
noi
possiamo
correggerne
i
difetti
e
ripararne
le
lacune
....
-
Ah
,
se
fosse
vero
!
-
esclamò
Lidia
in
uno
slancio
di
sincerità
,
che
non
mi
piacque
soverchiamente
.
-
Ma
in
che
modo
,
in
che
modo
?
-
Dimenticando
di
essere
sposati
....
vivendo
come
amanti
,
pensando
che
uno
di
noi
due
potrebbe
benissimo
stancarsi
dell
'
altro
....
-
Aspetta
,
-
fece
Lidia
stendendo
la
mano
,
e
chiudendo
gli
occhi
.
-
No
;
non
cambia
nulla
....
-
Come
,
non
cambia
nulla
?
-
esclamai
.
-
Ma
se
è
tutto
diverso
....
-
Per
giudicarne
,
-
rispose
Lidia
ad
occhi
aperti
,
-
bisognerebbe
sapere
che
cos
'
è
un
amante
....
Infine
,
-
continuò
colla
sua
voce
beffarda
,
-
tu
mi
tieni
dei
discorsi
immorali
,
ed
io
ho
sonno
....
-
Il
congedo
così
improvviso
mi
fece
veramente
male
.
Allontanai
la
poltrona
,
levandomi
,
e
rimasto
colle
braccia
appoggiate
al
piano
del
letto
,
sopra
Lidia
,
dissi
con
lentezza
:
-
Tu
ti
dimentichi
che
noi
siamo
legati
per
tutta
la
vita
.
-
L
'
effetto
di
quelle
parole
fu
straordinario
nella
donna
:
ella
mi
gettò
le
braccia
al
collo
,
mi
attirò
sul
petto
,
e
baciandomi
con
emozione
,
ripetè
:
-
Per
tutta
la
vita
!
Lo
so
bene
,
e
ne
ho
paura
.
-
Credetti
capire
,
ch
'
ella
ridonandosi
alfine
,
godesse
non
già
d
'
una
voluttà
materiale
,
ma
del
piacere
amarissimo
di
sentirsi
schiava
e
privata
d
'
ogni
volontà
;
e
che
la
sua
anima
femminile
soffrisse
al
punto
da
comunicare
al
corpo
spasimi
e
sussulti
,
i
quali
la
rendevan
più
sensibile
di
qualunque
donna
io
abbia
mai
conosciuta
....
Onde
,
non
ebbi
la
forza
di
rinunciare
a
quel
possesso
,
che
mi
feriva
tanto
,
ed
era
pur
così
nuovo
nel
sentimento
e
così
ricordevole
nelle
sensazioni
.
Qualche
cosa
d
'
inesplicabile
giaceva
in
fondo
a
simile
risurrezione
d
'
amore
.
Io
ne
ritrassi
una
lunga
eco
di
turbamenti
,
come
fossi
uscito
dalle
braccia
di
Lidia
insanguinato
;
e
il
pensiero
grottesco
non
cessava
di
dominarmi
;
invece
d
'
aver
riavuta
mia
moglie
,
mi
pareva
d
'
aver
fatto
male
,
d
'
aver
chiusi
gli
occhi
allo
spettacolo
della
sua
sommissione
,
d
'
avere
esercitato
brutalmente
un
diritto
stupido
e
vile
....
Perchè
,
se
Lidia
non
avesse
vibrato
di
dolor
morale
,
certo
non
avrebbe
palpitato
di
piacere
fisico
;
se
l
'
angoscia
di
sentirsi
schiava
non
avesse
reso
quel
corpo
biondo
più
tremante
d
'
un
'
asta
d
'
acciaio
,
io
avrei
trovato
quel
corpo
immobile
,
freddo
,
prostituito
dalla
necessità
della
pace
nel
focolare
domestico
....
Era
chiaro
che
,
non
appena
la
malvagità
della
conquista
fosse
cessata
in
me
,
sarei
rimasto
disgustato
dalla
mia
insistenza
....
Una
specie
di
febbre
s
'
era
comunicata
improvvisamente
a
noi
....
La
suscettibilità
estrema
di
Lidia
si
vedeva
presa
,
dominata
,
dilaniata
ogni
notte
,
e
quando
ponevo
piede
nella
camera
,
leggevo
sul
viso
della
donna
un
'
ansia
,
che
doveva
tramutarsi
in
tortura
;
ella
temeva
ch
'
io
la
volessi
,
e
lo
desiderava
nel
medesimo
tempo
,
per
quell
'
eccitazione
che
si
propagava
sùbito
in
lei
e
sembrava
più
forte
d
'
un
piacere
....
Aveva
insieme
odio
ed
amore
per
quelle
notti
;
odio
ed
amore
per
la
sua
debolezza
e
per
la
mia
prepotenza
tranquilla
,
celata
sotto
la
maschera
del
non
supporre
nemmeno
quanto
avveniva
in
lei
....
Mi
sentivo
così
dominatore
di
quella
volontà
sbigottita
,
che
qualche
volta
domandavo
a
bella
posta
:
-
Vuoi
che
rimanga
?
E
Lidia
rispondeva
:
-
Sì
,
mio
signore
e
padrone
!
-
con
un
accento
,
con
un
sorriso
,
con
un
passaggio
d
'
ombra
e
di
luce
,
i
quali
erano
straziantemente
irreproducibili
.
Di
giorno
,
Lidia
ridiventava
un
po
'
sarcastica
;
non
so
,
ma
credo
che
ripensando
alla
propria
angoscia
,
ella
facesse
ogni
mattino
questa
promessa
a
sè
medesima
:
-
Stanotte
,
mi
rifiuto
!
-
E
la
notte
,
desiderata
da
ambedue
con
sì
diversi
intendimenti
,
si
ripeteva
eguale
alle
altre
....
Rimaneva
per
me
difficile
lo
stabilire
come
Lidia
fosse
stata
veemente
di
passione
,
voluttuosa
,
pronta
al
piacere
,
sui
primi
tempi
del
nostro
matrimonio
,
quando
ora
m
'
avvedevo
ch
'
ella
non
era
fatta
per
l
'
amore
più
che
non
fosse
una
statua
....
Senza
dubbio
,
il
prorompere
della
giovanezza
,
la
gratitudine
per
averla
tolta
a
una
casa
dove
tutto
era
imbecille
,
la
sensibilità
morale
meglio
che
la
fisica
,
me
l
'
avevano
gettata
fra
le
braccia
con
tanto
impeto
da
farmi
scambiar
Lidia
per
la
più
amabilmente
sensuale
delle
donne
....
L
'
abitudine
era
sopraggiunta
,
e
Lidia
aveva
ripresa
la
sua
indole
,
peggiorandola
.
Noi
giuocavamo
a
un
bruttissimo
giuoco
:
finito
il
quale
,
io
avrei
trovata
in
Lidia
assai
maggiore
obbedienza
,
poichè
l
'
avevo
persuasa
d
'
una
volontà
più
forte
della
sua
,
ma
un
'
obbedienza
costretta
,
non
discompagnata
da
un
intimo
rancore
,
che
poteva
avviarsi
a
mille
diverse
e
perniciosissime
soluzioni
.
Quanto
a
me
,
esaurivo
l
'
ultima
curiosità
fisica
,
mi
familiarizzavo
con
quelle
rosee
carni
,
mi
stancavo
anche
una
volta
di
quei
capelli
biondi
,
e
mi
mettevo
nella
condizione
di
giustificare
in
Lidia
una
rivolta
.
Occupato
da
quel
presente
e
da
quell
'
avvenire
,
non
m
'
ero
accorto
che
dal
circolo
dei
corteggiatori
s
'
avanzava
verso
Lidia
colui
che
,
in
fondo
,
avevo
sempre
atteso
,
ma
quando
il
circolo
tutto
si
teneva
ancora
a
rispettosa
distanza
....
Il
bruttissimo
giuoco
al
quale
giocavamo
Lidia
ed
io
,
finì
in
quel
punto
in
cui
ne
cominciava
un
altro
peggiore
....
XIII
.
L
'
irritazione
che
m
'
aveva
preso
al
rinascer
della
primavera
,
s
'
era
infiltrata
nello
spirito
e
nel
corpo
come
un
letargo
triste
e
pesante
,
dovuto
al
sole
,
al
tepore
inusato
,
alla
folla
che
usciva
per
le
strade
a
sorbir
l
'
aria
mite
.
Io
vedeva
ripetersi
in
Lidia
l
'
identico
processo
d
'
inerzia
,
facendola
debole
e
apatica
.
S
'
alzava
presto
la
mattina
perchè
il
letto
le
diveniva
intollerabile
,
e
sonnecchiava
distesa
sul
divano
,
parlando
a
monosillabi
;
o
ingannata
dall
'
aspetto
fallace
del
giorno
,
voleva
uscire
a
passeggio
e
ne
ritornava
colle
membra
rotte
,
pensando
forse
che
la
nostra
vita
senz
'
angustie
finanziarie
,
senza
obblighi
eguali
,
senza
occupazioni
grevi
,
era
infinitamente
più
odiosa
di
quella
che
conducevan
le
famigliuole
incontrate
per
via
,
beate
del
sole
,
gaudenti
di
poche
ore
libere
.
Non
ricamava
più
;
leggeva
spesso
i
libri
inviatile
da
Ettore
Caccianimico
,
ma
saltandone
molte
pagine
per
seguire
il
nudo
fatto
raccontatovi
,
come
un
viaggiatore
che
fra
l
'
erba
folta
cerchi
il
sentiero
diritto
e
meno
faticoso
,
poco
importandogli
d
'
osservare
il
verde
circostante
.
Le
finestre
spalancate
l
'
infastidivano
;
per
di
là
entravan
la
luce
,
i
romori
,
l
'
accidia
fino
al
dopopranzo
,
non
confortato
dai
lumi
se
non
tardi
,
e
segnato
invece
da
odiosi
tramonti
,
schiacciati
sui
muri
a
illividirli
e
a
renderli
più
volgari
.
Avevo
lasciati
i
signori
Folengo
da
un
istante
,
e
uscendo
da
quella
casa
,
pensavo
come
nessuna
stagione
avesse
la
potenza
di
mutarvi
l
'
umore
e
le
abitudini
.
Donna
Teresa
era
inalterabile
,
agucchiando
d
'
inverno
e
d
'
autunno
,
e
in
villa
d
'
estate
e
di
primavera
;
Pietro
amava
i
suoi
registri
e
vi
spendeva
attorno
la
vita
,
quando
nevicava
e
quando
v
'
era
il
sole
di
luglio
.
Essi
non
soffrivano
alcuna
esterna
influenza
più
che
gli
animali
imbalsamati
del
loro
salotto
;
il
matrimonio
aveva
finito
per
cementar
le
due
indifferenze
,
costituendone
un
solito
ordine
di
vita
;
ma
con
molto
rammarico
cercavo
invano
nel
mio
spirito
un
'
ammirazione
per
quegli
eccellenti
campioni
della
monogamia
.
Mi
rasentavan
sul
marciapiede
le
signore
eleganti
;
qualcuna
accompagnata
dallo
sposo
,
sorridendogli
compostamente
e
sbirciando
se
l
'
equilibrio
del
suo
sorriso
fosse
notato
all
'
intorno
;
delle
vecchie
signore
colle
figlie
,
così
identiche
alla
madre
sebben
giovani
,
che
un
amatore
del
genere
poteva
,
sposando
la
figlia
,
già
farsi
un
quadro
di
quel
che
sarebbe
diventata
fra
trent
'
anni
;
e
tipi
esotici
,
come
inglesi
dal
passo
chilometrico
,
seguìti
da
qualche
orribile
cane
,
dilettissimo
al
padrone
.
C
'
eran
più
donne
che
uomini
,
a
zonzo
.
(
V
'
è
mai
stato
un
giorno
dell
'
anno
in
cui
una
signora
non
trovi
la
necessità
d
'
uscire
a
guardare
le
vetrine
,
e
a
furia
di
guardarle
,
non
finisca
per
entrar
nel
negozio
a
far
delle
spese
inutili
?
)
Mi
ricordavo
che
già
mia
madre
m
'
aveva
raccontato
come
a
'
suoi
tempi
le
donne
,
le
fanciulle
specialmente
,
restassero
tappate
in
casa
tutta
la
settimana
e
non
si
permettessero
passeggiate
se
non
alla
domenica
,
a
fianco
del
marito
o
del
padre
;
ma
con
quella
cognizione
del
domestico
focolare
che
avevo
ultimamente
acquisita
,
dubitavo
qual
moglie
fosse
più
sopportabile
:
se
l
'
antica
,
sempre
innanzi
al
cuscinetto
da
lavoro
,
o
la
moderna
,
sempre
innanzi
ai
magazzini
di
mode
....
Là
dove
la
gente
era
fitta
,
sul
corso
Manzoni
pel
quale
m
'
avviavo
,
era
un
'
allegria
di
colori
vivaci
,
che
,
man
mano
avvicinandosi
,
prendevan
forma
d
'
abiti
chiassosi
e
di
cappellini
insolenti
,
più
notevoli
delle
signore
che
li
portavano
....
A
un
tratto
,
da
un
gruppo
d
'
incognite
,
vidi
uno
di
questi
abiti
,
uno
di
questi
cappellini
,
farmisi
incontro
lentamente
;
e
dentro
l
'
abito
e
sotto
il
cappellaio
riconobbi
Laura
Uglio
,
senza
dubbio
incamminata
essa
pure
a
una
passeggiata
inutile
ma
dispendiosa
.
-
Andavo
dai
vostri
suoceri
,
-
ella
disse
,
mentre
rispondeva
al
mio
saluto
.
-
Io
ne
vengo
ora
;
stanno
benissimo
,
e
non
sentono
la
primavera
....
-
Allora
risparmio
la
visita
.
Mi
accompagnate
fino
ai
giardini
?
-
Nell
'
atto
in
cui
s
'
incamminava
,
l
'
osservai
con
attenzione
,
mettendomele
a
fianco
.
L
'
insolita
espressione
d
'
umiltà
era
cresciuta
in
Laura
,
fino
a
diventar
dolorosa
;
in
quel
volto
bianco
non
vedevo
che
le
occhiaie
,
assolutamente
livide
,
incavate
;
occhiaie
prodotte
da
sofferenze
indicibili
,
continue
,
roditrici
.
Quand
'
ella
si
mosse
,
potei
rilevare
che
Laura
procedeva
curva
,
ma
così
insensibilmente
da
non
esser
notato
se
non
da
chi
sapeva
tutta
l
'
elastica
sveltezza
di
quell
'
andatura
,
tutta
l
'
abituale
superbia
di
quel
portamento
....
-
Più
adagio
,
-
ella
disse
con
un
fievole
sorriso
.
-
Non
posso
affrettarmi
io
.
-
Perdonate
,
-
risposi
,
rallentando
il
passo
.
-
Non
siete
guarita
?
-
Colle
vostre
cure
assidue
?
-
mormorò
Laura
in
tono
di
corruccio
.
-
Non
sono
guarita
;
faccio
la
disperazione
del
mio
medico
.
-
Tornai
a
guardarla
,
preso
da
un
senso
di
paura
.
Laura
decadeva
con
rapidità
;
nelle
due
settimane
scorse
dalla
mia
visita
,
aveva
dato
un
terribile
tracollo
,
anche
meglio
accentuato
dall
'
abito
nero
ch
'
ella
portava
.
-
Sono
brutta
,
non
è
vero
?
-
domandò
.
E
senza
lasciarmi
il
tempo
di
rispondere
,
aggiunse
:
-
Ho
da
dirti
una
cosa
.
Giorgio
pare
geloso
di
te
;
s
'
è
messo
a
fare
il
geloso
,
dacchè
sono
malata
,
per
rendermi
più
allegra
l
'
esistenza
.
Quando
sei
venuto
a
trovarmi
ultimamente
,
egli
t
'
ha
visto
mentre
uscivi
e
lui
tornava
dal
suo
ufficio
;
mi
ha
fatta
una
scenata
;
ha
detto
che
non
dovevo
riceverti
,
dopo
le
scortesie
di
Pallanza
....
Non
aveva
torto
,
in
fondo
,
ma
io
ho
capito
che
tu
gli
dài
ombra
....
-
Il
passaggio
repentino
dal
voi
al
tu
mi
spiacque
;
la
notizia
m
'
indispettì
....
-
Io
lo
imaginava
,
-
risposi
.
-
Ecco
perchè
non
son
venuto
oltre
da
voi
....
-
Eppure
,
poichè
sono
sempre
sola
,
bisognerà
che
tu
venga
a
trovarmi
,
almeno
quando
c
'
è
Giorgio
....
-
Brava
!
-
esclamai
ridendo
.
-
È
affatto
impossibile
.
Io
parto
a
giorni
....
-
Per
dove
?
-
chiese
Laura
,
con
tale
accento
d
'
apprensione
,
che
l
'
idea
d
'
essere
amato
da
lei
soverchiò
l
'
angoscia
di
vederla
sofferente
e
mi
richiamò
un
fugace
sorriso
di
trionfo
.
-
Per
dove
,
non
so
.
Me
l
'
hanno
rammentato
or
ora
i
miei
suoceri
:
colla
primavera
si
doveva
riprendere
il
viaggio
in
Italia
....
-
Il
viaggio
?
Quale
viaggio
?
-
Il
viaggio
di
nozze
,
-
mormorai
a
denti
stretti
.
Eravamo
giunti
all
'
entrata
dei
giardini
.
Passammo
i
cancelli
senz
'
aggiungere
parola
,
io
guardando
la
gente
,
Laura
a
testa
bassa
.
-
C
'
è
la
musica
laggiù
,
-
diss
'
ella
accennando
una
folla
immobile
di
persone
.
Piegammo
verso
sinistra
,
dov
'
era
il
piccolo
lago
,
per
un
viale
disadorno
e
povero
di
piante
.
Sùbito
,
un
'
aria
più
dolce
sembrò
spirare
beneficamente
.
Laura
sedette
sopra
una
banchina
a
ridosso
d
'
un
gruppo
di
tufo
e
segnò
per
terra
delle
orribili
teste
colla
punta
dell
'
ombrellino
.
Io
restai
in
piedi
,
innanzi
a
lei
,
appoggiandomi
col
bastone
al
tronco
d
'
una
pianta
.
-
Allora
,
questa
è
l
'
ultima
volta
che
ci
vediamo
?
-
domandò
Laura
sollevando
il
capo
all
'
improvvisa
.
Ormai
,
ero
certo
.
Laura
mi
riamava
,
per
una
di
quelle
recrudescenze
di
passione
,
che
afferrano
talvolta
anche
le
anime
stanche
:
me
lo
dicevano
la
sua
voce
non
sicura
,
i
suoi
occhi
,
nei
quali
,
s
'
io
avessi
continuato
a
indagare
,
avrei
scorte
delle
lagrime
rattenute
.
La
vanità
del
maschio
,
assai
più
adescabile
della
vanità
femminile
,
ebbe
un
giocondo
sobbalzo
nel
mio
animo
.
-
Ci
rivedremo
al
ritorno
,
-
dissi
.
-
Oh
....
al
ritorno
!
-
esclamò
Laura
tristemente
.
-
Chi
sa
?
...
Colla
punta
dell
'
ombrellino
cancellò
sulla
sabbia
le
teste
orribili
disponendosi
a
tracciarne
delle
peggio
;
ma
aveva
appena
preparato
lo
spazio
,
che
richiese
le
ore
.
-
Sono
le
tre
!
-
risposi
,
guardando
l
'
orologio
.
-
Ho
un
appuntamento
alle
tre
e
mezzo
colla
sarta
,
-
ella
fece
,
alzandosi
con
qualche
fatica
.
-
Vuoi
riaccompagnarmi
?
-
Notai
di
nuovo
l
'
andatura
incerta
e
greve
della
donna
;
osservandola
bene
,
io
la
vedevo
adesso
veramente
curva
,
e
il
sentimento
d
'
angoscia
mi
riprese
,
fugò
qualunque
altro
pensiero
.
Presso
l
'
uscita
dei
giardini
,
mormorò
:
-
Te
beato
,
che
dopo
un
anno
puoi
ancora
intraprendere
un
viaggio
di
nozze
!
-
Con
quale
sarcastica
inflessione
avrebbe
ella
pronunciate
quelle
parole
,
pochi
mesi
addietro
!
Ora
,
non
vi
trovai
che
il
desiderio
spossato
.
S
'
apriva
il
giorno
lentamente
a
una
serenità
profonda
,
col
disciogliersi
delle
nuvole
bianche
,
scoprenti
all
'
occhio
nuovi
azzurri
infiniti
ed
eguali
;
di
là
veniva
il
sole
tepido
che
c
'
intorpidiva
,
quasi
svegliati
da
una
notte
amorosa
fra
caldissime
piume
.
Quando
fummo
presso
una
carrozza
chiusa
,
domandai
a
Laura
:
-
Volete
dirmi
l
'
indirizzo
?
-
Piazza
del
duomo
,
-
ella
rispose
,
mentre
saliva
nella
vettura
.
-
Poi
,
indicherò
io
....
-
M
'
inchinai
salutando
.
Un
collegio
di
fanciulle
,
numerosissimo
,
mi
passava
accanto
in
lunga
colonna
;
quante
si
preparavan
là
dentro
al
martirio
della
vita
?
quante
avrebbe
perdute
l
'
amore
e
sciupate
il
matrimonio
?
Avevano
illanguidita
la
loro
tinta
nell
'
ombra
delle
camerate
;
sotto
abiti
senza
linea
avevano
contraffatta
la
loro
freschezza
;
ma
dovevano
da
quel
periodo
severo
e
umile
sbucar
nella
vita
,
svelare
le
loro
facoltà
,
edificare
o
distruggere
una
famiglia
.
In
questo
senso
,
la
lunga
colonna
di
fanciulle
m
'
appariva
assai
interessante
;
da
un
'
altra
simile
colonna
femminile
,
s
'
eran
tolte
Laura
e
Lidia
,
con
sì
diverse
idee
,
con
sì
diversi
intendimenti
....
E
chi
poteva
assicurare
che
i
primi
passi
dell
'
una
e
dell
'
altra
non
avessero
avuto
un
oscuro
impulso
da
memorie
di
collegio
,
da
circostanze
di
fatto
,
dalla
vicinanza
d
'
una
compagna
o
dall
'
intimità
d
'
una
maestra
?
Lidie
e
Laure
si
preparavano
in
silenzio
,
ripetendo
per
un
'
ennesima
volta
il
processo
psicologico
di
altre
,
e
di
altre
e
di
altre
,
infinite
.
Io
poteva
ben
comprendere
o
almeno
intuire
il
divario
fra
quelle
due
anime
di
donna
,
stretto
com
'
era
da
qualche
tempo
fra
la
prima
e
la
seconda
,
sovrapponendo
o
cancellando
le
impressioni
dell
'
una
colle
impressioni
dell
'
altra
.
Un
quarto
d
'
ora
dopo
lasciata
Laura
,
ero
a
casa
,
dominato
dal
brusco
urto
,
che
la
presenza
di
Lidia
mi
produceva
.
S
'
era
mutata
,
in
quella
breve
mia
assenza
,
colla
rapidità
con
cui
mutava
d
'
abiti
.
La
piccola
ombra
d
'
umiliazione
che
le
offuscava
il
viso
nel
mattino
e
l
'
accidia
che
ne
spossava
il
corpo
,
lasciavano
il
posto
a
un
aspetto
calmo
,
consolato
,
sano
fisicamente
e
moralmente
,
come
dopo
una
confidenza
in
cui
il
cuore
avesse
rotte
per
un
istante
le
dighe
della
rassegnazione
e
liberando
il
dolore
,
l
'
avesse
diminuito
di
profondità
.
Fenomeno
già
notato
in
Lidia
,
di
quei
giorni
;
perciò
pericoloso
;
che
cosa
confidava
ella
,
e
a
chi
si
confidava
?
Non
v
'
era
presso
di
lei
,
quand
'
io
vi
giunsi
,
che
Ettore
Caccianimico
,
del
quale
tutto
si
poteva
sospettare
,
fuorchè
d
'
esser
capace
di
consolare
alcuno
.
-
Sei
stato
a
passeggio
?
-
domandò
Lidia
,
seduta
davanti
al
tavolino
da
lavoro
presso
la
finestra
.
-
Sono
stato
da
tua
madre
e
poi
ai
Giardini
,
-
risposi
.
-
Donna
Teresa
mi
ha
rammentato
un
vecchio
debito
;
quel
viaggio
interrotto
,
o
meglio
non
intrapreso
,
per
l
'
Italia
,
e
rimandato
alla
migliore
stagione
....
-
Ah
,
è
vero
!
-
disse
Lidia
,
con
voce
che
pareva
uno
sbadiglio
.
Al
fenomeno
psicologico
s
'
univa
d
'
un
tratto
un
fenomeno
fisico
,
non
meno
degno
di
nota
.
Lidia
ingrassava
;
l
'
abito
chiaro
di
quel
giorno
svelava
il
fatto
assai
meglio
di
quel
che
non
potesse
la
mia
continua
esperienza
.
Sì
,
m
'
era
parso
di
non
abbracciar
più
le
forme
sottili
ed
esatte
,
tanto
amate
in
Lidia
fanciulla
;
m
'
era
parso
che
il
suo
seno
fiorisse
,
che
i
suoi
fianchi
s
'
espandessero
lievemente
,
che
la
gola
avesse
un
'
insolita
rotondità
;
lento
trapasso
da
una
Psiche
a
una
Giunone
....
Ma
,
alla
luce
sfacciata
del
sole
,
questa
mutazione
si
rivelava
d
'
un
colpo
,
non
lasciandomi
più
dubbio
;
forse
il
confronto
istintivo
fra
Lidia
e
Laura
,
debole
,
divorata
dal
male
,
-
cooperava
a
rendere
più
perspicuo
lo
sboccio
formoso
della
prima
....
Perchè
era
così
sana
e
lieta
di
giovanezza
Lidia
quando
Laura
moriva
?
Uscii
bruscamente
dal
salotto
,
lasciandovi
mia
moglie
e
il
Caccianimico
,
nella
ridicola
speranza
che
un
'
altra
camera
,
un
'
altra
luce
,
potessero
calmarmi
.
Passai
dalla
stanza
da
letto
;
il
letto
di
Lidia
,
bianco
e
vuoto
,
con
un
raggio
di
sole
che
cadeva
diritto
sui
guanciali
,
mi
lievitò
in
mente
un
substrato
di
amare
riflessioni
;
passai
dalla
sala
,
ove
rividi
quelle
signore
brune
,
le
quali
mi
compiacevo
a
desiderare
,
fra
il
convenzionale
chiacchierio
dei
mariti
;
passai
dal
tinello
,
ch
'
era
già
stato
testimonio
di
paci
e
di
guerre
,
di
pranzi
muti
o
afflitti
dalla
retorica
di
Pietro
e
di
donna
Teresa
;
la
mia
camera
mi
rammentò
quella
prima
notte
in
cui
aspettavo
l
'
ora
di
presentarmi
a
Lidia
,
mia
ancora
soltanto
per
un
apparato
di
formole
;
e
lo
studio
,
ove
m
'
ero
arrestato
,
strideva
di
sogni
artistici
svaniti
,
di
buoni
propositi
più
deboli
delle
abitudini
,
di
rinuncia
al
lavoro
per
l
'
inutile
speranza
della
felicità
nella
famiglia
.
Tutto
l
'
appartamento
aveva
uno
strano
sapore
di
gioie
irrancidite
.
Ritornai
nel
salotto
.
Ettore
Caccianimico
s
'
era
posto
di
faccia
a
Lidia
;
s
'
egli
avesse
inclinata
avanti
la
sedia
,
le
sue
ginocchia
avrebbero
toccate
quelle
della
donna
.
Diceva
:
-
Si
potrebbe
appunto
far
così
.
Ella
avrebbe
la
compagnia
di
mia
moglie
,
quella
de
'
suoi
parenti
....
-
Fece
una
pausa
,
e
rivoltosi
a
me
,
soggiunse
quasi
spiegando
:
-
Proponevo
alla
tua
signora
di
fare
un
breve
soggiorno
con
sua
madre
,
prima
di
lasciarci
.
Il
tempo
è
bello
e
a
Pallanza
ci
dev
'
essere
già
molta
gente
.
-
Non
ho
nulla
in
contrario
,
-
risposi
,
-
quando
ciò
piaccia
a
Lidia
.
Tu
,
vieni
pure
laggiù
?
-
Sì
,
a
Pallanza
,
con
Clara
....
-
disse
Ettore
,
nominando
sua
moglie
per
la
seconda
volta
,
cosa
affatto
insolita
e
curiosa
.
Allora
,
fra
Lidia
ed
Ettore
si
studiarono
i
vantaggi
d
'
un
soggiorno
sul
lago
;
c
'
era
la
compagnia
piacevole
,
la
vita
calma
e
tuttavia
allegra
,
il
buon
clima
.
M
'
ero
disteso
in
una
larga
poltrona
,
con
un
libro
fra
le
mani
,
assolutamente
deciso
a
non
prender
parte
alla
conversazione
;
Lidia
volgeva
il
capo
di
tanto
in
tanto
dal
mio
lato
,
con
quell
'
espressione
di
riposo
,
che
mi
dava
qualche
sospetto
.
Perchè
Lidia
era
così
sana
e
lieta
di
giovanezza
,
quando
Laura
moriva
?
Passando
lo
sguardo
al
disopra
del
libro
,
osservavo
meglio
le
linee
del
viso
e
del
busto
;
linee
di
profilo
,
leggierissimamente
,
ma
indubitabilmente
avvantaggiate
da
qualche
tempo
;
le
mani
di
Lidia
,
ch
'
ella
posava
sul
tavolino
,
avevan
pure
una
forma
più
grassoccia
,
non
aristocratica
di
soverchio
.
Ella
m
'
era
piaciuta
da
fanciulla
perchè
era
fragile
e
sottile
;
certo
,
m
'
era
piaciuta
per
altri
motivi
spirituali
;
ma
anche
perchè
da
fanciulla
era
fragile
e
sottile
.
Quest
'
attrattiva
stava
per
vanire
,
nella
donna
?
Ricordando
la
signora
Folengo
,
sua
madre
,
ebbi
un
sussulto
:
a
trent
'
anni
,
Lidia
sarebbe
stata
una
bella
matrona
;
a
quarantacinque
,
una
signora
grassa
....
Frode
nel
contratto
matrimoniale
!
...
Una
signora
grassa
e
bionda
,
vale
a
dire
,
facilissima
a
sciuparsi
,
come
certe
rose
tèa
,
di
cui
la
floridezza
eccezionale
è
,
insieme
,
la
decadenza
e
lo
sfacelo
.
Fui
interrotto
nelle
mie
considerazioni
da
Ettore
Caccianimico
,
il
quale
si
congedava
.
-
Voi
non
partirete
così
presto
?
-
domandò
egli
a
me
.
-
Quando
vorrà
Lidia
,
-
risposi
,
colla
formola
abituale
.
-
Decideremo
,
-
dichiarò
Lidia
,
stringendo
la
mano
di
Ettore
,
che
s
'
era
inchinato
a
salutarla
.
Accompagnai
il
Caccianimico
nell
'
anticamera
,
fin
sulla
soglia
della
porta
.
-
Ebbene
?
-
egli
chiese
a
voce
bassa
.
-
Sei
stato
in
casa
Uglio
?
-
Giorni
sono
.
-
Hai
invitata
Laura
a
far
visita
alla
tua
signora
?
-
Non
ne
valeva
la
pena
.
È
ammalatissima
povera
donna
.
-
Pare
anche
a
te
?
...
Io
la
vedo
perduta
,
-
concluse
Ettore
con
indifferenza
,
mentre
se
ne
andava
.
Perduta
!
Non
era
dunque
un
'
esagerazione
della
mia
fantasia
?
Ma
allora
,
che
valeva
il
rispetto
umano
?
S
'
ella
desiderava
di
vedermi
vicino
a
lei
,
potevo
contentarla
,
senza
riguardi
per
il
mondo
;
perchè
rifiutare
quel
conforto
a
un
'
amica
,
la
quale
m
'
aveva
conosciuto
libero
,
indipendente
,
e
nel
turbinìo
della
vita
non
s
'
era
dimenticata
di
me
?
-
Andrò
da
lei
,
stasera
!
-
mi
dissi
,
rientrando
nel
salotto
.
Il
volto
calmo
di
Lidia
ebbe
la
potenza
di
stornarmi
il
pensiero
dietro
altre
idee
non
meno
tristi
.
In
quella
medesima
notte
,
Lidia
aveva
pianto
;
adesso
era
serena
,
quasi
allegra
Perchè
?
-
C
'
è
stato
Gian
Luigi
a
trovarti
,
mentr
'
ero
fuori
?
-
domandai
.
-
No
,
-
ella
rispose
un
po
'
maravigliata
.
-
Verrà
stasera
,
forse
.
-
M
'
augurai
fortemente
che
Gian
Luigi
non
venisse
quella
sera
:
la
sua
presenza
in
casa
mia
mi
avrebbe
impedito
di
recarmi
da
Laura
.
Per
la
prima
volta
,
non
osavo
lasciar
Lidia
sola
di
fronte
a
un
uomo
.
XIV
.
A
pranzo
,
ella
mangiò
con
molto
appetito
,
senza
accorgersi
ch
'
io
toccava
appena
le
vivande
e
preferivo
il
vino
al
cibo
.
Ero
troppo
solo
,
nel
mondo
,
circondato
da
insidie
e
da
cause
non
mai
stanche
di
dolore
;
non
avevo
amici
e
mia
moglie
era
un
'
estranea
che
poteva
diventare
una
nemica
.
Un
'
estranea
,
certamente
,
dacchè
i
suoi
gusti
non
somigliavano
a
'
miei
,
la
sua
educazione
s
'
era
fatta
entro
le
chiuse
pareti
d
'
una
casetta
borghese
,
e
la
mia
,
viaggiando
,
sognando
,
osservando
uomini
e
luoghi
diversi
;
avevo
una
donna
,
la
cui
speranza
di
comprendermi
vacillava
e
cadeva
,
senza
lasciar
traccia
di
rammarico
.
Di
tutto
quanto
ci
si
poteva
aspettare
dalla
nostra
unione
,
un
sol
fatto
era
incontestabile
,
per
sanzione
di
legge
:
la
signorina
Lidia
Folengo
era
diventata
la
signora
Lidia
Lacava
Folengo
;
nulla
più
,
e
troppo
poco
al
confronto
delle
nostre
libertà
perdute
.
Geltrude
entrò
a
metà
del
pranzo
,
portando
a
Lidia
un
viglietto
arrivato
allora
.
La
donna
lo
aperse
,
lo
lesse
,
lo
mise
in
tasca
,
e
disse
a
Geltrude
:
-
Va
bene
.
Non
c
'
è
risposta
.
-
A
me
:
-
È
Angela
Tintaro
che
mi
scrive
.
-
Che
esagerazione
!
-
esclamai
seccato
.
-
Quando
non
viene
a
trovarti
,
ti
scrive
;
quando
non
ti
scrive
,
ti
manda
dei
fiori
.
Almeno
potrebbe
sceglier
delle
ore
più
adatte
,
per
annoiare
il
prossimo
!
-
Lidia
strinse
le
labbra
senza
rispondere
.
Da
quella
lettera
,
originò
subito
un
mutamento
in
lei
,
palesissimo
,
per
quanto
ella
volesse
nasconderlo
;
cosicchè
,
fui
tratto
a
domandare
,
contro
le
mie
abitudini
,
che
cosa
Angela
Tintaro
le
scrivesse
.
-
Le
solite
storie
,
-
rispose
Lidia
con
negligenza
affettata
.
Ma
la
lettera
le
rimase
in
tasca
.
-
Tuo
padre
ha
finalmente
deciso
di
partire
per
Cairo
,
accettando
l
'
impiego
offertogli
,
-
dissi
.
-
Ha
fatto
bene
,
-
mormorò
Lidia
.
-
Ecco
:
Cairo
è
una
città
che
vedrei
con
piacere
.
-
Niente
c
'
impedisce
d
'
accompagnarvi
tuo
padre
quando
vi
si
recherà
,
sui
primi
dell
'
anno
venturo
.
-
Resterò
ben
sola
,
dopo
,
-
riflette
la
donna
sbadatamente
.
Eravamo
in
due
a
finger
di
mangiare
,
adesso
:
anche
Lidia
faceva
una
cattivissima
accoglienza
alle
portate
che
Geltrude
recava
;
attribuii
l
'
improvvisa
svogliatezza
al
pensiero
doloroso
di
veder
partire
presto
i
Folengo
,
ed
ebbi
cura
di
non
domandare
spiegazioni
.
Tuttavia
,
il
pranzo
si
trascinò
così
malamente
,
che
respirai
di
sollievo
,
quando
la
tavola
fu
sparecchiata
;
i
giornali
costituivano
per
noi
in
quell
'
ora
e
nei
giorni
d
'
impaccio
,
una
salvezza
molto
apprezzata
da
ambedue
....
Stavo
per
ricorrervi
,
quando
Lidia
mi
domandò
con
voce
un
po
'
tremante
:
-
Sei
andato
ai
Giardini
,
oggi
?
-
Mi
bastò
un
'
occhiata
alla
donna
per
comprendere
;
ella
preparava
quella
domanda
da
qualche
tempo
,
e
studiava
il
modo
di
lanciarmela
quando
meno
l
'
aspettavo
,
perchè
non
potessi
ricostruirne
il
movente
;
l
'
impazienza
l
'
aveva
però
tradita
,
e
troppo
breve
tempo
era
scorso
dall
'
arrivo
della
lettera
all
'
interrogazione
perchè
non
vi
scorgessi
una
stretta
relazione
.
-
Sono
andato
ai
Giardini
,
-
risposi
.
-
Mi
pare
d
'
avertelo
già
detto
.
-
Con
chi
?
-
fece
Lidia
,
guardandomi
fissa
.
-
La
signora
Angela
Tintaro
si
assume
dunque
l
'
incarico
d
'
una
polizia
segreta
?
-
domandai
ironicamente
.
-
Ho
trovata
la
signora
Uglio
,
che
si
recava
da
tua
madre
,
e
come
io
ne
veniva
appunto
,
ella
ha
rimandata
la
visita
,
e
chiacchierando
l
'
ho
accompagnata
ai
Giardini
,
invece
.
-
La
signora
Uglio
,
-
disse
Lidia
,
coll
'
intonazione
con
cui
ci
si
fa
a
raccontare
una
lunga
storia
,
-
è
fra
le
persone
che
tu
m
'
avevi
proibito
di
ricevere
;
anzi
,
nel
caso
poco
probabile
ch
'
ella
mi
facesse
visita
,
mi
avevi
pregato
di
non
contraccambiarla
....
E
d
'
un
tratto
tu
le
servi
da
cavaliere
e
ti
mostri
in
pubblico
al
suo
fianco
,
ai
Giardini
,
nell
'
ora
più
frequentata
?
-
Sono
convenienze
a
cui
un
uomo
non
può
sottrarsi
,
-
mormorai
ipocritamente
.
-
Benissimo
.
E
che
cosa
avresti
detto
tu
,
se
le
parti
si
fossero
invertite
?
se
fossi
andata
io
a
passeggio
col
signor
Giorgio
Uglio
?
-
Alzai
le
spalle
,
irritato
.
-
Quale
assurdità
!
-
esclamai
.
-
Il
torto
è
appunto
quello
di
supporre
che
le
parti
si
possano
invertire
sempre
;
quanto
ho
fatto
io
,
era
logico
e
necessario
;
ma
ciò
non
sottintende
logico
e
necessario
che
tu
faccia
altrettanto
col
signor
Uglio
....
È
un
modo
di
ragionare
questo
,
di
cui
t
'
ho
mostrata
parecchie
volte
la
falsità
....
Ormai
,
dovresti
risparmiarmelo
.
-
Benissimo
,
-
ripetè
Lidia
.
-
Splendida
poi
l
'
idea
di
non
dir
nulla
....
Ciò
fa
supporre
molte
cose
....
-
Per
esempio
?
-
So
io
,
-
concluse
la
donna
seccamente
,
alzandosi
.
-
Saresti
gelosa
?
-
Lidia
si
rivolse
,
come
ferita
;
appuntò
le
mani
sulla
tavola
,
e
avvicinando
il
viso
al
mio
,
dichiarò
a
bassa
voce
:
-
Gelosa
?
Vorrei
che
tu
avessi
dieci
amanti
,
non
una
!
-
V
'
era
nella
frase
tutto
il
disprezzo
di
cui
vibrava
la
donna
per
la
mia
condotta
di
quei
giorni
;
e
la
rabbia
frenata
e
accumulata
nelle
notti
d
'
obbedienza
sua
e
di
fredda
prepotenza
mia
;
l
'
uno
e
l
'
altro
sentimento
davano
alle
parole
un
significato
profondo
,
che
mi
colpì
in
pieno
cuore
,
come
innanzi
a
qualche
cosa
di
definitivo
,
d
'
irreparabile
.
Non
trovai
sùbito
una
formola
di
protesta
;
rimasi
sotto
lo
sguardo
di
Lidia
,
turbatissimo
,
quasi
un
colpevole
,
e
quando
riuscii
a
scuotermi
da
quel
fascino
angoscioso
,
Lidia
fu
chiamata
da
Geltrude
,
che
annunciava
la
visita
del
conte
Gian
Luigi
.
Solo
nel
tinello
,
in
mezzo
alla
luce
grigiastra
del
dopopranzo
,
fui
colto
a
un
tratto
da
un
impeto
di
dolore
,
dalla
sensazione
raccapricciante
che
deve
afferrar
l
'
uomo
in
mare
,
chiuso
in
un
'
ondata
gigantesca
.
Quel
solo
giorno
m
'
aveva
portato
un
séguito
di
piccole
e
grandi
angustie
,
intollerabile
;
nell
'
istesso
momento
,
ero
combattuto
da
opposte
idee
,
da
disegni
contrarî
,
i
quali
sollevavano
tutto
il
mio
sistema
nervoso
,
piombandomi
nel
dubbio
,
-
malattia
orribile
di
cui
non
avevo
mai
sofferto
.
Si
poteva
la
oltraggiante
dichiarazione
di
Lidia
collegare
al
suo
mutamento
,
che
mi
pareva
derivasse
da
un
'
influenza
estranea
?
Intendeva
ella
farmi
capire
la
propria
indifferenza
a
qualunque
mia
colpa
,
per
assolversi
ella
medesima
d
'
una
simpatia
colpevole
?
Senza
dubbio
,
senza
dubbio
alcuno
,
Lidia
sentiva
questa
simpatia
.
Dominato
da
tal
pensiero
,
m
'
avvicinai
all
'
uscio
,
che
metteva
nella
sala
,
ove
Lidia
era
con
Gian
Luigi
;
una
voce
fresca
,
tranquilla
,
ben
modulata
,
-
la
voce
della
donna
-
mi
riempì
di
maraviglia
.
In
me
,
la
breve
scena
del
dopopranzo
aveva
generato
un
lungo
strascico
di
riflessioni
;
in
Lidia
era
scivolata
,
quasi
sopra
un
'
anima
di
marmo
,
non
impedendole
di
mostrarsi
cortese
,
frivola
,
anche
civettuola
,
come
potevo
capire
da
certe
sue
risatine
,
gorgheggiate
argutamente
.
Se
tutto
questo
era
finzione
,
meritava
ch
'
io
me
ne
impensierissi
peggio
che
se
fosse
stata
insensibilità
.
Nella
sala
non
erano
accesi
i
lumi
ancora
,
quando
io
v
'
entrai
.
Lidia
e
Gian
Luigi
stavan
sul
divano
,
ai
lati
opposti
;
ma
l
'
ombra
della
sera
calante
m
'
impediva
di
scorgerne
bene
il
viso
;
chiaro
non
si
vedeva
che
l
'
abito
di
Lidia
.
Quando
i
lumi
furono
portati
,
rilevai
qualche
cosa
d
'
insolito
in
Gian
Luigi
e
ne
fui
impressionato
d
'
un
'
impressione
confusa
,
oscillante
fra
la
curiosità
e
il
dispetto
.
Gian
Luigi
era
abbattuto
e
pallido
;
dacchè
era
giunto
,
non
avevo
sentita
la
sua
voce
che
per
salutarmi
;
faceva
le
spese
della
conversazione
Lidia
,
la
quale
aveva
una
facondia
febbrile
,
ascoltata
dall
'
uomo
con
deferenza
,
approvata
da
me
con
qualche
cenno
del
capo
,
ma
incapace
a
snebbiare
il
corruccio
che
pareva
esistere
fra
noi
....
-
Se
vuole
la
rivincita
di
iersera
,
-
disse
Lidia
a
Gian
Luigi
,
accorgendosi
che
da
qualche
istante
era
distratto
....
Si
levarono
ambedue
e
si
portarono
innanzi
al
tavolino
verde
,
prendendone
dal
tiretto
le
carte
e
i
gettoni
.
-
Stasera
sono
formidabile
,
-
mormorò
il
Sideri
finalmente
.
-
Accetterei
qualunque
avversario
.
-
Non
vendere
la
pelle
prima
d
'
ammazzar
l
'
orso
,
-
diss
'
io
.
Trovandomi
di
fianco
a
uno
specchio
,
mi
vi
osservai
e
mi
confrontai
con
Gian
Luigi
,
che
pareva
anche
maggiormente
pallido
,
colla
testa
curva
sulle
carte
e
la
fronte
illuminata
dalla
lampada
.
Indubbiamente
se
non
fossero
state
certe
rughe
agli
angoli
degli
occhi
,
e
la
radezza
dei
capelli
presso
le
tempia
,
Gian
Luigi
avrebbe
dimostrato
meno
anni
di
me
;
la
sua
testa
aveva
un
'
impronta
aristocratica
,
la
quale
io
non
possedeva
affatto
....
L
'
essere
di
statura
piccola
non
faceva
poi
grave
danno
all
'
estetica
,
e
in
ogni
modo
,
se
tal
danno
si
voleva
ammettere
,
era
pareggiato
in
me
dalla
mia
barba
rossastra
,
che
m
'
invecchiava
.
Poteva
avere
importanza
questo
per
Lidia
?
No
;
ma
poteva
averne
moltissima
un
altro
fatto
:
il
Sideri
era
un
osservatore
scrupoloso
della
forma
,
un
uomo
incapace
di
dire
un
'
insolenza
cruda
;
le
insolenze
le
diceva
,
ma
con
tal
giro
di
parole
da
farle
rassomigliare
a
frecce
avvelenate
e
ricoperte
di
bambagia
....
Simile
uomo
,
se
avesse
voluto
assumersi
la
missione
di
confidente
,
avrebbe
trovate
le
formalità
più
rispettose
....
-
Molto
indovinato
,
molto
parigino
,
-
egli
diceva
in
quell
'
istante
a
Lidia
,
accorgendosi
allora
ch
'
ella
portava
una
vestaglia
nuova
,
e
gettandole
un
'
occhiata
sintetica
,
da
conoscitore
.
L
'
osservazione
mi
parve
audace
,
se
non
sconveniente
;
forse
perchè
un
lampo
di
vanità
soddisfatta
brillò
negli
occhi
di
Lidia
.
Che
Gian
Luigi
potesse
risvegliare
nella
donna
la
tendenza
alle
frivole
soddisfazioni
,
già
in
lei
così
viva
sui
primi
tempi
,
e
dispersa
nelle
angustie
del
matrimonio
?
Qualunque
ne
fosse
il
valore
,
questo
avrebbe
adombrato
un
predominio
dell
'
uomo
sull
'
animo
di
Lidia
e
m
'
avrebbe
fornito
un
mezzo
di
studiare
fin
dove
il
predominio
arrivasse
.
Contento
e
quasi
riposato
da
tale
induzione
,
m
'
accomiatai
da
Lidia
e
dall
'
ospite
,
raggiunsi
la
mia
camera
,
mutai
d
'
abiti
,
e
uscii
di
casa
.
La
serata
era
placida
;
il
corso
Venezia
,
male
illuminato
,
staccava
anche
meglio
nello
sfondo
il
corso
Vittorio
Emanuele
,
dove
le
lampade
elettriche
spandevano
una
luce
piacevole
,
qua
e
là
più
viva
per
il
concorso
d
'
altre
lampade
nelle
vetrine
.
Quantunque
avessi
una
meta
e
il
desiderio
di
giungervi
,
mi
dilungai
prendendo
la
via
più
allegra
;
m
'
internai
sotto
i
portici
,
ove
la
memoria
e
l
'
abitudine
mi
ricordavano
come
tre
correnti
vi
passassero
in
tre
ore
diverse
del
giorno
;
al
mattino
,
una
fiumana
di
ragazze
che
si
recavano
al
lavoro
;
nel
pomeriggio
,
una
fiumana
di
signore
che
ostentavano
in
sè
l
'
opera
manuale
di
quelle
ragazze
;
nella
sera
e
nella
notte
,
una
fiumana
di
perdute
.
Un
formicolar
vasto
e
romoroso
di
gente
era
nella
Galleria
;
poi
,
piazza
della
Scala
diminuiva
sùbito
l
'
intensità
di
quel
movimento
,
che
andava
spegnendosi
sul
corso
Alessandro
Manzoni
,
ove
la
luce
non
era
sì
viva
,
e
la
gente
era
poca
.
Innanzi
alla
casa
di
Laura
Uglio
,
mi
fermai
;
certo
,
il
marito
di
Laura
non
c
'
era
;
egli
aveva
l
'
abitudine
d
'
uscir
presto
e
di
tornar
tardi
,
dacchè
Laura
s
'
era
ammalata
e
aveva
così
interrotto
l
'
idillio
,
che
formava
la
mia
sarcastica
ammirazione
a
Pallanza
....
Io
sarei
dunque
salito
a
prender
notizie
,
narrando
insieme
come
una
lettera
d
'
Angela
Tintaro
avesse
svelata
a
Lidia
la
nostra
gita
innocente
di
quel
giorno
;
mi
sarei
trattenuto
poco
,
se
Laura
non
insisteva
.
Se
Laura
insisteva
,
mi
sarei
trattenuto
molto
....
Chi
sa
?
Laura
era
bruna
e
mi
amava
ancora
....
Nel
frattempo
,
Giorgio
Uglio
....
Sorridendo
,
considerai
la
reciprocità
fatale
cui
dava
luogo
un
primo
adulterio
,
senza
ricordarmi
che
tale
reciprocità
minacciava
anche
la
mia
casa
,
dove
avevo
lasciato
Gian
Luigi
con
Lidia
.
Quando
,
inoltrandomi
sotto
l
'
atrio
,
pensai
rapidamente
alle
infedeltà
comode
e
vili
,
cui
un
salotto
chiuso
e
l
'
occasione
propizia
potevan
dar
luogo
,
-
m
'
arrestai
di
colpo
,
quasi
m
'
avessero
piantato
un
coltello
nel
fianco
;
voltai
le
spalle
,
tornai
in
istrada
,
e
mi
gettai
in
una
carrozza
da
nolo
che
passava
.
Ero
così
offuscato
,
da
non
ammetter
divario
fra
Laura
e
Lidia
;
perchè
ammetterlo
,
se
non
ne
ammettevo
fra
me
e
Gian
Luigi
?
...
Le
notizie
di
Laura
l
'
avrei
prese
l
'
indomani
;
ella
mi
amava
e
non
a
lei
,
quindi
,
doveva
esser
rivolta
specialmente
la
mia
attenzione
,
-
bensì
a
Lidia
,
che
non
mi
amava
più
....
Per
ora
,
bisognava
sfuggissi
al
destino
dei
mariti
,
i
quali
creano
essi
medesimi
le
occasioni
alle
mogli
.
Nel
mio
salotto
,
non
si
giuocava
;
i
gettoni
e
le
carte
erano
abbandonate
sul
tavolino
,
qualcuna
per
terra
.
Lidia
sedeva
sullo
sgabello
innanzi
al
piano
-
forte
;
Gian
Luigi
sopra
una
poltrona
,
all
'
angolo
estremo
della
camera
.
-
Mi
manca
l
'
ultima
strofa
,
-
diceva
Gian
Luigi
.
-
Volevo
trovare
un
pensiero
grazioso
,
un
po
'
francese
,
sa
,
una
specie
di
birichinata
elegante
;
ed
è
difficile
....
-
Sì
,
-
rispondeva
Lidia
,
-
bisognerebbe
armonizzar
le
parole
colla
musica
.
Finora
,
quel
che
ha
fatto
,
mi
piace
molto
.
-
Hai
composta
una
romanza
?
-
domandai
.
-
Una
cosetta
delle
solite
,
-
disse
Gian
Luigi
,
senza
stupirsi
pel
mio
ritorno
.
-
Una
cosetta
press
'
a
poco
così
....
-
Prese
posto
al
piano
,
mentre
Lidia
ed
io
restavamo
in
piedi
,
ai
fianchi
di
lui
;
guardò
in
alto
un
istante
,
quasi
per
ricordarsi
,
annunciò
:
-
Ecco
....
-
e
cominciò
la
romanza
,
canticchiandone
sottovoce
le
parole
con
una
passione
man
mano
più
accentuata
....
Lidia
non
lo
guardava
,
ma
lo
guardavo
io
,
dicendomi
che
in
quel
momento
Gian
Luigi
m
'
era
di
gran
lunga
superiore
,
comechè
procurasse
alla
donna
un
compiacimento
intellettuale
,
ch
'
ella
sembrava
apprezzar
molto
,
anche
perchè
noi
eravamo
i
primi
a
conoscere
quella
composizione
inedita
,
anzi
non
ancor
finita
.
-
Molto
buona
,
-
dichiarai
,
quando
Gian
Luigi
concluse
.
-
Bello
specialmente
quel
passaggio
dell
'
esordio
alla
prima
parte
,
-
confortò
Lidia
.
-
Oh
,
una
cosina
francese
,
di
nessuna
importanza
,
-
fece
modestamente
Gian
Luigi
,
richiudendo
il
piano
.
Egli
restò
accoccolato
sullo
sgabello
;
Lidia
ed
io
prendemmo
posto
innanzi
al
tavolino
verde
,
rivolgendoci
verso
il
Sideri
.
-
E
di
letteratura
non
ti
occupi
più
?
-
domandai
.
-
Ora
son
troppo
nervoso
;
a
mala
pena
riesco
a
buttar
giù
le
strofette
che
t
'
ho
cantate
.
Vedremo
poi
....
-
Eppure
il
successo
del
tuo
romanzo
avrebbe
dovuto
infiammarti
,
-
mormorai
di
mala
voglia
,
perchè
il
romanzo
di
Gian
Luigi
,
letto
di
recente
,
non
m
'
era
piaciuto
in
nulla
.
-
Un
artista
non
è
un
operaio
,
-
sentenziò
Lidia
.
-
Non
si
può
pretendere
un
lavoro
fisso
.
-
Quali
delicati
riguardi
per
la
produzione
letteraria
di
Gian
Luigi
!
E
tuttavia
,
s
'
io
avessi
tentato
d
'
emularlo
,
mi
sarebbe
accaduto
di
sentir
Lidia
esclamare
:
-
"
Ancora
queste
sciocchezze
per
la
testa
?
"
-
come
già
l
'
aveva
esclamato
.
-
Lavorerò
in
campagna
,
-
promise
Gian
Luigi
.
-
L
'
anno
scorso
a
Saint
-
Moritz
ho
appunto
preparato
il
materiale
....
-
A
Saint
-
Moritz
!
-
ripetè
Lidia
,
quasi
ascoltasse
quella
notizia
per
la
prima
volta
.
-
Ella
era
poco
lontano
da
noi
....
-
Poco
lontano
....
relativamente
,
-
fece
Gian
Luigi
.
-
C
'
era
anche
la
signora
Uglio
,
a
Saint
-
Moritz
,
l
'
anno
scorso
,
con
dei
parenti
,
-
aggiunse
Lidia
.
-
Non
ve
l
'
ho
mai
vista
,
-
rispose
il
Sideri
senza
batter
ciglio
.
Le
parole
di
Lidia
mi
fecero
riflettere
....
Dopo
un
anno
ella
ricordava
,
forse
con
desiderio
,
gli
splendidi
paesi
testimoni
della
nostra
più
intima
esistenza
,
e
li
ricordava
per
rimpiangere
quasi
che
tale
intimità
non
fosse
stata
interrotta
da
un
estraneo
....
Inoltre
,
rilevando
il
soggiorno
di
Laura
e
Gian
Luigi
nel
medesimo
luogo
,
aveva
Lidia
uno
scopo
?
dubitava
ella
di
qualche
intesa
fra
i
due
?
e
se
dubitava
,
che
cosa
poteva
importargliene
?
Quanto
a
me
,
credevo
Gian
Luigi
in
perfetta
buona
fede
;
se
avesse
incontrata
Laura
a
Saint
-
Moritz
,
Laura
non
me
l
'
avrebbe
taciuto
a
Pallanza
,
ov
'
ella
era
in
tutto
il
vigore
della
salute
e
della
sfrontatezza
.
Lidia
non
parve
della
mia
opinione
,
ma
non
volle
insistere
;
Gian
Luigi
parlò
d
'
altre
cose
,
e
si
accomiatò
un
'
ora
prima
del
solito
,
riprendendo
quella
tristezza
che
l
'
écarté
e
il
chiacchierio
di
Lidia
avevano
alcun
poco
scemata
.
XV
.
Bisognava
stringerla
in
un
cerchio
di
ferro
,
spiarla
attentamente
,
interpretarne
i
pensieri
,
accumulare
delle
prove
,
dimostrarle
come
tutto
io
sapessi
comprendere
....
Notai
in
quei
giorni
:
la
serenità
piena
e
indifferente
di
Lidia
(
noi
ci
parlavamo
di
rado
e
ciascuno
dormiva
nella
propria
camera
,
da
poi
che
la
donna
s
'
era
dichiarata
estranea
a
quanto
mi
riguardava
;
forse
la
visione
di
Laura
ammalata
non
era
ultima
causa
di
noncuranza
in
me
per
Lidia
)
;
un
lieve
ma
crescente
desiderio
d
'
eleganza
(
la
sarta
aveva
fatta
la
sua
ricomparsa
melliflua
,
inviando
a
intervalli
di
qualche
giorno
parecchie
grandi
scatole
misteriose
)
;
un
rinascente
piacere
per
i
trattenimenti
mondani
(
m
'
aveva
pregato
di
condurla
alle
corse
,
ov
'
ella
s
'
era
divertita
assai
,
scommettendo
e
vincendo
mercè
felici
consigli
di
Ettore
Caccianimico
,
il
quale
si
vantava
di
esatte
cognizioni
ippiche
)
;
una
cura
minuziosissima
di
tutta
la
sua
persona
e
qualche
posa
studiata
,
innanzi
agli
indifferenti
.
Nulla
,
frattanto
,
aveva
potuto
snebbiare
i
miei
sospetti
sopra
Gian
Luigi
;
anzi
,
li
avevo
confermati
osservando
come
egli
mancasse
ai
martedì
abituali
,
in
cui
non
era
possibile
la
conversazione
intima
e
gustosa
.
Aveva
saputo
dispensarsi
da
quelle
visite
,
adducendo
a
scusa
occupazioni
,
che
lo
lasciavan
libero
soltanto
la
sera
;
strane
occupazioni
,
a
mio
credere
,
le
quali
giovavano
a
renderlo
triste
,
ogni
dì
meglio
,
molto
inquieto
,
nervoso
,
incoerente
,
distratto
.
Se
Ettore
Caccianimico
non
si
fosse
presa
la
briga
di
venire
quotidianamente
da
noi
,
le
ore
di
insopportabile
a
viso
a
viso
fra
me
e
Lidia
sarebbero
state
pesantissime
anche
per
la
frequenza
loro
.
Ettore
interessava
Lidia
colla
molteplicità
degli
argomenti
che
in
un
solo
discorso
sapeva
sfiorare
o
approfondire
,
a
seconda
della
curiosità
risvegliata
nell
'
ascoltatrice
;
conosceva
gli
autori
di
grido
,
e
perciò
ogni
avvenimento
,
ogni
pubblicazione
letteraria
e
artistica
gli
servivan
per
un
aneddoto
,
spesse
volte
sconosciuto
anche
a
quelli
i
quali
vi
figuravan
come
attori
.
Ettore
irradiava
a
poco
a
poco
una
sapienza
di
vita
,
sua
particolare
;
non
si
poteva
negargli
il
fascino
che
deriva
agli
uomini
dall
'
età
matura
;
fascino
di
confidenza
,
fiorita
da
passioni
morte
,
non
più
capaci
d
'
appannare
il
terso
specchio
dell
'
equilibrio
intellettuale
.
Io
era
perciò
assai
tranquillo
,
quando
vedevo
Ettore
presso
Lidia
;
e
li
lasciavo
,
recandomi
a
prender
notizie
di
Laura
e
attardandomi
poi
con
amici
alla
passeggiata
delle
cinque
.
Le
notizie
di
Laura
me
le
fornivano
dei
viglietti
chiusi
,
rilasciati
in
portineria
,
con
queste
parole
scritte
in
lapis
:
-
Il
medico
è
contento
.
Sto
meglio
.
Oggi
ho
peggiorato
.
Non
venire
a
trovarmi
perchè
Giorgio
è
in
casa
.
-
Alternative
continue
di
bene
e
di
male
,
di
meglio
e
di
peggio
,
che
m
'
irritavano
e
m
'
eccitavano
nel
medesimo
tempo
.
Un
giorno
,
il
viglietto
diceva
:
-
Sono
quasi
guarita
:
esco
a
passeggio
con
Giorgio
.
-
La
cosa
mi
sembrò
di
poco
rilievo
,
anzi
uggiosa
,
comechè
venisse
a
scemar
l
'
aureola
di
sofferenza
,
che
m
'
era
consueto
vedere
intorno
alla
figura
di
Laura
.
Quel
buon
ragazzo
d
'
Ettore
Caccianimico
,
il
quale
aveva
giudicata
Laura
moribonda
!
...
Ci
saremmo
rivisti
a
Pallanza
,
dove
la
donna
avrebbe
riposta
a
soqquadro
la
città
colle
feste
,
le
passeggiate
notturne
sul
lago
,
le
luminarie
alla
veneziana
,
come
l
'
anno
prima
,
quando
col
mandolino
Ettore
serviva
da
Tremacoldo
alla
compagnia
!
Il
negozio
nel
quale
entrai
,
odorava
largamente
di
profumi
stranieri
,
di
saponi
e
di
cosmetici
,
di
acque
e
di
ciprie
;
lungo
e
stretto
,
era
in
giuoco
a
una
diversa
luce
,
che
a
me
,
rimasto
presso
il
limitare
,
non
permetteva
di
scorgere
le
persone
del
fondo
;
ne
venivano
voci
confuse
.
Poi
le
voci
e
le
persone
s
'
avvicinarono
,
costringendomi
a
volger
la
testa
per
un
fruscìo
di
sottane
.
Laura
usciva
a
fianco
di
Giorgio
senz
'
avvertire
la
mia
presenza
e
il
mio
sguardo
fisso
in
lei
....
Guarita
!
con
quel
pallore
spettrale
!
Ebbi
dentro
di
me
una
rivolta
di
sconforto
senza
fine
per
la
donna
,
e
di
odio
velenoso
per
tutti
gli
altri
.
Scelsi
a
casaccio
,
diedi
l
'
indirizzo
,
e
me
ne
andai
presto
,
fuggendo
quei
profumi
che
mi
sonavano
intorno
una
nenia
da
funerale
,
o
parevano
elevarsi
a
nembi
di
sinistro
incenso
.
Nessuna
esperienza
di
medico
avrebbe
potuto
constatare
meglio
della
mia
,
la
sorte
irreparabile
di
Laura
Uglio
,
comechè
non
fossi
tanto
colpito
dalla
sua
palese
decadenza
fisica
,
dall
'
attestazione
certa
delle
sue
torture
,
quanto
dall
'
orribile
cambiamento
morale
della
donna
;
ella
non
doveva
più
avere
nè
volontà
,
nè
desideri
,
nè
speranze
,
nè
ribellioni
....
Passava
ormai
nella
vita
,
come
corpo
rigido
travolto
da
un
lento
fiume
.
-
Sai
bene
,
-
mi
disse
Ettore
Caccianimico
,
quand
'
io
gli
spiegai
tutto
questo
,
incontrandolo
per
via
.
-
È
inutile
;
essa
medesima
non
ha
alcun
riguardo
.
-
Ma
Giorgio
,
come
può
farsi
delle
illusioni
?
-
Non
se
le
farà
,
figlio
mio
.
Oppure
,
se
le
farà
perchè
è
un
imbecille
.
In
ogni
modo
,
noi
non
possiamo
nulla
.
-
Pur
troppo
!
E
resta
a
Milano
?
Dovrebbe
mutare
aria
,
andarsene
di
qui
....
-
Ci
vuol
altro
!
-
fece
Ettore
con
una
scrollata
di
spalle
.
-
Une
femme
à
la
mer
;
doloroso
,
ma
irreparabile
e
non
nuovo
....
Sono
stato
dalla
tua
signora
....
-
Hai
fatto
bene
,
-
mormorai
.
-
C
'
era
qualcuno
?
-
Tua
suocera
,
donna
Teresa
;
ci
sarà
ancora
,
se
torni
sùbito
a
casa
.
È
contraria
al
vostro
disegno
di
passar
qualche
tempo
nella
sua
villa
a
Pallanza
.
-
Perchè
?
-
Dice
che
non
si
usa
;
che
dovete
viaggiare
per
non
far
parlare
il
mondo
....
-
Ma
viaggeremo
dopo
....
-
Pare
che
non
si
fidi
troppo
dei
dopo
.
Io
ti
consiglio
a
resistere
,
perchè
se
ne
dài
vinta
una
,
sei
un
uomo
morto
,
colle
suocere
.
-
Sai
se
Laura
Uglio
viene
a
Pallanza
?
-
Senza
dubbio
,
poveretta
;
una
buona
ragione
per
andarvi
,
non
ti
sembra
?
La
campagna
ti
permetterà
di
visitarla
,
quando
Giorgio
sta
a
Milano
per
affari
;
ormai
,
si
tratta
d
'
un
'
opera
buona
,
di
renderle
meno
pesante
la
solitudine
in
cui
Giorgio
l
'
abbandona
.
-
Ma
sei
certo
che
non
si
rechi
a
Saint
-
Moritz
come
l
'
anno
scorso
?
-
Credo
non
ve
ne
sia
più
lo
scopo
!
-
disse
Ettore
con
un
rapido
sorriso
.
Anche
lui
,
dunque
,
sospettava
Saint
-
Moritz
un
nido
d
'
amori
per
Laura
?
Che
volgari
sciocchezze
!
Prima
che
donna
Teresa
avesse
a
convincere
Lidia
della
necessità
d
'
un
lungo
viaggio
,
mi
conveniva
dichiarare
esplicitamente
il
mio
pensiero
in
proposito
.
L
'
idea
d
'
Ettore
era
giusta
;
a
Pallanza
molte
cose
avrebbero
preso
un
aspetto
diverso
.
Strinsi
la
mano
all
'
amico
e
m
'
affrettai
a
casa
.
Ebbi
la
ventura
di
trovar
donna
Teresa
ancora
seduta
vicina
a
Lidia
....
Com
'
erano
rosee
le
due
donne
!
Come
si
somigliavano
,
adesso
che
Lidia
accennava
ad
ingrassare
!
"....Delle
vecchie
signore
colle
figlie
,
così
identiche
alla
madre
,
sebben
giovani
,
che
un
amatore
del
genere
poteva
,
sposando
la
figlia
,
già
farsi
un
quadro
di
quel
che
sarebbe
diventata
fra
trent
'anni...."
Non
era
una
mia
riflessione
,
questa
,
fatta
durante
una
passeggiata
?
Ecco
,
la
riflessione
sarcastica
,
si
mutava
in
realtà
,
per
mio
conto
....
Donna
Teresa
pareva
la
caricatura
di
Lidia
,
o
il
suo
ritratto
sgorbiato
da
un
monello
inesperto
;
donna
Teresa
era
Lidia
a
cinquant
'
anni
,
vale
a
dire
in
un
'
età
lontana
;
ma
per
giungervi
,
le
tappe
non
sarebbero
state
piacevoli
,
a
giudicar
dalla
prima
,
da
quella
leggierissima
pinguedine
sopravvenuta
in
Lidia
con
l
'
aggravante
di
mutazioni
anche
psicologiche
.
L
'
odio
velenoso
per
tutti
gli
altri
sentito
alla
presenza
di
Laura
,
mi
dominava
,
e
non
appena
venne
una
parola
,
mi
suggerì
la
risposta
insolita
.
-
Dunque
,
-
-
fece
donna
Teresa
rivolgendosi
a
me
,
-
volete
passare
un
mese
a
Pallanza
?
-
Certamente
,
-
risposi
.
-
Questa
è
la
mia
volontà
.
-
Lidia
mi
guardò
con
espressione
interrogativa
.
-
Se
noi
ti
rechiamo
disturbo
nella
tua
villa
,
-
continuai
verso
donna
Teresa
,
-
prenderemo
in
affitto
una
cascina
.
-
Ma
no
,
santo
Dio
!
-
esclamò
mia
suocera
,
levando
le
braccia
in
alto
.
-
Voi
siete
i
miei
figliuoli
,
e
vi
aspetterei
con
tutto
il
piacere
-
Ma
pensate
che
avete
annunciata
la
ripresa
del
vostro
viaggio
in
quest
'
epoca
....
Il
rimandarlo
un
'
altra
volta
,
si
potrebbe
interpretare
malamente
.
-
Io
non
rimando
nulla
;
dopo
il
mese
a
Pallanza
,
faremo
i
comodi
altrui
;
per
adesso
,
faccio
i
nostri
....
-
Anche
Lidia
,
-
osservò
donna
Teresa
,
-
è
del
mio
parere
.
-
Certamente
,
-
disse
Lidia
,
tuttora
maravigliata
per
l
'
energia
con
cui
parlavo
,
-
se
questo
viaggio
si
deve
fare
,
o
prima
,
o
dopo
....
-
Non
ammetto
repliche
,
-
interruppi
bruscamente
.
-
Fra
una
settimana
saremo
a
Pallanza
,
in
una
villa
d
'
affitto
.
-
Donna
Teresa
gettò
uno
sguardo
a
Lidia
,
quasi
per
sostenerla
nell
'
opposizione
;
ma
Lidia
mormorò
:
-
Se
vuole
così
Sergio
,
non
replico
più
.
-
Si
vedevano
ora
i
frutti
dell
'
obbedienza
imparata
nei
notturni
colloqui
,
e
il
breve
episodio
rischiarò
certamente
mia
suocera
sull
'
attitudine
che
avevamo
presa
l
'
uno
di
fronte
all
'
altra
,
dopo
il
periodo
delle
prime
intimità
,
durante
le
quali
nessuno
comanda
e
nessuno
obbedisce
.
Notai
,
di
passaggio
,
che
i
piedini
di
Lidia
erano
stretti
in
babbucce
elegantissime
,
non
mai
viste
prima
;
l
'
abito
mi
pareva
il
solito
;
e
archiviate
queste
due
osservazioni
,
mi
recai
nello
studio
,
ove
la
finestra
spalancata
mi
attrasse
al
davanzale
.
Da
qualche
ora
,
facevo
parte
d
'
una
piccola
categoria
d
'
uomini
,
la
cui
psicologia
andò
per
lungo
tempo
ignota
:
da
qualche
ora
facevo
parte
degli
uomini
che
stanno
per
tradire
;
uomini
come
tutti
gli
altri
in
apparenza
,
e
dagli
altri
invece
così
diversi
in
sostanza
,
che
sarebbe
vano
sforzo
il
volerne
rilevare
le
anfrattuosità
sentimentali
.
Se
quel
piccolo
gruppo
di
gente
si
potesse
costituire
in
un
Circolo
,
io
direi
che
due
condizioni
sole
possono
giustificar
la
domanda
d
'
entrarvi
come
soci
:
o
essere
di
coloro
i
quali
non
hanno
mai
tradito
;
o
essere
di
coloro
i
quali
non
hanno
abitudine
di
tradire
che
un
solo
sesso
.
E
direi
lo
scopo
del
Circolo
potersi
stabilire
così
:
abilitare
i
primi
a
tradire
,
e
i
secondi
a
tradire
anche
il
sesso
fino
allora
rispettato
.
Dei
secondi
facevo
parte
io
;
prima
e
dopo
gli
amori
con
Laura
Uglio
,
non
avevo
mai
esitato
a
impossessarmi
della
moglie
d
'
un
conoscente
,
appoggiato
dalla
convinzione
che
uno
scapolo
è
uno
scorribanda
,
afferra
la
donna
a
carriera
,
la
ruba
,
la
trattiene
,
e
la
rilascia
,
pronto
a
sostener
le
conseguenze
del
suo
furto
o
a
difender
la
sua
preda
.
Romantica
e
immoralissima
convinzione
,
senza
dubbio
;
ma
in
ogni
modo
,
essa
m
'
aveva
avvezzato
a
tradire
soltanto
il
sesso
maschile
.
Perchè
colla
donna
,
in
qualunque
maniera
ella
fosse
mia
,
avevo
sempre
sfoggiata
una
fedeltà
eccezionale
;
e
non
era
piccolo
merito
il
potere
assolversi
da
ogni
peccato
in
proposito
,
da
ogni
desiderio
inconfessabile
,
da
ogni
sotterfugio
....
La
fedeltà
nasceva
per
la
certezza
che
l
'
infedeltà
è
inutile
in
un
amore
libero
;
certezza
non
condivisa
talvolta
dalla
donna
,
la
quale
aveva
trovata
utilissima
l
'
infedeltà
in
tutti
gli
amori
di
questo
mondo
.
A
me
pareva
dolce
cosa
esser
fedele
;
dovere
innegabile
e
nel
medesimo
tempo
piacevole
,
appunto
perchè
non
imposto
da
alcuno
,
e
senza
lode
agli
occhi
della
legge
.
Ma
da
qualche
ora
un
bisogno
vivo
,
pressante
,
imperiosissimo
di
tradire
anche
la
donna
,
m
'
aveva
costretto
a
sconfessare
le
mie
abitudini
,
così
cavalleresche
da
un
lato
,
così
....
arabe
dall
'
altro
;
ed
ero
venuto
a
prender
posto
nel
Circolo
summentovato
,
classificandomi
fra
i
soci
che
si
propongono
di
tradire
ambedue
i
sessi
.
La
mia
decisione
era
grave
,
perchè
il
tradimento
aveva
un
nome
;
non
già
perchè
mancavo
a
delle
promesse
,
facevo
sanguinare
un
'
anima
femminile
,
dovevo
vivere
d
'
una
vita
doppia
e
falsa
;
tutto
questo
è
comune
a
qualunque
tradimento
,
anche
nell
'
amore
libero
....
Ma
l
'
essere
stato
previsto
il
mio
caso
,
l
'
essere
stato
battezzato
con
un
nome
da
Codice
penale
,
mi
metteva
un
piccolo
brivido
di
vergogna
....
Avevo
appoggiati
i
gomiti
al
davanzale
della
finestra
e
guardavo
giù
nel
corso
Venezia
i
non
molti
passanti
,
senza
distinguerli
;
poi
sembrandomi
che
ciò
mi
distraesse
dalla
solennità
del
momento
,
mi
ritrassi
,
e
rimasi
bensì
presso
la
finestra
,
ma
in
poltrona
,
collo
sguardo
al
soffitto
.
Raccoglievo
ed
elencavo
gli
eccellenti
motivi
pei
quali
dovevo
tradire
mia
moglie
.
Innanzi
tutto
,
l
'
incompatibilità
di
carattere
.
(
Come
la
legge
aveva
saputo
prevedere
e
battezzare
anche
questo
caso
,
con
dei
vocaboli
un
po
'
barbari
,
ma
chiarissimi
!
)
.
Lidia
non
amava
la
letteratura
;
Lidia
era
mutabile
così
da
passare
in
un
solo
mese
dal
desiderio
di
solitudine
,
ai
divertimenti
più
chiassosi
,
e
da
questi
ai
piaceri
frivoli
dell
'
abbigliamento
raffinato
:
non
aveva
alcuna
idea
della
famiglia
,
e
mentre
in
Isvizzera
temevo
arieggiasse
alla
buona
massaia
,
in
Italia
s
'
occupava
tanto
della
casa
,
da
non
saper
nemmeno
quale
servo
avessi
io
,
dopo
lo
sfratto
d
'
Andrea
;
non
possedeva
sentimenti
precisi
,
e
per
lentissime
gradazioni
era
arrivata
a
mostrarsi
indifferente
di
dieci
supposte
mie
amanti
,
quando
in
principio
s
'
oscurava
se
soltanto
io
trovava
bella
,
non
una
donna
,
ma
una
vestaglia
femminile
;
non
aveva
il
senso
della
maternità
,
anzi
peccava
del
senso
contrario
,
paventando
un
parto
,
per
la
sua
bellezza
,
e
per
la
sua
tranquillità
se
i
bambini
fossero
venuti
a
troncarle
la
libera
disposizione
della
giornata
;
era
imprudentissima
,
perchè
ormai
doveva
aver
compreso
che
Gian
Luigi
Sideri
mi
dava
ombra
,
e
tuttavia
ella
ogni
sera
lo
invitava
per
la
sera
successiva
,
quand
'
avrebbe
potuto
invitare
quell
'
ottimo
Caccianimico
,
il
quale
non
era
men
valente
giuocatore
del
Sideri
;
era
presuntuosa
,
della
presunzione
irritante
,
che
sembra
ascoltare
e
approvare
i
consigli
,
e
poi
agisce
a
modo
proprio
,
con
un
'
inesperienza
sbalorditoia
....
Avrei
potuto
accumulare
altre
schiaccianti
accuse
di
questo
genere
,
tutte
classificabili
sotto
quel
solo
titolo
legale
;
ma
mi
urgeva
di
togliermi
agli
argomenti
oggettivi
,
per
vagliare
i
soggettivi
,
meno
giustificati
,
ma
più
tremendi
,
perchè
Lidia
non
avrebbe
mai
potuto
allontanarli
,
non
supponendoli
neppure
.
Ella
non
supponeva
ch
'
io
era
stanco
di
lei
;
aveva
preso
alloggio
in
casa
mia
,
credendo
che
ciò
solo
bastasse
a
farmele
considerar
legato
per
l
'
esistenza
intera
.
Non
ragionava
male
in
fondo
,
perchè
nessuno
s
'
era
preso
il
disturbo
di
spiegarle
i
gravi
ostacoli
che
una
donna
deve
superare
per
impossessarsi
dell
'
uomo
,
il
quale
,
essendo
suo
per
legge
,
è
perciò
appunto
meno
suo
d
'
ogni
altro
,
e
più
volonteroso
di
sottrarsi
a
un
dominio
spaventevole
per
forma
e
per
durata
.
Nessuno
le
aveva
spiegato
che
marito
e
moglie
si
trovan
sempre
nelle
condizioni
di
Maometto
e
della
montagna
:
onde
,
ne
vengono
disastrosissime
conseguenze
,
comechè
ciascuno
ami
far
da
montagna
che
non
si
muove
,
e
veder
l
'
altro
far
da
Maometto
che
la
conquista
.
Ero
stanco
di
Lidia
;
se
nessuno
le
aveva
insegnate
così
belle
cose
,
ella
era
abbastanza
intelligente
per
averle
comprese
,
quando
invece
Lidia
pareva
volersi
rifare
del
servaggio
non
lungo
di
fanciulla
,
con
un
interminabile
sultanato
di
donna
.
Cosicchè
la
sua
freddezza
complessa
mi
respingeva
,
e
pur
amando
le
sultane
in
genere
,
ero
disposto
a
dei
sacrifici
per
le
sultane
sole
che
avessero
muscoli
e
nervi
,
sorrisi
e
parole
....
Non
riconoscevo
in
Lidia
alcun
diritto
all
'
idolatria
senza
condizioni
....
Un
calcolo
erroneo
m
'
aveva
consigliato
ultimamente
d
'
imporle
quelle
notti
ch
'
ella
rifiutava
per
capriccio
;
ed
avevo
così
resa
anche
più
problematica
la
pace
del
focolare
.
D
'
un
tratto
,
Lidia
s
'
era
assunta
la
divisa
dell
'
obbedienza
,
d
'
un
'
obbedienza
curiosissima
,
fingendo
d
'
ignorare
i
miei
gusti
,
e
sbizzarrendosi
a
invitar
gente
che
non
mi
piaceva
e
a
trascurarne
altra
che
mi
piaceva
assai
,
come
quel
buon
Caccianimico
,
il
quale
veniva
sempre
a
visitarci
,
ma
ci
vedeva
di
rado
a
visitar
la
sua
signora
.
Da
questo
era
conseguita
la
sensazione
dell
'
estraneità
di
Lidia
a
tutto
quanto
mi
concerneva
.
Ella
non
era
la
mia
donna
,
o
la
mia
amante
,
o
mia
moglie
,
o
un
essere
caro
ed
intimo
per
le
cui
fibre
passassero
vibrazioni
concordi
ad
ambedue
;
ella
era
una
donna
che
andava
e
veniva
per
la
casa
,
che
mi
dava
del
tu
,
che
pranzava
alla
mia
tavola
,
che
mi
permetteva
di
dormirle
a
fianco
e
che
mi
consegnava
le
note
della
sarta
con
una
puntualità
maravigliosa
.
A
costei
io
avrei
dovuto
serbarmi
fedele
tutta
la
vita
?
Oggi
,
domani
,
mi
sarei
imbattuto
nella
donna
per
la
quale
l
'
amore
non
era
vuota
parola
,
e
il
mio
poteva
essere
anche
una
salvezza
o
un
motivo
di
vivere
....
Io
avrei
dovuto
rinunciare
alle
sconfinate
gioie
d
'
un
simile
possesso
,
per
che
cosa
?
Per
rappresentare
nella
commedia
la
maschera
del
marito
fedele
.
Calai
un
pugno
sul
bracciuolo
della
poltrona
,
e
mi
diedi
a
passeggiare
infuriato
.
Nel
lungo
ragionamento
avevo
omessa
una
cosa
d
'
importanza
non
lieve
:
ero
deciso
a
tradir
Lidia
;
ma
con
chi
?
Senza
dubbio
,
con
una
donna
per
la
quale
l
'
amore
non
era
vuota
parola
....
E
dove
si
sarebbe
trovata
questa
donna
?
...
Fra
le
mie
conoscenze
,
non
mi
pareva
;
fra
le
mie
conoscenze
abbondavano
le
donne
che
non
soltanto
consideravan
vuota
parola
l
'
amore
,
ma
eran
vuote
di
cervello
esse
medesime
;
tutte
amiche
di
Lidia
....
XVI
.
Sull
'
uscio
comparve
donna
Teresa
,
dicendo
:
-
Allora
,
siamo
d
'
accordo
.
Io
vi
aspetto
laggiù
,
per
la
settimana
ventura
.
Solo
,
badate
nelle
visite
di
congedo
,
di
far
ben
capire
che
a
Pallanza
resterete
poco
tempo
....
-
Le
diedi
uno
sguardo
,
mentre
parlava
.
Aveva
un
abito
di
seta
scozzese
,
a
grosse
righe
colorate
,
assolutamente
ridicolo
;
e
l
'
adipe
senile
,
imprigionatovi
dentro
,
protestava
da
ogni
parte
,
mostrando
mia
suocera
così
attillata
,
angustiata
e
vistosa
,
da
eccitar
le
beffe
dei
monelli
.
-
Va
bene
,
mamma
,
-
risposi
con
un
saluto
della
mano
.
Ella
se
ne
andò
.
Anche
costei
aveva
usurpati
i
titoli
e
i
poteri
;
se
non
mi
fosse
venuta
la
mattana
di
sposar
Lidia
,
donna
Teresa
m
'
avrebbe
servito
a
maraviglia
per
esilararmi
nei
giorni
di
tedio
.
Io
le
doveva
adesso
il
più
illimitato
rispetto
,
da
che
ella
mi
chiamava
suo
figlio
,
ed
io
chiamava
lei
mia
madre
,
nei
discorsi
confidenziali
....
Pensandovi
,
c
'
era
da
riderne
o
da
piangerne
senza
posa
....
Un
ritratto
incorniciato
di
nero
,
pendente
a
fianco
del
letto
,
attrasse
i
miei
sguardi
,
per
imperiosa
antitesi
....
Quella
era
la
madre
mia
;
quella
ch
'
era
morta
,
che
mi
aveva
amato
con
l
'
anima
tutta
e
per
troppo
brevi
anni
!
Quale
differenza
fra
la
bruna
testa
aristocratica
di
lei
,
e
il
viso
scialbo
,
dai
lineamenti
sdruccioli
di
donna
Teresa
!
Per
un
istinto
puerile
di
rivolta
,
mi
guardai
bene
d
'
annunciare
una
lunga
assenza
agli
amici
;
nelle
visite
di
quei
giorni
,
ebbi
a
rilevare
come
anche
Lidia
non
determinasse
la
durata
della
nostra
vacanza
.
"
-
Partiamo
per
qualche
tempo
-
"
era
la
frase
di
prammatica
,
"
-
Facciamo
compagnia
alla
mamma
prima
che
si
stabilisca
al
Cairo
.
-
"
La
nostra
fama
di
coniugi
esemplari
durava
tuttavia
,
a
quanto
potei
capire
;
davanti
a
noi
si
parlava
senza
paura
di
felicità
coniugale
e
si
condannava
con
entusiasmo
lo
stato
celibe
;
noi
sorridevamo
cortesemente
,
sovrani
annoiati
fino
alla
morte
dalla
marcia
reale
e
rassegnati
a
sentirsela
nelle
orecchie
in
ogni
occasione
.
-
Molto
bene
,
-
mi
disse
un
giorno
Ettore
Caccianimico
,
-
hai
saputo
resistere
a
tua
suocera
!
-
(
Per
non
sospendere
le
amichevoli
consuetudini
,
egli
anticipava
le
sue
visite
o
veniva
ad
accompagnarci
fuori
,
portando
sempre
a
Lidia
una
bottoniera
di
fiori
freschi
,
assai
graditi
dalla
donna
,
che
se
li
disponeva
in
modo
ammirevole
)
.
-
Ne
valeva
la
pena
,
-
risposi
.
-
Hai
notizie
di
Laura
?
-
Nulla
,
dacchè
tu
l
'
hai
trovata
a
passeggio
con
Giorgio
.
-
Questo
mi
rendeva
inquieto
.
I
piccoli
viglietti
quotidiani
mi
mancavano
da
qualche
tempo
,
e
la
portinaia
,
interrogata
,
non
aveva
saputo
dirmi
se
non
che
il
dottore
si
vedeva
più
volte
in
un
sol
giorno
,
e
che
la
cameriera
era
desolata
per
un
aggravamento
della
sua
signora
.
Non
osavo
scrivere
,
nè
presentarmi
in
casa
Uglio
,
ricordando
come
l
'
ultima
volta
appunto
in
cui
c
'
eravamo
incontrati
,
Giorgio
avesse
finto
di
non
vedermi
per
sottrarsi
all
'
obbligo
del
saluto
.
Quand
'
ebbi
campo
d
'
appartarmi
con
Ettore
Caccianimico
,
gli
spiegai
tutto
questo
,
un
po
'
titubante
.
-
Infine
,
-
gli
dissi
,
-
io
mi
sacrifico
a
passare
un
mese
a
Pallanza
col
solo
scopo
di
....
per
la
sola
idea
di
....
trovarvi
Laura
,
di
tenerle
compagnia
.
Come
tu
dicevi
benissimo
,
è
ormai
un
'
opera
buona
il
non
lasciarla
sola
,
poveretta
!
...
Ma
non
vorrei
che
il
sacrificio
fosse
inutile
e
Laura
rimanesse
a
Milano
....
In
tal
caso
,
me
ne
andrei
con
Lidia
per
questo
benedetto
viaggio
.
-
Ah
!
-
esclamò
Ettore
.
-
Sei
matto
?
Laura
verrà
a
Pallanza
,
non
dubitare
;
question
di
giorni
,
ma
verrà
senza
dubbio
....
Vuoi
che
m
'
incarichi
io
di
prender
notizie
?
Non
far
complimenti
,
-
aggiunse
sorridendo
,
-
tra
noi
è
difficile
stabilire
dove
finisca
l
'
amico
e
dove
cominci
....
-
Se
tu
volessi
,
-
interruppi
,
-
te
ne
sarei
gratissimo
....
Tu
sai
le
mie
intenzioni
....
-
Ma
diavolo
!
...
Non
mi
farei
complice
d
'
idee
prave
....
-
Sei
molto
allegro
.
Hai
commessa
la
cattiva
azione
di
cui
mi
tenesti
parola
?
-
Uh
,
che
ragazzo
!
-
fece
il
Caccianimico
seccato
.
-
Crede
a
tutto
quanto
mi
scappa
di
bocca
in
un
momento
di
malumore
!
-
L
'
indomani
,
il
colloquio
fu
più
breve
,
scambiandoci
le
frasi
nell
'
intervallo
in
cui
Lidia
-
che
noi
accompagnavamo
alle
solite
visite
,
-
si
metteva
il
cappello
avanti
allo
specchio
.
-
Ci
sei
stato
?
-
Laura
verrà
.
È
a
letto
per
riposo
ordinatole
dai
medici
.
-
L
'
hai
vista
?
-
Ho
parlato
con
Giorgio
.
A
proposito
:
mi
ha
chiesto
se
c
'
era
il
pericolo
d
'
incontrarti
in
campagna
.
È
diventato
geloso
?
-
Sciocchezze
!
-
terminai
io
,
alzando
le
spalle
.
-
Ti
ringrazio
di
cuore
.
-
Da
quell
'
istante
,
respirai
meglio
.
Laura
sarebbe
guarita
,
ritornandomi
quell
'
amica
intelligente
dalla
quale
avrei
potuto
bere
dolcezze
rinnovate
;
e
a
convincermi
dell
'
affezione
rimastami
in
cuore
per
lei
,
sarebbe
bastato
l
'
estremo
bisogno
ch
'
io
aveva
,
di
parlarne
con
Ettore
fino
alla
sazietà
.
Lidia
era
l
'
aurora
fredda
;
Laura
con
dieci
anni
più
di
Lidia
,
era
il
tramonto
dorato
d
'
un
'
esistenza
ardentissima
....
In
una
strana
rievocazione
,
mi
sentivo
già
Laura
fra
le
braccia
,
assetata
ella
medesima
di
quell
'
amore
non
tutto
esausto
di
cui
ci
sapevamo
capaci
;
e
la
vedevo
con
certi
abiti
,
con
certi
guanti
,
con
un
certo
ombrellino
conosciuto
,
che
appoggiato
alla
sua
spalla
ci
serviva
per
appartarci
convenientemente
dagli
altri
....
-
Tu
cominci
a
farmi
dubitare
delle
tue
caste
intenzioni
,
-
osservava
Ettore
,
una
volta
ch
'
io
lo
tormentava
perchè
mi
desse
la
certezza
della
guarigione
di
Laura
.
-
Ti
pare
?
-
Sarebbe
enorme
,
non
dico
,
-
mormorò
Ettore
;
-
ma
ne
ho
viste
di
peggio
.
-
All
'
ultimo
martedì
di
Lidia
,
in
mezzo
al
chiacchierio
di
visitatori
e
alla
sfilata
di
gente
antipatica
,
mi
trovavo
isolato
sotto
un
'
impressione
tale
da
richiamarmi
dei
sospetti
,
che
nell
'
attesa
d
'
un
riavvicinamento
a
Laura
,
s
'
eran
calmati
d
'
assai
.
Lidia
,
soddisfatta
delle
molte
attestazioni
di
simpatia
avute
in
quei
giorni
,
vibrava
di
gaiezza
;
pareva
si
fosse
iniziato
un
periodo
nuovo
per
la
sua
anima
depressa
,
la
quale
riprendeva
quell
'
atteggiamento
d
'
ingenua
bontà
,
d
'
infantile
confidenza
,
ch
'
eran
sì
forti
ausiliari
della
sua
bellezza
.
La
sera
prima
,
Gian
Luigi
aveva
promesso
di
venire
a
Pallanza
egli
pure
e
di
trattenervisi
qualche
tempo
;
l
'
aveva
promesso
a
Lidia
,
perchè
io
m
'
era
guardato
d
'
interrogarlo
sui
suoi
disegni
....
Aveva
detto
che
la
campagna
gli
era
necessaria
(
la
sua
tristezza
inesplicabile
aumentava
)
,
che
si
sentiva
stanco
,
sfiduciato
...
;
una
variazione
,
insomma
,
al
tema
delle
sentimentalità
pericolose
....
E
congedandosi
,
s
'
era
scusato
di
non
poter
venire
a
salutarci
l
'
indomani
,
perchè
occupatissimo
.
Io
dava
a
quelle
occupazioni
un
senso
tutto
egoistico
;
Gian
Luigi
,
innamorato
di
Lidia
,
riscaldato
dalle
sue
lodi
,
ambizioso
di
soverchiarmi
e
di
giungere
alla
donna
per
vie
non
comuni
,
-
doveva
lavorare
,
preparava
qualche
romanzo
....
forse
avrebbe
avuta
l
'
audacia
di
dedicarlo
a
Lidia
,
con
le
semplici
iniziali
trasparenti
....
Lidia
,
la
quale
comprendeva
questo
,
vibrava
di
gaiezza
,
quantunque
Gian
Luigi
mancasse
fra
i
pochi
intimi
;
e
perchè
mancava
,
ella
non
era
elegante
come
di
solito
....
-
Sei
nervoso
,
-
mi
disse
Ettore
Caccianimico
,
sorprendendomi
in
quelle
meditazioni
.
-
Fai
gli
onori
di
casa
in
modo
pessimo
.
La
tua
signora
deve
lavorar
per
due
.
-
Io
lo
afferrai
per
un
braccio
e
lo
trascinai
nel
vano
d
'
una
finestra
.
-
Non
ho
nulla
,
-
risposi
;
-
tutto
si
riduce
a
una
gran
seccatura
per
queste
convenzionalità
stupide
di
visite
e
controvisite
,
come
se
partissimo
pel
Congo
.
-
Debbo
dirti
....
-
mormorò
Ettore
.
-
Le
notizie
di
Laura
paiono
men
buone
....
Domani
subirà
un
'
operazione
....
-
Domani
!
-
esclamai
ad
alta
voce
.
-
Ma
perchè
non
me
l
'
hai
detto
prima
?
Avrei
ritardata
la
partenza
con
un
pretesto
....
-
L
'
ho
saputo
ora
.
E
poi
,
non
è
cosa
grave
....
Queste
donne
si
fanno
operare
coll
'
indifferenza
colla
quale
noi
faremmo
una
passeggiata
....
-
Mi
sembri
pazzo
....
-
Te
lo
assicuro
.
Del
resto
,
anche
partendo
,
avrò
notizie
.
Giorgio
ha
promesso
di
telegrafare
.
-
E
dici
che
non
è
cosa
grave
?
-
Per
,
nulla
.
Tanto
è
vero
,
che
qualche
giorno
dopo
l
'
operazione
,
Laura
sarà
in
villa
a
Pallanza
.
-
I
timori
d
'
una
catastrofe
s
'
erano
addormentati
nel
mio
animo
,
dietro
le
parole
d
'
Ettore
;
ma
all
'
annuncio
presente
,
si
risvegliavano
e
si
drizzavano
come
una
turba
di
spettri
....
Solo
il
cinismo
del
Caccianimico
poteva
restare
impassibile
davanti
alla
tortura
fisica
che
Laura
doveva
subir
l
'
indomani
,
considerandola
facilissima
e
naturalissima
cosa
.
Io
sentiva
un
orrore
muto
,
un
'
apprensione
terribile
,
che
avrei
sentito
forse
anche
senza
gli
egoistici
disegni
d
'
amore
,
anche
per
Laura
contemplata
semplicemente
come
buona
amica
.
Una
risata
di
Lidia
mi
trapassò
in
quel
momento
le
orecchie
quasi
un
fischio
stridulo
.
V
'
era
al
suo
fianco
una
signora
,
la
quale
faceva
professione
di
spirito
e
di
disinvoltura
,
dicendo
molte
sciocchezze
con
tono
rapido
e
sciolto
;
Lidia
pareva
gustarle
profondamente
.
Per
quali
diversi
oceani
veleggiavano
le
nostre
anime
!
Io
non
vedeva
intorno
a
me
persona
più
felice
di
Lidia
;
i
suoi
crucci
erano
piccole
angustie
appena
,
e
già
aveva
trovato
a
chi
confidarle
....
Non
v
'
era
di
comune
fra
noi
che
questo
fatto
:
ella
si
riprometteva
un
lungo
soggiorno
di
Gian
Luigi
in
campagna
;
io
in
campagna
temeva
di
non
veder
giungere
Laura
....
Perciò
Lidia
poteva
ridere
così
gaiamente
ed
io
era
in
diritto
di
fremere
a
quelle
risa
.
Non
avevo
notato
che
presso
Lidia
mancava
un
'
amica
;
significantissima
assenza
della
quale
Ettore
mi
fece
accorgere
.
-
Perchè
non
è
venuta
a
salutarvi
la
signora
Tintaro
?
-
domandò
.
-
Credo
,
-
mormorai
sottovoce
,
-
che
non
si
vedrà
più
in
casa
nostra
.
-
Per
ordine
tuo
?
-
Anche
,
ma
specialmente
perchè
Lidia
non
ama
le
intriganti
e
deve
averglielo
scritto
.
-
Ettore
non
chiese
oltre
;
io
pensai
d
'
aver
fatto
male
a
confidarmi
con
lui
;
egli
non
aveva
capito
quanto
m
'
urgesse
di
conoscere
il
vero
stato
di
Laura
,
dalle
mie
confidenze
ipocrite
e
timorose
....
Avrei
voluto
pregarlo
di
non
partire
con
noi
,
di
trattenersi
a
Milano
finchè
ogni
pericolo
fosse
svanito
per
Laura
:
dieci
volte
in
quel
giorno
mi
avvicinai
ad
Ettore
per
parlare
,
e
dieci
volte
ebbi
paura
delle
conseguenze
.
Dovevo
necessariamente
confessargli
quel
ch
'
io
sentiva
nell
'
animo
,
ed
era
così
grave
la
confessione
da
farmi
pentire
d
'
aver
già
detto
troppo
.
S
'
io
non
avessi
avuti
dei
sospetti
su
Gian
Luigi
,
avrei
potuto
confidarmi
in
lui
,
che
pure
si
recava
in
casa
Uglio
;
ma
se
la
certezza
della
sua
indifferenza
per
Laura
toglieva
l
'
odiosità
di
parlare
d
'
una
donna
avuta
in
comune
,
-
l
'
attitudine
di
Gian
Luigi
di
fronte
a
Lidia
,
mi
respingeva
da
ogni
intimità
che
potesse
giustificare
o
perdonare
le
intenzioni
colpevoli
dell
'
uomo
.
Non
furonvi
se
non
gradazioni
di
pentimento
nel
mio
animo
,
quel
giorno
;
dal
pentimento
assoluto
di
non
aver
sùbito
corrisposto
a
Laura
,
al
pentimento
meschino
delle
confidenze
monche
.
Per
certo
,
Ettore
non
aveva
nulla
capito
.
L
'
indomani
egli
arrivò
alla
stazione
tranquillo
,
sorridente
,
colla
sua
signora
;
non
aperse
bocca
su
Laura
;
dovetti
io
,
mentre
eravamo
in
treno
e
Lidia
cicalava
con
Clara
,
-
dovetti
io
domandargli
se
nulla
vi
fosse
di
nuovo
.
-
Ma
no
,
caro
,
-
egli
rispose
a
bassa
voce
.
-
L
'
operazione
è
alle
due
;
ora
è
mezzogiorno
.
-
Potevi
passar
da
casa
e
chiedere
come
si
trovasse
Laura
.
-
Col
trambusto
d
'
una
partenza
!
-
esclamò
egli
,
alzando
le
spalle
.
-
Ti
ripeto
che
non
c
'
è
niente
di
grave
.
-
Ne
sei
sicuro
come
ne
son
sicuro
io
!
-
dissi
bruscamente
,
nauseato
da
quell
'
indifferenza
.
Il
viaggio
fu
odioso
.
Delle
campagne
che
il
treno
si
lasciava
ai
fianchi
,
io
percepiva
coll
'
occhio
quanto
rimaneva
incorniciato
nel
finestrino
della
carrozza
;
allontanare
una
tenda
,
o
avanzare
la
testa
,
mi
pareva
fatica
superiore
al
vantaggio
di
riveder
paesi
cogniti
e
alberi
volgari
....
Un
mutismo
feroce
,
s
'
era
impadronito
di
me
onninamente
,
fino
a
rendermi
insensibile
;
e
dopo
due
o
tre
interrogazioni
cui
avevo
risposto
a
cenni
del
capo
,
Lidia
,
Clara
ed
Ettore
s
'
accomodarono
a
chiacchierar
tra
di
loro
,
lasciandomi
in
una
vasta
e
indiana
sonnolenza
dello
spirito
.
A
Laveno
,
il
lago
mi
parve
orrendo
,
quantunque
soleggiato
.
Mentre
io
poneva
piede
sul
battello
,
il
corpo
di
Laura
Uglio
doveva
essere
già
preda
di
ferri
chirurgici
;
un
viso
bianco
di
dolore
,
un
silenzio
triste
per
la
camera
,
una
positura
forzata
,
un
odor
d
'
acido
fenico
,
e
lunghe
ore
di
spasimi
quando
il
corpo
,
sottratto
al
ferro
,
ne
risentisse
tuttavia
l
'
impressione
fra
le
carni
violate
....
A
Pallanza
,
compresi
che
Laura
Uglio
non
mi
avrebbe
raggiunto
mai
.
Perchè
lo
compresi
?
Lo
compresi
d
'
un
tratto
,
per
un
risveglio
d
'
idee
coordinanti
e
concludenti
,
sprofondate
nell
'
anima
e
ricomparse
a
galla
con
la
viscida
solennità
di
cadaveri
.
I
signori
Folengo
erano
allo
sbarco
a
incontrarci
.
Pietro
m
'
accolse
assai
freddo
,
in
merito
di
quel
viaggio
che
mi
ostinavo
a
non
intraprendere
se
non
quando
mi
fosse
piaciuto
.
Osò
anche
farne
accenno
in
casa
,
ma
io
volsi
le
spalle
,
salendo
alle
camere
destinateci
.
Ero
dominato
dal
violento
impeto
di
togliermi
a
quei
luoghi
,
dove
le
mie
orecchie
,
avvezze
al
romore
della
città
,
soffrivano
del
grande
silenzio
bruto
in
cui
la
campagna
era
immersa
.
Davanti
al
letto
,
nell
'
alcova
che
non
aveva
il
mio
specchio
,
il
mio
lavabo
,
le
mie
fiale
,
il
mio
bagno
,
mi
sentii
infantilmente
perduto
,
solo
e
triste
.
L
'
antipatia
di
quei
particolari
sarebbe
stata
così
presto
vinta
,
se
Laura
ci
avesse
raggiunti
!
Perchè
io
l
'
amava
ora
,
senza
il
menomo
dubbio
.
Non
più
il
desiderio
d
'
un
'
altra
circolava
nelle
mie
vene
,
ma
il
desiderio
preciso
ed
esclusivo
di
Laura
Uglio
,
il
cui
busto
io
voleva
slacciar
lentamente
,
con
degli
indugi
,
per
baciarle
la
nuca
e
le
spalle
.
Fu
come
una
scoperta
,
a
un
tratto
.
Sì
,
io
era
un
bambino
,
smarrendomi
così
presto
!
...
Se
Laura
non
veniva
a
Pallanza
,
chi
m
'
inchiodava
là
,
chi
m
'
impediva
d
'
andare
a
Laura
?
Un
pretesto
era
facile
a
trovarsi
;
poi
non
mi
mancava
il
coraggio
di
partire
anche
senza
pretesto
.
La
scoperta
ingenua
mi
consolò
tutto
quel
giorno
,
e
il
lavorìo
d
'
adattamento
al
luogo
e
alla
casa
venne
compiendosi
così
felicemente
,
ch
'
io
non
ebbi
osservazioni
a
sollevare
quando
Lidia
mi
pregò
di
condurla
dopo
pranzo
alla
villa
Caccianimico
.
Nè
la
notte
fu
tormentosa
d
'
insonnia
;
nè
l
'
indomani
il
paesaggio
sereno
fu
inquinato
dalle
mie
impressioni
soggettive
.
Mi
staccai
da
Pallanza
con
una
barca
,
mi
recai
a
Suna
,
remando
adagio
,
in
braccio
a
sogni
colpevoli
d
'
un
'
infinita
dolcezza
,
d
'
un
carattere
audacemente
ribelle
,
quali
io
poteva
fare
soltanto
se
la
colpa
era
incarnata
da
una
donna
come
Laura
Uglio
....
Tornai
per
l
'
ora
della
colazione
,
ancora
cullandomi
nella
lancia
graziosamente
battuta
alla
prora
da
un
soffio
d
'
aria
benigno
....
Laura
Uglio
mi
amava
,
e
a
tutto
il
resto
avrei
pensato
io
....
Sul
terrazzo
della
villa
Folengo
,
Lidia
mi
aspettava
.
-
Hanno
portato
un
telegramma
per
te
,
-
ella
mi
annunciò
dall
'
alto
,
quando
fui
presso
la
darsena
.
Avvicinai
la
barca
in
modo
che
fra
essa
e
il
muro
del
terrazzo
non
vi
fosse
più
spazio
nè
acqua
.
-
Gettamelo
,
-
dissi
ridendo
.
-
Sei
buona
?
-
Il
foglietto
giallo
si
librò
un
istante
nell
'
aria
,
e
mi
cadde
ai
piedi
con
maravigliosa
perspicacia
.
Lo
aprii
e
lessi
:
"
-
Laura
morta
ieri
.
Funerali
domattina
alle
dieci
.
-
Gian
Luigi
.
-
"
Ripresi
i
remi
e
internai
la
barca
nella
darsena
assicurandola
al
suo
anello
,
fra
una
gondola
e
una
yole
.
Poscia
salii
in
casa
tranquillamente
,
insensibile
.
XVII
.
Fermata
una
carrozza
da
nolo
,
dissi
al
cocchiere
:
-
In
via
Alessandro
Manzoni
,
al
numero
quattro
,
c
'
è
un
funerale
.
Va
laggiù
e
tienti
un
po
'
discosto
dalla
folla
;
poi
,
quando
il
corteo
si
muove
mettiti
alla
coda
e
seguilo
fino
al
cimitero
.
Hai
capito
?
-
Il
cocchiere
affermò
colla
testa
;
io
entrai
nella
carrozza
,
mi
cacciai
in
un
angolo
,
dopo
avere
abbassate
le
tendine
,
e
mentre
la
vettura
s
'
incamminava
,
chiusi
gli
occhi
per
non
vedere
la
luce
scialba
.
Aveva
piovuto
violentemente
quel
mattino
e
il
giorno
era
rimasto
grigio
,
torpido
,
stendendo
ovunque
un
'
angoscia
inesprimibile
,
una
nausea
d
'
azione
.
La
città
sonnacchiosa
doveva
pullular
d
'
adulterî
.
Appena
fui
accomodato
sul
sedile
,
una
confusa
ribellione
mi
penetrò
nell
'
animo
.
Io
non
voleva
andare
laggiù
;
era
inutile
e
straziante
,
superiore
all
'
amara
dolcezza
di
compiere
un
dovere
.
Tuttavia
,
quando
il
cavallo
partì
al
trotto
cadenzato
,
il
dubbio
scomparve
e
l
'
energia
ebbe
il
sopravvento
.
Bisognava
andare
e
soffrire
fino
all
'
ultimo
;
se
l
'
anima
esisteva
,
quell
'
anima
aveva
d
'
uopo
di
non
sentirsi
dimenticata
per
discendere
serena
nel
sepolcro
.
Intorno
al
feretro
doveva
esservi
ben
numeroso
stuolo
di
gente
;
ma
chi
aveva
palpitato
con
colei
che
oggi
era
morta
?
chi
l
'
aveva
conosciuta
ed
amata
quanto
ella
desiderava
?
...
Non
sarebbero
mancate
le
persone
che
vanno
a
un
funerale
per
mostrarsi
forti
di
conoscenze
cospicue
;
un
insieme
obbrobrioso
d
'
ipocrisie
,
un
finto
rimpiangere
chi
si
è
dilaniato
fino
a
ieri
,
uno
sfoggio
imbecille
di
lusso
e
di
fiori
e
di
cavalli
e
di
carrozze
;
e
in
mezzo
,
il
povero
e
caro
corpo
,
cogli
occhi
serrati
per
sempre
,
inchiodato
in
una
bara
,
la
quale
doveva
infracidir
con
lui
....
Bisognava
andare
.
Da
piazza
del
duomo
a
via
Alessandro
Manzoni
,
il
tragitto
non
era
lungo
,
e
,
dopo
alcuni
minuti
di
trotto
,
il
cavallo
da
nolo
rallentò
(
un
carro
attraversava
la
via
)
,
si
fermò
al
luogo
indicato
.
Sùbito
s
'
udì
un
brusìo
di
voci
sommesse
,
che
mi
fece
guardar
vivamente
dall
'
altro
lato
della
strada
,
per
un
vetro
non
difeso
dalle
tendine
,
tra
il
sedile
del
cocchiere
e
lo
sportello
.
La
scena
era
questa
,
semplice
e
spaventosa
:
davanti
alla
porta
,
un
carro
funebre
,
dai
cavalli
con
gualdrappa
e
pennacchi
neri
sulla
testa
;
un
po
'
indietro
,
sopra
una
carrozza
a
quattro
posti
,
scoperta
,
infinite
corone
di
fiori
freschi
,
ricche
di
nastri
e
di
dediche
affettuose
;
poi
tre
vetture
a
due
cavalli
,
nere
,
dalla
sagoma
antica
e
dal
cocchiere
in
parrucca
e
in
tricorno
,
quelle
tetre
vetture
con
le
molle
ondeggianti
che
tentennano
quasi
navi
in
burrasca
;
poi
uno
stuolo
d
'
uomini
e
donne
,
ora
in
gruppo
,
che
al
momento
opportuno
si
sarebbe
allungato
come
un
nastro
umano
;
raccolti
e
silenziosi
varî
servi
in
livrea
,
portando
i
ceri
;
e
distanziato
da
tutti
un
manipolo
di
beghine
e
di
prefiche
venute
per
accattar
la
candela
;
in
ultimo
,
cinque
o
sei
carrozze
padronali
e
una
dozzina
da
nolo
....
Risultava
da
quell
'
insieme
d
'
uomini
e
cose
un
'
impressione
profonda
e
tragica
,
che
mi
guidò
istintivamente
colle
mani
allo
sportello
,
come
per
precipitarmi
fuori
;
dovetti
irrigidirmi
contro
il
moto
istintivo
.
I
becchini
eran
comparsi
,
fra
il
silenzio
fattosi
d
'
improvviso
.
Sulle
spalle
avevano
il
feretro
,
col
drappo
funerario
steso
di
già
,
ma
raccolto
ai
lati
fra
le
mani
dei
portatori
.
E
passando
sull
'
asse
scorrevole
del
carro
,
il
feretro
diede
un
suono
metallico
e
vibrante
.
L
'
asse
rientrò
;
il
feretro
fu
accomodato
,
il
drappo
steso
totalmente
.
Alcuni
servi
porgevano
le
corone
ai
becchini
:
una
fu
messa
alla
testa
,
coi
nastri
lunghi
che
scendevano
dietro
;
altre
posate
per
tutta
la
lunghezza
della
cassa
,
altre
all
'
intorno
insieme
a
fiori
sciolti
;
ma
rimanendone
pur
sempre
in
quantità
notevole
,
anche
la
vettura
da
nolo
fu
mandata
alla
coda
per
seguire
il
corteo
.
Quattro
signore
si
collocarono
ai
fianchi
,
i
preti
si
misero
innanzi
,
i
dolenti
(
le
donne
prima
,
gli
uomini
in
séguito
)
si
disposero
in
colonna
e
le
carrozze
presero
il
loro
posto
.
La
coorte
luttuosa
si
mosse
lentamente
.
Il
cocchiere
seguiva
il
funerale
a
giusta
distanza
perchè
la
mia
carrozza
non
fosse
notata
.
Mi
sembrava
l
'
andatura
del
corteo
,
-
eguale
e
tarda
,
-
ancor
troppo
veloce
....
Costoro
non
sapevano
che
ad
ogni
passo
la
tomba
s
'
avvicinava
?
la
tomba
,
la
dissoluzione
,
l
'
eternità
,
vaste
e
spaventevoli
cose
per
un
fragile
corpo
!
Di
che
stavan
per
essere
preda
,
quella
bocca
,
quegli
occhi
,
quelle
labbra
che
il
male
non
aveva
potuto
se
non
render
più
delicate
!
Perchè
non
dare
il
cadavere
al
fuoco
,
perchè
gettarlo
nella
fossa
?
Vi
fu
un
rallentare
,
poi
una
fermata
.
Il
corteo
era
innanzi
alla
chiesa
parata
a
drappo
nero
e
oro
,
con
un
gran
cartello
che
indicava
un
nome
e
due
date
.
I
dolenti
entrarono
;
il
feretro
fu
tolto
dal
carro
e
portato
in
chiesa
.
Lunghissimo
tempo
durò
la
funzione
sacra
.
S
'
eran
fatte
le
cose
con
lusso
e
i
curiosi
s
'
urtavano
formando
ala
presso
la
porta
;
alcuni
ridevano
incoscienti
,
altri
numeravan
le
carrozze
;
parecchi
s
'
eran
avvicinati
alle
corone
,
e
s
'
arrischiavano
a
toccarne
o
a
fiutarne
i
fiori
.
Questo
mi
diceva
come
insignificante
fosse
il
cessar
d
'
una
vita
,
nell
'
insolenza
d
'
altre
vite
più
volgari
.
Avevo
trasfusa
l
'
anima
nello
sguardo
,
con
una
percezione
lucida
d
'
ogni
fatto
,
la
quale
pareva
giovasse
a
farmi
soffrir
di
meno
.
Fra
i
primi
a
uscir
dalla
chiesa
,
notai
Gian
Luigi
Sideri
,
pallidissimo
,
coll
'
occhio
smarrito
e
atono
:
sembrò
cercare
qualcuno
in
mezzo
alla
folla
,
si
diresse
verso
le
carrozze
da
nolo
ad
interrogare
i
cocchieri
,
e
a
pochi
passi
da
me
,
tornò
indietro
,
senza
vedermi
.
Giorgio
Uglio
vestito
a
lutto
,
impassibile
,
badava
a
dare
ordini
e
a
sorvegliare
che
nulla
fosse
dimenticato
di
quanto
prescriveva
l
'
uso
in
tali
circostanze
.
Angela
Tintaro
venne
poi
,
maestosa
e
raccolta
,
nella
sua
andatura
di
matrona
....
.
Quindi
mio
suocero
,
Pietro
Folengo
,
partito
la
mattina
da
Pallanza
qualche
ora
prima
di
me
,
-
si
pavoneggiava
in
una
solennità
retorica
,
nella
quale
il
sentimento
era
muta
parola
,
e
aveva
composto
il
viso
a
una
maschera
tradizionale
....
Ettore
Caccianimico
,
anche
lui
arrivato
con
Pietro
,
passava
tra
le
due
ali
del
pubblico
sbirciandole
con
disdegno
:
era
una
delle
poche
figure
maschili
che
svelassero
qualche
cosa
di
nobile
e
di
severo
...
Confuse
poi
fra
persone
sconosciute
,
vidi
la
famiglia
Cortalancia
,
-
tre
signorine
in
ordine
di
statura
e
d
'
età
-
colla
madre
enorme
di
corpulenza
;
e
quella
bruna
signora
,
i
cui
occhi
sembravan
così
teneri
di
passione
da
racchiudere
un
poema
in
uno
sguardo
;
giovanotti
eleganti
,
che
avevano
sperato
di
sedurmi
Lidia
in
quindici
giorni
;
parecchi
ufficiali
.
Allo
scoprirsi
dei
curiosi
,
il
feretro
ricomparve
.
Mi
sembrava
stranamente
lungo
e
sottile
,
un
'
orribile
scatola
adattata
al
corpo
di
Laura
teso
come
una
corda
dall
'
ultima
febbre
....
Quale
strana
solennità
doveva
riflettere
ora
quel
viso
ch
'
io
aveva
baciato
e
sul
quale
tante
espressioni
di
speranze
e
di
spasimo
eran
venute
succedendosi
!
Le
membra
già
guardate
con
desiderio
,
ricoperte
di
seta
,
profumate
con
sapiente
civetteria
,
-
dovevano
incutere
lo
spaventoso
rispetto
del
mistero
cui
erano
in
preda
;
s
'
io
avessi
potuto
afferrar
quelle
braccia
che
m
'
avevano
più
volte
ricinto
il
collo
,
le
avrei
sentite
rigide
come
spranghe
di
ferro
,
gelate
per
l
'
inazione
del
sangue
,
preste
a
chiazzarsi
di
livide
macchie
,
domani
mutate
in
piaga
orrenda
,
formicolante
di
vermi
....
A
tutto
questo
il
mondo
aveva
dato
il
nome
di
riposo
eterno
....
Una
scossa
della
carrozza
troncò
il
filo
dei
pensieri
e
mi
richiamò
all
'
osservazione
fredda
.
Il
corteo
s
'
era
formato
di
nuovo
e
riprendeva
il
passo
lento
,
ormai
senza
speranza
d
'
altri
indugi
prima
della
tomba
.
Ricominciava
a
piovere
;
ma
non
ve
n
'
era
bisogno
perchè
il
numero
dei
dolenti
s
'
assottigliasse
dopo
la
funzione
religiosa
;
parecchi
erano
scomparsi
,
appunto
quelli
che
l
'
indomani
avrebbero
detto
di
non
aver
potuto
seguire
oltre
il
funerale
,
perchè
troppo
,
troppo
era
stato
lo
schianto
!
Le
tetre
vetture
a
molle
dalla
sagoma
antica
ricoveravan
diverse
signore
;
una
beghina
,
rimasta
addietro
,
mi
venne
presso
a
recitare
il
de
profundis
,
con
sì
terribile
accento
cavernoso
da
produrmi
i
brividi
.
Alzai
la
tendina
a
guardarla
;
era
piccola
e
tutt
'
avvolta
in
uno
scialle
nero
,
dal
quale
spiccava
netto
un
profilo
arcigno
e
lurido
insieme
,
con
enorme
naso
,
con
labbra
penzoloni
,
che
sovrastavano
il
mento
secco
,
breve
,
angoloso
.
Pareva
fervorosissima
;
aveva
spenta
la
candela
per
rivenderla
a
miglior
prezzo
.
La
coorte
lugubre
s
'
era
internata
per
vie
che
a
stento
riconoscevo
:
l
'
abitudine
non
mi
aveva
familiarizzato
se
non
colle
vie
più
ricche
e
più
ilari
,
e
ritrovandomi
in
quartieri
operai
,
dove
diversi
erano
il
moto
,
il
vociare
,
l
'
incrociarsi
dei
carri
,
subivo
l
'
impressione
d
'
una
novità
spiacevole
.
M
'
accorsi
che
si
accelerava
il
passo
;
la
pioggia
,
minacciando
di
farsi
larga
,
spingeva
quell
'
accozzaglia
di
gente
,
la
quale
aveva
furia
di
compiere
il
pio
officio
e
sbarazzarsi
del
cadavere
increscioso
.
Laura
avrebbe
trovata
la
terra
fradicia
;
i
fiori
deposti
sulla
tomba
si
sarebbero
sfogliati
innanzi
tempo
.
Allo
sportello
,
d
'
un
tratto
,
la
beghina
cessando
il
mormorio
rauco
,
gettò
un
'
occhiata
innanzi
per
assicurarsi
non
la
vedessero
,
e
scomparve
dentro
una
porticina
,
che
menava
alla
sua
soffitta
;
pratico
espediente
,
quello
di
prendere
alloggio
sulla
via
del
cimitero
,
per
risparmiare
la
fatica
del
ritorno
!
Si
presentiva
dovunque
l
'
avvicinarsi
di
uno
scroscio
formidabile
d
'
acqua
;
ad
ogni
poco
un
carro
passava
di
corsa
,
romoroso
e
traballante
;
i
cocchieri
immobili
sotto
la
pioggia
masticavano
bestemmie
;
e
lentamente
quell
'
aria
pregna
d
'
elettricità
mi
si
comunicava
,
producendomi
a
un
tempo
una
strana
sfinitezza
di
tutto
il
corpo
,
e
l
'
atonia
del
pensiero
,
nel
quale
s
'
ingrandiva
la
necessità
assoluta
di
giungere
.
Quanto
m
'
era
passato
sotto
gli
occhi
fino
allora
,
non
m
'
aveva
data
idea
alcuna
della
morte
,
come
se
l
'
esteriorità
di
quella
pompa
,
la
lentezza
di
quell
'
andare
,
m
'
avessero
diminuita
,
poi
fugata
interamente
la
sensibilità
acuta
di
cui
soffrivo
sul
primo
istante
.
La
sensibilità
rivenne
con
forza
quando
m
'
avvidi
ch
'
eravamo
fuori
delle
mura
e
i
cavalli
non
battevano
più
il
selciato
ma
il
terriccio
d
'
un
viale
.
Guardai
dallo
sportello
.
Il
cimitero
a
marmi
di
colore
alternato
,
coi
pinnacoli
,
e
la
strana
forma
che
pareva
stender
le
braccia
verso
la
città
,
-
era
di
fronte
a
noi
....
Sui
lati
del
viale
,
dei
mendichi
cenciosi
e
storpi
continuavano
la
cantilena
delle
prefiche
;
vidi
in
quell
'
istante
Ettore
Caccianimico
fissarne
uno
curiosamente
,
da
capo
a
piedi
,
e
negare
l
'
elemosina
che
quegli
domandava
.
La
mia
carrozza
si
fermò
.
Il
convoglio
funebre
entrava
nel
cimitero
,
piegava
a
destra
,
scompariva
dietro
i
primi
cipressi
.
Allora
provai
tutta
la
sensazione
smisurata
dell
'
irreparabilità
;
non
avevo
sofferto
abbastanza
.
Volevo
vedere
il
feretro
calare
nella
fossa
urtando
le
pareti
,
e
ascoltare
il
romor
della
terra
che
vi
si
gettava
sopra
,
fino
a
eguagliare
le
altre
tombe
intorno
,
e
la
pioggia
cadervi
,
penetrare
sottilmente
nelle
zolle
,
anticipare
la
dissoluzione
di
Laura
Uglio
.
Spalancai
lo
sportello
,
entrai
nel
cimitero
,
quasi
attirato
da
una
gran
vampa
giallastra
che
bruciasse
là
dove
il
feretro
era
scomparso
.
L
'
orizzonte
oltre
le
tombe
e
i
cipressi
,
era
stretto
e
livido
.
XVIII
.
E
sull
'
orizzonte
,
delle
piccole
figure
cupe
spiccavano
presso
il
carro
funerario
,
spoglio
ormai
,
e
nudo
come
uno
scheletro
.
Ero
per
dirigermi
laggiù
a
corsa
,
perchè
una
più
lunga
attesa
avrebbe
sfrenato
un
urlo
dalla
mia
bocca
serrata
e
contorta
....
Un
uomo
,
in
abito
nero
,
staccandosi
dal
gruppo
di
quelle
piccole
figure
,
mi
tagliò
la
strada
,
mi
afferrò
per
il
braccio
,
dicendomi
:
-
Torna
indietro
!
Sei
smunto
come
un
cencio
lavato
.
Prima
che
ti
vedano
!
-
Restai
immobile
a
guardar
Gian
Luigi
.
-
Hai
la
carrozza
fuori
?
-
egli
continuò
.
-
Andiamo
.
-
Le
parole
fredde
e
ragionevoli
mi
produssero
l
'
effetto
del
lampo
a
due
passi
da
un
precipizio
.
Obbedii
mutamente
,
ricondussi
Gian
Luigi
fino
alla
mia
carrozza
,
nella
quale
entrai
,
mentre
l
'
altro
dava
al
cocchiere
il
proprio
indirizzo
.
Lo
scroscio
d
'
acqua
paventato
si
scatenò
allora
con
terribile
veemenza
,
e
dopo
l
'
acqua
una
gragnuola
fitta
,
che
danzava
sinistramente
sul
coperchio
della
vettura
,
minacciando
d
'
interrompere
la
nostra
corsa
.
Gian
Luigi
aveva
su
di
me
in
quella
contingenza
l
'
impero
della
calma
sopra
la
passione
disordinata
.
Ci
guardavamo
in
silenzio
pallidi
tutt
'
e
due
;
io
vergognoso
d
'
essere
stato
sorpreso
all
'
atto
di
commettere
una
follia
da
un
uomo
che
non
consideravo
più
come
amico
intimo
.
-
Sei
arrivato
stamane
?
-
domandò
Gian
Luigi
dopo
un
istante
.
-
Sì
,
-
risposi
.
-
Non
sapevi
ch
'
era
ammalata
?
-
Sì
,
-
ripetei
.
-
Perchè
sei
partito
?
-
Dovevo
....
Ha
sofferto
molto
?
-
Gian
Luigi
non
rispose
:
guardò
fuori
,
dove
la
gragnuola
aveva
spopolate
le
vie
totalmente
....
Mi
pareva
ch
'
egli
assumesse
un
tono
da
giudice
affatto
insopportabile
,
considerandosi
in
diritto
di
non
rispondere
alle
mie
domande
.
Arrivammo
;
pagai
il
cocchiere
e
seguii
Gian
Luigi
.
Un
servo
in
anticamera
ci
precedette
verso
la
sala
;
ma
il
Sideri
accennò
la
porta
del
suo
studio
,
che
il
servo
aperse
e
richiuse
dietro
di
noi
....
Strano
gabinetto
da
lavoro
,
in
cui
la
nota
dominante
era
il
bianco
!
Le
decorazioni
,
la
pendola
di
porcellana
,
alcune
statue
,
il
raso
dei
mobili
,
la
scrivania
,
erano
bianche
,
producendo
un
chiarore
ampio
e
senza
penombre
....
Ne
ricevetti
un
'
impressione
sgradevolissima
,
non
volendo
allora
giustificar
quella
bizzarria
col
solito
amore
del
nuovo
che
produceva
tanti
errori
d
'
estetica
in
Gian
Luigi
.
Egli
mi
accennò
una
poltrona
,
e
dopo
avere
spalancate
le
imposte
socchiuse
,
mi
si
rivolse
,
dicendo
:
-
Io
parto
questa
sera
medesima
.
Andrò
a
Parigi
e
a
Londra
.
Ti
prego
quindi
di
pazientare
finchè
abbia
dati
gli
ordini
necessari
.
-
È
una
risoluzione
improvvisa
?
-
domandai
.
-
Meditata
.
Ho
bisogno
di
stordirmi
per
alcuni
mesi
e
con
quest
'
ultima
catastrofe
non
potrei
restare
in
Italia
più
oltre
.
-
Quale
ultima
catastrofe
?
-
Gian
Luigi
espresse
collo
sguardo
tutta
la
dolorosa
maraviglia
di
cui
era
capace
.
-
La
morte
di
Laura
,
-
pronunciò
quindi
.
Io
m
'
alzai
di
scatto
dalla
poltrona
e
posi
una
mano
sulla
spalla
di
Gian
Luigi
.
-
Ah
dunque
!
-
esclamai
.
-
Perchè
non
ti
sei
confidato
a
me
?
-
Egli
mi
squadrò
da
capo
a
piedi
,
con
espressione
tra
l
'
ironico
e
il
disdegnoso
.
-
Ho
l
'
occhio
troppo
esercitato
per
commettere
simili
errori
,
-
disse
.
-
Tu
hai
una
stranissima
opinione
dei
tuoi
amici
,
dacchè
non
sei
più
libero
,
e
a
mio
riguardo
non
ti
sei
contenuto
come
per
l
'
addietro
....
Tu
....
hai
dubitato
di
me
,
hai
sospettato
in
me
le
intenzioni
più
assurde
e
più
maligne
,
hai
chiaramente
dimostrato
che
vedevi
in
me
un
importuno
....
-
Se
tu
sapessi
,
-
mormorai
,
lasciandomi
ricadere
nella
poltrona
,
-
se
tu
sapessi
la
tremenda
condizione
d
'
un
marito
!
Sì
,
certo
io
ho
dubitato
di
te
,
come
di
tutti
....
Ma
una
tua
confidenza
poteva
rischiararmi
e
togliermi
i
sospetti
.
-
Quando
ho
pensato
di
farlo
,
-
rispose
Gian
Luigi
,
sedendosi
presso
la
finestra
,
-
non
era
più
giusto
....
L
'
amore
,
cominciato
da
uno
scherzo
,
era
diventato
tragico
,
mi
dava
troppi
dolori
e
troppe
ansie
per
poterne
discorrere
come
di
un
'
avventura
qualunque
.
Inoltre
,
io
sapeva
quel
che
tu
andavi
meditando
....
-
Cioè
?
-
domandai
con
un
presentimento
.
-
Potresti
negarmi
che
tu
hai
ritardato
un
viaggio
per
la
sola
speranza
di
afferrar
quest
'
anno
l
'
occasione
rifiutata
l
'
anno
scorso
?
...
Devi
ricordare
che
io
mi
congratulai
un
giorno
per
la
tua
improvvisa
ricomparsa
in
casa
Uglio
;
come
seppi
quello
,
seppi
il
resto
:
una
passeggiata
ai
giardini
,
mezz
'
ora
dopo
che
ne
ritornavi
;
un
incontro
in
un
negozio
;
una
sollecitudine
morbosa
e
inconcepibile
per
la
salute
d
'
una
persona
alla
quale
avevi
dimostrata
un
'
antipatia
quasi
grottesca
.
Non
era
difficile
tirar
la
deduzione
da
queste
premesse
;
e
la
deduzione
escludeva
ogni
confidenza
.
-
Chinai
il
capo
sotto
il
peso
di
quella
duplice
rivelazione
.
Io
m
'
era
ingannato
come
marito
e
come
amante
!
Come
marito
perchè
avevo
interpretate
le
tristezze
di
Gian
Luigi
,
la
sua
ostinazione
a
non
visitarci
cogli
altri
-
quali
corollarî
d
'
un
disegno
inconfessabile
,
quali
astuzie
per
goder
meglio
dell
'
intimità
di
Lidia
,
laddove
un
'
altra
donna
era
la
segreta
causa
di
quella
condotta
.
Come
amante
,
perchè
la
mia
vanità
ridicola
aveva
dato
alle
parole
e
agli
atti
di
quell
'
altra
donna
un
significato
pericoloso
e
lusinghiero
,
mentre
essa
mi
considerava
un
buon
amico
e
mi
voleva
tale
in
casa
sua
....
Sentii
una
triste
vergogna
per
il
lungo
periodo
di
sospetti
onde
aveva
offesi
Gian
Luigi
e
la
povera
Laura
....
Mi
levai
e
dissi
stendendo
la
mano
:
-
Io
ti
chiedo
perdono
di
tutto
!
-
Gian
Luigi
prese
la
mia
mano
e
la
strinse
fortemente
:
-
No
,
-
egli
rispose
,
-
non
c
'
è
bisogno
di
perdono
.
Ho
ben
compreso
che
tutto
è
sorto
per
un
'
allucinazione
sciagurata
.
Credevi
di
non
essere
amato
,
come
credevi
d
'
amare
chi
non
dovevi
;
ora
colle
mie
spiegazioni
sai
a
che
devi
tenerti
....
-
Io
sono
umiliato
-
dissi
-
del
mio
stesso
pensiero
.
Tu
parti
con
quest
'
ultima
nota
sgradevole
del
mio
carattere
e
le
scuse
non
basteranno
a
cancellarla
.
È
deciso
che
tu
parta
?
-
Stasera
medesima
,
-
fece
Gian
Luigi
corrugando
la
fronte
.
Aggiunse
sùbito
,
con
uno
schianto
:
-
Non
posso
rimanere
,
capisci
?
Ho
quel
viso
innanzi
agli
occhi
dovunque
,
per
la
casa
,
per
le
vie
,
nei
ritrovi
;
dovunque
....
Ella
ha
sofferto
come
una
martire
,
è
stata
capace
d
'
eroismi
....
-
S
'
interruppe
,
diede
una
scrollata
di
spalle
,
guardando
fuori
della
finestra
per
impedirmi
di
scorgere
il
velo
profondo
di
dolore
che
gli
si
era
steso
sul
volto
.
-
Se
tu
rimanessi
,
-
mormorai
,
-
io
non
andrei
oggi
a
Pallanza
,
e
ti
terrei
compagnia
per
quanto
valgo
...
-
Gian
Luigi
volse
la
testa
con
un
movimento
d
'
interesse
.
-
Perchè
,
-
aggiunsi
,
-
tu
parti
così
solo
,
così
agitato
,
che
i
luoghi
nuovi
o
vecchi
,
qualunque
siano
,
saranno
incapaci
a
svagarti
....
Potresti
ritardare
,
poi
venire
con
me
a
Pallanza
,
e
di
là
,
quando
noi
partissimo
,
intraprendere
il
viaggio
insieme
,
senza
meta
....
Anche
per
il
mondo
:
una
specie
di
fuga
come
tu
vuoi
,
sarebbe
il
tema
di
molte
congetture
assai
dannose
.
-
Credi
?
-
fece
Gian
Luigi
,
colpito
dalle
mie
osservazioni
.
-
Non
si
tratta
che
di
un
ritardo
,
-
incalzai
.
-
E
tu
rimarresti
?
-
Non
ho
che
a
spedire
un
telegramma
.
-
Accetto
!
-
disse
Gian
Luigi
semplicemente
.
-
Ciò
che
mi
atterrisce
è
la
solitudine
.
-
Susseguì
un
breve
silenzio
;
mi
rimisi
a
sedere
nella
poltrona
,
osservando
con
rapidità
come
le
cose
fossero
mutate
in
poche
ore
,
maravigliando
per
la
rassegnazione
venuta
nel
mio
animo
a
prendere
il
posto
d
'
una
momentanea
follia
.
-
Io
non
vorrei
,
-
soggiunse
Gian
Luigi
,
-
che
questa
tua
decisione
fosse
male
interpretata
.
-
Da
mia
moglie
?
-
Innanzi
tutto
....
-
Non
importa
!
-
mi
sfuggì
.
-
Posso
scrivere
e
spiegarmi
....
Lidia
è
fiduciosa
.
-
Dovetti
fare
uno
sforzo
per
non
dare
alle
parole
un
'
intonazione
sarcastica
;
inutile
sforzo
,
quando
Gian
Luigi
aveva
intuite
le
modificazioni
verificatesi
in
un
anno
.
Quella
sera
medesima
,
ritornando
verso
casa
,
io
pensava
d
'
essermi
assunto
un
compito
ben
difficile
nel
voler
sanare
la
piaga
onde
il
cuore
di
Gian
Luigi
sanguinava
.
Egli
s
'
era
tosto
richiuso
in
una
diffidenza
egoistica
,
forse
giustificata
dalla
leggierezza
della
mia
precedente
condotta
;
nulla
più
accennava
in
lui
l
'
amabile
gentiluomo
pronto
al
motteggio
e
all
'
ammirazione
,
all
'
entusiasmo
e
alla
critica
per
quanto
si
vedeva
intorno
....
Era
venuto
a
teatro
,
e
alle
prime
battute
dell
'
orchestra
il
suo
volto
aveva
significata
una
così
intensa
sofferenza
di
ricordi
ch
'
io
gli
aveva
proposto
d
'
andarcene
sùbito
;
al
Circolo
,
non
aveva
giuocato
,
limitandosi
a
sorbire
una
tazza
di
tè
nero
,
la
quale
doveva
procurargli
una
notte
d
'
odiosa
insonnia
;
era
rincasato
verso
il
tocco
,
mentre
per
abitudine
,
verso
il
tocco
entrava
al
Circolo
,
ritornando
dalle
partite
con
Lidia
;
gravi
sintomi
d
'
assorbimento
morale
,
contro
cui
non
sarebbe
valso
alcun
tentativo
di
reazione
.
Egli
aveva
in
animo
d
'
assaporare
fino
alla
fine
il
cordoglio
insuperabile
per
un
passato
perdutissimo
,
rifacendosi
col
pensiero
chi
sa
quante
volte
all
'
ultimo
periodo
tragico
onde
il
primo
periodo
ridente
era
stato
concluso
.
S
'
io
avessi
istituito
un
paragone
fra
quella
specie
di
sofferenza
e
la
mia
,
avrei
trovato
quanto
la
mia
fosse
più
greve
perchè
più
volgare
.
La
morte
di
Laura
era
valsa
a
coprirmi
di
ridicolo
,
comechè
io
mi
fossi
martoriato
,
esaltato
,
disperato
,
credendo
di
perdere
un
'
amante
,
laddove
mi
dovevo
presto
accorgere
ch
'
io
aveva
perduta
semplicemente
una
conoscenza
piacevole
;
non
solo
,
ma
potevo
(
forzando
con
cinismo
il
passato
vivo
d
'
una
donna
morta
)
,
ricostruire
quel
tempo
in
cui
tutti
i
desiderî
e
i
sogni
risvegliatimi
da
Laura
,
si
sapevano
intorno
a
me
,
eran
comentati
da
lei
nei
convegni
con
Gian
Luigi
,
ai
quali
si
recava
mezz
'
ora
dopo
avermi
lasciato
....
E
forse
,
il
danno
s
'
estendeva
oltre
.
Angela
Tintaro
,
per
esempio
,
con
quell
'
arte
pettegola
di
cui
aveva
date
prove
inconfutabili
,
conosceva
certo
l
'
amore
di
Gian
Luigi
;
quale
sarcastico
sorriso
dovevo
io
averle
provocato
lasciandomi
sorprendere
ai
Giardini
con
Laura
,
nell
'
intermezzo
fra
l
'
uno
e
l
'
altro
appuntamento
del
Sideri
!
Ma
,
onestamente
,
Angela
Tintaro
ne
aveva
approfittato
per
denunciarmi
a
Lidia
e
tentare
un
po
'
di
discordia
,
della
quale
Angela
si
prometteva
di
giovarsi
.
Ancora
:
Ettore
Caccianimico
ignorava
forse
tutto
questo
?
La
figura
d
'
Ettore
mi
parve
la
più
odiosa
fra
quante
avevan
rappresentata
la
triste
farsa
.
Egli
s
'
era
divertito
alle
mie
spalle
,
costringendomi
a
riveder
Laura
,
tormentandomi
prima
coi
dubbi
sulla
salute
di
lei
e
poscia
con
le
assicurazioni
arbitrarie
ch
'
ella
sarebbe
guarita
,
mi
avrebbe
raggiunto
in
campagna
,
mi
si
sarebbe
offerto
il
mezzo
di
riavvicinarla
....
Perchè
s
'
era
permessa
una
simile
condotta
,
Ettore
Caccianimico
?
Da
ultimo
io
stava
per
soccombere
al
peso
della
fatalità
.
Avevo
sperato
d
'
essere
un
marito
accorto
ed
ero
semplicemente
un
marito
,
pescatore
di
granchî
colossali
....
No
;
sarebbe
stato
assurdo
negarlo
:
Lidia
aveva
un
confidente
,
il
quale
andava
trasformandola
,
insegnandole
come
resistere
alle
avversità
del
matrimonio
,
coltivando
in
lei
una
nuova
tendenza
a
mostrarsi
fredda
per
il
bene
ed
il
male
ch
'
io
poteva
causarle
....
Stabilita
questa
verità
,
ero
cascato
nella
prima
trappola
aperta
sul
mio
passaggio
.
Il
conte
Gian
Luigi
Sideri
era
giovane
,
elegante
,
conosciuto
,
artista
;
e
per
ciò
m
'
ero
fermato
a
lui
....
A
un
tratto
,
senza
ch
'
io
cercassi
,
la
soluzione
dell
'
enigma
mi
si
presentava
:
sì
,
Gian
Luigi
aveva
in
cuore
una
donna
,
tradiva
un
amico
,
tesseva
il
suo
quinto
o
sesto
adulterio
:
ma
con
Laura
Uglio
,
colla
quale
era
stato
in
intimi
rapporti
anche
prima
,
contemporaneamente
a
me
!
In
tal
modo
uno
dei
punti
interrogativi
onde
mi
vedevo
circondato
,
trovava
la
sua
risposta
.
E
l
'
altro
,
restava
imperscrutabile
:
con
chi
si
confidava
Lidia
e
di
che
si
confidava
?
Il
telegramma
spedito
a
Pallanza
per
avvertire
ch
'
io
rimaneva
in
città
qualche
giorno
,
provocò
una
lettera
di
Lidia
,
molto
breve
;
una
lettera
la
quale
ostentava
dignità
,
quasi
non
si
volessero
indagar
le
vere
cause
del
mio
indugio
a
Milano
,
che
non
doleva
ad
alcuno
,
apparentemente
.
La
freddezza
informatrice
di
quelle
poche
righe
,
era
puerile
nel
manto
dell
'
orgoglio
offeso
.
Lidia
credeva
senza
dubbio
ch
'
io
avessi
trovato
al
mio
ritorno
uno
di
quei
simpatici
ostacoli
,
i
quali
capitan
così
opportuni
ai
mariti
nelle
allegre
commedie
francesi
:
ella
aveva
del
mondo
l
'
esperienza
acquisita
in
un
gioviale
repertorio
da
teatro
,
migliorata
dai
comenti
peregrini
di
donna
Teresa
e
dal
catechismo
ragnato
di
Pietro
Folengo
.
Il
mattino
dopo
il
funerale
,
nel
cortile
di
casa
Sideri
,
vidi
una
cavalla
saura
attaccata
alla
domatrice
.
Gian
Luigi
scendeva
dallo
scalone
,
abbottonandosi
i
guanti
.
-
Esci
?
-
domandai
.
-
Venivo
a
prenderti
,
-
egli
rispose
.
-
Andiamo
a
provare
Steppa
se
non
hai
paura
di
romperti
il
collo
!
-
S
'
avvicinò
alla
cavalla
,
accarezzandola
sulla
fronte
;
poi
salì
nel
veicolo
,
prese
le
redini
dalle
mani
del
servo
,
e
quando
mi
fui
accomodato
al
suo
fianco
,
aizzò
Steppa
che
s
'
incamminò
con
grande
strepito
di
ferri
sotto
l
'
androne
.
-
Hai
dormito
?
-
domandai
.
-
Ho
lavorato
....
Perchè
non
lavori
anche
tu
?
È
una
consolazione
.
-
Bene
,
Severino
Boezio
!
E
di
che
cosa
debbo
io
consolarmi
?
-
Di
tutto
....
-
Allora
,
io
ti
domanderò
se
non
ci
fosse
qualche
lavoro
di
consolazione
....
preventiva
;
qualche
lavoro
che
ci
consola
prima
di
quanto
non
otterremo
o
non
dovremmo
ottenere
....
-
Se
ci
fosse
,
non
sarei
qui
!
-
rispose
Gian
Luigi
che
aveva
capito
.
La
prova
del
cavallo
era
un
pretesto
per
uscir
di
casa
.
Steppa
andava
benissimo
e
percorse
un
lungo
tratto
fuor
della
città
senza
adombrarsi
nè
rallentare
il
suo
trotto
splendido
....
Gian
Luigi
appariva
meno
cupo
;
incontrato
un
convoglio
funebre
che
veniva
verso
la
città
,
gli
diede
uno
sguardo
breve
con
un
sussulto
,
e
lo
evitò
rapidamente
.
A
colazione
,
dopo
aver
rimandata
la
domatrice
per
un
servo
,
io
mi
lasciai
trascinare
dalla
vicenda
del
discorso
,
a
parlar
di
Laura
;
e
con
quel
bisogno
irrefrenabile
ch
'
è
proprio
delle
anime
nervose
e
veementi
,
Gian
Luigi
si
lasciò
trascinare
a
confidenze
.
Là
io
lo
volevo
appunto
,
a
quelle
confidenze
delicate
dalle
quali
non
venivano
a
prender
luce
se
non
l
'
anima
di
Laura
,
i
segreti
angoli
di
quello
spirito
inquieto
,
avido
,
instabile
,
perchè
aveva
un
determinato
modo
di
capire
il
sentimento
,
a
raggiungere
il
quale
s
'
era
ella
macchiata
d
'
errori
,
imperdonabili
per
il
mondo
.
Rappresentava
Laura
,
a
parer
mio
,
un
bell
'
esempio
di
monogamia
forzata
:
dalla
prima
notte
di
matrimonio
,
ella
aveva
compresa
la
volgarità
di
Giorgio
Uglio
e
non
s
'
era
creduta
per
un
tale
uomo
di
dover
rinunciare
a
passioni
fallaci
ma
affascinanti
di
pericolo
e
di
cortesia
....
Aveva
ragionato
come
io
ragionava
da
qualche
tempo
:
"
Serbarmi
fedele
tutta
la
vita
a
un
estraneo
?
Oggi
,
domani
,
m
'
imbatterò
nell
'
uomo
pel
quale
l
'
amore
non
è
vuota
parola
e
il
mio
può
essere
anche
una
salvezza
o
un
motivo
di
vivere
....
Io
dovrò
rinunciare
alle
sconfinate
gioie
d
'
un
simile
possesso
,
per
che
cosa
?
per
rappresentar
nella
commedia
la
maschera
della
moglie
fedele
?
"
L
'
utopia
sembrava
doversi
effettuare
.
Gian
Luigi
Sideri
,
arrivato
,
dopo
infinite
delusioni
,
a
Laura
Uglio
dolente
di
infinite
delusioni
,
-
era
l
'
uomo
pel
quale
molto
ancora
una
donna
avrebbe
potuto
contare
.
Le
due
stanchezze
di
vita
,
le
due
amare
esperienze
,
s
'
erano
attratte
,
sostenute
,
compenetrate
in
una
passione
estesa
,
cui
tutte
le
forme
dell
'
amore
avevano
concorso
mirabilmente
....
E
(
questo
si
doveva
dire
sottovoce
,
perchè
il
mondo
argutissimo
non
si
sbellicasse
dalle
risa
)
,
per
Laura
Uglio
aveva
lavorato
Gian
Luigi
,
scrivendo
quel
romanzo
il
quale
,
se
non
altro
,
attestava
delle
eccellenti
intenzioni
e
un
non
volgare
uso
degli
agi
.
Poi
a
Saint
-
Moritz
(
dove
il
mondo
argutissimo
supponeva
Laura
in
compagnia
di
parenti
,
ed
io
per
crederlo
avevo
dovuto
innamorarmi
di
Laura
una
seconda
volta
,
cioè
chiudere
gli
occhi
alla
luce
)
,
a
Saint
-
Moritz
s
'
era
tessuto
un
idillio
audace
,
quale
lo
potevan
quei
due
,
giuocatori
all
'
amor
libero
con
circospezione
,
ma
senza
ipocrisie
,
e
parati
a
rispondere
;
là
,
un
primo
attacco
del
male
onde
Laura
doveva
morire
,
aveva
sinistramente
richiamati
gli
amanti
alla
realtà
fredda
e
crudele
.
Il
medico
,
supposto
in
Gian
Luigi
un
parente
di
Laura
,
cioè
un
indifferente
,
s
'
era
creduto
in
dovere
di
preavvisarlo
che
la
donna
non
avrebbe
resistito
più
d
'
un
anno
;
e
Laura
,
per
caso
,
aveva
ascoltata
la
sentenza
;
e
fra
quei
due
,
un
terzo
personaggio
era
venuto
a
collocarsi
,
spaventosamente
afrodisiaco
:
la
morte
.
Talchè
quando
io
aveva
rivista
Laura
a
Pallanza
,
ella
usciva
da
un
idillio
mutatosi
in
ridda
fàllica
,
ella
era
già
consapevole
della
sua
sorte
;
l
'
espressione
cinica
,
dura
,
spudorata
,
volubile
,
sorpresa
su
quel
volto
,
originava
da
un
disprezzo
vasto
d
'
ogni
cosa
,
che
non
fosse
il
suo
amore
;
un
tal
disprezzo
d
'
ogni
cosa
,
da
permettere
a
Giorgio
Uglio
di
credersi
amato
fedelmente
,
perchè
Laura
trovava
inutile
allontanarlo
,
non
meno
inutile
che
allontanare
uno
stupido
cane
il
quale
abbia
un
grottesco
modo
di
mostrare
la
sua
affezione
.
Questa
la
confidenza
generale
di
Gian
Luigi
,
fattami
in
un
'
ora
di
rievocazione
dolorosa
,
e
non
rammaricata
nei
giorni
successivi
;
anzi
,
ampliata
in
modo
ch
'
ebbi
a
provarne
un
involontario
dispetto
.
Attirato
dall
'
argomento
,
il
Sideri
parlava
con
lucidità
ed
ordine
;
semplice
dapprima
;
poi
vario
d
'
inflessioni
,
di
parole
,
di
pensieri
;
un
narratore
squisito
,
un
artista
di
memorie
ch
'
egli
sgranava
quasi
in
capitoli
di
romanzo
....
Perchè
il
suo
racconto
aveva
un
concetto
pieno
di
orgoglio
:
Gian
Luigi
contava
nella
vita
di
Laura
come
un
salvatore
:
era
giunto
a
tempo
,
aveva
impedito
alla
donna
di
perdersi
,
aveva
trasformata
l
'
adultera
in
un
'
amante
saggia
e
devota
....
Questo
concetto
che
in
altra
età
mi
avrebbe
eccitate
le
risa
più
irreverenti
,
si
comunicava
al
mio
spirito
;
lo
comprendevo
e
lo
ammiravo
,
dimenticando
con
Gian
Luigi
che
l
'
edificio
di
quell
'
amore
aveva
le
basi
false
,
comechè
sorte
a
oltraggio
delle
consuetudini
e
della
legge
;
infine
,
io
considerava
Laura
una
donna
libera
di
sè
,
trascurando
Giorgio
Uglio
suo
marito
,
dal
quale
soltanto
la
redenzione
sarebbe
dovuta
venire
....
Ma
mentre
Gian
Luigi
parlava
,
per
maligna
stranezza
io
smarriva
la
visione
di
Laura
,
e
un
dispetto
involontario
a
poco
a
poco
mi
offriva
la
visione
di
Lidia
;
pura
ma
fredda
;
onesta
ma
chiusa
;
intelligente
ma
repulsiva
.
Nulla
avrebbe
ella
capito
di
tutto
ciò
che
è
passione
;
io
aveva
soffocati
per
lei
i
germi
di
tendenze
artistiche
,
nelle
quali
avrei
trovati
saporitissimi
orgogli
,
e
lei
non
aveva
saputo
rendermi
l
'
apostasia
in
altrettanto
amore
.
Gian
Luigi
ricordava
con
tenera
commozione
gli
ultimi
tempi
di
Laura
.
L
'
elegantissima
signora
aveva
un
animo
coraggioso
fino
allo
stoicismo
;
sapendo
che
allorchè
le
forze
le
fossero
mancate
,
non
si
sarebbe
riavuta
mai
più
,
durava
in
una
lotta
spaventosa
col
male
,
ogni
giorno
lasciando
il
letto
per
una
crispazione
di
volontà
,
facendosi
abbigliare
dalla
cameriera
,
uscendo
in
carrozza
,
recandosi
ai
convegni
di
Gian
Luigi
nei
quali
ogni
parvenza
di
piacere
era
scomparsa
per
dar
posto
alla
matematica
sicurezza
della
fine
impendente
.
Nuovo
rimorso
in
me
,
che
avevo
creduto
d
'
essere
amato
,
d
'
essere
desiderato
da
quella
moribonda
:
e
n
'
ero
andato
superbo
come
un
collegiale
a
cui
i
primi
sguardi
femminili
rimestano
tutte
le
stupide
cattiverie
isteriche
.
In
breve
,
le
confidenze
di
Gian
Luigi
mi
divennero
intollerabili
.
Avrei
volontieri
apprese
le
doti
di
Laura
:
ma
leggendole
,
non
dalla
bocca
di
uno
che
aveva
baciata
la
sua
bocca
;
non
da
una
viva
voce
cui
aveva
risposta
la
voce
della
donna
.
Poi
,
rapidamente
,
io
diventava
debitore
di
Gian
Luigi
,
perchè
alla
sua
rinata
intimità
non
potevo
contraccambiare
....
Narrargli
i
miei
dubbî
?
Mostrargli
di
quali
aspre
delusioni
il
mio
matrimonio
fosse
già
macchiato
?
...
Queste
sciagure
eran
volgarissime
,
in
fondo
;
anche
un
po
'
ridicole
,
perchè
me
le
ero
addossate
con
una
scelta
inadatta
....
E
per
levarmi
d
'
impaccio
,
tentai
una
strada
nuova
.
Diedi
ai
nostri
discorsi
un
colore
sarcastico
:
evitai
le
memorie
e
i
fatti
presenti
,
per
raccontare
vicende
allegre
di
cui
ero
stato
attore
e
spettatore
:
Gian
Luigi
capì
ed
accettò
l
'
invito
,
e
cinque
giorni
dopo
la
morte
di
Laura
Uglio
,
alla
nostra
tavola
sfilavan
nomi
di
donne
allegre
,
episodî
amorosi
d
'
una
leggierezza
aereostatica
....
Il
Sideri
per
l
'
occasione
ricorreva
alla
lingua
francese
,
narrando
con
una
malignità
semplice
e
bonaria
,
la
quale
valeva
meglio
d
'
ogni
reticenza
....
Il
dolore
in
lui
rimaneva
,
ma
senza
forma
esterna
.
Un
mattino
ch
'
io
m
'
era
recato
a
casa
sua
,
il
servo
mi
disse
che
il
signor
conte
era
uscito
.
Lo
aspettai
:
arrivò
all
'
ora
della
colazione
.
-
Perdona
,
-
mi
disse
.
-
Sono
stato
al
cimitero
....
Se
tu
vedessi
....
non
più
un
fiore
,
nulla
!
-
Ma
il
buon
umore
tornò
presto
:
l
'
indomani
.
Dovevamo
pranzare
al
caffè
ed
io
v
'
era
giunto
,
rileggendo
per
la
quarta
volta
una
nuova
lettera
di
Lidia
.
Stranissima
lettera
,
considerando
lo
stato
d
'
animo
in
cui
ci
trovavamo
:
ad
ogni
riga
,
una
espressione
affettuosa
,
un
roseo
pensiero
,
un
desiderio
di
rivedermi
,
una
cura
della
mia
salute
,
e
baci
nel
commiato
....
Io
non
riusciva
a
stupirmene
abbastanza
....
Gian
Luigi
,
che
mi
vedeva
allegro
,
cominciò
co
'
suoi
aneddoti
e
con
allusioni
....
Raccontava
di
un
certo
amore
tessuto
parecchi
anni
prima
,
in
campagna
,
colla
giovane
moglie
d
'
un
senatore
.
-
Non
ho
mai
incontrata
una
donna
più
interessante
,
-
diceva
.
-
Era
la
vittima
d
'
un
enorme
bisogno
di
mentire
;
mentiva
con
tutti
,
e
quindi
si
contraddiceva
ad
ogni
piè
sospinto
....
Ella
non
scriveva
a
suo
marito
se
io
non
le
era
al
fianco
e
non
la
baciavo
sui
capelli
....
Un
giorno
che
per
lei
avevo
scoperto
un
bacio
nuovo
,
dietro
la
nuca
,
ella
scrisse
al
senatore
la
sua
migliore
lettera
;
una
lettera
affettuosa
,
desiderosa
,
graziosa
,
eccitante
....
E
il
buon
uomo
non
appena
mi
rivide
,
mi
costrinse
a
leggere
quella
lettera
,
ch
'
egli
considerava
il
capolavoro
dell
'
affetto
coniugale
,
ed
io
sapeva
invece
il
capolavoro
di
tutt
'
altro
....
-
Gian
Luigi
scoppiò
a
ridere
pel
ricordo
curioso
.
Io
mi
morsi
le
labbra
.
-
T
'
avverto
,
-
dissi
qualche
tempo
dopo
,
-
che
domani
vado
a
Pallanza
.
-
Di
già
?
-
fece
il
Sideri
malcontento
.
-
Ti
ha
scritto
la
tua
signora
?
-
Mia
moglie
non
mi
scrive
mai
!
-
risposi
.
XIX
.
Dannato
viaggio
!
Io
credo
di
non
aver
più
sentite
le
distanze
colla
nervosa
acutezza
d
'
allora
.
Movimenti
di
passeggeri
e
di
treni
;
chiacchiere
di
viaggiatori
;
paesaggi
;
fermate
e
ripartenze
lente
come
agonie
;
mormorio
d
'
acque
intorno
al
battello
;
giuoco
di
colori
naturali
sullo
specchio
del
lago
,
nel
profilo
dei
monti
;
giuoco
di
colori
artificiali
nel
volto
e
nelle
vesti
delle
signore
che
mi
stavano
intorno
;
tutto
aveva
posto
e
si
collocava
nebulosamente
nel
mio
cervello
accanto
a
un
pensiero
unico
e
sanguinoso
:
Lidia
mentiva
nella
sua
lettera
.
Arrivai
inatteso
,
verso
mezzogiorno
.
Allo
sbarco
,
un
gruppo
variopinto
d
'
uomini
e
signore
osservava
la
solita
manovra
dell
'
approdo
;
io
,
confuso
tra
la
folla
sopra
-
coperta
,
distinsi
immediatamente
nel
gruppo
Lidia
al
fianco
d
'
Ettore
Caccianimico
;
ella
guardò
i
passeggeri
,
non
mi
vide
,
si
volse
a
pronunciar
qualche
parola
con
Ettore
.
Il
ponte
fu
gettato
,
vi
passai
,
e
arrivai
innanzi
a
Lidia
e
ad
Ettore
quasi
di
sorpresa
.
-
Tornato
!
-
esclamò
la
donna
,
stendendomi
la
mano
.
-
Perchè
non
ci
hai
scritto
?
-
Non
sapevo
,
-
mormorai
,
con
uno
sguardo
sintetico
a
Lidia
.
Come
s
'
era
vestita
stranamente
!
Aveva
un
abito
chiarissimo
e
senza
linee
precise
,
secondo
il
gusto
dominante
;
ma
una
fascia
alta
color
viola
cupo
le
serrava
il
busto
,
ricadendo
sul
fianco
sinistro
a
ravvivar
la
tinta
pallida
dell
'
abito
.
Il
cappello
grande
,
col
pizzo
tutt
'
intorno
,
lasciando
scorgere
ben
poco
del
suo
viso
delicato
,
dava
alla
carnagione
in
compenso
un
tono
d
'
ombra
soavissimo
.
Lidia
non
aveva
guanti
nè
gioielli
;
portava
le
scarpette
di
panno
bianco
.
Mi
posi
al
suo
fianco
,
incamminandoci
,
mentre
Ettore
le
si
metteva
all
'
altro
lato
.
-
Il
conte
Sideri
sta
meglio
?
-
domandò
Ettore
.
-
Mi
pare
,
-
dissi
.
-
In
ogni
modo
,
non
potevo
più
resistere
alla
temperatura
della
città
.
-
Non
fai
conto
di
ripartire
,
speriamo
?
-
osservò
Lidia
con
sollecitudine
.
-
No
,
no
,
-
risposi
.
-
Aspetto
anzi
Gian
Luigi
,
che
ha
promesso
di
raggiungerci
.
-
Lidia
salutò
in
quell
'
istante
due
signore
affacciate
al
balcone
d
'
una
villa
.
-
Sono
conoscenze
nuove
,
-
mi
spiegò
poscia
.
-
Ho
fatte
molte
amicizie
in
questi
giorni
e
non
trovo
tempo
a
restituir
le
visite
.
La
povera
mamma
è
disperata
,
perchè
quando
non
ho
l
'
umore
per
le
chiacchiere
,
incarico
lei
di
sostituirmi
.
Oggi
,
per
esempio
,
l
'
ho
mandata
in
montagna
col
papà
a
una
gita
che
mi
spiaceva
:
torneranno
per
l
'
ora
del
pranzo
.
-
Appena
fui
nella
mia
camera
,
rilevai
una
novità
.
Dall
'
uscio
comunicante
aperto
,
la
camera
di
Lidia
presentava
un
tale
aspetto
,
di
disordine
che
non
v
'
era
d
'
uopo
di
soverchia
intelligenza
per
capire
come
la
donna
non
l
'
abitasse
più
:
vi
mancavano
i
suoi
oggetti
d
'
abbigliamento
e
il
misterioso
profumo
ond
'
ella
nobilitava
i
luoghi
che
l
'
accoglievano
.
Lidia
mi
raggiunse
quasi
sùbito
e
leggendo
sul
mio
volto
un
'
interrogazione
,
disse
:
-
Non
te
ne
ho
avvertito
nella
lettera
per
dimenticanza
:
ho
mutato
camera
:
sto
al
primo
piano
,
presso
la
mamma
.
Fu
un
'
idea
mia
,
credendo
ti
saresti
trattenuto
molto
in
città
....
-
Un
'
idea
stranissima
,
-
risposi
.
-
Ma
no
:
questa
camera
non
si
prestava
a
un
arredo
un
po
'
elegante
,
mentre
l
'
altra
è
diventata
così
simpatica
.
Stasera
tornerò
qua
sopra
:
tu
lo
permetti
,
non
è
vero
?
-
Gli
occhi
di
Lidia
brillarono
:
ella
stava
non
seduta
,
ma
appoggiata
al
letto
,
colle
gambe
stese
,
il
busto
ritto
,
la
testa
in
avanti
verso
di
me
.
Io
l
'
avvicinai
sorridendo
.
-
Te
ne
avrei
pregato
,
-
risposi
.
E
aggiunsi
in
tono
ilare
:
-
Dunque
,
grandi
mutamenti
su
tutta
la
linea
?
Gite
,
conoscenze
,
feste
,
visite
?
...
-
Ti
dispiace
?
-
domandò
Lidia
premurosa
.
-
Per
nulla
.
Ciò
vuol
dire
che
la
tua
salute
è
buona
.
-
Discreta
,
sì
.
E
poi
c
'
è
un
'
altra
novità
....
-
Io
sussultai
,
preparandomi
a
una
tenera
notizia
;
le
mie
braccia
istintivamente
si
stesero
verso
la
donna
....
-
Una
novità
,
-
ripetè
questa
.
-
Studio
l
'
inglese
.
-
Lasciai
cadere
le
braccia
,
ritornando
allo
specchio
innanzi
al
quale
mi
ravviavo
la
barba
.
-
Ah
,
è
qui
tutto
?
-
dissi
.
-
E
con
chi
?
-
Col
Caccianimico
.
-
Da
quando
?
-
Oh
dalla
tua
partenza
:
cinque
o
sei
giorni
soli
.
-
Meglio
così
;
perchè
queste
lezioni
mi
dispiacciono
.
-
Lidia
crollò
le
spalle
,
abbandonando
la
sua
positura
incomoda
e
venendomi
al
fianco
.
-
Per
qual
motivo
?
-
chiese
ella
.
-
Ettore
non
avrà
più
tempo
,
adesso
.
-
Se
non
fa
nulla
tutto
il
giorno
!
-
Appunto
.
È
una
crudeltà
distoglierlo
da
simili
occupazioni
per
delle
sciocchezze
.
-
Lidia
ebbe
un
moto
di
stizza
,
dicendo
nell
'
allontanarsi
:
-
Come
si
può
fare
?
Io
non
oserei
ripetere
al
Caccianimico
il
tuo
ordine
.
-
Va
bene
,
-
risposi
.
-
Lo
dirò
ad
Ettore
.
Sei
contenta
?
-
La
donna
mi
guardò
e
comprese
essere
vana
l
'
insistenza
.
-
Dovresti
accompagnarmi
giù
,
-
pregò
calma
e
affettuosa
.
Giù
,
ella
aperse
la
porta
del
suo
piccolo
appartamento
e
mi
vi
precedette
.
Le
camere
eran
due
.
La
prima
,
un
salottino
fatto
per
l
'
intimità
:
a
sinistra
il
divano
a
due
posti
,
con
innanzi
la
tavola
carica
di
gingilli
,
e
sull
'
impiantito
di
legno
un
tappeto
alto
e
silenzioso
:
la
parete
di
fronte
era
occupata
dal
caminetto
chiuso
,
e
la
parete
principale
s
'
apriva
a
due
grandi
finestre
,
che
davan
su
quel
terrazzo
dal
quale
Lidia
m
'
aveva
gettato
il
fatale
telegramma
;
tra
l
'
una
e
l
'
altra
finestra
,
uno
scaffaletto
ove
i
ninnoli
stavan
presso
numerose
fotografie
.
Ma
ciò
che
al
luogo
prestava
un
caro
significato
di
raccoglimento
,
era
un
gran
vano
che
doveva
essere
stato
un
'
alcova
,
presso
l
'
entrata
.
La
tappezzeria
vi
era
più
scura
:
una
piccola
tavola
col
servizio
da
tè
e
due
piccole
poltrone
formavano
tutto
l
'
arredo
:
ma
vi
eran
diversi
quadri
alle
pareti
,
e
in
un
angolo
,
sopra
una
specie
di
sgabello
,
una
pila
di
libri
francesi
,
di
novissima
pubblicazione
.
-
Qui
prendiamo
il
tè
,
-
disse
Lidia
,
accennando
.
Io
guardai
un
'
altra
volta
le
due
poltrone
,
e
seguii
la
donna
nella
seconda
camera
.
Non
vi
rilevai
nulla
di
speciale
:
era
la
sua
camera
da
letto
,
solita
in
villa
:
il
letto
bianco
dalla
coperta
a
ricami
rossi
,
il
tavolino
d
'
abbigliamento
colla
superficie
in
cristallo
e
un
grande
specchio
ovale
trattenuto
al
disopra
da
un
grifo
d
'
oro
;
l
'
armadio
,
qualche
mobile
per
sopportare
altri
gingilli
....
Fra
i
gingilli
,
un
libro
,
una
grammatica
inglese
,
e
nella
grammatica
una
lettera
del
Caccianimico
,
aperta
.
-
E
qui
dormo
!
-
fece
Lidia
.
-
Era
necessario
questo
cambiamento
,
finchè
tu
non
v
'
eri
.
Quell
'
uscio
mette
nella
camera
della
mamma
;
così
ci
teniam
compagnia
,
la
notte
.
Sai
che
ho
paura
dei
temporali
!
-
Nella
grammatica
inglese
una
lettera
del
Caccianimico
,
aperta
;
aperta
,
quindi
leggibile
a
tutti
:
eppure
,
avrei
pagato
non
so
che
per
leggerla
io
pure
;
se
l
'
avessi
fatto
sùbito
,
come
per
distrazione
,
la
cosa
sarebbe
venuta
naturalissima
;
ora
,
bisognava
darle
un
significato
dal
quale
rifuggivo
.
-
E
adesso
,
-
mormorò
Lidia
venendomi
incontro
,
-
vorresti
lasciarmi
sola
?
Debbo
mutar
d
'
abito
per
il
pranzo
.
-
Voce
nuova
:
gentilezze
nuove
;
peggio
ancora
:
le
braccia
di
Lidia
mi
ricinsero
il
collo
,
e
le
sue
labbra
s
'
unirono
spontaneamente
alle
mie
....
Ebbi
come
un
lampo
innanzi
agli
occhi
,
un
sussulto
di
felicità
mi
chiamò
vivamente
il
sangue
al
cuore
....
Se
quelle
moine
fossero
state
sincere
!
S
'
ella
avesse
saputo
trasformarsi
d
'
un
tratto
e
trasformare
anche
me
,
perduto
già
in
altri
desideri
,
perchè
ella
era
perennemente
eguale
!
-
Che
sapor
di
rosa
il
tuo
bacio
!
-
dissi
.
-
Poi
mi
morsi
le
labbra
,
poichè
questa
era
una
frase
della
morta
Laura
.
-
Ti
aspetto
in
giardino
,
-
aggiunsi
,
uscendo
.
Invece
,
quando
fui
in
giardino
,
un
istinto
più
forte
mi
trasse
a
passarne
il
cancello
e
ad
avviarmi
sulla
strada
per
Intra
.
V
'
era
dovunque
un
delizioso
profumo
d
'
olea
fragrans
;
i
muri
di
cinta
ai
lati
,
coprivan
già
d
'
ombra
benigna
la
strada
,
così
dilettevole
e
propizia
alle
meditazioni
,
ch
'
io
mi
trovai
ad
Intra
quasi
senz
'
avvedermene
.
Analizzavo
il
bacio
di
Lidia
;
s
'
ella
non
mi
fosse
stata
cognita
,
l
'
impressione
deliziosa
prodottami
da
quell
'
abbraccio
improvviso
,
avrebbe
avuta
una
giustificazione
;
ma
perchè
io
conosceva
Lidia
di
fronte
alle
forme
dell
'
amore
,
l
'
impressione
era
puerile
,
non
potendo
attribuire
lo
slancio
affettuoso
della
donna
a
un
desiderio
di
darsi
,
forse
l
'
unico
desiderio
,
forse
l
'
unica
forma
amorosa
per
rallentare
se
non
distruggere
il
processo
de
'
miei
sospetti
e
le
dissonanze
d
'
indole
che
ci
torturavano
....
Quel
bacio
era
stata
una
spensieratezza
o
una
malignità
,
ed
io
n
'
era
rimasto
vittima
come
a
diciott
'
anni
.
Avrei
dovuto
attendermi
ben
altro
,
ben
più
ammalianti
seduzioni
da
una
donna
che
stava
per
tradirmi
:
(
ormai
avevo
classificata
Lidia
così
,
mettendola
al
mio
fianco
in
quel
Circolo
sul
quale
avevo
fatte
profonde
meditazioni
,
giorni
addietro
)
.
Bene
ammalianti
seduzioni
doveva
ella
sfoderar
come
artigli
,
per
ingannarmi
e
chiudermi
gli
occhi
,
perchè
noi
ci
eravamo
amati
troppo
in
fretta
e
le
seduzioni
naturali
eran
già
esauste
!
Bisognava
stringerla
in
un
cerchio
di
ferro
,
spiarla
attentamente
,
interpretarne
i
pensieri
,
accumulare
delle
prove
,
dimostrarle
come
tutto
io
sapessi
comprendere
.
Una
barca
approdò
alla
riva
,
mentre
formulavo
quel
chiaro
indirizzo
di
condotta
....
Allungai
un
po
'
la
testa
dalla
soglia
del
caffè
ove
m
'
ero
seduto
,
e
vidi
Ettore
balzare
agilmente
sul
greto
,
salir
la
piccola
ascesa
fino
all
'
altezza
della
strada
,
e
dirigersi
alla
mia
volta
.
Egli
sedette
al
mio
tavolino
esprimendo
il
piacere
d
'
avermi
incontrato
.
Io
lo
guardava
con
intensità
:
era
costui
che
insegnava
l
'
inglese
a
Lidia
e
le
scriveva
;
era
costui
che
nella
caverna
de
'
miei
sospetti
veniva
a
prendere
il
posto
di
Gian
Luigi
Sideri
;
dovevo
badare
stavolta
a
non
ingannarmi
,
a
dedurre
con
facilità
,
cernendo
i
fatti
significanti
da
quelli
comuni
ai
quali
il
mio
amore
prestava
un
significato
fittizio
.
-
Spiegami
,
-
egli
disse
ridendo
,
-
il
mistero
della
tua
scomparsa
.
Ai
funerali
non
ti
ho
visto
:
quando
hai
telegrafato
,
credevo
in
qualche
intrigo
;
poi
,
quando
sei
ritornato
,
non
ho
saputo
più
che
dire
.
-
Naturalmente
,
-
risposi
.
-
Tu
sei
avvezzo
a
interpretare
con
malignità
ogni
cosa
,
ed
è
questo
il
metodo
più
sicuro
per
non
capire
le
azioni
semplici
.
Ho
trovato
a
Milano
il
conte
Sideri
molto
indisposto
,
e
mi
son
trattenuto
qualche
tempo
.
-
Malignità
,
-
fece
Ettore
,
alzando
le
spalle
.
-
Non
fui
più
maligno
degli
altri
;
perchè
ti
debbo
avvertire
che
le
tue
stranezze
fecero
una
cattiva
impressione
qui
.
-
A
chi
?
-
Ai
tuoi
suoceri
,
per
esempio
.
È
sopravvenuto
un
fatto
gravissimo
,
nella
tua
assenza
.
Si
è
parlato
molto
della
defunta
,
e
siccome
se
ne
parlava
fra
gentildonne
,
s
'
è
sgranato
un
rosario
diabolico
di
cattiverie
:
la
si
è
accusata
d
'
inganni
,
di
vita
libera
,
di
galanterie
che
passavano
il
segno
,
di
sregolatezze
mostruose
;
tutto
ciò
perchè
qualcuno
voleva
compiangerne
la
fine
.
-
Si
è
osato
questo
?
-
esclamai
.
-
Non
solo
,
-
continuò
Ettore
freddamente
.
-
Ma
alla
conversazione
assistevano
i
tuoi
suoceri
,
i
quali
hanno
strepitato
per
dieci
,
alla
rivelazione
.
L
'
idea
che
simile
donna
avesse
l
'
adito
in
casa
loro
e
la
loro
confidenza
,
li
ha
fatti
arrossire
fino
alla
radice
dei
capelli
;
Pietro
Folengo
era
già
stato
al
funerale
,
e
se
n
'
è
pentito
amaramente
;
donna
Teresa
aveva
già
sparsa
qualche
lagrima
,
e
l
'
ha
ricomprata
accusando
la
morta
della
più
odiosa
ipocrisia
.
Ti
dico
,
un
pandemonio
.
-
E
....
mia
moglie
?
-
chiesi
titubando
.
-
Questo
verrà
dopo
,
-
continuò
Ettore
,
il
quale
sembrava
voler
procedere
col
massimo
ordine
.
-
L
'
irritazione
dei
signori
Folengo
si
rovesciò
sulla
sua
testa
,
perchè
supponevano
che
tu
fossi
a
ragguaglio
della
vita
intima
della
morta
,
e
n
'
eran
confermati
dalla
freddezza
fra
te
e
Giorgio
Uglio
....
Qualcuno
,
a
Milano
,
s
'
incaricò
di
soffiar
nell
'
orecchio
del
signor
Pietro
non
so
quali
storie
:
un
passato
legame
tuo
colla
povera
defunta
,
un
riavvicinamento
pericoloso
in
questi
ultimi
tempi
.
-
Angela
Tintaro
,
senza
dubbio
!
-
osservai
.
-
Non
so
;
ma
è
certo
che
,
più
o
meno
chiaramente
,
i
signori
Folengo
ti
fanno
l
'
accusa
di
non
aver
loro
aperti
gli
occhi
e
d
'
aver
permesso
che
la
donna
così
colpevole
passasse
la
soglia
della
casa
ov
'
era
la
tua
fidanzata
e
se
ne
facesse
un
'
amica
.
Non
tengono
conto
dell
'
ostracismo
a
cui
la
condannasti
più
tardi
e
non
capiscono
come
tu
abbia
potuto
sopportare
ch
'
ella
continuasse
nella
loro
intimità
,
quando
tu
non
la
volevi
in
casa
tua
....
-
Queste
osservazioni
sono
state
fatte
alla
tua
presenza
?
-
No
,
pur
troppo
,
-
sospirò
Ettore
.
-
Io
non
le
avrei
sofferte
....
Le
seppi
per
caso
....
-
E
mia
moglie
?
-
La
tua
signora
ti
ha
difeso
strenuamente
;
si
è
proclamata
sicurissima
della
tua
buona
fede
,
ed
ha
osato
tentare
una
discolpa
della
morta
....
-
Ettore
s
'
arrestò
per
guardare
l
'
orologio
.
-
Sono
le
cinque
,
-
disse
.
-
Vuoi
che
ritorniamo
?
Ritornammo
lentamente
,
dandoci
il
braccio
.
-
Sicchè
,
-
ripresi
,
-
Lidia
non
ha
creduto
nulla
di
queste
calunnie
?
-
Lo
puoi
capire
dall
'
accoglienza
d
'
oggi
;
mi
è
parsa
felicissima
di
rivederti
.
-
Sì
,
felicissima
,
-
ripetei
a
malincuore
,
pensando
al
trasloco
della
sua
camera
da
letto
.
-
E
durante
la
mia
assenza
?
...
-
Io
le
ho
tenuto
compagnia
quanto
potevo
,
e
non
le
ho
mai
sentito
elevare
un
dubbio
sulla
verità
delle
tue
parole
....
Anzi
,
per
distrarla
,
avevo
cominciato
a
darle
qualche
lezione
d
'
inglese
,
la
lingua
elegante
ch
'
ella
desiderava
conoscere
....
-
Me
lo
disse
,
infatti
....
-
Ma
l
'
allieva
e
il
maestro
ne
son
già
ristucchi
,
-
seguitò
Ettore
,
ridendo
.
-
Ci
fermeremo
così
all
'
I
am
,
thou
art
....
-
O
costui
era
l
'
ottimo
fra
gli
amici
,
o
il
peggiore
degli
ipocriti
;
nell
'
un
caso
e
nell
'
altro
,
un
uomo
avveduto
per
annunciarmi
con
tanta
semplicità
quanto
io
voleva
chiedergli
....
Quelle
lezioni
d
'
inglese
mi
sembravano
sospette
ed
eran
tali
,
in
ogni
modo
,
da
eccitare
i
comenti
maligni
degli
estranei
;
Ettore
l
'
aveva
capito
meglio
di
Lidia
,
evitandomi
così
il
rincrescimento
di
parlarne
ancora
.
Sulla
soglia
della
villa
,
gli
strinsi
la
mano
freddamente
,
angustiato
da
quel
dilemma
fra
l
'
amico
e
l
'
ipocrita
che
mi
ripromettevo
di
snodare
al
più
presto
.
Si
pranzava
in
giardino
,
plebeamente
,
sotto
un
chiosco
di
verzura
più
inestetico
di
quanti
avevo
visti
nelle
osterie
del
sobborgo
.
Attorno
alla
tavola
,
scintillante
d
'
argenteria
e
di
stoviglie
,
eran
già
seduti
i
signori
Folengo
e
Lidia
.
-
Ben
tornato
!
-
esclamò
Pietro
,
alzandosi
a
stringermi
la
mano
.
Io
lo
baciai
sulle
guance
e
ripetei
la
sacra
cerimonia
con
donna
Teresa
.
Quest
'
abitudine
rivestiva
un
carattere
orientale
a
cui
i
miei
suoceri
annettevano
grande
importanza
.
Quindi
baciai
sulla
fronte
Lidia
,
piena
di
sorrisi
e
di
gioielli
.
Dopo
le
parole
d
'
Ettore
,
ero
come
un
segugio
in
attesa
.
Presentivo
una
battaglia
impossibile
ad
evitarsi
,
e
m
'
irritavo
che
i
signori
Folengo
non
ripetessero
a
me
le
opinioni
espresse
all
'
indirizzo
della
defunta
,
la
cui
memoria
avrei
difesa
con
accanimento
.
Lidia
taceva
,
passandomi
il
vino
,
la
saliera
,
quanto
chiedevo
,
con
movenze
amichevoli
:
poi
si
parlò
della
gita
a
cui
avevan
preso
parte
i
miei
suoceri
,
e
gli
episodî
minuti
,
esagerati
,
piovvero
in
larga
copia
.
-
La
miglior
camminatrice
è
la
signora
Giustiniani
,
-
diceva
donna
Teresa
.
-
Ella
ha
percorsa
tutta
la
strada
a
piedi
e
non
ha
mai
domandato
di
riposarsi
.
-
Parte
domani
,
non
è
vero
?
-
domandò
Lidia
.
-
Va
a
Milano
perchè
suo
marito
ve
la
richiama
.
-
Questa
signora
,
-
mi
spiegò
Lidia
chinandosi
alcun
poco
verso
di
me
,
-
è
una
simpatica
giovane
che
ha
il
marito
infermo
.
E
hai
notata
,
mamma
,
una
stranezza
?
-
Donna
Teresa
affermò
col
capo
.
-
Non
avevo
ragione
io
?
-
continuò
Lidia
.
-
Proprio
,
una
rassomiglianza
non
comune
.
-
Con
chi
?
-
domandai
.
-
Bisognerà
pensare
a
far
rimettere
in
ordine
la
camera
che
Lidia
occupava
prima
,
-
disse
Pietro
a
donna
Teresa
.
-
Ci
ho
già
pensato
io
,
-
mormorò
Lidia
,
arrossendo
brevemente
.
E
distratto
da
quel
rossore
,
non
insistetti
a
chieder
con
chi
avesse
una
strana
rassomiglianza
la
signora
Giustiniani
.
Si
sorbì
il
caffè
sulla
terrazza
;
poi
ciascuno
prese
posto
in
qualche
angolo
,
nell
'
attesa
del
tramonto
ampio
e
sanguigno
.
I
signori
Folengo
in
preda
a
un
'
inesauribile
degustazione
dell
'
intimità
coniugale
,
s
'
appartarono
,
volgendoci
le
spalle
e
chiacchierando
sottovoce
;
Lidia
ed
io
rimanemmo
lungamente
appoggiati
al
davanzale
:
soffiava
una
fresca
brezza
,
e
lontana
si
stendeva
una
nebbia
azzurrognola
,
entro
cui
le
ville
e
i
monti
parevano
spostati
innanzi
,
isolati
sull
'
acqua
,
come
avviene
dei
corpi
chiusi
fra
lucidissime
pareti
di
ghiaccio
.
La
campagna
giovava
a
Lidia
,
che
in
pochi
giorni
aveva
presa
una
tinta
bruna
,
assai
piacevole
;
e
le
nuoceva
nel
medesimo
tempo
,
comechè
dovesse
aiutare
quella
tendenza
alla
pinguedine
,
di
cui
io
m
'
era
avveduto
e
s
'
era
avveduta
anche
la
donna
,
ora
angustiata
dalla
scoperta
e
impensierita
....
Verso
le
otto
,
ci
recammo
alla
villa
Caccianimico
,
ove
tutte
le
sere
si
radunavano
gli
amici
.
Una
bell
'
accolta
di
provinciali
,
in
quel
salotto
,
curiosamente
impacciati
di
sedersi
in
un
divano
a
molle
e
di
prendere
il
tè
col
latte
:
per
giudicarli
,
bastava
un
'
occhiata
ai
colori
onde
le
signore
si
pavoneggiavan
nelle
vesti
,
e
alle
cravatte
degli
uomini
.
-
Se
queste
son
le
tue
nuove
conoscenze
,
mi
congratulo
della
scelta
,
-
dissi
a
Lidia
sottovoce
.
Lidia
crollò
il
capo
,
prendendo
familiarmente
da
un
vaso
della
caminiera
una
mano
di
garofani
,
che
in
un
batter
d
'
occhio
s
'
appuntò
sul
davanti
del
corpetto
.
-
Sono
miei
?
-
chiese
a
Ettore
.
-
Sì
signora
,
-
fece
questi
,
occupato
a
spinger
nel
mezzo
il
tavolino
da
giuoco
.
-
Mi
ha
tolto
il
piacere
di
offrirglieli
....
-
La
frase
mi
sembrò
audace
;
gettai
un
'
occhiata
rapida
intorno
per
vedere
se
fosse
stata
notata
;
ma
tutti
chiacchieravano
gaiamente
,
ed
ebbi
l
'
intuizione
che
se
fossi
rimasto
più
a
lungo
a
sorvegliar
l
'
écarté
di
Lidia
,
avrei
finito
per
esser
notato
io
,
peggio
di
qualunque
frase
.
Dall
'
angolo
ove
m
'
ero
posto
,
confrontai
il
giuoco
d
'
Ettore
col
giuoco
di
Gian
Luigi
e
vi
trovai
spaventose
differenze
.
Non
teneva
la
testa
curva
sulle
carte
,
Ettore
;
non
era
triste
nè
pallido
;
i
suoi
occhi
guardavan
Lidia
prima
d
'
ogni
altra
cosa
,
poi
venivano
a
cercar
prudentemente
i
miei
,
e
credendoli
distratti
o
divertiti
,
ritornavano
a
Lidia
.
Non
avrei
voluto
che
fosse
:
ma
mi
sembrava
l
'
écarté
potesse
magnificamente
sostituire
qualunque
lezione
di
qualunque
lingua
....
XX
.
Un
servo
entrò
,
portando
le
lampade
accese
e
collocandone
una
sul
caminetto
,
l
'
altra
sulla
tavola
.
Quasi
immediatamente
dietro
lui
,
giunsero
Pietro
e
donna
Teresa
;
poi
Lidia
,
vestita
a
nero
;
tutt
'
e
tre
ostentarono
di
non
guardarmi
.
I
miei
suoceri
sedettero
sul
divano
:
Lidia
in
una
poltrona
di
fronte
a
loro
.
Io
,
all
'
uscir
del
servo
,
chiusi
le
porte
,
assicurandomi
prima
che
nessun
romore
indicasse
la
presenza
d
'
altri
domestici
;
le
porte
si
chiusero
in
silenzio
,
e
ritornai
verso
le
persone
sedute
e
taciturne
.
Pietro
ebbe
un
lieve
colpo
di
tosse
nervosa
.
Il
processo
cominciava
.
Rimasto
in
piedi
,
appoggiato
alla
finestra
prospiciente
la
terrazza
,
mi
rivolsi
a
Lidia
,
dicendo
con
calma
:
-
Vi
prego
;
se
volete
parlar
voi
per
la
prima
....
-
Sì
,
-
rispose
Lidia
,
-
parlerò
io
.
-
S
'
accomodò
meglio
nella
poltrona
,
guardando
in
faccia
i
suoi
parenti
.
-
Il
signore
,
-
mi
accennò
col
dito
,
-
si
è
permessa
una
condotta
che
mi
ha
obbligata
a
chiamarvi
qui
e
a
chiedervi
consiglio
.
La
mia
deliberazione
è
già
presa
e
la
vostra
spero
non
sarà
differente
.
Era
da
molto
ch
'
io
aveva
notato
in
Sergio
un
contegno
insolito
,
ma
non
ne
ho
avuta
la
spiegazione
che
ieri
solo
.
Il
signore
mi
sospetta
e
mi
accusa
d
'
adulterio
!
-
Pietro
,
a
cui
Lidia
si
rivolgeva
in
modo
speciale
,
sussultò
visibilmente
;
donna
Teresa
si
drizzò
in
piedi
.
Ma
Lidia
con
un
cenno
della
mano
li
tranquillò
,
continuando
in
pari
tempo
:
-
Sergio
è
venuto
nella
certezza
della
mia
colpa
in
séguito
a
un
fatto
molto
semplice
:
io
ho
ricevuta
ieri
una
lettera
,
della
quale
non
ho
creduto
di
riferire
il
senso
,
perchè
non
potevo
supporre
vi
si
annettesse
un
significato
così
grave
e
insultante
....
Sergio
ha
spiato
però
dove
io
posassi
il
foglio
,
e
durante
la
notte
ha
aperto
il
cassettone
,
ne
ha
levata
la
chiave
dello
scrigno
,
ha
aperto
lo
scrigno
,
e
s
'
è
impadronito
della
lettera
....
Io
era
coricata
e
dormivo
:
egli
è
venuto
a
svegliarmi
,
chiedendomi
conto
di
quelle
poche
righe
,
e
siccome
io
,
offesa
dalla
domanda
,
mi
son
rifiutata
di
dargli
spiegazioni
,
il
signore
mi
ha
minacciata
d
'
uno
scandalo
,
di
non
so
quale
scandalo
....
Peggio
ancora
,
continuando
io
a
rimanere
muta
,
Sergio
mi
ha
preso
pel
braccio
e
me
l
'
ha
stretto
in
modo
che
....
ecco
,
ne
porto
i
segni
.
Così
dicendo
,
con
rapida
mossa
,
Lidia
rimboccò
la
manica
destra
della
vestaglia
e
offerse
allo
sguardo
dei
signori
Folengo
due
chiazze
livide
intorno
al
polso
....
Quantunque
l
'
argomento
mi
sembrasse
una
parodia
di
quel
d
'
Iperide
per
Frine
,
m
'
avvicinai
io
pure
,
e
fremetti
alla
vista
;
certo
,
io
non
credeva
averle
fatto
un
tal
male
,
io
non
credeva
rimanessero
sulle
carni
fragili
della
donna
le
tracce
della
mia
violenza
....
-
È
semplicemente
una
vigliaccheria
!
-
proruppe
il
signor
Folengo
,
guardando
il
braccio
di
Lidia
con
attenzione
.
-
Povera
bambina
!
-
esclamò
donna
Teresa
.
Io
tornai
al
mio
posto
,
riprendendovi
l
'
indifferente
immobilità
.
-
I
fatti
che
giustificarono
l
'
oltraggiosa
supposizione
del
signor
Sergio
,
-
riprese
Lidia
,
mentre
riabbassava
la
manica
,
-
sono
ridicoli
....
Sergio
m
'
accusa
d
'
aver
ricevuta
la
persona
creduta
mia
complice
,
in
ogni
giorno
della
settimana
,
contrariamente
alle
abitudini
:
di
non
aver
rifiutati
i
fiori
che
quella
persona
mi
portava
fedelmente
,
e
l
'
altra
sera
,
perchè
avevo
preso
dei
garofani
e
li
avevo
appuntati
al
corpetto
,
il
signor
Sergio
mi
rimproverò
in
modo
assurdo
....
Se
volete
anche
il
nome
di
quella
persona
,
io
ve
la
dirò
,
e
ne
rimarrete
sorpresi
:
Ettore
Caccianimico
!
-
Il
signor
Caccianimico
!
-
ripetè
Pietro
.
-
Un
uomo
della
mia
età
!
-
Bisogna
essere
ben
corrotti
per
arrivare
a
simili
supposizioni
!
-
osservò
donna
Teresa
,
guardandomi
accigliata
.
Io
restai
muto
e
immobile
.
-
Vi
domando
,
-
fece
Lidia
,
-
se
potevo
accogliere
male
un
vecchio
il
quale
veniva
a
tenermi
onestissima
compagnia
quando
mio
marito
s
'
occupava
d
'
una
donna
,
che
se
non
fosse
morta
,
dovrei
giudicare
....
-
Ve
ne
prego
,
-
dissi
inoltrandomi
verso
Lidia
,
-
non
pronunciate
parole
indegne
....
-
Voi
sapete
di
chi
intendo
parlare
,
-
seguitò
Lidia
,
rivolgendosi
a
'
suoi
.
-
Quanto
alla
lettera
,
il
signore
la
tiene
nel
portafogli
e
potrete
giudicarla
....
-
Qui
Lidia
si
alzò
e
continuò
a
parlare
,
camminando
per
la
camera
nervosamente
:
-
Dopo
questo
,
io
non
ho
che
un
'
idea
:
verrò
con
voi
al
Cairo
,
subito
,
se
volete
,
anticipando
la
partenza
,
o
più
tardi
;
ma
è
ben
certo
,
ben
deciso
,
che
tra
me
e
il
signore
non
può
durar
più
alcun
legame
.
V
'
era
già
una
differenza
di
caratteri
tra
noi
,
molto
pericolosa
,
v
'
erano
altre
ragioni
di
discordia
;
ma
dopo
che
mi
si
accusa
d
'
esser
l
'
amante
d
'
un
uomo
di
cinquant
'
anni
,
è
impossibile
perdonare
e
chiudere
gli
occhi
....
-
Se
permettete
,
-
dissi
,
-
parlerò
io
,
ora
...
-
Che
cosa
volete
dire
?
-
interruppe
Lidia
.
-
Osereste
smentirmi
?
-
Lascialo
parlare
,
-
fece
Pietro
con
dolcezza
.
-
Ne
ha
il
diritto
....
-
Sì
,
sì
,
via
,
-
incalzò
donna
Teresa
,
avvicinandosi
a
Lidia
e
riconducendola
presso
di
sè
.
-
Calmati
un
poco
....
-
Sono
dolente
,
-
cominciai
,
-
di
dover
negare
,
non
i
fatti
esposti
,
ma
l
'
interpretazione
e
il
senso
che
Lidia
ha
prestato
loro
.
Ella
si
lagna
ch
'
io
l
'
abbia
trascurata
per
occuparmi
d
'
altri
:
mi
sono
interessato
,
è
vero
,
d
'
una
persona
ammalata
,
ma
semplicemente
perchè
ella
era
una
nostra
conoscenza
....
-
Quanto
a
questo
,
-
obiettò
Pietro
Folengo
,
-
sarà
meglio
tacere
.
Non
già
che
io
ti
accusi
di
troppa
simpatia
verso
quella
donna
:
ma
senza
dubbio
,
caro
Sergio
,
l
'
opinione
pubblica
ti
ha
indicato
come
....
suo
amico
in
altri
tempi
e
tu
avresti
dovuto
perciò
costringerti
in
più
delicato
riserbo
.
-
L
'
opinione
pubblica
!
-
ripetei
.
-
E
che
cos
'
è
l
'
opinione
pubblica
?
-
È
tutto
,
per
gli
uomini
serî
,
-
disse
gravemente
Pietro
.
-
Del
resto
,
sarà
meglio
sorvolare
a
questo
tema
.
Tu
conoscevi
la
vita
di
quella
donna
e
non
ce
ne
hai
parlato
,
lasciandola
per
lungo
tempo
al
fianco
di
colei
che
doveva
essere
tua
moglie
....
Dovrei
rimproverarti
molto
;
volevo
rimproverarti
,
anzi
,
appena
ritornasti
da
Milano
....
-
Hai
fatto
male
a
non
farlo
,
-
risposi
.
-
Avrei
potuto
difendere
una
memoria
....
-
Che
sciocchezze
!
-
esclamò
Pietro
.
-
Finiamola
lì
....
-
E
ti
pare
,
-
dissi
,
mettendomi
innanzi
a
Pietro
,
poichè
il
duello
si
limitava
a
noi
due
,
-
ti
pare
che
fosse
giusta
,
ragionevole
,
la
condotta
di
Lidia
?
S
'
ella
vedeva
mal
volentieri
ch
'
io
prendessi
notizie
di
quell
'
ammalata
,
perchè
non
dirmelo
?
-
Ah
,
-
interruppe
Lidia
,
sciogliendosi
dalle
braccia
di
sua
madre
,
-
ah
non
te
l
'
ho
detto
,
quando
mi
fu
riferito
che
t
'
avevan
visto
ai
Giardini
con
lei
?
-
Ai
Giardini
!
-
fece
donna
Teresa
.
-
Andavano
ai
Giardini
insieme
?
-
Una
volta
,
per
caso
,
-
dissi
,
volgendomi
a
mia
suocera
.
E
a
Lidia
:
-
quella
volta
,
mi
dicesti
che
t
'
era
affatto
indifferente
ch
'
io
avessi
una
o
dieci
amanti
!
-
Hai
detto
questo
?
-
domandò
Pietro
a
Lidia
.
-
Fu
per
rabbia
,
papà
!
-
rispose
Lidia
,
mordendosi
le
labbra
.
-
E
con
simile
congedo
,
non
era
io
in
diritto
di
supporre
qualcuno
tenesse
nel
cuore
di
Lidia
un
posto
più
importante
del
mio
?
-
ripresi
,
verso
Pietro
.
-
L
'
assiduità
del
Caccianimico
non
mi
piaceva
....
Conoscete
il
Caccianimico
:
perfetto
gentiluomo
,
il
quale
non
esiterebbe
tuttavia
a
romper
fede
e
a
portare
il
disonore
nella
casa
che
lo
ospita
....
-
(
Queste
parole
,
pronunciate
con
forza
,
mi
stridettero
alle
orecchie
come
un
fischio
)
.
-....È
un
uomo
elegante
,
parlatore
facile
,
scettico
fin
dove
si
può
esserlo
senza
pericolo
....
A
'
suoi
cinquant
'
anni
,
io
non
pensava
.
Lidia
leggeva
solo
i
libri
prestati
o
indicati
da
lui
;
non
portava
che
i
fiori
inviati
da
lui
;
ne
riceveva
delle
lettere
,
e
si
sobbarcava
a
studiar
l
'
inglese
con
lui
....
Ebbi
troppa
precipitazione
formulando
un
'
accusa
gravissima
;
tuttavia
,
non
potrete
assolvere
Lidia
dalla
taccia
d
'
imprudenza
....
-
I
volti
di
Pietro
e
di
donna
Teresa
restarono
impassibili
.
Lidia
corrugò
la
fronte
.
-
Oggi
,
-
proseguii
con
voce
calda
,
-
non
son
più
i
giorni
in
cui
una
moglie
rappresenti
agli
occhi
d
'
un
estraneo
qualche
cosa
di
sacro
e
di
sovrano
,
se
pure
tali
giorni
sono
mai
esistiti
.
E
quando
questa
moglie
non
si
sforzi
a
mantenersi
in
ogni
atto
superiore
al
dubbio
,
nel
cuore
del
marito
entrano
il
sospetto
,
la
gelosia
,
quell
'
orribile
tortura
che
io
ho
provata
e
che
mi
ha
fatto
trasmodare
....
-
Io
credo
,
-
osservò
donna
Teresa
,
-
vi
sia
dell
'
esagerazione
.
Un
uomo
deve
conoscere
la
moglie
.
-
Chi
può
rispondere
del
proprio
domani
?
-
ribattei
.
-
E
,
peggio
,
chi
può
rispondere
del
domani
d
'
un
altro
?
-
Non
divaghiamo
,
-
disse
Pietro
.
-
Non
facciamo
teorie
....
-
Eccomi
.
Io
sorvegliava
Lidia
,
da
qualche
giorno
:
lo
confesso
.
Mi
sono
impossessato
d
'
una
lettera
del
Caccianimico
quando
e
come
ho
potuto
.
Lidia
m
'
accusa
d
'
essere
entrato
stanotte
nella
sua
camera
e
d
'
averne
aperto
la
scrivania
furtivamente
....
Voi
capite
benissimo
che
la
mia
idea
era
giusta
,
al
contrario
:
s
'
io
non
avessi
trovato
nulla
di
significante
nella
lettera
,
avrei
evitata
qualunque
spiegazione
incresciosa
....
-
Era
meglio
agire
con
lealtà
,
-
fece
donna
Teresa
.
-
Chieder
la
lettera
a
Lidia
medesima
....
-
A
mente
fredda
si
fanno
molte
belle
cose
,
-
replicai
.
-
Quanto
alla
lettera
,
io
non
dirò
ch
'
essa
sia
molto
compromettente
;
ma
è
,
innanzi
tutto
,
una
lettera
inutile
,
vale
a
dire
una
lettera
scritta
pel
solo
scopo
di
abbreviare
le
già
brevissime
assenze
e
di
tenersi
presente
nel
pensiero
di
Lidia
....
-
Frugai
nella
tasca
interna
dell
'
abito
,
ne
cavai
il
portafoglio
e
ne
trassi
la
lettera
,
mettendola
sulla
tavola
....
Lidia
mi
guardava
con
espressione
avversa
.
-
....
Eccola
qui
.
Leggila
tu
,
Pietro
!
-
C
'
è
la
data
,
-
osservò
Pietro
,
guardando
il
foglio
che
teneva
in
mano
.
-
Ed
anche
la
firma
.
-
Questo
è
naturale
,
-
risposi
.
-
Senza
data
e
senza
firma
,
la
lettera
formerebbe
di
per
sè
un
documento
grave
.
"
Gentilissima
signora
,
-
cominciò
Pietro
.
-
Le
faccio
consegnare
il
libro
di
cui
Le
tenni
parola
;
nel
medesimo
tempo
la
ringrazio
d
'
avermi
resa
bella
e
interessante
la
serata
,
acconciandosi
a
passarla
nel
mio
inestetico
salotto
,
in
mezzo
a
gente
,
più
estetica
forse
,
ma
non
meno
indifferente
per
me
.
A
Sergio
ho
annunciato
che
le
nostre
lezioni
d
'
inglese
non
proseguiranno
oltre
;
credo
con
questo
d
'
aver
risposto
a
un
desiderio
di
lui
,
se
non
al
mio
:
egli
è
addolorato
e
nervoso
per
altre
contrarietà
e
non
avrei
voluto
che
interpretasse
a
rovescio
un
così
semplice
passatempo
,
quantunque
la
lunga
amicizia
e
la
perfetta
comprensione
che
Sergio
ha
del
mio
animo
,
dovrebbero
impedire
alla
sua
mente
ombrosissima
di
pensar
men
bene
di
me
.
Ho
l
'
onore
di
dirmi
,
ecc
.
,
ecc
.
"
Un
silenzio
grave
piombò
nella
camera
non
appena
,
finita
la
lettura
,
Pietro
ripiegò
il
foglio
e
lo
rimise
nella
busta
.
Lidia
ed
io
avevamo
compreso
che
la
lettera
lasciava
tranquilli
i
signori
Folengo
;
onde
ella
,
prima
colle
braccia
stese
e
chiuse
fra
le
ginocchia
in
atto
d
'
angoscia
,
sollevò
la
testa
guardandomi
:
io
restai
muto
ad
aspettare
.
-
Ebbene
?
-
cominciò
mia
suocera
.
-
Io
non
trovo
nulla
di
strano
in
queste
righe
.
-
Nulla
di
strano
,
-
ripetè
Pietro
.
-
Una
lettera
convenzionale
....
-
C
'
è
della
malafede
,
-
notai
irritato
.
-
E
non
so
come
voi
non
ve
ne
siate
accorti
....
Io
sono
addolorato
e
nervoso
per
altre
contrarietà
,
afferma
il
Caccianimico
.
È
falso
:
quali
contrarietà
possono
addolorarmi
quando
tutto
il
mio
pensiero
e
la
mia
vita
son
chiusi
qua
dentro
?
E
perchè
chiamarmi
ombrosissimo
,
se
non
per
prevenire
Lidia
e
animarla
contro
ogni
più
giusta
mia
osservazione
?
Io
credo
che
tutto
quanto
si
fa
da
un
uomo
come
Ettore
abbia
uno
scopo
;
lo
scopo
delle
sue
insinuazioni
era
di
disgiungerci
,
e
a
sua
volta
questo
disegno
ne
aveva
un
altro
che
vi
lascio
indovinare
.
-
Ero
riuscito
a
flettere
la
voce
con
molti
chiaroscuri
sentimentali
e
simpatici
;
mi
ripromettevo
dalle
parole
un
ottimo
resultato
per
la
mia
causa
;
onde
fui
scosso
da
capo
a
piedi
,
quando
scorsi
Pietro
Folengo
sorridere
bonariamente
,
stirarsi
,
e
lasciando
il
divano
venirmi
incontro
.
-
Tutto
questo
è
molto
buono
!
-
egli
disse
,
battendomi
sulla
spalla
.
-
Sei
geloso
e
perciò
pigli
dei
granchî
;
ma
se
sei
geloso
in
modo
così
esagerato
,
vuol
dire
che
ami
la
nostra
Lidia
.
-
No
,
-
proruppe
Lidia
,
-
Sergio
non
mi
ama
più
....
-
Tu
taci
,
ragazza
!
-
si
rivolse
Pietro
alla
donna
.
-
Tu
sei
troppo
suscettibile
e
non
sai
che
in
ogni
cattiva
cosa
può
esservi
del
buono
....
Siete
due
bambini
oziosi
e
null
'
altro
....
Se
non
era
che
per
mostrarci
una
piccolissima
contusione
,
tu
,
Lidia
,
potevi
risparmiar
di
muoverci
e
di
minacciarci
una
fuga
al
Cairo
;
quanto
a
te
,
Sergio
,
potevi
rimetter
nella
scrivania
quella
lettera
ingenua
....
Questa
è
la
mia
sentenza
:
datevi
due
baci
,
e
buona
notte
....
-
Certo
,
-
corroborò
donna
Teresa
,
alzandosi
ella
pure
con
un
sospirone
;
-
avete
fatto
un
romore
indiavolato
per
delle
fanciullaggini
....
Non
c
'
è
stata
colpa
in
Lidia
,
come
non
ci
fu
nel
signor
Caccianimico
....
-
Dunque
,
-
esclamai
,
-
venite
voi
pure
a
concludere
ch
'
io
sono
ombrosissimo
?
...
-
Pietro
Folengo
si
strinse
nelle
spalle
.
-
Sono
contrario
alla
mania
di
concludere
,
-
disse
.
-
Ma
senza
dubbio
,
io
al
tuo
posto
non
avrei
dubitato
nè
d
'
una
moglie
nè
d
'
un
amico
,
stando
le
cose
come
sono
....
Al
Caccianimico
parlerò
io
....
-
Tu
?
Che
vuoi
dirgli
?
-
Lo
pregherò
di
non
scrivere
,
di
farsi
veder
meno
in
casa
....
Non
infastidirti
,
Sergio
:
il
tuo
nome
non
sarà
pronunciato
:
parlerò
per
conto
mio
;
sono
vecchio
e
quanto
in
bocca
mia
ha
un
significato
,
in
bocca
tua
ne
assumerebbe
uno
ben
diverso
....
Ciò
che
mi
preme
è
la
pace
vostra
....
-
In
così
dire
gettò
un
'
occhiata
a
Lidia
,
la
quale
si
alzò
dal
divano
e
rimase
colle
mani
incrociate
sul
grembo
....
Sembrava
ella
pure
stupita
che
tutto
finisse
con
sì
inaspettata
calma
:
la
freddezza
di
Pietro
ci
toglieva
la
possibilità
di
dire
altre
cose
,
o
di
persistere
in
quanto
avevamo
già
detto
....
-
Quali
erano
le
tue
idee
,
infine
?
-
mi
domandò
Pietro
.
-
Volevi
anche
tu
un
estremo
rimedio
a
un
male
supposto
estremo
?
-
No
,
-
risposi
;
-
non
ho
chiesto
io
,
questo
giudizio
....
Son
venuto
qui
per
spiegare
la
mia
condotta
e
in
ogni
caso
non
avrei
resa
Lidia
responsabile
,
ma
il
Caccianimico
....
-
Vi
fidate
di
me
?
-
disse
allora
donna
Teresa
.
-
Fate
quel
che
vi
ordina
vostro
padre
,
chiamato
a
giudicarvi
.
-
Andò
presso
Lidia
e
la
prese
per
mano
,
trascinandola
dietro
come
una
bambina
....
-
Datevi
due
baci
,
-
concluse
la
signora
Folengo
,
mentre
mi
spingeva
Lidia
fra
le
braccia
....
XXI
.
Aveva
concorso
anche
il
sole
a
render
bello
il
trattenimento
;
un
lieto
sole
,
che
s
'
infiltrava
fra
le
piante
,
illuminava
i
viali
,
riscaldava
e
faceva
fremere
di
brividi
voluttuosi
.
Il
giardino
della
villa
Folengo
non
aveva
mai
vista
una
tal
varietà
di
gente
.
C
'
eran
dei
bambini
,
quattordici
o
quindici
,
seduti
innanzi
a
una
tavola
bianca
,
e
serviti
da
noi
in
mezzo
al
frastuono
ch
'
essi
sollevavano
....
Fra
i
maschi
ve
n
'
eran
di
precoci
i
quali
mangiavano
poco
per
guardar
la
loro
vicina
:
tra
le
femmine
,
ve
n
'
era
di
precocissime
,
le
quali
mangiavano
meno
,
preoccupate
dall
'
abito
a
vive
tinte
e
dal
cappello
,
pendente
dalla
spalliera
della
sedia
....
Una
mestizia
,
quell
'
accolta
d
'
innocenze
:
avevan
le
loro
bizze
,
i
loro
sopraccapi
,
le
loro
cattiverie
.
I
più
piccoli
ci
sorvegliavano
attentamente
perchè
facessimo
le
parti
uguali
e
nulla
passasse
innanzi
a
loro
senz
'
averlo
gustato
:
quando
un
'
involontaria
sbadataggine
riempiva
il
piatto
meglio
all
'
uno
che
all
'
altro
,
il
meno
favorito
dalla
sorte
cacciava
le
mani
nel
tondo
del
più
fortunato
e
si
serviva
a
suo
piacere
.
I
più
grandi
sentivan
già
la
differenza
dei
sessi
e
mostravan
le
loro
simpatie
:
per
metterli
a
posto
,
donna
Teresa
,
Lidia
,
la
signora
Giustiniani
,
Clara
Caccianimico
,
avevan
dovuto
affaticarsi
,
rassegnandosi
infine
a
una
specie
di
poule
de
dames
in
cui
le
bambine
andavano
a
prendere
il
maschio
che
accomodava
loro
e
lo
facevan
sedere
al
fianco
....
Quelle
piccole
donne
,
ancor
vergini
di
convenienze
,
vibravano
della
più
schietta
femminilità
:
s
'
eran
guardate
dal
piccolo
cavaliere
,
affettavano
delle
leziosaggini
,
e
masticavano
con
sentimento
:
una
,
aveva
rifiutate
le
frutta
,
per
mostrarsi
superiore
;
un
'
altra
aveva
chiesto
il
caffè
senza
zucchero
,
mentre
a
casa
lo
zucchero
era
il
suo
più
intimo
amico
:
fra
tutt
'
e
due
,
queste
sirene
,
contavano
vent
'
anni
....
In
quel
banchetto
,
un
marmocchio
di
quattro
anni
,
era
lo
scandalo
generale
:
mangiava
colle
mani
,
si
rovesciava
i
piatti
in
grembo
,
inaffiava
la
tovaglia
d
'
acqua
e
di
vino
,
e
fra
l
'
una
portata
e
l
'
altra
,
si
cavava
le
scarpe
e
le
metteva
sulla
tavola
:
poi
aveva
degli
urli
speciali
per
indicare
il
suo
aggradimento
,
e
alla
fine
della
colazione
s
'
era
dovuto
portarlo
via
perchè
minacciava
di
bere
il
rosolio
di
tutti
quanti
....
Era
il
convitato
che
aveva
ricevuto
un
maggior
numero
di
baci
....
I
commensali
si
sparpagliarono
pel
giardino
,
quando
le
mense
furon
levate
:
qualche
geloso
impenitente
restò
presso
la
tavola
a
raccogliere
gli
ultimi
biscotti
e
a
riempirsene
le
tasche
,
ma
le
grida
dei
compagni
chiamarono
anche
quello
per
i
viali
....
Noi
,
affaticati
dal
servizio
romoroso
,
avevamo
trovata
pace
sull
'
erba
,
all
'
ombra
d
'
una
magnolia
gigantesca
;
le
signore
trascinandosi
le
loro
sedie
lunghe
o
dondolanti
;
gli
uomini
s
'
erano
accomodati
alla
turca
....
Quella
signora
Marta
Giustiniani
,
tornata
allora
dalla
città
,
sola
,
perchè
il
marito
infermo
le
concedeva
una
libertà
grandissima
,
-
s
'
era
accorta
presto
dell
'
impressione
ch
'
ella
produceva
su
di
me
....
Il
suo
volto
era
il
volto
di
Laura
Uglio
,
il
suo
corpo
era
il
corpo
di
Laura
Uglio
;
soltanto
,
Marta
Giustiniani
aveva
gli
occhi
grigi
,
quegli
occhi
splendidi
i
quali
non
hanno
uno
sguardo
immutabile
,
ma
sembrano
allargar
l
'
iride
e
impicciolirla
a
capriccio
,
fosforescendo
nella
notte
;
soltanto
,
i
suoi
capelli
non
eran
neri
,
ma
castagno
-
scuro
;
pel
resto
,
io
poteva
ben
sognare
che
ella
fosse
la
morta
,
ritornata
a
darmi
l
'
amore
....
Ecco
la
strana
rassomiglianza
già
rilevata
da
Lidia
.
Si
dondolava
sulla
sedia
parlando
con
donna
Teresa
,
Marta
Giustiniani
;
in
un
momento
d
'
oblio
,
era
stata
per
accavallare
una
gamba
sull
'
altra
,
ma
notando
ch
'
io
sedeva
più
basso
,
innanzi
a
lei
,
s
'
era
trattenuta
;
non
così
presto
,
ch
'
io
non
vedessi
gli
stivaletti
di
cuoio
giallo
finire
ai
polpacci
,
per
mostrare
il
principio
della
gamba
difesa
da
calze
di
seta
nera
....
Un
piccolo
inconveniente
molto
gradito
,
per
me
.
Tuttavia
pensai
che
forse
in
avvenire
sarebbe
avvenuto
quant
'
era
avvenuto
già
per
la
povera
Laura
:
i
miei
suoceri
si
sarebbero
accorti
di
aver
dato
adito
in
casa
loro
a
una
donna
frivolissima
,
e
m
'
avrebbero
tenuto
il
broncio
per
non
averlo
impedito
....
Stavolta
,
però
,
l
'
avrei
impedito
sùbito
,
non
appena
....
Pietro
Folengo
era
inquieto
perchè
non
giungeva
ancora
il
conte
Gian
Luigi
Sideri
col
principe
Santanera
....
-
Se
ha
detto
che
verrà
,
non
c
'
è
da
dubitare
,
-
osservai
,
mentre
Pietro
mi
frastornava
co
'
suoi
timori
....
Che
importanza
assumeva
quel
principe
agli
occhi
di
mio
suocero
!
Il
Folengo
pareva
ringiovanito
per
la
confidenza
con
cui
lo
trattava
il
principe
Santanera
,
e
aveva
data
quella
festicciuola
ai
bambini
dei
villeggianti
pel
solo
gusto
di
mostrare
il
principe
in
casa
propria
....
A
me
,
personalmente
,
quel
giovanotto
era
antipatico
.
Sembrava
sonnecchiasse
da
mattina
a
sera
,
cogli
occhi
socchiusi
e
una
grinza
maligna
agli
angoli
delle
labbra
....
Era
stata
una
cattiva
idea
di
Gian
Luigi
,
quella
di
presentarmelo
;
ritornando
da
Milano
,
Gian
Luigi
se
l
'
era
condotto
seco
e
me
l
'
aveva
anche
raccomandato
come
un
amico
ottimo
,
un
uomo
di
spirito
,
dottissimo
in
tutte
le
eleganze
....
Io
però
mi
chiedeva
che
cosa
trovasse
in
me
di
così
interessante
,
da
volermi
sempre
a
passeggio
o
alle
gite
con
lui
:
che
cosa
potesse
offrirgli
la
mia
casa
,
da
frequentarla
con
sì
rigida
osservanza
....
Lidia
mi
domandò
in
quel
momento
:
-
Che
cos
'
ha
babbo
da
esser
nervoso
?
-
Nervoso
?
-
dissi
ipocritamente
.
-
Non
mi
pare
.
-
E
con
un
gesto
della
mano
,
la
feci
avvicinare
,
mi
alzai
,
le
diedi
il
braccio
,
e
la
condussi
pei
viali
....
-
Non
potresti
,
-
mormorai
,
-
mutarti
d
'
abito
?
Hai
un
abito
così
succinto
,
così
attillato
,
che
mi
spiace
....
Eppoi
,
vedi
qui
:
se
t
'
inchini
un
po
'
innanzi
mostri
tutto
il
petto
....
-
Tutto
!
-
esclamò
Lidia
ridendo
.
-
Che
esagerazione
!
Appena
un
dito
,
se
m
'
inchino
....
Ma
io
non
m
'
inchino
....
-
E
se
ti
siedi
,
colla
gonna
così
corta
,
mostri
le
gambe
fino
al
polpaccio
....
-
Fino
al
polpaccio
!
-
ripetè
Lidia
arrossendo
.
-
Che
esagerazione
!
Appena
il
piede
fino
alla
caviglia
....
-
Bene
:
fa
come
vuoi
,
allora
!
-
dissi
,
rassegnato
,
lasciandola
ritornare
al
gruppo
delle
sue
amiche
,
le
quali
vedendoci
così
insieme
parlar
sottovoce
confermarono
per
la
millesima
volta
la
nostra
fama
di
sposi
esemplari
.
Quando
giunsi
io
dietro
Lidia
,
presso
la
magnolia
ombrosa
,
il
principe
Santanera
e
Gian
Luigi
erano
arrivati
e
avvenivano
le
presentazioni
....
Pietro
voleva
stupidamente
far
portare
una
sedia
pel
principe
,
e
fu
entusiasmato
quando
lo
vide
sedersi
invece
tra
noi
,
alla
turca
:
pareva
non
lo
supponesse
capace
di
piegar
le
gambe
come
gli
altri
.
Era
giunto
anche
Ettore
Caccianimico
,
il
quale
conoscendo
Marta
Giustiniani
allora
per
la
prima
volta
,
non
potè
reprimere
un
movimento
di
stupore
....
Ciò
io
temeva
,
appunto
:
e
guardai
Gian
Luigi
Sideri
....
Questi
,
accoccolato
innanzi
a
Lidia
,
le
proponeva
scherzosamente
una
partita
di
écarté
sull
'
erba
,
ma
girando
poi
gli
occhi
intorno
e
fissandoli
in
volto
alla
Giustiniani
,
non
sembrò
affatto
stupito
nè
colpito
dalla
rassomiglianza
colla
donna
che
doveva
avere
in
cuore
.
Il
principe
Santanera
parlava
di
lawn
-
tennis
.
Non
si
poteva
piantare
il
giuoco
in
giardino
?
E
socchiudeva
gli
occhi
,
dirigendosi
specialmente
a
Lidia
,
la
quale
aveva
accolta
l
'
idea
con
piacere
....
Pietro
Folengo
,
un
po
'
impacciato
di
non
conoscere
quel
giuoco
,
se
lo
fece
spiegare
dal
principe
,
il
quale
lo
tuffò
in
un
tal
mare
di
parole
inglesi
,
che
poco
dovette
capirne
,
il
Folengo
.
Così
disposti
,
le
cose
andavano
malissimo
.
Nessuno
poteva
far
la
corte
alle
signore
o
dire
delle
malignità
cogli
amici
;
il
convegno
aveva
dell
'
academico
:
io
ruminava
invano
delle
frasi
per
Marta
:
ella
era
chiusa
fra
Lidia
e
le
altre
e
guardava
tutti
e
nessuno
a
un
tempo
,
rispondendo
una
parola
a
questo
,
una
parola
a
quello
,
stancamente
.
Per
fortuna
,
venne
il
servo
ad
annunciare
che
il
tè
era
pronto
....
Marta
Giustiniani
,
in
sette
giorni
dacchè
ci
conoscevamo
,
ebbe
allora
il
primo
atto
simpatico
,
e
levandosi
venne
a
mettersi
così
sapientemente
,
ch
'
io
le
offrii
il
braccio
e
ci
trovammo
gli
ultimi
in
coda
.
-
S
'
annoia
molto
?
-
le
domandai
.
-
No
,
per
nulla
,
-
rispose
.
-
Ci
sono
troppe
coppie
;
-
osservai
.
-
Una
basterebbe
per
questo
giardino
....
-
Lei
e
la
sua
signora
:
verissimo
,
-
disse
la
Giustiniani
.
Se
non
avesse
sorriso
,
avrei
potuto
credere
di
non
essere
stato
compreso
.
Ma
vi
fu
il
sorriso
e
non
vi
fu
resistenza
quando
le
tenni
la
mano
stretta
nella
mia
.
In
sala
,
ci
aspettavan
già
i
bambini
tumultuanti
attorno
alle
pile
di
biscotti
;
le
piccole
chicchere
sollevarono
da
prima
un
grido
di
gioia
;
poi
accorgendosi
i
bimbi
che
le
chicchere
eran
più
piccole
che
belle
,
si
dovette
servirli
nelle
chicchere
grandi
.
Ettore
Caccianimico
s
'
occupò
lui
di
questo
,
passando
innanzi
ai
ragazzi
colla
guantiera
e
raccomandando
la
calma
.
Anche
lì
,
le
cose
non
andavan
meglio
....
C
'
era
della
rigidezza
,
della
mancanza
di
spontaneità
....
Quel
principe
Santanera
aveva
portata
una
insoffribile
freddezza
con
sè
....
Io
mi
guardava
attorno
e
leggeva
sul
viso
d
'
Ettore
e
di
Gian
Luigi
il
mio
medesimo
pensiero
.
Quand
'
ebbi
vicino
Pietro
Folengo
,
gli
dissi
:
-
Se
non
conti
di
farci
muovere
,
ci
addormenteremo
tutti
....
-
Lo
credi
?
-
domandò
Pietro
spaventato
.
-
Che
cosa
posso
fare
?
-
Non
incaricarti
troppo
di
quel
Santanera
imbecille
e
màndaci
a
spasso
pei
viali
....
-
Come
debbo
?
...
-
Se
vuoi
,
m
'
incaricò
io
di
dar
l
'
esempio
,
-
risposi
.
Marta
Giustiniani
aveva
finito
di
prendere
il
tè
,
in
piedi
,
a
fianco
di
Gian
Luigi
.
Io
passai
dietro
le
spalle
della
donna
,
e
le
susurrai
:
-
Vuole
che
fuggiamo
?
-
La
signora
si
volse
di
soprassalto
,
e
vedendomi
sorrise
:
-
Dove
?
-
domandò
.
-
Tu
,
-
io
dissi
a
Gian
Luigi
,
-
fànne
fuggire
un
'
altra
....
-
Gian
Luigi
assentì
col
capo
e
s
'
avvicinò
a
una
piccola
bionda
,
madre
di
tre
bambine
che
strillavano
per
aver
rovesciato
il
tè
sull
'
abito
nuovo
.
Era
l
'
unica
signora
che
s
'
adattasse
alla
statura
di
Gian
Luigi
:
parva
sed
apta
....
Mentre
uscivo
in
giardino
con
Marta
Giustiniani
,
vidi
muoversi
il
principe
Santanera
e
dirigersi
lui
pure
al
gruppo
delle
donne
....
Ormai
,
l
'
esempio
attecchiva
,
e
non
mi
occupai
che
della
signora
al
mio
fianco
....
Per
una
leggiera
salita
,
dietro
un
filar
di
pini
,
si
giungeva
fino
al
muro
di
cinta
,
e
là
da
un
rialzo
si
godeva
la
vista
del
lago
.
Noi
vi
ci
dirigemmo
,
appoggiandoci
quindi
alla
balaustrata
....
-
Lei
avrà
troppo
sole
,
-
osservò
Marta
,
mettendo
l
'
ombrellino
in
modo
che
venisse
a
riparare
anche
me
....
Ah
,
io
sentiva
in
quell
'
istante
come
avessi
amata
la
povera
Laura
Uglio
,
se
per
l
'
incontro
d
'
una
donna
che
le
somigliava
stranamente
,
io
era
colmo
di
gioia
,
non
più
capace
di
vincere
i
bizzarri
impeti
del
mio
cuore
!
Non
avevo
amata
che
lei
,
checchè
ne
dicesse
Gian
Luigi
;
e
non
mi
pareva
possibile
una
resistenza
in
Marta
Giustiniani
.
-
Perchè
non
si
chiama
Laura
?
-
domandai
curiosamente
a
Marta
.
-
Le
piace
questo
nome
?
-
fece
la
Giustiniani
.
-
E
le
dispiace
il
mio
?
-
Sì
,
-
risposi
.
-
Io
la
chiamerò
Laura
....
nell
'
intimità
....
-
In
quale
intimità
?
-
chiese
Marta
corrugando
le
ciglia
.
-
Quando
non
ci
sono
gli
altri
,
-
dissi
.
La
fronte
le
si
spianò
sùbito
,
quantunque
dovesse
rimanere
nella
donna
un
'
impressione
spiacevole
.
-
Ella
deve
essersi
fatta
una
strana
idea
di
me
,
-
osservò
Marta
.
-
È
d
'
un
'
arditezza
punto
conveniente
:
io
voleva
fidarmi
di
lei
,
sapendolo
sposo
da
poco
....
-
Poteva
ben
parlare
,
Marta
Giustiniani
,
ch
'
io
non
l
'
ascoltava
affatto
:
o
meglio
,
ascoltavo
la
sua
voce
e
non
le
sue
parole
.
Ero
in
preda
a
un
risveglio
gigantesco
di
memorie
e
di
rammarichi
.
S
'
io
fossi
stato
libero
,
non
avrei
trovati
ostacoli
per
impossessarmi
di
quella
donna
,
anche
a
costo
di
farla
rubare
e
di
tenerla
chiusa
finchè
avesse
ceduto
....
Così
,
invece
,
stava
rigidamente
fra
noi
la
nostra
condizione
di
gente
legata
ad
altri
,
e
non
eran
più
ostacoli
materiali
che
ci
si
frapponevano
,
ma
spettri
di
convenzioni
,
scrupoli
e
paure
.
-
Torniamo
!
-
disse
la
Giustiniani
,
accorgendosi
ch
'
ella
arrischiava
di
sentirsi
baciata
sulle
labbra
da
un
momento
all
'
altro
.
E
invero
,
dopo
sette
giorni
,
era
troppo
presto
.
Nel
ritorno
,
chiacchierammo
frivolamente
,
incontrando
pel
viale
due
bambini
che
facevan
correre
il
cerchio
di
legno
e
ci
avrebbero
sorpresi
se
fossimo
rimasti
ancor
più
a
lungo
lassù
.
Quindi
ci
passaron
daccanto
Pietro
Folengo
ed
Ettore
Caccianimico
,
a
braccio
:
gli
uomini
serî
andavan
senza
donne
e
dovevan
parlare
di
me
....
sentii
queste
parole
,
pronunciate
da
Ettore
:
-
"
....
sciupando
così
le
sue
facoltà
preziose
d
'
osservazione
in
sospetti
ridicoli
,
non
se
ne
potrà
servire
utilmente
,
quando
venisse
il
giorno
....
"
-
e
i
due
uomini
piegarono
verso
il
chiosco
ove
qualche
volta
si
pranzava
.
-
Eppure
Lei
m
'
interessa
,
-
mi
diceva
Marta
Giustiniani
,
rifatta
ardita
dalla
presenza
d
'
altri
e
scintillando
inconsciamente
negli
occhi
grigi
,
dilatati
.
-
Avrei
un
mucchio
di
domande
a
farle
....
-
Ora
ci
si
avvicinava
Gian
Luigi
colla
signora
bionda
,
seguìta
dalle
tre
figlie
.
Sebbene
Gian
Luigi
fosse
tuttavia
triste
e
scorato
,
la
sua
vista
mi
eccitò
un
sorriso
maligno
....
Per
istinto
beffardo
,
lo
vidi
ridevolmente
piccolo
,
con
una
piccola
testa
,
un
piccolo
fiore
all
'
occhiello
,
una
piccola
canna
alle
mani
....
Diceva
:
-
"
....
Questo
secondo
romanzo
è
finito
.
Lo
consegnerò
all
'
editore
entro
il
mese
,
e
ne
spero
bene
.
Ci
si
salva
da
molti
dolori
,
lavorando
....
"
Oh
,
le
mie
speranze
di
gloria
,
i
miei
amori
d
'
arte
,
i
miei
proponimenti
,
dov
'
erano
andati
?
Scossi
la
testa
,
rabbrividendo
,
e
mi
volsi
a
Marta
Giustiniani
.
Costei
era
corpo
ed
anima
,
non
vuoto
fantasma
:
purchè
ella
acconsentisse
,
io
avrei
dimenticato
....
Onde
,
risposi
con
viva
speranza
:
-
Un
mucchio
di
domande
vuol
farmi
?
E
perchè
manca
di
confidenza
?
Sarei
ben
felice
di
rispondere
a
tutte
,
a
tutte
,
nessuna
eccettuata
.
-
Non
so
da
quale
cominciare
,
-
disse
Marta
sorridendo
.
-
Ebbene
,
vuole
scriverle
?
Molte
cose
che
non
si
direbbero
mai
,
si
scrivono
facilmente
.
-
Scrivere
?
-
mormorò
la
donna
,
guardando
nel
vuoto
,
al
di
là
del
muro
di
cinta
,
ov
'
era
l
'
orizzonte
vasto
.
-
Scrivere
a
lei
?
-
Eravamo
giunti
presso
la
magnolia
ombrosa
;
vi
restavan
le
sedie
vuote
.
E
Lidia
era
in
piedi
,
appoggiata
al
tronco
,
mentre
il
principe
Santanera
si
sforzava
di
giungere
al
ramo
più
basso
e
di
coglierne
un
magnifico
fiore
....
Marta
si
allontanò
da
me
,
dirigendosi
a
Lidia
.
-
Abbiamo
due
altri
compagni
di
viaggio
,
-
disse
questa
.
-
Il
principe
e
il
conte
Sideri
verranno
al
Cairo
essi
pure
quando
vi
accompagneremo
papà
....
-
Il
principe
si
volse
,
tenendo
fra
le
mani
il
fiore
che
aveva
spiccato
dal
ramo
.
-
Saremo
in
sei
,
-
continuò
egli
.
-
Quattro
uomini
e
due
signore
:
una
bellissima
carovana
,
Le
pare
?
-
Gli
occhi
sonnolenti
e
socchiusi
,
la
piega
sarcastica
agli
angoli
delle
labbra
,
davano
un
senso
ironico
a
tutto
quanto
diceva
il
principe
.
Io
ne
fremetti
.
-
Bella
,
davvero
,
-
mormorai
,
osservando
di
sfuggita
la
signora
Giustiniani
.
-
Solo
,
il
viaggio
non
è
ancor
deciso
,
almeno
per
parte
mia
e
di
Lidia
.
-
Questa
ebbe
un
gesto
di
stupore
e
mosse
le
labbra
come
per
interrompere
.
Io
ne
la
impedii
con
un
'
occhiata
.
Perchè
il
Santanera
voleva
accompagnarci
,
intraprendendo
un
lungo
viaggio
dall
'
oggi
al
domani
,
con
delle
semplici
conoscenze
?
Perchè
Lidia
ne
pareva
felice
?
Le
coppie
giravan
pei
viali
,
alla
luce
meridiana
:
quei
due
s
'
eran
ridotti
presso
la
magnolia
ove
difficilmente
altri
sarebbero
ritornati
;
Lidia
non
aveva
il
contegno
rigido
ch
'
io
avrei
amato
s
'
imponesse
col
principe
,
e
il
principe
fra
tante
signore
aveva
scelta
Lidia
appunto
per
una
passeggiata
nel
giardino
e
nell
'
ombra
.
Bisognava
stringerla
in
un
cerchio
di
ferro
,
spiarla
attentamente
,
interpretarne
i
pensieri
,
accumular
delle
prove
,
dimostrarle
come
tutto
io
sapessi
comprendere
....
Milano
,
ottobre
1893
-
aprile
1894
.
FINE
.