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IL DESIGNATO ( ZUCCOLI LUCIANO , 1920 )
Narrativa ,
PRIMA PARTE . I Nel salotto non c ' ero che io ; io , in piedi , nell ' atteggiamento nervosissimo dell ' aspettazione , guardando dei quadri di cui conoscevo tutto , l ' autore , il tema , il valore artistico , la provenienza , la data in un angolo . Geltrude , la cameriera , entrò dallo studio e mi disse : - Il signore ha una visita ; ma si sbrigherà sùbito , e la prega di pazientare un istante . - La cameriera attraversò la sala ed uscì dalla porta che metteva al sèguito dell ' appartamento : io mi posi a sedere sul divano color foglia morta . Vecchio salotto , dove regnava un ordine insoffribile , quello del signor Pietro Folengo ! V ' era lo scaffaletto da ninnoli , con dei minerali preziosi e degli uccelli imbalsamati ; v ' era il piano , a coda ; v ' era la tavola con dei mostri cinesi , degli albi di famiglia e dei libri regalati dai giornali cui il signor Folengo era abbonato ; v ' eran quegli oggetti e quei mobili volgari , che disposti in qualunque modo , messi sotto qualunque luce , formano sempre un solo tipo di casa , producono sempre una sola impressione . Tuttavia , dopo i quadri , io passava in rivista accuratamente quelle cose notissime , rilevando la maniera sciatta con cui le si eran collocate , e così ligia alle regole di riscontro ch ' io mi volsi per vedere se non vi fossero anche due caminetti , l ' uno di faccia all ' altro . Il gusto informatore della disposizione era indubitabilmente del signor Pietro Folengo ; e il visitatore meno atto all ' osservazione poteva giudicare che il padrone di casa doveva essere inclinato meglio alle cifre che alla meditazione , meglio al commercio che all ' arte ; se poi , di questo padrone si guardava il ritratto - attaccato alla parete principale e naturalmente di fianco a quello della sua signora e , più naturalmente , al disopra di quel di sua figlia , - il signor Pietro Folengo appariva , senza speranza alcuna , ragioniere , amministratore ; uno di quei terribili uomini i quali vi parlan della Borsa , dei corsi d ' acqua , d ' edilizia e di cambiali , allo scopo di divertirvi . Il signor Folengo aveva una fisonomia senza significato , per natura e per arte ; poichè s ' era lasciato crescere i favoriti , lunghi e bianchi , che lo facevan rassomigliare a centinaia d ' altri , servitori o ministri , cocchieri del vecchio stampo o ambasciatori e plenipotenziarî : sulla sua fronte , non troppo alta , ma levigata come di marmo , nessun pensiero aveva fatta presa ; la computisteria gli era stata leggiera ; egli ignorava perfettamente l ' esistenza di Dante e di Raffaello . Dallo studio venivan le voci del visitatore e del Folengo ; la prima , tenue come d ' un implorante , la seconda , calma , con chiaroscuri studiati , che indicavan gl ' incisi dei quali il Folengo usava abbellire il discorso ; ad ora ad ora giungeva anche il fruscio di carte spiegate ; qualche colpo di tosse , che aveva un perchè ; finalmente udii che il visitatore si congedava , col solito : " Allora , siamo d ' accordo ; io le farò avere i documenti .... " La porta che dallo studio metteva all ' anticamera s ' era chiusa dietro le spalle dell ' incognito ; la porta che dallo studio metteva al salotto dov ' io mi trovava , veniva aperta per dare adito al signor Folengo . Io m ' era alzato . Il signor Pietro , basso e largo , severamente abbigliato di nero , colla faccia illuminata da un sorriso breve , mi veniva incontro a mani aperte . - Caro signor Sergio ! - egli disse . - Mi perdoni la lunga attesa : sa , queste benedette faccende ; l ' amministrazione .... Così dicendo , sedette egli pure sul divano e mi fece accomodare presso di lui . - Ora , sono tutt ' orecchi , - continuò . - Mi pare che nel suo viglietto di ieri mi chiedesse udienza per affari , anch ' ella .... - Per affari ! - dissi , brutalmente colpito . - Per affari , no : per cose di sommo rilievo , sì . - Dunque , affari ; - perseverò testardo il signor Folengo , - è question di nomi . Sto a sentirla . - M ' avvidi ch ' egli sapeva già di che cosa io volevo parlargli ; ma , in quel momento , io rappresentava un postulante , e per sistema , il signor Pietro non faceva mai un passo verso questa categoria d ' uomini . S ' io non avessi trovato sùbito le parole adatte , egli avrebbe aspettato anche un quarto d ' ora , con olimpica serenità , senz ' offrirmi il modo d ' entrare in argomento . Guardai fuori della finestra chiusa , riparata da tendine bianche ; oltre la quale si vedevan gli alberi del giardino , spogli di fronde , sotto il cielo bigio d ' ottobre ; alcuni colombi selvatici s ' erano appollajati sui rami e tubavan malinconicamente . Non faceva ancor freddo ; ma il mese era assai triste , e l ' ora - tra le cinque e le sei del pomeriggio , - piena di memorie . - Io non sono un grande oratore , - dissi sorridendo , - e per questo non userò circonlocuzioni . Che cosa pensa ella di me , signor Folengo ? - Qui avevo deluse le aspettazioni del mio interlocutore , e me n ' ero accorto sùbito dall ' impaccio in che la domanda l ' aveva gettato . Il signor Pietro pensava di me ogni bene , e per questo avevo osato chiedergli la sua opinione ; ma è sempre difficile dichiarare una simpatia senza limiti a una persona , la quale è tutto il nostro opposto per idee , per passato , per modo d ' intender la vita ; anche più difficile era nel nostro caso , in quanto il signor Folengo sapeva benissimo dov ' io tendeva , ed era per ciò in obbligo d ' esprimersi senza frasi , senza generare in me il sospetto ch ' egli dicesse per dire , per cavarsela . - Io non giudico - egli rispose - dalle parole , ma dai fatti . Certo , io so come di lei si sia molto parlato in altri tempi e con diversi criterî ; e so pure come , se si volesse giudicarlo dalle sue opinioni .... - Lei non mi farà torto - interruppi - di credere che le opinioni espresse in un salotto o in un caffè sieno le mie .... - No , - disse gravemente il signor Folengo . - So appunto che la gioventù nostra ha questo vezzo pericoloso di mettere innanzi delle idee che nella pratica della vita non vorrebbe mai applicare . Perciò , io mi tolgo affatto da questo campo e , come le dicevo , baso il mio giudizio sulla vera essenza della sua indole , per quello ch ' io ne ho intravisto . Respirò a lungo e proseguì : - A rassicurarla immediatamente , le affermo che il mio giudizio su di lei è ottimo . Questa volta respirai io . La pomposità delle frasi che ascoltavo , andava persuadendomi sempre più vero quanto io aveva presentito : il signor Folengo sapeva lo scopo della mia visita ; non solo , ma aspettandosela da un giorno all ' altro , aveva preso ragguaglio d ' ogni cosa che mi riguardava , del mio stato finanziario , de ' miei amori morti , delle mie abitudini , de ' miei difetti ; notavo quasi con vergogna ch ' io era vilissimo in quell ' istante e che se il signor Folengo m ' avesse imposta l ' abjura d ' ogni credenza più antica , la rinuncia ad ogni orgoglio più accarezzato , io avrei abjurato , io avrei rinunciato , pur d ' effettuare la mia speranza . - È ottimo in questo senso , - riprese il Folengo ; - che ella è di gran lunga migliore di quanto vorrebbe sembrare ; che ella ha dato troppo peso a sciagure intime e ha troppo generalizzati i suoi casi , scambiando l ' uomo e il mondo per gli uomini e il mondo che le furono d ' attorno lunghi anni . Ora , questo non è ; ella è assai giovane ; ha maniera di ricredersi , e nonostante certe sentenze scettiche delle quali s ' è imbevuto , ella a ricredersi volge ogni speranza , ogni forza d ' animo . Io restava in silenzio , perchè intuivo che l ' orazione del signor Folengo non sarebbe così presto finita ; mi pareva il discorso prendere un atteggiamento troppo diplomatico , e aumentarmi le difficoltà non piccole della mia domanda ; ma riservavo un ' interruzione che avrei fatta non appena se ne fosse offerta l ' opportunità . - Si vorrebbe da lei , - continuò il mio giudice , - una maggior coerenza fra le azioni e le parole , una schietta ribellione a tutti i dogmi che l ' infracidita società nostra va infiltrando nei giovani . Ma già , questo vien dall ' esperienza , dalla critica , è frutto dell ' età più vecchia . - Pausa . Il signor Folengo , - la cui testa cominciava a entrar nella penombra della camera , mentr ' io rimaneva ancora in luce , colla finestra di contro - si portò all ' indietro col corpo , quasi prendesse la rincorsa , e giunse inaspettatamente alla conclusione , per esaurimento delle frasi magnifiche . - Insomma , caro signor Sergio , io non ho che a finire come ho cominciato . Ella è per me gentiluomo irreprovevole , al quale è onore proferir dell ' amicizia e dal quale è ambizione ottenerla .... Del resto , io non so rendermi ragione di quest ' inchiesta non aspettata ; sono sorpreso .... Notai che il signor Folengo s ' era sorpreso un po ' tardi , quando cioè aveva comodamente espressi i pochi pensieri che la mia persona e la mia vita gli suggerivano . - Era necessario , - interruppi , - per ambedue ; io la ringrazio assai del concetto ch ' ella nutre di me , e spero di poterne sempre esser degno .... Guardai di nuovo fuor della finestra ; i colombi selvatici erano spariti dagli alberi . Udii la pendola sul caminetto suonar lentamente le cinque ore e la mezza . - Ora , al fatto , - disse il signor Folengo con uno sguardo scrutatore . Ne ' suoi occhi grigi lessi la sicurezza che la mia risposta doveva essere la buona , e avvertii un impercettibile moto in lui , come di preparazione . - Il fatto è semplice e grave , - risposi . Mi alzai , mi posi di fronte all ' uomo , e dissi con voce quasi tremante : - Ho l ' onore , signor Folengo , di chiederle la mano della signorina Lidia sua figlia .... - Vi fu un silenzio che giudicai spaventevole . Il signor Folengo si levò adagio , sempre tenendo gli occhi fissi ne ' miei , uscì dalla penombra , e rispose : - Una simile domanda fatta all ' improvviso .... Io sono lusingato .... - Mi morsi le labbra ; l ' istinto vittorioso aveva costretto l ' uomo a trincerarsi e a guardarsi da una promessa immediata ; le parole uscivan dalla bocca del signor Folengo meccaniche ; egli si dimenticava la sua professione di fede in me ; gli proponevo un affare , secondo lui , ed egli mi trattava da uomo d ' affari . Però , scorgendomi forse impallidire , aggiunse tosto : - Debbo dichiararle ch ' io non ho nulla , nulla in contrario al suo voto ; anzi ho molta propensione a vederlo esaudito , e sono commosso ... - Non era commosso per niente . Si allontanò alcun poco da me e premette il campanello elettrico . - Avvertite donna Teresa che ho bisogno di parlarle , - disse alla cameriera sopraggiunta . - E portate la lampada . - Mentre Geltrude usciva , il signor Folengo mi tornò vicino . - Perchè meglio si persuada ch ' io accolgo la sua domanda con viva simpatia , voglio sùbito comunicarla alla mia signora , - fece con tono affettuoso . Io m ' inchinai , ed essendo sopravvenuto un silenzio molesto , il Folengo occupò quell ' intervallo nell ' accomodare e nello spostare alcuni oggetti sulla tavola , che non ne avevano bisogno ; alla prima ansia era succeduta in me la riflessione e con essa la calma speranzosa ; non trovavo a ' miei desideri alcun ostacolo degno di essere discusso . Donna Teresa comparve , seguita dalla cameriera che posò la lampada sul caminetto e si ritirò . Donna Teresa , allevata alla scuola del marito , ebbe uno sguardo istintivo e ricostruì , evidentemente , a grandi tratti , la conversazione avvenuta fra me e il signor Folengo . Il salotto si riempiva di solennità . Donna Teresa mi venne incontro e mi strinse la mano ; la piccola e grassoccia signora non aveva rinunciato a una certa eleganza ; i suoi capelli eran tuttavia neri , e la sua carnagione , eburneamente lumeggiata dalla lampada , appariva senza rughe nè grinze ; il color delle labbra era rinforzato da una leggiera tinta di carmino abbastanza gradevole . Solo , nel suo corpo difettava l ' eleganza naturale , che l ' assiduità allo specchio non insegna mai ; le forme tozze prorompevano , in odio alla fascetta strettissima ; attorno al collo l ' adipe formava un monile , e sui fianchi si espandeva con insolenza . Noi ci eravamo seduti di nuovo . I coniugi Folengo occupavano il divano ed io , di fronte a loro , in una poltrona bassa , aspettavo con ritornata angoscia la ripresa della orazione . - Ti ho fatto chiamare , - disse il signor Folengo , - perchè il signor Sergio ci presenta l ' opportunità di stringere assai notevolmente i legami della nostra amicizia . - Donna Teresa dimostrò con un cenno della testa che tale opportunità le gradiva . - Per esprimermi chiaramente , il signor Sergio mi ha domandata la mano di Lidia . Donna Teresa balzò dal divano con un ' agilità imprevedibile e mi si precipitò incontro , colla faccia trasformata dalla gioja . Senz ' aspettare un gesto di suo marito , e parlando per istinto , come l ' altro aveva per istinto tergiversato , esclamò : - Grazie , signor Lacava ! Mille volte grazie di simile onore ! Lei effettua la mia più cara speranza ! - Presi la mano di donna Teresa , toccato dall ' effusione ingenua della buona signora . - Ella mi rinfranca , - dissi , alzandomi dalla poltrona . - Io mi sento appoggiato dalla fiducia che le ispiro .... - Ma certo , ma certo ! - rinforzò donna Teresa . - Forse mio marito non le aveva espresso ? ... Forse ella temeva ? ... - Vedi , cara amica , - mormorò il signor Folengo tranquillamente , senza muoversi dal suo posto . - Vedi : io mi sono dichiarato assai favorevole ; ma io non sono il solo arbitro , e prima di me , e prima di te , c ' è Lidia , la cui volontà deve essere libera .... - Lidia ! - esclamò donna Teresa con un ' occhiata di trionfo . - Lidia ! Non ci son che le mamme per saper certe cose .... Io annuncerò immediatamente la felice novella a Lidia .... - Stava per avvicinarsi al campanello elettrico , quando il signor Folengo , levatosi dal divano , la fermò con un cenno . - Tu vuoi ? - disse . - Così , sùbito , senza prender tempo ? ... - Ma certo , ma certo ! - ripetè donna Teresa - non vedi com ' è pallido questo povero giovane ? Io so quel che faccio .... È una tortura inutile che noi infliggiamo loro . - L ' indice di donna Teresa si posò due volte sul bottone del campanello . Il signor Folengo , vistasi levata la direzione diplomatica delle trattative , riprese il suo posto , con un sospiro di sollievo . - Sì , sì , forse è meglio ! - disse come tra di sè . - Io sono contento . - La signorina Lidia sùbito qui ! - ordinò donna Teresa a Geltrude comparsa . Quindi , ripresemi le mani : - Caro , caro figlio mio ! - disse . - Non dubiti di nulla . Io so quel che faccio ! - La signora Folengo assumeva un aspetto di franchezza che non le avevo conosciuto prima ; una leggiera onda sanguigna le aveva imporporato il viso , e la commozione sollevava a ritmo il suo largo seno . L ' uscio fu toccato lievemente , poi girò sui cardini senza romore , schiudendo il passaggio a Lidia . Io non dimenticherò mai com ' ella apparve in quell ' istante , coi capelli biondi pettinati all ' indietro , in modo da scoprir la fronte pura . Lidia vestiva un abito grigio e portava un grembiale nero ; l ' abito indicava forme così giovanili e così recenti di maturanza da ispirar piuttosto sollecitudine tenera che ammirazione ; il suo viso era un po ' pallido , ma freschissimo , e ne aumentavan l ' impressione di giovanezza rigogliosa gli occhi turchini , la bocca dalle labbra rosse e ben delineate ; aveva piccolo naso , con narici rosee , e piccolissime orecchie ; il collo , per quanto appariva dall ' abito , era d ' una bianchezza alabastrina ; il petto non troppo esile nè povero ; le mani magre , con dita affusolate . L ' espressione interrogativa ch ' era sul viso della fanciulla all ' entrar nel salotto , sparve non appena Lidia mi scorse , e fu cancellata da un tenue rossore . - Buona sera , signor Lacava ! - ella mi disse . Per la prima volta dacchè ci conoscevamo , io le tesi la mano , ch ' ella strinse , gettando un ' occhiata dubitosa a suo padre . - Vieni ! - le disse donna Teresa , avvicinandola a sè . - Vieni dalla tua mamma . - Lidia s ' accostò alla poltrona , dove la madre s ' era seduta ; non so quel che passasse allora nell ' animo della giovane , ma certo l ' insolita accoglienza doveva assai turbarla . I suoi occhi andavan senza posa da me a suo padre , e da suo padre alla signora Folengo . Questa la serrò fra le braccia , e la fece sedere vicinissima a sè . Io solo rimaneva in piedi , appoggiato al piano - forte . - Che cosa avviene dunque ? - domandò Lidia , non potendo trattenersi . - Cara ! - esclamò donna Teresa , prendendole la testa e baciandola sui capelli . - Noi ci siamo radunati qui , - cominciò il signor Folengo con voce solenne , - per parlar del tuo avvenire . - Stai bene oggi ? Hai la mente lucida ? - cominciò a sua volta la signora . - Ti senti di poter rispondere e decidere con chiarezza ? - Ma sì , senza dubbio .... - rispose Lidia , guardandomi come per invocare il mio ajuto . - Ebbene .... - disse la signora Folengo con precipitazione , - ebbene il signor Sergio Lacava ti ha chiesto in isposa , noi abbiamo acconsentito , e aspettiamo la tua risposta . - Alle prime parole , Lidia sobbalzò , mentre un rossore intenso le saliva fino alla radice dei capelli ; poi nascose la testa con rapidità sul petto di sua madre . - Oh mamma ! - disse . E scoppiò a piangere con una violenza nervosa irrefrenabile . - Io credo - osservai - che la signorina : si trovi a disagio davanti a me ; sarebbe stato forse meglio .... - Donna Teresa mi troncò la parola con un moto del capo . - Via , - fece poi a Lidia , - non essere bambina . Tu ci metti in pena .... Lo so ; non eri preparata ; è un assalto di nervi ; andiamo , alza la testa .... Lidia obbedì e prese dalle mani di sua madre il fazzoletto per asciugarsi gli occhi ; ella guardava con tanta fissità il viso di donna Teresa , da svelar la paura d ' incontrare i miei sguardi . L ' attitudine era cosi fanciullesca e così bella a un tempo , che i signori Folengo e io sorridemmo insieme . - Forse - disse il signor Folengo - noi esercitiamo su Lidia una pressione involontaria . Vuoi prender tempo ? Vuoi pensare prima ? - Oh no ! - proruppe inavvertitamente la fanciulla , tenendosi immobile . - Allora ? - Allora , è presto detto , - fece donna Teresa , volgendosi a me . - Lidia è contraria a questo matrimonio .... - La fanciulla allungò le mani verso donna Teresa e tentò l ' atto di chiuderle la bocca . - Ah ! - esclamò ridendo la signora . - Dunque , vieni qui . Dunque , sì ? - Sì ! - rispose Lidia , che aveva nascosto nuovamente il capo fra le braccia della madre . Io avventai alla fanciulla uno sguardo quasi violento di desiderio e d ' amore . Da quell ' istante , ella era tutta mia . II . Il cielo prendeva un aspetto retorico , da melodramma . Sopra uno sfondo potentemente azzurro , vagavan certe grosse nuvole bianche , fra cui la luna ora si nascondeva , ora faceva capolino . Dalla finestra della mia camera era , lo spettacolo , più curioso perchè il giardino , al disotto , andava illuminandosi ed oscurandosi a seconda della luna bizzarra . S ' alternavan gradazioni di verde lucido e gradazioni di nero opaco , ombre sul terreno scheletriche e scarmigliate , indecisioni di contorno . Queste diverse imagini s ' imprimevano forte nel mio cervello non come percezioni chiare , ma come sensazioni , che ricordo ; perchè il momento era dei più difficili . Noi ci eravamo ritirati da circa un ' ora ; gli amici , i parenti , avevano abbandonata la casa con un ' ultima stretta di mano , alcuni con un sorriso . Lidia - mia moglie - s ' era appartata nella sua camera , accompagnatavi da donna Teresa , che l ' aveva lasciata poi , baciandola sulla fronte ; pallide e commosse tutt ' e due . Io , in abito nero , sembravo una decorazione della mia stanza da letto , nervosamente allegra , perchè al giuoco della notte indecisa vi faceva robusto divario la luce artificiale ; erano accesi i due bracci a candela dell ' armadio , le due lampade sul caminetto e la lampada pensile nel mezzo . Poi , aleggiava un profumo acuto di fiori , raccolti in coppe , morenti con furiose dispersioni d ' ebrietà . Appoggiato al davanzale della finestra , vedendo ma non osservando il rimpiattino della luna , io meditava . Era necessario lasciare scorrere un certo lasso di tempo affinchè Lidia non credesse la mia un ' intempestiva sorpresa , un ' invasione da barbaro . Il suo cuore doveva battere a martello ; era necessario lasciarlo calmare . Io stesso aveva bisogno di guardare in faccia il fenomeno di questa vergine lanciatami fra le braccia dalla legge , datami esultando da sua madre , perchè la trasformassi in donna , con un mezzo che due giorni avanti si sarebbe chiamato il disonore . Con maravigliosa mutazione , pel semplice fatto che l ' amore , così insofferente di forme e di nomi , aveva preso nome e forma di matrimonio , tutto quanto era proibito , condannato , scandaloso prima , diventava lecito , onesto , doveroso adesso ; un bacio , un abbraccio , una notte , più notti , un giorno , più giorni d ' intimità , erano cosa buona ; e se io avessi dato il bacio , tentato l ' abbraccio , passata una notte con Lidia , avanti ch ' io avessi potuto chiamarmi suo marito , Lidia sarebbe stata perduta , e suo padre avrebbe avuto il diritto d ' uccidermi e di farsi applaudire come un istrione alla ribalta . Ciò non era logico , ma necessario , il che è ben diverso ; tanto diverso che la considerazione de ' miei diritti improvvisi su Lidia mi dava un umor chiaro , allegro , piacevole . Sapevo il significato di quanto era per avvenire ; significato di sì grande rilievo che da esso dipendon quasi sempre le sorti di due esistenze . Mi richiamavo alla memoria delle letture fatte sull ' argomento in altra età , per una speranza di possibile eclettismo che mi servisse di guida ; ma mi sembravano ingenue o inadatte al paragone . L ' unica mia guida dovevo essere io medesimo e trovare nel mio passato quelle cortesie , e quelle delicatezze e quelle audacie che l ' esperienza m ' aveva insegnate ottime , se non in casi identici , almeno in casi di qualche somiglianza col presente , se non in una prima notte di matrimonio , almeno in una prima notte . Accostarmi a Lidia come un amante a un ' amante , era possibile e bello ; ma Lidia , la mia amante , era una fanciulla e il nostro amore non aveva termine , e ogni falso o corrotto insegnamento si sarebbe trasformato in un germe pericoloso del quale avrei colto io il frutto . Quindi , potevo e dovevo essere l ' amante , ma un amante castigato , limitato , rettissimo . Volgendo nel mio animo questi pensieri , m ' ero ritratto dalla finestra ed ero venuto ad appoggiarmi colle braccia sul marmo del cassettone . Innanzi , lo specchio mi rifletteva pallido con un sorriso un po ' convulso , e la lucentezza dello sparato chiuso quadratamente nell ' abito , mi dava un ' aria quasi severa . Il profumo dei fiori vibrava fortissimo alle nari ; dall ' uno lato e dall ' altro dello specchio , due vasi di porcellana traboccavan di narcisi e di garofani e d ' anemoni e d ' altri fiori vigorosi . Levai dal gruppo folto una gardenia , che soffriva più dei compagni e la passai nell ' occhiello . C ' eran molte persone , le quali pensavano a noi in quell ' istante . La nuova del mio matrimonio s ' era sparsa per Milano e fuori con rapidità e maraviglia . Gli amici non si figuravano me nella notte presso Lidia ? non analizzavano con cinica irreverenza il nostro amore che s ' iniziava ? nell ' ombra non si preparavan già delle insidie ? Io avrei trovati i mezzi d ' intercludere il passaggio a qualunque insidia tesa sulla via della mia donna . E anche questo dipendeva dal momento in cui ero . Laura Uglio non era tornata dalla prima notte di matrimonio così nauseata , da giustificare il suo adulterio avvenuto tre mesi dopo ? Angela Tintaro non aveva nella prima notte di matrimonio giurato di darsi a una donna , e a uomini mai più ? Quanti mariti maldestri non avevano in poche ore mutata una fanciulla in un ' impura colomba , presto insaziabile ? Aneddoti sparsi nelle mie memorie , dei quali capivo a un tratto la sapienza .... Secchi e sonori per l ' amico silenzio , l ' orologio del giardino diffuse dodici colpi . Li contai adagio , smorzai i lumi , lasciando accesa la sola lucerna pensile . Mi diedi un ultimo sguardo nello specchio : la gardenia , lo sparato candido , l ' abito nero , anche il viso molto pallido , sembravano giovarmi . Al momento d ' aprir l ' uscio , ero tranquillo ; meglio , ero ilare e sicuro di me ; avevo un indiavolato bisogno di scherzare . Apersi , passai nel salotto oscuro , ma grave di profumi come la mia camera . Un sottil filo di luce rosseggiava sotto l ' uscio della stanza di Lidia : troppo intenso , non poteva provenire dalla lucerna da veglia ; era la luce d ' una lampada portatile . Posta dove ? Non presso il capezzale . Lidia aveva fatta un ' illuminazione nervosa come la mia ? Bussai leggiermente alla porta di Lidia , e mi sentii sorridere . L ' orologio ribattè i dodici colpi nel giardino . Che lampo era stato e che eternità quell ' intervallo ! Avvertii un lieve romore : poi il silenzio proseguì dovunque . - Lidia ! - dissi ponendo la mano alla gruccetta dell ' uscio . - Avanti ! - rispose con voce soffocata . Apersi l ' uscio e guardai . Lidia , in accappatojo , coi capelli sciolti , aspettava in piedi presso una poltrona . Da una tavola sotto la finestra , una lampada alquanto attutita dal paralume a smeriglio , sprigionava luce blanda , quasi pulviscolo azzurrato , che veniva a stendersi sui capelli , sulla fronte , sulle guance di Lidia e le dava una stanchezza , come dopo il ballo , al sorger dell ' alba . L ' atteggiamento della giovane denotava un ' apprensione vivissima , tradita pure dal respiro precipitoso che le agitava il seno . - Non ti sei coricata ? - domandai , mentre avanzavo richiudendomi l ' uscio dietro le spalle . Lidia fe ' cenno di no colla testa . - Hai avuto paura ? - dimandai di nuovo , prendendole una mano . Lidia fe ' cenno di sì . Mi sedetti sulla poltrona a cui ella era appoggiata , e tenendo tutt ' e due le mani di Lidia , attrassi la fanciulla sulle mie ginocchia . - Vediamo , - dissi , posandole le labbra sulle labbra caldissime ed immobili . - Io son desolato d ' essere costretto a disturbarti ; ma non prevedevo di trovarti ancora alzata . Volevo semplicemente augurarti la buona notte . Sorridi ? ... Non bisogna dubitare delle mie parole , - aggiunsi , mentre mi scoprivo a sorridere io pure . Noi , così seduti , avevamo la tavola colla lucerna alle spalle e di fronte il letto ; il letto sui guanciali serbava l ' impronta della testa di Lidia e le coperte apparivano già rimosse . Evidentemente , Lidia s ' era coricata , e vinta a un tratto da un ' impazienza nervosa , aveva dovuto alzarsi . La fanciulla afferrò il mio sguardo , arrossì , e rise lievemente . - Questa paura ! - continuai . - Non t ' ha lasciata riposare ? Ma di che cosa hai paura ? Di me ? - Le presi la testa fra le mani e l ' obbligai a guardarmi ; i suoi occhi azzurri continuavano a ridere sì piacevolmente , ch ' io li avvicinai e li baciai senza aspettare la risposta . Finalmente , le labbra di Lidia si mossero a restituirmi il bacio . Il sistema , come il più semplice , era dunque anche il migliore . - Di me , no , senza dubbio , - ripresi . - Non rispondi ? - Di te , no , senza dubbio , - ripetè Lidia a voce bassa . - Grazie . Ma allora , non capisco più nulla ! Lidia abbassò la testa , guardando la mia gardenia , un po ' ingiallita . Io sentiva il profumo del fiore levarsi dalla massa bionda dei capelli di Lidia , dall ' accappatojo , dalle braccia un po ' scoperte , dal busto senza fascetta , che mi s ' appoggiava contro , in una perspicuità di linee assai tormentosa . Presi la gardenia e tentai di collocarla sul petto della fanciulla ; ma non appena allungai la mano , Lidia portò le proprie , arrossendo , sopra i ganci che le chiudevan l ' accappatojo fino al collo . Il sistema non era dunque il migliore . - Perchè non hai fatta accendere la lucerna da veglia ? - chiesi , tornando a infilare il fiore nell ' occhiello . - Non ci ho pensato , - rispose Lidia . - Vuoi accenderla tu ? S ' io mi fossi alzato , Lidia avrebbe preso il mio posto ed avrei perduta una strategica posizione . - Accendila tu ! - ripetè Lidia . La mia considerazione rapida doveva essere stata fatta anche da Lidia . Ella si levò dalle mie ginocchia e rimase in piedi presso il letto ; nel mentre abbassavo e accendevo la lucerna , Lidia non si ricordò di sostituirmi nella poltrona ; mi guardava impacciata , colla mano destra sul guanciale . - Ora c ' è troppa luce , - disse . M ' avvicinai alla tavola e posi innanzi a quella lucerna una specie di ventaglio roseo , che mutò sùbito la luce viva in altra delicatissima . L ' accappatojo di Lidia prendeva una tinta deliziosa , difficile a riprodursi , che pareva gradazione di due colori soavi compenetrati . Rimasi un istante a gustare il quadro . Lidia continuava a guardarmi coi grandi occhi turchini . M ' accorgevo che se avessi ceduto alla mia volontà , invece di riprendere il posto nella poltrona , come feci , avrei abbracciata Lidia e l ' avrei atterrita coll ' irruenza d ' un amore represso e rattenuto per due anni . - Non ti senti stanca ? - le chiesi , senza pregarla d ' avvicinarsi . - Vuoi coricarti ? È passata la mezzanotte . La fanciulla girò la testa intorno , come cercasse un angolo discreto . - Io me ne andrò , - aggiunsi . - Vuoi ? - Sì , - rispose Lidia , movendosi per aprirmi l ' uscio . Quando fummo sulla soglia , ella tradì una fuggevolissima esitazione , come ogni volta respingeva un pensiero malagevole ad enunciarsi . - Io aspetto qui in sala .... Volevi dirmi ? - Volevo dirti questo , appunto , - ella confessò . E per nascondere il suo turbamento , si ricoverò fra le mie braccia . Provai tale un ' impressione di tutto il suo corpo sul mio , tale una vertigine di piacere , che dovetti ricordarmi il proposito di non fare un ' invasione da barbaro , - per resistere all ' agitazione di prender Lidia e portarla sul letto e spogliarla io . Non dubitando del cimento al quale mi sottoponeva , Lidia rispose a un tratto al mio bacio e mi circondò delle braccia il collo . - Sei molto pallido , - osservò , mentre si staccava . - Non ti senti male ? - No , cara . Ho la camera zeppa di fiori ; deve essere il profumo che m ' ha alterato un istante . - Dev ' essere il profumo ! - ripetè Lidia chiudendo l ' uscio e accompagnando il gesto con un grazioso saluto del capo . - " Sì , il profumo , - pensai . - Ma quale ? " Il salotto era oscuro ; ciò mi servì di pretesto per accomodarmi su una sedia vicinissima all ' uscio . Io udiva così Lidia muoversi nella sua camera ; il fruscìo dell ' accappatojo sciolto e cadutole ai piedi , facendole cerchio , e dell ' accappatojo raccolto su una sedia ; lo scricchiolìo del letto che accoglieva il corpo leggiero ; un fievole colpo di tosse . - Sergio ! - chiamò la voce di Lidia . Non so perchè , l ' essersi ella coricata diede ad entrambi maggiore sicurezza . Lidia medesima sorrideva , guardandomi rientrare , sebbene si fosse accuratamente volte intorno le coperte fino al collo ; aveva spinta la poltrona accanto al letto . - Il mio posto ? - domandai , restando in piedi . - Il tuo posto è lì , - ella rispose accennandomi cogli occhi la poltrona . - Ma qui avrò freddo ! - mormorai . - Nel mese di giugno ! - esclamò Lidia . - Prova . - Proviamo . Il posto non era brutto , sebbene non fosse il migliore . La testa di Lidia circondata , - aureola giovanile , - dai capelli biondi , gli occhi vividi , e quell ' indefinita sola bianchezza della carnagione , propria dell ' età più bella , m ' apparivano ben lumeggiati , precisi . L ' astuzia d ' avvolgersi diligentemente nelle coperte , dovuta al pudore , non aveva sortito il suo effetto , perchè le forme di Lidia si determinavano con procace evidenza e se la fanciulla non fosse stata volta sul fianco , le coltri sottili avrebbero delineato anche il seno . - Sarebbe possibile , - dissi , - baciare una tua manina ? - Possibile , - rispose Lidia , sporgendo la mano destra con un sorriso . La breve camicia lasciava il braccio nudo . Vidi passar negli occhi di Lidia il quesito insolubile di darmi la mano coprendo il braccio ; ma cedette all ' inattuabilità di tale disegno ; nel movimento un po ' precipitoso , le coltri si smossero , ed io le rattenni , e per stabilire e mantenere l ' insperato vantaggio , rapidamente dalla poltrona passai sul fianco del letto , mentre istintivamente Lidia si ritraeva facendomi posto . L ' atto riuscì seducentissimo nella sua schiettezza ; la cortesia femminile dominava la verecondia per un lampo e si faceva incontro alla dolce necessità di cedere . Vidi e compresi , e la improvvisa intelligenza di quel moto mi provocò un brivido lungo . Non ero più nè ilare , nè tranquillo ; consapevole d ' una veniente tristezza . Il mio amore invadeva l ' animo con tale veemenza , da sgominarlo , e farlo debole . Sorgeva misteriosa e meglio che da qualunque legge , da quella verginità , tutta profumo e sorriso , ch ' io stava per distruggere , - la comprensione di quanto io doveva alla fanciulla sacrificata . All ' ultimo baluardo , invece del goloso desiderio , io incontrava una tenerezza mesta ingiustificabile , da avaro innanzi al tesoro lungamente accarezzato . L ' avaro non avrebbe voluto spenderlo , avrebbe voluto aspettar tuttavia , gioirne tuttavia , promettersi e negarsi la frenetica sensazione di tuffar le mani nell ' oro , forse meritarsela di più . Io soffriva dell ' attimo fuggente e dell ' irreparabilità della conquista . Passai adagio le braccia sotto il busto di Lidia , attirandola a me . Ella teneva gli occhi chiusi e il suo pallore mi spaventò . - Anima , - susurrai , - soffri ? - No , - rispose Lidia , aprendo gli occhi . La luce delle due lampade si projettava troppo intensa . Lasciai Lidia e smorzai quella ch ' era sulla tavola ; ora la penombra si faceva tutelare e propizia ; ma tornando al mio posto , di nuovo il pallore della fanciulla mi spaventò . Ella mi guardava smarrita , e un ' agitazione ch ' era male vero , cresceva in lei , le pulsava nel petto , nelle arterie , moltiplicandone il ritmo . Tentò di togliersi alla mia stretta e si trovò sùbito libera . Erta sul busto , colle braccia rigide che le facevano sostegno , rimase un attimo indecisa . - Ho paura ! - esclamò poi . - Non per te , Sergio , ma ho paura ! Perdonami ! Le salivano convulsi alla gola singhiozzi senza lagrime ; chino su di lei , le mie mani sentivan le ciocche de ' suoi capelli , morbide e lisce , disordinate per il guanciale . Non osavo muovermi nè parlare ; lucide , lancinanti , memorie di spose morte così fra i primi amplessi del marito , mi si piantarono nel cervello . Ma come ella avesse intuita la mia angoscia superiore alla sua , Lidia mi gettò le braccia al collo . - Perdonami ! - disse nuovamente . - Ho paura ! Noi ci cercammo le labbra , e al caldo contatto infine le lacrime di Lidia proruppero , mi caddero brucianti sulle mani , chiamarono le mie ; la crisi quietò Lidia a poco a poco , lasciandola colla testa sul mio petto , gli occhi chiusi , da ' cui angoli scorrevan deliziosissime e infantili le lagrime . Non so quanto così rimanessimo , vittime d ' un arcano fascino . Quasi sentivamo i gravi silenzi della casa circondarci lentamente e addormentarci la coscienza dell ' ora . Tutt ' e due sulla soglia d ' una felicità agognata , rimanevamo titubanti , malinconici e paurosi , perchè nulla più del presente doveva tornare . Ella s ' era distesa nel letto , quasi calma ; io la baciava adagio sui capelli , sugli occhi , sulla bocca , sul collo , sulle mani , naufragante in un ' onda voluttuosa . L ' avaro assaporava il suo tesoro che aveva anima e forma , e si sferzava col ricordo di tutte le caducità umane per togliersi al pazzo bisogno di serbare il tesoro intatto . Quindi , la fanciulla ridivenne fiduciosa . E così l ' attimo fuggente si dileguò . III . Parecchi anni addietro , al buon signor Pfaff , io aveva domandato un giorno : - Perchè non mettete un ' epigrafe sul vostro ricovero di pace e di salute ? Il signor Pfaff m ' aveva guardato senza rispondere , ed era stata la figlia a spiegargli il mio concetto . La signorina Silesia Pfaff , dopo aver discusso alcun poco in dialetto grigione col padre , mi s ' era rivolta dicendomi in italiano sgangherato che il padre non capiva e che se volevo porre un ' epigrafe sul piccolo albergo , la dettassi a lei . Fu così che sul ricovero di pace e di salute lampeggiò in lettere d ' oro l ' iscrizione : VENITE , DOLENTES . E i dolenti venivano , uscendo dalla ressa delle città , pallidi e smunti , e cercavano il silenzio , la vita semplice , l ' armistizio di pochi mesi nella battaglia rabbiosa di tutto l ' anno . E v ' ero venuto io medesimo , ora curvo per la morte di mia madre , indimenticabile figura di donna bruna e nobile ; ora freddo , caustico , per l ' opprimente perizia degli inganni ; ora scosso e attonito per la morte inaspettata di mio padre ; ora vuoto ed aspro per diffidenza degli altri e di me stesso ; e ogni volta , l ' anima aveva ricongiunte le ferite , s ' era dilatata nel silenzio , s ' era compiaciuta di quella grande e libera solitudine . Al caro luogo avevo prestata quasi una simbolica potenza di farmaco . Vi sognavo bene , come in città non era possibile , e vi attingevo preziosi cumuli d ' energia morale ; talchè nelle gioje lo desideravo per meglio compenetrarle , e nei grandi dolori per essere umile innanzi a superbi spettacoli di paesaggio . L ' albergo del signor Pfaff era situato fra Splügen e Andeer , sulla via per Coira , in posizione così felice che sempre , quando la diligenza vi si fermava dinanzi , erano esclamazioni ammirative fra i viaggiatori . Poichè , dietro la casa , i prati si stendevan verdemente fino al Reno , indomato ancora e ruinoso ; davanti eran la strada postale e la lunga serie di pinete che costeggian quella strada per notevole tratto ; la conca nella quale l ' albergo ha fondamento , è formata da montagne , alcune ricche d ' abeti e di lecci , altre brulle quasi il fuoco vi sia passato con indileguabil traccia di devastazione . Intorno , vie numerose conducono ai boschi , ai villaggi , ai monti ; una , poco aperta allo sguardo , dietro la casa del signor Pfaff , costeggia il Reno , avvallata fra gli alberi fitti , e conserva l ' indole selvaggia delle strade raramente percorse . Più in alto , al disopra dell ' albergo , il villaggio di Sufers , con quelle case metà di legno e metà di pietra , che danno sùbito l ' imagine della Svizzera , come le pagode caratterizzano l ' India e gli edifici a più tetti e a sesto acuto indicano la Cina . Spesso , in quel villaggio di Sufers , preziosamente conservati sul davanzale delle finestre , alcuni vasi di geranî e di garofani , risvegliano una nota d ' allegria gentile . Noi eravamo diretti al ricovero di pace , non dolenti , ma lieti anzi d ' inesprimibile contentezza . Avevo pregata io Lidia di seguirmi lassù , perchè mi pareva ed era triste cosa di non aver raccolte in un sol luogo ed in un successivo spazio di tempo le più pure nostre memorie . Un po ' di vanità femminile aveva forse giovato a convincer Lidia del mio disegno ; l ' idea di varcare il confine e di veder costumi nuovi , le era parsa men comune e preferibile a un pellegrinaggio per città italiane , notissime a tutti ; ne ' suoi viaggi colla famiglia , non s ' era mai spinta oltre il lago di Como o il lago Maggiore . Salimmo nella carrozza da posta verso mezzogiorno . L ' antico veicolo dipinto in giallo e rosso e tirato da quattro cavalli , ci poteva illudere un istante di non vivere in un ' età insopportabilmente civile e meccanica . Noi avevamo agio a gustare la bellezza dei luoghi e ad aspirare una purissima aria montanina , comecchè il giorno fosse ricco d ' azzurro e di sole . Nella scossa che il veicolo ci comunicò mettendosi in moto , Lidia mi si appoggiò tutta , ridendo , ed io le strinsi le mani . D ' improvviso , mi ricordavo una molestia patita il mattino stesso durante il viaggio in battello da Como a Colico . V ' era salito un giovane elegante , il quale non aveva smesso di guardar Lidia con occhiate da scapolo esperto , date a tempo e in modo che la persona osservata non se ne avvedesse . Per l ' insistenza stupida dell ' ammiratore , avevo sofferto con ridicola intensità , e pretestando l ' aria troppo fresca , avevo finito per invitar Lidia a discender meco sotto - coperta . Era un principio di gelosia vaga ? Senza dubbio , quantunque incoerente col mio intero passato ; non ero mai stato geloso d ' alcuna donna , o perchè non ne valeva la pena , o perchè sapevo allora dominarmi . Ma indubitabilmente d ' ora innanzi , gli sguardi , i sorrisi , le parole dirette a Lidia , m ' avrebbero fatto male ; potevo affermarlo con sicurezza quasi matematica . Ciò era necessario e illogico siccome ogni paradosso di sentimento . Lidia era bella , e non d ' una bellezza così capricciosa da risvegliar l ' attenzione di pochi intelligenti ; ma d ' una bellezza fresca , ingenua , assai pura , che avrebbe stimolato il desiderio perverso , quel desiderio del male , del corrompere , dell ' insozzare un ' anima il quale è peggiore di gran lunga d ' ogni desiderio sensuale , e pur s ' annida in fondo al cuore di molti uomini . Si sarebbe annidato fors ' anco in fondo al mio cuore , se io fossi stato estraneo a Lidia ; anzi , peggio , vi s ' era annidato già , in altri tempi , ed io aveva commesso il delitto di pervertire qualcuna , pel solo piacere di pervertirla , d ' eccitarla malamente e di mutare una superba in una donna come tutte le altre . La cattiva esperienza m ' insegnava che le anime chiarissime , incitano e richiamano la malvagità ; la fede provoca la negazione , quasi processo di fenomeno elettrico . Forse non è lo stesso dei corpi femminili , tanto più procaci quanto più velati allo sguardo in vesti ondeggianti , con linea severa ? Lidia , dopo le prime esclamazioni di gioja al cospetto della vallata che si offriva alla nostra manca , - parlava con inflessioni carezzanti della voce colorita , e parlava d ' ogni cosa , ora sorridendo alla figura burbera del cocchiere appollajato e mutolo sul suo sedile , ora intenerendosi alla vista dei monelli cenciosi che ne seguivano in cerca d ' un soldo . Come la carrozza , per la salita , andava al passo , i monelli si facevano audaci , gettavano mazzolini d ' edelweiss sulle ginocchia di Lidia , senza cessare dalla loro nenia mendicante . Lidia , che credeva liberarsene coll ' offrir loro qualche moneta , se li vedeva comparir più numerosi . V ' era una bambina coi capelli arruffati , sudicia , scalza , insistentissima ; non appena un soldo veniva gettato , ella si slanciava e lo disputava ai maschi , rotolandosi con loro per terra ; la scena crudelmente selvaggia stupiva Lidia , la quale non riusciva a persuadersi che la monella appartenesse al medesimo sesso di lei . Al riprender del trotto , i monelli rimasero , addietro , sparvero ad un gomito della strada e in un nugolo di polvere . La carrozza procedeva robustamente , e il vetturale , curvo , indifferente al paesaggio di cui doveva conoscere ormai ogni anfrattuosità , spingeva i cavalli a esortazioni e a tocchi di frusta . Sui fianchi delle montagne si vedevamo sparsi poledri e giovenche , intenti al pascolo , volgendo appena la testa al passaggio del veicolo romoroso . Alcune fra le giovenche , piantate in mezzo alla strada con bruta apatia , costringevano il vetturale a frustarle perchè facessero largo , e oltrepassata la carrozza , riprendevano , la loro immobilità , coll ' occhio atono e fisso , come animali di bronzo . Dopo il cambio dei cavalli a Campodolcino , - collocato graziosamente in un ' estesa verde di praterie , - l ' aria si fece più viva , il paesaggio intorno più tetro per maestosità di montagne , la salita più decisa . M ' ero lasciato prender volentieri dalla vivacità di Lidia ; era impossibile non esultare alla soddisfazione complessa che illuminava la donna e le brillava negli occhi . Discesi dalla vettura , noi le camminavamo a fianco , studiando di precorrerla quando il terreno ce lo permettesse . La strada , scavata a giri nel fianco della montagna , ci offriva d ' accorciar di molto il cammino che il veicolo doveva seguir tutto e ci arrampicavamo sui rialzi per balzar dall ' altro lato della strada . Lidia , coll ' abito corto da viaggio , i piccoli piedi calzati in forti stivaletti di cuojo giallo , svelta , agile , s ' appoggiava alla mia mano e spiccava il salto con arditezza . Ma si stancò presto e dovemmo attender la carrozza , che avevamo vantaggiosamente distanziata , per risalirvi . Il vetturale ci guardava con occhio tenero , quasi paterno e non riprendeva il viaggio se non certo ch ' io avessi ben collocata Lidia . Una pigra ma sicura mutazione mi faceva sentire , man mano procedendo , che le memorie dei luoghi noti m ' entravan nell ' animo spalancato , ne cacciavano ogni imagine faticosa della città , mi davano una superbia di possesso quasi io solo fossi passato di là e solo conoscessi le voci sonore e profonde dell ' altitudini ; poi , guardando Lidia , - ora avvolta in uno sciallo da viaggio per ripararsi dall ' aria pungente , - provavo un fremito leggiero , nulla giudicando più dolce di simile amore in simili plaghe . A un tratto , Lidia volse il capo verso di me , i nostri sguardi s ' incontrarono , e la donna intuì il mio pensiero dilettosamente soggettivo . - Sei venuto spesso qui ? - ella chiese . - Cinque anni di séguito , in questa medesima stagione . - Solo ? - ribattè ella , con qualche esitanza . - Sempre solo .... Puoi supporre ? ... Ma no . Lidia non mi supponeva capace di condurla dove altre memorie di donne vivessero , e mi pentii del sospetto , e per cancellarlo le narrai in quali condizioni avessi scelto quel ricovero tranquillo , le dissi dell ' epigrafe sulla casa , e ormai mutabile in quest ' altra : " Venite , gaudentes " se gaudente non avesse una significazione materiale e volgare . Le brevi domande , però , mi ricordarono ch ' io doveva la storia del mio passato a Lidia . Non sapeva io tutto di lei ? La sua vita fino al mio incontro era stata così semplice , così eguale , che ponendo piede in casa Folengo , avevo capito come ogni giorno vi fosse monotono e puro , perchè Lidia non aveva amiche . Soffersi quindi , nuovamente , una curiosa molestia dacchè il mio passato era ben diverso , inutilmente ricco d ' intenzioni variate e inesorabilmente vuoto di bene e di male grande ; ero stato un uomo allegro e triste , malvagio o beffardo , a seconda dei casi , e per questo , nel mentre nulla avevo fatto che mi distinguesse da qualunque altro scapolo , - nulla , nel medesimo tempo , era più increscioso a narrarsi di quegli anni desolati , infingardi ; chiusi nella ricerca di commozioni , comunque fossero , anche bassamente colpose . Stabilii , dietro la rapida sintesi , di non parlare e d ' attendere che Lidia desiderasse o in qualsivoglia modo mi ricercasse quella storia , un po ' fosca , un po ' grigia . Pel momento , la donna era assorta nella contemplazione della cascata di Madesimo , presso Pianazzo , balzante rivo d ' acqua bianchissima , spumosa , lunga e molle , che rallegrava d ' un tratto la montagna nera e nel silenzio della strada deserta mormorava con liquida cadenza . Madesimo , l ' elegante ritrovo , era alla nostra destra e larghi affissi sopra una casa cantoniera ne indicavan la via ; ma pel bisogno di calma ch ' io sentiva , per il tepido fiorir dell ' amore di Lidia , il luogo riusciva troppo chiassoso e vivace . Più oltre , e a più fresca altezza , attirò gli sguardi della donna il villaggio d ' Isola , giù nella vallata , disperso a gruppi di capanne brune , dal tetto acuto , e arrampicate pel versante dell ' opposta montagna in notevole estensione e in una mutezza desolante di luce , anche malinconica per la nudità del monte sul quale eran disseminate . Assai piccole e quasi immobili , si scorgevan qua e là delle gregge di mucche . E tutto appariva traverso il fogliame degli alberi che avevamo a fianco della diligenza e che sembrava un immenso ornato , frapposto al villaggio da un artista bizzarro . Una particolarità del cammino erano ora le gallerie , attraversanti il ventre della montagna , e sotto le quali passavamo . Istintivamente , Lidia si curvò , come temesse d ' urtar la testa nelle travi che sostenevan l ' opera ardita , dalle vôlte umide , stillanti , le cui aperture , intervallate a guisa di finestre verso il fianco sinistro del monte , illuminavano con regolar quadrato di luce . V ' eravamo giunti per una via serpentina , talchè , volgendoci , potevamo ritrovar coll ' occhio il percorso fatto . Lidia , nella quale l ' incontro delle gallerie aveva ridestata la maraviglia graziosamente loquace delle prime tappe , si lamentava del freddo , soffiato coll ' aria violenta , che trovandoci in abiti estivi aveva buon giuoco anche sulle coperte da viaggio cui eravamo ricorsi . La molestia durò poco , perchè oltrepassata la vetta dello Spluga e l ' ultima cantoniera italiana , cominciò la discesa , prima quasi insensibile , poi rapida così che i cavalli di timone dovevan resistere all ' impeto del veicolo piuttosto che favorirlo , e quelli di volata si piegavano abilmente sul fianco per mantener l ' equilibrio . Era una bella e potente sensazione , questa della discesa . Il paesaggio svizzero si presentava foltissimo di pini , cosicchè pareva vi ci tuffassimo , e il profumo di resina , l ' aria nitida venissero ad incontrarci , penetrandoci beneficamente nei polmoni . Lidia non mostrava d ' essere stanca più di quanto fosse al principio del viaggio e come il sole andava riprendendo calore , ella si toglieva le coperte , sorridendo alla corsa piacevole , colle mani appoggiate allo sportello e il busto eretto ; l ' onda d ' ossigeno le prestava nuove forze ; la fatica , lo sbalordimento del viaggio , i mutamenti improvvisi di temperatura , di cui avevo temuto per la fragile donna , svanivano innanzi al bisogno nervoso di giungere , dal quale ella appariva animata . La discesa continuava veloce ; vedevamo , come già prima la via percorsa , in basso tutta la via da percorrere , a nastro , bianca e soleggiata , ombrosa di tanto in tanto , - e lontana , diritta , eguale , la strada che da Splügen conduce a Nufenen e a Hinterrhein . Lidia m ' interrogava sulla situazione della casa Pfaff , dimostrandosi felice del mio disegno effettuato , sentendo inconscia ella pure la voluttà d ' una solitudine amorosa , senz ' occhi indiscreti . I cavalli trottavano ora in piano , in direzione opposta a Nufenen . Erano le sei del pomeriggio e il sole si ritraeva man mano , lumeggiando le case più alte , il cimitero e la chiesetta di Splügen , senza malinconia , quasi con un senso largo di quiete abituale . Al passo , traversammo il ponte di Splügen e dal ponte ci arrestammo sulla piazzetta del villaggio , innanzi al Bodenhaus Hôtel , dove un gruppo di contadini raccolto pel riposo della sera , ci salutò con amichevol deferenza . In un angolo della piazzetta , ci aspettava la carrozzetta del signor Pfaff , linda e ripulita , colla giumenta saura ; e mentre ajutavo Lidia a scendere , il signor Pfaff , uscito dal Bodenhaus Hôtel , mi si fece incontro tenendo il cappello tra le mani . Piccolo , tozzo , formidabilmente quadrato di spalle , col viso senza neppure i peli delle sopracciglia , con due furbi occhi cilestri , - il signor Pfaff non era in nulla mutato dall ' ultima volta ch ' io l ' aveva visto , e dimostrava una diecina d ' anni meno de ' suoi sessanta . Egli mi strinse la mano , felicitandosi del mio ritorno , in una specie di dialetto lombardo , da lui imparato per frequenti corse nell ' Alta Italia ad acquisti di vini e di bestiame ; poi guardò Lidia , ch ' era presso di me , esile e dùttile figurina d ' adolescente . - La mia signora ! - dissi . Egli s ' inchinò sùbito , ma compresi che Lidia non gli piaceva . Non era un tipo svizzero ; le mancavano le allegre tinte alle guance , il seno turgido , i fianchi rotondi , e una sola mano del signor Pfaff sarebbe bastata a piegar Lidia come un virgulto . L ' istinto , che in quei paesi fa valutar la donna secondo la capacità a lavorare e a produrre attestata dal suo corpo , dava una delusione al signor Pfaff . Lidia era un essere inutile , a suo credere . Quando fummo nella carrozzella , guidata dal signor Pfaff e seguìta a distanza da un carro coi nostri bauli , io approfittai della solitudine che si ritrovava appena fuori di Splügen , per baciar lungamente la bocca di Lidia . Era una bocca sì viva di colore e così perfetta di linea , ch ' io mi compiaceva a serrarla e a riunirla fra le dita per meglio sentirla sotto le mie labbra . In quel momento , il signor Pfaff si volse dal suo sedile verso di noi , ma rigirò sùbito la testa , allo spettacolo , e la tenne poi ostinatamente fissa in avanti , per non disturbarci . - Ho fatta posticipare la cena ! - egli disse , senza guardarci . - Va bene . Avete molti viaggiatori all ' albergo ? - domandai . - Due francesi . - Maschio e femmina ? - Maschi tutt ' e due . - Volevo chiedere se fossero giovani , ma mi rattenni , vergognandomi dell ' impulso . Pensai che fossero due solitarî com ' ero io qualche anno prima , e li compiansi ; tutto quanto viveva all ' infuori del mio amore , estraneo a Lidia , mi giungeva perdutamente sconsolato , ed ero già disposto a considerare i due francesi come anime in pena . La strada , a sinistra di Splügen , discendeva per breve tratto , poi saliva e si stendeva piana , a gomiti , costeggiata quando dal Reno , quando dalle pinete , su ambo i lati . Il Reno , che interessava Lidia , quasi un personaggio storico di cui si son lette e udite mirabili gesta sanguinose , era nel tramonto quieto , assai sonoro ; una lieve brezza moveva le cime dei pini circostanti lambendoci il viso ; il cielo , privo di sole , pareva una gran vôlta sulle nostre teste , e mai quanto allora ne compresi la maestosità . - C ' è ancora molto ? - chiese Lidia . - Tre chilometri , - rispose il signor Pfaff , rigido al suo posto . - Sei stanca ? - domandai io alla donna . Ella negò col capo e mi volse la bocca in modo ch ' io fui costretto a ribaciarla . Traversando il primo dei ponti che s ' incontrano su quella strada , vedemmo il Reno orribilmente serrato fra due montagne a picco , furioso di spuma . Il vecchio fiume balzava , tutto bianco , irrompeva , accelerando la corsa verso i luoghi dove gli sarebbe stato possibile allargarsi immortale e magnifico .... Anche oggi , mentre scrivo , il Reno ulula così sotto quei monti ; ma chi lo guarda cogli occhi amorosi coi quali noi lo guardammo ? Il crepuscolo ci avvolgeva in un manto cenerognolo , passandoci nell ' animo il presentimento d ' un gran riposo , nella casetta bianca e ilare che ci aspettava a poca distanza ; pareva aleggiassero le sforate d ' una ballata di Göthe fra i rami dei pini , inclinati in uno stormir discreto . Non v ' era altro che pace , all ' intorno , e ombra , e mitissimo grado di calore . S ' incontravan qualche contadino , qualche addetto alla manutenzione della strada ; levavano il cappello , augurando buona sera . Non era il saluto al nostro amore ? Buona sera , veramente , quella in cui arrivammo all ' albergo del signor Pfaff ! Buona sera , che cancellava dallo spirito anni dolorosi d ' errori e mi offriva la fede in qualche cosa , nell ' avvenire , in me stesso ! Quando la casetta s ' abbozzò nell ' ombra , la giumenta saura aumentò l ' andatura , nitrendo ; dalle finestre si scorgevano i lumi accesi della sala di conversazione e della sala da pranzo , unici fari in mezzo ai pini , ormai simili a spettri . Prima che la carrozzella si fermasse , baciai di nuovo Lidia . Sulla soglia , la signorina Silesia Pfaff , coi capelli neri accuratamente ravviati e la tipica faccia rubiconda , comparve insieme a Leo , il grosso cane di Terranova al quale ero insoffribilmente antipatico . La signorina mi porse la mano , Leo m ' abbajò contro , secondo il solito . Ancora , Lidia fu una delusione per Silesia , per quanto questa s ' affrettasse a salutare ossequentemente ; ma certo pensò che se avessi sposata lei , avrei fatto miglior negozio . Ci avevano approntate al primo piano due camere da letto comunicanti , un salottino e una specie di studio colla scrivania , dove avrei potuto sognar di lavorare ; luce e fiori dappertutto , la quale particolarità mi parve assai gentile e mi obbligò a ringraziar vivamente Silesia Pfaff che ci accompagnava . Quando fummo nel tinello per la cena , potei notare che le razze hanno istinti non mai fallaci e sconfessabili ; perchè , se Lidia aveva delusa l ' aspettazione degli svizzeri tedeschi , provocò l ' ammirazione dei due francesi che ci avevano preceduti ; un ' ammirazione rispettosa , ma chiara per qualche sguardo e per quell ' impaccio quasi piacevole che una bella donna ispira sempre ai giovani . I due viaggiatori , sulla trentina , eleganti per abitudine , compìti per esperienza di società , eccellenti parlatori , si contentarono di discutere fra loro alcune questioni superficiali di letteratura ; ma in modo che se la buona volontà non mi fosse mancata , avrei potuto io pure esprimere delle opinioni , concordi o contrarie , il che era affatto indifferente a me e ai due francesi . Io aveva ben più dolce esca alla mia attenzione . Lidia , dai cupi occhi azzurri e dalle labbra vermiglie , appariva serenissima , e la grande notte silvestre che calava , prometteva un ' immensa voluttà di silenzio . IV . Per tutto quel mese di luglio milleottocento ottantasette , uno spettacolo di saltimbanchi e una passeggiata notturna furon le sole digressioni nella gran calma felice della nostra vita . All ' albergo eran sopravvenuti altri forastieri , i soliti dogliosi in cerca d ' oblio ; ma noi li vedevamo di rado , non intervenendo alla mensa comune . Intuivo parecchi intorno a noi che sorridevano del nostro appartarci ; quei due francesi incontrati pei primi , dovevan filosofare mirabilmente sull ' idillio che presentavamo loro , e una vecchia dama bisbetica sogguardava Lidia con qualche acredine , incolpandola d ' essere nata cinquantacinque anni dopo di lei . Ciò non era molto doloroso e noi gustavamo con tanta intensità il nostro egoismo a due , che per tutti gli altri ci sentivamo feroci . V ' erano e vi sono , in quell ' angolo delizioso dei Graubünden , lunghissimi tratti di strada quasi per null ' affatto frequentati e secretissimi e riparati fra la verzura e simiglianti a certi selvatici e vergini paesaggi , dal pennello più presto imaginati che riprodotti fedelmente ; ora chiusi come interminabili chioschi , ora aperti come giardino signorile , dove la vigile attenzione dei paesani ha collocati opportunamente i sedili pei rari passanti . Noi sceglievamo sempre quelle vie , procedendo fin che il Reno sopraggiungeva ad accompagnarci , scapigliato di schiuma , e spesso , non contenti dell ' impreveduto e del mistero , lasciavamo la via segnata , inoltrandoci pei boschi , salendo pei greppi che i lichéni avevan ricoperti di morbidissimi tappeti naturali , qualche volta anche arrischiandoci su rocce a picco , dalle quali si poteva veder sotto il ruinar vertiginoso del fiume . Lidia , cogli abiti a chiare tinte , formava in quella varietà di cose belle per dolcezza o per orrore , un inarrivabile complemento , che io ammirava col rammarico di non sapere in modo alcuno descrivere . Quando , - pel timore che le crittogame delle rocce non nascondessero qualche falla del terreno , - Lidia s ' attaccava alla mia mano e camminava così a capo chino , studiando il passo , sorridendo un po ' nervosa , aiutandosi col bastone ferrato e chiedendomi cogli occhi una parola incoraggiante , io non trovava altra parola che il bacio , dato sulle labbra fresche , volonterose . Qualche incontro inaspettato animava le nostre escursioni ; dei camosci , a gruppi di tre o quattro , s ' allontanavan lentamente , rivolgendo la testa a guardarci coi neri occhi oblunghi ; degli scoiattoli bruni fuggivan d ' albero in albero , la coda ritta , le piccole orecchie calate per la paura ; ed eran graziose macchie sullo sfondo verdastro dei tronchi antichi . Talora , alti cumuli edificati pazientemente con fuscelli di pino , c ' indicavano il soggiorno delle formiche rosse , e innanzi a quei meravigliosi risultati dell ' intelligenza animale , Lidia ed io ci soffermavamo a lungo . Quelle formiche , d ' un ' audacia e d ' un coraggio diabolici , si rizzavan sull ' addome appena tocche , s ' avventavano con furore contro la punta del mio bastone , eran tremendi guerrieri capaci dei più inauditi eroismi ; se io gettava loro qualche insetto , era un accorrere da ogni dove , un fermarlo , un assalirlo per quanto esso potesse sembrare smisurato al confronto degli assalitori ; se scoperchiavo il formicaio , le abnegative abitatrici del luogo correvan tosto a nascondere e a riseppellire le uova così esposte , e si rizzavano a guardar donde venisse l ' attacco , e senza frapporre indugio rimediavano alla catastrofe , ricostruivano immediatamente le abitazioni distrutte . Spettacoli non poco umilianti pel mio orgoglio d ' homo sapiens . Fu giusto al ritorno da una di quelle passeggiate istruttive , che , seguendo un sentiero in mezzo ai campi , protetto su un lato da un filar d ' ontani , Lidia s ' arrestò ad osservar le incisure che mani ignote avevan fatte nel tronco degli alni ; eran lettere intrecciate , numeri e motti stentatamente segnati nella corteccia , ricordi sentimentali . La donna mi domandò il coltellino per aggiungere i nostri nomi all ' elenco sospiroso ; girò intorno al tronco per trovarne una faccia priva di segni , e vedendo una S circondata da mirabili ghirigori , mi chiese : - Quando hai inciso questo , Sergio ? - Mai , cara , - risposi . - Lo vedo ora per la prima volta . - Più sotto alla S , v ' era un ' A , e più sotto ancora , la S e l ' A s ' univano in un monogramma , come due amanti che dopo battuta diversa via , si ritrovano e si congiungono per sempre . Lidia mi restituì il coltellino , prese il mio braccio e s ' incamminò meco senza far parola . - Via , bambina ; - dissi . - Che cosa c ' è ? Tutte le S indicheranno Sergio e tutti i Sergi non potranno essere altri che io ? Ti ho già detto come io sia sempre venuto solo in questi luoghi . - Sei diventato pallido , - osservò Lidia . - Pallido no , - risposi ; - triste sì , pel tuo sospetto ingiusto . - E sciogliendomi dal braccio della donna , mi fermai . Provavo un tormento , improvviso , crudele . Come mai Lidia mi credeva abbastanza vano e vile da condurla dove avevo condotte le mie amanti , da permetterle di scrivere il nostro nome sotto il nome d ' un ' altra donna ch ' era stata mia ? - Perchè mi giudichi così male ? - domandai , guardando la donna fissamente . - Chi ti ha parlato di me ? - Nessuno mi ha parlato di te , Sergio , - ella rispose , ritta , immobile come un ' accusata . - Ho creduto io ; ma non ti ho detto niente , non ti avrei detto niente mai . - La sera calava con quella solita maestà non priva di tristezza che i grandi paesaggi posseggono . Di fronte a noi , sull ' altra strada che conduceva ad Andeer , risonavano le campanelle delle mandre reduci dal pascolo ; le foreste di pini , stese lungo i fianchi dei monti , ispessivano il loro verde fino a diventar nere e lucide . - Mi credi , dunque ? - domandai , avvicinandomi a Lidia . - E tu , mi perdoni ? - ella rispose . Procedemmo in silenzio ; il brevissimo episodio m ' aveva ancor rammentato ch ' io nulla aveva detto a Lidia de ' miei anni precedenti , e simile lacuna poteva ben giustificar nella donna qualunque sospetto . Infine , ella m ' aveva sposato perchè mi amava , i suoi m ' avean data Lidia perchè io conveniva loro ; ma sapevano essi chi io era , non riguardo al mondo , non riguardo alla vita vissuta , ma in faccia alla coscienza e alla vita dei sentimenti ? Nulla sapevano essi ; potevo esser un cinico , un corrotto , un libertino , un ipocrita che avesse trascinata l ' esistenza senz ' infamia e senza lode , sol perchè gli eran mancate le occasioni di far diversamente . Rimaneva perciò un malessere tra me e Lidia , prodotto da quel velo steso sul mio passato , e bisognava rimediarvi , presto , sùbito , perchè non si prolungassero oltre i motivi a sospetti e a dubbi . Quella sera medesima , dopo cena , quando Lidia fu nella sua camera , io ve la raggiunsi . La serata aveva chiuso con un acquazzone formidabile , dando un tracollo alla temperatura , divenuta quasi fredda ; nel nostro appartamento le stufe russavano . Trovai Lidia ben disposta ad ascoltarmi , seduta in una poltrona con dei giornali sulle ginocchia . C ' illuminava chiaramente una lucerna posta a fianco di Lidia , sopra una piccola tavola . Mi sedetti presso la donna , le presi le mani , e le dissi : - Vuoi ascoltarmi , amica mia ? Debbo parlarti a lungo . - Dal movimento di viva attenzione che seguì in Lidia a queste parole , compresi ch ' ero arrivato a tempo e che s ' ella non aveva osato mai chiedere , non aveva per ciò men desiderato quell ' istante di confidenza . Quanto a me , studiai di dare alla mia voce l ' inflessione più affabile di cui era capace , e per la durata dell ' esordio , non abbandonai le mani della donna , fattasi grave subitamente . - Debbo dirti chi sono io , - cominciai sorridendo , - e come ho vissuto fino al giorno del nostro incontro . Io ne ho il dovere , ma ti parlo piuttosto per desiderio d ' una piena confidenza , che per stimolo di soddisfazione ad un obbligo . Sai che io ho perduto mia madre a vent ' anni e che d ' allora , fino all ' altra dolorosa scomparsa di mio padre , io sono stato sempre con questi , accompagnandolo in tutt ' i suoi viaggi per l ' Italia e fuori ; ma non sai quale notevolissima influenza sulla mia indole abbia esercitato questo genere di vita . Mio padre , vecchio colonnello di cavalleria , era di quegli uomini maravigliosi che han conosciuto l ' entusiasmo e che , dopo essere stati eroi in tempo di guerra , non s ' eran dimenticati d ' essere onesti in tempo di pace . Per me aveva una benevolenza sollecita , e io credo d ' aver destata in lui compassione non meno che affetto ; ero esile , gracile , e presso l ' uomo che aveva scritta la propria storia a colpi di sciabola , parevo un virgulto , non abbastanza bello per essere interessante e non abbastanza interessante per essere perdonato della sua gracilità . Quindi , mio padre credette ottima idea d ' evitarmi le noie e le ansie degli studî , supplendovi coi viaggi , ed io confortai questi col tuffarmi a corpo perduto nella lettura di qualunque libro , di qualunque giornale , di qualunque opera pesante od allegra mi fosse dato trovare . Ciò non era grave , alla fine ; conobbi molte cose superficialmente e nessuna con profondità , ma non dovendo votarmi ad alcuna professione , la cultura saltuaria mi rese eguali servigi , nelle conversazioni , dove tutta la scienza si limita ad un accenno .... Gravissime , invece , furono le conseguenze morali di quella vita febbrile e diffusa . Io non ebbi abitudini , perdetti la nozione della famiglia , non amai nulla di quanto si conveniva alla mia età ; come i viaggi m ' insegnavano che non v ' era luogo così bello da escluderne altri migliori , la vita mi si presentava quasi un viaggio lungo , ed ogni avvenimento quasi un incidente di via , che al primo gomito della strada si sarebbe dimenticato . Perciò , io dispersi le forze intellettuali e non potei indirizzarle ad un determinato scopo ; dispersi le forze affettive , non raccogliendole sopra alcuno oggetto . Feci una pausa . Lidia osservò con voce tranquilla : - Io non vedo gran male in tutto questo . Avrai avuta una giovinezza molto fredda e senza peripezie . - No , - risposi . - Allora pareva anche a me che non vi fosse gran male , perchè ero assai giovane , e quello stesso metodo di vita m ' era d ' ostacolo ad interrogarmi , a studiare se in fondo all ' animo io non sentissi qualche irrimediabile amarezza . Ma quando mio padre morì , m ' accorsi tosto d ' essere straordinariamente solo nel mondo , inutile al punto che la mia vita e la mia morte dovevan riuscire indifferenti fenomeni agli altri , non pure , ma a me stesso . Non avevo alcuno scopo , non avevo amici , non rappresentavo nulla , non ero una forza , considerevole o mediocre , nella , meccanica della società ; se fossi sparito , nessuno si sarebbe doluto della mia scomparsa . A tale idea io soffersi molto , e fui così malcontento , così irritato , che invece di tentar qualche cosa , venni in questo paese a rodermi internamente de ' miei anni sciupati . Capisci questo , amica mia ? Lo spettacolo dell ' attività altrui , invece di spingermi all ' emulazione , mi stremò di forze e mi tolse ogni speranza di poter fare . - Come mai ? - domandò Lidia , rizzando la testa a guardarmi . Nel mentre andavo parlando , m ' accorgevo che , diversamente da tutte le aspettative , la confessione mi riusciva facile , e che enunciando e sintetizzando il mio passato , illuminavo me stesso su cose prima oscure . Avevo anche avvertita una certa impazienza in Lidia , e me ne davo ragione sapendo che la donna non poteva contentarsi di quelle linee generali , ma voleva la confessione di argomenti assai più vicini a lei e più pericolosi . - Come ? - ripetei . - Non so . Saranno effetti nervosi , ma certo senz ' alcun rimedio ; avrei avuto bisogno di trovare gli altri molto addietro ; li vidi al contrario molto innanzi , e lo spazio che mi separava da essi , mi diede un vero spavento , quasi una vertigine . - Così , tu non hai fatto bene e non hai fatto male ? - chiese Lidia . La voce della donna s ' oscurò di tristezza , e mi penetrò in fondo al cuore . - No , - confessai , - no , io non ho fatto alcun bene .... - Non hai amato ? - incalzò Lidia , rizzandosi sul busto e stringendomi le mani . - Non ho fatto alcun bene , - dissi nuovamente . - Ero preso da quella specie di malattia della volontà , e divenni maligno , contro di me e contro gli altri ; fui dei più pronti a schernire , dei più volonterosi a negare ; fui un essere colmo d ' odio , perchè invece d ' incolpar me della mia vuotaggine , incolpai non so quale fatalità avversa . - E le donne non riuscirono a toglierti quell ' asprezza , a consolarti ? - Appena pronunciate queste parole , Lidia arrossì vivamente ; ma nel medesimo tempo , il mio viso ebbe forse un ' espressione così dolorosa , che la donna porse la destra sulla mia bocca , aggiungendo : - No , no , non dir nulla , se non vuoi , Sergio ! - E si chinò a baciarmi . Nell ' atto ch ' ella avanzava e serrava le labbra contro le mie , io chiusi gli occhi ed ebbi come un ' immensa visione di tutta l ' impossibilità a parlare . Lidia era ancora , una fanciulla ; donna solo fisicamente ; il suo animo era incontaminato , il suo pensiero casto , i suoi costumi ingenui . In che modo potevo io dire ? ... Perchè bisognava farsi comprendere , cioè sviscerare i fatti , analizzarli .... Quando Lidia staccò la bocca dalla mia , io aveva già divisato di non parlare . Mi diedi a passeggiare per la camera , comprendendo che non potevo tacermi immediatamente , se non col pericolo d ' ingenerar nello spirito di Lidia chi sa quale stranissimo sospetto di mistero . La donna mi seguiva dello sguardo , e per la prima volta s ' insinuò fra noi il dolore di non sentir le nostre anime sopra una medesima via . - A che giovano i fatti ? - io ripresi , avvicinandomi a Lidia e sedendomi sullo sgabello a ' suoi piedi . - In amore e per l ' amore , sono stato un perverso . Non mi chiedere altro , amica mia ; non ti dirò di non avere amata alcuna donna prima di te ; la cosa , più che mirabile , sarebbe ridicola . Ma è certo , è vero , è sacro che dal primo giorno del nostro incontro , ogni altro amore cessò e ho voluto mutarmi . - Sono contenta , - disse Lidia con semplicità . - Sono contenta e ti credo : però .... - Tacque un istante , esitando ; poi si chinò fino al mio orecchio e soggiunse a bassa voce : - Però .... vorrei sapere se fra le donne ch ' io conosco , ch ' io conoscerò e che ci verranno in casa , vi sia qualcuna che tu hai amata . - Non era ancora finita la frase , che Lidia se ne pentì , poichè corresse : - No , no , in casa ; non dubito ; ma v ' è qualcuna ch ' io conosca ? - Nessuna , - risposi prestamente , e volsi il capo perchè Lidia non mi leggesse in viso la menzogna . Una , ve n ' era ; ben conosciuta da Lidia , che l ' ammirava per la superbia e l ' eleganza ; una , che frequentava la casa Folengo , e m ' aveva irritato colle carezze finte prodigate alla fanciulla . Ma perchè dir questo a Lidia ? Non era inutile e pericoloso ? - Vedi , - continuai dominandomi . - Vedi ch ' io non ho nulla di buono nel mio passato e ch ' io ti debbo una totale rigenerazione ? Sono un vagabondo arrestato dalla tua potenza . - E tu mi ami quanto non hai amato alcuna donna , è vero ? - domandò Lidia , ancor dubitosa . - Puoi ben crederlo , - esclamai , - se a te lego tutta la mia vita ! - Vagamente e con un ' indefinita paura , io rilevava uno strano fatto ; che la mia confessione era inutile , perchè non poteva esser chiara , e che , lasciando Lidia più calma di quanto io non m ' aspettassi , aveva invece turbato me oltre ogni previsione . La colpa era mia , non avendo io il coraggio necessario a spingermi fin dov ' era possibile ; la colpa era anche di Lidia , la quale , sorvolando ai miei mali dello spirito , aveva voluto giungere sùbito ai fatti , agli amori , alle donne , alle persone che da un istante all ' altro ella poteva incontrare . In fondo , Lidia non aveva capita l ' amarezza della mia esistenza , tormentata da un inutile desiderio di fare e di lavorare : non aveva viste che delle rivali , non aveva tremato che di gelosia . Così , mentre io credeva la mia confessione dovesse prolungarsi , era invece finita d ' un tratto , proprio sul limitare della piena confidenza . Io guardai la donna ; delicatissime apparivano la bianchezza rosea del suo volto , l ' espressione degli occhi lunghi , ombrati da palpebre simili a minuscoli ventagli , coronati da ciglia simili a leggiere strisce arcuate di pennello . Ed io poteva condannarla , s ' ella non comprendeva l ' infinita melanconia , l ' infinita vacuità dell ' uomo che le parlava ? Anche troppo presto se ne sarebbe avveduta quando la nostra casa si fosse aperta agli amici miei , agli uomini che seguivano una via ben chiara , incontro a una meta ben decisa . Lidia era , del resto , come tutte le donne , chiusa entro i limiti della vita pratica ; non poteva supporre occupazioni oltre la famiglia , o supponendole non le avrebbe trovate necessarie . Io solo , che avevo sognato di giungere alla fama , ero giudice della rovina che al sogno aveva tenuto dietro invece della realtà . Non avevo mai saputo chiuder la vita entro limiti così precisi che arginassero le incomposte tendenze , dirigendole robustamente a un fine ; proclive a più cose ed avido di conoscere , avevo dispersa l ' energia creativa , atrofizzandola in un vuoto compiacimento di sapere ; privo di vanità nella sua forma più eletta ch ' è l ' ambizione , m ' ero limitato ad ammirar l ' opera altrui , spesso semplicemente induttiva , e m ' ero sfiduciato al pensiero di muovere i passi dove uomini eminenti avevan talora dubitato ed erano anche caduti numerosi ; e se di tanto in tanto il peso dell ' inerzia vergognosa mi diveniva intollerabile , - guardandomi intorno e vedendo i già noti e battaglieri preparar nuove opere e nuove battaglie , la mia nervosità suggestionabile soffriva d ' un contraccolpo mortale , la mia volontà si rannicchiava al cospetto di volontà più illuminate e più esperte . Rimaneva poi verissimo quanto io avevo detto a Lidia : che al vuoto del quale arrossivo avevo sempre trovate altrettante giustificazioni , considerandomi vittima di complicate e malaugurose vicende ; e il tempo , la solitudine , l ' incontentabilità , le difficoltà materiali per farmi conoscere , la lenta progressività dell ' esito futuro , mi sbigottirono e mi relegarono decisamente fra l ' immensa caterva di coloro che vivono come possono e che una tomba inonorata accoglie e dissolve . Nei giorni susseguenti a quel colloquio con Lidia , io ebbi più volte l ' opportunità di spiegare alla donna quanto fossi insoddisfatto dell ' indirizzo preposto alla mia giovanezza . Lidia accoglieva questi discorsi con una duplice espressione : lieta , perchè notava come le donne del mio passato fossero totalmente scomparse dalla memoria ; triste , perchè avrebbe voluto altrettale oblio de ' miei sogni e dei proponimenti frustanei . V ' era nel suo modo di rispondere , nell ' angoscia rinnovellata ad ogni apparire de ' miei rimorsi , - un chiarissimo sottinteso , ch ' io aveva sùbito spiegato così : - " Non ti basta la realtà del mio amore ? Non ti basta la vita ch ' io ti offro ? " - Ora , quando in addietro lottavo , cercando di dedicarmi alla letteratura per la quale credevo di aver qualche disposizione , - m ' ero sempre tolto a quelle spaventose lotte col medesimo pensiero : tuffarmi nella vita reale , godere quanto era più vicino e più facile ad ogni uomo . E quel pensiero d ' allora , germinato spontaneo , e quel sottinteso d ' adesso , nascosto nelle parole di Lidia , concludevano in un ' egual rinuncia , avviandomi sulla strada comune , dove non si trova gloria , ma la calma è solenne , l ' indifferenza grande , il benessere sicuro . E poichè questa volta l ' esortazione alla rinuncia veniva da una bocca giovanile e cara , io credetti poterla obbedire , e per lungo tempo i rimorsi della vanità delusa tacquero , mortalmente . V . In quella dissonanza d ' anime , lievissima e tuttavia avvertibile , sorta fra Lidia e me dalla sera in cui ella non aveva capito il mio tormento e non aveva temuto che per donne immemorabili , - so e affermo che , quantunque io volessi negarlo a me stesso , noi non potevam giudicare la giornata trascorsa se non al cominciar della notte . Era nell ' alcova di Lidia che io vedeva sciogliersi i nodi aggruppati durante il giorno ; erano il sorriso o l ' impaccio , il desiderio o la sommissione della donna , che mi davan la misura di quanto noi fossimo all ' unìsono , o delle modificazioni lentissimamente verificatesi nella nostra vita felice . Appena ombre , appena gradazioni d ' una fuggevolezza così rapida che ad uomo chiuso all ' investigazione , sarebbero andate perdute . Lidia , per la prima , non aveva nulla rilevato , e si credeva senz ' alcun dubbio ancora a quell ' altezza di passione che aveva riscaldati i primi giorni della nostra intimità . Io stesso osservava a scatti , e soltanto ora , studiando quei tempi , vedo la strada percorsa , digradante con infinitesimale declivio . Colui che batteva all ' uscio di Lidia era il medesimo , l ' identico uomo che due mesi avanti aveva passata la soglia della camera virginale e aveva pianto alle lagrime della dedizione ? colei che permetteva all ' uomo d ' entrar nell ' alcova , era la medesima , l ' identica Lidia che aveva tremato di paura e non aveva trovato requie nell ' aspettazion timorosa ? No . Oramai , eravamo diversi da quelli . Innanzi tutto , nel mio animo s ' era risvegliata l ' attenzione che m ' era particolare ; a luogo di procedere fidente , gli occhi chiusi , come nei primordî della nostra unione , - io sorvegliava . A che cosa ? A nulla e ad ogni cosa ; a Lidia , a me , ai sorrisi , alle parole , a corrugamenti di ciglia , a strette di mano , ai baci , alle forme di piacere , alla durata dei desiderî , al bisogno di confidenza , all ' intensità di molestia causata da presenza d ' estranei . In quei giorni di Sufers , io aveva ripresa l ' abitudine d ' archiviare dei fatti , e per lunghissimo tempo , a Sufers ed altrove , tutto si ridusse a questo . Onde , da quel risveglio , io aveva soltanto percepito che avvenivano delle modificazioni ; eufemismo col quale si stabilisce il principio d ' una catastrofe ; fiocco di neve , che rotola pel versante , s ' ingrossa , si dilata e forma la valanga . I fatti eran d ' una sola entità . Ne ricordo alcuni : Quando noi ci recavamo il mattino a Splügen , era nostra abitudine seguir la strada men battuta , che partendo dalle spalle dell ' albergo , giunge a quel villaggio per discreti viottoli ombrosi . Non saprei dir quante volte noi ci fermassimo e le nostre labbra si cercassero avidamente ; non saprei dire con quanta diligenza io vegliassi a che Lidia non s ' affaticasse di soverchio . Da qualche tempo , i baci eran diminuiti ; Lidia , dicendo di voler imitare gl ' inglesi , camminava innanzi a me , senza darmi mano ; se ci soffermava l ' improvvisa bellezza d ' un mattino estivo , ammiravamo silenziosi , nè sentivamo il bisogno d ' esser vicini , d ' interrogarci e di commoverci insieme . Una volta , al ritorno da Splügen , invece di riprender la via secreta , m ' incamminai sulla via postale , ch ' era più breve . Lidia mi seguì , senza mostrar noia o stupore ; giungemmo a casa , privi di baci , e risaliti in camera non ci ripagammo di quell ' insolita astinenza . Peggio : da quel giorno , le strade postali furono le preferite . Ancora : noi non parlavamo che del nostro amore , in principio , e non ci curavamo se all ' intorno si vivesse ; il bel tempo e il cattivo erano egualmente benvenuti e con egual piacere si rimaneva in casa o si usciva a passeggio . Da parecchio , - avevo cominciato io , - i nostri discorsi parlavan degli altri ; si faceva la caricatura ai compagni d ' albergo , ci si chiedeva che potessero pensar di noi i genitori di Lidia e i miei amici . Peggio ; si facevan disegni per altri luoghi , si evocavano i ricordi della città ; si prediligevan le passeggiate , nelle quali s ' inframmettevano fra noi mille oggetti e variati spettacoli ; e si leggevano i giornali . Queste modificazioni eran necessarie ; accennavano al passaggio dall ' amor violento , dalla frenesia giovanile a un più calmo possesso , a una più tranquilla felicità ; passaggio inevitabile , poichè sarebbe stato pericoloso e sovrumano che avessimo continuato come nei primissimi tempi . Nè mi potevano esse spaventare , nè eran brusche ed aspre così da lasciar fra l ' inizio e il presente una visibil lacuna ; ma avevan tuttavia qualche cosa di caratteristico , d ' indefinibile , prodotto dalla graduale conoscenza reciproca delle nostre indoli . Certamente , per noi i giorni dipendevan dalle notti , la vita dell ' anima s ' informava alla vita dei sensi , e conservo a tal riguardo la memoria di due episodî , che segnano a mio credere due punti ben chiari e diversi della nostra parabola amorosa . Com ' io aveva indugiato una sera nella mia camera a scorrere diverse lettere , ed era inavvertitamente valicata la mezzanotte , l ' ora classica in cui mi presentavo a Lidia , - sentii presso l ' uscio un tenue fruscìo d ' abiti , e sulla porta l ' errar d ' una mano in cerca della gruccetta . Aguzzai l ' orecchio ; il fruscìo pareva ripetersi ; ma sempre tenue e dubitoso . Mi diressi all ' uscio , l ' aprii sveltamente e vidi Lidia , immobile , fulminata dalla propria audacia . - Oh ! - ella esclamò , giungendo le mani , con voce tra la gioia e il malcontento . - Oh non pensar male di me ! È già mezzanotte ; non ti vedevo , temevo che fossi indisposto . Non pensar male ! - Io risi prendendola fra le braccia . - Mi duole , o signora , - dissi , mentre la portavo sopra una poltrona . - Mi duole immensamente , ma io sono costretto a pensar male di voi ! - E le diedi più baci sugli occhi e sulla bocca .... Questo era avvenuto non molto dopo il nostro arrivo all ' albergo ; ma v ' era anche il riscontro a quella scena d ' impulso ; riscontro causale di cui io aveva la maggior colpa . Leo , il cane del signor Pfaff , s ' era fatto singolarmente ringhioso e per dimostrarmi che la sua antipatia aveva concluso nel più strano odio , mi guardava con occhi torvi e brontolava se appena osassi avvicinarlo . Talchè , scendendo solo , un mattino , e trovando Leo disteso nel corritojo , lungo e stretto , che seguiva alla scala , tentai d ' accarezzare il cane , di persuaderlo all ' amicizia con qualche buona parola . Leo s ' alzò veemente e visto chiuso l ' uscio che dal corritojo metteva alla strada , ringhiò , in atto di difesa ; per punir l ' animale dell ' accoglienza eccessivamente incivile , staccai dalla parete la frusta del signor Pfaff , drizzandone la punta al muso del cane ; ma questo senza darmi tempo di colpirlo , spiccò un balzo con un latrato , mi si lanciò contro così veloce , ch ' io riuscii a mala pena a schivarne l ' urto . Quasi nel medesimo istante , sulla scala che mi era alle spalle , risonò un grido acuto e volgendomi scorsi , abbrancata alla ringhiera , Lidia , pallidissima , cogli occhi aperti su di me . Leo parve ammansato dalla inattesa comparsa della donna ; io corsi a Lidia , la riaccompagnai nella sua camera , dov ' ella , cedendo a un moto nervoso , diede in dirotto pianto , tutta scossa da un tremito . Non so perchè , quelle lacrime innocenti m ' irritarono e mi sconvolsero in modo che invece di chieder perdono a Lidia d ' averla così turbata colla mia improntitudine , non apersi bocca e aspettai ch ' ella avesse rasciugati gli occhi e si fosse dominata ; nè per quanto i suoi sguardi invocassero una scusa , io fui capace di formularla . Ci trattammo con molta freddezza pel resto della giornata , poichè , sapendo d ' aver torto , mi dicevo e mi persuadevo d ' aver ragione , ed ero arrivato ad aspettarmi io una spiegazione dello spavento di Lidia . Quando calò la sera , ci lasciammo al limitare delle nostre camere , e nessuno di noi due tentò una riconciliazione , venuta solo l ' indomani . Se questo chiaroscuro aveva potuto svelare a Lidia la dominante incoerenza del mio carattere , ben ve ne furono in séguito , che squarciarono altri veli . E , per esempio , rammento che all ' arrivo della diligenza avendo una volta osservata con qualche attenzione una signora assai giovane ed elegante , che vi si trovava , rincantucciata in un angolo , - rammento come Lidia soffrisse di quella mia curiosità senza scopo , e me ne chiedesse con insistenza delle ragioni che non potevo dare , poichè non esistevano . E , ancora , Lidia tradiva a poco a poco la smania , l ' impazienza di tornare in Italia , di ritrovarsi fra gente conosciuta , d ' ascoltar dei discorsi e delle narrazioni di fatti . I fatti soli la interessavano , mentre su di me esercitavano una noia indicibile , specie se raccontati con quella minuzia di particolari che Lidia voleva . Gli stupendi paesaggi a noi d ' intorno , eran piaciuti a Lidia , non per sè medesimi , ma per la loro novità ; laddove io , conoscendoli assai bene , li amavo perchè me n ' ero fatto padrone e ne sapevo ogni inflession di linguaggio ; cosicchè avveniva che a me l ' abitudine faceva il soggiorno più caro , e a Lidia il soggiorno non piaceva se non vario di gite e d ' escursioni . Abituato a mutar luogo dalla prima giovanezza , nulla dei costumi stranieri mi riusciva molesto o inaccettabile ; m ' allignavo così prestamente in qualunque paese da dimenticare in pochi giorni d ' avere altri costumi . Lidia , vissuta sempre sotto la tutela assorbente di donna Teresa , trovava insopportabile la minima variazione alle sue abitudini ; aveva sofferto d ' insonnia perchè il letto non era collocato di fronte alla finestra , e dopo più di due mesi , ancora arricciava il nasino quando le avvenisse d ' ascoltar gli svizzeri parlare il dialetto grigione o il romancio ; la cucina dell ' albergo le aveva tolto l ' appetito ; il romore del Reno la spaventava come al primo giorno ; e osservando ch ' io non pativa punto di questi disagi , s ' irritava leggiermente . Perchè , la collana di screzî che sono andato enumerando , era , infine , così sottile da notarsi appena , e ancora sopra tutto dominava l ' amor nostro , che appianava le piccole difficoltà e conservava il color roseo a quei primi mesi ; nessuno di noi due , certo , ingrandiva le scabrosità di carattere dell ' altro , ma al contrario , ciascuno si studiava di sorriderne con affetto e d ' obliarle tosto . Sul cominciar di settembre , donna Teresa ci scrisse , manifestando il desiderio di riveder Lidia e mi parve opportuno cedere alla preghiera nonostante che Silesia Pfaff e suo padre si rammaricassero assai della nostra partenza . - Perchè così presto , quest ' anno , signor Lacava ? - osservò Silesia , all ' annuncio . Perchè così presto , infatti ? Abitualmente , io aspettava la prima tormenta di neve , a levar le tende ; ciò mi offriva la varietà d ' un ritorno in islitta . Ma il mio volere era ormai dimezzato ; io non poteva più vivere a capriccio . Quando tentai di far capire questo a Silesia , ella di nuovo deve aver pensato che se avessi sposata lei , avrei potuto viaggiare in islitta otto mesi all ' anno . Un ultimo incidente segnò la vigilia della partenza . Avevo raccomandato a Silesia che provvedesse a prepararci le bagaglie , e tornando da un ' escursione d ' addio , trovai invece le due cameriere dell ' albergo , che si limitavano ad aiutar Lidia , la quale faceva i bauli da sè . Chiamai questa nella mia camera , e la pregai di lasciar fare ai domestici . - Come ! - esclamò Lidia stupita . - Non vuoi ch ' io sorvegli ? - Sorvegliare sta bene , - risposi . - Ma tu eri inginocchiata ad accomodare le robe nel baule . - Bisogna fare così con costoro che non capiscono niente ! - Lidia concluse , e tornò alla sua camera e riprese ad accomodar la roba . Io mi morsi le labbra . Fra tutte le cose meno tollerabili per me , la buona massaja , questa creazione della società borghese , questa tiratrice di colli d ' oca , era la più urtante . Avevo della donna un concetto quasi orientale , in cui m ' ero conservato con tenacità ; rivedevo sempre mia madre , finissima signora , le cui sole mani innamoravano , e rivedevo tutte le donne di mia conoscenza , anche le men belle , allevate per gli agi e per occupazioni aristocratiche . La concordanza di tali fatti , la vita errabonda che avevo condotta con mio padre , avevano generato in me l ' assurda opinione che la donna fosse un oggetto prezioso , degno di prezioso contorno ; una specie di regina di delizie . Ed io voleva la donna così , io poteva averla così ; nè m ' ero sognato mai di considerar la sorte di quelle che così non erano e non potevano essere . Lidia , bianca , bionda , leggiadra , - giocattolo inestimabile - doveva farsi una di queste signore inutili , uno di questi fiori esili e delicati il cui apparire è pien di regalità , come lo sboccio è luminoso d ' iridescenze . Buona massaja no ! Io mi sarei opposto con ogni mezzo . Lasciammo l ' albergo sul far del giorno , mentre piovigginava , nell ' incertezza d ' un ' alba fredda ; e l ' indomani eravamo alla Villa Folengo , tra Pallanza ed Intra , sul Lago Maggiore . Io sentiva che avevam bisogno degli altri e che la solitudine a due aveva rischiato di sgretolar con lenta marcia un grande edificio d ' amore . La società , gl ' indifferenti , i curiosi , gli amici , le esteriorità che avevam dimenticate durante il soggiorno nei Graubünden e che eran così soavi ad abbandonare in quei tempi , ci tornavan graditi ora , ci scuotevano salutarmente . Lidia , in ispecie , mandava ogni poco dei trilli di gioia , e si buttava fra le braccia di sua madre . Donna Teresa , superato un certo impaccio nel darmi del tu , era commossa della felicità che avevo portata in casa sua , e il signor Pietro Folengo trovava il nostro matrimonio bello e prezioso quanto una partita doppia scritta senza errori in eleganti calligrafie . Per una festa data da Ettore Caccianimico nella propria villa a Pallanza , ebbi occasione di ritrovar parecchie conoscenze ; Ettore Caccianimico , innanzi tutto , l ' interessante uomo la cui vita contava per due , così era stata violenta di passione , ricca d ' avventure e febbrile ; a lui mi legava grandissima amicizia , nonostante la disparità ragguardevole d ' anni . Portava lunghi i capelli bianchi e vestiva con eleganza ; avendo vissuto in quasi tutte le capitali d ' Europa , conosceva la storia di molte genti e ne inventava di molte altre . Non aveva trovato il tempo di far la solita evoluzione senile verso gli scrupoli religiosi . - Amo i divertimenti onesti , la compagnia dei giovani ed i ricordi dei vecchi , - diceva . - Quando sarò di peso , mi farò saltar le cervella . - Sua moglie , Clara Caccianimico , la quale in trent ' anni di matrimonio non s ' era visto vicino Ettore per più di quattro mesi di séguito , era una donna alta , robusta , rossa in viso , cordiale . Non appena ci vide entrare , s ' impadronì di Lidia , l ' abbracciò , le presentò una ventina di cavalieri caricandole il taccuino di tanti nomi , ch ' io a stenti riuscii a fissare un giro di valzer con lei . Appoggiato alla porta che metteva dalla prima alla seconda sala , Ettore Caccianimico mi stava al fianco enumerandomi le qualità dei convenuti . Io da lontano osservava Lidia , che pareva difendersi assai bene e rintuzzar con prontezza i complimenti dei sùbiti corteggiatori . Ella era un po ' accesa in volto , e i suoi occhi fosforici ogni tanto mi cercavano , venivano a salutarmi , sfuggivano . Per l ' abito lilla che indossava , avevo lasciato fare a lei e a donna Teresa ; ma ora mi sembrava oltremodo scollato , e quel movimento del seno alternato ad ogni respiro , quel giro di perle attorno al collo , quei fiori nei capelli , che io aveva tanto ammirati in casa , mi davan fastidio come troppo procaci . Quanto a Lidia , - quand ' ella appariva dalla porta , di fronte a quella ov ' io era con Ettore , - studiava il movimento delle mie labbra per intuire quel che dicessi ; e non appena avevo qualche signora al braccio e mi disponevo a ballare , la distrazione di Lidia arrivava al punto che il cavaliere di lei parlava , interrogava , senz ' ottener mai risposta . A quella festa , la presenza di Giorgio Uglio mi stupì non poco . Bell ' uomo , Giorgio Uglio , dalle membra flessibili per assidui esercizî di scherma ; un po ' vano , così da meritarsi il soprannome di uomo - camelia che il Caccianimico gli aveva dato a indicar la sua fatua eleganza . Quand ' io era partito con Lidia per la Svizzera , a Milano si parlava molto della riconciliazione di Giorgio con sua moglie Laura ; non già perchè il perdonare alla più volte adultera fosse cosa inaudita , ma perchè la pace in casa Uglio s ' era ristabilita con sì stretti nodi , che Giorgio e Laura parevano innamorati novelli e avevan trovato nel museo dei loro affetti una fioritura di tenerezze sbalorditoie , una passione d ' anime disgiunte che si riuniscono a dispetto del destino . Mentre chiedevo al Caccianimico perchè Giorgio fosse solo , Giorgio stesso mi venne incontro a mani aperte . - Caro , caro ! - egli esclamò . - Così presto tornato ? La tua signora è maravigliosa d ' eleganza e di bellezza . Contate di ripartire ? Un giro per l ' Italia , m ' hanno detto .... Laura è nell ' alta Engadina coi parenti ; soffre molto , lontana ; sarà qui a giorni e spero ti tratterrai per salutarla . Ella sarà felice di riveder la tua signora che le era così simpatica da fanciulla .... - Ettore Caccianimico , - nell ' angolo d ' osservazione cui ricorreva durante gl ' intermezzi , - sorrideva malignamente . Quando Giorgio si fu allontanato , domandai conto ad Ettore di quel sorriso . - Che cosa vuoi ? - rispose . - Fa bene veder tanta intimità fra vecchi amici . - E aggiunse : - Hai sentito ? Laura soffre molto , lontana . Lontana da chi ? Lontana da lui , si capisce . Dio mel perdoni , l ' idea è comica . - A me , nell ' animo , s ' era piantata un ' angoscia indicibile per le parole di Giorgio Uglio . Nella solitudine dalla quale uscivo , m ' ero dimenticato affatto che un giorno avrei dovuto incontrarmi con persone che desideravo evitare ; la scelta mi sembrava facile , e non ricordavo quanto la libertà di azione fosse circoscritta nel mondo , sottoposta a compromessi di peso granitico . Avevo una ragione chiara , plausibile , per non ammettere Laura Uglio in casa mia ? Ella era accolta dovunque , poichè il marito perdonava e ne magnificava le virtù ; non avevo speranza che nel tatto di Laura , la quale avrebbe forse compreso ch ' era di cattivo gusto una sua visita a Lidia . - Donna sul far della sera ! - mi susurrò il Caccianimico , mentre passava Angela Tintaro al braccio d ' una giovanetta bruna . - Piacevole , però . Non è piacevole ? Ti sfido a scoprirle un amante . - Anche Angela Tintaro ! Questa no ; questa , poi , in casa mia , non avrebbe messo piede . Ella si dirigeva ora verso di me , sola . - C ' è la sua signora , qui , non è vero ? - domandò offrendomi la mano . - L ' ho vista . Quanto è carina ! Di un ' eleganza tutta francese : molto giovane , molto bella ! - - - La conosceva già ? - disse il Caccianimico . - Non avevo e non ho quest ' onore , - rispose Angela Tintaro . - Stavo appunto chiedendo al signor Lacava .... - Ma prima di lasciarle terminar la frase , Ettore Caccianimico le prese il braccio e se la portò via , esclamando : - Come , non l ' hanno presentata ? Ma che cosa fa dunque mia moglie ? - Quando l ' orchestra attaccò il valzer , raggiunsi Lidia , che l ' aveva fissato con me . Dalla stretta istintiva del suo braccio , dal sorriso risplendente con cui la donna mi accolse , indovinai ch ' ella pure soffriva , soffocava fra la folla . - Andiamo via , dopo , - ella pregò sottovoce . - Sì , sì , - risposi . - Sono stanco . Ti hanno presentata Angela Tintaro ? - Un momento fa . È stata molto gentile ; piena di cortesie . - Lo so , - mormorai inavvertitamente . - Come lo sai ? - Volevo dire ch ' è naturale , - corressi . - Mi ha invitato a renderle visita , all ' Hôtel Pallanza . Ci andremo ? - Ti dirò poi , - risposi . Al cominciar del valzer , vidi che tutti gli occhi erano su di noi , ed ebbi una tremenda e voluttuosa soddisfazione di vanità . Quegli uomini che seguivan dello sguardo le movenze agili di Lidia e aspettavano l ' aria mossa dal suo abito quasi come cosa sua ; quelle donne che l ' odiavan già dell ' odio più femminile ; quell ' Angela Tintaro che aveva preso posto in un divano per goder tutta la visione di Lidia , - sapevano , dal primo all ' ultimo , ch ' io solo poteva amarla , ch ' ella era per me solo . Le loro diverse sofferenze formavano il più bello perchè il più volontario degli omaggi alla nostra felicità . Anch ' io in altri tempi avevo sopportate per altre donne simili torture ; il contrappasso era perfetto . Poco importava se qualche imbecille facesse dei disegni di conquista ; ciò non guastava nulla . Amavo Lidia in quell ' istante come non l ' avevo forse amata neppure il primo giorno della nostra unione ; io la teneva fra le mia braccia , sotto quegli occhi invidi e desiderosi ; il profumo di gardenia saliva dal suo busto , si diffondeva da ' suoi capelli ad inebbriarmi , come l ' onda musicale che avrei voluto sempre accompagnasse la mia donna . - Il signor Uglio ha detto che Laura desidera salutarmi , - Lidia riprese , mentre , lasciato il posto alle coppie seguenti , ci attardavamo a far coda . - L ' ha detto anche a me , - risposi . - Ti piace Laura ? - Dev ' esser finta . - Aspetteremo che venga lei a visitarci . - Quando il valzer finì , Lidia declinò tutti gl ' inviti pei balli successivi , e appena fu possibile , ci congedammo . Angela Tintaro , Giorgio Uglio , Clara Caccianimico , parecchi altri sopraggiunsero , e in un attimo fu una ressa d ' inviti a visite , di cortesie d ' una noiosità sorprendente . Ettore Caccianimico mi strinse la mano , gridando : - Non è permesso , non è permesso andar via a quest ' ora ! - E a bassa voce mi aggiunse : - Sta bene attento : voi vi amate troppo in fretta ! - VI . Avveniva in me da qualche tempo un fenomeno eminentemente nuovo . Avveniva che dopo i maggiori trasporti d ' affetto , dopo le ore più confidenziali , io vedessi a un tratto in Lidia un ' estranea , una donna messasi al mio fianco io non sapeva perchè . Mai simile fatto erasi avverato con altre donne , destinate a passar velocemente ; ma con Lidia sì , poichè ella doveva essere per legge e per diritto non altro che una ripetizione del mio animo , e quasi il sangue mio doveva trasfondersele , ed ella rappresentava la famiglia , il legame alla vita , il perchè della vita . Ora , io mi chiedeva : - " Può ella diventar tutto questo ? Chi è Lidia Folengo ? In qual modo ho io creduto che fossero in lei tali affinità da permetterle questa mutazione di sentimenti ? " - Io , ripeto , vedeva in Lidia un ' estranea ; ma non con amarezza , bensì con maraviglia profonda . Era come se in una corrente d ' aria caldissima , d ' improvviso precipitasse una folata diaccia di nevischio , rapida così che appena avvertita finiva , per dar di nuovo il posto all ' aria calda . Avevo degli stupori mentali , in cui mi trattenevo a forza dal gridare alla donna : - " Chi sei , chi sei ? Come hai sperato di farti un altro io ? Puoi rinunciare alle tue idee , alla tua educazione , alla tua anima per accogliere la mia ? Sai tu dove io ti conduco ? Mi conosci tu bene ? No , no , non affermarlo , perchè io stesso non l ' oserei ! " - Ed uscivo da quelle visioni fulminee più innamorato che avanti , e stringevo Lidia al mio petto con tenerezza infinita . Povera bimba ! Ella non sapeva nulla ; le avevano offerto di sposarmi e mi aveva sposato senza darsi conto di ciò che fosse il matrimonio ; non aveva io fatto altrettanto , seguendo l ' impulso del cuore ? Nè lei nè io somigliavamo a suo padre e a sua madre , nati in altri tempi , vissuti fra altre genti , cresciuti senz ' audacia di discussione . Lidia ed io eravamo giovani , fra un consorzio deturpato dalla civiltà ; io , decisamente moderno ; lei , ancora involuta , ma pronta ad accogliere il soffio turbolento , irrisorio , demolitore , dell ' età nostra . Sotto l ' influsso di tali pensieri , io mi alzava qualche volta a piena notte , e mi recavo nella camera di Lidia . L ' oscurità vi era piena , e mi dirigevo , guidato dall ' abitudine , fino al letto della donna , ascoltandone il respiro isocrono , sfiorandone le mani , la braccia , i capelli , dicendomi mentalmente : - " Chi dorme qui ? Chi è venuto qui ? " - E se mi rispondevo : - " Colei che è tua per sempre , colei alla quale sei per sempre legato , " - io sorrideva , crollava la testa quasi non comprendendo . Non dovevo aver più segreti ? il mio cuore doveva essere aperto agli occhi di Lidia ? Ma come , ma perchè , ma era ciò naturale ? Invece di creder la mia personalità duplicata compenetrando anche quella della donna , io la sentiva rimpicciolita e meschina . Il posto che Lidia prendeva nella mia vita mi pareva enorme , grottescamente sproporzionato a quello che io prendeva nella sua . Per lei , per un suo tradimento , io doveva dare il sangue , o fare uno scandalo e coprirmi di ridicolo ; per me , per un tradimento mio , ella veniva ad acquistar l ' aureola d ' una vittima e ad aumentar la simpatia della quale godeva . Ella era la donna , la classica debole , cui tutto è perdonato , di cui si esagerano la bellezza , lo spirito , l ' eleganza , la grazia .... S ' io avessi osato annoiarmi al suo fianco sarei stato un barbaro , un ottuso , un triviale .... Ma io non osava , perchè i pregiudizi avevano effetto su ' miei impulsi . Non potevo procedere in quest ' analisi irritante ; correvo da Lidia , la facevo parlare , la volevo l ' intero giorno vicina ; non era noiosa , no ; non era esagerata la fama della sua bellezza e della sua grazia . Io m ' era irritato pel principio , evidentemente , non pel mio caso speciale . E , alla scoperta , baciavo Lidia lungamente e andavo con lei in barca , la sera , remando io , sotto il pulviscolo lunare , ch ' era tutta una retorica . Una notte ch ' ero penetrato nella camera di Lidia , questa si svegliò , mi prese le mani dicendo : - Sei tu , lì ? Che fai ? - E tu , chi sei ? - Io ? Io sono la tua bimba , la tua bimba piccola ! - ella rispose colla voce assonnata . Le passai una mano sul viso ; ella aveva gli occhi serrati e teneva le labbra raccolte per ricevere un bacio . Nell ' oscurità me la figurai così graziosa , vinta dal sonno e tuttavia offrendosi per istinto affettuoso , ch ' io sentii svanire d ' un colpo le mie crudeli discussioni d ' indole generale . Ma me ne riprendeva bene la necessità , quand ' eravamo tutti riuniti , donna Teresa , Pietro , Lidia ed io , pel pranzo o per qualunque altro motivo . La villa Folengo era quanto di più inestetico avessi mai visto , con un ' architettura che non si poteva incolpare ad alcuno stile antico o moderno ; e nel villino , il salotto di riunione era il capolavoro di quell ' assenza di gusto . Già le cose m ' urtavan di per se stesse ; già io comprendeva di non poter trovarmi ad agio in una casa dove si voleva far del lusso senza spendere quanto è necessario per essere almeno convenienti . Le persone , poi , compievano quell ' impressione disgustosa e non riconoscevo loro alcun diritto alla mia reverenza . Pietro Folengo era un imbecille , nonostante i suoi favoriti bianchi da diplomatico . Un ' assoluta mancanza di critica lo costringeva alla pecorina devozione alle critiche già fatte ; un ' incurabile povertà d ' iniziativa gl ' impediva d ' agir diversamente da come s ' è agito sempre ; un cieco rispetto per le tradizioni , per tutto quanto è costituito e nei termini legali , per ogni titolo accademico , per ogni apparenza , lo sommetteva alla massa , della quale abbracciava immediatamente il giudizio e applaudiva al gusto . Se si fosse occupato di politica , non avrebbe mai osato rovesciare un Ministero ; se si fosse occupato d ' arte , non avrebbe riconosciuto mai dell ' ingegno a chi non avesse seguìti e finiti gli studi prescritti ; entrato nel commercio , lo continuava nelle proporzioni in cui l ' aveva intrapreso . Sempre , e in ogni caso , la fortuna gli era stata propizia . Per altro , non gli si poteva far colpa se la natura non gli aveva largita una mente d ' aquila , e se l ' educazione di casa aveva cooperato a foggiargliene una da gallina ; bensì , era d ' uopo tener conto della sua onestà in tempi così difficili , e dell ' eccezionale avventurosità che aveva presieduto ad ogni speculazione di lui anche alle più strane . Egli non era nè ingenuo , nè furbo ; evitava con somma cura le idee isolate , per accogliere quelle col battesimo della popolarità ; fra l ' aforisma d ' un uomo intelligente e un proverbio vecchio , s ' atteneva a quest ' ultimo , senz ' esitare . Donna Teresa non era ammiratrice del marito se non in quanto l ' esito era sempre favorevole a lui e pareva dargli ragione ; ma ella ammetteva che in teoria il signor Folengo s ' era arrestato a cinquant ' anni addietro . Donna Teresa non aveva alcun difetto capitale ; trasmodava spesso e volentieri nel raccontare un fatto , gonfiandolo sensibilmente e svisandolo fino a dar forma tragica al caso più insignificante . Troppo facile ad accettar le opinioni altrui , da qualunque parte venissero , si contraddiceva con imperturbabilità olimpica , e parlava d ' ogni cosa , ora con vedute audaci , ora con frasi fatte . Ciò produceva un vaniloquio intollerabile , del quale andavo ogni giorno meglio sentendo la tortura ; e cominciava a crescermi in cuore uno sdegno irragionevole contro donna Teresa , che obbligava Lidia a descriverle il nostro viaggio , minutamente , a renderle conto dei camosci e degli scoiattoli incontrati nelle nostre escursioni , per poi raccontar tutto questo ai visitatori e agli amici di casa . - Figuratevi , - diceva ella un giorno ai Caccianimico , - figuratevi che mia figlia ha trovato a Splügen un centinaio di camosci , che le son corsi incontro .... - Perdòno , - io interruppi , seccato ; - i camosci erano tre e invece di correrci incontro , son fuggiti con molta naturalezza . - Per questo semplice incidente , donna Teresa mi tenne il broncio un giorno intero , durante il quale compresi d ' aver mancato e di non poter vincere il bisogno di mancare in séguito . Sulle prime , con Pietro io mi divertiva ad oppormi a tutte le sue opinioni e ad inquietarlo con delle sentenze paradossali . Il buon uomo , non trovando pronti argomenti , si smarriva o portava la questione in un altro campo , dov ' io lo raggiungeva tosto e ricominciavo coi paradossi . Ma Lidia m ' aveva pregato di non tormentarlo oltre , ed io aveva finito per approvar le teorie di Pietro , limitandomi a monosillabi , secchi ed eguali come battute di pendolo . Giorgio Uglio arrivò un mattino in casa , mentr ' eravamo a colazione . Splendeva d ' una gioia intensa , e dopo i saluti , ci annunciò che Laura sua moglie giungeva l ' indomani . - Domattina , col battello delle dieci , - egli disse . - Verranno a salutarla ? Ella ne avrà molto piacere . Anche lei , signora Lidia , è vero , sarà a riceverla ? - Senza dubbio , - rispose Lidia con prontezza . - Ho tanto desiderato rivederla ! - Quando Giorgio fu uscito , nella sala da pranzo seguì un breve silenzio ; poi , donna Teresa mormorò : - Com ' è felice ! Si amano alla follia ! ... - Si comprendono ! - aggiunse Pietro . Io guardai l ' uno e l ' altra e fui stupito dell ' espressione calma e grave ch ' era sul loro viso . Avevan detto per davvero ! Non sapevano che Laura aveva tradito Giorgio quattro volte , a quanto s ' era scoperto , ed altre volte infinite , a quanto si poteva indovinare ? I romori del mondo svanivan dunque assolutamente sulla soglia di casa Folengo ? Sebbene io conoscessi quella famiglia e sebbene l ' avessi frequentata nel periodo del fidanzamento , non m ' aspettava simile cecità ; forse l ' assidua attenzione che raccoglievo allora su Lidia , m ' aveva tolto di giudicare a fondo i parenti di lei . - Da dove torna la signora Laura ? - chiesi . - Non sai ? Dalla Svizzera , - rispose Pietro Folengo . - Con chi era laggiù ? - ridomandai . - Con dei congiunti , - fece donna Teresa . - Ne sei sicura ? - osservai . - Deve fare un bel freddo in Isvizzera , ora ! - concluse Pietro , senza neanche rilevar la mia insinuazione . E si parlò del freddo , che pel venuto ottobre doveva calare anche da noi . Appena fui solo con Lidia , quel giorno , le dissi : - Andrò io a salutar la signora Uglio . Tu , rimani ; troverò un pretesto per iscusarti . - Non vuoi ch ' io ti accompagni ? - Lo credo inutile . I signori Uglio non sono simpatici nè a me , nè a te ; ce ne libereremo a poco a poco . - Non vorrei che mamma mi rimproverasse , - mormorò Lidia . - Perchè ? Sei tu , sono io , che dobbiam fare la scelta dei nostri amici ; e ci sarà ben lecito aver dei gusti diversi da quelli di tua madre . - Naturale , - assentì Lidia . Non uscii che alle dieci e un quarto l ' indomani mattina e perciò , mentre mi dirigevo al ponte di sbarco , vidi venirmi incontro Giorgio a fianco di Laura , i Caccianimico , Angela Tintaro e qualche altro conoscente . Li salutai , chiedendo venia del mio ritardo , e strinsi la mano a Laura , che mi parve singolarmente bella . - La tua signora ? - domandò Giorgio , nell ' atto ch ' io mi poneva al suo fianco e m ' incamminavo con loro all ' Eden Hôtel . - Lidia è indisposta e vi prega di volerla scusare . - Capii , dalla faccia contrariata di Giorgio , che , come avevo sperato , il pretesto non era buono ; ma nessuno si lasciò sfuggire l ' occasione di sorridere con qualche sottinteso . - Già indisposta ? - fece Laura , guardandomi di tra le ciglia socchiuse . - Oh , una cosa molto semplice , - risposi . Laura era alta , magra , degna del pallio o degli abiti con lungo strascico . La testa , piccola ed animosa , pallida e notevole per una capigliatura bruna e crespa , era capace di più espressioni violente e la tranquillità vi si sarebbe male significata ; dagli archi sopraccigliari larghi e dagli occhi castagni , ma instabili d ' irradiazioni così che parevan neri , usciva un ' energia lieta di vivere , facile a trasmodar nell ' ira e nell ' odio , senza fermarsi in graduali sentimenti ; il naso aveva rettilineo e la bocca dalle labbra carnose ; le orecchie rosee , ben disegnate , nascondevano l ' origine plebea che si rimproverava alla donna ; erano orecchie da patrizia e non anse da schiava ; la voce chiarissima , era nell ' intimità un po ' velata , ma eguale . Ettore Caccianimico , fiancheggiato dalla moglie e da Angela Tintaro , ci seguiva portando la valigetta di Laura ; io m ' offersi di prendere una piccola borsa di pelle che Laura aveva alla mano ; ma la signora si rifiutò , dicendomi : - No , no . Questa non si tocca . C ' è tutta la mia corrispondenza , qui dentro . - Di ' : tutta la nostra ; - corresse Giorgio con un sorriso celestiale . Ettore Caccianimico tossì . Io pensai che Giorgio Uglio volesse beffarsi di noi . Non si poteva ammettere ch ' egli ostentasse la pace domestica con ingenuità così fuor di proposito ; e se tale ingenuità esisteva in lui , non sapeva egli che io , fin dal primo riveder Laura , m ' ero chiesto s ' ella portasse ancora le giarrettiere che nell ' interno avevan ricamato il mio nome ? o quale altro nome chiudessero ora , dopo il soggiorno coi parenti ? Arrivati all ' albergo , Giorgio lasciò Laura , il Caccianimico diede la valigia ai servi accorsi ; vi ebbe un istante in cui Laura ed io fummo a viso a viso , discosti dagli altri . - Vieni a trovarci , - ella sussurrò prestamente . - E di ' a tua moglie che non c ' è bisogno di scuse perchè io la dispensi da ogni visita .... - M ' accomiatai , sottraendomi a un invito a colazione fattomi da Giorgio con insistenza . Quando Laura m ' aveva dette quelle parole coll ' audacia che le era propria e che l ' abitudine al tradimento aveva in lei perfezionata fino alla temerità , - io era rimasto attonito . Mai , per tutto il tempo del mio fidanzamento , Laura aveva fatto cenno al nostro passato , quantunque non di rado la incontrassi in casa Folengo ; mai s ' era curata del mio amore per Lidia .... Che cosa le frullava per la testa , ora ? Non potevo supporla così pazza da credere ch ' io conservassi di lei , non un desiderio , ma pur anco un ricordo .... Vedevo una sola cosa buona ed utile in tutto questo : la persuasione di Laura che un ' amicizia tra lei e Lidia sarebbe stata assurda e mostruosa ; persuasione , espressa da Laura coll ' altierezza sua caratteristica , quasi lei e non Lidia rifiutasse le occasioni d ' un incontro . Chiarissima era in me l ' idea dei doveri che m ' ero assunti verso Lidia e ferma la decisione di compierli , fors ' anco pel sentimento egoistico di pretendere altrettal rigida osservanza dalla donna . La compagnia di Laura m ' era quindi uggiosa ; non riuscivo a comprendere perchè in altri tempi mi fosse ella piaciuta . Osservandola bene , durante il primo rivederci e nei giorni successivi , m ' ero persuaso che Laura era fibra da tradir uomini e donne colla stessa facilità con cui avrebbe bevuto un bicchier d ' acqua . Sul suo viso stava un ' espressione cinica , dura , spudorata , volubile ; gli occhi avevano sguardi equivoci , il sorriso non era aperto e cordiale , ma rapido , presto a mutarsi in sogghigno , a scomparir d ' un tratto perchè i lineamenti assumessero una gravità altrettanto falsa . L ' eleganza di Laura Uglio era capricciosa , troppo spesso procace ; se le risa della donna mi giungevano alle orecchie , mi parevano alte e sguaiate e m ' irritavano contro Giorgio , ch ' era così buono da permetter simile contegno a chi portava il nome di lui . Non sono ben certo delle impressioni che il mio atteggiamento suscitava in Laura . Se non conoscessi l ' acutezza femminile per inarrivabile nell ' avvertire e definire il fascino o la repulsione prodotta in un uomo , sarei tratto a credere che Laura ignorasse il mio mutamento a suo riguardo ; così appariva tranquilla e sicura . Ero con lei più riservato che cortese , più freddo che ostile , ma dovevo in ogni modo rispecchiar l ' antipatia per Laura , dal solo fatto che poco prima del mio matrimonio , io la trattava come ogni altra conoscenza . Noi ci vedevamo al Caffè Bolongaro d ' Intra , ove mi recavo solo . In quel momento , Laura aveva lungo corteo d ' ammiratori , i quali m ' evitavan la noia di trovarmi isolato colla moglie di Giorgio e impedivano a questa un possibile inopportuno richiamo al passato . Nel tornare a Pallanza , Ettore Caccianimico dava di piglio al mandolino e faceva da menestrello alla compagnia ; io mi offriva compagno costantemente ad Angela Tintaro , sebbene anch ' ella mi ripugnasse per le sue innaturali venture amorose . Nel susurro delle conversazioni , fra le risate , sentivo Laura dominar gli altri , avventar motti brucianti come labbra febbrili , aizzar quelli che l ' accompagnavano ; e guardando Giorgio , trovavo sulla faccia di lui il consueto sorriso celestiale . Mercè l ' opera di Laura , la villa Caccianimico s ' era tramutata in una gran sala di divertimento ; il giardino si popolava di giovanotti e di signore attratti dai giuochi eleganti che Giorgio , Ettore e Laura avevano organizzati ; il pianoforte era tormentato di notte fino a tarda ora e dalle finestre aperte prorompevan grida ilari , schiamazzi , risate femminili ; dopo il trattenimento , la baraonda usciva per le strade a far serenate coi mandolini e le chitarre , e di tutto Laura Uglio era l ' anima informatrice .... Quanti diabolici intrighi aveva ella saputo aggrovigliare , nonostante l ' idillio col marito ? Io sarei giunto forse a calcolarli , se il freddo improvviso non m ' avesse indotto a vincer l ' inerzia di quel soggiorno e a ritornare a Milano , donde contavo riprendere il nostro viaggio . VII . Saliva dalla via una sonnolenza larga e morbida , che pareva scemar gli stessi romori dei carri e delle carrozze , passanti sotto la pioggia a rovescio . In qualche negozio , le lampade elettriche splendevano , quantunque non fossero che le due del pomeriggio . Le signore , chiuse nei mantelli , non trattenute dal tempo accidioso , affollavano il Corso egualmente come nel più bel giorno d ' autunno , si soffermavano alle vetrine , trovavan la volontà di comperare e di discutere le compere fatte . Lidia apparteneva a questa categoria di signore instancabili nel passare da un magazzino all ' altro . Quando la pioggia era più violenta , Lidia si faceva allegra . Calzava stivaletti alti serrati , indossava la pelliccia , un piccolo cappello di feltro , guanti scuri , e usciva con me a pellegrinare pei negozi di mode . Aveva un umore eccellente ; mi abbracciava ad ogni poco , prima d ' andar fuori , e rideva ad ogni occasione ; sopratutto era abilissima nello scoprir la necessità degli oggetti inutili , al punto che mentre credevo di doverci trattenere solo un paio di giorni a Milano , ivi eravamo già da dieci e sembravamo incamminati a rimanervene altrettanti . S ' era cominciato cogli acquisti di gran rilievo , rappresentati dagli abiti di Lidia per la veniente stagione . Le stoffe offrivano due motivi a pensieri gravissimi : la qualità ed il colore , o meglio la combinazione dei colori , perchè con mia grande sorpresa , Lidia m ' aveva assicurato che una combinazione di colori falsi avrebbe distrutta la sua fama di signora a modo . Appena ella poneva piede nel negozio , la sua ilarità spariva e un ' ombra grave le si diffondeva sul viso bianco e fresco . Lidia ascoltava le parole del commesso con molta diffidenza , e sottoponeva l ' uomo a un ' analisi psicologica delle più accurate ; non amava i discorsi di quella gente ; non aveva scrupolo alcuno di mettere a soqquadro un magazzino intero , o d ' andarsene senza comperare . Mentr ' ella tuffava con voluttà le piccole mani fra gli ammassi di stoffe sciorinati sul banco , o confrontava gl ' infiniti campioni dei quali aveva zeppo il manicotto , - io mi sedeva presso di lei , ascoltandola , e nei casi dubbi ella si rivolgeva a me . - Che ne pensi , Sergio ? - chiedeva , mostrandomi il velluto o la seta . - Molto bene , - rispondevo . - Ma no , ma no ! - ella esclamava , con un sorriso . - Non si tratta di lodare ; non ho ancora scelto . Credi che questa guarnizione ? ... - Io aveva cura di creder sempre quanto credeva ella medesima e di fingermi anche più ignorante di quel che non fossi , perchè ella non avesse a sospettar d ' una certa mia esperienza di mode , acquisita in diverse occasioni , le quali da Lidia non si dovevan conoscere . - Se fosse qui la mamma , potrebbe consigliarmi ! - diceva ella infine . Faceva mandare a casa gl ' involti voluminosi , ma quando ve n ' era qualcuno appena possibile a portarsi , ella stessa se ne impadroniva e se lo metteva sotto l ' ascella con una tenerezza materna delle più ingenue . Poi mi diceva : - Spero che così andrà bene ; quel mantello aveva assolutamente bisogno della piuma , in basso ; quest ' anno la piuma si usa molto ; purchè la sarta non guasti ! ... Aspetta ; devo entrar qui un istante .... - E si andava in un altro negozio , dove il commesso ricominciava le chiacchiere , e Lidia l ' analisi psicologica . Avevo occasione d ' osservare che tutte le signore facevan così , e che l ' aria grave di Lidia si ripeteva sui viso di quante entravano . In qualche magazzino , il susurro femminile pareva un ronzìo d ' api laboriose ; colla differenza che le api umane qui , scialavano invece di raccogliere ; alcune s ' abbandonavano alla disperazione per non aver trovato quanto desideravano ; altre discutevan sul prezzo e mercanteggiavan per abitudine ; e tutto questo , alternato cogli sguardi rapidi , sintetici , alle compagne , delle quali si valutavano in un baleno anche il veletto e i guanti . Avvenivano incontri di amiche , sùbito unite in una lega tacita contro il commesso ; più sovente , s ' incontravan delle nemiche , riconoscibili alla ostentata cura dell ' una di non sfiorar l ' abito dell ' altra , squadrata con sovrano dispregio . Potevo cogliere a volo dei piccoli dialoghi : - " Sai , l ' ho pagato quaranta lire ; ma a Giuseppe dirò che mi costa venti . - " Naturale . - " In un caso , citerò la tua testimonianza . - " Còntaci pure ; faccio anch ' io lo stesso con Paolo . - " Stavolta donna Mercedes è sbaragliata . Compro questa pelliccia , ch ' è adorabile . - " Adorabile ; somiglia alla mia , salvo che quella mi vien da Parigi . " - Se giungeva per caso una cortigiana in momentaneo favor del pubblico , l ' attenzione delle signore si raccoglieva totalmente su di lei ; lì , era la moda , un po ' audace , ma espressiva . Forse , in qualche cuore di donna onesta non sanguinava una piaga d ' invidia , pensando che il bel giovane presso la cortigiana dava lentamente la vita e il patrimonio per lei ; non tanto per quest ' ultimo , quanto per la vita ? ( Dolce poter dire , levando gli occhi languidi al soffitto : " Ahimè , povero ragazzo ! Se avessi saputo che sarebbe giunto a morirne .... Ma chi lo imaginava , coll ' ipocrisia della nostra gioventù ? " ) Mi pareva di respirare aria più libera , all ' uscir da quei negozî , mentre Lidia rilevava con immenso sconforto che per la giornata non aveva altre compere in vista . Si consolava però sùbito a casa , trovando accatastati gl ' involti nella sua camera ; li apriva , considerava ancora gli acquisti , aspettava la sera per giudicarli alla luce artificiale ; qualche volta li rimandava o li mutava , dopo i consigli della sarta . Questa aveva libero adito in casa nostra , a qualunque ora del giorno . Era una signora alta , magra , con un neo posticcio sulla guancia destra ; compariva , - eccezionalmente e solo per Lidia condiscendeva a muoversi dalla sua officina - seguìta da una commessa che portava i giornali di moda , quei giornali di moda i quali rappresentavan per lei il limite a cui l ' umana intelligenza può giungere e donde è affatto inutile si spinga innanzi . Apertili , con suprema delicatezza quasi porte di tabernacolo , Lidia e la sarta si curvavano sul figurino , v ' appuntavan l ' indice , facevan lunghi calcoli non meno di due generali alla vigilia d ' un attacco decisivo . I consigli di quella signora eran semplicemente infernali ; dovevan partir forse dal principio che ogni cosa bella ne ammette una migliore , e per questo principio indicava lei medesima le stoffe , i colori , le guarnizioni , le fodere più opportune , spiegando a me , sottilmente , come la bellezza di Lidia volesse un ' eleganza raffinata e aristocratica , ma senza possibili confronti . Ella aveva pure intuito che nessun momento della vita coniugale meglio del nostro , si prestava a comporre e a radunare un corredo muliebre così vantaggioso per Lidia , quanto , in altro senso , per lei ; e ciò spiegava l ' attenzion matematica , l ' accuratezza con cui gli abiti erano ideati , fatti e finiti , in un giro di tempo relativamente assai breve e con approvazioni entusiastiche da parte di Lidia . Quei capolavori di buon gusto ammaliavano Lidia , la quale si sentiva diventar donna forse più per merito loro che per merito mio ; sembravan contener fra il raso , il velluto , la seta , un universo d ' insidie , d ' invidie , di frivolezze , di cattiverie , di seduzioni , di sottintesi che ancora mancavano a Lidia per poterla considerare un ' adorabile signora della buona società . L ' intervento della sarta aveva portato un ritardo nella nostra partenza . Ottobre era già venuto al termine e novembre , - in quell ' anno rimasto memorabile per la sua rigidezza , - si presentava carico di nebbioni e assai minaccioso . Al comparir dell ' ultimo abbigliamento , respirai : ora saremmo infine partiti . Ma Lidia , con un ' infinità di moine graziosissime , - dove l ' aveva imparate ? - mi pregò d ' aspettare qualche giorno , perchè v ' eran altre piccole compere a fare , di cui voleva sbrigarsi al più presto . Pensai rapidamente che le compere avevano un incalcolabile peso sulla nostra felicità : mai , come in quei giorni , Lidia raggiava di salute fisica e spirituale ; era un lumeggiar continuo di sorrisi , un brillamento d ' occhi , un accondiscendere a tutto quanto dicessi e anche a quanto stessi per dire , - senza precedenti nel nostro breve passato intimo . In séguito a tale considerazione , credetti il premio adeguato alla fatica di trattenerci qualche giorno ancora a Milano ; e ricominciammo il pellegrinaggio nei negozî , non più di stoffe , ma di gingilli . Stavolta le compere eran d ' un ' inutilità sorprendente , e Lidia non aveva nemmeno il coraggio d ' assumere l ' aria grave di circostanza ; ma quegli acquisti parevan più necessarî a lei , più fatalmente agognati , che la stilla d ' acqua alla gola riarsa d ' Epulone . Si perdeva e s ' estasiava davanti agli oggettini da salotto nei quali la diabolica scaltrezza dell ' artefice aveva sudato a raggiunger la perfezione ; e per l ' impaccio della scelta , non sapendo Lidia decidersi fra due balocchi egualmente leggiadri , finiva collo sceglierli .... ambedue ; e poichè l ' intuizion già notata nella sarta , sembrava ripetersi in tutt ' i negozianti ai quali facevamo capo , a bella posta essi mettevan troppo di frequente Lidia in quell ' impaccio della scelta , così disastroso per le sue conseguenze . In casa , meglio che in ogni altro luogo , la superfluità delle nostre compere strideva maledettamente ; le camere eran già ricche di decorazioni e d ' ornamenti , ed ogni angolo aveva un mondo di gingilli ; inoltre , poichè l ' appartamento nostro era stato arredato col consenso di Lidia e colla sua approvazione , io non riusciva a comprendere com ' ella vedesse tanti e così spaventosi vuoti là , dove alcuni mesi prima tutto le pareva giusto , appropriato , ben messo . Eppure , ella trovava modo di fare spazio , bastante non solo per ciò che aveva comperato , ma anche per ciò che doveva comperare , e innanzi alle sue acrobatiche sovrapposizioni , s ' entusiasmava vie più a cominciar da capo l ' indomani . Tutto questo m ' annoiava d ' una noia grigia e vasta ; io voleva partire . Lidia mi pareva una bimba , ma la sua infantilità si prolungava oltre misura , e s ' io non avessi avuta in fondo al cuore un ' eco di quella tenerezza che ci aveva presi ambedue , al ritorno , nel riveder la nostra camera nuziale , sarei scattato d ' improvviso . In un giorno , dunque , pieno di sonnolenza larga e morbida , che attutiva anche il romor dei carri e delle carrozze , sotto la pioggia sferzante , noi eravamo usciti come di solito . Poco prima , Lidia s ' era messa alla scrivania per mandare una lettera a donna Teresa ; ma dopo aver contemplata la carta colle cifre in carattere antico , ella m ' aveva chiamato : - Sergio ! - Dal tono di voce , era chiara una supplica . - Sergio , non ti sembra che questa carta sia sovranamente funebre ? Quelle cifre in nero .... anche il formato ? ... - L ' hai scelta tu , cara , se non m ' inganno . - Sì , è vero .... Ma ho sbagliato .... Che cosa dirà mamma , ricevendola ? Lei , così attenta a ogni cosa ? ... - Pausa , di meditazione ; poi , chiudendo l ' asse scorrevole della scrivania : - Sergio ! - Lidia ? - Se io ti pregassi .... di cambiarla ? - Cambiarla ? ... colle tue cifre ? ... Bisognerà comperarne dell ' altra ; è più spiccia .... - E tu , non te ne avresti a male ? - Di che ? Se l ' avessi fabbricata io , questa .... - Allora , Sergio .... Allora usciamo , sùbito ? Piove : una bellissima corsa , mi butto in ispalla la pelliccia , e in un minuto sono in ordine .... - E in un minuto era stata in ordine veramente , senz ' aiuto di cameriera , infilandosi i guanti sulle scale , come se la casa dietro noi si fosse incendiata e minacciasse un crollo . E perciò noi eravamo usciti , a piedi , in mezzo al fango e all ' accidia invernale . Pareva una ragazzina scappata di scuola , Lidia , colle mani ricoverate nel manicotto , appoggiandosi al mio braccio , tuffata nella pelliccia , il cui bavero alto le riparava le orecchie dall ' aria pungente . La carta fu scelta , senza cifre , ma benchè Lidia ne fosse ammirata e secondo il solito se ne portasse la scatola tra il seno e il manicotto con materna sollecitudine , - io osservai ch ' era di gran lunga migliore quell ' altra . - No , no , t ' inganni , - rispose Lidia . In fondo , ella si curava pochissimo delle mie obiezioni : aveva la più illimitata presunzione del proprio buon gusto .... - Aspetta , - diss ' io , fermandola innanzi al negozio d ' un libraio . Mentre passavo , m ' era parso di veder sulla copertina d ' un elegante volume , un nome che in quel posto era stranissimo . - Gian Luigi Sideri , - lessi . - Il lastrico dell ' inferno , romanzo ! Come è possibile ? - È un tuo amico ? - domandò Lidia . - Ma senza dubbio , un mio caro amico . È inesplicabile questo risveglio .... - È inesplicabile che abbia scritto un romanzo ? Perchè ? Non avrà avuto di meglio a fare .... - E Lidia , con un movimento del braccio mi accennò che desiderava andarsene . Dove mai Gian Luigi Sideri aveva trovata l ' energia necessaria a far qualche cosa ? - io pensava , riprendendo con Lidia il cammino verso casa . - Come mai era riuscito a darmi questa lezione di buona volontà ? Che cosa sentiva io perciò ? Era invidia ? No : era amarezza , malinconia , per la dispersion di forze che caratterizzava la mia vita .... E sorpresa anche , perchè fra quanti avrebbero potuto fermarsi sulla via inutile , certo io non ascriveva Gian Luigi Sideri . La nostra amicizia contava parecchi anni d ' esistenza . Ci eravamo conosciuti al teatro Manzoni , dove il conte Gian Luigi ed io avevamo le poltrone fianco a fianco , e la mia attenzione era stata attirata dall ' irrequietezza nervosa di Gian Luigi , a pena contenuta per l ' abitudine ai salotti ; durante gl ' intermezzi , egli si rifugiava nell ' atrio compensandosi dell ' immobilità forzata con delle evoluzioni pel lungo e pel largo , a passo celere . Fra un ' armonia di gusti e un senso estetico squisitissimo , una facilità a comprendere ogni cosa bella e originale , Gian Luigi portava talvolta una nota così discorde , così strana , da non lasciar capire come avesse potuto nascere in lui . Le sue carrozze , per esempio , eran di forme e di colori detestabili quanto la livrea della sua casa , e non gliele avevo perdonate se non come effetto d ' un certo disequilibrio di facoltà critiche . Al contrario , la sua mente era piena di concetti e di visioni graziose , sfumate ; Gian Luigi aveva una cultura tutta d ' apparenza , la quale sussidiata da un acume non volgare , gli dava maggiori vantaggi che non la mia , pesantissima ; buon musicista , Gian Luigi componeva ballabili e romanze , di colore azzurrino , su parole proprie , ma un ' ammirazione esagerata per tutto quanto veniva da Parigi , lo costringeva a scriver francese ; egli conosceva questa lingua forse meglio della propria e la parlava volentieri , con accento irreprensibile . In fatto di letteratura , Gian Luigi s ' era limitato sempre a imaginare argomenti da romanzo o da novella , nei quali si poteva sùbito rintracciar la sua tendenza per le cose un po ' indeterminate , e per gli acquerelli di piccole dimensioni ; sfuggiva il dramma o lo decorava di particolari arguti , che l ' avvolgevan quasi in una nube e gli toglievano i bagliori sinistri .... Questi argomenti , creati , modificati , accarezzati nella fantasia , rappresentavano per Gian Luigi altrettante lontane possibilità di lavoro , a cui pensava qualche volta con rammarico , lamentandosi d ' essere incapace di un ' occupazione lunga e abnegativa . Quanto all ' animo di lui , io non era tuttavia riuscito a definirlo con esattezza . Era scettico , Gian Luigi , o indifferente , o fatuo , o innamorato di qualche cosa o di qualcuno ? Probabilmente , colla instabilità sua particolare , egli era a vicenda tutto questo , ma un certo riserbo lo salvava dal dimostrarlo . Senza dubbio , conosceva il mondo , e in trent ' anni di vita aveva corse le vicende istruttive degli uomini liberi ; senza dubbio , anche , era un sognatore , ma non un sognatore classico , il quale attraversa doloroso l ' esistenza in cerca di sensazioni inaudite ; bensì , un sognatore calmo , sorridente , eclettico , il quale coglie il buono dove s ' incontra e lo paragona alle proprie aspettative . Era un ammiratore di Laura Uglio , donna che per la sua beffarda filosofia della vita , doveva singolarmente confarsi allo spirito di Gian Luigi ; forse , egli ne era stato anche l ' amante , perchè in un certo periodo , noi ci guardavamo con curiosità , stimolati dal desiderio di farci una domanda e incapaci a formularla ; ond ' era fra noi due rimasta quella specie di punto interrogativo , non mai soddisfatto . Laura , Gian Luigi , ed io , conoscevamo così profondamente i doveri ed i diritti di ciascun di noi , che non amavamo affrontarci , preferendo un fatto dubbio , larvato di convenienza , a una risposta secca e noiosa .... Certo , nel calendario d ' amanti che la società affibbiava a Laura , il nome di Gian Luigi non era comparso ; ma questo provava ben poco , perchè non era comparso neppure il mio .... Ora , Gian Luigi , - scettico , indifferente , fatuo o innamorato , che importava ? - aveva d ' un tratto raccolte le sue forze , aveva lavorato , aveva dato alla luce un volume , un grosso volume , a quanto si vedeva , che gli era costato almeno sei mesi de fatiche , i sei mesi del mio matrimonio . L ' avvenimento era così straordinario , ch ' io giunsi a casa senz ' aprir più bocca : salii le scale dietro Lidia , a testa bassa ; mi ficcai nella poltrona , presso Lidia , in salotto , dimenticando di guardar nel mio studio se fosse arrivata la posta ; e rimasi in quell ' attitudine , colle braccia incrociate , a pensare . - Ah questa sì , va bene ! - esclamò Lidia , sciogliendo l ' involto della carta da lettera . Si mise innanzi allo scrittoio , dispose i fogli , prese la penna , mi si rivolse : - Che cosa debbo scrivere a mamma ? - E il libro di Gian Luigi - mi domandavo - quale esito aveva avuto ? Un buon esito , certamente , perchè Gian Luigi doveva aver gusto , l ' istinto della misura , che non s ' insegna .... - Sergio ! - chiamò Lidia , sorpresa . - Non hai udito : come debbo scrivere a mamma ? - - Mandale i miei saluti , - risposi ; - annunciale la nostra partenza .... - La nostra partenza ! - ripetè Lidia con un sospiro . - Per quando , per dove ? - Per quando vuoi , per dove vuoi .... - Ma ero stato un imbecille a non comperar sùbito il romanzo di Gian Luigi : bisognava leggerlo , avevo urgenza di quel libro : volevo stabilire immediatamente .... - È proprio necessario partire ? - domandò Lidia , abbassando la testa sul foglio di carta . - Necessario ? - esclamai . - Che domanda ! C ' è qualche cosa di necessario , al mondo ? - Oh , Sergio ! - Ma sì ; non c ' è nulla di necessario , cara amica . Si parte , si viaggia , perchè ciò è nelle abitudini , nelle tradizioni , e perchè sarebbe lo stesso non partire , non viaggiare .... - Allora , non partiamo , e non viaggiamo ! - fece Lidia in tono secco . - Io sto bene qui . - S ' alzò dalla sedia e si mise a passeggiare pel salotto . Ella aveva indossata una vestaglia verde - cupo , che aveva la vita brevissima , e dal petto giù fino ai piedi , serbava una linea rigida e severa , appena interrotta a metà da un nastro fissato ai fianchi e incrociato sul davanti ; somigliava così , Lidia , a una scultoria figura bizantina . Cominciai dal gettarle un ' occhiata d ' ammirazione , senza muovermi dal mio posto : quindi risposi : - Allora , non partiamo e non viaggiamo ! - Lidia si fermò di botto ; poi mi si avvicinò . - Perchè dici questo ? - ella chiese con voce calma . - Perchè credo sia il tuo desiderio .... - Ah , no , no ! Non è per questo che parli in tal modo , Sergio ; io ti conosco , ormai . - Le parole furono dette quasi con benevolenza . La donna si passò una mano sulla fronte , perchè dovevan presentarsele più argomenti d ' eguale importanza , che voleva tutti enunciare , in bell ' ordine ; e all ' uopo , sedette di nuovo innanzi alla scrivania , donde mi riusciva quasi di faccia . Ma mi alzai io dalla poltrona . - Ebbene , - dissi un po ' seccato . - Non si parte , perchè partire o rimanere è affatto indifferente , come tutto il resto . - E mi diressi , verso l ' uscita , e raggiuntala senz ' opposizione da parte di Lidia , mi ritirai nel mio studio . VIII . Mi occupai sùbito a stabilire la gravità di quanto avveniva e a capire il significato d ' una recrudescenza di sogni che supponevo decisamente snebbiati dal mio animo e invece eran ricomparsi cogliendo la prima occasione favorevole . I due termini estremi della situazione eran chiari per quanto dolorosi : un lasso di sei mesi aveva trasformato Gian Luigi Sideri in un uomo che ambiva alla fama e dilatava la propria personalità utilmente ; un lasso eguale di tempo nella mia vita non aveva concluso che a mutarmi da scapolo in marito . L ' enorme abisso fra l ' una condizion di cose e l ' altra , era appena intravedibile e perciò tanto più capace d ' impressionarmi . Gian Luigi ed io , avevamo nel medesimo tempo , nel medesimo giorno forse , spalancate due porte sulla nostra via ; lui dirigendosi a lotte d ' intelligenza , a febbri di concezione , a godimenti e ad amarezze non comuni , e tali da raffinarlo e da toglierlo alla greggia umana ; io sottoscrivendo al mio volgarissimo avvenire , rinunciando a sogni smisurati , collo sposare una fanciulla , che amavo indubbiamente , ma che ancor dopo sei mesi d ' intimità non sapevo se fosse quella la quale m ' abbisognava . Intuivo di questo fatto le conseguenze . Un matrimonio non è mai stato barriera al lavoro intellettuale , ma per me , pel mio bizzarro carattere , assumeva l ' aspetto d ' una barriera insuperabile ; anzi , come altri aveva bisogno della famiglia per lavorare , io aveva invece necessità della vita libera , capricciosa , retta dal mio solo arbitrio . Le angustie derivate dalla casa , gli obblighi assunti , le convenzioni tacite che il matrimonio chiudeva in sè numerosissime , formavano il veleno più potente , più letale , più immedicabile alla mia attività , anche senza tener conto delle obiezioni e dell ' atteggiamento ostile che nel mio caso speciale poteva assumere Lidia per un tentativo , molto problematico , di darmi finalmente alla letteratura . No ; se v ' era stata ancora speranza a qualche cosa , se il destino aveva riserbata nel mio animo una miracolosa potenzialità di scuotermi e d ' agire , - io aveva distrutta quella speranza , avevo stremata quella potenzialità , fatalmente , il giorno in cui m ' ero legato a Lidia . L ' avevo guastato io , il mio destino , come al più degli uomini succede ; e m ' ero scelto l ' avvenire del buon padre di famiglia , quand ' era forse pronto per me l ' avvenire d ' un artista ! Chi m ' aveva tratto in inganno ? Lidia , colla sua fresca bellezza ? i parenti di lei , colle loro cortesie ? Nessuno : una succession di casi , una forza sottile d ' attrazione al pericolo . Onde , non avevo contro chi volgere il mio malcontento e l ' angoscia della delusione ; gli altri , eran vittime ; io era vittima ; eravamo vittime tutti quanti di quelle leggi necessarie e assurde , che ad ottener Lidia corpo ed anima m ' avevan vincolato a lei per l ' esistenza intera . Nel mio studio , l ' ombra del pomeriggio calava rapida fra scrosci di pioggia ; a momenti non ci si vedeva più , ma non sapevo muovermi dalla poltrona , nè deporre il libro che avevo mandato a comperare e che tenevo ancora intonso fra le mani , come un testimonio vivo e straziante di quanto si poteva fare e di quanto non avevo fatto . Dalla camera attigua mi veniva il romor dei passi di Lidia , e mi figuravo la donna pensosa , a testa china , le mani entro le tasche della vestaglia , passeggiando come un automa pel salotto . Lidia era tutto il mio destino ; io doveva cooperare a renderla felice , e raccogliere in questo còmpito non facile ogni facoltà dello spirito ; inutile guardare di là da simile stretta cerchia , oltre la famiglia e la casa . A poco a poco , il romor di quei passi mi divenne intollerabile ; forse Lidia piangeva per il modo brusco e inusato con cui m ' ero sottratto a quanto ella voleva dirmi .... A che stava pensando , ora ? Alla triste scoperta della mia indole , a ' miei torti , alle sue speranze di quiete , inutili .... Giovane , elegante , bella , voleva ben più attente cure di quelle che io non le prestassi ; poteva ben dolersi de ' miei sogni ridicoli i quali creavano una rivalità inafferrabile per lei .... Ma intanto , quei passi mi causavano un rimbombo doloroso nel cervello ; il fruscìo della veste m ' irritava ; il contegno silenziosamente corrucciato di Lidia mi pareva un rimprovero sproporzionato alla colpa .... Gettai il libro di Gian Luigi , d ' un tratto ; mi levai , mi diressi all ' uscio che metteva nel salotto : volevo pregar la donna di non più tormentarmi .... Di non più tormentarmi ? Ella m ' avrebbe giudicato pazzo ; che tormento mi dava ? ... Restai così un attimo innanzi all ' uscio , studiando la frase meno incomprensibile ; e non trovandola , e temendo di veder per davvero le lagrime supposte di Lidia , ritornai alla poltrona , ma l ' oscurità era ormai densa nella camera , e non interrotta se non dallo spiraglio di luce che appariva alla bocca della stufa . Come le sei suonavano all ' orologio della chiesa vicina , mi recai nel tinello , ove rimasi stupito vedendo preparata la tavola con una sola posata . Geltrude - la cameriera che aveva lasciati i signori Folengo per passare al nostro servizio - accendeva il candelabro a gas , nel mezzo del soffitto ; e allo stropiccìo de ' miei passi si volse , dicendomi : - La signora è indisposta e prega il signore a voler pranzare da solo . - Credo che così male io non abbia pranzato mai , in tutta la mia vita . Un ' ira sorda m ' aveva preso contro Lidia e la sua indisposizione pretestata ; il far partecipe la servitù di quanto avveniva tra noi , mi pareva l ' atto più stupidamente borghese che Lidia potesse commettere , e rivestiva a ' miei occhi un carattere d ' ostilità assoluta poichè la donna conosceva benissimo le mie opinioni in proposito . Neppure un istante mi balenò alla mente il pensiero ch ' ella avesse sperato in una mia sollecitudine per il suo malessere , in una mia comparsa nella camera da letto ov ' ella rimaneva . A Geltrude non chiesi spiegazioni ; pranzai male , ma pranzai , col giornale spiegato innanzi a me ; poscia accesi un sigaro e mi accomodai sul divano a fianco del caminetto , studiando con enorme attenzione i ricami della fiamma sulle legna . Verso le nove , uscii di casa ; io non m ' accorgeva d ' agire non per volontà mia , ma per fare meccanicamente ciò che avevo visto fare agli altri in simili casi : gli altri si divertivano o cercavano divertirsi ; io entrai al teatro Dal Verme , ove un Circo equestre attirava folla discreta . Nell ' atrio scansai tre o quattro conoscenze : un marito con seimila lire di rendita , nient ' affatto sorpreso che la moglie ne spendesse diecimila per la casa ; un vedovo in procinto di sposare sua cognata , quantunque la sapesse , come la sorella , già condannata per etica dai medici ; uno scapolo , che manteneva una ragazza della quale si vergognava e per la quale ostentava la massima indifferenza ; ed altri , che mi riuscivano stranamente antipatici a un tratto , mentre m ' erano appena indifferenti per lo passato . Da quanti , invece , appressai fra i miei amici , ricevetti quella sera un ' accoglienza curiosa e significante ; erano saluti e strette di mano sincere , ma diverse dalle consuete ; era un atteggiamento quasi grave che costoro assumevano alla mia presenza ; un gruppo di celibi , noto pe ' suoi discorsi pornologici , troncò una discussione , quand ' io l ' avvicinai , e ne cominciò un ' altra di politica .... Si aveva riguardo per la mia mutata condizione , e pareva s ' aspettasse di definirmi e di classificarmi fra le diverse specie di mariti , prima di scegliere un contegno deciso . Fu l ' ultimo colpo all ' irritazione che mi ribolliva dentro ; ero dunque ben morto per quegli uomini , bene straniero ormai al loro consorzio , se si trattenevano dal mostrarsi cinici e scapati quali erano , e indossavano una cappa di convenienza , pesante a me più che a loro medesimi ? Domandai di Gian Luigi Sideri . Era a Sestri a lavorare , solo . - Com ' è stato accolto il suo Lastrico dell ' Inferno ? - chiesi . - Assai bene ; ne hanno parlato anche all ' estero , - mi si rispose . - Una rivelazione ! - Me ne andai , verso le undici . Gli altri si recavano a cena . - Tu non verrai , non è vero ? - domandò uno . - Grazie ; vado a casa , - risposi dopo un lampo d ' esitazione . E negli augurî di " Buona notte ! " che m ' accompagnarono , volli trovare ironia , invidia , rispetto comico per la fedeltà con cui osservavo i miei doveri di sposo felice ; e l ' irritazione si riversò allora infine , decisamente , contro costoro , contro la buaggine del mondo . Se si fosse indovinato che già tra me e Lidia cominciavan gli screzî ! ... Screzî i quali davan ragione alle ironie sottintese , e avrebbero fatto esultare quei filosofi da marciapiede .... Ebbene , no ! Lidia era a letto ; dormiva , quando rincasai . La scossi leggiermente , la pregai di voler dimenticare , l ' ottenni ben facile , e l ' alba dell ' indomani sorse tranquillissima per noi , smemorata d ' ogni chiaroscuro spiacevole . Tornando , però , durante quella notte , al primo malinteso che aveva prodotto il nostro broncio , Lidia espresse di nuovo il desiderio di non partire ; non aveva voglia di soffrire i disagi di un viaggio lungo ; voleva attendere la migliore stagione , e nel frattempo occuparsi della sua casa , far visite e riceverne , andare a teatro , godere del carnevale prossimo ; tutto coll ' impazienza della donna nuova , che brucia dal desiderio di mostrare al mondo quale splendida farfalla sia sbucata dalla crisalide . Per non toglierle illusioni circa quei divertimenti che il suo nuovo stato le permetteva , ascoltai il programma di Lidia con animo sereno e mi compiacqui a far disegni sull ' argomento . Nei giorni successivi la presentai a quante famiglie conoscevo e mi parevan degne della sua amicizia .... Spesso in quelle case , dov ' io entrava una volta preceduto da impaziente attesa e circondato da cortesie eccezionali , trovai un ' accoglienza compitissima e tuttavia diversa da quella del passato ; le madri mi serbavan qualche rancore per non aver fatta cader la mia scelta sulla signorina , speranza e tormento della famiglia ; ero per esse una fresca tomba di illusioni . Altrove , era la signorina che usava un po ' d ' astio contro Lidia e un po ' di sprezzo contro me ; occhiate traducibili con un : " Tanto , non avrei saputo che farmi di voi ! " Eran più schietti e cortesi gli uomini , quegli stessi uomini , i quali diventavan terribili di satira e acuti di negazione non appena si trovavano in crocchio , al teatro o al caffè . Difficile stabilire il numero esatto di quelli che al veder Lidia si proponevano di sedurla in otto giorni e stringendomi la mano si rallegravan seco stessi d ' aver io preparata una nuova preda per loro ; certo , dovevan essere molti e non tutti scapoli ; certo , anche , Lidia produceva comunemente un effetto d ' ammirazione per la sua bellezza , e di simpatia viva per un ' ingenuità graziosa , per una semplicità pura di modi , che alla bellezza eran fortissimi ausiliari . E in grazia di tali ausiliari , le madri più arcigne e le fanciulle deluse , dopo quindici giorni gareggiarono a diventar l ' amica intima di Lidia , come gli uomini tutti studiaron di farsi amici intimi miei ; del che ero meno lusingato . Lidia aveva stabilito il martedì pe ' suoi ricevimenti ; io v ' assisteva sempre , quantunque i discorsi delle signore mi facessero sui nervi l ' effetto d ' uno strider di lima e non fossi compensato se non dallo spettacolo delle manovre tattiche ivi usate . La simulazione e la dissimulazione vi giuocavano aspre battaglie ; vedevo le nemiche sorridersi , darsi la mano , baciarsi e lodarsi , con un ' abilità che un diplomatico avrebbe pagata un occhio ; ascoltavo le più calunniose insinuazioni fatte col più idilliaco dei sorrisi ; notavo la gara tacita e accanita di soverchiarsi in eleganza , in bellezza , in ispirito , e rilevavo come le più maligne parlassero sempre della malignità altrui , dichiarandosi aliene da ogni vanità umana e inorridite dalla maldicenza , la quale pur troppo non rispetta alcuno . Io mi diceva frattanto che se si fosse scoperto ch ' io era adultero , giuocatore od ubbriacone , tutte le amiche di Lidia avrebbero esultato , in omaggio all ' amicizia femminile . Avevan trovato , quelle eleganti femmine , un tema che si prestava mirabile a piccoli colpi , a punture di spillo , a ferocie squisitamente melate ; ed era , il tema , l ' infecondità di Lidia . Non poteva ella avere un ' emicrania , un malessere passeggero , un pallor più accentuato , o una leggierissima tinta azzurra sotto gli occhi , senza che le amiche vi trovassero qualche significato riposto , qualche preavviso della venuta di un bimbo ; di quel bimbo , il quale , secondo loro , era indispensabile al coronamento della nostra unione , mentre io non vi aveva manco pensato . E poichè il bimbo pareva farsi aspettare , le osservazioni s ' inoltravan più ardite : - " Lei , dunque , non si tedia mai ? - " Mai , cara signora . - " Ciò è stranissimo . - " Perchè ? ... - " Sempre così soli , senza una testolina bionda da accarezzare , senza le cure deliziose per un innocente .... " - Le parole non producevano in Lidia alcun effetto doloroso ; ella non aveva nè propensione nè repulsione per la maternità ; forse non ne aveva una chiara idea , e ciò faceva sì ch ' ella rispondesse colla sua ingenuità quieta alle sollecite visitatrici , frustrando in loro ogni speranza d ' esser riuscite ad amareggiarla . - Assolutamente , si vuol vedere un frutto del nostro amore , - dissi una volta a Lidia . - Se non ci riusciamo , bisognerà adottare un trovatello per far piacere agli amici . - Lidia scoppiò a ridere , e mi tolse ogni inquietudine circa l ' esito sortito da quelle insinuazioni . Più di quanto io non m ' aspettassi , era ella abile a giudicar le persone e a sottrarsi da ogni influenza . Una vecchia signora , assidua ai martedì , s ' era proposta una tutela gratuita su di noi ; voleva insegnarci a vivere , e s ' interessava della servitù , dell ' andamento della casa , dando consigli non cercati perfin sulla disposizione dei mobili . Lidia non era in questo affatto indulgente , e un giorno in cui la signora si lamentava perchè avevamo licenziata la cuoca , Lidia le fece capire che sarebbe stata ottima cosa non si fosse più fatta vedere , nè ai martedì , nè in altri giorni della settimana . Era donna , Lidia oramai ; così donna da inquietarmi un poco per la seduzione inconscia ch ' ella esercitava sui miei amici . Io non poteva più contar quelli che la desideravano ; erano tutti , giovani e vecchi , ammogliati e celibi ; gli ammogliati non m ' avrebbero ceduta volentieri e per un lasso di tempo indeterminato , la loro sposa fedele in cambio della mia ? Sì , certo ; son cose che si fanno , salvando naturalmente le apparenze . Dovevo essere odiato quanto era desiderata Lidia , da costoro . La mia presenza immancabile li urtava come un ' offesa personale ; entravan nel salotto strisciando , la schiena curva , il sorriso rutilante ; trovavan Lidia , coi piedini sulla proda del caminetto , un libro pesante alla mano ; fuori c ' era l ' aria grigia di dicembre ; un complesso di cose molto propizie a discorsi sentimentali , a preliminari d ' attacco . Ma se domandavano : - " E Sergio , il nostro caro Sergio , come sta ? " - e si sentivan rispondere da Lidia : - " Bene , grazie . È nello studio ; ora lo faccio chiamare , " - addio speranze , addio preliminari e discorsi sentimentali ! ... Però , quando compariva io , le strette di mano eran così calorose come tornassi da un viaggio di circumnavigazione . Io mi meravigliava di una cosa sola : che quei furbi seduttori , quegli esperti ladri onorabili , non s ' accorgessero , nella loro furberia , come la mia presenza fosse affatto superflua a sventar le loro arti ; come Lidia , anche sola , anche triste , anche corrucciata contro di me , non fosse donna da cascar fra le loro braccia . Ma essi mi trovavan troppo brutto al loro confronto , per ammettere simile verità ; non so chi , aveva loro insegnato che necessariamente una donna deve cadere ; oggi , domani , fra un mese o fra un anno , la caduta avviene ; e nell ' aspettazione , essi frequentavano la mia casa , e si sedevano alla mia mensa , come già io aveva fatto con Giorgio Uglio . Nessuno di quei visitatori , per altro , aveva ancor preso un atteggiamento perspicuo ; venivano ai martedì , a qualche pranzo , a qualche festa che dava Lidia . Nessuno aveva ancor trovata l ' occasione di scriverle un biglietto o d ' inviarle un libro o d ' addentrarla nella conoscenza dei buoni autori contemporanei ; ma io non mi nascondeva che fra la turba doveva trovarsi già l ' audace , e mi chiedevo con una certa ansia se avrei potuto io stesso scoprirlo . Il concetto che avevo dell ' intuizion dei mariti , non era ottimo , per vecchia esperienza . Ora , io era un marito , dopo tutto , e tanto marito da pensare e da ragionare perfettamente all ' opposto di quanto ragionavo e pensavo un giorno . Sarei stato marito anche nel sospetto ? Anch ' io come gli altri , sarei andato a investigar le cose più assurde e a dubitar dell ' amico sincero , quando ad ogni istante avrei avuto sott ' occhio il nemico ? Era un dubbio affatto indipendente dalla gelosia per Lidia ; era un dubbio che il mio amor proprio sentiva crescere con immenso dolore , perchè avvalorato da un piccolo falso allarme recentissimo . Mi veniva per casa un giovanetto di diciannove anni , poeta : alto , magro , biondo , lezioso ; stabilito a Roma colla famiglia , si tratteneva però volentieri a Milano ; portando un bel nome , aveva molte conoscenze ; corteggiava le signore con arte precoce e con sonetti così lacrimosi da farlo creder Geremia redivivo . Mi era anche antipatico ; sentivo in lui una certa forza di seduzione la quale , non apparendo giustificata da alcuna dote particolare , se non da quei diciannove anni , che eran dote troppo caduca , - m ' inquietava . Di Lidia non sembrava affatto curarsi , pel senso pericoloso ch ' io intendeva ; ma era verso di lei insinuantissimo , e così sobrio nella lode e nell ' ammirazione , da ottener con poche parole effetto doppio di quello che gli altri ottenevan con molte . Io cominciai a sorvegliarlo , a studiare il modo di non lasciargli dire nè molte parole nè poche all ' indirizzo di Lidia ; se abitualmente ero vigile , del poeta sentimentale divenni accortissimo e sospettoso , da un giorno all ' altro aspettandomi qualche volume de ' suoi versi con opportuna dedica a Lidia , e poi un viglietto , e poi una visita nelle ore in cui ero assente . Una sera che , al teatro aveva aiutata Lidia a togliersi la pelliccia , quelle sue mani presso il collo della donna , quel gesto di lui che pareva volesse abbracciarla , mi diedero una fitta al cuore , mi svelarono che là stava il pericolo imminente . Invece , all ' improvviso , il poeta partì , raggiunse la famiglia a Roma , ed io fui stranamente sorpreso venendo a sapere com ' egli si trattenesse a Milano per amor d ' una vedova , alla quale non offriva sonetti ma denari con sì lieta prodigalità , che i suoi lo avevan richiamato al più presto . Non saprei dire se da questo episodio io ritraessi piacere o malcontento ; senza dubbio , ne uscii molto umiliato per la mia intelligenza , ch ' era in altri tempi soddisfacentissima ; e verso il poeta serbai un atroce rancore , quasi m ' avesse schernito nel modo più villano . Dicembre si chiuse per noi col ritorno dei signori Folengo da Pallanza . Io dimenticava sempre che Pietro e donna Teresa facevan parte della mia nuova famiglia , e perciò l ' idea di festeggiar con loro il Natale non mi parve eccessivamente allegra ; avrei preferito restare in casa , dove la presenza di Lidia mi confortava , e non m ' infastidiva l ' assenza di quel bambino biondo che m ' auguravano i conoscenti . Donna Teresa lodò la figlia per la sua decisione di non partire , quantunque osservasse che sarebbe stato bene continuare il viaggio per rispetto alle abitudini generali ; poi , ella e Pietro ci annunciaron la novità già accennata nelle loro lettere . Una casa commerciale importantissima offriva a Pietro l ' impiego di direttore e di procuratore , con lauto stipendio e partecipazione ai vantaggi dell ' azienda . Simile offerta si doveva a un amico di Pietro , deputato , fatto Ministro in quei giorni , il quale curava poco il benessere d ' Italia , ma sufficientemente il proprio , quel dei congiunti e degli amici ; il che gli giungeva anche troppo grave soma . Quando sentii che la casa commerciale era stabilita al Cairo , mi dichiarai avverso a tale disegno , ma fui stupito notando come Lidia l ' avversasse molto meno di me , e cedesse alle ragioni esposte da Pietro . - In ogni modo , - concluse questi , - è cosa che avverrebbe fra qualche tempo . - Mentre ritornavamo a casa , domandai a Lidia : - Perchè non ti sei opposta a quella pazza idea ? - Non so , - ella rispose . - Così ! ... - E poichè ella non agiva talora per ragioni più convincenti , io mi trattenni dal chiedere altro . IX . Fu l ' abito che indossava ? o furono le sue braccia , che le maniche scopriron fin quasi al gomito , nell ' atto in cui ella s ' appoggiava al cassettone ? o fu il suo viso , dai lineamenti un po ' stanchi ? o non fu , piuttosto , la volontà del caso , il quale aveva stabilito che di là cominciassi a soffrire ? Fatto è , che potei d ' un tratto afferrare un ' impressione , e definirla colla rapidità del lampo . Veniva spesso nella mia camera , Lidia , dopo le cure dell ' abbigliarsi e prima della colazione ; mi chiedeva che cosa si sarebbe fatto nella giornata , se ci saremmo occupati delle visite , se a teatro v ' era qualche spettacolo interessante ; anche , mi chiedeva s ' io l ' amassi ancora , come nei primi tempi . Ella cominciò , stavolta , dopo il saluto : - Credi ci convenga render la visita ai signori Cortalancia ? - S ' era appoggiata al cassettone col semplice scopo d ' ammirarsi nello specchio . Io , di fianco a lei in una poltrona , mi dimenticai d ' osservare se quello scopo era giustificato da qualche vestaglia nuova , da qualche bizzarra acconciatura dei capelli . Risposi : - Perchè non si dovrebbe render la visita ? I Cortalancia sono persone rispettabilissime . - Lidia chinò la testa a guardarsi le dita bianche e magre ; si tolse e si rimise un anello . - Mi parevano molto noiosi , - disse . - Non sei ancora abituata a sopportar le persone noiose ? - domandai . Quindi mi morsi le labbra ; il momento che noi attraversavamo rendeva la domanda piena di pericoli . - Sono abituata ! - fece Lidia , continuando ad ammirarsi nello specchio . - E non è inutile aumentare il numero ? - Ogni persona che si trascura , diventa un nemico , - sentenziai . Lidia sospirò , passandosi la mano dietro la nuca a lisciarsi dei capelli che supponeva scomposti ; ma come non si decideva a togliersi dalla sua positura , me le avvicinai , le tenni le mani per l ' estremità delle dita , e fissandola in viso : - Làsciati ammirare ! - dissi . Aveva realmente una vestaglia nuova , alla Pompadour , con fiori sul petto ; un nastro azzurro le girava attorno alla testa , pettinata secondo la foggia greca . Sentii le sue dita fredde , vidi le braccia scoperte , il viso bianco dagli occhi mavì ; in uno sguardo , riassunsi tutta la venustà di quel corpo giovanile . E afferrai l ' impressione di lunga stanchezza che quel corpo giovanile mi produceva . - Piaccio ? - Lidia domandò con frase solita , ma con insolita freddezza . - Piaci , - risposi , lasciandola Ritornammo al nostro posto . - Se si potesse ricevere in veste da camera , sarebbe una buona cosa , - osservò Lidia , sorridendosi nello specchio . - Credo d ' esser più bella ! - Ah ! ... Ce n ' è bisogno ? ... - Un fiore , dal petto passò nelle mani della donna , che cominciò a sfogliarlo e a pelarlo con molta cura . - Non c ' è un bisogno pressante , - ella rispose , - ma la vanità è senza limiti . Dunque , renderemo la visita ai Cortalancia . Stasera c ' è teatro ? - Non ho ancora i giornali . Anche a teatro vorresti andare in veste da camera ? - Oh , lì ! - ella fece , con un gesto di trionfo . - Abbiamo gli abiti scollati , per la Scala ! - Nessuno t ' impedisce di ricevere pure in abito scollato ! - Lidia modulò una risatina di sprezzo pel mio suggerimento che credeva serio , e se ne andò , alzando le spalle e dimenticando di chiuder la porta . Era certo ; la stanchezza cominciava a proiettar la sua ombra nelle nostre anime . Era anche logico ; tutti gli amori finiscono , come cosa mortale , e il nostro non poteva già trovar nella legge , oltre la tutela , l ' eternità ; bensì , era la legge assurda , che prestava la prima e fingeva credere alla seconda . L ' abitudine aveva avvelenata la sorgente del piacere ; l ' idea piatta di rappresentar noi una simmetria legale con uno scopo determinato illanguidiva e smagava tutto quanto era spontaneità ; impendeva sui nostri cuori , ne regolava i battiti , non ci lasciava la freschezza dell ' improvviso . La legge era tra noi , coprendoci ; mezzana stranissima che scemava le forze a luogo d ' eccitarle . Quale amarezza in fondo ai nostri baci ! Un ' amarezza ; non dolore , non uggia irreverente ; una delusione fisica e morale , pesantissima , che avrebbe rotto in lacrime , se tal linguaggio di sentimento ci fosse stato possibile . Soffrivamo ambedue , Lidia ed io ; ella , non arrivando a capire ciò che provava ; io , arrivandovi troppo ; ella , tormentata dall ' indeterminatezza del mistero ; io , da impeti subitanei . Se m ' arrivava d ' un tratto , acuto , inesorabile , il pensiero di poter io pretendere da lei e imporle l ' amore che in altra donna avrei meritato per elezione , - il mio abbraccio si snodava , il suo corpo mi pareva cosa , non esempio di giovane bellezza . L ' avrei respinta , Lidia , con brutalità , perchè incarnava il dovere e il diritto , il principio e la tradizione , la valvola di sicurezza della società mostruosa fatta per la massa . Lidia sentiva così bene tutto questo , da non maravigliar di nulla . Aveva lasciata la sua casa ed era entrata nella mia .... con entusiasmo ? con gioia irrefrenabile ? No ; con amore e illusioni , morte le quali , restavale in animo una congerie di teorie ridicole insegnatele da ' suoi ; teorie di cui intuiva la falsità non meno che il pericolo d ' ammetterla . Assisteva allo svolgersi di teorie nuove , sentiva il rombo di nuove idee soffiate dal secolo morente , e considerando la nostra simmetria decrepita , s ' impauriva di rappresentare ella medesima una di quelle idee agonizzanti , a ringiovanir le quali non la sua bellezza , non la sua fresca età , non il suo fascino raddoppiato mille volte , sarebbero bastati mai . Per una crudele ventura , quello sboccio di desolanti sensazioni combinò col folleggiar del carnevale , che un gruppo di volonterosi aveva tentato richiamare alla gaiezza antica ; e in tutta la mia vita non trovo memoria d ' allegria più funebre , di spigliatezza più voluta , d ' ipocrisia più sconfortevole che quelle dominanti allora per le vie e le piazze di Milano . Sotto i nostri balconi , sul Corso Venezia , passavano i carri stranamente mascherati da una fantasia stanca , talvolta dolorosa nelle sue allusioni ; e carrozze piene d ' ubbriachi , e musiche di straziante festività , e una folla muta , ostile , che non amava i coriandoli e s ' atteggiava a compassione dei falsi gaudenti . Dopo il passaggio d ' un carro mascherato , l ' odore acre del gesso rimaneva , e della polvere ; arrivavan sui nostri balconi palate di coriandoli , nembi di confetti , attràttivi dalla presenza di Lidia e d ' altre signore ; due volte , una mano di cavalieri eleganti lanciò una colluvie di fiori , e furon , sul balcone , braccia levate in alto ad afferrarli , risa discrete per il vano tentativo . Le donne sole , con quell ' inscienza che han del bambino , poteron forse divertirsi . Lidia , il viso riparato da sottile e forte veletto e il corpo da un abito chiuso e bianco , pareva agire per febbre ; intorno a lei , i sacchi di coriandoli si vuotavan magicamente ; il suo braccio , fragile e vigoroso , lanciava quel gesso con maestria sulla folla stupida , contro i carri che la mala sorte obbligava a fermarsi . Le amiche , pure in abiti bianchi e difesa la faccia , imitavan Lidia , animandosi , impazientendosi delle lacune fra l ' un carro e l ' altro . Verso le cinque , i coriandoli arrivavan per entro le finestre , ingolfandosi nelle camere con violenza ; alcune signore dovettero cedere il posto . Lidia resisteva ; irriconoscibile , tanto era soffusa di polvere . Io , dietro di lei , passandole , sul morir del giorno , i fiori dopo i coriandoli , l ' osservava con inesplicabile tristezza ; ella gettava i fiori febbrilmente , con un sorriso rigido sulle labbra . A un tratto , mi porse ancora le mani , senza guardarmi , perchè vi mettessi altri fiori , e indugiando io , Lidia si rivolse , vide i sacchi e le ceste vuote : - Finito ! - ella esclamò , scrutandomi negli occhi . - Finito ! - risposi . Sorridemmo ambedue ; ma la parola aveva un senso largo d ' angoscia . Non v ' erano tra noi se non queste allusioni ; perchè così fresco era il ricordo di gaudî e di sogni , che l ' aria ne pareva piena e ospite la casa ; quella casa la quale , nel medesimo tempo , vicino ai ricordi conservava tutta la storia delle modificazioni sopravvenute a sfatare i gaudî e a corrompere i sogni . Il carnevale , nonostante numerosi inviti a feste , era scorso per noi monotono . Lidia si schermiva con ostinazione dal prender parte a divertimenti serali ; aveva ricevute più visite della sarta , la signora alta e magra col neo posticcio , la quale sperava di ottener molte commissioni , di ripetere il periodo felice dei capolavori di seta e di raso ; ma neppur la dialettica della sarta era riuscita a smuover Lidia dal suo proposito , sebbene i tentatori giornali di mode le presentassero dei figurini superbi , che chiamavano un breve lampo negli occhi di lei . Continuavano i martedì ; qualche pranzo agli intimi , donna Teresa e Pietro ; qualche sera al teatro ; e nella settimana grassa , Lidia aveva voluto gettare i coriandoli forse per soddisfare ad un desiderio delle amiche meglio che ad uno proprio . Ciò era riuscito strano e molesto a Pietro Folengo . - Ma , figlia mia , - egli diceva , - questo non si usa . Due sposi novelli devon farsi vedere , devon prendere viva parte ai trattenimenti della stagione . - Perchè ? - domandava Lidia . - Perchè questo si usa , perchè tutto il mondo ha sempre fatto così .... - Lidia aveva allora il suo piccolo riso di sprezzo , che importunava Pietro ; le ragioni addotte eran per costui insuperabili ; non gli pareva umana cosa il sottrarsi a ciò che si usa , a ciò che il mondo ha sempre fatto ; mentre Lidia , assai più moderna , si rideva bellamente degli usi e costumi che non le quadravano . Veniva poi donna Teresa , la quale illuminava il proprio tramonto di tutti i belletti e di tutte le pomate cognite in Europa e fuori ; e si stringeva vie più nel busto , e studiava metodi arguti per distruggere l ' adipe senile . I suoi consigli erano sospirosi . - Se fossi io al tuo posto , cara Lidia , con quei tuoi vent ' anni ! Perchè non vai al ballo di casa Cortalancia ? Ma è possibile che non ti sorrida un gran trionfo ? Non c ' è nessuna delle tue amiche , elegante e bella come te ; hai qualche dispiacere ? - Lidia scoteva il capo , e da quelle insistenze usciva sempre più testarda a vivere fra le quattro pareti di casa . Un piccolo malessere di Lidia aveva servito a darmi un ' idea delle straordinarie mutazioni che la verità può subire , conservando la propria forma . Il medico aveva detto : - La signora è un po ' delicata e deve guardarsi dalla malaria che domina la città ; c ' è nella signora qualche accenno d ' anemia , facile a combattersi . - Lidia s ' era impadronita trionfalmente di quelle due frasi e non le aveva mutate d ' una parola ; ma ripetendole ad ogni occasione , aveva dato loro un significato di minaccia quasi simbolico . Non si poteva aprire una finestra , senza che la donna si portasse il fazzoletto alla bocca per salvarsi dalla malaria ; nè avveniva mai che Lidia si guardasse nello specchio senz ' accagionare all ' anemia il pallore del viso , e la striscia azzurrognola sotto gli occhi . Ciò era grazioso , dapprima , rendendola quasi più fragile nel mio concetto ; poi , divenne meno grazioso ; e infine non fu grazioso per niente , quando l ' anemia e la malaria furono usate da Lidia ad ogni scopo , e presero vita e consistenza di spettri che passavano instancabili ne ' suoi discorsi e parevano essersi collocati stabilmente a guardia della sua alcova . Gli amici avevano accolta la diagnosi del medico quasi come una notizia gravissima ; raddoppiavan di cortesie verso Lidia e mi guardavano con profondo significato per inculcarmi che da me dipendeva la vita di lei . Le amiche erano state indulgenti , perchè tutte avevano alla lor volta qualche indisposizione civettuola di cui si servivano con impareggiabile maestria e che probabilmente ponevano esse pure a guardia dell ' alcova . Gustavano la rinuncia di Lidia ai trattenimenti mondani ; una signora , assidua frequentatrice di balli , di teatri , di concerti e perfino di conferenze , aveva applaudita Lidia caldamente , assicurandole che non v ' era nulla più doloroso di quanto si chiama piacere ; e guardando la faccia di suo marito , io me n ' era sùbito persuaso . Ma fui veramente sorpreso quando , il sabato grasso , Lidia accettò un invito dei signori Caccianimico . - Faccio un ' eccezione per loro , - ella disse . - È vero , Sergio , che faremo un ' eccezione ? ... - È verissimo , - risposi , nascondendo alla meglio il mio stupore . Appena Clara ed Ettore Caccianimico partirono , domandai a Lidia : - Tu intendi veramente andare a quel ballo ? - Ma che ! - rispose Lidia . - Non , avrei nemmeno un abito decente .... - E allora ? ... - Sai , - disse la donna con aria esperta ; - rifiutar sempre è noioso , diventa quasi una parola d ' ordine ; ho accettato per far cosa nuova ; stasera scriverò un viglietto , pretestando un ' indisposizione ! - Bisognava punirla ; assolutamente , questa donna mi credeva condannato a seguire i suoi capricci , senza tener conto de ' miei ; accettava e declinava gl ' inviti , li faceva accettare e declinare da me con un ' indifferenza da bambina , come fosse identica missione accompagnarla al ballo o tenerle compagnia presso il caminetto . Bisognava punirla , immediatamente . - Bella idea ! - esclamai . - Non ti pare ? - fece Lidia , senza rilevar l ' inflessione ironica delle mie parole . La sera medesima , verso le dieci , mi ritirai in camera colla scusa di rispondere a qualche lettera . - Mandami Andrea . Lo incaricherò di portare un viglietto ai Caccianimico , - disse Lidia . - Andrea serve a me per il momento , - risposi . - Lo manderai più tardi ; così il pretesto sembrerà meno studiato . - Andrea , il domestico , aveva disposto nella mia camera l ' abito di società , e gli oggetti per un minuzioso abbigliamento . Dal giorno del mio matrimonio non avevo più indossato l ' abito nero , e , scoperto che questo può servire anche in occasioni allegre , ero divenuto gaio , d ' improvviso , attendendo colla maggior cura a farmi elegante . Alle undici , seguito da Andrea colla mia pelliccia aperta fra le mani , ricomparvi nel salotto di Lidia . - È inutile mandare il viglietto , - dissi . - Porterò io le tue scuse . - Lidia alzò il capo , e impallidì nel vedermi . - Che cosa fate voi , lì ? - domandò ella al domestico . - Tiene la pelliccia , - spiegai . - Guarda , cara , se questa cravatta è messa bene . - Benissimo , - rispose la donna , levando gli occhi al soffitto . - Vai in casa Caccianimico ? - - Certo . Non m ' hai obbligato a promettere che si sarebbe fatta un ' eccezione per loro ? - Infilai la pelliccia , misi il cappello e uscii , dopo avere stretta la mano di Lidia , che aveva senza dubbio moltissime cose interessanti a dirmi . Fui così sùbito , così largamente punito della mia piccola vendetta , da credere a una giustizia invisibile e sicura . Perchè , non appena entrato nella sala ove Ettore Caccianimico e la sua signora apparivano circondati da una folla elegante , - sentii che i varî profumi ivi sparsi mi facevan male ; un male strano , che si sarebbe detto risvegliasse la mia sensualità . La vista di donne scollate , ingemmate , ostentatrici di bellezze che avevano un padrone e ne cercavano un altro , mi atterrì con questa scoperta : io aveva bisogno d ' una di quelle donne ; d ' una qualunque , purchè non fosse Lidia , non le somigliasse in nulla ; avevo bisogno d ' una donna della quale ignorassi e il sorriso e la voce e il corpo . Finalmente , alla presenza di femmine nuove l ' angoscia che mi circolava da un pezzo nelle vene come una malattia , scoppiò e prese il suo vero aspetto : io m ' irritava di Lidia non perchè rappresentasse la legge o il principio o la tradizione ; ma perchè io la sapeva tutta , dal gesto insignificante all ' ultimo anelito . Mai la poligamia mi parve più saggia cosa e più sana che allora . Conscio di simile rivelazione e messomi in avviso , provai ad avvicinar quelle signore e ad analizzare il senso ispiratomi ; notai che le brune mi piacevan meglio , e le audaci e le esperte ; quelle , infine , le quali eran tutto l ' opposto fisico e morale di Lidia ; notai pure che , sull ' istante , avrei commessa una follia per conquistarne una , e al domani poco mi sarebbe importato di non più vederla e di saperla morta . Era la grave , dolorosa necessità di cambiare , che m ' invadeva con forma così assorbente e mi disponeva l ' animo a una passione per la prima venuta ; io trovava nel mio stato il perchè di certi adulterî che m ' eran parsi altre volte decisamente inesplicabili . Uscii da quel ballo uno degli ultimi , conservando ancora in tutta la persona un residuo di profumo avvelenatore , e nel cervello vivissima l ' impressione dei corpi femminili ignorati . Albeggiava lividamente e faceva un terribile freddo . Non avevo bisogno di guardarmi intorno per sapere come agissero gli uomini che avevano avuta la mia rivelazione , tosto o tardi . Alcuni si mettevano le mani nei capelli , si torcevano il cuore , e tradivano ; altri dubitavano sulla scelta , la determinavano con pertinacia , e tradivano ; molti non dubitavan punto , si fermavano alla cameriera , e tradivano . Io era fratello di tutti costoro , in quella notte ; ma non sarei stato loro fratello nella conclusione . Io avrei mantenute le promesse fino all ' ultima , avrei compiuto il mio dovere fino allo strazio ; perchè volevo altrettanto ed esigevo fino allo strazio i miei diritti . Ma dunque , se il bisogno di cambiare era assoluto , anche Lidia soffriva le torture cui ero in preda ? Ecco perchè non aveva voluto ella recarsi alle feste ; a me era stata necessaria la prova ; a lei era bastato l ' istinto , il fiuto inestimabile della donna - per sentire il pericolo . Rientrato in casa , un barlume di luce proveniente dalla mia camera , m ' inquietò , credendo avessi dimenticata accesa la lucerna o i bracci dell ' armadio , fin dalla sera prima ; apersi la porta , e mi fermai sulla soglia d ' un tratto . Lidia era là , addormentata , vinta dalla stanchezza ; s ' era seduta in una poltrona , reclinando la testa sui guanciali , e come io aveva quel mattino una curiosa tendenza a ricostruire sensazioni e fatti , riuscii a indovinare quant ' era avvenuto . Lidia , assai probabilmente , aveva tentato di coricarsi e di dormire ; poi , non potendo reggere al bisogno di dirmi le cose interessanti che la sera prima aveva dovuto tacere per la presenza del domestico , - s ' era avvolta nell ' accappatoio ed era venuta nella mia camera . La stufa spenta lasciava il luogo assai freddo ; la lampada quasi esausta , l ' illuminava imperfettamente ; e quella donna rannicchiata nella poltrona , coi capelli sparsi , gli occhi chiusi , la faccia pallida , il corpo tutto come piegato da una violenta angoscia , - pareva la superstite d ' una cupa tragedia . Inoltrai cautamente ; levai la lucerna dal cassettone e la posai sulla tavola ; mi tolsi il soprabito , il cappello , e gettai i guanti per terra ; cominciavo a snodarmi la cravatta , quando un lieve romore mi fece volger la testa . Lidia , appoggiato un gomito sul letto e stringendo coll ' altra mano un bracciuolo della poltrona , mi guardava fissa da qualche istante . - Buon giorno ! - le dissi . - Sono rientrato ora . - Lo so , - rispose Lidia con voce velata . - E io ti aspetto qui da mezzanotte . - Ti sono gratissimo di questa sorpresa , - mormorai . - Ma potevi coricarti ; non prendere freddo ; coricarti nel mio letto . - Nel tuo letto ? - esclamò Lidia , balzando in piedi . - Che cosa credi , dunque ! - C ' è sempre stato in me un istinto che io suppongo derivato dalle mie tendenze letterarie ; un istinto a vedere il quadro e la plastica in ogni cosa ; guardai Lidia perciò con sincera compiacenza ; ella pareva una leonessa ferita , dritta nel fondo della camera , gli occhi pieni di sdegno ; bellissima . - Perchè fingi , Sergio ? - ella disse . - Perchè fingi di non capire quel che ho sofferto ? - Che hai sofferto ? - ripetei , colpito dalla voce tremante . - Io non poteva imaginare .... - Ah , non potevi imaginare , - esclamò Lidia , avvicinandosi . - Non potevi imaginare che trattandomi peggio d ' una cameriera , mi avresti fatto male ... ? - Notavo con dolore che le nostre voci si udivano squillanti nella calma del mattino . - Ti prego di moderarti , - osservai . - Tutto si può dire con pacatezza . - Voglio ch ' Ella mi risponda , - fece Lidia . - Voglio mi dia ragione della sua condotta . - Lidia , usando quel tono freddo e straniero sapeva d ' irritarmi quanto le era possibile ; perciò scattai : - Non ho ragioni a dare ; non le darei , nemmeno se la mia condotta fosse meno onesta di quel che è ! - Lanciata la frase , non mi restò che pentirmene allorchè Lidia piegò quasi sotto un gran colpo e cadde di nuovo nella poltrona . Vi fu un lampo d ' intervallo ; quindi sentii i singhiozzi della donna , e la vidi nascondere il viso tra le mani . - Ah , è troppo ! - ella diceva a frasi rotte . - Non l ' ho meritato ! Io fuggirò da questa casa . - Via , - feci appressandomi e mettendo una mano sulla spalla di Lidia . - Ti ripeto che non avrei supposta simile interpretazione d ' un fatto innocentissimo . Sono andato dai Caccianimico , perchè tu avevi promesso di andarvi , e mi doleva mancare verso un buon amico qual ' è Ettore per me . Una volta là , non ho potuto non trattenermi fin tardi . - In quell ' istante , mentr ' ero curvo su di Lidia e le mie labbra toccavan quasi la ricca massa de ' suoi capelli , - mi passò innanzi agli occhi rapidissima una visione informe e tronca di quelle donne che avevo incontrate al ballo ; parevano riunite in gruppo e perciò non riuscivo a distinguer l ' una dall ' altra , ma vedevo capelli bruni , occhi neri , busti scollati e ritti ; serrai le palpebre e la visione passò . - Non sa dunque Ella , - rispose Lidia , guardandomi colle pupille improvvisamente asciutte , - non sa dunque Ella che talvolta basta una parola gentile a persuadere una donna ? Se m ' avesse detto che Lei desiderava recarsi da quei signori , non avrei pensato a fare un ' obiezione . Ma Lei ha voluto prendersi giuoco di me , andandosene d ' un tratto , senz ' avvisarmi , schernendomi perfino col dire che avrebbe mandato Andrea più tardi a portare il mio viglietto . - L ' idea che Lidia aveva scritto un viglietto malizioso e grazioso rimasto ignorato sulla tavola per la mia cattiveria , mi colpì stranamente ; provai un irresistibile bisogno di ridere e una tenerezza da fanciullo . - Già , ho fatto male , - dissi . - Lo riconosco . Basta riconoscere il proprio torto ? - Lidia s ' era alzata , cercando il fazzoletto ; io lo raccattai da terra , e presi posto nella poltrona rimasta libera . - Basta riconoscere il proprio torto ? - ripetei , prendendo Lidia per le braccia e cercando di attirarla sulle ginocchia . - No ! No ! No ! - ella esclamò con veemenza . Io ho passata un ' orribile notte , per Lei , e non l ' ho passata dormendo , com ' Ella potrebbe credere ; mi sono addormentata sull ' ultimo , per la stanchezza .... - E come l ' hai passata , dunque ? - domandai senza resistere allo strappo cui ricorse Lidia per togliersi alla mia stretta . - L ' ho passata meditando ! - rispose la donna , mentre s ' allontanava e si raggiustava l ' accappatoio . La frase mi turbò , e mi trasse alle labbra la risposta , che trattenni a forza . Anch ' io aveva meditato ; Lidia nell ' angoscia dell ' aspettazione , io nell ' angoscia della folla .... E ambedue sopra un istesso argomento ? Forse ; ma Lidia non me l ' avrebbe mai confessato , non avrebbe forse trovate le parole .... Ella si riprometteva certo una mia domanda ; perchè dopo essersi guardata nello specchio , girò la testa verso di me . - Non ho più nulla da dire , - mormorai . - Se non basta riconoscere un errore , non so che altro si possa attendere . - Lidia proruppe nella sua risatina di sprezzo . - Comodi , i signori uomini ! - ella disse , prendendo a camminare per la camera . - Si levano i loro capricci , e poi riconoscono d ' aver fatto male ; con tale sistema pretendono il perdono . E se facessimo noi altrettanto ? - Sentivo che c ' incamminavamo verso i paradossi femminili e non fiatai . - Se facessimo noi altrettanto ? - continuò Lidia . - Sarebbe una catastrofe , una vergogna , il finimondo , perchè non si ammette la possibilità d ' un capriccio in noi .... Siamo fatte per la casa , diavolo ! Pupattole eleganti , decorazioni da salotto , mummie senza nervi nè vibrazioni .... - Vi prego d ' espormi i capricci che io vi ho proibiti , - interruppi . - Ah certo ! - disse Lidia con accento ironico . - Io posso comperare tutto quanto m ' accomoda , vestirmi come mi piace , rimaner qui , o viaggiare .... E Lei crede che la vita d ' una donna finisca lì ? - Non oso supporre che finisca altrove , - osservai . - Volete forse uscir sola di sera , andar sola a teatro , avere un appartamento da scapolo , tirar di scherma e correre lo steeplechase ? - Lidia si fermò , quasi sotto una staffilata ; allungò l ' indice della destra verso di me , e disse in tono minaccioso : - Ricordati questo , Sergio : che tu ti pentirai delle tue parole e dei capricci di stanotte . - Si diresse verso la porta . Ebbi la tentazione fugace di correre a Lidia e di fermarla ; ma nell ' atto che m ' alzavo , dal mio abito salì quel profumo avvelenatore di che s ' era impregnato alla festa ; il profumo di dieci donne , le quali non erano Lidia , non le assomigliavano in nulla , non m ' eran cognite se non nell ' apparenza mondana . E lasciai uscir Lidia . Dalla via sorgevano i romori della città laboriosa . Tacitamente salutai i forti che trovavan l ' opportunità di lavorare anche nella domenica di quaresima ; chiusi le imposte , e mi coricai , più freddo e più tranquillo di quanto non avessi osato sperare . X . Il romanzo di Gian Luigi Sideri era rimasto intonso alcuni giorni sul mio tavolino da lavoro ; poi , nel cumulo di lettere e di giornali che quotidianamente vi si deponevano , io non l ' aveva più trovato , senz ' inquietarmene , poichè mi rammentava una delle prime cause di broncio con Lidia e temevo che , leggendolo , rinascessero i sogni e i rimorsi , or di nuovo snebbiati . Fui quindi assai perplesso allorchè Gian Luigi Sideri comparve ad uno dei nostri martedì . Io non aveva conoscenza delle frasi vaghe , usate per un autore dagli ammiratori che non hanno letti i suoi libri ; e se anche tal vocabolario mi fosse stato familiare , mi mancava il coraggio d ' adoperarlo , non sapendo se Gian Luigi se ne sarebbe contentato o se non , piuttosto , avrebbe volute le impressioni particolari delle varie scene e dei caratteri descritti . Gian Luigi tornava dalla Riviera Ligure , ove la leggenda lo figurava occupato in nuovi lavori ; ma l ' aspetto sano , la tinta viva , l ' occhio limpido , il sorriso tranquillo che vi aveva acquistati , mi sembravan resultare da un larghissimo ozio , meglio che dal lavorio intellettuale . S ' inchinò due volte innanzi a Lidia ; una volta innanzi alle altre signore ; delibò compiacente le lodi degli amici e si divertì a lasciarsi osservare come persona assicurata ai posteri ; finì coll ' accomodarsi sul divano , di fianco a Lidia . Gian Luigi aveva una statura più bassa della media ; ma non era tozzo e non produceva effetto sgradevole ; anzi , la esiguità delle forme gli prestava un che di svelto e d ' arguto , certamente simpatico . Bruno , dagli occhi grigi ; testa proporzionata , fronte alta , significante capacità d ' intelletto ; labbra sensuali e colorite , indicatrici di tendenze epicuree ; baffi ritti e puntuti , a cagion della moda . Egli vestiva con gusto e senza la cura minuziosa dell ' uomo incapace ad altro ; come dissonanza inevitabile in ogni cosa sua , portava quel giorno una cravatta gialla , di foggia molto discutibile . Fugacemente notai che , seduto a fianco di Lidia , Gian Luigi si trovava in posizione svantaggiosa , perchè appariva più piccolo della donna . Io era tuttavia sotto l ' impressione della festa di ballo e delle sue conseguenze con Lidia ; rispondevo male alle interrogazioni che mi si facevano e se non fosse stata la visita di Gian Luigi avrei raggiunte le mie camere al primo pretesto . Guardavo le donne . Ero in quel tremendo periodo di studio muto e desideroso , che non ho dimenticato mai , che si prolungò oltre misura e che mi stampò nel cervello così lucide imagini femminili , da poterle evocare nuovamente oggi , a distanza d ' anni , direi quasi con un semplice corrugar di ciglia . Esse balzan luminose nella steppa grigia del passato . Guardavo le donne , raccolte intorno a Lidia , e specialmente quelle le quali avrebbero potuto essere belle e non lo erano ; voglio dire , le non riuscite . Avevano occhi piacevoli e brutta bocca ; o bocca espressiva e naso lungo ; o naso esatto , bocca deliziosa , occhi loquaci , e mancavan d ' ovale al viso , o di capelli ricchi , o di statura elegante , o di seno giusto . Io sentiva per queste il rincrescimento d ' un artista che lo scalpello ha tradito . E mi volgevo alle altre , - poche , tre o quattro , - nelle quali v ' era armonia e disposizion di forme da sostenere un ' analisi , dopo aver soddisfatta la sintesi . Ancora , per esse non avevo alcuna tenerezza ; forse m ' erano spiritualmente antipatiche , e certo , non valevano Lidia ; ma tutte , a una , a una , rappresentavano l ' altra , l ' incognita , la donna su cui non avevo diritto alcuno ; e le guardavo perciò , e mentre mi lasciavano il cuore vuoto , dominavano il mio pensiero . Mi sarei irritato se una di costoro avesse creduto di poter prendere il posto di Lidia ; e , - ammettendo per un istante una concessione al potente bisogno di cambiare , - sentivo che avrei avuto il cattivo coraggio di spiegare tal bisogno e di respingere , nella donna che mi si fosse data , ogni speranza di stabilità nella nostra colpa . Infine , io sarei stato capace di dire : " Vi voglio , non già perchè siete voi ; ma perchè non siete Lidia " . Formola così vera , che mi toglieva speranza di trovar la donna atta ad apprezzarla . Non potevo sopportare le bionde , in quel periodo ; la sola vicinanza loro mi dava la sensazione tattile dei capelli lunghi , serpentini , di Lidia e la visione del suo corpo ; eran le brune che preferivo studiare , provando certi curiosi impeti d ' afferrarle alle spalle e di rovesciar loro la testa all ' indietro , per baciarne la gola bianca . Nessuno in quel salotto avrebbe imaginati i galoppi della mia mente ; perchè gli uomini e le donne , dopo aver tentennato a lungo per definir me , Lidia , il nostro matrimonio , e collocarci in una delle categorie prestabilite dal mondo , - avevan finalmente trovate e la definizione e la categoria , mettendoci con un gemito fra gli " esemplari " ; quel giorno stesso in cui mi gravava sullo spirito il peso enorme dell ' esemplarità . La fiamma d ' un robusto fuoco nel caminetto gettava sul viso d ' una di quelle brune agognate larghi sprazzi di luce che salivan dalle ginocchia al busto , dal busto alla testa , e le passavan dietro gli omeri a formarle uno sfondo mobile , saltellante , corrusco . Ammiravo di costei , sopra ogni altra cosa , la dolcezza del ridere , che non era contrazion di muscoli , ma lene conquista d ' espressione , di cui la bocca era la sorgente e gli occhi la foce per cui si trasmetteva agli altri . La bruna stava presso il caminetto , volgendogli il fianco sinistro , e di fronte a me , ch ' ero all ' altro lato ; ma ella teneva il capo rivolto a destra , verso il divano . Mi ricordò così , indirettamente , che a Gian Luigi Sideri eran dovute le maggiori cortesie , come ad ospite quasi celebre ; e quando mi levai , vidi gli altri tutti intenti ad ascoltar Lidia e Gian Luigi . Parlavano di letteratura . - Il suo romanzo mi ha veramente entusiasmata , - diceva Lidia a Gian Luigi . - Tutto vi è nuovo ; dal titolo al pensiero che vi domina fino alla chiusa . L ' ho letto due volte . - Io non sapeva fin allora quale dovesse essere la vendetta che Lidia mi aveva minacciata ; ma ero stato tranquillo , pensando che forse non la sapeva nemmen lei . Avevo osservato semplicemente , da quella notte di sabato al martedì , una durezza insolita nelle parole della donna , qualche sarcasmo su tutto quanto la circondava , e sebbene io non fossi personalmente attaccato , indovinavo che il sarcasmo e la durezza eran per me e non avrebbero tardato a trovare il loro indirizzo preciso . Nel veder Lidia così cortese verso Gian Luigi , mi si delineo alla mente , chiara ed innegabile , l ' essenza della vendetta promessa ; e ne sorrisi , trovando ch ' era un po ' vecchia . Lidia si riprometteva d ' eccitar la mia gelosia , come aveva imparato assistendo alle commedie d ' antico repertorio ; non le negavo la capacità a fingere la sua parte con maravigliosa intuizione ; bensì , negavo a ' suoi sforzi l ' esito ch ' ella ne sperava . Io non sarei stato geloso di simpatie volute ; ella , dopo la sua rappresentazione , avrebbe semplicemente ottenuto di allontanarmi da lei , e di farsi considerare piuttosto volgaruccia nelle sue trovate . - Ho scritto come dettava dentro , - rispose Gian Luigi . - Secondo il sistema di Dante Alighieri , - notai , sorridendo . - È ancora discreto . Io non ho letto il tuo romanzo , perchè sono .... - Stavo per dire : occupatissimo , il che avrebbe servito a confermar la definizione di marito esemplare ; ma mi corressi a tempo , e continuai : - Perchè sono un po ' impaurito da quel tremendo titolo : Il lastrico dell ' Inferno ! Ci ho pensato , e mi è parso conveniente sentir prima le impressioni di mia moglie . Mi accorgevo d ' aver detto un mucchio di sciocchezze , secondo la fatalità di chi sbaglia dal principio ; e non mi restava che sperare in un aiuto di Lidia . L ' aiuto venne così : - Tua moglie , - disse Lidia con quell ' ombra di sarcasmo che rimaneva tra me e lei , - tua moglie ti ha consigliato più volte a leggere quel bellissimo romanzo . È tutto imperniato sull ' adagio : di buone intenzioni è lastricato l ' inferno ; e pieno di sapore filosofico . - Lidia non m ' aveva mai parlato di quel libro ; non solo ; io ignorava perfino lo avesse letto . Ella non poteva quindi mentire con maggiore impudenza e con fine più crudele ; fui preso da una terribile vertigine di smascherarla , ma non soccorrendomi sùbito una frase elegante e velenosa , che rimanesse tra me e lei come il suo sarcasmo , trovai miglior partito rispondere a Gian Luigi : - Un ' idea curiosa e originale , davvero ! Di buone intenzioni è lastricato l ' inferno ! Certo , se ne può fare un poema d ' angoscia o un capolavoro di satira .... - È l ' una e l ' altra cosa , - disse freddamente Lidia , colla tranquillità delle donne che non han mai capito nulla . Gian Luigi fece un gesto , sorridendo , quasi a declinar l ' elogio smisurato . - Mi son guardato intorno , ho cercato di dire la verità ; ed ecco tutto ! - egli concluse modestamente . - Ed ora , sta preparando qualche cosa di nuovo ? - domandò la bruna , seduta presso il caminetto . - No : sono piombato nell ' ozio più vergognoso , - disse Gian Luigi volgendosi verso di lei . Non so come , respirai di piacere . Gian Luigi oziava ; ciò me lo rendeva simpatico . - È stato a Sestri , non è vero ? - chiese Lidia . - Me lo annunciò Sergio . - Sì , signora . A Sestri , al ritorno da Saint - Moritz . - M ' ero allontanato alcun poco , andando a sedermi presso una signora , i cui occhi neri e umidi pareva dicessero agli uomini : " Sì , fratello : io seguo il mio triste destino d ' appassionata " . E di quegli occhi , di cui credevo aver tradotta finalmente l ' espressione , io studiava i possibili sogni e le veemenze , lasciando che nell ' angolo , ov ' era Lidia , continuasse il discorso d ' ammirazione e di vanità . Poi , lentamente , i visitatori presero commiato , e come l ' ombra serale precipitava , restai nel salotto , vedendo ancora davanti al caminetto la bruna dal sorriso consolatore , e l ' altra dagli occhi mesti . Quella sera , a pranzo non avevamo che mio suocero , Pietro Folengo . Donna Teresa era rimasta a casa , un po ' indisposta . E un penoso silenzio regnò fra noi tre , quantunque io fossi pronto a seguir Pietro in tutte le idee vecchie di cui volesse farsi il profeta . Lidia , sulla tovaglia disegnava dei geroglifici col manico della forchetta ; assaggiava appena le vivande ch ' ella medesima aveva voluto le prescrivesse il medico , perchè ormai l ' anemia e la malaria dominavan la sua vita ; e benchè io l ' avessi più volte interrogata , non aveva spinto il discorso oltre la forma monosillabica . Stringeva le labbra , di tanto in tanto ; sintomo di malcontento represso . - Vediamo , figli miei , - disse Pietro a un tratto , guardando Lidia e me . - Che cos ' avviene ? - Niente ! - dissi io . - Niente ! - disse Lidia . - Come , niente ! - esclamò Pietro con la sua logica di ferro . - Niente produce niente . Ora niente non può essere la causa , se un broncio è l ' effetto ! - Un broncio ? Ma non siamo stati mai di migliore accordo ! - io risposi . - Mai , proprio mai ! - confermò Lidia , terminando con attenzione la curva d ' un geroglifico . Pietro s ' accarezzò i favoriti , come quando stava per dire qualche bella cosa . - Trovate il modo d ' intendervi su questi niente così disastrosi , - egli consigliò . - A ' miei tempi non s ' usavano ! - Quindi passò a raccontar di nuove instanze che la Casa commerciale di Cairo gli faceva , obbligandolo a prendere una decisione . - Quando entreresti in carica ? - domandò Lidia . - Fino al prossimo anno non se ne parla , - rispose Pietro , - ma capisci che una volta data una promessa , il tempo non conta , e un uomo serio deve mantener la parola . - Io non feci alcuna osservazione , credendo aver bastantemente criticato quel disegno assurdo di lasciar l ' Italia e di correr venture a cinquantasei anni , pel solo ùzzolo della novità ; anche Lidia tacque . Nell ' appressarmi alla finestra , levate le mense e restando Pietro e Lidia innanzi alla tavola , - lo spettacolo della sera , già assai dolce e limpida , m ' istigò un vivo desiderio d ' uscire e veder gente . Le carrozze passavan numerose , coi lucidi fanali proiettanti , nell ' amplissima via ; correvano a trasportar uomini e donne al piacere e alla soddisfazione di mille vanità , cui avevo imparato a irridere senz ' esser convinto del loro nulla . Mi scoprivo d ' un tratto ancor troppo giovane per rinunciarvi e , in fondo , l ' innocenza di quei godimenti mondani , creati per vedere un poco e per esser molto veduti , - mi sembrava il loro più bello elogio ; non s ' era mai sentito dire che , all ' uscir da una festa o da un teatro , le signore avessero abbandonato il marito per cader fra le braccia degli ammiratori ; bensì , ai teatri e alle feste , si tessevano le fila prime degli inganni : ma se le feste e i teatri non fossero stati , gl ' inganni non si sarebbero tessuti egualmente ? L ' indole è tutto . Una sola occhiata a Lidia mi persuase che avrei parlato indarno . Ella andava irrigidendosi ogni giorno più nella risoluzione di sfuggire il mondo ; e come il passato carnevale s ' era sottratta agli inviti , ora si sottraeva a qualunque proposta di svago . Varie amiche l ' avevan pregata di prender parte a delle gite ; la campagna nei dintorni di Milano , che lasciava il suo manto invernale per ricolorirsi a poco a poco , era deliziosa , e allettava a farvi delle escursioni ; ma Lidia aveva da qualche tempo assunto per divisa il motto : questo m ' è indifferente , - ch ' ella ripeteva a frustrar qualunque insistenza . Non partecipai , dunque , la mia idea a Lidia , acconciandomi a subire la conversazione di Pietro . Egli difendeva il Ministero ; dacchè io lo conosceva , Pietro non aveva fatto di meglio , ne ' suoi discorsi di politica ; taceva solo fra una crisi parlamentare e l ' altra ; quando il Ministero era costituito , se ne estasiava , ripetendo le considerazioni dei giornali officiosi , quantunque pochi giorni avanti si fosse estasiato d ' un Ministero affatto opposto . Ma Pietro Folengo era ministeriale per costituzione psicologica e avversarlo sarebbe stato come fargli un salasso . Alle undici se ne andò ; sùbito , Lidia mi disse : - Vado a letto ; mi sento poco bene . - Si levò dalla sedia con apparente fatica , e finse trascinarsi fino alla soglia della sua camera . Qui , si rivolse e appoggiò una mano alla fessura della finestra , ch ' era nell ' angolo . - Queste serramenta , - disse , - non potrebbero essere più cattive . Soffiano aria da ogni dove . - Tossì , portandosi il fazzoletto alla bocca , e uscì con andatura stanca . Le parole eran quelle ; ma il loro significato particolare m ' era sufficientemente noto per non prendere abbaglio ; senza muovermi dalla mia sedia , io sapeva che le serramenta funzionavan benissimo e che l ' aria non vi soffiava punto , e che Lidia non era affaticata nè indisposta . Ogni sera , le parole mutavano , ma rimaneva il loro significato di preghiera ; Lidia non voleva essere disturbata ; la sua alcova era chiusa per me . Da parecchio , ella non desiderava più il mio amore ; ma era obbligata ad aspettare che io desiderassi il suo ; leggiera prostituzione , inevitabile in tutte le buone famiglie amiche della quiete , nelle quali la donna si concede fredda per adempiere a ' suoi doveri e non obbligare l ' uomo a cercarsi una femmina altrove . Lidia non mi conosceva così da indovinare che tale sommissione mi faceva somigliar la donna a una specie di medicinale vivente , di cui si prendon quelle dosi notturne che riescano a calmare i nervi ; e non conoscendomi , l ' ora di ritrarsi nella sua camera sembrava penosissima a Lidia ; non si coricava più per riposare , ma perchè si sentiva poco bene ; evitava d ' incontrare i miei sguardi per timore di leggervi una domanda ; talvolta faceva la storia delle sue indisposizioni ; non si decideva a muoversi se non ben certa ch ' io era compreso di tanti malanni . Le nostre abitudini erano invariabili ; io non mi coricava alla mia volta o non usciva di casa , prima d ' esser passato nella camera di Lidia a salutarla . Vi trovai , quella sera , ancora Geltrude occupata a riporre le vesti . Io m ' avvicinai al letto , dove Lidia stava col busto appoggiato ai guanciali e i capelli sciolti per le spalle ; un bel quadro , senza dubbio , ricco di luce e d ' ombra . Geltrude augurò la buona notte ed uscì . L ' astuta cameriera , un tipo segaligno di giovane trentenne , - conoscendo , i nostri usi dei migliori tempi , aveva spinto vicino al letto una poltrona , in cui mi sedevo abitualmente a chiacchierare con Lidia . Allontanai la poltrona , osservando che sul tavolino da notte stava un romanzo francese , pel quale Lidia non si sentiva poco bene . - Vuoi leggere ? - domandai , accennando il volume . - Ah no , mio Dio ! - esclamò Lidia . - Mi farebbe male alla testa . - Buona notte . - Buona notte . - Allungò la mano , che strinsi freddamente , e tossì di nuovo . Quell ' esagerazione ostentatrice , mi diede una rabbia improvvisa . - È inutile , - dissi , - tutto questo apparato . Lo so . - Che cosa ? - fece Lidia , volgendomi la testa in piena luce . - Che cosa sai ? - Mi strinsi nelle spalle , incamminandomi verso l ' uscio . - Favorisci un istante , - ripetè Lidia . - Che cosa sai ? - Il significato di queste malattie d ' imaginazione , - risposi , nel mentre mi fermavo e mi rivolgevo . - Malattie d ' imaginazione ! L ' anemia .... la malaria ? ... - No ; la freddezza , la stanchezza , la ripulsione . E dico ingiustamente : malattie ; perchè questi sentimenti sono naturalissimi , d ' una fisiologia irreprensibile .... - Ah ecco ! La solita . Noi siamo malate , e loro pretendono una salute di ferro , un ' invariabile disposizione a subire i loro capricci ! - È strano , - dissi , - come tu abbia già appresa la logica delle signore maritate , e il giro del periodo ad hoc . Noi ; loro ; i signori uomini ; se facessimo noi altrettanto ; frasi di prammatica . - È vero o no , - rispose Lidia , - che tu mi vorresti come nei primi tempi ? - Come nei primi tempi ! - esclamai , preso dalla nostalgia . - Se ciò fosse possibile .... - Ma ciò non è possibile , amico mio , - finì Lidia . - Perchè io ora sono malata . - M ' appressai di nuovo al letto , strinsi la mano di Lidia e la baciai ; poscia uscii , mentre Lidia , dimenticando il mal di testa paventato , si disponeva a leggere tranquillamente il romanzo francese . Ettore Caccianimico aveva previsto tutto ciò da un pezzo . Noi ci eravamo amati troppo in fretta . XI . Già nella parvenza fisica , Ettore Caccianimico stupiva , perchè i suoi cinquant ' anni erano attestati non da altro se non dalla canizie e avevan sorvolato alla sua struttura magra , rigida , soldatesca . Sul viso sbarbato rimaneva l ' impronta d ' una volontà decisa ; gli occhi , di colore indefinibile , tra il grigio e l ' azzurro , potevan turbare con la fissità dello sguardo . Se la forza di volere s ' indovina dal naso forte , da labbra sottili , dal mento angoloso , - certo il profilo d ' Ettore Caccianimico era l ' espressione della massima imperiosità di cui è capace animo d ' uomo . E lo scherzo della natura stava in questo ; che tutti quei segni mentivano ; che l ' uomo di bellezza così maschia da farlo supporre uno sfidator di tempeste , era un ingenuo . E ancora , perchè meglio sfuggisse a una definizione * esatta , non era ingenuo se non a intervalli , alternando pensieri ed azioni da fanciullo a imprese da tenace esperto ; ora in preda a entusiasmi ingiustificati , ora scorato per un ostacolo illusorio ; ora senza scrupoli , ora accasciato da rimorsi ingiusti .... Qualche volta lo si poteva credere uomo da calpestar tutto per giungere anche a un capriccio ; qualche volta , un imbelle che si spaventa d ' una parola . Onde , la sua vita era in preda ai mille fattori che costituivano il suo carattere ; e la definizione più vera d ' Ettore Caccianimico poteva limitarsi a considerarlo uomo senza linea di condotta e fors ' anco senza mai un perchè d ' azione . In questo senso , egli era cieco ; si buttava a un ' impresa o ne rifuggiva con terrore , egualmente ; e se avesse dovuto spiegar la sua esistenza , avrebbe scoperto che quei motivi i quali l ' avevano annientato in una vicenda , erano i medesimi che in altra vicenda eguale l ' avevano infiammato di volontà . Così , era stato ufficiale di cavalleria , poi commerciante audace , poi ricco e instancabile cosmopolita , zerando oggi l ' opera d ' ieri ; marito per caso ; amico dubbio ; non convinto di nulla , nemmeno dei propri diritti ; intollerante di doveri certi e scrupoloso per doveri fantastici . Benchè già fossero valicate le tre del pomeriggio quando passai la soglia di casa Caccianimico , trovai Ettore in veste da camera . Lo studio , dalla tettoia vetrata , era illuminato di luce diurna ; non troppo ampio , d ' esatte dimensioni , con due finestre prospicienti la strada ; a fianco dell ' una stavan la scrivania e le poltrone di pelle a borchie d ' ottone , e innanzi all ' altra una giardiniera con alcuni vasi di fiori dai freschi sbocci . La parete cui s ' appoggiava la poltrona della scrivania era coperta fino a metà altezza da una cornice rettangolare contenente schizzi d ' autore , piccoli paesaggi , teste a tempera ; e immediatamente sotto la cornice , un divano di seta color giallo scuro , con avanti un tavolino ingombro di barattoli e di volumi rilegati . Addossati alla parete di contro , la libreria e uno scaffaletto ; poi , senz ' ordine voluto , qua e là , diverse poltrone , della medesima stoffa e del medesimo color del divano . Un odore forte di sigaretta aleggiava per la camera e si mischiava a un altro profumo , più sottile , meno dominante , come riposto e ad ora ad ora agitato dai nostri movimenti . Era un profumo non ignoto alle mie nari , ma snaturato alcun poco dal luogo ; cosicchè m ' arrestai sulla soglia , fiutando e fissando Ettore , che sedeva innanzi alla scrivania , colla testa appoggiata alle mani . - Addio , - egli disse , guardandomi dall ' alto in basso , con un ' occhiata ch ' io sapeva caratteristica delle più negre ore dell ' uomo . - Odore di violetta , d ' eliotropio , d ' avventura proibita ! - risposi , inoltrandomi e stringendo la mano del Caccianimico . - Ah sì ! - egli fece con aria annoiata . - Laura Uglio è venuta a trovar mia moglie ed è passata di qui a salutarmi . Dovreste esservi incontrati sulle scale . - No , - dissi . - Siediti . Laura Uglio non viene in casa tua ? - No . - Per che cosa ? Perchè c ' è stato fra te e lei ? ... che sciocchezze ! - esclamò Ettore , stirandosi e sorridendo d ' un pessimo sorriso . - Acqua passata non macina più . Vien pure in casa dei tuoi suoceri , Laura . - Appunto . Ed è per questo , anzi .... - Sì , sì , capisco , - osservò Ettore , alzandosi con un movimento rapido . - Tu sei ai primordî , e si fanno sempre di questi progetti sui primordî . Si redige l ' elenco di quanti entreranno in casa e di quanti ne staranno fuori . Poi , tutto ciò passa , come un soffio .... - Cacciate le mani nelle tasche , Ettore s ' avvicinò al quadro dei disegni , osservandoli attentamente , come li vedesse per la prima volta ; non sembrava parlare che per sè , quasi senza guardarmi . - Tutto questo non passerà , - dissi con intonazione ferma . - E Angela Tintaro ? - domandò Ettore d ' improvviso , abbassando lo sguardo su di me . Io mi morsi le labbra . Angela Tintaro veniva in casa mia da qualche tempo e Lidia le rendeva le visite ; un piccolo incidente , una semplice seccatura , causata dalla mia indolenza . M ' era parso che le accuse contro Angela Tintaro non fossero così provate da poterle sostenere e da impedire a Lidia quella relazione . - Una cosa ben diversa , - osservai . - La medesima cosa , l ' identica ! - ribattè il Caccianimico . - È tanto certo che la Uglio tradisce suo marito , quanto che la Tintaro seduce le donne . Fra l ' un vizio e l ' altro , fra le due corrotte , non so come tu possa fare un ' eccezione per la seconda .... - Durante la breve pausa che seguì , mi domandai involontariamente se Ettore avesse il diritto di parlarmi in tal modo . Ero rimasto , seduto sul divano , attonito per il curioso indirizzo che la conversazione aveva preso , e alla domanda appena concretata in mente mi vedevo costretto a rispondere che Ettore poteva con arditezza giudicare e criticare quanto avveniva in casa mia . Solo volgendo il pensiero ad alcuni anni prima , la figura di Ettore m ' appariva assai più simpatica di quel che non fosse al presente . L ' uomo aveva forse avuto un ' unica vera amicizia per me , un ' unica devozione per mio padre ; più d ' un viaggio in Italia e fuori era stato fatto con lui ; più d ' un consiglio opportuno m ' era stato dato da lui in varî casi , e se io non aveva corriposto con pari affezione , ciò era avvenuto pel leggiero disgusto che io provava nel vedere un uomo così saggio per gli altri , così incoerente e lato di coscienza con sè medesimo . - Tu , dunque , mi consiglieresti di ricevere anche Laura Uglio ? - ripresi . - Ma sicuro , ma indubbiamente , - egli rispose con una risata che non mi piacque . - Non la riceviamo noi ? Non la ricevono tutti ? Vediamo : quante persone veramente oneste possono entrare in una casa ? Dieci , non di più . E ogni casa ne riceve cento . Del resto , questa vecchia utopia del considerar disonesta una donna perchè non si ferma al primo uomo , dovrebbe far ridere oramai gli spiriti aperti e intelligenti . - Andò allo scaffaletto in mogano , ne tolse una bottiglia e versandone il liquore in piccoli bicchieri , me l ' offerse . - Mi pare , - dissi , riponendo il bicchiere sulla sottocoppa , - che tu non abbia un umore eccellente . - Pessimo , - rispose Ettore . - Sto per commettere una cattiva azione . - Ci sei obbligato ? - Non avrei la forza d ' evitarla . Sarà l ' ultima . - Pronunciò queste parole con amarezza , quasi l ' idea di non avere a commettere cattive azioni in séguito , gli dolesse infinitamente . Come io sorrideva per la frase e pel modo con cui era stata pronunciata , Ettore soggiunse : - Tu puoi ben ridere .... Non sei felice ? Non hai trovata la donna unica per bellezza , per amore , per onestà ? Non v ' accordate nelle cose più insignificanti ? - Ripetè , guardandomi fisso : - Non sei felice ? - Senza dubbio , - risposi . E notai che mentre formulavo tale affermativa , Ettore , ancora in piedi , s ' inclinò leggiermente dal mio lato , come per meglio afferrare il tono di sincerità con cui accompagnavo le parole . Poi si ritrasse , occupando nuovamente il suo posto innanzi alla scrivania , in modo che la luce diurna solcò di tratti argentei i capelli bianchi e lunghi dell ' uomo . - La signora Clara ? - domandai , un po ' impacciato dal silenzio che ci minacciava . - Sta bene . - Io m ' alzai in piedi , congedandomi . Sentivo , all ' improvviso , una ferita viva nel cuore per le teorie d ' Ettore e per quella freddezza che senza causa s ' era d ' un tratto infiltrata nella nostra conversazione ; mi scoprivo irritato contro il Caccianimico , il quale professava le sue idee senz ' alcun riguardo per me , che avevo moglie ; e mi dimenticavo che poco tempo addietro , mi ero invece irritato contro quelli i quali non avevano osato professare le loro idee , appunto per tal riguardo . Ettore m ' accompagnò fino alla soglia di casa ; mi vi trattenne un istante in discorsi senza importanza ; poi , scesi le scale , malcontento di me e di lui . Le giornate di marzo avevano una serenità fredda e tragica . Il cielo azzurro non era tuttavia lieto e doveva riuscire terribilmente feroce , a quanti soffrivano ; di tanto in tanto , dei periodi di vento furioso facevano discendere la temperatura , portavano ancora dei brividi , e disordinavano le abitudini di chi aveva già salutata quella primavera fallace . Appunto in uno dei giorni in cui più forti soffrivo la molestia della stagione e la paura del mio ozio , - mi rammentai d ' un tratto che Laura Uglio abitava sul corso Alessandro Manzoni , e una viva curiosità mi spinse da lei . Io non imaginavo come la donna avesse spiegato a Giorgio , suo marito , l ' indifferenza sorta fra lei e Lidia ; non imaginavo che cosa ella medesima pensasse di me ; e per saper tutto questo , salii le scale della sua casa , premetti il bottone elettrico , e mi trovai nell ' anticamera di Laura prima ancor di considerare quale accoglienza mi aspettasse . Laura riceveva , mi disse la cameriera , prendendomi il soprabito e il cappello . E spalancò la porta a vetri che dava passaggio nella sala ampia , soleggiata .... Un calore insopportabile mi afferrò sùbito alla gola ; era acceso il caminetto , e così carico di legna scoppiettanti , come a pena era logico nel più immite gennaio ... Innanzi al caminetto stava Laura Uglio , ravvolta nella pelliccia . Ella volse il capo al mio entrare , mi fissò un istante , dubbiosa ; poi fece una esclamazione di gioia , s ' alzò , e mi corse incontro , lasciando che la pelliccia le cadesse dalle spalle e s ' arrestasse sui fianchi . Era uno straordinario inganno del momento ? un ' illusione prodotta dal luogo ? ... Io non trovava più sul suo viso quell ' espressione cinica , dura , spudorata , volubile , che m ' aveva ferito a Pallanza ; i suoi occhi non avevano sguardi equivoci , il suo sorriso non era rapido , facile a mutarsi in sogghigno . Si sarebbe quasi detto che una rigenerazione fosse avvenuta nella donna e si trasfondesse in ogni linea del viso , pallido ora , bene rischiarato da occhi tristi e grandi . Il vago sentimento d ' implorazione , che notavo in tutta la fisonomia di Laura , era disceso alle labbra e le aveva come addolcite agli angoli , creando nella bianchezza del volto una curva rossa e deliziosa di vita . La massa di capelli bruni , ravvolta a diadema intorno alla fronte di Laura , attirò ancora la mia attenzione , quasi fatto d ' una gravità nuova e pericolosa ; avevano un colore sì schiettamente cupo , quei capelli , che ne soffersi , come pel caldo esagerato della sala . Tutto il colloquio sembrò prender l ' intonazione da quell ' effetto inaspettato della bellezza di Laura . Ricordo ch ' ella fu singolarmente carezzevole , rimproverandomi la mia freddezza e quasi il disprezzo ostentato altra volta ; ch ' ella mi domandò se non fosse divenuta brutta , perchè era malata , e lo domandò con ansia in cui palpitava tutta la sua apprensione di donna elegante ; che io , per rassicurarla , quasi mi lasciai sfuggire di bocca delle parole passionate , veementi ; e che avvedutomi del pericolo , troncai bruscamente la visita . Poi , ebbi per l ' intero giorno la sensazione della sua mano calda fra le mie . Ero rimasto troppo vicino a Laura , guardandola con intensità , nei momenti in cui non fissava gli occhi ne ' miei ; ora , quei capelli bruni , quel viso pallido , quel corpo aggraziato , senza busto , - mi spingevano a un atroce confronto con Lidia , non meno bella , più giovane ; ma bionda , fiorente di salute , fredda nell ' animo , e mia . Non trovavo agio in casa ; l ' angolo del salotto di Laura , nel quale ella ed io eravamo rimasti a chiacchierare , mi pareva assai più desiderabile che non l ' intero mio appartamento . Laura era malata ; indubbiamente , poichè era sopravvenuta in lei quella mutazione , così dolce .... Chi le era vicino ? ... Chi la confortava ? ... Non aveva osato pregarmi di sacrificarle qualche ora ; ella si ricordava le scortesie di Pallanza , il ridicolo desiderio di sfuggirla , mentre , infine , io l ' aveva perduta pel primo , ed ella aveva ben diritto a un posto nell ' archivio del cuore .... Non avrei voluto essere vanitoso ; ma , riandando gli atti e le parole di Laura , mi convinsi ch ' ella mi amava tuttavia e ciò mi trasse alle labbra il più trionfale dei sorrisi .... Mentre io pensavo a questo , Lidia sul divano , sbadigliava , cercando di farmi capire ch ' era sofferente , molto sofferente , molto stanca , e che la sua alcova sarebbe rimasta inaccessibile anche quella notte .... SECONDA PARTE . XII . Noi eravamo in tre ; così disposti : Lidia e Gian Luigi Sideri innanzi al tavolino verde ; io seduto più basso , guardando il loro giuoco , e le carte che passavano e ripassavan sulla tavola , e le mani che si sfioravano , diverse di bianchezza sotto la luce delle due lampade a lungo stelo . Gian Luigi vinceva da un quarto d ' ora e i gettoni di Lidia restavano inoperosi : il vincitore tentava sorridere come per iscusarsi , ma Lidia , cogli occhi sulle carte , la testa un po ' chinata in avanti , non lo vedeva ; era una pessima giocatrice , Lidia ; non aveva sangue freddo , non sapeva mascherare la sua emozione , che si tradiva in graziose smorfie del viso . Non volgeva mai lo sguardo verso di me , sentendo il mio su di lei , un po ' ironico ; non parlava , appena la fortuna le volgeva le spalle , riprendendo invece , al primo colpo riuscito , un chiacchierio civettuolo , che non so come non confondesse Gian Luigi . Questi era freddo ed elegante nelle sue mosse , come al Circolo , innanzi a una somma vistosa . Le piccole mani senz ' anelli davan le carte lentamente ; non si lasciava sopraffar dal pensiero di giuocare con una giovane signora ; esercitava tutt ' i suoi diritti , e negava spesso a Lidia il favore di cambiar le carte , avanzando la testa e dicendo : - Prego , - con un sorriso dolce e irritante . Lidia , poi lo contraccambiava di pari moneta , e s ' egli concedeva , mutava carte due o tre volte , dicendo : - Propongo , - con voce fredda e squillante , quasi enunciasse una grave necessità . Il giuoco durava fin dopo mezzanotte , ed era Gian Luigi che lo troncava ; Lidia avrebbe giuocato fino al mattino , senza dar segno di noja , senza frapporre un respiro fra l ' una partita e l ' altra ; generalmente vinceva , e allo stupore di Gian Luigi per quella fortuna ostinata , ella s ' abbandonava sulla spalliera della sedia , ridendo , e confortandolo con parole sarcastiche . Poi , quando Gian Luigi riprendeva , Lidia marcando due gettoni annunciava : - À vol , e dava in un nuovo scoppio di risa ; al Gian Luigi intontito . Ma quella sera in cui ci trovavamo soli noi tre , le buone carte parevano accorrere fra le mani di Gian Luigi , troppo generoso per ridere della disdetta di Lidia , quantunque ne avesse quasi il diritto . A una partita più avversa delle altre , Lidia , che non aveva fatto un punto , mi si rivolse : - Vuoi mutar posto , Sergio ? Credo che tu influisca male sul mio giuoco .... - Gian Luigi ebbe un moto di stupore . Io m ' alzai , dicendo : - Sei una giuocatrice perfetta ; non ti mancava che la superstizione . - Ella diede le carte , mentre io mi sedeva a fianco di Gian Luigi . - Marco il re , - dichiarò la donna trionfalmente . Diede un piccolo colpo alla sottana , come per disporsi meglio ad accogliere la fortuna che ritornava , e in breve giro di carte vinse la partita . Gian Luigi volse il capo sorridendo verso di me . - Vedi se non influivi sul mio giuoco ? - osservò Lidia , con voce carezzevole . - Ora influisci sul signor Sideri . - Certo , Gian Luigi non sapeva di concorrere indirettamente a una pace coniugale . Io aveva deciso quella sera di riavvicinarmi a Lidia ; vagliando bene le cause della nostra freddezza , le trovavo così ridevolmente futili da non meritare la discussione ; una sola preghiera da parte mia sarebbe forse bastata a riconquistare Lidia e a infondere nuovo sangue vitale nell ' amore intiepidito .... Avevo bisogno anche di dimenticar la scossa prodottami dalla visita a Laura ; una scossa duratura , perchè non s ' era fermata ai sensi , ma giungeva a toccarmi nel sentimento e a suscitar ricordi assai temibili .... Se Gian Luigi vinceva , io era ben sicuro che Lidia sarebbe divenuta intrattabile e qualunque tentativo di riconciliazione avrebbe naufragato . Era così suscettibile la donna , da considerare una sconfitta al giuoco come un ' umiliazione . Io seguiva per questo le vicende delle carte con un interesse affatto insospettato da Gian Luigi , il quale pareva già pronto a vedersi battuto su tutta la linea come sempre e probabilmente desiderava ch ' io mutassi posto di nuovo e tornassi a zerare la vena di Lidia . Il sopraggiungere d ' Angela Tintaro interruppe il giuoco per un istante ; Gian Luigi si levò , e nel mentre Lidia parlava colla Tintaro , egli mi condusse innanzi alla finestra , dicendomi con inflessione maliziosa : - Una buona notizia , dunque . Un ritorno all ' antico ! - Le sue parole rispondevan così bene al mio pensiero costante di quella serata , ch ' io credetti stranamente Gian Luigi avesse indovinato il desiderio di riconciliarmi con Lidia . Egli soggiunse tosto : - Laura Uglio m ' ha detto della tua visita di ieri . Mi congratulo . Era ben giusto che tu ti mostrassi indulgente con quella buona signora ! - Il punto interrogativo ch ' esisteva fra me e Gian Luigi a proposito di Laura , fiammeggiò d ' improvviso nella mia mente . Se sapevo afferrar l ' occasione , potevo strappare al Sideri una parola che mi rischiarasse .... - Una visita innocente , - mormorai . - Senza dubbio , - rispose Gian Luigi . - Non si può mica principiare colle visite pericolose .... - Una visita che non ti deve ingelosire , - ripetei . - Ingelosire ! ... - esclamò l ' amico , alzando la voce senz ' avvedersene . - Posso essere geloso di Laura ? Ma se siamo come le parallele ? prolungati all ' infinito , non ci toccheremo mai ! - Sei un gentiluomo ! - conclusi malignamente , battendogli sulla spalla . Gian Luigi stava per rispondere , quando Lidia lo chiamò . - Al posto ! - ella diceva . - Prima che la vena mi manchi . - Angela Tintaro s ' era seduta presso Lidia , così vicina a una delle lampade , che la luce gialla veniva a inondarle il viso e a tradirne sottilissime rughe . Doveva toccar la quarantina , Angela Tintaro , quantunque l ' impressione generale del suo corpo sinuoso e del volto bruno , incorniciato da capelli castagni a riccioli , potesse ingannare d ' assai a vantaggio della donna . Spiaceva in lei , tuttavia , la rigidità dei lineamenti , che parevano scolpiti nel marmo , e di profilo eran durissimi , senza curve blande ; la sua caricatura sarebbe stata la testa d ' una bruna pecora ricciuta . Non ho mai potuto giudicare s ' ella fosse elegante ; certi particolari de ' suoi abbigliamenti m ' avrebbero deciso per affermarlo ; ma nel complesso non trovavo quella spontaneità di gusto e quell ' istinto della semplicità , ch ' erano invece una fortissima attrattiva in Lidia , per esempio , e in Laura . - Come giuochi bene ! - esclamò ella d ' un tratto , accarezzando Lidia con uno sguardo .... L ' intimità di quel tono mi ferì e lanciai un ' occhiata a Lidia . - Ah , tu non sapevi , - disse questa , - che noi ci diamo del tu . Sì , l ' ha voluto l ' Angela .... - È ben naturale , - risposi ipocritamente . Non era naturale affatto ; anzi , per me era disgustoso , perchè Angela Tintaro personificava la prima concessione al rispetto umano , la prima debolezza nell ' ammettere in casa mia una donna dei cui disordini ero persuasissimo ; e poichè questa concessione l ' avevo fatta senz ' alcun vantaggio , - a differenza della visita a Laura , - senz ' alcuna soddisfazione egoistica , mi sentivo così sfiduciato sulla fermezza de ' miei intendimenti da odiare Angela , che quella sfiducia mi rammentava e mi rappresentava ad ogni momento . La vena di Lidia persisteva , e la donna era tutta gioiosa , chinandosi verso Angela a mostrar le carte propizie , non conosciute da lei , ma salutate con un sorriso di stima . Verso mezzanotte , la vittoria di Lidia era compiuta e il suo umore serenissimo ; Gian Luigi rimetteva a posto i due mazzi di carte , ed Angela Tintaro diceva : - Sei così fortunata all ' écarté che non puoi aver fortuna in amore ! - Mi fissò gli occhi in faccia , mormorando quelle parole ; ma Lidia ed io avemmo un sorriso concorde e misterioso , che parve ad Angela una terribile mentita alla sua insinuazione . Un servo sopravvenne per riaccompagnare Angela a casa ; congedandosi , ella baciò Lidia sulle labbra socchiudendo gli occhi , e una sottilissima espressione di ribrezzo passò sul viso di Lidia , che si tolse all ' abbraccio con un movimento brusco . Gian Luigi seguì Angela a distanza di qualche minuto ; e noi ci trovammo soli , per un istante silenziosi , Lidia in piedi avanti alla finestra , dove Gian Luigi aveva sciaguratamente evocata l ' imagine di Laura . - Dodici e mezzo ! - esclamò Lidia con un ' occhiata alla pendola . - È tardi ! - Rimasi muto , aspettando ch ' ella aggiungesse : - " Sono stanca ; mi sento male ; ho una terribile sfinitezza ; l ' anemia .... la malaria .... " - Ella proseguì invece : - Come mai non ho sonno ? - Vuoi uscire a passeggio ? - dimandai . - È una notte splendida . - Che idea ! Come due amanti ? ... No : preferisco andare a letto . Il sonno verrà . - Ma aveva nella voce un tono giocondo , d ' eccellente significato . - Buona notte , dunque , - finì Lidia , avvicinandosi . - Troppo presto , - risposi , senza prendere la mano ch ' ella mi stendeva . Lidia avanzò la testa curiosamente per capir l ' intenzione delle parole e scorgendomi impassibile , colle braccia incrociate sul petto , diede in una risata argentina ... - Che cosa vuol dire ? ... - domandò . Poi , senz ' aspettar la risposta , premette il bottone elettrico a fianco della porta , e vi tenne l ' indice finchè non comparve Geltrude col lume . - Arrivederci , - concluse Lidia , incamminandosi . E l ' eccellente significato delle parole non era minore del tono eccellente con cui le usciron di bocca . Due cose tosto mi colpirono quand ' io raggiunsi nella sua camera Lidia , ch ' era già coricata : la poltroncina dov ' io mi sedeva , ricollocata da Geltrude presso il letto , certo per ordine di Lidia ; e l ' acconciatura de ' suoi capelli . Abitualmente , ella li portava disciolti e trattenuti appena da un nastro a metà ; ciò cresceva fede alle sue costanti emicranie e compiva la muta preghiera di riposo .... Ora , al contrario , ella se li era fatti annodare in due grosse trecce attorno alla testa ; il qual vezzo aveva la singolar potenza di ricordarmi Lidia fanciulla , quando la vedevo in casa sua e tutto non aveva avuto ancor principio . Ma la nota curiosa di quest ' apparato si era ch ' esso non aveva scopo alcuno , non era un invito , non derivava da intuizione del mio desiderio di pace ; Lidia m ' aveva preparato il posto vicino a lei e s ' era acconciata la testa , così per capriccio .... Chinatomi a baciarla , sentii che mi sfuggiva e le sue labbra restavano immote , come le braccia , stese lungo i fianchi .... Mi sedetti nella poltroncina , e dissi : - Noi siamo incamminati sopra una pessima strada . - Lidia quella notte aveva un ' assoluta necessità di ridere ; non meno irritante necessità che quella di piangere , e tutt ' e due sentite da Lidia quando appunto non convenivan nè l ' una , nè l ' altra . Onde , non era ancor finita la mia frase , che la donna principiò il suo ilare gorgheggio . - Ma senza dubbio , - proseguii . - Sopra una pessima strada , perchè noi viviamo di dispettucci e ci addestriamo alla guerriglia più ridicola .... Infine , a che scopo ci siamo uniti ? - Vidi con terrore Lidia alzar le spalle e atteggiare il viso come dicesse : - " Chi lo sa ? " - quindi prorompere non più in una risala allegra , ma in un piccolo ghigno sarcastico , il quale giovò a darle una magnifica espressione di scetticismo artificiale . - Non certo , - continuai , - per tenerci il broncio e per sbadigliare .... - Neanche quando si ha sonno ? - ella domandò improvvisamente . - Perchè io ho molto sonno , ora . - Tu non capisci dunque nulla ? - esclamai irritato . - Non capisci che io ti voglio bene e che se ho dei torti , sono pronto a chiedertene scusa .... - Sì , perchè io ti chieda scusa de ' miei ? Soltanto , le tue scuse hanno un interesse , e le mie dovranno essere accompagnate dalle .... dalle prove del mio pentimento ... Voi altri uomini non intendete nulla , senza .... una conclusione ... " - Mio Dio , - mormorai , - se di queste conclusioni è formato il matrimonio , ne sono io responsabile ? - Allora , la risata allegra di Lidia scoppiò ; ella sembrava più felice d ' aver fatto un piccolo discorso a sottintesi , che esilarata dalla mia risposta del medesimo genere . M ' accorgevo con piacere come la sua infantilità persistesse tuttavia ; evidentemente , ella aveva avuti capricci e graziose crudeltà , pel gusto di far da donnina , per giuocare alla signora , come a dodici anni ... - Del resto , io rinuncerò a infastidirti più oltre , - aggiunsi , facendo l ' atto di levarmi dalla poltrona . - No , - ella rispose , trattenendomi . - Se hai qualche cosa da dirmi ancora .... - La fissai negli occhi con tale insistenza , ch ' ella arrossì , e rispose a bassa voce : - Va bene . E poi ? - Senti . Il matrimonio non è la più felice delle istituzioni ; tu te ne sei accorta ; ma noi possiamo correggerne i difetti e ripararne le lacune .... - Ah , se fosse vero ! - esclamò Lidia in uno slancio di sincerità , che non mi piacque soverchiamente . - Ma in che modo , in che modo ? - Dimenticando di essere sposati .... vivendo come amanti , pensando che uno di noi due potrebbe benissimo stancarsi dell ' altro .... - Aspetta , - fece Lidia stendendo la mano , e chiudendo gli occhi . - No ; non cambia nulla .... - Come , non cambia nulla ? - esclamai . - Ma se è tutto diverso .... - Per giudicarne , - rispose Lidia ad occhi aperti , - bisognerebbe sapere che cos ' è un amante .... Infine , - continuò colla sua voce beffarda , - tu mi tieni dei discorsi immorali , ed io ho sonno .... - Il congedo così improvviso mi fece veramente male . Allontanai la poltrona , levandomi , e rimasto colle braccia appoggiate al piano del letto , sopra Lidia , dissi con lentezza : - Tu ti dimentichi che noi siamo legati per tutta la vita . - L ' effetto di quelle parole fu straordinario nella donna : ella mi gettò le braccia al collo , mi attirò sul petto , e baciandomi con emozione , ripetè : - Per tutta la vita ! Lo so bene , e ne ho paura . - Credetti capire , ch ' ella ridonandosi alfine , godesse non già d ' una voluttà materiale , ma del piacere amarissimo di sentirsi schiava e privata d ' ogni volontà ; e che la sua anima femminile soffrisse al punto da comunicare al corpo spasimi e sussulti , i quali la rendevan più sensibile di qualunque donna io abbia mai conosciuta .... Onde , non ebbi la forza di rinunciare a quel possesso , che mi feriva tanto , ed era pur così nuovo nel sentimento e così ricordevole nelle sensazioni . Qualche cosa d ' inesplicabile giaceva in fondo a simile risurrezione d ' amore . Io ne ritrassi una lunga eco di turbamenti , come fossi uscito dalle braccia di Lidia insanguinato ; e il pensiero grottesco non cessava di dominarmi ; invece d ' aver riavuta mia moglie , mi pareva d ' aver fatto male , d ' aver chiusi gli occhi allo spettacolo della sua sommissione , d ' avere esercitato brutalmente un diritto stupido e vile .... Perchè , se Lidia non avesse vibrato di dolor morale , certo non avrebbe palpitato di piacere fisico ; se l ' angoscia di sentirsi schiava non avesse reso quel corpo biondo più tremante d ' un ' asta d ' acciaio , io avrei trovato quel corpo immobile , freddo , prostituito dalla necessità della pace nel focolare domestico .... Era chiaro che , non appena la malvagità della conquista fosse cessata in me , sarei rimasto disgustato dalla mia insistenza .... Una specie di febbre s ' era comunicata improvvisamente a noi .... La suscettibilità estrema di Lidia si vedeva presa , dominata , dilaniata ogni notte , e quando ponevo piede nella camera , leggevo sul viso della donna un ' ansia , che doveva tramutarsi in tortura ; ella temeva ch ' io la volessi , e lo desiderava nel medesimo tempo , per quell ' eccitazione che si propagava sùbito in lei e sembrava più forte d ' un piacere .... Aveva insieme odio ed amore per quelle notti ; odio ed amore per la sua debolezza e per la mia prepotenza tranquilla , celata sotto la maschera del non supporre nemmeno quanto avveniva in lei .... Mi sentivo così dominatore di quella volontà sbigottita , che qualche volta domandavo a bella posta : - Vuoi che rimanga ? E Lidia rispondeva : - Sì , mio signore e padrone ! - con un accento , con un sorriso , con un passaggio d ' ombra e di luce , i quali erano straziantemente irreproducibili . Di giorno , Lidia ridiventava un po ' sarcastica ; non so , ma credo che ripensando alla propria angoscia , ella facesse ogni mattino questa promessa a sè medesima : - Stanotte , mi rifiuto ! - E la notte , desiderata da ambedue con sì diversi intendimenti , si ripeteva eguale alle altre .... Rimaneva per me difficile lo stabilire come Lidia fosse stata veemente di passione , voluttuosa , pronta al piacere , sui primi tempi del nostro matrimonio , quando ora m ' avvedevo ch ' ella non era fatta per l ' amore più che non fosse una statua .... Senza dubbio , il prorompere della giovanezza , la gratitudine per averla tolta a una casa dove tutto era imbecille , la sensibilità morale meglio che la fisica , me l ' avevano gettata fra le braccia con tanto impeto da farmi scambiar Lidia per la più amabilmente sensuale delle donne .... L ' abitudine era sopraggiunta , e Lidia aveva ripresa la sua indole , peggiorandola . Noi giuocavamo a un bruttissimo giuoco : finito il quale , io avrei trovata in Lidia assai maggiore obbedienza , poichè l ' avevo persuasa d ' una volontà più forte della sua , ma un ' obbedienza costretta , non discompagnata da un intimo rancore , che poteva avviarsi a mille diverse e perniciosissime soluzioni . Quanto a me , esaurivo l ' ultima curiosità fisica , mi familiarizzavo con quelle rosee carni , mi stancavo anche una volta di quei capelli biondi , e mi mettevo nella condizione di giustificare in Lidia una rivolta . Occupato da quel presente e da quell ' avvenire , non m ' ero accorto che dal circolo dei corteggiatori s ' avanzava verso Lidia colui che , in fondo , avevo sempre atteso , ma quando il circolo tutto si teneva ancora a rispettosa distanza .... Il bruttissimo giuoco al quale giocavamo Lidia ed io , finì in quel punto in cui ne cominciava un altro peggiore .... XIII . L ' irritazione che m ' aveva preso al rinascer della primavera , s ' era infiltrata nello spirito e nel corpo come un letargo triste e pesante , dovuto al sole , al tepore inusato , alla folla che usciva per le strade a sorbir l ' aria mite . Io vedeva ripetersi in Lidia l ' identico processo d ' inerzia , facendola debole e apatica . S ' alzava presto la mattina perchè il letto le diveniva intollerabile , e sonnecchiava distesa sul divano , parlando a monosillabi ; o ingannata dall ' aspetto fallace del giorno , voleva uscire a passeggio e ne ritornava colle membra rotte , pensando forse che la nostra vita senz ' angustie finanziarie , senza obblighi eguali , senza occupazioni grevi , era infinitamente più odiosa di quella che conducevan le famigliuole incontrate per via , beate del sole , gaudenti di poche ore libere . Non ricamava più ; leggeva spesso i libri inviatile da Ettore Caccianimico , ma saltandone molte pagine per seguire il nudo fatto raccontatovi , come un viaggiatore che fra l ' erba folta cerchi il sentiero diritto e meno faticoso , poco importandogli d ' osservare il verde circostante . Le finestre spalancate l ' infastidivano ; per di là entravan la luce , i romori , l ' accidia fino al dopopranzo , non confortato dai lumi se non tardi , e segnato invece da odiosi tramonti , schiacciati sui muri a illividirli e a renderli più volgari . Avevo lasciati i signori Folengo da un istante , e uscendo da quella casa , pensavo come nessuna stagione avesse la potenza di mutarvi l ' umore e le abitudini . Donna Teresa era inalterabile , agucchiando d ' inverno e d ' autunno , e in villa d ' estate e di primavera ; Pietro amava i suoi registri e vi spendeva attorno la vita , quando nevicava e quando v ' era il sole di luglio . Essi non soffrivano alcuna esterna influenza più che gli animali imbalsamati del loro salotto ; il matrimonio aveva finito per cementar le due indifferenze , costituendone un solito ordine di vita ; ma con molto rammarico cercavo invano nel mio spirito un ' ammirazione per quegli eccellenti campioni della monogamia . Mi rasentavan sul marciapiede le signore eleganti ; qualcuna accompagnata dallo sposo , sorridendogli compostamente e sbirciando se l ' equilibrio del suo sorriso fosse notato all ' intorno ; delle vecchie signore colle figlie , così identiche alla madre sebben giovani , che un amatore del genere poteva , sposando la figlia , già farsi un quadro di quel che sarebbe diventata fra trent ' anni ; e tipi esotici , come inglesi dal passo chilometrico , seguìti da qualche orribile cane , dilettissimo al padrone . C ' eran più donne che uomini , a zonzo . ( V ' è mai stato un giorno dell ' anno in cui una signora non trovi la necessità d ' uscire a guardare le vetrine , e a furia di guardarle , non finisca per entrar nel negozio a far delle spese inutili ? ) Mi ricordavo che già mia madre m ' aveva raccontato come a ' suoi tempi le donne , le fanciulle specialmente , restassero tappate in casa tutta la settimana e non si permettessero passeggiate se non alla domenica , a fianco del marito o del padre ; ma con quella cognizione del domestico focolare che avevo ultimamente acquisita , dubitavo qual moglie fosse più sopportabile : se l ' antica , sempre innanzi al cuscinetto da lavoro , o la moderna , sempre innanzi ai magazzini di mode .... Là dove la gente era fitta , sul corso Manzoni pel quale m ' avviavo , era un ' allegria di colori vivaci , che , man mano avvicinandosi , prendevan forma d ' abiti chiassosi e di cappellini insolenti , più notevoli delle signore che li portavano .... A un tratto , da un gruppo d ' incognite , vidi uno di questi abiti , uno di questi cappellini , farmisi incontro lentamente ; e dentro l ' abito e sotto il cappellaio riconobbi Laura Uglio , senza dubbio incamminata essa pure a una passeggiata inutile ma dispendiosa . - Andavo dai vostri suoceri , - ella disse , mentre rispondeva al mio saluto . - Io ne vengo ora ; stanno benissimo , e non sentono la primavera .... - Allora risparmio la visita . Mi accompagnate fino ai giardini ? - Nell ' atto in cui s ' incamminava , l ' osservai con attenzione , mettendomele a fianco . L ' insolita espressione d ' umiltà era cresciuta in Laura , fino a diventar dolorosa ; in quel volto bianco non vedevo che le occhiaie , assolutamente livide , incavate ; occhiaie prodotte da sofferenze indicibili , continue , roditrici . Quand ' ella si mosse , potei rilevare che Laura procedeva curva , ma così insensibilmente da non esser notato se non da chi sapeva tutta l ' elastica sveltezza di quell ' andatura , tutta l ' abituale superbia di quel portamento .... - Più adagio , - ella disse con un fievole sorriso . - Non posso affrettarmi io . - Perdonate , - risposi , rallentando il passo . - Non siete guarita ? - Colle vostre cure assidue ? - mormorò Laura in tono di corruccio . - Non sono guarita ; faccio la disperazione del mio medico . - Tornai a guardarla , preso da un senso di paura . Laura decadeva con rapidità ; nelle due settimane scorse dalla mia visita , aveva dato un terribile tracollo , anche meglio accentuato dall ' abito nero ch ' ella portava . - Sono brutta , non è vero ? - domandò . E senza lasciarmi il tempo di rispondere , aggiunse : - Ho da dirti una cosa . Giorgio pare geloso di te ; s ' è messo a fare il geloso , dacchè sono malata , per rendermi più allegra l ' esistenza . Quando sei venuto a trovarmi ultimamente , egli t ' ha visto mentre uscivi e lui tornava dal suo ufficio ; mi ha fatta una scenata ; ha detto che non dovevo riceverti , dopo le scortesie di Pallanza .... Non aveva torto , in fondo , ma io ho capito che tu gli dài ombra .... - Il passaggio repentino dal voi al tu mi spiacque ; la notizia m ' indispettì .... - Io lo imaginava , - risposi . - Ecco perchè non son venuto oltre da voi .... - Eppure , poichè sono sempre sola , bisognerà che tu venga a trovarmi , almeno quando c ' è Giorgio .... - Brava ! - esclamai ridendo . - È affatto impossibile . Io parto a giorni .... - Per dove ? - chiese Laura , con tale accento d ' apprensione , che l ' idea d ' essere amato da lei soverchiò l ' angoscia di vederla sofferente e mi richiamò un fugace sorriso di trionfo . - Per dove , non so . Me l ' hanno rammentato or ora i miei suoceri : colla primavera si doveva riprendere il viaggio in Italia .... - Il viaggio ? Quale viaggio ? - Il viaggio di nozze , - mormorai a denti stretti . Eravamo giunti all ' entrata dei giardini . Passammo i cancelli senz ' aggiungere parola , io guardando la gente , Laura a testa bassa . - C ' è la musica laggiù , - diss ' ella accennando una folla immobile di persone . Piegammo verso sinistra , dov ' era il piccolo lago , per un viale disadorno e povero di piante . Sùbito , un ' aria più dolce sembrò spirare beneficamente . Laura sedette sopra una banchina a ridosso d ' un gruppo di tufo e segnò per terra delle orribili teste colla punta dell ' ombrellino . Io restai in piedi , innanzi a lei , appoggiandomi col bastone al tronco d ' una pianta . - Allora , questa è l ' ultima volta che ci vediamo ? - domandò Laura sollevando il capo all ' improvvisa . Ormai , ero certo . Laura mi riamava , per una di quelle recrudescenze di passione , che afferrano talvolta anche le anime stanche : me lo dicevano la sua voce non sicura , i suoi occhi , nei quali , s ' io avessi continuato a indagare , avrei scorte delle lagrime rattenute . La vanità del maschio , assai più adescabile della vanità femminile , ebbe un giocondo sobbalzo nel mio animo . - Ci rivedremo al ritorno , - dissi . - Oh .... al ritorno ! - esclamò Laura tristemente . - Chi sa ? ... Colla punta dell ' ombrellino cancellò sulla sabbia le teste orribili disponendosi a tracciarne delle peggio ; ma aveva appena preparato lo spazio , che richiese le ore . - Sono le tre ! - risposi , guardando l ' orologio . - Ho un appuntamento alle tre e mezzo colla sarta , - ella fece , alzandosi con qualche fatica . - Vuoi riaccompagnarmi ? - Notai di nuovo l ' andatura incerta e greve della donna ; osservandola bene , io la vedevo adesso veramente curva , e il sentimento d ' angoscia mi riprese , fugò qualunque altro pensiero . Presso l ' uscita dei giardini , mormorò : - Te beato , che dopo un anno puoi ancora intraprendere un viaggio di nozze ! - Con quale sarcastica inflessione avrebbe ella pronunciate quelle parole , pochi mesi addietro ! Ora , non vi trovai che il desiderio spossato . S ' apriva il giorno lentamente a una serenità profonda , col disciogliersi delle nuvole bianche , scoprenti all ' occhio nuovi azzurri infiniti ed eguali ; di là veniva il sole tepido che c ' intorpidiva , quasi svegliati da una notte amorosa fra caldissime piume . Quando fummo presso una carrozza chiusa , domandai a Laura : - Volete dirmi l ' indirizzo ? - Piazza del duomo , - ella rispose , mentre saliva nella vettura . - Poi , indicherò io .... - M ' inchinai salutando . Un collegio di fanciulle , numerosissimo , mi passava accanto in lunga colonna ; quante si preparavan là dentro al martirio della vita ? quante avrebbe perdute l ' amore e sciupate il matrimonio ? Avevano illanguidita la loro tinta nell ' ombra delle camerate ; sotto abiti senza linea avevano contraffatta la loro freschezza ; ma dovevano da quel periodo severo e umile sbucar nella vita , svelare le loro facoltà , edificare o distruggere una famiglia . In questo senso , la lunga colonna di fanciulle m ' appariva assai interessante ; da un ' altra simile colonna femminile , s ' eran tolte Laura e Lidia , con sì diverse idee , con sì diversi intendimenti .... E chi poteva assicurare che i primi passi dell ' una e dell ' altra non avessero avuto un oscuro impulso da memorie di collegio , da circostanze di fatto , dalla vicinanza d ' una compagna o dall ' intimità d ' una maestra ? Lidie e Laure si preparavano in silenzio , ripetendo per un ' ennesima volta il processo psicologico di altre , e di altre e di altre , infinite . Io poteva ben comprendere o almeno intuire il divario fra quelle due anime di donna , stretto com ' era da qualche tempo fra la prima e la seconda , sovrapponendo o cancellando le impressioni dell ' una colle impressioni dell ' altra . Un quarto d ' ora dopo lasciata Laura , ero a casa , dominato dal brusco urto , che la presenza di Lidia mi produceva . S ' era mutata , in quella breve mia assenza , colla rapidità con cui mutava d ' abiti . La piccola ombra d ' umiliazione che le offuscava il viso nel mattino e l ' accidia che ne spossava il corpo , lasciavano il posto a un aspetto calmo , consolato , sano fisicamente e moralmente , come dopo una confidenza in cui il cuore avesse rotte per un istante le dighe della rassegnazione e liberando il dolore , l ' avesse diminuito di profondità . Fenomeno già notato in Lidia , di quei giorni ; perciò pericoloso ; che cosa confidava ella , e a chi si confidava ? Non v ' era presso di lei , quand ' io vi giunsi , che Ettore Caccianimico , del quale tutto si poteva sospettare , fuorchè d ' esser capace di consolare alcuno . - Sei stato a passeggio ? - domandò Lidia , seduta davanti al tavolino da lavoro presso la finestra . - Sono stato da tua madre e poi ai Giardini , - risposi . - Donna Teresa mi ha rammentato un vecchio debito ; quel viaggio interrotto , o meglio non intrapreso , per l ' Italia , e rimandato alla migliore stagione .... - Ah , è vero ! - disse Lidia , con voce che pareva uno sbadiglio . Al fenomeno psicologico s ' univa d ' un tratto un fenomeno fisico , non meno degno di nota . Lidia ingrassava ; l ' abito chiaro di quel giorno svelava il fatto assai meglio di quel che non potesse la mia continua esperienza . Sì , m ' era parso di non abbracciar più le forme sottili ed esatte , tanto amate in Lidia fanciulla ; m ' era parso che il suo seno fiorisse , che i suoi fianchi s ' espandessero lievemente , che la gola avesse un ' insolita rotondità ; lento trapasso da una Psiche a una Giunone .... Ma , alla luce sfacciata del sole , questa mutazione si rivelava d ' un colpo , non lasciandomi più dubbio ; forse il confronto istintivo fra Lidia e Laura , debole , divorata dal male , - cooperava a rendere più perspicuo lo sboccio formoso della prima .... Perchè era così sana e lieta di giovanezza Lidia quando Laura moriva ? Uscii bruscamente dal salotto , lasciandovi mia moglie e il Caccianimico , nella ridicola speranza che un ' altra camera , un ' altra luce , potessero calmarmi . Passai dalla stanza da letto ; il letto di Lidia , bianco e vuoto , con un raggio di sole che cadeva diritto sui guanciali , mi lievitò in mente un substrato di amare riflessioni ; passai dalla sala , ove rividi quelle signore brune , le quali mi compiacevo a desiderare , fra il convenzionale chiacchierio dei mariti ; passai dal tinello , ch ' era già stato testimonio di paci e di guerre , di pranzi muti o afflitti dalla retorica di Pietro e di donna Teresa ; la mia camera mi rammentò quella prima notte in cui aspettavo l ' ora di presentarmi a Lidia , mia ancora soltanto per un apparato di formole ; e lo studio , ove m ' ero arrestato , strideva di sogni artistici svaniti , di buoni propositi più deboli delle abitudini , di rinuncia al lavoro per l ' inutile speranza della felicità nella famiglia . Tutto l ' appartamento aveva uno strano sapore di gioie irrancidite . Ritornai nel salotto . Ettore Caccianimico s ' era posto di faccia a Lidia ; s ' egli avesse inclinata avanti la sedia , le sue ginocchia avrebbero toccate quelle della donna . Diceva : - Si potrebbe appunto far così . Ella avrebbe la compagnia di mia moglie , quella de ' suoi parenti .... - Fece una pausa , e rivoltosi a me , soggiunse quasi spiegando : - Proponevo alla tua signora di fare un breve soggiorno con sua madre , prima di lasciarci . Il tempo è bello e a Pallanza ci dev ' essere già molta gente . - Non ho nulla in contrario , - risposi , - quando ciò piaccia a Lidia . Tu , vieni pure laggiù ? - Sì , a Pallanza , con Clara .... - disse Ettore , nominando sua moglie per la seconda volta , cosa affatto insolita e curiosa . Allora , fra Lidia ed Ettore si studiarono i vantaggi d ' un soggiorno sul lago ; c ' era la compagnia piacevole , la vita calma e tuttavia allegra , il buon clima . M ' ero disteso in una larga poltrona , con un libro fra le mani , assolutamente deciso a non prender parte alla conversazione ; Lidia volgeva il capo di tanto in tanto dal mio lato , con quell ' espressione di riposo , che mi dava qualche sospetto . Perchè Lidia era così sana e lieta di giovanezza , quando Laura moriva ? Passando lo sguardo al disopra del libro , osservavo meglio le linee del viso e del busto ; linee di profilo , leggierissimamente , ma indubitabilmente avvantaggiate da qualche tempo ; le mani di Lidia , ch ' ella posava sul tavolino , avevan pure una forma più grassoccia , non aristocratica di soverchio . Ella m ' era piaciuta da fanciulla perchè era fragile e sottile ; certo , m ' era piaciuta per altri motivi spirituali ; ma anche perchè da fanciulla era fragile e sottile . Quest ' attrattiva stava per vanire , nella donna ? Ricordando la signora Folengo , sua madre , ebbi un sussulto : a trent ' anni , Lidia sarebbe stata una bella matrona ; a quarantacinque , una signora grassa .... Frode nel contratto matrimoniale ! ... Una signora grassa e bionda , vale a dire , facilissima a sciuparsi , come certe rose tèa , di cui la floridezza eccezionale è , insieme , la decadenza e lo sfacelo . Fui interrotto nelle mie considerazioni da Ettore Caccianimico , il quale si congedava . - Voi non partirete così presto ? - domandò egli a me . - Quando vorrà Lidia , - risposi , colla formola abituale . - Decideremo , - dichiarò Lidia , stringendo la mano di Ettore , che s ' era inchinato a salutarla . Accompagnai il Caccianimico nell ' anticamera , fin sulla soglia della porta . - Ebbene ? - egli chiese a voce bassa . - Sei stato in casa Uglio ? - Giorni sono . - Hai invitata Laura a far visita alla tua signora ? - Non ne valeva la pena . È ammalatissima povera donna . - Pare anche a te ? ... Io la vedo perduta , - concluse Ettore con indifferenza , mentre se ne andava . Perduta ! Non era dunque un ' esagerazione della mia fantasia ? Ma allora , che valeva il rispetto umano ? S ' ella desiderava di vedermi vicino a lei , potevo contentarla , senza riguardi per il mondo ; perchè rifiutare quel conforto a un ' amica , la quale m ' aveva conosciuto libero , indipendente , e nel turbinìo della vita non s ' era dimenticata di me ? - Andrò da lei , stasera ! - mi dissi , rientrando nel salotto . Il volto calmo di Lidia ebbe la potenza di stornarmi il pensiero dietro altre idee non meno tristi . In quella medesima notte , Lidia aveva pianto ; adesso era serena , quasi allegra Perchè ? - C ' è stato Gian Luigi a trovarti , mentr ' ero fuori ? - domandai . - No , - ella rispose un po ' maravigliata . - Verrà stasera , forse . - M ' augurai fortemente che Gian Luigi non venisse quella sera : la sua presenza in casa mia mi avrebbe impedito di recarmi da Laura . Per la prima volta , non osavo lasciar Lidia sola di fronte a un uomo . XIV . A pranzo , ella mangiò con molto appetito , senza accorgersi ch ' io toccava appena le vivande e preferivo il vino al cibo . Ero troppo solo , nel mondo , circondato da insidie e da cause non mai stanche di dolore ; non avevo amici e mia moglie era un ' estranea che poteva diventare una nemica . Un ' estranea , certamente , dacchè i suoi gusti non somigliavano a ' miei , la sua educazione s ' era fatta entro le chiuse pareti d ' una casetta borghese , e la mia , viaggiando , sognando , osservando uomini e luoghi diversi ; avevo una donna , la cui speranza di comprendermi vacillava e cadeva , senza lasciar traccia di rammarico . Di tutto quanto ci si poteva aspettare dalla nostra unione , un sol fatto era incontestabile , per sanzione di legge : la signorina Lidia Folengo era diventata la signora Lidia Lacava Folengo ; nulla più , e troppo poco al confronto delle nostre libertà perdute . Geltrude entrò a metà del pranzo , portando a Lidia un viglietto arrivato allora . La donna lo aperse , lo lesse , lo mise in tasca , e disse a Geltrude : - Va bene . Non c ' è risposta . - A me : - È Angela Tintaro che mi scrive . - Che esagerazione ! - esclamai seccato . - Quando non viene a trovarti , ti scrive ; quando non ti scrive , ti manda dei fiori . Almeno potrebbe sceglier delle ore più adatte , per annoiare il prossimo ! - Lidia strinse le labbra senza rispondere . Da quella lettera , originò subito un mutamento in lei , palesissimo , per quanto ella volesse nasconderlo ; cosicchè , fui tratto a domandare , contro le mie abitudini , che cosa Angela Tintaro le scrivesse . - Le solite storie , - rispose Lidia con negligenza affettata . Ma la lettera le rimase in tasca . - Tuo padre ha finalmente deciso di partire per Cairo , accettando l ' impiego offertogli , - dissi . - Ha fatto bene , - mormorò Lidia . - Ecco : Cairo è una città che vedrei con piacere . - Niente c ' impedisce d ' accompagnarvi tuo padre quando vi si recherà , sui primi dell ' anno venturo . - Resterò ben sola , dopo , - riflette la donna sbadatamente . Eravamo in due a finger di mangiare , adesso : anche Lidia faceva una cattivissima accoglienza alle portate che Geltrude recava ; attribuii l ' improvvisa svogliatezza al pensiero doloroso di veder partire presto i Folengo , ed ebbi cura di non domandare spiegazioni . Tuttavia , il pranzo si trascinò così malamente , che respirai di sollievo , quando la tavola fu sparecchiata ; i giornali costituivano per noi in quell ' ora e nei giorni d ' impaccio , una salvezza molto apprezzata da ambedue .... Stavo per ricorrervi , quando Lidia mi domandò con voce un po ' tremante : - Sei andato ai Giardini , oggi ? - Mi bastò un ' occhiata alla donna per comprendere ; ella preparava quella domanda da qualche tempo , e studiava il modo di lanciarmela quando meno l ' aspettavo , perchè non potessi ricostruirne il movente ; l ' impazienza l ' aveva però tradita , e troppo breve tempo era scorso dall ' arrivo della lettera all ' interrogazione perchè non vi scorgessi una stretta relazione . - Sono andato ai Giardini , - risposi . - Mi pare d ' avertelo già detto . - Con chi ? - fece Lidia , guardandomi fissa . - La signora Angela Tintaro si assume dunque l ' incarico d ' una polizia segreta ? - domandai ironicamente . - Ho trovata la signora Uglio , che si recava da tua madre , e come io ne veniva appunto , ella ha rimandata la visita , e chiacchierando l ' ho accompagnata ai Giardini , invece . - La signora Uglio , - disse Lidia , coll ' intonazione con cui ci si fa a raccontare una lunga storia , - è fra le persone che tu m ' avevi proibito di ricevere ; anzi , nel caso poco probabile ch ' ella mi facesse visita , mi avevi pregato di non contraccambiarla .... E d ' un tratto tu le servi da cavaliere e ti mostri in pubblico al suo fianco , ai Giardini , nell ' ora più frequentata ? - Sono convenienze a cui un uomo non può sottrarsi , - mormorai ipocritamente . - Benissimo . E che cosa avresti detto tu , se le parti si fossero invertite ? se fossi andata io a passeggio col signor Giorgio Uglio ? - Alzai le spalle , irritato . - Quale assurdità ! - esclamai . - Il torto è appunto quello di supporre che le parti si possano invertire sempre ; quanto ho fatto io , era logico e necessario ; ma ciò non sottintende logico e necessario che tu faccia altrettanto col signor Uglio .... È un modo di ragionare questo , di cui t ' ho mostrata parecchie volte la falsità .... Ormai , dovresti risparmiarmelo . - Benissimo , - ripetè Lidia . - Splendida poi l ' idea di non dir nulla .... Ciò fa supporre molte cose .... - Per esempio ? - So io , - concluse la donna seccamente , alzandosi . - Saresti gelosa ? - Lidia si rivolse , come ferita ; appuntò le mani sulla tavola , e avvicinando il viso al mio , dichiarò a bassa voce : - Gelosa ? Vorrei che tu avessi dieci amanti , non una ! - V ' era nella frase tutto il disprezzo di cui vibrava la donna per la mia condotta di quei giorni ; e la rabbia frenata e accumulata nelle notti d ' obbedienza sua e di fredda prepotenza mia ; l ' uno e l ' altro sentimento davano alle parole un significato profondo , che mi colpì in pieno cuore , come innanzi a qualche cosa di definitivo , d ' irreparabile . Non trovai sùbito una formola di protesta ; rimasi sotto lo sguardo di Lidia , turbatissimo , quasi un colpevole , e quando riuscii a scuotermi da quel fascino angoscioso , Lidia fu chiamata da Geltrude , che annunciava la visita del conte Gian Luigi . Solo nel tinello , in mezzo alla luce grigiastra del dopopranzo , fui colto a un tratto da un impeto di dolore , dalla sensazione raccapricciante che deve afferrar l ' uomo in mare , chiuso in un ' ondata gigantesca . Quel solo giorno m ' aveva portato un séguito di piccole e grandi angustie , intollerabile ; nell ' istesso momento , ero combattuto da opposte idee , da disegni contrarî , i quali sollevavano tutto il mio sistema nervoso , piombandomi nel dubbio , - malattia orribile di cui non avevo mai sofferto . Si poteva la oltraggiante dichiarazione di Lidia collegare al suo mutamento , che mi pareva derivasse da un ' influenza estranea ? Intendeva ella farmi capire la propria indifferenza a qualunque mia colpa , per assolversi ella medesima d ' una simpatia colpevole ? Senza dubbio , senza dubbio alcuno , Lidia sentiva questa simpatia . Dominato da tal pensiero , m ' avvicinai all ' uscio , che metteva nella sala , ove Lidia era con Gian Luigi ; una voce fresca , tranquilla , ben modulata , - la voce della donna - mi riempì di maraviglia . In me , la breve scena del dopopranzo aveva generato un lungo strascico di riflessioni ; in Lidia era scivolata , quasi sopra un ' anima di marmo , non impedendole di mostrarsi cortese , frivola , anche civettuola , come potevo capire da certe sue risatine , gorgheggiate argutamente . Se tutto questo era finzione , meritava ch ' io me ne impensierissi peggio che se fosse stata insensibilità . Nella sala non erano accesi i lumi ancora , quando io v ' entrai . Lidia e Gian Luigi stavan sul divano , ai lati opposti ; ma l ' ombra della sera calante m ' impediva di scorgerne bene il viso ; chiaro non si vedeva che l ' abito di Lidia . Quando i lumi furono portati , rilevai qualche cosa d ' insolito in Gian Luigi e ne fui impressionato d ' un ' impressione confusa , oscillante fra la curiosità e il dispetto . Gian Luigi era abbattuto e pallido ; dacchè era giunto , non avevo sentita la sua voce che per salutarmi ; faceva le spese della conversazione Lidia , la quale aveva una facondia febbrile , ascoltata dall ' uomo con deferenza , approvata da me con qualche cenno del capo , ma incapace a snebbiare il corruccio che pareva esistere fra noi .... - Se vuole la rivincita di iersera , - disse Lidia a Gian Luigi , accorgendosi che da qualche istante era distratto .... Si levarono ambedue e si portarono innanzi al tavolino verde , prendendone dal tiretto le carte e i gettoni . - Stasera sono formidabile , - mormorò il Sideri finalmente . - Accetterei qualunque avversario . - Non vendere la pelle prima d ' ammazzar l ' orso , - diss ' io . Trovandomi di fianco a uno specchio , mi vi osservai e mi confrontai con Gian Luigi , che pareva anche maggiormente pallido , colla testa curva sulle carte e la fronte illuminata dalla lampada . Indubbiamente se non fossero state certe rughe agli angoli degli occhi , e la radezza dei capelli presso le tempia , Gian Luigi avrebbe dimostrato meno anni di me ; la sua testa aveva un ' impronta aristocratica , la quale io non possedeva affatto .... L ' essere di statura piccola non faceva poi grave danno all ' estetica , e in ogni modo , se tal danno si voleva ammettere , era pareggiato in me dalla mia barba rossastra , che m ' invecchiava . Poteva avere importanza questo per Lidia ? No ; ma poteva averne moltissima un altro fatto : il Sideri era un osservatore scrupoloso della forma , un uomo incapace di dire un ' insolenza cruda ; le insolenze le diceva , ma con tal giro di parole da farle rassomigliare a frecce avvelenate e ricoperte di bambagia .... Simile uomo , se avesse voluto assumersi la missione di confidente , avrebbe trovate le formalità più rispettose .... - Molto indovinato , molto parigino , - egli diceva in quell ' istante a Lidia , accorgendosi allora ch ' ella portava una vestaglia nuova , e gettandole un ' occhiata sintetica , da conoscitore . L ' osservazione mi parve audace , se non sconveniente ; forse perchè un lampo di vanità soddisfatta brillò negli occhi di Lidia . Che Gian Luigi potesse risvegliare nella donna la tendenza alle frivole soddisfazioni , già in lei così viva sui primi tempi , e dispersa nelle angustie del matrimonio ? Qualunque ne fosse il valore , questo avrebbe adombrato un predominio dell ' uomo sull ' animo di Lidia e m ' avrebbe fornito un mezzo di studiare fin dove il predominio arrivasse . Contento e quasi riposato da tale induzione , m ' accomiatai da Lidia e dall ' ospite , raggiunsi la mia camera , mutai d ' abiti , e uscii di casa . La serata era placida ; il corso Venezia , male illuminato , staccava anche meglio nello sfondo il corso Vittorio Emanuele , dove le lampade elettriche spandevano una luce piacevole , qua e là più viva per il concorso d ' altre lampade nelle vetrine . Quantunque avessi una meta e il desiderio di giungervi , mi dilungai prendendo la via più allegra ; m ' internai sotto i portici , ove la memoria e l ' abitudine mi ricordavano come tre correnti vi passassero in tre ore diverse del giorno ; al mattino , una fiumana di ragazze che si recavano al lavoro ; nel pomeriggio , una fiumana di signore che ostentavano in sè l ' opera manuale di quelle ragazze ; nella sera e nella notte , una fiumana di perdute . Un formicolar vasto e romoroso di gente era nella Galleria ; poi , piazza della Scala diminuiva sùbito l ' intensità di quel movimento , che andava spegnendosi sul corso Alessandro Manzoni , ove la luce non era sì viva , e la gente era poca . Innanzi alla casa di Laura Uglio , mi fermai ; certo , il marito di Laura non c ' era ; egli aveva l ' abitudine d ' uscir presto e di tornar tardi , dacchè Laura s ' era ammalata e aveva così interrotto l ' idillio , che formava la mia sarcastica ammirazione a Pallanza .... Io sarei dunque salito a prender notizie , narrando insieme come una lettera d ' Angela Tintaro avesse svelata a Lidia la nostra gita innocente di quel giorno ; mi sarei trattenuto poco , se Laura non insisteva . Se Laura insisteva , mi sarei trattenuto molto .... Chi sa ? Laura era bruna e mi amava ancora .... Nel frattempo , Giorgio Uglio .... Sorridendo , considerai la reciprocità fatale cui dava luogo un primo adulterio , senza ricordarmi che tale reciprocità minacciava anche la mia casa , dove avevo lasciato Gian Luigi con Lidia . Quando , inoltrandomi sotto l ' atrio , pensai rapidamente alle infedeltà comode e vili , cui un salotto chiuso e l ' occasione propizia potevan dar luogo , - m ' arrestai di colpo , quasi m ' avessero piantato un coltello nel fianco ; voltai le spalle , tornai in istrada , e mi gettai in una carrozza da nolo che passava . Ero così offuscato , da non ammetter divario fra Laura e Lidia ; perchè ammetterlo , se non ne ammettevo fra me e Gian Luigi ? ... Le notizie di Laura l ' avrei prese l ' indomani ; ella mi amava e non a lei , quindi , doveva esser rivolta specialmente la mia attenzione , - bensì a Lidia , che non mi amava più .... Per ora , bisognava sfuggissi al destino dei mariti , i quali creano essi medesimi le occasioni alle mogli . Nel mio salotto , non si giuocava ; i gettoni e le carte erano abbandonate sul tavolino , qualcuna per terra . Lidia sedeva sullo sgabello innanzi al piano - forte ; Gian Luigi sopra una poltrona , all ' angolo estremo della camera . - Mi manca l ' ultima strofa , - diceva Gian Luigi . - Volevo trovare un pensiero grazioso , un po ' francese , sa , una specie di birichinata elegante ; ed è difficile .... - Sì , - rispondeva Lidia , - bisognerebbe armonizzar le parole colla musica . Finora , quel che ha fatto , mi piace molto . - Hai composta una romanza ? - domandai . - Una cosetta delle solite , - disse Gian Luigi , senza stupirsi pel mio ritorno . - Una cosetta press ' a poco così .... - Prese posto al piano , mentre Lidia ed io restavamo in piedi , ai fianchi di lui ; guardò in alto un istante , quasi per ricordarsi , annunciò : - Ecco .... - e cominciò la romanza , canticchiandone sottovoce le parole con una passione man mano più accentuata .... Lidia non lo guardava , ma lo guardavo io , dicendomi che in quel momento Gian Luigi m ' era di gran lunga superiore , comechè procurasse alla donna un compiacimento intellettuale , ch ' ella sembrava apprezzar molto , anche perchè noi eravamo i primi a conoscere quella composizione inedita , anzi non ancor finita . - Molto buona , - dichiarai , quando Gian Luigi concluse . - Bello specialmente quel passaggio dell ' esordio alla prima parte , - confortò Lidia . - Oh , una cosina francese , di nessuna importanza , - fece modestamente Gian Luigi , richiudendo il piano . Egli restò accoccolato sullo sgabello ; Lidia ed io prendemmo posto innanzi al tavolino verde , rivolgendoci verso il Sideri . - E di letteratura non ti occupi più ? - domandai . - Ora son troppo nervoso ; a mala pena riesco a buttar giù le strofette che t ' ho cantate . Vedremo poi .... - Eppure il successo del tuo romanzo avrebbe dovuto infiammarti , - mormorai di mala voglia , perchè il romanzo di Gian Luigi , letto di recente , non m ' era piaciuto in nulla . - Un artista non è un operaio , - sentenziò Lidia . - Non si può pretendere un lavoro fisso . - Quali delicati riguardi per la produzione letteraria di Gian Luigi ! E tuttavia , s ' io avessi tentato d ' emularlo , mi sarebbe accaduto di sentir Lidia esclamare : - " Ancora queste sciocchezze per la testa ? " - come già l ' aveva esclamato . - Lavorerò in campagna , - promise Gian Luigi . - L ' anno scorso a Saint - Moritz ho appunto preparato il materiale .... - A Saint - Moritz ! - ripetè Lidia , quasi ascoltasse quella notizia per la prima volta . - Ella era poco lontano da noi .... - Poco lontano .... relativamente , - fece Gian Luigi . - C ' era anche la signora Uglio , a Saint - Moritz , l ' anno scorso , con dei parenti , - aggiunse Lidia . - Non ve l ' ho mai vista , - rispose il Sideri senza batter ciglio . Le parole di Lidia mi fecero riflettere .... Dopo un anno ella ricordava , forse con desiderio , gli splendidi paesi testimoni della nostra più intima esistenza , e li ricordava per rimpiangere quasi che tale intimità non fosse stata interrotta da un estraneo .... Inoltre , rilevando il soggiorno di Laura e Gian Luigi nel medesimo luogo , aveva Lidia uno scopo ? dubitava ella di qualche intesa fra i due ? e se dubitava , che cosa poteva importargliene ? Quanto a me , credevo Gian Luigi in perfetta buona fede ; se avesse incontrata Laura a Saint - Moritz , Laura non me l ' avrebbe taciuto a Pallanza , ov ' ella era in tutto il vigore della salute e della sfrontatezza . Lidia non parve della mia opinione , ma non volle insistere ; Gian Luigi parlò d ' altre cose , e si accomiatò un ' ora prima del solito , riprendendo quella tristezza che l ' écarté e il chiacchierio di Lidia avevano alcun poco scemata . XV . Bisognava stringerla in un cerchio di ferro , spiarla attentamente , interpretarne i pensieri , accumulare delle prove , dimostrarle come tutto io sapessi comprendere .... Notai in quei giorni : la serenità piena e indifferente di Lidia ( noi ci parlavamo di rado e ciascuno dormiva nella propria camera , da poi che la donna s ' era dichiarata estranea a quanto mi riguardava ; forse la visione di Laura ammalata non era ultima causa di noncuranza in me per Lidia ) ; un lieve ma crescente desiderio d ' eleganza ( la sarta aveva fatta la sua ricomparsa melliflua , inviando a intervalli di qualche giorno parecchie grandi scatole misteriose ) ; un rinascente piacere per i trattenimenti mondani ( m ' aveva pregato di condurla alle corse , ov ' ella s ' era divertita assai , scommettendo e vincendo mercè felici consigli di Ettore Caccianimico , il quale si vantava di esatte cognizioni ippiche ) ; una cura minuziosissima di tutta la sua persona e qualche posa studiata , innanzi agli indifferenti . Nulla , frattanto , aveva potuto snebbiare i miei sospetti sopra Gian Luigi ; anzi , li avevo confermati osservando come egli mancasse ai martedì abituali , in cui non era possibile la conversazione intima e gustosa . Aveva saputo dispensarsi da quelle visite , adducendo a scusa occupazioni , che lo lasciavan libero soltanto la sera ; strane occupazioni , a mio credere , le quali giovavano a renderlo triste , ogni dì meglio , molto inquieto , nervoso , incoerente , distratto . Se Ettore Caccianimico non si fosse presa la briga di venire quotidianamente da noi , le ore di insopportabile a viso a viso fra me e Lidia sarebbero state pesantissime anche per la frequenza loro . Ettore interessava Lidia colla molteplicità degli argomenti che in un solo discorso sapeva sfiorare o approfondire , a seconda della curiosità risvegliata nell ' ascoltatrice ; conosceva gli autori di grido , e perciò ogni avvenimento , ogni pubblicazione letteraria e artistica gli servivan per un aneddoto , spesse volte sconosciuto anche a quelli i quali vi figuravan come attori . Ettore irradiava a poco a poco una sapienza di vita , sua particolare ; non si poteva negargli il fascino che deriva agli uomini dall ' età matura ; fascino di confidenza , fiorita da passioni morte , non più capaci d ' appannare il terso specchio dell ' equilibrio intellettuale . Io era perciò assai tranquillo , quando vedevo Ettore presso Lidia ; e li lasciavo , recandomi a prender notizie di Laura e attardandomi poi con amici alla passeggiata delle cinque . Le notizie di Laura me le fornivano dei viglietti chiusi , rilasciati in portineria , con queste parole scritte in lapis : - Il medico è contento . Sto meglio . Oggi ho peggiorato . Non venire a trovarmi perchè Giorgio è in casa . - Alternative continue di bene e di male , di meglio e di peggio , che m ' irritavano e m ' eccitavano nel medesimo tempo . Un giorno , il viglietto diceva : - Sono quasi guarita : esco a passeggio con Giorgio . - La cosa mi sembrò di poco rilievo , anzi uggiosa , comechè venisse a scemar l ' aureola di sofferenza , che m ' era consueto vedere intorno alla figura di Laura . Quel buon ragazzo d ' Ettore Caccianimico , il quale aveva giudicata Laura moribonda ! ... Ci saremmo rivisti a Pallanza , dove la donna avrebbe riposta a soqquadro la città colle feste , le passeggiate notturne sul lago , le luminarie alla veneziana , come l ' anno prima , quando col mandolino Ettore serviva da Tremacoldo alla compagnia ! Il negozio nel quale entrai , odorava largamente di profumi stranieri , di saponi e di cosmetici , di acque e di ciprie ; lungo e stretto , era in giuoco a una diversa luce , che a me , rimasto presso il limitare , non permetteva di scorgere le persone del fondo ; ne venivano voci confuse . Poi le voci e le persone s ' avvicinarono , costringendomi a volger la testa per un fruscìo di sottane . Laura usciva a fianco di Giorgio senz ' avvertire la mia presenza e il mio sguardo fisso in lei .... Guarita ! con quel pallore spettrale ! Ebbi dentro di me una rivolta di sconforto senza fine per la donna , e di odio velenoso per tutti gli altri . Scelsi a casaccio , diedi l ' indirizzo , e me ne andai presto , fuggendo quei profumi che mi sonavano intorno una nenia da funerale , o parevano elevarsi a nembi di sinistro incenso . Nessuna esperienza di medico avrebbe potuto constatare meglio della mia , la sorte irreparabile di Laura Uglio , comechè non fossi tanto colpito dalla sua palese decadenza fisica , dall ' attestazione certa delle sue torture , quanto dall ' orribile cambiamento morale della donna ; ella non doveva più avere nè volontà , nè desideri , nè speranze , nè ribellioni .... Passava ormai nella vita , come corpo rigido travolto da un lento fiume . - Sai bene , - mi disse Ettore Caccianimico , quand ' io gli spiegai tutto questo , incontrandolo per via . - È inutile ; essa medesima non ha alcun riguardo . - Ma Giorgio , come può farsi delle illusioni ? - Non se le farà , figlio mio . Oppure , se le farà perchè è un imbecille . In ogni modo , noi non possiamo nulla . - Pur troppo ! E resta a Milano ? Dovrebbe mutare aria , andarsene di qui .... - Ci vuol altro ! - fece Ettore con una scrollata di spalle . - Une femme à la mer ; doloroso , ma irreparabile e non nuovo .... Sono stato dalla tua signora .... - Hai fatto bene , - mormorai . - C ' era qualcuno ? - Tua suocera , donna Teresa ; ci sarà ancora , se torni sùbito a casa . È contraria al vostro disegno di passar qualche tempo nella sua villa a Pallanza . - Perchè ? - Dice che non si usa ; che dovete viaggiare per non far parlare il mondo .... - Ma viaggeremo dopo .... - Pare che non si fidi troppo dei dopo . Io ti consiglio a resistere , perchè se ne dài vinta una , sei un uomo morto , colle suocere . - Sai se Laura Uglio viene a Pallanza ? - Senza dubbio , poveretta ; una buona ragione per andarvi , non ti sembra ? La campagna ti permetterà di visitarla , quando Giorgio sta a Milano per affari ; ormai , si tratta d ' un ' opera buona , di renderle meno pesante la solitudine in cui Giorgio l ' abbandona . - Ma sei certo che non si rechi a Saint - Moritz come l ' anno scorso ? - Credo non ve ne sia più lo scopo ! - disse Ettore con un rapido sorriso . Anche lui , dunque , sospettava Saint - Moritz un nido d ' amori per Laura ? Che volgari sciocchezze ! Prima che donna Teresa avesse a convincere Lidia della necessità d ' un lungo viaggio , mi conveniva dichiarare esplicitamente il mio pensiero in proposito . L ' idea d ' Ettore era giusta ; a Pallanza molte cose avrebbero preso un aspetto diverso . Strinsi la mano all ' amico e m ' affrettai a casa . Ebbi la ventura di trovar donna Teresa ancora seduta vicina a Lidia .... Com ' erano rosee le due donne ! Come si somigliavano , adesso che Lidia accennava ad ingrassare ! "....Delle vecchie signore colle figlie , così identiche alla madre , sebben giovani , che un amatore del genere poteva , sposando la figlia , già farsi un quadro di quel che sarebbe diventata fra trent 'anni...." Non era una mia riflessione , questa , fatta durante una passeggiata ? Ecco , la riflessione sarcastica , si mutava in realtà , per mio conto .... Donna Teresa pareva la caricatura di Lidia , o il suo ritratto sgorbiato da un monello inesperto ; donna Teresa era Lidia a cinquant ' anni , vale a dire in un ' età lontana ; ma per giungervi , le tappe non sarebbero state piacevoli , a giudicar dalla prima , da quella leggierissima pinguedine sopravvenuta in Lidia con l ' aggravante di mutazioni anche psicologiche . L ' odio velenoso per tutti gli altri sentito alla presenza di Laura , mi dominava , e non appena venne una parola , mi suggerì la risposta insolita . - Dunque , - - fece donna Teresa rivolgendosi a me , - volete passare un mese a Pallanza ? - Certamente , - risposi . - Questa è la mia volontà . - Lidia mi guardò con espressione interrogativa . - Se noi ti rechiamo disturbo nella tua villa , - continuai verso donna Teresa , - prenderemo in affitto una cascina . - Ma no , santo Dio ! - esclamò mia suocera , levando le braccia in alto . - Voi siete i miei figliuoli , e vi aspetterei con tutto il piacere - Ma pensate che avete annunciata la ripresa del vostro viaggio in quest ' epoca .... Il rimandarlo un ' altra volta , si potrebbe interpretare malamente . - Io non rimando nulla ; dopo il mese a Pallanza , faremo i comodi altrui ; per adesso , faccio i nostri .... - Anche Lidia , - osservò donna Teresa , - è del mio parere . - Certamente , - disse Lidia , tuttora maravigliata per l ' energia con cui parlavo , - se questo viaggio si deve fare , o prima , o dopo .... - Non ammetto repliche , - interruppi bruscamente . - Fra una settimana saremo a Pallanza , in una villa d ' affitto . - Donna Teresa gettò uno sguardo a Lidia , quasi per sostenerla nell ' opposizione ; ma Lidia mormorò : - Se vuole così Sergio , non replico più . - Si vedevano ora i frutti dell ' obbedienza imparata nei notturni colloqui , e il breve episodio rischiarò certamente mia suocera sull ' attitudine che avevamo presa l ' uno di fronte all ' altra , dopo il periodo delle prime intimità , durante le quali nessuno comanda e nessuno obbedisce . Notai , di passaggio , che i piedini di Lidia erano stretti in babbucce elegantissime , non mai viste prima ; l ' abito mi pareva il solito ; e archiviate queste due osservazioni , mi recai nello studio , ove la finestra spalancata mi attrasse al davanzale . Da qualche ora , facevo parte d ' una piccola categoria d ' uomini , la cui psicologia andò per lungo tempo ignota : da qualche ora facevo parte degli uomini che stanno per tradire ; uomini come tutti gli altri in apparenza , e dagli altri invece così diversi in sostanza , che sarebbe vano sforzo il volerne rilevare le anfrattuosità sentimentali . Se quel piccolo gruppo di gente si potesse costituire in un Circolo , io direi che due condizioni sole possono giustificar la domanda d ' entrarvi come soci : o essere di coloro i quali non hanno mai tradito ; o essere di coloro i quali non hanno abitudine di tradire che un solo sesso . E direi lo scopo del Circolo potersi stabilire così : abilitare i primi a tradire , e i secondi a tradire anche il sesso fino allora rispettato . Dei secondi facevo parte io ; prima e dopo gli amori con Laura Uglio , non avevo mai esitato a impossessarmi della moglie d ' un conoscente , appoggiato dalla convinzione che uno scapolo è uno scorribanda , afferra la donna a carriera , la ruba , la trattiene , e la rilascia , pronto a sostener le conseguenze del suo furto o a difender la sua preda . Romantica e immoralissima convinzione , senza dubbio ; ma in ogni modo , essa m ' aveva avvezzato a tradire soltanto il sesso maschile . Perchè colla donna , in qualunque maniera ella fosse mia , avevo sempre sfoggiata una fedeltà eccezionale ; e non era piccolo merito il potere assolversi da ogni peccato in proposito , da ogni desiderio inconfessabile , da ogni sotterfugio .... La fedeltà nasceva per la certezza che l ' infedeltà è inutile in un amore libero ; certezza non condivisa talvolta dalla donna , la quale aveva trovata utilissima l ' infedeltà in tutti gli amori di questo mondo . A me pareva dolce cosa esser fedele ; dovere innegabile e nel medesimo tempo piacevole , appunto perchè non imposto da alcuno , e senza lode agli occhi della legge . Ma da qualche ora un bisogno vivo , pressante , imperiosissimo di tradire anche la donna , m ' aveva costretto a sconfessare le mie abitudini , così cavalleresche da un lato , così .... arabe dall ' altro ; ed ero venuto a prender posto nel Circolo summentovato , classificandomi fra i soci che si propongono di tradire ambedue i sessi . La mia decisione era grave , perchè il tradimento aveva un nome ; non già perchè mancavo a delle promesse , facevo sanguinare un ' anima femminile , dovevo vivere d ' una vita doppia e falsa ; tutto questo è comune a qualunque tradimento , anche nell ' amore libero .... Ma l ' essere stato previsto il mio caso , l ' essere stato battezzato con un nome da Codice penale , mi metteva un piccolo brivido di vergogna .... Avevo appoggiati i gomiti al davanzale della finestra e guardavo giù nel corso Venezia i non molti passanti , senza distinguerli ; poi sembrandomi che ciò mi distraesse dalla solennità del momento , mi ritrassi , e rimasi bensì presso la finestra , ma in poltrona , collo sguardo al soffitto . Raccoglievo ed elencavo gli eccellenti motivi pei quali dovevo tradire mia moglie . Innanzi tutto , l ' incompatibilità di carattere . ( Come la legge aveva saputo prevedere e battezzare anche questo caso , con dei vocaboli un po ' barbari , ma chiarissimi ! ) . Lidia non amava la letteratura ; Lidia era mutabile così da passare in un solo mese dal desiderio di solitudine , ai divertimenti più chiassosi , e da questi ai piaceri frivoli dell ' abbigliamento raffinato : non aveva alcuna idea della famiglia , e mentre in Isvizzera temevo arieggiasse alla buona massaia , in Italia s ' occupava tanto della casa , da non saper nemmeno quale servo avessi io , dopo lo sfratto d ' Andrea ; non possedeva sentimenti precisi , e per lentissime gradazioni era arrivata a mostrarsi indifferente di dieci supposte mie amanti , quando in principio s ' oscurava se soltanto io trovava bella , non una donna , ma una vestaglia femminile ; non aveva il senso della maternità , anzi peccava del senso contrario , paventando un parto , per la sua bellezza , e per la sua tranquillità se i bambini fossero venuti a troncarle la libera disposizione della giornata ; era imprudentissima , perchè ormai doveva aver compreso che Gian Luigi Sideri mi dava ombra , e tuttavia ella ogni sera lo invitava per la sera successiva , quand ' avrebbe potuto invitare quell ' ottimo Caccianimico , il quale non era men valente giuocatore del Sideri ; era presuntuosa , della presunzione irritante , che sembra ascoltare e approvare i consigli , e poi agisce a modo proprio , con un ' inesperienza sbalorditoia .... Avrei potuto accumulare altre schiaccianti accuse di questo genere , tutte classificabili sotto quel solo titolo legale ; ma mi urgeva di togliermi agli argomenti oggettivi , per vagliare i soggettivi , meno giustificati , ma più tremendi , perchè Lidia non avrebbe mai potuto allontanarli , non supponendoli neppure . Ella non supponeva ch ' io era stanco di lei ; aveva preso alloggio in casa mia , credendo che ciò solo bastasse a farmele considerar legato per l ' esistenza intera . Non ragionava male in fondo , perchè nessuno s ' era preso il disturbo di spiegarle i gravi ostacoli che una donna deve superare per impossessarsi dell ' uomo , il quale , essendo suo per legge , è perciò appunto meno suo d ' ogni altro , e più volonteroso di sottrarsi a un dominio spaventevole per forma e per durata . Nessuno le aveva spiegato che marito e moglie si trovan sempre nelle condizioni di Maometto e della montagna : onde , ne vengono disastrosissime conseguenze , comechè ciascuno ami far da montagna che non si muove , e veder l ' altro far da Maometto che la conquista . Ero stanco di Lidia ; se nessuno le aveva insegnate così belle cose , ella era abbastanza intelligente per averle comprese , quando invece Lidia pareva volersi rifare del servaggio non lungo di fanciulla , con un interminabile sultanato di donna . Cosicchè la sua freddezza complessa mi respingeva , e pur amando le sultane in genere , ero disposto a dei sacrifici per le sultane sole che avessero muscoli e nervi , sorrisi e parole .... Non riconoscevo in Lidia alcun diritto all ' idolatria senza condizioni .... Un calcolo erroneo m ' aveva consigliato ultimamente d ' imporle quelle notti ch ' ella rifiutava per capriccio ; ed avevo così resa anche più problematica la pace del focolare . D ' un tratto , Lidia s ' era assunta la divisa dell ' obbedienza , d ' un ' obbedienza curiosissima , fingendo d ' ignorare i miei gusti , e sbizzarrendosi a invitar gente che non mi piaceva e a trascurarne altra che mi piaceva assai , come quel buon Caccianimico , il quale veniva sempre a visitarci , ma ci vedeva di rado a visitar la sua signora . Da questo era conseguita la sensazione dell ' estraneità di Lidia a tutto quanto mi concerneva . Ella non era la mia donna , o la mia amante , o mia moglie , o un essere caro ed intimo per le cui fibre passassero vibrazioni concordi ad ambedue ; ella era una donna che andava e veniva per la casa , che mi dava del tu , che pranzava alla mia tavola , che mi permetteva di dormirle a fianco e che mi consegnava le note della sarta con una puntualità maravigliosa . A costei io avrei dovuto serbarmi fedele tutta la vita ? Oggi , domani , mi sarei imbattuto nella donna per la quale l ' amore non era vuota parola , e il mio poteva essere anche una salvezza o un motivo di vivere .... Io avrei dovuto rinunciare alle sconfinate gioie d ' un simile possesso , per che cosa ? Per rappresentare nella commedia la maschera del marito fedele . Calai un pugno sul bracciuolo della poltrona , e mi diedi a passeggiare infuriato . Nel lungo ragionamento avevo omessa una cosa d ' importanza non lieve : ero deciso a tradir Lidia ; ma con chi ? Senza dubbio , con una donna per la quale l ' amore non era vuota parola .... E dove si sarebbe trovata questa donna ? ... Fra le mie conoscenze , non mi pareva ; fra le mie conoscenze abbondavano le donne che non soltanto consideravan vuota parola l ' amore , ma eran vuote di cervello esse medesime ; tutte amiche di Lidia .... XVI . Sull ' uscio comparve donna Teresa , dicendo : - Allora , siamo d ' accordo . Io vi aspetto laggiù , per la settimana ventura . Solo , badate nelle visite di congedo , di far ben capire che a Pallanza resterete poco tempo .... - Le diedi uno sguardo , mentre parlava . Aveva un abito di seta scozzese , a grosse righe colorate , assolutamente ridicolo ; e l ' adipe senile , imprigionatovi dentro , protestava da ogni parte , mostrando mia suocera così attillata , angustiata e vistosa , da eccitar le beffe dei monelli . - Va bene , mamma , - risposi con un saluto della mano . Ella se ne andò . Anche costei aveva usurpati i titoli e i poteri ; se non mi fosse venuta la mattana di sposar Lidia , donna Teresa m ' avrebbe servito a maraviglia per esilararmi nei giorni di tedio . Io le doveva adesso il più illimitato rispetto , da che ella mi chiamava suo figlio , ed io chiamava lei mia madre , nei discorsi confidenziali .... Pensandovi , c ' era da riderne o da piangerne senza posa .... Un ritratto incorniciato di nero , pendente a fianco del letto , attrasse i miei sguardi , per imperiosa antitesi .... Quella era la madre mia ; quella ch ' era morta , che mi aveva amato con l ' anima tutta e per troppo brevi anni ! Quale differenza fra la bruna testa aristocratica di lei , e il viso scialbo , dai lineamenti sdruccioli di donna Teresa ! Per un istinto puerile di rivolta , mi guardai bene d ' annunciare una lunga assenza agli amici ; nelle visite di quei giorni , ebbi a rilevare come anche Lidia non determinasse la durata della nostra vacanza . " - Partiamo per qualche tempo - " era la frase di prammatica , " - Facciamo compagnia alla mamma prima che si stabilisca al Cairo . - " La nostra fama di coniugi esemplari durava tuttavia , a quanto potei capire ; davanti a noi si parlava senza paura di felicità coniugale e si condannava con entusiasmo lo stato celibe ; noi sorridevamo cortesemente , sovrani annoiati fino alla morte dalla marcia reale e rassegnati a sentirsela nelle orecchie in ogni occasione . - Molto bene , - mi disse un giorno Ettore Caccianimico , - hai saputo resistere a tua suocera ! - ( Per non sospendere le amichevoli consuetudini , egli anticipava le sue visite o veniva ad accompagnarci fuori , portando sempre a Lidia una bottoniera di fiori freschi , assai graditi dalla donna , che se li disponeva in modo ammirevole ) . - Ne valeva la pena , - risposi . - Hai notizie di Laura ? - Nulla , dacchè tu l ' hai trovata a passeggio con Giorgio . - Questo mi rendeva inquieto . I piccoli viglietti quotidiani mi mancavano da qualche tempo , e la portinaia , interrogata , non aveva saputo dirmi se non che il dottore si vedeva più volte in un sol giorno , e che la cameriera era desolata per un aggravamento della sua signora . Non osavo scrivere , nè presentarmi in casa Uglio , ricordando come l ' ultima volta appunto in cui c ' eravamo incontrati , Giorgio avesse finto di non vedermi per sottrarsi all ' obbligo del saluto . Quand ' ebbi campo d ' appartarmi con Ettore Caccianimico , gli spiegai tutto questo , un po ' titubante . - Infine , - gli dissi , - io mi sacrifico a passare un mese a Pallanza col solo scopo di .... per la sola idea di .... trovarvi Laura , di tenerle compagnia . Come tu dicevi benissimo , è ormai un ' opera buona il non lasciarla sola , poveretta ! ... Ma non vorrei che il sacrificio fosse inutile e Laura rimanesse a Milano .... In tal caso , me ne andrei con Lidia per questo benedetto viaggio . - Ah ! - esclamò Ettore . - Sei matto ? Laura verrà a Pallanza , non dubitare ; question di giorni , ma verrà senza dubbio .... Vuoi che m ' incarichi io di prender notizie ? Non far complimenti , - aggiunse sorridendo , - tra noi è difficile stabilire dove finisca l ' amico e dove cominci .... - Se tu volessi , - interruppi , - te ne sarei gratissimo .... Tu sai le mie intenzioni .... - Ma diavolo ! ... Non mi farei complice d ' idee prave .... - Sei molto allegro . Hai commessa la cattiva azione di cui mi tenesti parola ? - Uh , che ragazzo ! - fece il Caccianimico seccato . - Crede a tutto quanto mi scappa di bocca in un momento di malumore ! - L ' indomani , il colloquio fu più breve , scambiandoci le frasi nell ' intervallo in cui Lidia - che noi accompagnavamo alle solite visite , - si metteva il cappello avanti allo specchio . - Ci sei stato ? - Laura verrà . È a letto per riposo ordinatole dai medici . - L ' hai vista ? - Ho parlato con Giorgio . A proposito : mi ha chiesto se c ' era il pericolo d ' incontrarti in campagna . È diventato geloso ? - Sciocchezze ! - terminai io , alzando le spalle . - Ti ringrazio di cuore . - Da quell ' istante , respirai meglio . Laura sarebbe guarita , ritornandomi quell ' amica intelligente dalla quale avrei potuto bere dolcezze rinnovate ; e a convincermi dell ' affezione rimastami in cuore per lei , sarebbe bastato l ' estremo bisogno ch ' io aveva , di parlarne con Ettore fino alla sazietà . Lidia era l ' aurora fredda ; Laura con dieci anni più di Lidia , era il tramonto dorato d ' un ' esistenza ardentissima .... In una strana rievocazione , mi sentivo già Laura fra le braccia , assetata ella medesima di quell ' amore non tutto esausto di cui ci sapevamo capaci ; e la vedevo con certi abiti , con certi guanti , con un certo ombrellino conosciuto , che appoggiato alla sua spalla ci serviva per appartarci convenientemente dagli altri .... - Tu cominci a farmi dubitare delle tue caste intenzioni , - osservava Ettore , una volta ch ' io lo tormentava perchè mi desse la certezza della guarigione di Laura . - Ti pare ? - Sarebbe enorme , non dico , - mormorò Ettore ; - ma ne ho viste di peggio . - All ' ultimo martedì di Lidia , in mezzo al chiacchierio di visitatori e alla sfilata di gente antipatica , mi trovavo isolato sotto un ' impressione tale da richiamarmi dei sospetti , che nell ' attesa d ' un riavvicinamento a Laura , s ' eran calmati d ' assai . Lidia , soddisfatta delle molte attestazioni di simpatia avute in quei giorni , vibrava di gaiezza ; pareva si fosse iniziato un periodo nuovo per la sua anima depressa , la quale riprendeva quell ' atteggiamento d ' ingenua bontà , d ' infantile confidenza , ch ' eran sì forti ausiliari della sua bellezza . La sera prima , Gian Luigi aveva promesso di venire a Pallanza egli pure e di trattenervisi qualche tempo ; l ' aveva promesso a Lidia , perchè io m ' era guardato d ' interrogarlo sui suoi disegni .... Aveva detto che la campagna gli era necessaria ( la sua tristezza inesplicabile aumentava ) , che si sentiva stanco , sfiduciato ... ; una variazione , insomma , al tema delle sentimentalità pericolose .... E congedandosi , s ' era scusato di non poter venire a salutarci l ' indomani , perchè occupatissimo . Io dava a quelle occupazioni un senso tutto egoistico ; Gian Luigi , innamorato di Lidia , riscaldato dalle sue lodi , ambizioso di soverchiarmi e di giungere alla donna per vie non comuni , - doveva lavorare , preparava qualche romanzo .... forse avrebbe avuta l ' audacia di dedicarlo a Lidia , con le semplici iniziali trasparenti .... Lidia , la quale comprendeva questo , vibrava di gaiezza , quantunque Gian Luigi mancasse fra i pochi intimi ; e perchè mancava , ella non era elegante come di solito .... - Sei nervoso , - mi disse Ettore Caccianimico , sorprendendomi in quelle meditazioni . - Fai gli onori di casa in modo pessimo . La tua signora deve lavorar per due . - Io lo afferrai per un braccio e lo trascinai nel vano d ' una finestra . - Non ho nulla , - risposi ; - tutto si riduce a una gran seccatura per queste convenzionalità stupide di visite e controvisite , come se partissimo pel Congo . - Debbo dirti .... - mormorò Ettore . - Le notizie di Laura paiono men buone .... Domani subirà un ' operazione .... - Domani ! - esclamai ad alta voce . - Ma perchè non me l ' hai detto prima ? Avrei ritardata la partenza con un pretesto .... - L ' ho saputo ora . E poi , non è cosa grave .... Queste donne si fanno operare coll ' indifferenza colla quale noi faremmo una passeggiata .... - Mi sembri pazzo .... - Te lo assicuro . Del resto , anche partendo , avrò notizie . Giorgio ha promesso di telegrafare . - E dici che non è cosa grave ? - Per , nulla . Tanto è vero , che qualche giorno dopo l ' operazione , Laura sarà in villa a Pallanza . - I timori d ' una catastrofe s ' erano addormentati nel mio animo , dietro le parole d ' Ettore ; ma all ' annuncio presente , si risvegliavano e si drizzavano come una turba di spettri .... Solo il cinismo del Caccianimico poteva restare impassibile davanti alla tortura fisica che Laura doveva subir l ' indomani , considerandola facilissima e naturalissima cosa . Io sentiva un orrore muto , un ' apprensione terribile , che avrei sentito forse anche senza gli egoistici disegni d ' amore , anche per Laura contemplata semplicemente come buona amica . Una risata di Lidia mi trapassò in quel momento le orecchie quasi un fischio stridulo . V ' era al suo fianco una signora , la quale faceva professione di spirito e di disinvoltura , dicendo molte sciocchezze con tono rapido e sciolto ; Lidia pareva gustarle profondamente . Per quali diversi oceani veleggiavano le nostre anime ! Io non vedeva intorno a me persona più felice di Lidia ; i suoi crucci erano piccole angustie appena , e già aveva trovato a chi confidarle .... Non v ' era di comune fra noi che questo fatto : ella si riprometteva un lungo soggiorno di Gian Luigi in campagna ; io in campagna temeva di non veder giungere Laura .... Perciò Lidia poteva ridere così gaiamente ed io era in diritto di fremere a quelle risa . Non avevo notato che presso Lidia mancava un ' amica ; significantissima assenza della quale Ettore mi fece accorgere . - Perchè non è venuta a salutarvi la signora Tintaro ? - domandò . - Credo , - mormorai sottovoce , - che non si vedrà più in casa nostra . - Per ordine tuo ? - Anche , ma specialmente perchè Lidia non ama le intriganti e deve averglielo scritto . - Ettore non chiese oltre ; io pensai d ' aver fatto male a confidarmi con lui ; egli non aveva capito quanto m ' urgesse di conoscere il vero stato di Laura , dalle mie confidenze ipocrite e timorose .... Avrei voluto pregarlo di non partire con noi , di trattenersi a Milano finchè ogni pericolo fosse svanito per Laura : dieci volte in quel giorno mi avvicinai ad Ettore per parlare , e dieci volte ebbi paura delle conseguenze . Dovevo necessariamente confessargli quel ch ' io sentiva nell ' animo , ed era così grave la confessione da farmi pentire d ' aver già detto troppo . S ' io non avessi avuti dei sospetti su Gian Luigi , avrei potuto confidarmi in lui , che pure si recava in casa Uglio ; ma se la certezza della sua indifferenza per Laura toglieva l ' odiosità di parlare d ' una donna avuta in comune , - l ' attitudine di Gian Luigi di fronte a Lidia , mi respingeva da ogni intimità che potesse giustificare o perdonare le intenzioni colpevoli dell ' uomo . Non furonvi se non gradazioni di pentimento nel mio animo , quel giorno ; dal pentimento assoluto di non aver sùbito corrisposto a Laura , al pentimento meschino delle confidenze monche . Per certo , Ettore non aveva nulla capito . L ' indomani egli arrivò alla stazione tranquillo , sorridente , colla sua signora ; non aperse bocca su Laura ; dovetti io , mentre eravamo in treno e Lidia cicalava con Clara , - dovetti io domandargli se nulla vi fosse di nuovo . - Ma no , caro , - egli rispose a bassa voce . - L ' operazione è alle due ; ora è mezzogiorno . - Potevi passar da casa e chiedere come si trovasse Laura . - Col trambusto d ' una partenza ! - esclamò egli , alzando le spalle . - Ti ripeto che non c ' è niente di grave . - Ne sei sicuro come ne son sicuro io ! - dissi bruscamente , nauseato da quell ' indifferenza . Il viaggio fu odioso . Delle campagne che il treno si lasciava ai fianchi , io percepiva coll ' occhio quanto rimaneva incorniciato nel finestrino della carrozza ; allontanare una tenda , o avanzare la testa , mi pareva fatica superiore al vantaggio di riveder paesi cogniti e alberi volgari .... Un mutismo feroce , s ' era impadronito di me onninamente , fino a rendermi insensibile ; e dopo due o tre interrogazioni cui avevo risposto a cenni del capo , Lidia , Clara ed Ettore s ' accomodarono a chiacchierar tra di loro , lasciandomi in una vasta e indiana sonnolenza dello spirito . A Laveno , il lago mi parve orrendo , quantunque soleggiato . Mentre io poneva piede sul battello , il corpo di Laura Uglio doveva essere già preda di ferri chirurgici ; un viso bianco di dolore , un silenzio triste per la camera , una positura forzata , un odor d ' acido fenico , e lunghe ore di spasimi quando il corpo , sottratto al ferro , ne risentisse tuttavia l ' impressione fra le carni violate .... A Pallanza , compresi che Laura Uglio non mi avrebbe raggiunto mai . Perchè lo compresi ? Lo compresi d ' un tratto , per un risveglio d ' idee coordinanti e concludenti , sprofondate nell ' anima e ricomparse a galla con la viscida solennità di cadaveri . I signori Folengo erano allo sbarco a incontrarci . Pietro m ' accolse assai freddo , in merito di quel viaggio che mi ostinavo a non intraprendere se non quando mi fosse piaciuto . Osò anche farne accenno in casa , ma io volsi le spalle , salendo alle camere destinateci . Ero dominato dal violento impeto di togliermi a quei luoghi , dove le mie orecchie , avvezze al romore della città , soffrivano del grande silenzio bruto in cui la campagna era immersa . Davanti al letto , nell ' alcova che non aveva il mio specchio , il mio lavabo , le mie fiale , il mio bagno , mi sentii infantilmente perduto , solo e triste . L ' antipatia di quei particolari sarebbe stata così presto vinta , se Laura ci avesse raggiunti ! Perchè io l ' amava ora , senza il menomo dubbio . Non più il desiderio d ' un ' altra circolava nelle mie vene , ma il desiderio preciso ed esclusivo di Laura Uglio , il cui busto io voleva slacciar lentamente , con degli indugi , per baciarle la nuca e le spalle . Fu come una scoperta , a un tratto . Sì , io era un bambino , smarrendomi così presto ! ... Se Laura non veniva a Pallanza , chi m ' inchiodava là , chi m ' impediva d ' andare a Laura ? Un pretesto era facile a trovarsi ; poi non mi mancava il coraggio di partire anche senza pretesto . La scoperta ingenua mi consolò tutto quel giorno , e il lavorìo d ' adattamento al luogo e alla casa venne compiendosi così felicemente , ch ' io non ebbi osservazioni a sollevare quando Lidia mi pregò di condurla dopo pranzo alla villa Caccianimico . Nè la notte fu tormentosa d ' insonnia ; nè l ' indomani il paesaggio sereno fu inquinato dalle mie impressioni soggettive . Mi staccai da Pallanza con una barca , mi recai a Suna , remando adagio , in braccio a sogni colpevoli d ' un ' infinita dolcezza , d ' un carattere audacemente ribelle , quali io poteva fare soltanto se la colpa era incarnata da una donna come Laura Uglio .... Tornai per l ' ora della colazione , ancora cullandomi nella lancia graziosamente battuta alla prora da un soffio d ' aria benigno .... Laura Uglio mi amava , e a tutto il resto avrei pensato io .... Sul terrazzo della villa Folengo , Lidia mi aspettava . - Hanno portato un telegramma per te , - ella mi annunciò dall ' alto , quando fui presso la darsena . Avvicinai la barca in modo che fra essa e il muro del terrazzo non vi fosse più spazio nè acqua . - Gettamelo , - dissi ridendo . - Sei buona ? - Il foglietto giallo si librò un istante nell ' aria , e mi cadde ai piedi con maravigliosa perspicacia . Lo aprii e lessi : " - Laura morta ieri . Funerali domattina alle dieci . - Gian Luigi . - " Ripresi i remi e internai la barca nella darsena assicurandola al suo anello , fra una gondola e una yole . Poscia salii in casa tranquillamente , insensibile . XVII . Fermata una carrozza da nolo , dissi al cocchiere : - In via Alessandro Manzoni , al numero quattro , c ' è un funerale . Va laggiù e tienti un po ' discosto dalla folla ; poi , quando il corteo si muove mettiti alla coda e seguilo fino al cimitero . Hai capito ? - Il cocchiere affermò colla testa ; io entrai nella carrozza , mi cacciai in un angolo , dopo avere abbassate le tendine , e mentre la vettura s ' incamminava , chiusi gli occhi per non vedere la luce scialba . Aveva piovuto violentemente quel mattino e il giorno era rimasto grigio , torpido , stendendo ovunque un ' angoscia inesprimibile , una nausea d ' azione . La città sonnacchiosa doveva pullular d ' adulterî . Appena fui accomodato sul sedile , una confusa ribellione mi penetrò nell ' animo . Io non voleva andare laggiù ; era inutile e straziante , superiore all ' amara dolcezza di compiere un dovere . Tuttavia , quando il cavallo partì al trotto cadenzato , il dubbio scomparve e l ' energia ebbe il sopravvento . Bisognava andare e soffrire fino all ' ultimo ; se l ' anima esisteva , quell ' anima aveva d ' uopo di non sentirsi dimenticata per discendere serena nel sepolcro . Intorno al feretro doveva esservi ben numeroso stuolo di gente ; ma chi aveva palpitato con colei che oggi era morta ? chi l ' aveva conosciuta ed amata quanto ella desiderava ? ... Non sarebbero mancate le persone che vanno a un funerale per mostrarsi forti di conoscenze cospicue ; un insieme obbrobrioso d ' ipocrisie , un finto rimpiangere chi si è dilaniato fino a ieri , uno sfoggio imbecille di lusso e di fiori e di cavalli e di carrozze ; e in mezzo , il povero e caro corpo , cogli occhi serrati per sempre , inchiodato in una bara , la quale doveva infracidir con lui .... Bisognava andare . Da piazza del duomo a via Alessandro Manzoni , il tragitto non era lungo , e , dopo alcuni minuti di trotto , il cavallo da nolo rallentò ( un carro attraversava la via ) , si fermò al luogo indicato . Sùbito s ' udì un brusìo di voci sommesse , che mi fece guardar vivamente dall ' altro lato della strada , per un vetro non difeso dalle tendine , tra il sedile del cocchiere e lo sportello . La scena era questa , semplice e spaventosa : davanti alla porta , un carro funebre , dai cavalli con gualdrappa e pennacchi neri sulla testa ; un po ' indietro , sopra una carrozza a quattro posti , scoperta , infinite corone di fiori freschi , ricche di nastri e di dediche affettuose ; poi tre vetture a due cavalli , nere , dalla sagoma antica e dal cocchiere in parrucca e in tricorno , quelle tetre vetture con le molle ondeggianti che tentennano quasi navi in burrasca ; poi uno stuolo d ' uomini e donne , ora in gruppo , che al momento opportuno si sarebbe allungato come un nastro umano ; raccolti e silenziosi varî servi in livrea , portando i ceri ; e distanziato da tutti un manipolo di beghine e di prefiche venute per accattar la candela ; in ultimo , cinque o sei carrozze padronali e una dozzina da nolo .... Risultava da quell ' insieme d ' uomini e cose un ' impressione profonda e tragica , che mi guidò istintivamente colle mani allo sportello , come per precipitarmi fuori ; dovetti irrigidirmi contro il moto istintivo . I becchini eran comparsi , fra il silenzio fattosi d ' improvviso . Sulle spalle avevano il feretro , col drappo funerario steso di già , ma raccolto ai lati fra le mani dei portatori . E passando sull ' asse scorrevole del carro , il feretro diede un suono metallico e vibrante . L ' asse rientrò ; il feretro fu accomodato , il drappo steso totalmente . Alcuni servi porgevano le corone ai becchini : una fu messa alla testa , coi nastri lunghi che scendevano dietro ; altre posate per tutta la lunghezza della cassa , altre all ' intorno insieme a fiori sciolti ; ma rimanendone pur sempre in quantità notevole , anche la vettura da nolo fu mandata alla coda per seguire il corteo . Quattro signore si collocarono ai fianchi , i preti si misero innanzi , i dolenti ( le donne prima , gli uomini in séguito ) si disposero in colonna e le carrozze presero il loro posto . La coorte luttuosa si mosse lentamente . Il cocchiere seguiva il funerale a giusta distanza perchè la mia carrozza non fosse notata . Mi sembrava l ' andatura del corteo , - eguale e tarda , - ancor troppo veloce .... Costoro non sapevano che ad ogni passo la tomba s ' avvicinava ? la tomba , la dissoluzione , l ' eternità , vaste e spaventevoli cose per un fragile corpo ! Di che stavan per essere preda , quella bocca , quegli occhi , quelle labbra che il male non aveva potuto se non render più delicate ! Perchè non dare il cadavere al fuoco , perchè gettarlo nella fossa ? Vi fu un rallentare , poi una fermata . Il corteo era innanzi alla chiesa parata a drappo nero e oro , con un gran cartello che indicava un nome e due date . I dolenti entrarono ; il feretro fu tolto dal carro e portato in chiesa . Lunghissimo tempo durò la funzione sacra . S ' eran fatte le cose con lusso e i curiosi s ' urtavano formando ala presso la porta ; alcuni ridevano incoscienti , altri numeravan le carrozze ; parecchi s ' eran avvicinati alle corone , e s ' arrischiavano a toccarne o a fiutarne i fiori . Questo mi diceva come insignificante fosse il cessar d ' una vita , nell ' insolenza d ' altre vite più volgari . Avevo trasfusa l ' anima nello sguardo , con una percezione lucida d ' ogni fatto , la quale pareva giovasse a farmi soffrir di meno . Fra i primi a uscir dalla chiesa , notai Gian Luigi Sideri , pallidissimo , coll ' occhio smarrito e atono : sembrò cercare qualcuno in mezzo alla folla , si diresse verso le carrozze da nolo ad interrogare i cocchieri , e a pochi passi da me , tornò indietro , senza vedermi . Giorgio Uglio vestito a lutto , impassibile , badava a dare ordini e a sorvegliare che nulla fosse dimenticato di quanto prescriveva l ' uso in tali circostanze . Angela Tintaro venne poi , maestosa e raccolta , nella sua andatura di matrona .... . Quindi mio suocero , Pietro Folengo , partito la mattina da Pallanza qualche ora prima di me , - si pavoneggiava in una solennità retorica , nella quale il sentimento era muta parola , e aveva composto il viso a una maschera tradizionale .... Ettore Caccianimico , anche lui arrivato con Pietro , passava tra le due ali del pubblico sbirciandole con disdegno : era una delle poche figure maschili che svelassero qualche cosa di nobile e di severo ... Confuse poi fra persone sconosciute , vidi la famiglia Cortalancia , - tre signorine in ordine di statura e d ' età - colla madre enorme di corpulenza ; e quella bruna signora , i cui occhi sembravan così teneri di passione da racchiudere un poema in uno sguardo ; giovanotti eleganti , che avevano sperato di sedurmi Lidia in quindici giorni ; parecchi ufficiali . Allo scoprirsi dei curiosi , il feretro ricomparve . Mi sembrava stranamente lungo e sottile , un ' orribile scatola adattata al corpo di Laura teso come una corda dall ' ultima febbre .... Quale strana solennità doveva riflettere ora quel viso ch ' io aveva baciato e sul quale tante espressioni di speranze e di spasimo eran venute succedendosi ! Le membra già guardate con desiderio , ricoperte di seta , profumate con sapiente civetteria , - dovevano incutere lo spaventoso rispetto del mistero cui erano in preda ; s ' io avessi potuto afferrar quelle braccia che m ' avevano più volte ricinto il collo , le avrei sentite rigide come spranghe di ferro , gelate per l ' inazione del sangue , preste a chiazzarsi di livide macchie , domani mutate in piaga orrenda , formicolante di vermi .... A tutto questo il mondo aveva dato il nome di riposo eterno .... Una scossa della carrozza troncò il filo dei pensieri e mi richiamò all ' osservazione fredda . Il corteo s ' era formato di nuovo e riprendeva il passo lento , ormai senza speranza d ' altri indugi prima della tomba . Ricominciava a piovere ; ma non ve n ' era bisogno perchè il numero dei dolenti s ' assottigliasse dopo la funzione religiosa ; parecchi erano scomparsi , appunto quelli che l ' indomani avrebbero detto di non aver potuto seguire oltre il funerale , perchè troppo , troppo era stato lo schianto ! Le tetre vetture a molle dalla sagoma antica ricoveravan diverse signore ; una beghina , rimasta addietro , mi venne presso a recitare il de profundis , con sì terribile accento cavernoso da produrmi i brividi . Alzai la tendina a guardarla ; era piccola e tutt ' avvolta in uno scialle nero , dal quale spiccava netto un profilo arcigno e lurido insieme , con enorme naso , con labbra penzoloni , che sovrastavano il mento secco , breve , angoloso . Pareva fervorosissima ; aveva spenta la candela per rivenderla a miglior prezzo . La coorte lugubre s ' era internata per vie che a stento riconoscevo : l ' abitudine non mi aveva familiarizzato se non colle vie più ricche e più ilari , e ritrovandomi in quartieri operai , dove diversi erano il moto , il vociare , l ' incrociarsi dei carri , subivo l ' impressione d ' una novità spiacevole . M ' accorsi che si accelerava il passo ; la pioggia , minacciando di farsi larga , spingeva quell ' accozzaglia di gente , la quale aveva furia di compiere il pio officio e sbarazzarsi del cadavere increscioso . Laura avrebbe trovata la terra fradicia ; i fiori deposti sulla tomba si sarebbero sfogliati innanzi tempo . Allo sportello , d ' un tratto , la beghina cessando il mormorio rauco , gettò un ' occhiata innanzi per assicurarsi non la vedessero , e scomparve dentro una porticina , che menava alla sua soffitta ; pratico espediente , quello di prendere alloggio sulla via del cimitero , per risparmiare la fatica del ritorno ! Si presentiva dovunque l ' avvicinarsi di uno scroscio formidabile d ' acqua ; ad ogni poco un carro passava di corsa , romoroso e traballante ; i cocchieri immobili sotto la pioggia masticavano bestemmie ; e lentamente quell ' aria pregna d ' elettricità mi si comunicava , producendomi a un tempo una strana sfinitezza di tutto il corpo , e l ' atonia del pensiero , nel quale s ' ingrandiva la necessità assoluta di giungere . Quanto m ' era passato sotto gli occhi fino allora , non m ' aveva data idea alcuna della morte , come se l ' esteriorità di quella pompa , la lentezza di quell ' andare , m ' avessero diminuita , poi fugata interamente la sensibilità acuta di cui soffrivo sul primo istante . La sensibilità rivenne con forza quando m ' avvidi ch ' eravamo fuori delle mura e i cavalli non battevano più il selciato ma il terriccio d ' un viale . Guardai dallo sportello . Il cimitero a marmi di colore alternato , coi pinnacoli , e la strana forma che pareva stender le braccia verso la città , - era di fronte a noi .... Sui lati del viale , dei mendichi cenciosi e storpi continuavano la cantilena delle prefiche ; vidi in quell ' istante Ettore Caccianimico fissarne uno curiosamente , da capo a piedi , e negare l ' elemosina che quegli domandava . La mia carrozza si fermò . Il convoglio funebre entrava nel cimitero , piegava a destra , scompariva dietro i primi cipressi . Allora provai tutta la sensazione smisurata dell ' irreparabilità ; non avevo sofferto abbastanza . Volevo vedere il feretro calare nella fossa urtando le pareti , e ascoltare il romor della terra che vi si gettava sopra , fino a eguagliare le altre tombe intorno , e la pioggia cadervi , penetrare sottilmente nelle zolle , anticipare la dissoluzione di Laura Uglio . Spalancai lo sportello , entrai nel cimitero , quasi attirato da una gran vampa giallastra che bruciasse là dove il feretro era scomparso . L ' orizzonte oltre le tombe e i cipressi , era stretto e livido . XVIII . E sull ' orizzonte , delle piccole figure cupe spiccavano presso il carro funerario , spoglio ormai , e nudo come uno scheletro . Ero per dirigermi laggiù a corsa , perchè una più lunga attesa avrebbe sfrenato un urlo dalla mia bocca serrata e contorta .... Un uomo , in abito nero , staccandosi dal gruppo di quelle piccole figure , mi tagliò la strada , mi afferrò per il braccio , dicendomi : - Torna indietro ! Sei smunto come un cencio lavato . Prima che ti vedano ! - Restai immobile a guardar Gian Luigi . - Hai la carrozza fuori ? - egli continuò . - Andiamo . - Le parole fredde e ragionevoli mi produssero l ' effetto del lampo a due passi da un precipizio . Obbedii mutamente , ricondussi Gian Luigi fino alla mia carrozza , nella quale entrai , mentre l ' altro dava al cocchiere il proprio indirizzo . Lo scroscio d ' acqua paventato si scatenò allora con terribile veemenza , e dopo l ' acqua una gragnuola fitta , che danzava sinistramente sul coperchio della vettura , minacciando d ' interrompere la nostra corsa . Gian Luigi aveva su di me in quella contingenza l ' impero della calma sopra la passione disordinata . Ci guardavamo in silenzio pallidi tutt ' e due ; io vergognoso d ' essere stato sorpreso all ' atto di commettere una follia da un uomo che non consideravo più come amico intimo . - Sei arrivato stamane ? - domandò Gian Luigi dopo un istante . - Sì , - risposi . - Non sapevi ch ' era ammalata ? - Sì , - ripetei . - Perchè sei partito ? - Dovevo .... Ha sofferto molto ? - Gian Luigi non rispose : guardò fuori , dove la gragnuola aveva spopolate le vie totalmente .... Mi pareva ch ' egli assumesse un tono da giudice affatto insopportabile , considerandosi in diritto di non rispondere alle mie domande . Arrivammo ; pagai il cocchiere e seguii Gian Luigi . Un servo in anticamera ci precedette verso la sala ; ma il Sideri accennò la porta del suo studio , che il servo aperse e richiuse dietro di noi .... Strano gabinetto da lavoro , in cui la nota dominante era il bianco ! Le decorazioni , la pendola di porcellana , alcune statue , il raso dei mobili , la scrivania , erano bianche , producendo un chiarore ampio e senza penombre .... Ne ricevetti un ' impressione sgradevolissima , non volendo allora giustificar quella bizzarria col solito amore del nuovo che produceva tanti errori d ' estetica in Gian Luigi . Egli mi accennò una poltrona , e dopo avere spalancate le imposte socchiuse , mi si rivolse , dicendo : - Io parto questa sera medesima . Andrò a Parigi e a Londra . Ti prego quindi di pazientare finchè abbia dati gli ordini necessari . - È una risoluzione improvvisa ? - domandai . - Meditata . Ho bisogno di stordirmi per alcuni mesi e con quest ' ultima catastrofe non potrei restare in Italia più oltre . - Quale ultima catastrofe ? - Gian Luigi espresse collo sguardo tutta la dolorosa maraviglia di cui era capace . - La morte di Laura , - pronunciò quindi . Io m ' alzai di scatto dalla poltrona e posi una mano sulla spalla di Gian Luigi . - Ah dunque ! - esclamai . - Perchè non ti sei confidato a me ? - Egli mi squadrò da capo a piedi , con espressione tra l ' ironico e il disdegnoso . - Ho l ' occhio troppo esercitato per commettere simili errori , - disse . - Tu hai una stranissima opinione dei tuoi amici , dacchè non sei più libero , e a mio riguardo non ti sei contenuto come per l ' addietro .... Tu .... hai dubitato di me , hai sospettato in me le intenzioni più assurde e più maligne , hai chiaramente dimostrato che vedevi in me un importuno .... - Se tu sapessi , - mormorai , lasciandomi ricadere nella poltrona , - se tu sapessi la tremenda condizione d ' un marito ! Sì , certo io ho dubitato di te , come di tutti .... Ma una tua confidenza poteva rischiararmi e togliermi i sospetti . - Quando ho pensato di farlo , - rispose Gian Luigi , sedendosi presso la finestra , - non era più giusto .... L ' amore , cominciato da uno scherzo , era diventato tragico , mi dava troppi dolori e troppe ansie per poterne discorrere come di un ' avventura qualunque . Inoltre , io sapeva quel che tu andavi meditando .... - Cioè ? - domandai con un presentimento . - Potresti negarmi che tu hai ritardato un viaggio per la sola speranza di afferrar quest ' anno l ' occasione rifiutata l ' anno scorso ? ... Devi ricordare che io mi congratulai un giorno per la tua improvvisa ricomparsa in casa Uglio ; come seppi quello , seppi il resto : una passeggiata ai giardini , mezz ' ora dopo che ne ritornavi ; un incontro in un negozio ; una sollecitudine morbosa e inconcepibile per la salute d ' una persona alla quale avevi dimostrata un ' antipatia quasi grottesca . Non era difficile tirar la deduzione da queste premesse ; e la deduzione escludeva ogni confidenza . - Chinai il capo sotto il peso di quella duplice rivelazione . Io m ' era ingannato come marito e come amante ! Come marito perchè avevo interpretate le tristezze di Gian Luigi , la sua ostinazione a non visitarci cogli altri - quali corollarî d ' un disegno inconfessabile , quali astuzie per goder meglio dell ' intimità di Lidia , laddove un ' altra donna era la segreta causa di quella condotta . Come amante , perchè la mia vanità ridicola aveva dato alle parole e agli atti di quell ' altra donna un significato pericoloso e lusinghiero , mentre essa mi considerava un buon amico e mi voleva tale in casa sua .... Sentii una triste vergogna per il lungo periodo di sospetti onde aveva offesi Gian Luigi e la povera Laura .... Mi levai e dissi stendendo la mano : - Io ti chiedo perdono di tutto ! - Gian Luigi prese la mia mano e la strinse fortemente : - No , - egli rispose , - non c ' è bisogno di perdono . Ho ben compreso che tutto è sorto per un ' allucinazione sciagurata . Credevi di non essere amato , come credevi d ' amare chi non dovevi ; ora colle mie spiegazioni sai a che devi tenerti .... - Io sono umiliato - dissi - del mio stesso pensiero . Tu parti con quest ' ultima nota sgradevole del mio carattere e le scuse non basteranno a cancellarla . È deciso che tu parta ? - Stasera medesima , - fece Gian Luigi corrugando la fronte . Aggiunse sùbito , con uno schianto : - Non posso rimanere , capisci ? Ho quel viso innanzi agli occhi dovunque , per la casa , per le vie , nei ritrovi ; dovunque .... Ella ha sofferto come una martire , è stata capace d ' eroismi .... - S ' interruppe , diede una scrollata di spalle , guardando fuori della finestra per impedirmi di scorgere il velo profondo di dolore che gli si era steso sul volto . - Se tu rimanessi , - mormorai , - io non andrei oggi a Pallanza , e ti terrei compagnia per quanto valgo ... - Gian Luigi volse la testa con un movimento d ' interesse . - Perchè , - aggiunsi , - tu parti così solo , così agitato , che i luoghi nuovi o vecchi , qualunque siano , saranno incapaci a svagarti .... Potresti ritardare , poi venire con me a Pallanza , e di là , quando noi partissimo , intraprendere il viaggio insieme , senza meta .... Anche per il mondo : una specie di fuga come tu vuoi , sarebbe il tema di molte congetture assai dannose . - Credi ? - fece Gian Luigi , colpito dalle mie osservazioni . - Non si tratta che di un ritardo , - incalzai . - E tu rimarresti ? - Non ho che a spedire un telegramma . - Accetto ! - disse Gian Luigi semplicemente . - Ciò che mi atterrisce è la solitudine . - Susseguì un breve silenzio ; mi rimisi a sedere nella poltrona , osservando con rapidità come le cose fossero mutate in poche ore , maravigliando per la rassegnazione venuta nel mio animo a prendere il posto d ' una momentanea follia . - Io non vorrei , - soggiunse Gian Luigi , - che questa tua decisione fosse male interpretata . - Da mia moglie ? - Innanzi tutto .... - Non importa ! - mi sfuggì . - Posso scrivere e spiegarmi .... Lidia è fiduciosa . - Dovetti fare uno sforzo per non dare alle parole un ' intonazione sarcastica ; inutile sforzo , quando Gian Luigi aveva intuite le modificazioni verificatesi in un anno . Quella sera medesima , ritornando verso casa , io pensava d ' essermi assunto un compito ben difficile nel voler sanare la piaga onde il cuore di Gian Luigi sanguinava . Egli s ' era tosto richiuso in una diffidenza egoistica , forse giustificata dalla leggierezza della mia precedente condotta ; nulla più accennava in lui l ' amabile gentiluomo pronto al motteggio e all ' ammirazione , all ' entusiasmo e alla critica per quanto si vedeva intorno .... Era venuto a teatro , e alle prime battute dell ' orchestra il suo volto aveva significata una così intensa sofferenza di ricordi ch ' io gli aveva proposto d ' andarcene sùbito ; al Circolo , non aveva giuocato , limitandosi a sorbire una tazza di tè nero , la quale doveva procurargli una notte d ' odiosa insonnia ; era rincasato verso il tocco , mentre per abitudine , verso il tocco entrava al Circolo , ritornando dalle partite con Lidia ; gravi sintomi d ' assorbimento morale , contro cui non sarebbe valso alcun tentativo di reazione . Egli aveva in animo d ' assaporare fino alla fine il cordoglio insuperabile per un passato perdutissimo , rifacendosi col pensiero chi sa quante volte all ' ultimo periodo tragico onde il primo periodo ridente era stato concluso . S ' io avessi istituito un paragone fra quella specie di sofferenza e la mia , avrei trovato quanto la mia fosse più greve perchè più volgare . La morte di Laura era valsa a coprirmi di ridicolo , comechè io mi fossi martoriato , esaltato , disperato , credendo di perdere un ' amante , laddove mi dovevo presto accorgere ch ' io aveva perduta semplicemente una conoscenza piacevole ; non solo , ma potevo ( forzando con cinismo il passato vivo d ' una donna morta ) , ricostruire quel tempo in cui tutti i desiderî e i sogni risvegliatimi da Laura , si sapevano intorno a me , eran comentati da lei nei convegni con Gian Luigi , ai quali si recava mezz ' ora dopo avermi lasciato .... E forse , il danno s ' estendeva oltre . Angela Tintaro , per esempio , con quell ' arte pettegola di cui aveva date prove inconfutabili , conosceva certo l ' amore di Gian Luigi ; quale sarcastico sorriso dovevo io averle provocato lasciandomi sorprendere ai Giardini con Laura , nell ' intermezzo fra l ' uno e l ' altro appuntamento del Sideri ! Ma , onestamente , Angela Tintaro ne aveva approfittato per denunciarmi a Lidia e tentare un po ' di discordia , della quale Angela si prometteva di giovarsi . Ancora : Ettore Caccianimico ignorava forse tutto questo ? La figura d ' Ettore mi parve la più odiosa fra quante avevan rappresentata la triste farsa . Egli s ' era divertito alle mie spalle , costringendomi a riveder Laura , tormentandomi prima coi dubbi sulla salute di lei e poscia con le assicurazioni arbitrarie ch ' ella sarebbe guarita , mi avrebbe raggiunto in campagna , mi si sarebbe offerto il mezzo di riavvicinarla .... Perchè s ' era permessa una simile condotta , Ettore Caccianimico ? Da ultimo io stava per soccombere al peso della fatalità . Avevo sperato d ' essere un marito accorto ed ero semplicemente un marito , pescatore di granchî colossali .... No ; sarebbe stato assurdo negarlo : Lidia aveva un confidente , il quale andava trasformandola , insegnandole come resistere alle avversità del matrimonio , coltivando in lei una nuova tendenza a mostrarsi fredda per il bene ed il male ch ' io poteva causarle .... Stabilita questa verità , ero cascato nella prima trappola aperta sul mio passaggio . Il conte Gian Luigi Sideri era giovane , elegante , conosciuto , artista ; e per ciò m ' ero fermato a lui .... A un tratto , senza ch ' io cercassi , la soluzione dell ' enigma mi si presentava : sì , Gian Luigi aveva in cuore una donna , tradiva un amico , tesseva il suo quinto o sesto adulterio : ma con Laura Uglio , colla quale era stato in intimi rapporti anche prima , contemporaneamente a me ! In tal modo uno dei punti interrogativi onde mi vedevo circondato , trovava la sua risposta . E l ' altro , restava imperscrutabile : con chi si confidava Lidia e di che si confidava ? Il telegramma spedito a Pallanza per avvertire ch ' io rimaneva in città qualche giorno , provocò una lettera di Lidia , molto breve ; una lettera la quale ostentava dignità , quasi non si volessero indagar le vere cause del mio indugio a Milano , che non doleva ad alcuno , apparentemente . La freddezza informatrice di quelle poche righe , era puerile nel manto dell ' orgoglio offeso . Lidia credeva senza dubbio ch ' io avessi trovato al mio ritorno uno di quei simpatici ostacoli , i quali capitan così opportuni ai mariti nelle allegre commedie francesi : ella aveva del mondo l ' esperienza acquisita in un gioviale repertorio da teatro , migliorata dai comenti peregrini di donna Teresa e dal catechismo ragnato di Pietro Folengo . Il mattino dopo il funerale , nel cortile di casa Sideri , vidi una cavalla saura attaccata alla domatrice . Gian Luigi scendeva dallo scalone , abbottonandosi i guanti . - Esci ? - domandai . - Venivo a prenderti , - egli rispose . - Andiamo a provare Steppa se non hai paura di romperti il collo ! - S ' avvicinò alla cavalla , accarezzandola sulla fronte ; poi salì nel veicolo , prese le redini dalle mani del servo , e quando mi fui accomodato al suo fianco , aizzò Steppa che s ' incamminò con grande strepito di ferri sotto l ' androne . - Hai dormito ? - domandai . - Ho lavorato .... Perchè non lavori anche tu ? È una consolazione . - Bene , Severino Boezio ! E di che cosa debbo io consolarmi ? - Di tutto .... - Allora , io ti domanderò se non ci fosse qualche lavoro di consolazione .... preventiva ; qualche lavoro che ci consola prima di quanto non otterremo o non dovremmo ottenere .... - Se ci fosse , non sarei qui ! - rispose Gian Luigi che aveva capito . La prova del cavallo era un pretesto per uscir di casa . Steppa andava benissimo e percorse un lungo tratto fuor della città senza adombrarsi nè rallentare il suo trotto splendido .... Gian Luigi appariva meno cupo ; incontrato un convoglio funebre che veniva verso la città , gli diede uno sguardo breve con un sussulto , e lo evitò rapidamente . A colazione , dopo aver rimandata la domatrice per un servo , io mi lasciai trascinare dalla vicenda del discorso , a parlar di Laura ; e con quel bisogno irrefrenabile ch ' è proprio delle anime nervose e veementi , Gian Luigi si lasciò trascinare a confidenze . Là io lo volevo appunto , a quelle confidenze delicate dalle quali non venivano a prender luce se non l ' anima di Laura , i segreti angoli di quello spirito inquieto , avido , instabile , perchè aveva un determinato modo di capire il sentimento , a raggiungere il quale s ' era ella macchiata d ' errori , imperdonabili per il mondo . Rappresentava Laura , a parer mio , un bell ' esempio di monogamia forzata : dalla prima notte di matrimonio , ella aveva compresa la volgarità di Giorgio Uglio e non s ' era creduta per un tale uomo di dover rinunciare a passioni fallaci ma affascinanti di pericolo e di cortesia .... Aveva ragionato come io ragionava da qualche tempo : " Serbarmi fedele tutta la vita a un estraneo ? Oggi , domani , m ' imbatterò nell ' uomo pel quale l ' amore non è vuota parola e il mio può essere anche una salvezza o un motivo di vivere .... Io dovrò rinunciare alle sconfinate gioie d ' un simile possesso , per che cosa ? per rappresentar nella commedia la maschera della moglie fedele ? " L ' utopia sembrava doversi effettuare . Gian Luigi Sideri , arrivato , dopo infinite delusioni , a Laura Uglio dolente di infinite delusioni , - era l ' uomo pel quale molto ancora una donna avrebbe potuto contare . Le due stanchezze di vita , le due amare esperienze , s ' erano attratte , sostenute , compenetrate in una passione estesa , cui tutte le forme dell ' amore avevano concorso mirabilmente .... E ( questo si doveva dire sottovoce , perchè il mondo argutissimo non si sbellicasse dalle risa ) , per Laura Uglio aveva lavorato Gian Luigi , scrivendo quel romanzo il quale , se non altro , attestava delle eccellenti intenzioni e un non volgare uso degli agi . Poi a Saint - Moritz ( dove il mondo argutissimo supponeva Laura in compagnia di parenti , ed io per crederlo avevo dovuto innamorarmi di Laura una seconda volta , cioè chiudere gli occhi alla luce ) , a Saint - Moritz s ' era tessuto un idillio audace , quale lo potevan quei due , giuocatori all ' amor libero con circospezione , ma senza ipocrisie , e parati a rispondere ; là , un primo attacco del male onde Laura doveva morire , aveva sinistramente richiamati gli amanti alla realtà fredda e crudele . Il medico , supposto in Gian Luigi un parente di Laura , cioè un indifferente , s ' era creduto in dovere di preavvisarlo che la donna non avrebbe resistito più d ' un anno ; e Laura , per caso , aveva ascoltata la sentenza ; e fra quei due , un terzo personaggio era venuto a collocarsi , spaventosamente afrodisiaco : la morte . Talchè quando io aveva rivista Laura a Pallanza , ella usciva da un idillio mutatosi in ridda fàllica , ella era già consapevole della sua sorte ; l ' espressione cinica , dura , spudorata , volubile , sorpresa su quel volto , originava da un disprezzo vasto d ' ogni cosa , che non fosse il suo amore ; un tal disprezzo d ' ogni cosa , da permettere a Giorgio Uglio di credersi amato fedelmente , perchè Laura trovava inutile allontanarlo , non meno inutile che allontanare uno stupido cane il quale abbia un grottesco modo di mostrare la sua affezione . Questa la confidenza generale di Gian Luigi , fattami in un ' ora di rievocazione dolorosa , e non rammaricata nei giorni successivi ; anzi , ampliata in modo ch ' ebbi a provarne un involontario dispetto . Attirato dall ' argomento , il Sideri parlava con lucidità ed ordine ; semplice dapprima ; poi vario d ' inflessioni , di parole , di pensieri ; un narratore squisito , un artista di memorie ch ' egli sgranava quasi in capitoli di romanzo .... Perchè il suo racconto aveva un concetto pieno di orgoglio : Gian Luigi contava nella vita di Laura come un salvatore : era giunto a tempo , aveva impedito alla donna di perdersi , aveva trasformata l ' adultera in un ' amante saggia e devota .... Questo concetto che in altra età mi avrebbe eccitate le risa più irreverenti , si comunicava al mio spirito ; lo comprendevo e lo ammiravo , dimenticando con Gian Luigi che l ' edificio di quell ' amore aveva le basi false , comechè sorte a oltraggio delle consuetudini e della legge ; infine , io considerava Laura una donna libera di sè , trascurando Giorgio Uglio suo marito , dal quale soltanto la redenzione sarebbe dovuta venire .... Ma mentre Gian Luigi parlava , per maligna stranezza io smarriva la visione di Laura , e un dispetto involontario a poco a poco mi offriva la visione di Lidia ; pura ma fredda ; onesta ma chiusa ; intelligente ma repulsiva . Nulla avrebbe ella capito di tutto ciò che è passione ; io aveva soffocati per lei i germi di tendenze artistiche , nelle quali avrei trovati saporitissimi orgogli , e lei non aveva saputo rendermi l ' apostasia in altrettanto amore . Gian Luigi ricordava con tenera commozione gli ultimi tempi di Laura . L ' elegantissima signora aveva un animo coraggioso fino allo stoicismo ; sapendo che allorchè le forze le fossero mancate , non si sarebbe riavuta mai più , durava in una lotta spaventosa col male , ogni giorno lasciando il letto per una crispazione di volontà , facendosi abbigliare dalla cameriera , uscendo in carrozza , recandosi ai convegni di Gian Luigi nei quali ogni parvenza di piacere era scomparsa per dar posto alla matematica sicurezza della fine impendente . Nuovo rimorso in me , che avevo creduto d ' essere amato , d ' essere desiderato da quella moribonda : e n ' ero andato superbo come un collegiale a cui i primi sguardi femminili rimestano tutte le stupide cattiverie isteriche . In breve , le confidenze di Gian Luigi mi divennero intollerabili . Avrei volontieri apprese le doti di Laura : ma leggendole , non dalla bocca di uno che aveva baciata la sua bocca ; non da una viva voce cui aveva risposta la voce della donna . Poi , rapidamente , io diventava debitore di Gian Luigi , perchè alla sua rinata intimità non potevo contraccambiare .... Narrargli i miei dubbî ? Mostrargli di quali aspre delusioni il mio matrimonio fosse già macchiato ? ... Queste sciagure eran volgarissime , in fondo ; anche un po ' ridicole , perchè me le ero addossate con una scelta inadatta .... E per levarmi d ' impaccio , tentai una strada nuova . Diedi ai nostri discorsi un colore sarcastico : evitai le memorie e i fatti presenti , per raccontare vicende allegre di cui ero stato attore e spettatore : Gian Luigi capì ed accettò l ' invito , e cinque giorni dopo la morte di Laura Uglio , alla nostra tavola sfilavan nomi di donne allegre , episodî amorosi d ' una leggierezza aereostatica .... Il Sideri per l ' occasione ricorreva alla lingua francese , narrando con una malignità semplice e bonaria , la quale valeva meglio d ' ogni reticenza .... Il dolore in lui rimaneva , ma senza forma esterna . Un mattino ch ' io m ' era recato a casa sua , il servo mi disse che il signor conte era uscito . Lo aspettai : arrivò all ' ora della colazione . - Perdona , - mi disse . - Sono stato al cimitero .... Se tu vedessi .... non più un fiore , nulla ! - Ma il buon umore tornò presto : l ' indomani . Dovevamo pranzare al caffè ed io v ' era giunto , rileggendo per la quarta volta una nuova lettera di Lidia . Stranissima lettera , considerando lo stato d ' animo in cui ci trovavamo : ad ogni riga , una espressione affettuosa , un roseo pensiero , un desiderio di rivedermi , una cura della mia salute , e baci nel commiato .... Io non riusciva a stupirmene abbastanza .... Gian Luigi , che mi vedeva allegro , cominciò co ' suoi aneddoti e con allusioni .... Raccontava di un certo amore tessuto parecchi anni prima , in campagna , colla giovane moglie d ' un senatore . - Non ho mai incontrata una donna più interessante , - diceva . - Era la vittima d ' un enorme bisogno di mentire ; mentiva con tutti , e quindi si contraddiceva ad ogni piè sospinto .... Ella non scriveva a suo marito se io non le era al fianco e non la baciavo sui capelli .... Un giorno che per lei avevo scoperto un bacio nuovo , dietro la nuca , ella scrisse al senatore la sua migliore lettera ; una lettera affettuosa , desiderosa , graziosa , eccitante .... E il buon uomo non appena mi rivide , mi costrinse a leggere quella lettera , ch ' egli considerava il capolavoro dell ' affetto coniugale , ed io sapeva invece il capolavoro di tutt ' altro .... - Gian Luigi scoppiò a ridere pel ricordo curioso . Io mi morsi le labbra . - T ' avverto , - dissi qualche tempo dopo , - che domani vado a Pallanza . - Di già ? - fece il Sideri malcontento . - Ti ha scritto la tua signora ? - Mia moglie non mi scrive mai ! - risposi . XIX . Dannato viaggio ! Io credo di non aver più sentite le distanze colla nervosa acutezza d ' allora . Movimenti di passeggeri e di treni ; chiacchiere di viaggiatori ; paesaggi ; fermate e ripartenze lente come agonie ; mormorio d ' acque intorno al battello ; giuoco di colori naturali sullo specchio del lago , nel profilo dei monti ; giuoco di colori artificiali nel volto e nelle vesti delle signore che mi stavano intorno ; tutto aveva posto e si collocava nebulosamente nel mio cervello accanto a un pensiero unico e sanguinoso : Lidia mentiva nella sua lettera . Arrivai inatteso , verso mezzogiorno . Allo sbarco , un gruppo variopinto d ' uomini e signore osservava la solita manovra dell ' approdo ; io , confuso tra la folla sopra - coperta , distinsi immediatamente nel gruppo Lidia al fianco d ' Ettore Caccianimico ; ella guardò i passeggeri , non mi vide , si volse a pronunciar qualche parola con Ettore . Il ponte fu gettato , vi passai , e arrivai innanzi a Lidia e ad Ettore quasi di sorpresa . - Tornato ! - esclamò la donna , stendendomi la mano . - Perchè non ci hai scritto ? - Non sapevo , - mormorai , con uno sguardo sintetico a Lidia . Come s ' era vestita stranamente ! Aveva un abito chiarissimo e senza linee precise , secondo il gusto dominante ; ma una fascia alta color viola cupo le serrava il busto , ricadendo sul fianco sinistro a ravvivar la tinta pallida dell ' abito . Il cappello grande , col pizzo tutt ' intorno , lasciando scorgere ben poco del suo viso delicato , dava alla carnagione in compenso un tono d ' ombra soavissimo . Lidia non aveva guanti nè gioielli ; portava le scarpette di panno bianco . Mi posi al suo fianco , incamminandoci , mentre Ettore le si metteva all ' altro lato . - Il conte Sideri sta meglio ? - domandò Ettore . - Mi pare , - dissi . - In ogni modo , non potevo più resistere alla temperatura della città . - Non fai conto di ripartire , speriamo ? - osservò Lidia con sollecitudine . - No , no , - risposi . - Aspetto anzi Gian Luigi , che ha promesso di raggiungerci . - Lidia salutò in quell ' istante due signore affacciate al balcone d ' una villa . - Sono conoscenze nuove , - mi spiegò poscia . - Ho fatte molte amicizie in questi giorni e non trovo tempo a restituir le visite . La povera mamma è disperata , perchè quando non ho l ' umore per le chiacchiere , incarico lei di sostituirmi . Oggi , per esempio , l ' ho mandata in montagna col papà a una gita che mi spiaceva : torneranno per l ' ora del pranzo . - Appena fui nella mia camera , rilevai una novità . Dall ' uscio comunicante aperto , la camera di Lidia presentava un tale aspetto , di disordine che non v ' era d ' uopo di soverchia intelligenza per capire come la donna non l ' abitasse più : vi mancavano i suoi oggetti d ' abbigliamento e il misterioso profumo ond ' ella nobilitava i luoghi che l ' accoglievano . Lidia mi raggiunse quasi sùbito e leggendo sul mio volto un ' interrogazione , disse : - Non te ne ho avvertito nella lettera per dimenticanza : ho mutato camera : sto al primo piano , presso la mamma . Fu un ' idea mia , credendo ti saresti trattenuto molto in città .... - Un ' idea stranissima , - risposi . - Ma no : questa camera non si prestava a un arredo un po ' elegante , mentre l ' altra è diventata così simpatica . Stasera tornerò qua sopra : tu lo permetti , non è vero ? - Gli occhi di Lidia brillarono : ella stava non seduta , ma appoggiata al letto , colle gambe stese , il busto ritto , la testa in avanti verso di me . Io l ' avvicinai sorridendo . - Te ne avrei pregato , - risposi . E aggiunsi in tono ilare : - Dunque , grandi mutamenti su tutta la linea ? Gite , conoscenze , feste , visite ? ... - Ti dispiace ? - domandò Lidia premurosa . - Per nulla . Ciò vuol dire che la tua salute è buona . - Discreta , sì . E poi c ' è un ' altra novità .... - Io sussultai , preparandomi a una tenera notizia ; le mie braccia istintivamente si stesero verso la donna .... - Una novità , - ripetè questa . - Studio l ' inglese . - Lasciai cadere le braccia , ritornando allo specchio innanzi al quale mi ravviavo la barba . - Ah , è qui tutto ? - dissi . - E con chi ? - Col Caccianimico . - Da quando ? - Oh dalla tua partenza : cinque o sei giorni soli . - Meglio così ; perchè queste lezioni mi dispiacciono . - Lidia crollò le spalle , abbandonando la sua positura incomoda e venendomi al fianco . - Per qual motivo ? - chiese ella . - Ettore non avrà più tempo , adesso . - Se non fa nulla tutto il giorno ! - Appunto . È una crudeltà distoglierlo da simili occupazioni per delle sciocchezze . - Lidia ebbe un moto di stizza , dicendo nell ' allontanarsi : - Come si può fare ? Io non oserei ripetere al Caccianimico il tuo ordine . - Va bene , - risposi . - Lo dirò ad Ettore . Sei contenta ? - La donna mi guardò e comprese essere vana l ' insistenza . - Dovresti accompagnarmi giù , - pregò calma e affettuosa . Giù , ella aperse la porta del suo piccolo appartamento e mi vi precedette . Le camere eran due . La prima , un salottino fatto per l ' intimità : a sinistra il divano a due posti , con innanzi la tavola carica di gingilli , e sull ' impiantito di legno un tappeto alto e silenzioso : la parete di fronte era occupata dal caminetto chiuso , e la parete principale s ' apriva a due grandi finestre , che davan su quel terrazzo dal quale Lidia m ' aveva gettato il fatale telegramma ; tra l ' una e l ' altra finestra , uno scaffaletto ove i ninnoli stavan presso numerose fotografie . Ma ciò che al luogo prestava un caro significato di raccoglimento , era un gran vano che doveva essere stato un ' alcova , presso l ' entrata . La tappezzeria vi era più scura : una piccola tavola col servizio da tè e due piccole poltrone formavano tutto l ' arredo : ma vi eran diversi quadri alle pareti , e in un angolo , sopra una specie di sgabello , una pila di libri francesi , di novissima pubblicazione . - Qui prendiamo il tè , - disse Lidia , accennando . Io guardai un ' altra volta le due poltrone , e seguii la donna nella seconda camera . Non vi rilevai nulla di speciale : era la sua camera da letto , solita in villa : il letto bianco dalla coperta a ricami rossi , il tavolino d ' abbigliamento colla superficie in cristallo e un grande specchio ovale trattenuto al disopra da un grifo d ' oro ; l ' armadio , qualche mobile per sopportare altri gingilli .... Fra i gingilli , un libro , una grammatica inglese , e nella grammatica una lettera del Caccianimico , aperta . - E qui dormo ! - fece Lidia . - Era necessario questo cambiamento , finchè tu non v ' eri . Quell ' uscio mette nella camera della mamma ; così ci teniam compagnia , la notte . Sai che ho paura dei temporali ! - Nella grammatica inglese una lettera del Caccianimico , aperta ; aperta , quindi leggibile a tutti : eppure , avrei pagato non so che per leggerla io pure ; se l ' avessi fatto sùbito , come per distrazione , la cosa sarebbe venuta naturalissima ; ora , bisognava darle un significato dal quale rifuggivo . - E adesso , - mormorò Lidia venendomi incontro , - vorresti lasciarmi sola ? Debbo mutar d ' abito per il pranzo . - Voce nuova : gentilezze nuove ; peggio ancora : le braccia di Lidia mi ricinsero il collo , e le sue labbra s ' unirono spontaneamente alle mie .... Ebbi come un lampo innanzi agli occhi , un sussulto di felicità mi chiamò vivamente il sangue al cuore .... Se quelle moine fossero state sincere ! S ' ella avesse saputo trasformarsi d ' un tratto e trasformare anche me , perduto già in altri desideri , perchè ella era perennemente eguale ! - Che sapor di rosa il tuo bacio ! - dissi . - Poi mi morsi le labbra , poichè questa era una frase della morta Laura . - Ti aspetto in giardino , - aggiunsi , uscendo . Invece , quando fui in giardino , un istinto più forte mi trasse a passarne il cancello e ad avviarmi sulla strada per Intra . V ' era dovunque un delizioso profumo d ' olea fragrans ; i muri di cinta ai lati , coprivan già d ' ombra benigna la strada , così dilettevole e propizia alle meditazioni , ch ' io mi trovai ad Intra quasi senz ' avvedermene . Analizzavo il bacio di Lidia ; s ' ella non mi fosse stata cognita , l ' impressione deliziosa prodottami da quell ' abbraccio improvviso , avrebbe avuta una giustificazione ; ma perchè io conosceva Lidia di fronte alle forme dell ' amore , l ' impressione era puerile , non potendo attribuire lo slancio affettuoso della donna a un desiderio di darsi , forse l ' unico desiderio , forse l ' unica forma amorosa per rallentare se non distruggere il processo de ' miei sospetti e le dissonanze d ' indole che ci torturavano .... Quel bacio era stata una spensieratezza o una malignità , ed io n ' era rimasto vittima come a diciott ' anni . Avrei dovuto attendermi ben altro , ben più ammalianti seduzioni da una donna che stava per tradirmi : ( ormai avevo classificata Lidia così , mettendola al mio fianco in quel Circolo sul quale avevo fatte profonde meditazioni , giorni addietro ) . Bene ammalianti seduzioni doveva ella sfoderar come artigli , per ingannarmi e chiudermi gli occhi , perchè noi ci eravamo amati troppo in fretta e le seduzioni naturali eran già esauste ! Bisognava stringerla in un cerchio di ferro , spiarla attentamente , interpretarne i pensieri , accumulare delle prove , dimostrarle come tutto io sapessi comprendere . Una barca approdò alla riva , mentre formulavo quel chiaro indirizzo di condotta .... Allungai un po ' la testa dalla soglia del caffè ove m ' ero seduto , e vidi Ettore balzare agilmente sul greto , salir la piccola ascesa fino all ' altezza della strada , e dirigersi alla mia volta . Egli sedette al mio tavolino esprimendo il piacere d ' avermi incontrato . Io lo guardava con intensità : era costui che insegnava l ' inglese a Lidia e le scriveva ; era costui che nella caverna de ' miei sospetti veniva a prendere il posto di Gian Luigi Sideri ; dovevo badare stavolta a non ingannarmi , a dedurre con facilità , cernendo i fatti significanti da quelli comuni ai quali il mio amore prestava un significato fittizio . - Spiegami , - egli disse ridendo , - il mistero della tua scomparsa . Ai funerali non ti ho visto : quando hai telegrafato , credevo in qualche intrigo ; poi , quando sei ritornato , non ho saputo più che dire . - Naturalmente , - risposi . - Tu sei avvezzo a interpretare con malignità ogni cosa , ed è questo il metodo più sicuro per non capire le azioni semplici . Ho trovato a Milano il conte Sideri molto indisposto , e mi son trattenuto qualche tempo . - Malignità , - fece Ettore , alzando le spalle . - Non fui più maligno degli altri ; perchè ti debbo avvertire che le tue stranezze fecero una cattiva impressione qui . - A chi ? - Ai tuoi suoceri , per esempio . È sopravvenuto un fatto gravissimo , nella tua assenza . Si è parlato molto della defunta , e siccome se ne parlava fra gentildonne , s ' è sgranato un rosario diabolico di cattiverie : la si è accusata d ' inganni , di vita libera , di galanterie che passavano il segno , di sregolatezze mostruose ; tutto ciò perchè qualcuno voleva compiangerne la fine . - Si è osato questo ? - esclamai . - Non solo , - continuò Ettore freddamente . - Ma alla conversazione assistevano i tuoi suoceri , i quali hanno strepitato per dieci , alla rivelazione . L ' idea che simile donna avesse l ' adito in casa loro e la loro confidenza , li ha fatti arrossire fino alla radice dei capelli ; Pietro Folengo era già stato al funerale , e se n ' è pentito amaramente ; donna Teresa aveva già sparsa qualche lagrima , e l ' ha ricomprata accusando la morta della più odiosa ipocrisia . Ti dico , un pandemonio . - E .... mia moglie ? - chiesi titubando . - Questo verrà dopo , - continuò Ettore , il quale sembrava voler procedere col massimo ordine . - L ' irritazione dei signori Folengo si rovesciò sulla sua testa , perchè supponevano che tu fossi a ragguaglio della vita intima della morta , e n ' eran confermati dalla freddezza fra te e Giorgio Uglio .... Qualcuno , a Milano , s ' incaricò di soffiar nell ' orecchio del signor Pietro non so quali storie : un passato legame tuo colla povera defunta , un riavvicinamento pericoloso in questi ultimi tempi . - Angela Tintaro , senza dubbio ! - osservai . - Non so ; ma è certo che , più o meno chiaramente , i signori Folengo ti fanno l ' accusa di non aver loro aperti gli occhi e d ' aver permesso che la donna così colpevole passasse la soglia della casa ov ' era la tua fidanzata e se ne facesse un ' amica . Non tengono conto dell ' ostracismo a cui la condannasti più tardi e non capiscono come tu abbia potuto sopportare ch ' ella continuasse nella loro intimità , quando tu non la volevi in casa tua .... - Queste osservazioni sono state fatte alla tua presenza ? - No , pur troppo , - sospirò Ettore . - Io non le avrei sofferte .... Le seppi per caso .... - E mia moglie ? - La tua signora ti ha difeso strenuamente ; si è proclamata sicurissima della tua buona fede , ed ha osato tentare una discolpa della morta .... - Ettore s ' arrestò per guardare l ' orologio . - Sono le cinque , - disse . - Vuoi che ritorniamo ? Ritornammo lentamente , dandoci il braccio . - Sicchè , - ripresi , - Lidia non ha creduto nulla di queste calunnie ? - Lo puoi capire dall ' accoglienza d ' oggi ; mi è parsa felicissima di rivederti . - Sì , felicissima , - ripetei a malincuore , pensando al trasloco della sua camera da letto . - E durante la mia assenza ? ... - Io le ho tenuto compagnia quanto potevo , e non le ho mai sentito elevare un dubbio sulla verità delle tue parole .... Anzi , per distrarla , avevo cominciato a darle qualche lezione d ' inglese , la lingua elegante ch ' ella desiderava conoscere .... - Me lo disse , infatti .... - Ma l ' allieva e il maestro ne son già ristucchi , - seguitò Ettore , ridendo . - Ci fermeremo così all ' I am , thou art .... - O costui era l ' ottimo fra gli amici , o il peggiore degli ipocriti ; nell ' un caso e nell ' altro , un uomo avveduto per annunciarmi con tanta semplicità quanto io voleva chiedergli .... Quelle lezioni d ' inglese mi sembravano sospette ed eran tali , in ogni modo , da eccitare i comenti maligni degli estranei ; Ettore l ' aveva capito meglio di Lidia , evitandomi così il rincrescimento di parlarne ancora . Sulla soglia della villa , gli strinsi la mano freddamente , angustiato da quel dilemma fra l ' amico e l ' ipocrita che mi ripromettevo di snodare al più presto . Si pranzava in giardino , plebeamente , sotto un chiosco di verzura più inestetico di quanti avevo visti nelle osterie del sobborgo . Attorno alla tavola , scintillante d ' argenteria e di stoviglie , eran già seduti i signori Folengo e Lidia . - Ben tornato ! - esclamò Pietro , alzandosi a stringermi la mano . Io lo baciai sulle guance e ripetei la sacra cerimonia con donna Teresa . Quest ' abitudine rivestiva un carattere orientale a cui i miei suoceri annettevano grande importanza . Quindi baciai sulla fronte Lidia , piena di sorrisi e di gioielli . Dopo le parole d ' Ettore , ero come un segugio in attesa . Presentivo una battaglia impossibile ad evitarsi , e m ' irritavo che i signori Folengo non ripetessero a me le opinioni espresse all ' indirizzo della defunta , la cui memoria avrei difesa con accanimento . Lidia taceva , passandomi il vino , la saliera , quanto chiedevo , con movenze amichevoli : poi si parlò della gita a cui avevan preso parte i miei suoceri , e gli episodî minuti , esagerati , piovvero in larga copia . - La miglior camminatrice è la signora Giustiniani , - diceva donna Teresa . - Ella ha percorsa tutta la strada a piedi e non ha mai domandato di riposarsi . - Parte domani , non è vero ? - domandò Lidia . - Va a Milano perchè suo marito ve la richiama . - Questa signora , - mi spiegò Lidia chinandosi alcun poco verso di me , - è una simpatica giovane che ha il marito infermo . E hai notata , mamma , una stranezza ? - Donna Teresa affermò col capo . - Non avevo ragione io ? - continuò Lidia . - Proprio , una rassomiglianza non comune . - Con chi ? - domandai . - Bisognerà pensare a far rimettere in ordine la camera che Lidia occupava prima , - disse Pietro a donna Teresa . - Ci ho già pensato io , - mormorò Lidia , arrossendo brevemente . E distratto da quel rossore , non insistetti a chieder con chi avesse una strana rassomiglianza la signora Giustiniani . Si sorbì il caffè sulla terrazza ; poi ciascuno prese posto in qualche angolo , nell ' attesa del tramonto ampio e sanguigno . I signori Folengo in preda a un ' inesauribile degustazione dell ' intimità coniugale , s ' appartarono , volgendoci le spalle e chiacchierando sottovoce ; Lidia ed io rimanemmo lungamente appoggiati al davanzale : soffiava una fresca brezza , e lontana si stendeva una nebbia azzurrognola , entro cui le ville e i monti parevano spostati innanzi , isolati sull ' acqua , come avviene dei corpi chiusi fra lucidissime pareti di ghiaccio . La campagna giovava a Lidia , che in pochi giorni aveva presa una tinta bruna , assai piacevole ; e le nuoceva nel medesimo tempo , comechè dovesse aiutare quella tendenza alla pinguedine , di cui io m ' era avveduto e s ' era avveduta anche la donna , ora angustiata dalla scoperta e impensierita .... Verso le otto , ci recammo alla villa Caccianimico , ove tutte le sere si radunavano gli amici . Una bell ' accolta di provinciali , in quel salotto , curiosamente impacciati di sedersi in un divano a molle e di prendere il tè col latte : per giudicarli , bastava un ' occhiata ai colori onde le signore si pavoneggiavan nelle vesti , e alle cravatte degli uomini . - Se queste son le tue nuove conoscenze , mi congratulo della scelta , - dissi a Lidia sottovoce . Lidia crollò il capo , prendendo familiarmente da un vaso della caminiera una mano di garofani , che in un batter d ' occhio s ' appuntò sul davanti del corpetto . - Sono miei ? - chiese a Ettore . - Sì signora , - fece questi , occupato a spinger nel mezzo il tavolino da giuoco . - Mi ha tolto il piacere di offrirglieli .... - La frase mi sembrò audace ; gettai un ' occhiata rapida intorno per vedere se fosse stata notata ; ma tutti chiacchieravano gaiamente , ed ebbi l ' intuizione che se fossi rimasto più a lungo a sorvegliar l ' écarté di Lidia , avrei finito per esser notato io , peggio di qualunque frase . Dall ' angolo ove m ' ero posto , confrontai il giuoco d ' Ettore col giuoco di Gian Luigi e vi trovai spaventose differenze . Non teneva la testa curva sulle carte , Ettore ; non era triste nè pallido ; i suoi occhi guardavan Lidia prima d ' ogni altra cosa , poi venivano a cercar prudentemente i miei , e credendoli distratti o divertiti , ritornavano a Lidia . Non avrei voluto che fosse : ma mi sembrava l ' écarté potesse magnificamente sostituire qualunque lezione di qualunque lingua .... XX . Un servo entrò , portando le lampade accese e collocandone una sul caminetto , l ' altra sulla tavola . Quasi immediatamente dietro lui , giunsero Pietro e donna Teresa ; poi Lidia , vestita a nero ; tutt ' e tre ostentarono di non guardarmi . I miei suoceri sedettero sul divano : Lidia in una poltrona di fronte a loro . Io , all ' uscir del servo , chiusi le porte , assicurandomi prima che nessun romore indicasse la presenza d ' altri domestici ; le porte si chiusero in silenzio , e ritornai verso le persone sedute e taciturne . Pietro ebbe un lieve colpo di tosse nervosa . Il processo cominciava . Rimasto in piedi , appoggiato alla finestra prospiciente la terrazza , mi rivolsi a Lidia , dicendo con calma : - Vi prego ; se volete parlar voi per la prima .... - Sì , - rispose Lidia , - parlerò io . - S ' accomodò meglio nella poltrona , guardando in faccia i suoi parenti . - Il signore , - mi accennò col dito , - si è permessa una condotta che mi ha obbligata a chiamarvi qui e a chiedervi consiglio . La mia deliberazione è già presa e la vostra spero non sarà differente . Era da molto ch ' io aveva notato in Sergio un contegno insolito , ma non ne ho avuta la spiegazione che ieri solo . Il signore mi sospetta e mi accusa d ' adulterio ! - Pietro , a cui Lidia si rivolgeva in modo speciale , sussultò visibilmente ; donna Teresa si drizzò in piedi . Ma Lidia con un cenno della mano li tranquillò , continuando in pari tempo : - Sergio è venuto nella certezza della mia colpa in séguito a un fatto molto semplice : io ho ricevuta ieri una lettera , della quale non ho creduto di riferire il senso , perchè non potevo supporre vi si annettesse un significato così grave e insultante .... Sergio ha spiato però dove io posassi il foglio , e durante la notte ha aperto il cassettone , ne ha levata la chiave dello scrigno , ha aperto lo scrigno , e s ' è impadronito della lettera .... Io era coricata e dormivo : egli è venuto a svegliarmi , chiedendomi conto di quelle poche righe , e siccome io , offesa dalla domanda , mi son rifiutata di dargli spiegazioni , il signore mi ha minacciata d ' uno scandalo , di non so quale scandalo .... Peggio ancora , continuando io a rimanere muta , Sergio mi ha preso pel braccio e me l ' ha stretto in modo che .... ecco , ne porto i segni . Così dicendo , con rapida mossa , Lidia rimboccò la manica destra della vestaglia e offerse allo sguardo dei signori Folengo due chiazze livide intorno al polso .... Quantunque l ' argomento mi sembrasse una parodia di quel d ' Iperide per Frine , m ' avvicinai io pure , e fremetti alla vista ; certo , io non credeva averle fatto un tal male , io non credeva rimanessero sulle carni fragili della donna le tracce della mia violenza .... - È semplicemente una vigliaccheria ! - proruppe il signor Folengo , guardando il braccio di Lidia con attenzione . - Povera bambina ! - esclamò donna Teresa . Io tornai al mio posto , riprendendovi l ' indifferente immobilità . - I fatti che giustificarono l ' oltraggiosa supposizione del signor Sergio , - riprese Lidia , mentre riabbassava la manica , - sono ridicoli .... Sergio m ' accusa d ' aver ricevuta la persona creduta mia complice , in ogni giorno della settimana , contrariamente alle abitudini : di non aver rifiutati i fiori che quella persona mi portava fedelmente , e l ' altra sera , perchè avevo preso dei garofani e li avevo appuntati al corpetto , il signor Sergio mi rimproverò in modo assurdo .... Se volete anche il nome di quella persona , io ve la dirò , e ne rimarrete sorpresi : Ettore Caccianimico ! - Il signor Caccianimico ! - ripetè Pietro . - Un uomo della mia età ! - Bisogna essere ben corrotti per arrivare a simili supposizioni ! - osservò donna Teresa , guardandomi accigliata . Io restai muto e immobile . - Vi domando , - fece Lidia , - se potevo accogliere male un vecchio il quale veniva a tenermi onestissima compagnia quando mio marito s ' occupava d ' una donna , che se non fosse morta , dovrei giudicare .... - Ve ne prego , - dissi inoltrandomi verso Lidia , - non pronunciate parole indegne .... - Voi sapete di chi intendo parlare , - seguitò Lidia , rivolgendosi a ' suoi . - Quanto alla lettera , il signore la tiene nel portafogli e potrete giudicarla .... - Qui Lidia si alzò e continuò a parlare , camminando per la camera nervosamente : - Dopo questo , io non ho che un ' idea : verrò con voi al Cairo , subito , se volete , anticipando la partenza , o più tardi ; ma è ben certo , ben deciso , che tra me e il signore non può durar più alcun legame . V ' era già una differenza di caratteri tra noi , molto pericolosa , v ' erano altre ragioni di discordia ; ma dopo che mi si accusa d ' esser l ' amante d ' un uomo di cinquant ' anni , è impossibile perdonare e chiudere gli occhi .... - Se permettete , - dissi , - parlerò io , ora ... - Che cosa volete dire ? - interruppe Lidia . - Osereste smentirmi ? - Lascialo parlare , - fece Pietro con dolcezza . - Ne ha il diritto .... - Sì , sì , via , - incalzò donna Teresa , avvicinandosi a Lidia e riconducendola presso di sè . - Calmati un poco .... - Sono dolente , - cominciai , - di dover negare , non i fatti esposti , ma l ' interpretazione e il senso che Lidia ha prestato loro . Ella si lagna ch ' io l ' abbia trascurata per occuparmi d ' altri : mi sono interessato , è vero , d ' una persona ammalata , ma semplicemente perchè ella era una nostra conoscenza .... - Quanto a questo , - obiettò Pietro Folengo , - sarà meglio tacere . Non già che io ti accusi di troppa simpatia verso quella donna : ma senza dubbio , caro Sergio , l ' opinione pubblica ti ha indicato come .... suo amico in altri tempi e tu avresti dovuto perciò costringerti in più delicato riserbo . - L ' opinione pubblica ! - ripetei . - E che cos ' è l ' opinione pubblica ? - È tutto , per gli uomini serî , - disse gravemente Pietro . - Del resto , sarà meglio sorvolare a questo tema . Tu conoscevi la vita di quella donna e non ce ne hai parlato , lasciandola per lungo tempo al fianco di colei che doveva essere tua moglie .... Dovrei rimproverarti molto ; volevo rimproverarti , anzi , appena ritornasti da Milano .... - Hai fatto male a non farlo , - risposi . - Avrei potuto difendere una memoria .... - Che sciocchezze ! - esclamò Pietro . - Finiamola lì .... - E ti pare , - dissi , mettendomi innanzi a Pietro , poichè il duello si limitava a noi due , - ti pare che fosse giusta , ragionevole , la condotta di Lidia ? S ' ella vedeva mal volentieri ch ' io prendessi notizie di quell ' ammalata , perchè non dirmelo ? - Ah , - interruppe Lidia , sciogliendosi dalle braccia di sua madre , - ah non te l ' ho detto , quando mi fu riferito che t ' avevan visto ai Giardini con lei ? - Ai Giardini ! - fece donna Teresa . - Andavano ai Giardini insieme ? - Una volta , per caso , - dissi , volgendomi a mia suocera . E a Lidia : - quella volta , mi dicesti che t ' era affatto indifferente ch ' io avessi una o dieci amanti ! - Hai detto questo ? - domandò Pietro a Lidia . - Fu per rabbia , papà ! - rispose Lidia , mordendosi le labbra . - E con simile congedo , non era io in diritto di supporre qualcuno tenesse nel cuore di Lidia un posto più importante del mio ? - ripresi , verso Pietro . - L ' assiduità del Caccianimico non mi piaceva .... Conoscete il Caccianimico : perfetto gentiluomo , il quale non esiterebbe tuttavia a romper fede e a portare il disonore nella casa che lo ospita .... - ( Queste parole , pronunciate con forza , mi stridettero alle orecchie come un fischio ) . -....È un uomo elegante , parlatore facile , scettico fin dove si può esserlo senza pericolo .... A ' suoi cinquant ' anni , io non pensava . Lidia leggeva solo i libri prestati o indicati da lui ; non portava che i fiori inviati da lui ; ne riceveva delle lettere , e si sobbarcava a studiar l ' inglese con lui .... Ebbi troppa precipitazione formulando un ' accusa gravissima ; tuttavia , non potrete assolvere Lidia dalla taccia d ' imprudenza .... - I volti di Pietro e di donna Teresa restarono impassibili . Lidia corrugò la fronte . - Oggi , - proseguii con voce calda , - non son più i giorni in cui una moglie rappresenti agli occhi d ' un estraneo qualche cosa di sacro e di sovrano , se pure tali giorni sono mai esistiti . E quando questa moglie non si sforzi a mantenersi in ogni atto superiore al dubbio , nel cuore del marito entrano il sospetto , la gelosia , quell ' orribile tortura che io ho provata e che mi ha fatto trasmodare .... - Io credo , - osservò donna Teresa , - vi sia dell ' esagerazione . Un uomo deve conoscere la moglie . - Chi può rispondere del proprio domani ? - ribattei . - E , peggio , chi può rispondere del domani d ' un altro ? - Non divaghiamo , - disse Pietro . - Non facciamo teorie .... - Eccomi . Io sorvegliava Lidia , da qualche giorno : lo confesso . Mi sono impossessato d ' una lettera del Caccianimico quando e come ho potuto . Lidia m ' accusa d ' essere entrato stanotte nella sua camera e d ' averne aperto la scrivania furtivamente .... Voi capite benissimo che la mia idea era giusta , al contrario : s ' io non avessi trovato nulla di significante nella lettera , avrei evitata qualunque spiegazione incresciosa .... - Era meglio agire con lealtà , - fece donna Teresa . - Chieder la lettera a Lidia medesima .... - A mente fredda si fanno molte belle cose , - replicai . - Quanto alla lettera , io non dirò ch ' essa sia molto compromettente ; ma è , innanzi tutto , una lettera inutile , vale a dire una lettera scritta pel solo scopo di abbreviare le già brevissime assenze e di tenersi presente nel pensiero di Lidia .... - Frugai nella tasca interna dell ' abito , ne cavai il portafoglio e ne trassi la lettera , mettendola sulla tavola .... Lidia mi guardava con espressione avversa . - .... Eccola qui . Leggila tu , Pietro ! - C ' è la data , - osservò Pietro , guardando il foglio che teneva in mano . - Ed anche la firma . - Questo è naturale , - risposi . - Senza data e senza firma , la lettera formerebbe di per sè un documento grave . " Gentilissima signora , - cominciò Pietro . - Le faccio consegnare il libro di cui Le tenni parola ; nel medesimo tempo la ringrazio d ' avermi resa bella e interessante la serata , acconciandosi a passarla nel mio inestetico salotto , in mezzo a gente , più estetica forse , ma non meno indifferente per me . A Sergio ho annunciato che le nostre lezioni d ' inglese non proseguiranno oltre ; credo con questo d ' aver risposto a un desiderio di lui , se non al mio : egli è addolorato e nervoso per altre contrarietà e non avrei voluto che interpretasse a rovescio un così semplice passatempo , quantunque la lunga amicizia e la perfetta comprensione che Sergio ha del mio animo , dovrebbero impedire alla sua mente ombrosissima di pensar men bene di me . Ho l ' onore di dirmi , ecc . , ecc . " Un silenzio grave piombò nella camera non appena , finita la lettura , Pietro ripiegò il foglio e lo rimise nella busta . Lidia ed io avevamo compreso che la lettera lasciava tranquilli i signori Folengo ; onde ella , prima colle braccia stese e chiuse fra le ginocchia in atto d ' angoscia , sollevò la testa guardandomi : io restai muto ad aspettare . - Ebbene ? - cominciò mia suocera . - Io non trovo nulla di strano in queste righe . - Nulla di strano , - ripetè Pietro . - Una lettera convenzionale .... - C ' è della malafede , - notai irritato . - E non so come voi non ve ne siate accorti .... Io sono addolorato e nervoso per altre contrarietà , afferma il Caccianimico . È falso : quali contrarietà possono addolorarmi quando tutto il mio pensiero e la mia vita son chiusi qua dentro ? E perchè chiamarmi ombrosissimo , se non per prevenire Lidia e animarla contro ogni più giusta mia osservazione ? Io credo che tutto quanto si fa da un uomo come Ettore abbia uno scopo ; lo scopo delle sue insinuazioni era di disgiungerci , e a sua volta questo disegno ne aveva un altro che vi lascio indovinare . - Ero riuscito a flettere la voce con molti chiaroscuri sentimentali e simpatici ; mi ripromettevo dalle parole un ottimo resultato per la mia causa ; onde fui scosso da capo a piedi , quando scorsi Pietro Folengo sorridere bonariamente , stirarsi , e lasciando il divano venirmi incontro . - Tutto questo è molto buono ! - egli disse , battendomi sulla spalla . - Sei geloso e perciò pigli dei granchî ; ma se sei geloso in modo così esagerato , vuol dire che ami la nostra Lidia . - No , - proruppe Lidia , - Sergio non mi ama più .... - Tu taci , ragazza ! - si rivolse Pietro alla donna . - Tu sei troppo suscettibile e non sai che in ogni cattiva cosa può esservi del buono .... Siete due bambini oziosi e null ' altro .... Se non era che per mostrarci una piccolissima contusione , tu , Lidia , potevi risparmiar di muoverci e di minacciarci una fuga al Cairo ; quanto a te , Sergio , potevi rimetter nella scrivania quella lettera ingenua .... Questa è la mia sentenza : datevi due baci , e buona notte .... - Certo , - corroborò donna Teresa , alzandosi ella pure con un sospirone ; - avete fatto un romore indiavolato per delle fanciullaggini .... Non c ' è stata colpa in Lidia , come non ci fu nel signor Caccianimico .... - Dunque , - esclamai , - venite voi pure a concludere ch ' io sono ombrosissimo ? ... - Pietro Folengo si strinse nelle spalle . - Sono contrario alla mania di concludere , - disse . - Ma senza dubbio , io al tuo posto non avrei dubitato nè d ' una moglie nè d ' un amico , stando le cose come sono .... Al Caccianimico parlerò io .... - Tu ? Che vuoi dirgli ? - Lo pregherò di non scrivere , di farsi veder meno in casa .... Non infastidirti , Sergio : il tuo nome non sarà pronunciato : parlerò per conto mio ; sono vecchio e quanto in bocca mia ha un significato , in bocca tua ne assumerebbe uno ben diverso .... Ciò che mi preme è la pace vostra .... - In così dire gettò un ' occhiata a Lidia , la quale si alzò dal divano e rimase colle mani incrociate sul grembo .... Sembrava ella pure stupita che tutto finisse con sì inaspettata calma : la freddezza di Pietro ci toglieva la possibilità di dire altre cose , o di persistere in quanto avevamo già detto .... - Quali erano le tue idee , infine ? - mi domandò Pietro . - Volevi anche tu un estremo rimedio a un male supposto estremo ? - No , - risposi ; - non ho chiesto io , questo giudizio .... Son venuto qui per spiegare la mia condotta e in ogni caso non avrei resa Lidia responsabile , ma il Caccianimico .... - Vi fidate di me ? - disse allora donna Teresa . - Fate quel che vi ordina vostro padre , chiamato a giudicarvi . - Andò presso Lidia e la prese per mano , trascinandola dietro come una bambina .... - Datevi due baci , - concluse la signora Folengo , mentre mi spingeva Lidia fra le braccia .... XXI . Aveva concorso anche il sole a render bello il trattenimento ; un lieto sole , che s ' infiltrava fra le piante , illuminava i viali , riscaldava e faceva fremere di brividi voluttuosi . Il giardino della villa Folengo non aveva mai vista una tal varietà di gente . C ' eran dei bambini , quattordici o quindici , seduti innanzi a una tavola bianca , e serviti da noi in mezzo al frastuono ch ' essi sollevavano .... Fra i maschi ve n ' eran di precoci i quali mangiavano poco per guardar la loro vicina : tra le femmine , ve n ' era di precocissime , le quali mangiavano meno , preoccupate dall ' abito a vive tinte e dal cappello , pendente dalla spalliera della sedia .... Una mestizia , quell ' accolta d ' innocenze : avevan le loro bizze , i loro sopraccapi , le loro cattiverie . I più piccoli ci sorvegliavano attentamente perchè facessimo le parti uguali e nulla passasse innanzi a loro senz ' averlo gustato : quando un ' involontaria sbadataggine riempiva il piatto meglio all ' uno che all ' altro , il meno favorito dalla sorte cacciava le mani nel tondo del più fortunato e si serviva a suo piacere . I più grandi sentivan già la differenza dei sessi e mostravan le loro simpatie : per metterli a posto , donna Teresa , Lidia , la signora Giustiniani , Clara Caccianimico , avevan dovuto affaticarsi , rassegnandosi infine a una specie di poule de dames in cui le bambine andavano a prendere il maschio che accomodava loro e lo facevan sedere al fianco .... Quelle piccole donne , ancor vergini di convenienze , vibravano della più schietta femminilità : s ' eran guardate dal piccolo cavaliere , affettavano delle leziosaggini , e masticavano con sentimento : una , aveva rifiutate le frutta , per mostrarsi superiore ; un ' altra aveva chiesto il caffè senza zucchero , mentre a casa lo zucchero era il suo più intimo amico : fra tutt ' e due , queste sirene , contavano vent ' anni .... In quel banchetto , un marmocchio di quattro anni , era lo scandalo generale : mangiava colle mani , si rovesciava i piatti in grembo , inaffiava la tovaglia d ' acqua e di vino , e fra l ' una portata e l ' altra , si cavava le scarpe e le metteva sulla tavola : poi aveva degli urli speciali per indicare il suo aggradimento , e alla fine della colazione s ' era dovuto portarlo via perchè minacciava di bere il rosolio di tutti quanti .... Era il convitato che aveva ricevuto un maggior numero di baci .... I commensali si sparpagliarono pel giardino , quando le mense furon levate : qualche geloso impenitente restò presso la tavola a raccogliere gli ultimi biscotti e a riempirsene le tasche , ma le grida dei compagni chiamarono anche quello per i viali .... Noi , affaticati dal servizio romoroso , avevamo trovata pace sull ' erba , all ' ombra d ' una magnolia gigantesca ; le signore trascinandosi le loro sedie lunghe o dondolanti ; gli uomini s ' erano accomodati alla turca .... Quella signora Marta Giustiniani , tornata allora dalla città , sola , perchè il marito infermo le concedeva una libertà grandissima , - s ' era accorta presto dell ' impressione ch ' ella produceva su di me .... Il suo volto era il volto di Laura Uglio , il suo corpo era il corpo di Laura Uglio ; soltanto , Marta Giustiniani aveva gli occhi grigi , quegli occhi splendidi i quali non hanno uno sguardo immutabile , ma sembrano allargar l ' iride e impicciolirla a capriccio , fosforescendo nella notte ; soltanto , i suoi capelli non eran neri , ma castagno - scuro ; pel resto , io poteva ben sognare che ella fosse la morta , ritornata a darmi l ' amore .... Ecco la strana rassomiglianza già rilevata da Lidia . Si dondolava sulla sedia parlando con donna Teresa , Marta Giustiniani ; in un momento d ' oblio , era stata per accavallare una gamba sull ' altra , ma notando ch ' io sedeva più basso , innanzi a lei , s ' era trattenuta ; non così presto , ch ' io non vedessi gli stivaletti di cuoio giallo finire ai polpacci , per mostrare il principio della gamba difesa da calze di seta nera .... Un piccolo inconveniente molto gradito , per me . Tuttavia pensai che forse in avvenire sarebbe avvenuto quant ' era avvenuto già per la povera Laura : i miei suoceri si sarebbero accorti di aver dato adito in casa loro a una donna frivolissima , e m ' avrebbero tenuto il broncio per non averlo impedito .... Stavolta , però , l ' avrei impedito sùbito , non appena .... Pietro Folengo era inquieto perchè non giungeva ancora il conte Gian Luigi Sideri col principe Santanera .... - Se ha detto che verrà , non c ' è da dubitare , - osservai , mentre Pietro mi frastornava co ' suoi timori .... Che importanza assumeva quel principe agli occhi di mio suocero ! Il Folengo pareva ringiovanito per la confidenza con cui lo trattava il principe Santanera , e aveva data quella festicciuola ai bambini dei villeggianti pel solo gusto di mostrare il principe in casa propria .... A me , personalmente , quel giovanotto era antipatico . Sembrava sonnecchiasse da mattina a sera , cogli occhi socchiusi e una grinza maligna agli angoli delle labbra .... Era stata una cattiva idea di Gian Luigi , quella di presentarmelo ; ritornando da Milano , Gian Luigi se l ' era condotto seco e me l ' aveva anche raccomandato come un amico ottimo , un uomo di spirito , dottissimo in tutte le eleganze .... Io però mi chiedeva che cosa trovasse in me di così interessante , da volermi sempre a passeggio o alle gite con lui : che cosa potesse offrirgli la mia casa , da frequentarla con sì rigida osservanza .... Lidia mi domandò in quel momento : - Che cos ' ha babbo da esser nervoso ? - Nervoso ? - dissi ipocritamente . - Non mi pare . - E con un gesto della mano , la feci avvicinare , mi alzai , le diedi il braccio , e la condussi pei viali .... - Non potresti , - mormorai , - mutarti d ' abito ? Hai un abito così succinto , così attillato , che mi spiace .... Eppoi , vedi qui : se t ' inchini un po ' innanzi mostri tutto il petto .... - Tutto ! - esclamò Lidia ridendo . - Che esagerazione ! Appena un dito , se m ' inchino .... Ma io non m ' inchino .... - E se ti siedi , colla gonna così corta , mostri le gambe fino al polpaccio .... - Fino al polpaccio ! - ripetè Lidia arrossendo . - Che esagerazione ! Appena il piede fino alla caviglia .... - Bene : fa come vuoi , allora ! - dissi , rassegnato , lasciandola ritornare al gruppo delle sue amiche , le quali vedendoci così insieme parlar sottovoce confermarono per la millesima volta la nostra fama di sposi esemplari . Quando giunsi io dietro Lidia , presso la magnolia ombrosa , il principe Santanera e Gian Luigi erano arrivati e avvenivano le presentazioni .... Pietro voleva stupidamente far portare una sedia pel principe , e fu entusiasmato quando lo vide sedersi invece tra noi , alla turca : pareva non lo supponesse capace di piegar le gambe come gli altri . Era giunto anche Ettore Caccianimico , il quale conoscendo Marta Giustiniani allora per la prima volta , non potè reprimere un movimento di stupore .... Ciò io temeva , appunto : e guardai Gian Luigi Sideri .... Questi , accoccolato innanzi a Lidia , le proponeva scherzosamente una partita di écarté sull ' erba , ma girando poi gli occhi intorno e fissandoli in volto alla Giustiniani , non sembrò affatto stupito nè colpito dalla rassomiglianza colla donna che doveva avere in cuore . Il principe Santanera parlava di lawn - tennis . Non si poteva piantare il giuoco in giardino ? E socchiudeva gli occhi , dirigendosi specialmente a Lidia , la quale aveva accolta l ' idea con piacere .... Pietro Folengo , un po ' impacciato di non conoscere quel giuoco , se lo fece spiegare dal principe , il quale lo tuffò in un tal mare di parole inglesi , che poco dovette capirne , il Folengo . Così disposti , le cose andavano malissimo . Nessuno poteva far la corte alle signore o dire delle malignità cogli amici ; il convegno aveva dell ' academico : io ruminava invano delle frasi per Marta : ella era chiusa fra Lidia e le altre e guardava tutti e nessuno a un tempo , rispondendo una parola a questo , una parola a quello , stancamente . Per fortuna , venne il servo ad annunciare che il tè era pronto .... Marta Giustiniani , in sette giorni dacchè ci conoscevamo , ebbe allora il primo atto simpatico , e levandosi venne a mettersi così sapientemente , ch ' io le offrii il braccio e ci trovammo gli ultimi in coda . - S ' annoia molto ? - le domandai . - No , per nulla , - rispose . - Ci sono troppe coppie ; - osservai . - Una basterebbe per questo giardino .... - Lei e la sua signora : verissimo , - disse la Giustiniani . Se non avesse sorriso , avrei potuto credere di non essere stato compreso . Ma vi fu il sorriso e non vi fu resistenza quando le tenni la mano stretta nella mia . In sala , ci aspettavan già i bambini tumultuanti attorno alle pile di biscotti ; le piccole chicchere sollevarono da prima un grido di gioia ; poi accorgendosi i bimbi che le chicchere eran più piccole che belle , si dovette servirli nelle chicchere grandi . Ettore Caccianimico s ' occupò lui di questo , passando innanzi ai ragazzi colla guantiera e raccomandando la calma . Anche lì , le cose non andavan meglio .... C ' era della rigidezza , della mancanza di spontaneità .... Quel principe Santanera aveva portata una insoffribile freddezza con sè .... Io mi guardava attorno e leggeva sul viso d ' Ettore e di Gian Luigi il mio medesimo pensiero . Quand ' ebbi vicino Pietro Folengo , gli dissi : - Se non conti di farci muovere , ci addormenteremo tutti .... - Lo credi ? - domandò Pietro spaventato . - Che cosa posso fare ? - Non incaricarti troppo di quel Santanera imbecille e màndaci a spasso pei viali .... - Come debbo ? ... - Se vuoi , m ' incaricò io di dar l ' esempio , - risposi . Marta Giustiniani aveva finito di prendere il tè , in piedi , a fianco di Gian Luigi . Io passai dietro le spalle della donna , e le susurrai : - Vuole che fuggiamo ? - La signora si volse di soprassalto , e vedendomi sorrise : - Dove ? - domandò . - Tu , - io dissi a Gian Luigi , - fànne fuggire un ' altra .... - Gian Luigi assentì col capo e s ' avvicinò a una piccola bionda , madre di tre bambine che strillavano per aver rovesciato il tè sull ' abito nuovo . Era l ' unica signora che s ' adattasse alla statura di Gian Luigi : parva sed apta .... Mentre uscivo in giardino con Marta Giustiniani , vidi muoversi il principe Santanera e dirigersi lui pure al gruppo delle donne .... Ormai , l ' esempio attecchiva , e non mi occupai che della signora al mio fianco .... Per una leggiera salita , dietro un filar di pini , si giungeva fino al muro di cinta , e là da un rialzo si godeva la vista del lago . Noi vi ci dirigemmo , appoggiandoci quindi alla balaustrata .... - Lei avrà troppo sole , - osservò Marta , mettendo l ' ombrellino in modo che venisse a riparare anche me .... Ah , io sentiva in quell ' istante come avessi amata la povera Laura Uglio , se per l ' incontro d ' una donna che le somigliava stranamente , io era colmo di gioia , non più capace di vincere i bizzarri impeti del mio cuore ! Non avevo amata che lei , checchè ne dicesse Gian Luigi ; e non mi pareva possibile una resistenza in Marta Giustiniani . - Perchè non si chiama Laura ? - domandai curiosamente a Marta . - Le piace questo nome ? - fece la Giustiniani . - E le dispiace il mio ? - Sì , - risposi . - Io la chiamerò Laura .... nell ' intimità .... - In quale intimità ? - chiese Marta corrugando le ciglia . - Quando non ci sono gli altri , - dissi . La fronte le si spianò sùbito , quantunque dovesse rimanere nella donna un ' impressione spiacevole . - Ella deve essersi fatta una strana idea di me , - osservò Marta . - È d ' un ' arditezza punto conveniente : io voleva fidarmi di lei , sapendolo sposo da poco .... - Poteva ben parlare , Marta Giustiniani , ch ' io non l ' ascoltava affatto : o meglio , ascoltavo la sua voce e non le sue parole . Ero in preda a un risveglio gigantesco di memorie e di rammarichi . S ' io fossi stato libero , non avrei trovati ostacoli per impossessarmi di quella donna , anche a costo di farla rubare e di tenerla chiusa finchè avesse ceduto .... Così , invece , stava rigidamente fra noi la nostra condizione di gente legata ad altri , e non eran più ostacoli materiali che ci si frapponevano , ma spettri di convenzioni , scrupoli e paure . - Torniamo ! - disse la Giustiniani , accorgendosi ch ' ella arrischiava di sentirsi baciata sulle labbra da un momento all ' altro . E invero , dopo sette giorni , era troppo presto . Nel ritorno , chiacchierammo frivolamente , incontrando pel viale due bambini che facevan correre il cerchio di legno e ci avrebbero sorpresi se fossimo rimasti ancor più a lungo lassù . Quindi ci passaron daccanto Pietro Folengo ed Ettore Caccianimico , a braccio : gli uomini serî andavan senza donne e dovevan parlare di me .... sentii queste parole , pronunciate da Ettore : - " .... sciupando così le sue facoltà preziose d ' osservazione in sospetti ridicoli , non se ne potrà servire utilmente , quando venisse il giorno .... " - e i due uomini piegarono verso il chiosco ove qualche volta si pranzava . - Eppure Lei m ' interessa , - mi diceva Marta Giustiniani , rifatta ardita dalla presenza d ' altri e scintillando inconsciamente negli occhi grigi , dilatati . - Avrei un mucchio di domande a farle .... - Ora ci si avvicinava Gian Luigi colla signora bionda , seguìta dalle tre figlie . Sebbene Gian Luigi fosse tuttavia triste e scorato , la sua vista mi eccitò un sorriso maligno .... Per istinto beffardo , lo vidi ridevolmente piccolo , con una piccola testa , un piccolo fiore all ' occhiello , una piccola canna alle mani .... Diceva : - " .... Questo secondo romanzo è finito . Lo consegnerò all ' editore entro il mese , e ne spero bene . Ci si salva da molti dolori , lavorando .... " Oh , le mie speranze di gloria , i miei amori d ' arte , i miei proponimenti , dov ' erano andati ? Scossi la testa , rabbrividendo , e mi volsi a Marta Giustiniani . Costei era corpo ed anima , non vuoto fantasma : purchè ella acconsentisse , io avrei dimenticato .... Onde , risposi con viva speranza : - Un mucchio di domande vuol farmi ? E perchè manca di confidenza ? Sarei ben felice di rispondere a tutte , a tutte , nessuna eccettuata . - Non so da quale cominciare , - disse Marta sorridendo . - Ebbene , vuole scriverle ? Molte cose che non si direbbero mai , si scrivono facilmente . - Scrivere ? - mormorò la donna , guardando nel vuoto , al di là del muro di cinta , ov ' era l ' orizzonte vasto . - Scrivere a lei ? - Eravamo giunti presso la magnolia ombrosa ; vi restavan le sedie vuote . E Lidia era in piedi , appoggiata al tronco , mentre il principe Santanera si sforzava di giungere al ramo più basso e di coglierne un magnifico fiore .... Marta si allontanò da me , dirigendosi a Lidia . - Abbiamo due altri compagni di viaggio , - disse questa . - Il principe e il conte Sideri verranno al Cairo essi pure quando vi accompagneremo papà .... - Il principe si volse , tenendo fra le mani il fiore che aveva spiccato dal ramo . - Saremo in sei , - continuò egli . - Quattro uomini e due signore : una bellissima carovana , Le pare ? - Gli occhi sonnolenti e socchiusi , la piega sarcastica agli angoli delle labbra , davano un senso ironico a tutto quanto diceva il principe . Io ne fremetti . - Bella , davvero , - mormorai , osservando di sfuggita la signora Giustiniani . - Solo , il viaggio non è ancor deciso , almeno per parte mia e di Lidia . - Questa ebbe un gesto di stupore e mosse le labbra come per interrompere . Io ne la impedii con un ' occhiata . Perchè il Santanera voleva accompagnarci , intraprendendo un lungo viaggio dall ' oggi al domani , con delle semplici conoscenze ? Perchè Lidia ne pareva felice ? Le coppie giravan pei viali , alla luce meridiana : quei due s ' eran ridotti presso la magnolia ove difficilmente altri sarebbero ritornati ; Lidia non aveva il contegno rigido ch ' io avrei amato s ' imponesse col principe , e il principe fra tante signore aveva scelta Lidia appunto per una passeggiata nel giardino e nell ' ombra . Bisognava stringerla in un cerchio di ferro , spiarla attentamente , interpretarne i pensieri , accumular delle prove , dimostrarle come tutto io sapessi comprendere .... Milano , ottobre 1893 - aprile 1894 . FINE .