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IL VENTRE DI NAPOLI ( SERAO MATILDE , 1884 )
Saggistica ,
I – – – BISOGNA SVENTRARE NAPOLI Efficace la frase , Voi non lo conoscevate , onorevole Depretis , il ventre di Napoli . Avevate torto , perchè voi siete il Governo e il Governo deve saper tutto . Non sono fatte pel Governo , certamente , le descrizioncelle colorite di cronisti con intenzioni letterarie , che parlano della via Caracciolo , del mare glauco , del cielo di cobalto , delle signore incantevoli e dei vapori violetti del tramonto : tutta questa rettorichetta a base di golfo e di colline fiorite , di cui noi abbiamo già fatto e oggi continuiamo a fare ammenda onorevole , inginocchiati umilmente innanzi alla patria che soffre ; tutta questa minuta e facile letteratura frammentaria , serve per quella parte di pubblico che non vuole essere seccata per racconti di miserie . Ma il governo doveva sapere l ' altra parte ; il governo a cui arriva la statistica della mortalità e quella dei delitti ; il governo a cui arrivano i rapporti dei prefetti , dei questori , degli ispettori di polizia , dei delegati ; il governo a cui arrivano i rapporti dei direttori delle carceri ; il governo che sa tutto : quanta carne si consuma in un giorno e quanto vino si beve in un anno , in un paese ; quante femmine disgraziate , diciamo così , vi esistano , e quanti ammoniti siano i loro amanti di cuore , quanti mendichi non possano entrare nelle opere pie e quanti vagabondi dormano in istrada , la notte ; quanti nullatenenti e quanti commercianti vi sieno ; quanto renda il dazio consumo , quanto la fondiaria , per quanto s ' impegni al Monte di Pietà e quanto renda il lotto . Quest ' altra parte , questo ventre di Napoli , se non lo conosce il Governo , chi lo deve conoscere ? E se non servono a dirvi tutto , a che sono buoni tutti questi impiegati alti e bassi , a che questo immenso ingranaggio burocratico che ci costa tanto ? E , se voi non siete la intelligenza suprema del paese che tutto conosce e a tutto provvede , perchè siete ministro ? * * * Vi avranno fatto vedere una , due , tre strade dei quartieri bassi e ne avrete avuto orrore . Ma non avete visto tutto ; i napoletani istessi che vi conducevano , non conoscono tutti i quartieri bassi . La via dei Mercanti , l ' avete percorsa tutta ? Sarà larga quattro metri , tanto che le carrozze non vi possono passare , ed è sinuosa , si torce come un budello : le case altissime la immergono , durante le più belle giornate , in una luce scialba e morta : nel mezzo della via il ruscello è nero , fetido , non si muove , impantanato , è fatto di liscivia e di saponata lurida , di acqua di maccheroni e di acqua di minestra , una miscela fetente che imputridisce . In questa strada dei Mercanti , che è una delle principali del quartiere Porto , v ' è di tutto : botteghe oscure , dove si agitano delle ombre , a vendere di tutto , agenzie di pegni , banchi lotto ; e ogni tanto un portoncino nero , ogni tanto un angiporto fangoso , ogni tanto un friggitore , da cui esce il fetore dell ' olio cattivo , ogni tanto un salumaio , dalla cui bottega esce un puzzo di formaggio che fermenta e di lardo fradicio . Da questa via partono tante altre viottole , che portano i nomi delle arti : la Zabatteria , i Coltellai , gli Spadari , i Taffettanari , i Materassari , e via di seguito . Sono , queste viottole - questa è la sola differenza - molto più strette dei Mercanti , ma egualmente sporche e oscure ; e ognuna puzza in modo diverso : di cuoio vecchio , di piombo fuso , di acido nitrico , di acido solforico . Varie strade conducono dall ' alto al quartiere di Porto : sono ripidissime , strette , mal selciate . La via di Mezzocannone è popolata tutta di tintori : in fondo a ogni bottega bruna , arde un fuoco vivo sotto una grossa caldaia nera , dove gli uomini seminudi agitano una miscela fumante ; sulla porta si asciugano dei cenci rossi e violetti ; sulle selci disgiunte , cola sempre una feccia di tintura multicolore . Un ' altra strada , le così dette Gradelle di Santa Barbara , ha anche la sua originalità : da una parte e dall ' altra abitano femmine disgraziate , che ne hanno fatto un loro dominio , e , per ozio di infelici disoccupate , nel giorno , e per cupo odio contro l ' uomo , buttano dalla finestra , su chi passa , buccie di fichi , di cocomero , spazzatura , torsoli di spighe . e tutto resta , su questi gradini , così che la gente pulita non osa passarvi più . Vi è un ' altra strada , che dietro l ' educandato di San Marcellino , conduce a Portanova , dove i Mercanti finiscono e cominciano i Lanzieri : veramente non è una strada , è un angiporto , una specie di canale nero , che passa sotto due archi e dove pare raccolta tutta la immondizia di un villaggio africano . Ivi , a un certo punto , non si può procedere oltre : il terreno è lubrico e lo stomaco spasima . * * * In sezione Vicaria , vi siete stato ? Sopra tutte le strade che la traversano , una sola è pulita , la via del Duomo : tutte le altre sono rappresentazioni della vecchia Napoli , affogate , brune , con le case puntellate , che cadono per vecchiaia . Vi è un vicolo del Sole , detto così perchè il sole non vi entra mai ; vi è un vicolo del Settimo Cielo , appunto per l ' altitudine di una strisciolina di cielo , che apparisce fra le altissime e antiche case . Attorno alla piazzetta dei SS . Apostoli vi sono tre o quattro stradette ; Grotta della Marra , Santa Maria a Vertec œ li , vicolo della Campana , dove vive una popolazione magra e pallida , appestata dalla fabbrica di tabacco che è lì , appestata dalla propria sudiceria ; e tutti i dintorni di Castelcapuano , di questa grande e storica Vicaria , sembrano proprio il suo ambiente , vale a dire putridume materiale e morale , su cui sorge l ' estremo portato di questa società povera e necessariamente corrotta : la galera . La sezione Mercato ? Ah , già : quella storica , dove Masaniello ha fatto la rivoluzione , dove hanno tagliato il capo a Corradino di Svevia ; sì , sì , ne hanno parlato drammaturghi e poeti . Se ne traversa un lembo , venendo in carrozza , dalla Ferrovia , ma si esce subito alla Marina . Al diavolo la poesia e il dramma ! In sezione Mercato , niuna strada è pulita ; pare che da anni non ci passi mai lo spazzino ; ed è forse la sporcizia di un giorno . Ivi è il Lavinaio , la grande fonte , dove si lavano i cenci luridi della vecchia e povera Napoli : il Lavinaio , che è il grande ruscello , dove il luridume viene a detergersi superficialmente ; tanto che per insultare bonariamente un napoletano , sul proprio napoletanesimo , gli si dice . - Sei proprio del Lavinaio . Nella sezione Mercato , vi sono i sette vicoli della Duchesca , in uno dei quali , ho letto un dispaccio , vi sono stati in un ' ora trenta casi ; vi è il vicolo del Cavalcatoio ; vi è il vicolo di Sant ' Arcangelo a Baiano . Io sono una donna e non posso dirvi che sieno queste strade , poichè ivi l ' abbiezione diventa così profonda , così miseranda , la natura umana si degrada talmente , che vengono alla faccia le fiamme della vergogna . * * * Sventrare Napoli ? Credete che basterà ? Vi lusingate che basteranno tre , quattro strade , attraverso i quartieri popolari , per salvarli ? Vedrete , vedrete , quando gli studi , per questa santa opera di redenzione , saranno compiuti , quale verità fulgidissima risulterà : bisogna rifare . Voi non potrete sicuramente lasciare in piedi le case che sono lesionate dalla umidità , dove al pianterreno vi è il fango e all ' ultimo piano si brucia nell ' estate e si gela nell ' inverno ; dove le scale sono ricettacoli d ' immondizie ; nei cui pozzi , da cui si attinge acqua così penosamente , vanno a cadere tutti i rifiuti umani e tutti gli animali morti ; e che hanno tutto un pot - bouille , una cosidetta vinella , una corticina interna in cui le serve buttano tutto ; il cui sistema di latrine , quando ci sono , resiste a qualunque disinfezione . Voi non potrete lasciare in piedi le case , nelle cui piccole stanze sono agglomerate mai meno di quattro persone , dove vi sono galline e piccioni , gatti sfiancati e cani lebbrosi ; case in cui si cucina in uno stambugio , si mangia nella stanza da letto e si muore nella medesima stanza , dove altri dormono e mangiano , case , i cui sottoscala , pure abitati da gente umana , rassomigliano agli antichi , ora aboliti , carceri criminali della Vicaria , sotto il livello del suolo . Voi non potrete sicuramente lasciare in piedi i cavalcavia che congiungono le case ; nè quelle ignobili costruzioni di legno che si sospendono a certe muraglie di case , nè quei portoncini angusti , nè vicoli ciechi , nè quegli angiporti , nè quei supportici ; voi non potrete lasciare in piedi i fondaci . Voi non potrete lasciare in piedi certe case dove al primo piano è un ' agenzia di pegni , al secondo si affittano camere a studenti , al terzo si fabbricano i fuochi artificiali : certe altre dove al pianterreno vi è un bigliardo , al primo piano un albergo dove si pagano tre soldi per notte , al secondo una raccolta di poverette , al terzo un deposito di cenci . Per distruggere la corruzione materiale e quella morale , per rifare la salute e la coscienza a quella povera gente , per insegnare loro come si vive - essi sanno morire , come avete visto ! - per dir loro che essi sono fratelli nostri , che noi li amiamo efficacemente , che vogliamo salvarli , non basta sventrare Napoli : bisogna quasi tutta rifarla . II QUELLO CHE GUADAGNANO Eppure la gente che abita in questi quattro quartieri popolari , senz ' aria , senza luce , senza igiene , diguazzando nei ruscelli neri , scavalcando monti d ' immondizie , respirando miasmi e bevendo un ' acqua corrotta , non è una gente bestiale , selvaggia , oziosa ; non è tetra nella fede , non è cupa nel vizio , non è collerica nella sventura . Questo popolo , per sua naturale gentilezza , ama le case bianche e le colline : onde il giorno di Ognissanti , quando da Napoli , tutta la gente buona porta corone ai morti , sul colle di Poggioreale , in quel cimitero pieno di fiori , di uccelli , di profumi , di marmi , vi è chi l ' ha intesa gentilmente esclamare : o Gesù , vurria murì , pe sta ccà ! Questo popolo ama i colori allegri , esso che adorna di nappe e nappine i cavalli dei carri , che si adorna di pennacchietti multicolori nei giorni di festa , che porta i fazzoletti scarlatti al collo , che mette un pomodoro sopra un sacco di farina , per ottenere un effetto pittorico e che ha creato un monumento di ottoni scintillanti , di legni dipinti , di limoni fragranti , di bicchieri e di bottiglie , un monumentino che è una festa degli occhi : il banco dell ' acquaiuolo . Questo popolo che ama la musica e la fa , che canta così amorosamente e malinconiosamente , tanto che le sue canzoni dànno uno struggimento al core e sono la più invincibile nostalgia per colui che è lontano , ha una sentimentalità espansiva , che si diffonde nell ' armonia musicale . Non è dunque una razza di animali , che si compiace del suo fango ; non è dunque una razza inferiore che presceglie l ' orrido fra il brutto e cerca volenterosa il sudiciume ; non si merita la sorte che le cose gl ' impongono ; saprebbe apprezzare la civiltà , visto che quella pochina elargitagli , se l ' ha subito assimilata ; meriterebbe di esser felice . * * * Abita laggiù , per forza . È la miseria sua , costituzionale , organica , così intensa , così profonda , che cento Opere Pie non arrivano a debellare , che la carità privata , fluidissima , non arriva a vincere ; non la miseria dell ' ozioso , badate bene , ma la miseria di colui che fatica quattordici ore al giorno . Questo lavoratore , quest ' operaio non può pagare un affitto di casa , che superi le quindici lire il mese : e deve essere un operaio fortunato , vi è chi ne paga dieci , chi ne paga sette , chi ne paga cinque ; questi ultimi formano la grande massa del popolo . Anni fa , una compagnia cooperativa edificò , verso Capodimonte , un falansterio di case operaie , chiare , pulite , strettine , ma infine igieniche : per quanto restringesse i prezzi , non potette dare i suoi appartamentini , a meno di trentaquattro lire al mese . Nessuno operaio vi andò . Vi andarono degli impiegati con le famiglie , qualche pensionato , gli sposetti poveri , insomma una mezza borghesia che vuol nascondere la sua miseria e avere la scaletta di marmo . Quel grandissimo edificio resta lì a far prova della miseria napoletana : anzi , gli scrupolosi e borghesi che vi abitano , punti nel loro presuntuoso amor proprio , da coloro che li accusavano di abitare le case operaie , hanno fatto dipingere a grandi caratteri questa scritta sull ' ingresso maggiore : le case della Cooperativa non sono case operaie . Iscrizione crudele e superba . Trentaquattro lire ? Queste trentaquattro lire un lavoratore napoletano le guadagna in un mese : chi porta una lira di giornata a casa , si stima felice . Le mercedi sono scarsissime , in quasi tutte le professioni , in tutt ' i mestieri . Napoli è il paese dove meno costa l ' opera tipografica ; tutti lo sanno : gli operai tipografi sono pagati un terzo meno degli altri paesi . Quelli che guadagnano cinque lire a Milano , quattro a Roma , ne guadagnano due a Napoli , tanto che è in questo benedetto e infelice paese , dove più facilmente nascono e vivono certi giornaletti poverissimi , che altrove non potrebbero pubblicare neppure tre numeri . I sarti , i calzolai , i muratori , i falegnami sono pagati nella medesima misura ; una lira , venticinque soldi , al più , trenta soldi al giorno per dodici ore di lavoro , talvolta penosissimo . I tagliatori di guanti guadagnano novanta centesimi al giorno . E notate che la gioventù elegante di Napoli , è la meglio vestita d ' Italia : che a Napoli si fanno le più belle scarpe e i più bei mobili economici ; notate che Napoli produce i migliori guanti . Altri mestieri inferiori stabiliscono la mercede a settantacinque centesimi , a dodici soldi , a dieci soldi . Per questo essi non possono pagare più di cinque , sette , dieci lire il mese di pigione e come la miseria incombe , la donna , la moglie , la madre , tutte quelle che hanno già molto partorito , che hanno allattato , tutte quelle che dovrebbero lavorare in casa , cercano lavoro , fuori . Fortunate quelle che trovano un posto alla Fabbrica del tabacco , che sanno lavorare e arrivano ad allogarsi , come sarte , come modiste , come fioraie ! La mercede è miserissima , quindici lire , diciassette , venti lire il mese ; pure sembra loro fortuna . Ma sono poche : tutto il resto della immensa classe povera femminile , si dà alla domesticità . La serva napoletana si alloga per dieci lire il mese , senza pranzo : alla mattina fa due o tre miglia di cammino , dalla casa sua alla casa dei suoi padroni , scende le scale quaranta volte al giorno , cava dal pozzo profondo venti secchi di acqua , compie le fatiche più estenuanti , non mangia per tutta la giornata e alla sera si trascina a casa sua , come un ' ombra affranta . Ve ne sono di quelle che pigliano due mezzi servizi , a sei lire l ' uno e corrono continuamente da una casa all ' altra , continuamente rimproverate per le tardanze . Ne ho conosciuta una , io , si chiamava Annarella , faceva tre case al giorno , a cinque lire : alla sera era inebetita , non mangiava , morta dalla fatica , talvolta non si svestiva , per addormentarsi subito . Queste serve trovano anche il tempo di dar latte a un bimbo , di far la calza , ma sono esseri mostruosi , la pietà è uguale alla ripugnanza che ispirano . Hanno trent ' anni e ne dimostrano cinquanta , sono curve , hanno perso i capelli , hanno i denti gialli e neri , camminano come sciancate , portano un vestito quattro anni , un grembiule sei mesi . Non si lamentano , non piangono : vanno a morire , prima di quarant ' anni , all ' ospedale , di perniciosa , di polmonite , di qualche orrenda malattia . Quante ne avrà portate via il colera ! E tutti gli altri mestieri ambulanti femminili , lavandaie , pettinatrici , stiratrici a giornata , venditrici di spassatiempo , rimpagliatrici di seggiole ( mpagliaseggie ) , mestieri che le espongono a tutte le intemperie , a tutti gli accidenti , a una quantità di malattie , mestieri pesanti o nauseanti , non fanno guadagnare a quelle disgraziate più di dieci soldi , quindici soldi al giorno . Quando guadagnano una lira , le miserelle , fanno economia e si maritano . Sono brutte , è vero : si trascurano , è verissimo : fanno schifo , talvolta . Ma chi tanto ama la plastica , dovrebbe entrare nel segreto di quelle esistenze , che sono un poema di martirio quotidiano , di sacrifici incalcolabili , di fatiche sopportate senza mormorare . Gioventù , bellezza , vestiti ? Ebbero un minuto di bellezza e di gioventù , furono , amate , si sono maritate : dopo , il marito e la miseria , il lavoro e le busse , il travaglio e la fame . Hanno i bimbi e debbono abbandonarli , il più piccolo affidato alla sorellina , e come tutte le altre madri , temono le carrozze , il fuoco , i cani , le cadute . Sono sempre inquiete , agitate , mentre servono . Me ne rammento una : aveva tre figli , un piccolino , specialmente , bellissimo . Il bimbo aveva già due anni ed essa gli dava ancora il latte , non aveva altro da dargli da mangiare : questo bimbetto l ' aspettava , ogni sera , seduto sullo scalino del basso . Diceva il medico dell ' assistenza pubblica : « Levagli il latte , chè ti si ammala . » Ella chinava il capo : non poteva levargli il latte . Si ammalò di tifo , il bimbo ; le morì . Ella mondava le patate , in una cucina , e si lamentava , sottovoce : « figlio mio , figlio mio , io t ' aveva da accidere , io t ' aveva da fa murì ! O che mamma cana che ssò stata ! Figlio mio , e chi m ' aspetta cchiù , la sera , mocc ' a porta ? » Il lavoro dei fanciulli ? Ahimè , le madri sono molto contente , quando un cocchiere signorile vuol prendere per mozzo un fanciullo di dodici anni , dandogli solo da mangiare ; sono molto contente , quando un mastro di bottega lo piglia , facendolo lavorare come un cane e dandogli solo la minestra , la sera ; la pietosa madre gli dà un soldo per la colazione , la mattina . Le sarte , le modiste , le fioraie , le bustaie , prendono per apprendiste delle fanciullette dodicenni , che sono , in realtà , delle piccole serve e che guadagnano cinque soldi la settimana . Ma , per lo più , queste creature restano a casa o nella strada , tutto il giorno . Nelle campagne , il figlio è una gioia , è un soccorso , è una sorgente di agiatezza ; in Napoli rappresenta una cura di più , una pena materna , una sorgente di lagrime e di fame . Ascoltate un poco , quando una operaia napoletana nomina i suoi figli . Dice : le creature , e lo dice con tanta dolcezza malinconica , con tanta materna pietà , con un amore così doloroso , che vi par di conoscere tutta , acutamente , la intensità della miseria napoletana . III QUELLO CHE MANGIANO Un giorno , un industriale napoletano ebbe un ' idea . Sapendo che la pizza è una delle adorazioni cucinarie napoletane , sapendo che la colonia napoletana in Roma è larghissima , pensò di aprire una pizzeria in Roma . Il rame delle casseruole e dei ruoti vi luccicava , il forno vi ardeva sempre ; tutte le pizze vi si trovavano : pizza al pomidoro , pizza con muzzarella e formaggio , pizza con alici e olio , pizza con olio , origano e aglio . Sulle prime la folla vi accorse , poi andò scemando . La pizza , tolta al suo ambiente napoletano , pareva una stonatura e rappresentava una indigestione ; il suo astro impallidì e tramontò , in Roma ; pianta esotica , morì in questa solennità romana . * * * È vero , infatti : la pizza rientra nella larga categoria dei commestibili che costano un soldo , e di cui è formata la colazione o il pranzo , di moltissima parte del popolo napoletano . Il pizzaiuolo che ha bottega , nella notte , fa un gran numero di queste schiacciate rotonde , di una pasta densa , che si brucia , ma non si cuoce , cariche di pomidoro quasi crudo , di aglio , di pepe , di origano : queste pizze in tanti settori da un soldo , sono affidate a un garzone , che le va a vendere in qualche angolo di strada , sovra un banchetto ambulante e lì resta quasi tutto il giorno , con questi settori di pizza che si gelano al freddo , che si ingialliscono al sole , mangiati dalle mosche . Vi sono anche delle fette di due centesimi , pei bimbi che vanno a scuola ; quando la provvista è finita , il pizzaiuolo la rifornisce , sino a notte . Vi sono anche , per la notte , dei garzoni che portano sulla testa un grande scudo convesso di stagno , entro cui stanno queste fette di pizza e girano pei vicoli e dànno un grido speciale , dicendo che la pizza ce l ' hanno col pomidoro e con l ' aglio , con la muzzarella e con le alici salate . Le povere donne sedute sullo scalino del basso , ne comprano e cenano , cioè pranzano , con questo soldo di pizza . Con un soldo , la scelta è abbastanza varia , pel pranzo del popolo napoletano . Dal friggitore si ha un cartoccetto di pesciolini che si chiamano fragaglia e che sono il fondo del paniere dei pescivendoli : dallo stesso friggitore si hanno per un soldo , quattro o cinque panzarotti , vale a dire delle frittelline in cui vi è un pezzetto di carciofo , quando niuno vuol più saperne di carciofi , o un torsolino di cavolo , o un frammentino di alici . Per un soldo , una vecchia dà nove castagne allesse , denudate della prima buccia e nuotanti in un succo rossastro : in questo brodo il popolo napoletano vi bagna il pane e mangia le castagne , come seconda pietanza ; per un soldo , un ' altra vecchia , che si trascina dietro un calderottino in un carroccio , dà due spighe di granturco bollite . Dall ' oste , per un soldo , si può comperare una porzione di scapece ; la scapece è fatta di zucchetti o melanzane fritte nell ' olio e poi condite con aceto , pepe , origano , formaggio , pomidoro , ed è esposta in istrada , in un grande vaso profondo , in cui sta intasata , come una conserva e da cui si taglia con un cucchiaio . Il popolo napoletano porta il suo tozzo di pane , lo divide per metà , e l ' oste vi versa sopra la scapece . Dall ' oste , sempre per un soldo , si compera la spiritosa : la spiritosa è fatta di fette di pastinache gialle , cotte nell ' acqua e poi messe in una salsa forte di aceto , pepe , origano e peperoni . L ' oste sta sulla porta e grida : addorosa , addorosa , ' a spiritosa ! Come è naturale , tutta questa roba è condita in modo piccantissimo , tanto da soddisfare il più atonizzato palato meridionale . * * * Appena ha due soldi , il popolo napoletano compra un piatto di maccheroni cotti e conditi ; tutte le strade dei quartieri popolari , hanno una di queste osterie che installano all ' aria aperta le loro caldaie , dove i maccheroni bollono sempre , i tegami dove bolle il sugo di pomidoro , le montagne di cacio grattato , un cacio piccante che viene da Cotrone . Anzi tutto , quest ' apparato è molto pittoresco , e dei pittori lo hanno dipinto , ed è stato da essi reso lindo e quasi elegante con l ' oste che sembra un pastorello di Watteau ; e nella collezione di fotografie napoletane , che gl ' inglesi comprano , accanto alla monaca di casa , al ladruncolo di fazzoletti , alla famiglia di pidocchiosi , vi è anche il banco del maccaronaro . Questi maccheroni si vendono a piattelli di due e di tre soldi ; e il popolo napoletano li chiama brevemente , dal loro prezzo : nu doie e nu tre . La porzione è piccola e il compratore litiga con l ' oste , perchè vuole un po ' più di sugo , un po ' più di formaggio e un po ' più di maccheroni . Con due soldi si compera un pezzo di polipo bollito nell ' acqua di mare , condito con peperone fortissimo : questo commercio lo fanno le donne , nella strada , con un focolaretto e una piccola pignatta ; con due soldi di maruzze , si hanno le lumache , il brodo e anche un biscotto intriso nel brodo : per due soldi l ' oste , da una grande padella dove friggono confusamente ritagli di grasso di maiale e pezzi di coratella , cipolline , e frammenti di seppia , cava una grossa cucchiaiata di questa miscela e la depone sul pane del compratore , badando bene a che l ' unto caldo e bruno non coli per terra , che vada tutto sulla mollica , perchè il compratore ci tiene . Appena ha tre soldi al giorno per pranzare , il buon popolo napoletano , che è corroso dalla nostalgia familiare , non va più dall ' oste per comperare i commestibili cotti , pranza a casa sua , per terra , sulla soglia del basso , o sopra una sedia sfiancata . Con quattro soldi si compone una grande insalata di pomidori crudi verdastri e di cipolle ; o un ' insalata di patate cotte e di barbabietole , o un ' insalata di broccoli di rape ; o un ' insalata di citrioli freschi . La gente agiata , quella che può disporre di otto soldi al giorno , mangia dei grandi piatti di minestra verde , indivia , foglie di cavolo , cicoria , o tutte queste erbe insieme , la cosidetta minestra maritata ; o una minestra , quando ne è tempo , di zucca gialla con molto pepe ; o una minestra di fagiolini verdi , conditi col pomidoro ; o una minestra di patate cotte nel pomidoro . Ma per lo più compra un rotolo di maccheroni , una pasta nerastra , e di tutte le misure e di tutte le grossezze , che è il raccogliticcio , il fondiccio confuso di tutti i cartoni di pasta , e che si chiama efficacemente monnezzaglia : e la condisce con pomidoro e formaggio . * * * Il popolo napoletano è goloso di frutta : ma non spende mai più di un soldo , alla volta . A Napoli , con un soldo si hanno sei peruzze un po ' bacate , ma non importa : si ha mezzo chilo di fichi , un po ' flosci dal sole : si hanno dieci o dodici di quelle piccole prugne gialle , che pare abbiano l ' aspetto della febbre ; si ha un grappolo di uva nera , si ha un poponcino giallo , piccolo , ammaccato , un po ' fradicio ; dal venditore di melloni , quelli rossi , si hanno due fette , di quelli che sono riusciti male , vale a dire biancastri . Ha anche qualche altra golosità , il popolo napoletano : lo spassatiempo , vale a dire i semi di mellone o di popone , le fave e i ceci cotti nel forno ; con un soldo si rosicchia mezza giornata , la lingua punge e lo stomaco si gonfia , come se avesse mangiato . La massima golosità è il soffritto : dei ritagli di carne di maiale cotti con olio , pomidoro , peperone rosso , condensati , che formano una catasta rossa , bellissima all ' occhio , da cui si tagliano delle fette : costano cinque soldi . In bocca , sembra dinamite . * * * Questionario : Carne in umido ? - Il popolo napoletano non ne mangia mai . Carne arrosto ? - Qualche volta , alla domenica , o nelle grandi feste , ma è di maiale o di agnello . Brodo di carne ? - Il popolo napoletano lo ignora . Vino ? - Alla domenica , qualche volta : l ' asprino , a quattro soldi il litro , o il maraniello a cinque soldi : questo tinge di azzurro la tovaglia . Acqua ! - Sempre : e cattiva . IV GLI ALTARINI Vi meravigliate degli altarini ? Vi scandalizzate della piccola processione di donne scalze e scapigliate , che portano una immagine della Madonna e salmodiano ? La superstizione del popolo napoletano - oh , povera gente che è vissuta così male e con tanta bonarietà , che muore in un modo così miserando , con tanta rassegnazione ! - la superstizione di questo popolo ha fatto una dolorosa impressione a tutti . La credevate cessata la superstizione ? Come potevate crederlo ? Non vi rammentate più nulla , dunque ? Nel colera del 1865 vi furono processioni e pubbliche preghiere ; nel colera del 1867 , più tremendo , più straziante , che veniva dopo la guerra , da tutte le parrocchie uscirono le immagini della Vergine e quelle dei santi protettori , le processioni s ' incontravano per le strade , si mescolavano : era tutto un mistero mediovale e meridionale . Come oggi Umberto di Savoia le ha incontrate , diciassette anni fa , le ha incontrate il gran re Vittorio Emmanuele . Nella spaventosa eruzione del 1872 , per tre giorni di seguito una lava ha minacciato Napoli : le popolane sono andate al Duomo per avere la testa di san Gennaro : la volevano portare in giro , per far arrestare la lava . Per un momento i nobili custodi delle reliquie e i canonici della cattedrale , non la dettero loro . Al quarto giorno non uscì il sole ; una nuvola fittissima di cenere copriva Napoli , cominciava a piovere cenere , come a Pompei ; le popolane , in tutti i quartieri , fecero delle processioni , piangendo , gridando in una tenebra lugubre . Nel colera del 1873 , più mite certo , ma sempre vivissimo , nei quattro quartieri popolari , fu portata in processione la Madonna dell ' Aiuto ai Banchi Nuovi , la Madonna di Portosalvo a Porto , il Gesù alla Colonna , della chiesa nel vicolo dell ' Università . O che memoria labile abbiamo tutti ! E la vita quotidiana ? Solo a guardarsi attorno , a osservare quello che accade , anche superficialmente , nessuno poteva lusingarsi che la esaltazione religiosa del popolo napoletano fosse cessata . Di questi altarini , con un paio di ceri innanzi , ve ne sono ad ogni angolo di strada , nei quartieri popolari , in certe tali feste . Li fanno i bimbi è vero : ma le madri sorvegliano , le sorelle grandi chiedono l ' obolo ai passanti , un po ' ridendo , un po ' pregando . Per le feste più grandi , con lampioncini alla Ottino e festoni variopinti , il popolino si quota per un anno , e un vicolo la vuol vincere sull ' altro : accadono risse , corrono coltellate per questa emulazione . Queste emulazioni sono pittoresche e fanno andare in estasi gli artisti - razza di egoisti - che se ne stanno immersi nella contemplazione del loro Buddha , che è l ' arte . Ancora : quando una donna si salva da una grande infermità , per ringraziare Dio , scioglie il voto di andare cercando l ' elemosina , per tutte le case del suo quartiere ; sale , scende , con le gambe malferme , con la faccia scialba , ricevendo rifiuti secchi e porte battute in faccia . Non importa , bisogna sopportare , è il voto . Tutto quello che raccoglie , va alla chiesa . Quando un bimbo è malato , lo votano a san Francesco : quando risana , lo vestono da monacello , con una tonaca grossolana , col cordone , coi piedini nudi nei sandali , con la chierichetta rasa . Chi non ne ha incontrati , nei quartieri popolari ? * * * Del miracolo di san Gennaro , fate le alte meraviglie ? Quelle vecchie abitanti del Molo che si pretendono sue discendenti , che invadono l ' altare maggiore , che non lasciano accostarsi nessuno , gridano il Credo , mentre si attende il miracolo , e ogni volta che ricominciano , alzano il tono , sino all ' urlo , che si dimenano come ossesse , che lo gratificano di vecchio dispettoso , vecchio impertinente , faccia verde ; vi stupiscono ? Vi è il piede di sant ' Anna che si mette sul ventre delle partorienti , che non possono procreare il figlio ; vi è l ' olio che arde nella lampada , innanzi al corpo di san Giacomo della Marca , nella chiesa di Santa Maria la Nuova , che fa guarire i mali di testa ; vi è il Crocifisso del Carmine che ha fatto sangue dalle piaghe ; vi è il bastone di san Pietro che si venera nella chiesa sotterranea di Sant ' Aspreno , primo vescovo di Napoli , ai Mercanti ; vi è l ' acqua benedetta di San Biagio ai Librai che guarisce il mal di gola ; vi sono le panelle , pagnottine di pane benedette di San Nicola di Bari , che buttate in aria , nel temporale , scampano dalle folgori . Vi sono centinaia di ossicini , di pezzetti di velo , di pezzetti di vestito , di frammenti di legno , che sono reliquie . Ogni napoletana porta al collo o sospeso alla cintura , o ha sotto il cuscino , un sacchettino di reliquie , di preghiere stampate : questo sacchettino si attacca alle fasce del bimbo , appena nato . Credete che al napoletano basti la Madonna del Carmine ? Io ho contati duecentocinquanta appellativi alla Vergine , e non sono tutti . Quattro o cinque tengono il primato . Quando una napoletana è ammalata o corre un grave pericolo , uno dei suoi , si vota a una di queste Madonne . Dopo scioglie il voto , portandone il vestito , un abito nuovo , benedetto in chiesa , che non si deve smettere , se non quando è logoro . Per l ' Addolorata il vestito è nero , coi nastri bianchi ; per la Madonna del Carmine , è color pulce coi nastri bianchi ; per l ' Immacolata Concezione , bianco coi nastri azzurri ; per la Madonna della Saletta , bianco coi nastri rosa . Quando non hanno i danari per farsi il vestito , si fanno il grembiule ; quando mancano di sciogliere il voto , aspettano delle sventure in casa . E il sacro si mescola al profano . Per aver marito , bisogna fare la novena a san Giovanni , nove sere , a mezzanotte , fuori un balcone , e pregare con certe antifone speciali . Se si ha questo coraggio , alla nona sera si vede una trave di fuoco attraversare il cielo , sopra vi danza Salomè , la ballerina maledetta : la voce che si ode , subito dopo , pronunzia il nome del marito . Anche san Pasquale è protettore delle ragazze da marito e bisogna dirgli per nove sere l ' antifona : O beato san Pasquale - mandatemi un marito - bello , rosso , colorito - come voi tale e quale - o beato san Pasquale ! - Anche san Pantaleone protegge le ragazze , ma in diverso modo : dà loro i numeri del lotto , perchè si facciano la dote , e si possano maritare . Nove sere bisogna pregarlo , a mezzanotte , in una stanza , stando sola , col balcone aperto e la porta aperta , e dopo gli Ave e i Pater dirgli questa antifona : san Pantaleone mio - per la vostra castità - per la mia verginità - datemi i numeri , per carità ! Alla nona sera si ode un passo , è il santo che viene , si odono dei colpi , sono i numeri che dà . Alla quarta o quinta sera di questi strani riti , le ragazze sono tanto esaltate , che hanno delle allucinazioni e cadono in convulsioni . Alcune affermano di aver visto e di aver udito qualche cosa , alla nona sera : ma che mancò loro la fede e il miracolo non è riuscito . Tutte le superstizioni sparse pel mondo , sono raccolte in Napoli e ingrandite , moltiplicate . Noi crediamo tutti quanti alla jettatura . Non parliamo dell ' olio sparso , dello specchio rotto , del cucchiaio in croce col coltello , della sottana posta alla rovescia che porta sfortuna , dei soldi mercati ( gobbi ) , dei ragni , degli scorpioni , della gallina : superstizioni vecchie , chi se ne occupa ? I napoletani credono ancora alle sibille : vi è una Chiara Stella alle Cento Strade , verso il Corso Vittorio Emmanuele , vi è una siè Grazia al Vicolo Mezzocannone , famosissime ; e molte altre minori . Si compensano cinquanta centesimi , due lire , cinque lire . I napoletani credono agli spiriti . Lo spirito familiare napoletano che circola in tutte le case , è il monaciello , un bimbetto vestito di bianco quando porta fortuna , vestito di rosso , quando porta sventura . Una quantità di gente mi ha affermato di averlo visto . In piena Napoli , alla salita di Santa Teresa , una bellissima palazzina non si affitta mai : per vent ' anni l ' ho vista chiusa , poichè è abitata dagli spiriti . Il napoletano crede agli spiriti che dànno i numeri , crede agli assistiti : gli assistiti sono una razza di gente stranissima , alcuni in buona fede , alcuni scrocconi , che mangiano poco , bevono acqua , parlano per enigmi , digiunano prima di andare a letto e hanno le visioni . Vivono alle spalle dei giuocatori : non giuocano mai . Talvolta i giuocatori delusi bastonano l ' assistito , poi gli chiedono perdono . Anche i monaci hanno le visioni . Ve n ' era uno famoso , a Marano presso Napoli : vi andava la gente in pellegrinaggio . Un altro giovane , era al convento di San Martino : anche famoso . Talvolta i giuocatori sequestrano il monaco , lo battono , lo torturano . Uno ne morì . Prima di spirare , pronunziò dei numeri : li giuocarono , uscirono , mezza Napoli vinse al lotto , poichè un giornale aveva riportati questi numeri . Il popolo napoletano , specialmente le donne , crede alla stregoneria . La fattura trova apostoli ferventi : le fattucchiere , o streghe , abbondano . Una moglie vuole che suo marito , che va lontano , le resti fedele ? La strega le dà una cordicella a nodi , bisogna cucirla nella fodera della giacchetta del marito . Si vuole avere l ' amore di un uomo ? La fattucchiera brucia una ciocca di capelli vostri , ne fa una polverina , con certi ingredienti : bisogna farla bere nel vino , all ' uomo indifferente . Si vuol vincere un processo ? Bisogna legare , moralmente , la lingua dell ' avvocato contrario : fare quindici nodi ad una cordicella , chiamare il diavolo , uno scongiuro terribile . Si vuol far morire un amante infedele ? Bisogna colmare un pignattino di erbe velenose , metterle a bollire innanzi alla sua porta , nell ' ora di mezzanotte . Si vuol far morire una donna , una rivale ? Bisogna conficcare in un limone fresco tanti spilli che formino un disegnino della sua persona , e attaccarvi un brano del vestito della rivale e infine buttare , questo limone , nel suo pozzo . La fattura ha uno sviluppo larghissimo ; letteratura strana , talvolta ignobile , di scongiuri , e di preghiere ; ha una classificazione , per le anime timide e per le anime audaci : ha una diffusione in tutti i quartieri ; ha un soccorso per tutte le necessità sentimentali e brutali , per tutti i desideri gentili e cruenti . Ecco tutto . Cioè , non è tutto . Esagerate venti volte quello che vi ho detto : forse , non sarete nel vero . Questo guazzabuglio di fede e di errore , di misticismo e di sensualità , questo culto esterno così pagano , questa idolatria , vi spaventano ? Vi dolete di queste cose , degne dei selvaggi ? E chi ha fatto nulla per la coscienza del popolo napoletano ? Quali ammaestramenti , quali parole , quali esempi , si è pensato di dare a questa gente così espansiva , così facile a conquidere , così naturalmente entusiasta ? In verità , dalla miseria profonda della sua vita reale , essa non ha avuto altro conforto che nelle illusioni della propria fantasia : e altro rifugio che in Dio . V IL LOTTO Ebbene , a questo popolo eccezionalmente meridionale , nel cui sangue s ' incrociano e si fondono tante gentili , poetiche , ardenti eredità etrusche , arabe , saracene , normanne , spagnuole , per cui questo ricco sangue napoletano si arroventa nell ' odio , brucia nell ' amore e si consuma nel sogno : a questa gente in cui l ' immaginazione è la potenza dell ' anima più alta , più alacre , inesauribile , una grande fantasticheria deve essere concessa . È gente umile , bonaria , che sarebbe felice per poco e invece non ha nulla per essere felice ; che , sopporta con dolcezza , con pazienza , la miseria , la fame quotidiana , l ' indifferenza di coloro che dovrebbero amarla , l ' abbandono di coloro che dovrebbero sollevarla . Felice per l ' esistenza all ' aria aperta , eredità orientale , non ha aria ; innamorata del sole , non ha sole ; appassionata di colori gai , vive nella tetraggine ; per la memoria della bella civiltà anteriore , greca , essa ama i bianchi portici che si disegnano sull ' azzurro , e invece le tane dove abita questa gente , non sembrano fatte per gli umani , e dei frutti della terra , essa ha i peggiori , quelli che in campagna si dànno ai maiali ; e vi sono vivande che non assaggia mai . Ebbene , il popolo napoletano rifà ogni settimana il suo grande sogno di felicità , vive per sei giorni in una speranza crescente , invadente , che si allarga , si allarga , esce dai confini della vita reale : per sei giorni , il popolo napoletano sogna il suo grande sogno , dove sono tutte le cose di cui è privato , una casa pulita , dell ' aria salubre e fresca , un bel raggio di sole caldo per terra , un letto bianco e alto , un comò lucido , i maccheroni e la carne ogni giorno , e il litro di vino , e la culla pel bimbo e la biancheria per la moglie e il cappello nuovo per il marito . Tutte queste cose che la vita reale non gli può dare , che non gli darà mai , esso le ha , nella sua immaginazione , dalla domenica al sabato seguente ; e ne parla e ne è sicuro , e i progetti si sviluppano , diventano quasi quasi una realtà , e per essi marito e moglie litigano o si abbracciano . Alle quattro del pomeriggio , nel sabato , la delusione è profonda , la desolazione non ha limiti : ma alla domenica mattina , la fantasia si rialza , rinfrancata , il sogno settimanale ricomincia . Il lotto , il lotto è il largo sogno , che consola la fantasia napoletana : è l ' idea fissa di quei cervelli infuocati ; è la grande visione felice che appaga la gente oppressa ; è la vasta allucinazione che si prende le anime . * * * Ed è contagiosa questa malattia dello spirito : un contagio sottile e infallibile , inevitabile , la cui forza di diffusione non si può calcolare . Dal portinaio ciabattino che sta seduto al suo banchetto innanzi al portoncino , il contagio del lotto si comunica alla povera cucitrice che viene a portargli le scarpe vecchie da risuolare ; da costei passa al suo innamorato , un garzone di cantina ; costui lo porta all ' oste che lo dà a tutti gli avventori , i quali lo seminano nelle case , nelle officine , nelle altre osterie , fino nelle chiese . La serva del quinto piano , a destra , giuoca , sperando di non far più la serva ; ma tutte le serve , di tutti i piani , giuocano , tanto la cameriera del primo che ha le trenta lire al mese , quanto la vajassa del sesto , che ne prende otto , con la dolce speranza di uscir dal servizio , così duro ; e si comunicano i loro numeri , fanno combriccola sui pianerottoli , se li dicono dalle finestre , se li telegrafano a segni . La venditrice di frutta , che sta sotto il sole e sotto la pioggia , giuoca , e dal suo angolo di strada , in giù , la moglie del sarto , che cuce sulla porta , la moglie dello stagnino affogata dal fetore del piombo , la lavandaia che sta tutto il giorno con le mani nella saponata , la venditrice di castagne che si brucia la faccia e le mani al vapore e al calore del fornello , la venditrice di noci che ha le mani nere sino ai polsi per l ' acido gallico , tutte queste donne credono nel lotto , giuocano fedelmente , ardentemente , al lotto . Nella stanza stretta , dove otto o dieci ragazze lavorano da sarte , e il bimbo della sarta dorme nella culla e in un angolo frigge il lardo nel tegame sul focolare , una dà i numeri , una seconda ne ha degli altri , la maesta sa i veri , tutte costoro giuocano . Le pettinatrici del popolo , le cosidette capere , dal grembiule arrotolato attorno alla cintura , dalla testa scapigliata , dalle mani unte , che pettinano per un soldo al giorno , portano in giro i numeri alle loro clienti , ne ricevono in cambio degli altri , sono il gran portavoce dei numeri . In tutte le officine dove gli operai napoletani sono riuniti a un lavoro lunghissimo , così male retribuito , il lotto mette radici profonde ; in tutte le scuole popolari giuocano le maestre e giuocano le alunne grandicelle , in comitiva , riunendo i soldi della colazione . Dove sono riunite , a vivere di peccato , le disgraziate donne di cui Napoli ha così grande copia , il lotto è una delle più grandi speranze : speranza di redenzione . * * * Ma non credete che il male rimanga nelle classi popolari . No , no , esso ascende , assale le classi medie , s ' intromette in tutte le borghesie , in tutti i commerci , arriva sino all ' aristocrazia . Dove vi è un vero bisogno tenuto segreto , dove vi è uno spostamento che nulla vale a riequilibrare , dove vi è una rovina finanziaria celata ma imminente , dove vi è un desiderio che ha tutte le condizioni dell ' impossibilità , dove la durezza nascosta della vita più si fa sentire , e dove solo il danaro può esser rimedio , ivi il giuoco del lotto prende possesso , domina . Segretamente , giuocano tutte le ragazze da marito che non hanno un soldo di dote ; giuocano tutti i numerosi impiegati al Municipio , alle Banche , all ' Intendenza , al Dazio Consumo ; tutti i pensionati che non possono vivere con la pensione e che non avendo nulla da fare fanno la cabala , studiano la scienza negromantica del lotto , giuocano disperatamente e hanno sempre il libretto in pegno ; tutti i commessi di negozio , che guadagnano quaranta lire al mese , sanno i numeri certi e li giuocano ogni settimana . Grande reddito , al lotto , lo dànno i magistrati : pagati miserevolmente , essi che rappresentano la più grande equità morale , esposti a tentazioni che respingono con una inflessibilità degna di maggior premio , provvisti di molti figli , rovinati dai traslocamenti , la loro debolezza , la loro speranza consiste nel lotto . I piccoli commercianti che si dibattono continuamente con le cambiali e fanno una lotta quotidiana col fallimento , finiscono per aggrapparsi a questa tavola così incerta del lotto ; i grandi giuocatori di borsa , che vivono sopra il taglio di un rasoio e son capaci di ballarvi sopra un waltzer , a furia di febbre del giuoco , assaggiano volentieri la speranza del lotto . Tutti questi sintomi del male saliente alle classi dirigenti , mi constano , per aver visto , udito , compreso e intuìto . Le signore dell ' aristocrazia giuocano , un po ' per burletta , un po ' con la speranza di un nuovo braccialetto , un po ' per l ' oppressione di una nota di sarta che il marito non salderà mai . Anche quelli che dovrebbero esserne salvi , perchè abituati al male , perchè ci stanno sempre in mezzo , gli impiegati dei banchi - lotto , i postieri , non possono resistere alla tentazione . Onde , alle quattro del sabato , tutti quelli che sono più ammalati , non possono più aspettare , e si recano all ' Impresa , in una stretta strada fra la via Pignatelli e la via di Santa Chiara , per assistere alla estrazione dei numeri . Ma tutte le serve , le venditrici , le operaie e gli operai , le ragazze e gl ' impiegati non possono muoversi di dove sono . E allora un monello parte , va al più vicino posto del lotto e prende i numeri : tutti aspettano . Le persone più franche si fanno sulla porta e alle finestre , le vergognose restano dentro , tendendo l ' orecchio . Il ragazzo torna correndo , affannato , si pianta alla bocca del vicolo e grida i numeri , con voce stentorea : " Vintiquatto ! " " Sissantanove ! " " Quarantanoie ! " " Otto ! " " Sittantacinche ! " Silenzio universale : tutti impallidiscono . * * * Ma come tutti i sogni troppo pronunziati , il lotto conduce alla inazione ed all ' ozio : come tutte le visioni , esso porta alla falsità e alla menzogna ; come tutte le allucinazioni , esso conduce alla crudeltà e alla ferocia ; come tutti i rimedi fittizi che nascono dalla miseria , esso produce miseria , degradazione , delitto . Il popolo napoletano , che è sobrio , non si corrompe per l ' acquavite , non muore di delirium tremens ; esso si corrompe e muore pel lotto . Il lotto è l ' acquavite di Napoli . VI ANCORA IL LOTTO Il lotto ha una prima forma letteraria , rudimentale , analfabeta , fondata sulla tradizione orale come certe fiabe e certe leggende . Tutti i napoletani che non sanno leggere , vecchi , bimbi , donne , specialmente le donne , conoscono la smorfia , ossia la Chiave dei sogni a memoria e ne fanno speditamente l ' applicazione a qualunque sogno o a qualunque cosa della vita reale . Avete sognato un morto ? - quarantasette - ma parlava - allora quarantotto - e piangeva - sessantacinque - il che vi ha fatto paura - novanta . Un giovinotto ha una coltellata da una donna ? - diciassette , la disgrazia - diciotto , il sangue - quarantuno , il coltello - novanta , il popolo . Cade una casseruola dal suo chiodo , ammala un bimbo , fugge un cavallo , compare un grosso sorcio : numeri , subito . Tutti gli avvenimenti , grandi e piccoli , sono considerati come una misteriosa sorgente di guadagno . Muore una fanciulletta di tifo ; la madre giuoca i numeri , escono , ella esclama : m ' ha fatte bbene pure murenne ! Una moglie parla dell ' amore che le portava suo marito , che è morto ; poi soggiunge malinconicamente , che se questo amore fosse stato grande , egli le sarebbe comparso in sogno , per darle i numeri ; e se n ' è scordato , è un ingrato , poichè egli lo sa che essa è poveretta e dovrebbe aiutarla . Salvatore Daniele squarta la Gazzarra : biglietto ; il popolo dice : chella è mmorta , mo , almeno ce refrescasse a nnuie , che simmo vive . Salvatore Misdea ammazza sette soldati : biglietto . La legge ammazza Misdea : biglietto . Su le porte , nei bassi , alle cantonate , i numeri sono discussi da comitati e sottocomitati ; il biglietto è stabilito . Non esce : avevano sbagliato , dovevano mettere questo numero e quest ' altro , che sono usciti . Questa scienza della smorfia è così profonda , così abituale , che per dare del pazzo a qualcuno si dice : è nu vintiroie ( ventidue , matto ) , e crescendo man mano la collera , tutte le ingiurie avendo un numero relativo , si dicono in gergo del lotto . Una donna dà un pugno ad un ' altra , e le rompe la faccia ; davanti al giudice , si scolpa , dicendo : m ' ha chiammata sittantotto ; il giudice deve prendere la smorfia e vedere a che corrisponde di oltraggioso quel numero . * * * La cabala esiste più per le classi superiori che per le inferiori : ma essa vi discende . Certo , nel popolo non si comprano giornali cabalistici , settimanali , dagli strani titoli : il Vero amico , il Tesoro , il Fulmine , il Corno d ' abbondanza , che costano dieci lire all ' anno di abbonamento , compilati da una redazione ignota ; nè il popolo corrisponde con quei professori di matematica che abitano al vico Nocelle dodici , o a San Liborio , quarantotto , o a vico Zuroli , tre , e che dànno , nelle quarte pagine , la fortuna a chi paga le dieci lire . Ma qualche cosa vi trapela : il tal signore sa i numeri , lo aspettano nella strada , gli mettono in mano un paio di lire e quello si contenta : è un piccolo affare . L ' assistito ( dagli spiriti ) è un cancro che rode le famiglie borghesi , un convulsionario pallido che mangia molto , che finge di avere o ha delle allucinazioni , che non lavora , che parla per enigmi , che fa credere a delle macerazioni crudeli e che vive alle spalle di coloro che lo venerano . Ma , dalla casa borghese , per mezzo della cameriera , del servo , della lavandaia , la reputazione dell ' assistito arriva nel popolo ; e l ' assistito vi estende la sua azione mistica , vi raccoglie dei guadagni piccoli , ma insperati , vi fa degli adepti e finisce per camminare nelle vie , circondato sempre da quattro o cinque persone , che lo corteggiano e studiano tutte le sue parole . * * * Ma il grande aiutatore del popolo , la provvidenza del popolo , la sua fede , la sua credenza incrollabile , è il monaco . Il monaco sa i numeri : questo è il domma . Se non li dice , è perchè il Signore gli ha proibito di aiutare i peccatori ; se li dice , e non escono , è perchè nel giuocatore è mancata la vera fede ; se li dice e vengon fuori , la novella si spande in un minuto , il povero monaco diventa afflitto da una popolarità pericolosa . È come l ' artista che ha fatto un capolavoro : guai se non continua a farne , egli è perduto . Il monaco che ha solamente fatto prendere un ambo , ha speranza di viver quieto : ma colui che ha dato tre numeri e sono usciti tutti tre , stia in guardia . Cercheranno di sedurlo in tutti i modi , coi doni , coi regali di denaro , con le offerte , con le messe , con le elemosine ; lo faranno pregare dai bimbi , dalle donne , dalle nonne vecchie ; l ' aspetteranno in istrada , alla porta della chiesa , presso il confessionale , alla porta del convento ; andranno a raccomandarsi a sua madre , a suo fratello , a sua zia ; lo assedieranno mattina e sera ; lo bastoneranno ; lo sequestreranno , torturandolo ; lo lasceranno morire di fame , perchè almeno in agonia dia i numeri . Sono cose accadute . Spesso , per salvarsi , un monaco si fa mandare da un paese all ' altro , dal suo superiore ; scompare , il popolo dice che se lo ha portato via la Madonna . * * * Il popolo napoletano giuoca per quanto più ha denaro . Per quanto sia povero , trova sempre sei soldi , mezza lira , al sabato , da giuocare ; ricorre a tutti gli espedienti , inventa , cerca , finisce per trovare . La sua massima miseria non consiste nel dire che non ha pranzato , consiste nel dire : Nun , m ' aggio potuto jucà manco nu viglietto ; chi ascolta , ne resta spaventato . Fra il venerdì sera e il sabato mattino , è tutto un agitarsi di gente che vuol giuocare e che non ha denaro ; gli operai si fanno anticipare una giornata , le serve rubano orrendamente sulla spesa , i mendicanti nelle vie crescono smisuratamente dal venerdì al sabato , quello che si può ancora vendere , si vende , quello che si può impegnare , si impegna . Anzitutto vi sono i biglietti popolari da giuocare , quelli che si giuocano sempre , perchè è una tradizione , perchè è un obbligo , perchè non se ne può fare a meno : l ' ambo famoso , sei e ventidue ; il terno famoso , cinque , ventotto , e ottantuno ; il terno della Madonna , otto , tredici e ottantaquattro . Questi terni , per fortuna del governo , non escono che ogni venti anni : quando è uscito , dopo moltissimi anni di attesa , l ' ambo sei e ventidue , il governo ha pagato due milioni di piccole vincite , di cinque e di dieci lire l ' una ; e tutta Napoli si è coperta di tavolelle , vale a dire che tutti hanno pranzato o cenato con la vincita , per ricominciare a giuocare , la settimana dopo , con maggior ardore . E ognuno ha il suo biglietto speciale , che gioca ogni settimana , da anni ed anni , con una fede che mai non crolla : un lustrascarpe ne giuocava uno da trent ' anni e glielo aveva lasciato in eredità suo padre , morendo , insieme con la cassetta per lustrare ; erano usciti degli ambi , tre o quattro volte , in trent ' anni ; il terno , mai . Un portinaio ne giuocò uno , per quarantacinque anni , senza prender mai nulla : la prima settimana che per un caso singolare , se ne scordò , il terno uscì - il portinaio morì di dolore . E vi è sempre il biglietto del grande avvenimento , rissa o suicidio , revolverata o veleno ; e infine vi è il biglietto cabalistico , quello strappato all ' assistito o al monaco . Questi quattro biglietti bisogna giuocarli a ogni modo ; rappresentano una media variabile da cinquanta centesimi a due lire la settimana . Quando il napoletano non ha più che due soldi , li va a giuocare al gioco piccolo , o lotto clandestino . * * * Per lo più le mezzane di questa grande frode , sono le donne . Una di queste , sudicia , lacera , porta in una lunga tasca , sotto la gonnella , un registro : viene il giuocatore o la giocatrice , deposita due soldi e dice i numeri : in cambio ha un pezzetto di carta sporca , dove sono scritti col lapis i numeri e la promessa , invariabile : uno scudo l ' ambo ... quaranta scudi il terno . La donna compie il suo giro nel quartiere , tutti la conoscono , tutti sanno che mestiere fa , tutti l ' aspettano : denunziarla ? Nessuno l ' oserebbe , è una benefattrice . Questi introiti sono larghi naturalmente ; a furia di due soldi si arriva a centinaia e centinaia di lire : i tenitori di gioco piccolo arricchiscono quasi tutti . Alla Riviera s ' incontrano degli equipaggi di ricchi borghesi , arrivati a questa ricchezza col lotto clandestino ; si conoscono perfettamente le persone , ma esse non compaiono , hanno i loro agenti . Il popolano ha una cieca fede in questi tenitori di gioco piccolo : ma bene spesso , nel pomeriggio del sabato , se il tenitore ha da pagare molte vincite , si affretta a sparire , con tutti i suoi registri , e non paga nessuno . Che importa ? La settimana appresso un ' altra donna ricomincia il suo giro e la gente ci capita di nuovo , come attratta , invincibilmente . Che delizia per chi giuoca e per chi prende i quattrini , frodare il governo ! Ogni tanto la questura arresta quattro o cinque di questi agenti , di queste mezzane , essi sono condannati al carcere , alla multa ; che importa ? Scontano la pena , pagano la multa , escono , ricominciano da capo , con più ardore . Vi è chi è stato condannato cinque volte per gioco piccolo : e ha un palazzo , e si lagna della persecuzione del governo , e la sua condanna la chiama na disgrazia . L ' aver messo il biglietto a due soldi , non è valso a nulla , pel governo : la frode ha continuato , più fiorente , appoggiata su questa grande allucinazione . * * * Ora la statistica porta : che nei giorni di giovedì , venerdì e sabato , avvengono maggiori furti domestici ; che in questi tre giorni si fanno più pegni al Monte di Pietà , che in questi tre giorni le agenzie private di pegni , sono affollatissime ; che in questi tre giorni , ma specialmente nel pomeriggio del sabato , avvengono maggiori risse ; che infine le cose più brutte , più laide , più ignobili e più violente avvengono in questo fatale periodo , e che in questi giorni il popolo napoletano si mette nelle mani dell ' usura : il vero cancro , di cui muore . VII L ' USURA Una povera donna che ha bisogno di cinque lire per pagare il padrone di casa , va a cercarle in prestito da donna Carmela , che dà il denaro cu a credenza . Prima di andarci , esita molto , ha paura e vergogna , ma visto che non può fare diversamente si decide . Donna Carmela è una donna grassa e grossa che esercita per lo più una professione di lusso , rammenda merletti , trapuntisce le grandi coltri di bambagia che si usano in Napoli , d ' inverno ricama in oro sul velluto : infine una professione per la forma , che lascia godere di lunghi ozii ; ma la sua vera professione è il prestar quattrini alla povera gente . Donna Carmela è verbosa e affettuosa in questo primo colloquio con la povera donna : la rincora , la compatisce , se occorre , le confessa di essere stata egualmente alle strette , e la manda via , tutta racconsolata , con le cinque lire , - vale a dire con quattro lire e mezzo . Il prestito è fatto per otto giorni , l ' interesse è di due soldi per lira . Si paga anticipato : quindi , sulle cinque lire , la povera donna lascia cinquanta centesimi . Gli otto giorni passano , le cinque lire da restituire la povera donna non le ha , allora , tutta rossa di vergogna , prega donna Carmela di contentarsi di un ' altra settimana d ' interesse , cinquanta centesimi : donna Carmela non dice nulla e intasca i dieci soldi . Così passano quattro , cinque , fino a dieci settimane , senza che la povera donna abbia mai potuto riunire le cinque lire : e ogni lunedì le tocca pagare l ' interesse del dieci per cento per settimana , e dopo la quinta settimana donna Carmela è diventata una iena , bisogna pregarla perchè non gridi , perchè non faccia delle scene , essa vuole il suo denaro , vuole il sangue suo , l ' interesse non le serve , le servono i quattrini del capitale . Sulla soglia delle porte , alle porte delle officine , ogni sabato , ogni lunedì , si ode la voce irosa di donna Carmela : essa , dal mattino , è in giro per esigere , ricoglie , e fa tremare uomini e donne , con il suo tòno alto e imperioso . In un posto ha da esigere una lira , in un altro due , in un altro cinque : e non osano ribellarsi a lei , non avendo da pagarla , non osano ribellarsi , potendo aver sempre bisogno di lei . Quella donna grassa è implacabile : sa la sua potenza : se una serva non paga , essa minaccia di fare uno scandalo con la padrona , se una donna non paga , essa minaccia di dirlo al marito , se un operaio non paga , essa sa l ' indirizzo del capo officina , e cui va a denunciarlo . Ella è astuta e cauta , audace e sboccata : ella resta sempre nella posizione di una benefattrice , a cui codesti ingrati rodono le fibre e bevono il sangue . E infatti nessuno le dà una coltellata , nessuno la bastona , nessuno la insulta , e quel che è più forte ancora , nessuno ha il coraggio di negarle i quattrini : l ' onestà del popolo napoletano non è neppur capace di truffare una usuraia . Non le danno neppure torto nelle sue escandescenze : e cercano sempre di mansuefarla . Quando una povera donna napoletana ha bisogno di un grembiule , di un vestito , di un fazzoletto da collo , di un paio di camicie , non avendo quattrini per comperarle , si decide ad andare da donna Raffaela che dà la robba cu a credenza . Quest ' altra usuraia prende , a basso prezzo , tela e percallo e fazzoletti di cotone dai negozi : e li rivende alla povera gente . Ogni oggetto , naturalmente , è pagato molto più caro del suo valore : primo guadagno . Poi , come all ' altra usuraia , bisogna pagare l ' interesse del dieci per cento alla settimana , sulla somma . Questi debiti , complicati continuamente , pesano sulla esistenza delle povere donne , per mesi e mesi : talchè , molto spesso , il grembiule si è consumato , la veste è lacera , le camicie sono bucate , e la povera donna ne ha pagato tre volte il valore , e il debito rimane uguale : donna Raffaela è furibonda , ella grida come una energumena , vuole strappare dal collo della donna il fazzoletto che le ha venduto , vuole sciogliere dai fianchi il grembiule e va gridando : Chesta è robba mia ! T ' aie arrobbato lu sango mio ! Come l ' altra , ella finisce per incassare quattro o cinque volte il capitale ; come l ' altra , ella è necessaria alla povera gente , la quale non reagisce mai contro queste violenze ; come l ' altra , ella non arrischia mai che piccoli capitali , preferendo di far piccoli e molti affari , dove non vi sono rischi , a grossi affari che offrono sempre dei pericoli . Le agenzie private di pegni rappresentano l ' usura organizzata in modo legale . Queste agenzie non sono succursali del Monte di Pietà , che debbano conformarsi alle tariffe del grande istituto di misericordia ; ma sono speculazioni debitamente autorizzate e viventi con capitali proprii . Per lo più sono esercitate da donne , profondamente sottili nella loro volgarità , nella loro ignoranza , e vengono messe su con pochi capitali . Anzitutto , in queste agenzie , l ' oggetto è deprezzato vilmente , specie se non è oro : e il primo guadagno è su questo . Vi si paga un fantastico diritto di registro , poi un tanto per la cartella , poi l ' interesse anticipato per un mese , tutto questo così complicato , così bene salvaguardato , così apparentemente legale , che queste agenzie esigono il cinque per cento d ' interesse al mese , senza che nessuno abbia il diritto di lagnarsi . So di una moglie di impiegato che dovette impegnare il suo unico vestito di seta , il vestito delle nozze , che era costato duecentocinquanta lire , in una di queste agenzie , tenuta da una grossa donna Gabriela : n ' ebbe trentasei lire , di cui ritirò soltanto trent ' una , lasciandone cinque per interesse , per la cartella ed il diritto di registro . Per sei mesi , tremando che non le vendessero il suo vestito e non avendo le trentasei lire , le toccò pagare , ogni mese , cinque lire , vale a dire che restituì i quattrini presi : al settimo non ebbe neppure quelle cinque lire ed il vestito fu venduto . Accorse , per vedere di prendere il di più , poichè il vestito era nuovo , e si era dovuto vendere bene : invece era stato liberato per trenta lire ; almeno così apparve dal libro . Ebbe poi il piacere d ' incontrare donna Gabriela al teatro col suo vestito indosso e carico di oro e di gioielli , ricomprati dall ' agenzia . Poichè molte di queste amano di sovraccaricarsi degli oggetti che hanno in deposito , e più di una popolana vede passare l ' impegnatrice che va alla passeggiata , portando al collo il laccetto d ' oro che ella ha dovuto impegnare , alle orecchie gli orecchini di una vicina , e sulle spalle il mantello di velluto della signora del terzo piano : e dietro le porte , dietro le finestre , quando l ' impegnatrice passa , vi sono dei sospiri repressi , delle lagrime inghiottite , dei pallori subitanei : l ' impegnatrice sembra un idolo indiano a cui si sacrifichi oro e sangue . Alcune impegnatrici , più astute e più calcolatrici , impegnano di nuovo , ma al Banco , gli oggetti di oro e di valore , guadagnandoci ancora , poichè il Banco dà onestamente il terzo del valore ed esse neppure il quinto : così aumentano i loro capitali , e mettono gli oggetti al sicuro . Ma perchè - si domanda - la povera gente non si rivolge ai due Banchi dello Spirito Santo e di Donnaregina ? Perchè si fa spogliare da queste agenzie ? Gli è che a questi Banchi governativi , il tramite è molto lungo - e molta gente non ha pazienza , non sa come fare , vuole sbrigarsi presto , è presa da una necessità urgentissima e preferisce entrare in una delle prime agenzie che trova dove la servono subito , senza formalità e senza parole ; gli è che in questi Banchi governativi , la pubblicità è sempre grande , e una persona timida vi arrossisce di vergogna e preferisce entrare nella penombra discreta delle agenzie private , dove tutto sembra fatto con grande segretezza ; gli è che il venerdì e il sabato , poichè il popolo napoletano deve giuocare al lotto , e ha giuocato , la folla è così grande che i Banchi governativi non bastano più e il popolo si riversa nelle agenzie private . Ora , calcolate . Ogni vicolo ha la sua donna Carmela , ogni strada la sua donna Raffaela , ogni angolo di piazza ha la sua agenzia autorizzata ; e in certe strade nere , ogni tre botteghe , s ' impegna . Calcolate , moltiplicate , pensate alla miseria , pensate al lotto : da un lato l ' avidità e la furberia : dall ' altro l ' onestà e l ' ingenuità , il bisogno , la miseria . Di questo cancro , l ' usura , agonizza in una infelicità infinita la gente napoletana . VIII IL PITTORESCO Alla mattina , se avete il sonno leggiero , fra i tanti rumori napoletani , udirete uno scampanio in cadenza , che ora tace , ora ricomincia dopo breve intervallo : e insieme un aprir e chiuder di porte , uno schiuder di finestre e di balconi , un parlare , un discutere a voce alta , dalla strada o dalle finestre . Sono le vacche che vanno in giro per un paio d ' ore , condotte , ognuna , da un vaccaro sudicio , per mezzo di una fune : le serve comprano i due soldi di latte , attardandosi sulla soglia del portone , litigando sulla misura ; molte , per non avere il fastidio di far le scale , calano dalla finestra un panierino dove è un bicchiere vuoto e un soldo , e da sopra protestano che è troppo poco , che il vaccaro è un ladro e fanno risalire il panierino con molta precauzione , per non versare il latte ; poi sbattono rabbiosamente le finestre . Queste vacche si fermano innanzi a ogni porta , nel loro giro mattinale : dove le serve dormono ancora , il vaccaro grida forte , acalate o panaro ; se non sentono , batte forte il campanaccio della vacca . È un quadro pittoresco , mattinale ; quelle vacche tutte incrostate di fango , quel vaccaro dalle mani nere che sporcano il bicchiere , quelle serve scapigliate e discinte , quelle comari dalla camiciuola macchiata di pomidoro . L ' altro lato del quadro , è nel pomeriggio ; dalle quattro alle sei , uno scampanellìo acuto e fitto : sono le mandre di capre che scorazzano per tutte le vie della città , ogni branco guidato da un capraro , con un bastone . A ogni portone il branco si ferma , si butta a terra , per riposarsi , il capraro acchiappa una capra , e la trascina dentro il portone , per mungerla innanzi agli occhi della serva , che è scesa giù ; talvolta la padrona è diffidente , non crede nè all ' onestà del capraro , nè a quella della serva ; allora capraro e capra salgono sino al terzo piano , e sul pianerottolo si forma un consiglio di famiglia , per sorvegliare la mungitura del latte . Il capraro e la sua capra ridiscendono , galoppando , dando di petto , contro qualche infelice che sale e che non aspetta questo incontro : giù , alla porta , è un combattimento fra il capraro e le sue capre per farle muovere , fino a che queste prendono una corsa sfrenata , massime quando si avvicina la sera e sanno che ritornano sulle colline . In tutte le città civili , queste mandre di bestie utili ma sporche e puzzolenti , queste vacche non si vedono per le vie : il latte si compra nelle botteghe pulite e bianche di marmi . A Napoli , no : è troppo pittoresco il costume , per abolirlo . Nessun municipio osa farlo . La gran riforma , in venticinque anni , è stata che non potessero girare per la città i maiali , come era prima permesso . * * * Un ' altra cosa molto pittoresca , è il sequestro delle strade , fatto per opera dei piccoli bottegai o dei rivenditori ambulanti . Che quadri di colore acceso , vivo , cangiante , che bella e grande festa degli occhi , che descrizione potente e carnosa , potrebbero ispirare a uno dei moderni sperimentali , troppo preoccupati dell ' ambiente ! Per via Roma , la più importante strada della città , il tratto da San Nicola alla Carità , fino alle Chianche della Carità , vale a dire , due piazze , due lunghi marciapiedi , sino alle otto della mattina , è abbandonato ai rivenditori di frutta , di erbaggi , di legumi : un contrasto di fichi e di fave , di uva e di cicoria , di pomidori e di peperoni ; e un buttar acqua , sempre , uno spruzzare , uno scartare la roba fradicia ; dopo le otto , quel tratto è un campo di battaglia di acque fetenti , di buccie , di foglie di cavolo , di frutta marcite , di pomidori crepati , tanto che , come la mano fatale di lady Macbeth , che tutte le acque dell ' Oceano non potevano lavare , quel tratto di strada , via Roma , malgrado le premure degli spazzini , non arriva mai a detergersi . Intanto il grande mercato di Monteoliveto lì presso , resta semi - vuoto , con la malinconia dei grandi fabbricati inutili ; quello di San Pasquale a Chiaia , è addirittura chiuso ; il venditore napoletano non vuole andarci , vuol vendere nelle strade . Tutto il quartiere della Pignasecca , dal largo della Carità , sino ai Ventaglieri , passando per Montesanto , è ostruito da un mercato continuo . Vi sono le botteghe , ma tutto si vende nella via ; i marciapiedi sono scomparsi , chi li ha mai visti ? I maccheroni , gli erbaggi , i generi coloniali , le frutta , i salami ed i formaggi , tutto , tutto nella strada , al sole , alle nuvole , alla pioggia ; le casse , il banco , le bilancie , le vetrine , tutto , tutto nella via ; vi si frigge , essendovi una famosa friggitrice ; vi si vendono i melloni , essendovi un mellonaro famoso per dar la voce ; vanno e vengono gli asini carichi di frutta ; l ' asino è il padrone tranquillo e potente della Pignasecca . Qui il romanzo sperimentale potrebbe anche applicare la sua tradizionale sinfonia degli odori , poichè si subiscono musiche inconcepibili : l ' olio fritto , il salame rancido , il formaggio forte , il pepe pestato nel mortaio , l ' aceto acuto , il baccalà in molle . Nel mezzo della sinfonia della Pignasecca , vi è il gran motivo profondo e che turba ; la vendita del pesce , specialmente del tonno , in pieno sole , su certi banchi inclinati , di marmo . Alla mattina il tonno va a ventisei soldi e il pescivendolo grida il prezzo con orgoglio : ma , come la sera arriva , per il declinare dell ' ora e della merce , il tonno scende a ventiquattro , a una lira , a diciotto soldi ; quando arriva a dodici soldi , la gran nota sinfonica del puzzo ha raggiunto il suo apogeo . La Pignasecca non può mai essere pulita ; nessun Municipio ha mai osato dichiararla via di sbarazzo . Il quartiere del Sangue di Cristo , detto piuttosto ' o sanghe d ' e galline , per rispetto al nome del Redentore , se ne ride del Municipio . Del resto , tutto questo è bellissimo , pel pittore e pel novelliere . * * * Nulla di più pittoresco che la strada di santa Lucia , di esclusiva proprietà dei signori pescatori e marinai , intrecciatori di nasse e venditori di ostriche ; nonchè delle loro signore mogli , venditrici di acqua sulfurea e di ciambellette , cucinatrici di polipi e friggitrici di peperoni ; nonchè dei loro signori figliuoli , in numero indefinito , nudi e bruni come il bronzo . In quella strada , all ' aria aperta , tutto si fa : il bucato e la conserva di pomidoro , la pettinatura delle donne e la spulciatura dei gatti , la cucina e l ' amoreggiamento , la partita a carte e la partita alla morra . La strada di santa Lucia appartiene ai luciani , che fanno il loro comodo . Le quattro viottole cieche che salgono da santa Lucia verso la collina , valgono i fondaci del quartiere Mercato , per il luridume : i cavalcavia uniscono le case pencolanti e sbuzzanti , le cordicelle vanno da un balcone all ' altro , un lumicino innanzi a una Madonnina nera illumina soltanto la viottola , dove va a cadere tutto il sudiciume di quella gente . Non vi è più marciapiede , verso il mare : i luciani se lo pigliano tutto , per le nasse , e per le fiasche dell ' acqua sulfurea . Nell ' estate , anzi , dormono sul marciapiede o sul parapetto e brontolano contro colui che osa passare e svegliarli . Verso le case , non vi si accosta nessuno : lì per scherzo , volano i torsi di spighe e le buccie di fichi e le cantine mettono le tavolelle dei bevitori , nella via . I luciani sopportano che il tram passi per la loro via , ma vi bestemmiano contro , spesso e volentieri , poichè è una usurpazione della loro strada : le venditrici di acqua sulfurea paiono tanti uomini vestiti da donne , con gli zoccoli dal tacco alto , la gonna corta legata sullo stomaco , le rosette di perle sostenute con un filo all ' orecchio , perchè non si spezzi il lobo , pel peso . Sono naturalmente rissose e brutali : vi dànno a bere l ' acqua per forza , litigano fra loro , rubandosi gli avventori . Sono indomabili : per poterle governare , il delegato del quartiere deve essere anche un luciano , che le pigli a male parole . Una volta , due di esse , bastonarono fino all ' estenuazione , una guardia municipale che voleva loro assegnare una contravvenzione : è vero , però , che il giorno seguente si quotarono per aiutarne la vecchia madre , mentre il figlio era all ' ospedale . Ma santa Lucia , tutta pittoresca , resta sempre fuori delle leggi dell ' edilizia e d ' igiene : è un borgo fortificato . Forse il colera non vi avrà fatto strage ; vi è il mare e vi è il sole . Ma che mare nero , untuoso ! Ma qual putrefazione , non illumina quel sole ! * * * È pittoresco , per un amante del colore , veder girare , di sera , per via Roma , un carretto disposto a mensa , su cui , in tanti piattelli , vedi dei castelletti di fichi d ' India , sbucciati : un uomo spinge il carretto , una lampada a petrolio vi fumiga , il carretto si ferma ogni tanto . Riparte , lasciando dietro di sè le bucce spinose e sdrucciolevoli . È pittoresco , assai , per un novelliere , girare dopo mezzanotte : e trovare degli uomini che dormono sotto il porticato di san Francesco di Paola , col capo appoggiato alle basi delle colonne : degli uomini che dormono sui banchi dei giardinetti , in piazza Municipio ; dei bimbi e delle bimbe , che dormono sugli scalini delle chiese di san Ferdinando , santa Brigida , la Madonna delle Grazie , specialmente quest ' ultima , che ha una larga scala e certi poggiuoli ampli , nel centro di via Roma . Può piacere all ' uno e all ' altro , che giusto a due passi da via Roma , vi sia il Chiostro di San Tommaso d ' Aquino , dove non vi sono più monaci , ma che è un piccolo fondaco , una piccola Corte dei Miracoli , con le sue vanelle , e le sue botteghe brulicanti di ombre e le case brulicanti di poveri e d ' infelici . Ma in realtà è molto , molto crudele che tutto questo esista ancora , e che creature umane lo subiscano , e che uomini di cuore sopportino che questo sia . IX LA PIETÀ Quando una popolana napoletana non ha figli , essa non si addolora segretamente della sua sterilità , non fa una cura mirabile per guarirne , come le sposine aristocratiche , non alleva un cagnolino o una gattina o un pappagallo , come le sposette della borghesia . Una mattina di domenica ella , si avvia , con suo marito , all ' Annunziata , dove sono riunite le trovatelle , e fra le bimbe e i bimbi , allora svezzati o grandicelli , ella ne sceglie uno con cui ha più simpatizzato , e , fatta la dichiarazione al governatore della pia opera , porta con sè , trionfante , la piccola figlia della Madonna . Questa creaturina , non sua , ella l ' ama come se l ' avesse messa al mondo ; ella soffre di vederla soffrire , per malattia o per miseria , come se fossero viscere sue ; nella piccola umanità infantile napoletana , i più battuti sono certamente i figli legittimi ; di battere una figlia di Maria , ognuno ha un certo ritegno ; una certa pietà gentilissima fa esclamare alla madre adottiva : puverella , non aggio core de la vattere , è figlia della Madonna . Se questa creatura fiorisce in salute e in bellezza , la madre ne va gloriosa come di opera sua , cerca di mandarla a scuola o almeno da una sarta per imparare a cucire , poichè certamente , per la sua bellezza , la bimba è figlia di un principe ; in nessun caso di miseria o infermità , la madre adottiva riporta , come potrebbe , la figliuola all ' Annunziata . E l ' affezione , scambievole , è profonda , come se realmente fosse filiale ; e a una certa età il ricordo dell ' Annunziata scompare , e questa madre fittizia acquista realmente una figliuola . * * * Ma vi è di più : una madre ha cinque figli . Il più piccolo ammala gravemente , ella si vota alla Madonna , perchè suo figlio guarisca ; ella adotterà una creatura trovatella . Il figlio muore ; ma la pia madre , portando il fazzoletto nero che è tutto il suo lutto , compie il voto , lagrimando . Così , a poco a poco , la creatura viva e bella consola la madre della creatura morta , e vi resta in lei solo una dolcezza di ricordo e vi fiorisce una gratitudine grande per la figlia della Madonna . Talvolta , il figlio guarisce : il primo giorno in cui può uscìre , la madre se lo toglie in collo e lo porta alla chiesa dell ' Annunziata , gli fa baciare l ' altare , poi vanno dentro a scegliere la sorellina o il fratellino . E fra i cinque o sei figli legittimi , la povera trovatella non sente mai di essere un ' intrusa , non è mai minacciata di essere cacciata , mangia come gli altri mangiano , lavora come gli altri lavorano , i fratelli la sorvegliano perchè non s ' innamori di qualche scapestrato , ella si marita e piange dirottamente , quando parte dalla casa e vi ritorna sempre , come a rifugio e a conforto . * * * Un caso frequente di pietà è questo : una madre troppo debole o infiacchita dal lavoro ha un bimbo , ma non ha latte . Vi è sempre un ' amica o una vicina o qualunque estranea pietosa , che offre il suo latte ; ne allatterà due , che importa ? Il Signore penserà a mandarle il latte sufficiente . Tre volte al giorno la madre dal seno arido , porta il suo bambino in casa della madre felice : e seduta sulla soglia , guarda malinconicamente il suo figlio succhiare la vita . Bisogna aver visto questa scena e aver inteso il tono di voce sommessa , umile , riconoscente , con cui ella dice , riprendendosi in collo il bambino : o Signore t ' o renne , la carità che fai a sto figlio . E la madre di latte finisce per mettere amore a questo secondo bimbo e , allo svezzamento , soffre di non vederlo più : e ogni tanto va a ritrovarlo , a portargli un soldo di frutta , o un amuleto della Vergine : il bimbo ha due madri . Io ho visto anche altro : una povera donna andava in servizio , non poteva tenere presso di sè il suo bimbo ; lo lasciava a un ' altra povera donna , che orlava gli stivaletti , e lavorava in casa , cioè nella strada . Ella metteva i due bimbi , il suo e quello della sua amica , nello stesso sportone ( culla di vimini ) , attaccava una funicella all ' orlo dello sportone e dall ' altra parte al proprio piede , e mentre orlava gli stivaletti , canticchiava la ninna nanna per i due bimbi ; mentre orlava gli stivaletti , mandava avanti e indietro il piede , per cullare i due bimbi nello stesso sportone . A un ' altra donna che stava in servizio , un ' amica teneva il bimbo ; ma veniva a portarglielo da molto lontano , per farlo succhiare , sudando , sotto il sole , con quel bimbo pesante in collo . L ' intervista accadeva sul pianerottolo o in cucina : e accadevano questi piccoli dialoghi : - S ' è stato cuieto , almeno ? - Cuieto sì , ma tene sempe famme . - Core de mamma soia ! Poi l ' allattamento finiva , l ' amica riprendeva il bimbo non suo , dicendogli : - Iammocene , a ' casa , ja ' ; core de la zia , saluta a mammà . E se ne andava , tranquillamente , senza mormorare , mentre la madre , dal finestrino della cucina , guardava ancora una volta suo figlio . * * * È naturale che il popolo non possa far carità di denaro , al più povero di lui , non avendone ; ma si vedono e si sentono carità più squisite , più gentili . Una cuoca si metteva sempre di malumore quando la padrona ordinava il brodo : era soltanto felice quando si ordinavano maccheroni o legumi , o risotto , grosse nutrienti minestre . Fu lungamente sospettata di ingordigia , sebbene alla sua personcina malandata , fosse più necessario il brodo che i maccheroni : in realtà ella dava la sua minestra , ogni giorno , ai due bimbi della portinaia , e preferiva dar loro un grosso piatto , anzichè tre cucchiaiate di brodo : ella rimaneva senza . Alla sera , quando vanno via , tutte le serve portano un fagottino degli avanzi del pranzo , quando la padrona ha la bontà di darli loro : e non servono per sè , sono per un fratellino , o per un nipote o per una madre vecchia o per qualche povera donna che non ha altro . Nessuna serva mangia mai tutto quello che le date : tre quarti , una metà , talvolta tutto , è destinato a un ' altra persona . E gli ammalati degli ospedali , la gente carcerata , trovano sempre una sorella , una zia , una comare , un amica , un ' amante che si torturano una settimana , per poter comperare al giovedì o alla domenica , quattro aranci da sollevare la sete dell ' infermo o della inferma , che lavano di notte , in fretta e in furia , la camicia del carcerato , per potergliela portare il giorno seguente , lavata e stirata . Bisogna andare a vedere che cosa sono le porte degli ospedali , nei giorni di visita : e che folla femminile vi si accalca , pallida e ansiosa ! Io ho visto una moglie , a cui il marito era morto all ' ospedale , in un giorno , andare dal direttore , da quanti medici potette avere l ' indirizzo , dalla direttrice delle suore , dalle suore , dagli inservienti , e piangere , e pregare , e scapigliarsi e scongiurarli , in nome di Cristo , che non le squartassero il marito . L ' idea della morte la sopportava , ma l ' autopsia la esasperava . * * * Nessuna donna che mangi , nella strada , vede fermarsi un bambino a guardare , senza dargli subito di quello che mangia : e quando non ha altro , gli dà del pane . Appena una donna incinta si ferma in una via , tutti quelli che mangiano o che vendono qualche cosa da mangiare , senza che ella mostri nessun desiderio , gliene fanno parte , la obbligano a prenderlo , non vogliono avere lo scrupolo . E i poveri che girano , sono aiutati alla meglio , da quella gente povera : chi dà un pezzo di pane , chi due o tre pomidoro , chi una cipolla , chi un po ' d ' olio , chi due fichi , chi una paletta di carboncini accesi : una donna , per fare la carità in qualche modo , lasciava che una mendicante venisse a cuocere sul proprio fuoco , sul focolaretto di tufo , il poco di commestibile che la mendicante aveva raccattato . Tanto avrebbe dovuto perdersi , quel resto del fuoco , dopo la sua cucina ; era meglio adoperarlo a sollevare una miserabile . Un ' altra faceva una carità più ingegnosa : essendo già lei povera , mangiava dei maccheroni cotti nell ' acqua e conditi solo con un po ' di formaggio piccante , ma la sua vicina , poverissima , non aveva che dei tozzi di pane secco , duro . Allora quella meno povera regalava alla sua vicina l ' acqua dove erano stati cotti i maccheroni , un ' acqua biancastra che ella rovesciava su quei tozzi di pane , che si facevano molli e almeno avevano un certo sapore di maccheroni . Una giovane cucitrice era stata a Gesù e Maria , l ' ospedale , con una polmonite ; poi si era guarita , e pallida , esaurita , sfinita , era venuta via . Pure l ' ospedale , per assisterla ancora in vista di una tisi probabile , le concedeva , ogni mattina , quattro dita di olio di fegato di merluzzo , che ella doveva andare a prendere , lassù . Ella capitava ogni mattina , col suo bicchiere , sino a che fu rimessa completamente in salute : e allora le dissero che non le avrebbero più data la medicina . Ella si confuse , impallidì , pianse , pregò la monaca che per carità , non gli sospendessero quell ' olio - e infine fu saputo che di quell ' olio , ella si privava per darlo in elemosina a una povera donna - la quale per miseria , superato il naturale disgusto , lo adoperava a condire il pane o a friggerci un soldo di peperoni . * * * E ancora un altro fatto mi rammento . Un giorno , al larghetto Consiglio , una donna incinta , presa dalle doglie , si abbattè sugli scalini e partorì nella strada . Il tumulto fu grande : ella taceva , ma per pietà , per commozione , molte altre donne strillavano e piangevano . E in poco tempo , da tutti i bassi , da tutte le botteghe , da tutti i sottoscala , vennero fuori camiciole e fasce per avvolgervi la povera creaturina , e lenzuola per la povera puerpera . Una madre offrì la culla del suo bimbo morto ; un ' altra battezzò il bimbo , facendogli il segno della croce sul visino ; una terza questuò per tutte le case del vicinato ; una quarta , serva , si offrì e andò a fare il servizio per la povera puerpera . La moglie del fornaio divise il suo letto , con la puerpera : e il fornaio dormì sopra una tavola per dieci giorni , avendo per cuscino un sacco . E quella miserella piangeva di emozione , ogni volta che baciava suo figlio . Roma , autunno 1884 IL VENTRE DI NAPOLI ( ADESSO ) IL PARAVENTO L ' impressione che si aveva , entrando in Napoli , dalla stazione ferroviaria , venti anni or sono , era di giungere in una città angusta , male odorante , sporca , affogata di case di tutte le altezze , di tutti i colori , portanti , tutte , il marchio del decadimento e del sudiciume . Se , poi , trascorso il vecchio Corso Garibaldi , la carrozzella del forastiero rallentava un poco il passo , in via Marina , in quella strada eternamente disselciata , dalle buche profonde , ove si trabalzava così maledettamente , se il forastiero lasciava il suo portamantelli sul soffietto , o collocava il nècèssaire da viaggio sulla via Marina , in quella strada eternamente disselciata , dalle buche profonde , ove si trabalzava così maledettamente vi era la rapina , quando non ne accadevano due o tre con l ' agile ladruncolo che fuggiva nelle viuzze e nelle viottole , alle spalle della Marina . E alla impressione estetica assai deludente pel forastiero che ancora non era giunto nel rione della Beltà , cioè verso la Riviera si univa un ribrezzo morale , di cui non solo le oneste e sincere guide Baedeker erano l ' eco , ma di cui tutti i viaggiatori formavano una larga e invincibile propaganda . Niuno dubbio che , dopo venti anni , la impressione estetica sia mutata completamente . La piazza della Stazione , ormai , ha una vastità degna di una metropoli e le tre ampie strade che vengono di fronte al forestiero , le due enormi arterie a dritta e a sinistra , i grandi palazzi che formano gli angoli della via , tutte queste cose grandi , piene di luce , piene di aria , tutte queste cose che hanno l ' aspetto nitido o quasi , danno agli occhi curiosi una prima visione gradevole . Entrando , poi , nel Rettifilo , l ' occhio un po ' distratto , un po ' stanco del viaggiatore , scorrendo rapidamente , finisce per avere un senso di ammirazione , per la larghezza di questa via , per il suo disegno che , sino ad un certo punto è bello . Mancano , è vero gli alberi , che formano la poesia di tutti i paesi civili del mondo , anche escludendo Parigi ove gli alberi sono la delizia e l ' ammirazione dei cittadini : mancano gli alberi e vi sono , in cambio , a irrisione nostra , alcune pianticelle tisiche , mal piantate , non coltivate , non protette e , viceversa , esecrate , odiate , perseguitate dalle autorità istesse , dai cittadini e dai monelli : tanto che sarebbe meglio sradicarle , anzi che assistere a quella lenta agonia di cui nessuno ha pietà , non il sindaco , non l ' assessore dei giardini , non i proprietarii delle case , non quelli dei magazzini , salvo la vana pietà di qualche malinconico viandante , che rammenta gli alberi , non di Parigi , per l ' amor di Dio , ma quelli di Milano e di Torino , città a cui il Signore non dette il paesaggio ma a cui , gli uomini , si affrettarono a dare il verde e l ' ombra dei begli alberi , riposo degli occhi , sogno vago dell ' anima . Basta ! Il Rettifilo ha una linea maestosa , il suo insieme colpisce specialmente se , traversandolo rapidamente , guardandolo senza troppo analizzarlo , non ci si accorge delle svariate bruttezze degli svariati palazzi nuovissimi che vi sono sorti , dei loro colori diversi , alcuni chiassosi , delle goffe e pretenziose ornamentazioni di alcuni fra essi : questo , però , è , purtroppo un male comune a tante altre belle città italiane , dove accanto agli splendori , antichi e alle profonde eleganze del gusto , gli architetti moderni hanno elevato i monumenti della loro completa ignoranza e della loro perfetta assenza di senso estetico . Quando si sono visti abbattere i meravigliosi sentieri ombrosi di quella villa incantevole che era la Ludovisia , a Roma , quando quel bosco sacro alla beltà e alla grazia , è sparito , per dar luogo ai quartieri Ludovisii , possiamo sopportare in pace anche le laidezze di non tutti i palazzi del Rettifilo ; anche perchè , alcuni fra essi sono , se non altro , semplici , poichè , fortunatamente l ' architetto non aveva fantasia ; e qualcuno , forse , ha persino delle linee eleganti . Non bisogna guardar troppo , ecco tutto , bisogna sogguardare , e così la vivezza della grande fontana , in piazza della Borsa , nasconderà il dislivello famoso e incorreggibile di via Guglielmo Sanfelice , mentre il solenne edificio della Borsa gli farà credere , al viaggiatore , chi sa quale mirabolante giro di affari e la gabbia aerea dei telefoni , a una rete di abbonati che serri tutta la città . Per fortuna , le guide tacciono su queste circostanze ; il viaggiatore non vede che l ' esterno ; e la messa in iscena del Rettifilo , del resto abbastanza felice , ottiene il suo effetto . Che se , poi , qualche conoscente napoletano , qualche compagno di viaggio più esperto , narra al viaggiatore che il Rettifilo ha tagliato in due il ventre di Napoli , attraversando i quattro quartieri popolari e popolosi di Mercato Vicaria , Pendino e Porto ; che questo Rettifilo non è stato fatto solo per arrivare più presto e meglio alla stazione ferroviaria ; non è stato fatto solo per i grandi industriali che vendon tessuti di lana e di cotone ; non è stato fatto solo per avere una larghissima via ; ma è stato fatto in nome di un criterio assoluto d ' igiene e quindi di civiltà , allora la sua impressione si viene sempre più migliorando . Il Rettifilo era , doveva essere , dovrebbe essere l ' apportatore dell ' aria , della salute , della pulizia di migliaia e migliaia di popolani napoletani : il suo ufficio , realizzando una idealità di carità civile che vollero Umberto Primo , Agostino Depretis e Nicola Amore , era quello di vincere la malattia e la morte , nel popolo napoletano . E allora , per chi abbia anima sensibile questa strada assume un simbolo elettissimo , è l ' emblema della solidarietà umana che , dall ' alto del trono , del governo dello Stato , del governo della Città , sente la necessità di elevare prima fisicamente e poi moralmente il popolo , dando ad esso i beni primari della vita , la luce , l ' aria , la nettezza , la salubrità , dandogli la via e la casa , dandogli il modo di acquistare la sanità del corpo che è la gioia dell ' anima , sottraendolo alle infermità , alle degenerazioni , all ' epidemia , e sottraendolo , così , anche alla disonestà e al vizio . Questo , nella mente di chi lo volle , dopo la strage del 1884 , dopo la visita ai tugurii e alle catapecchie fatta dal Re , dopo l ' orrore che ne ebbe l ' animo dei maggiorenti , questo era il compito del Rettifilo , che si è chiamato e si chiama Risanamento , con tutto il suo progetto di diramazioni , di colmate , di traverse . Il Rettifilo doveva salvare il popolo napoletano : e poichè gli occhi che guardano poco e fugacemente , poichè le labbra che domandano , non sempre sono esaudite da labbra che conoscano la verità , poichè il difetto di cui tutti siamo malati , è la fretta , poichè noi siamo , anche , malati di superficialità , poichè nessuno ha il tempo di fare quel che vorrebbe , nel mondo , poichè nessuno ha la volontà necessaria a eseguire tutto quello che vorrebbe , poichè tutto ci sfugge , per esser profondi , così , noi possiam credere che , veramente , il Rettifilo abbia dato al popolo napoletano tutto quello che gli mancava , e , sovra tutto , lo posson credere tutti coloro che passano qui un giorno o un mese ! * * * Eppure , questa illusione non resisterebbe a una osservazione più minuta . Alla seconda , alla terza , alla decima volta che voi attraversate questa magnifica strada , volgendo gli occhi , a manca , a dritta , lo scenario seducente ha dei grandi strappi . Un imponente palazzo , rossastro , pomposo , si pavoneggia con le sue cento finestre : e , accanto , voi scovrite un vuoto , e un muretto basso si prolunga , si prolunga , un muretto su cui la pubblicità allegramente appende i suoi quadri , da anni e anni , e dietro questo muretto , molto più indietro , sorgono delle masse di case lercie , cadenti , miserabili , di tutte le misure , macchiate di tutte le stigmate della povertà e del vizio . Ciò sparisce : un ' altra costruzione moderna tenta ridarvi una parvenza di civiltà , ma , fatto accorto , voi cercate ficcar l ' occhio , ai fianchi , alle spalle , e subito dietro , a otto o dieci metri , ecco , di nuovo , un affogamento di topaie , dalle cui finestrette pendono i cenci più indecenti , magari con la poesia del vaso di basilico e del popone appeso al giunco . Così , otto , quindici , venti volte , dalle due parti , ma sovra tutto , a diritta , andando verso la ferrovia , questo sipario lacerato bruscamente , vi mostra degli spettacoli improvvisamente brutti , nauseanti , schifosi : è la cattiva parola , ma è la parola e invano voi tentate di rifare le fila del vostro sogno di una via maestosa e ricca , di una via nobile e purificante , di una via che serva egualmente alla salute , alla fortuna e alla felicità del popolo . Queste continue apparizioni , fra le enormi nuove costruzioni , di quelle immonde costruzioni vecchie , non lontane , vicine , non lontane , accanto , non lontane , alle spalle , vi hanno distrutto tutta la vostra tela d ' illusione . Cercate le traverse che dovevano portare da sinistra , dai quartieri più alti al Rettifilo , bonificando la regione che comincia a santa Maria la Nova e continua pei Banchi Nuovi , san Giovanni Maggiore , Mezzocannone , Università , sino all ' Annunziata , sino a Capuana , e non ne trovate che due sole , complete , su venti , quelle attorno al Sedile di Porto , e tutte le altre sono abbozzate , sono pezzi di via , di otto o dieci metri , con il loro bravo nome , di un qualche nostro illustre cittadino - e anche di voi , o Francesco Serao , o avo mio ! - e niente altro , salvo , dopo questi dieci metri , che una cortina di antiche case non abbattute , una cortina che chiude le comunicazioni , che urta lo sguardo . Voi cercate le più belle traverse , quelle che dovevan tagliare a diritta , dal Rettifilo al mare , risanando i quartieri successivamente di Porto , Mercato e Vicaria . Su venti , ve n ' è una sola , completa . Alcune altre , quattro o cinque sono come quelle a sinistra , appena cominciate , abbandonate da anni , ottuse , traverse cieche , ove , in fondo , ma non molto in fondo , sorge lo stesso spettacolo , sempre , di case antichissime , mezze dirute , mezze cadenti , nerastre , verdastre , grigiastre . Dopo , non vi è più nulla . Cioè , vi sono dei vicoletti che precipitano per mezzo di dislivelli paurosi , di scalette ripide , difese da rozze ringhiere , in tutto ciò che sta dietro il Rettifilo , vicoletti sinuosi , vicoletti neri , angoli dove due o tre vicoli s ' intersecano dirupandosi , tutto un disegno bislacco e grottesco , accanto , sì , accanto , alle altitudini superbe dei nuovi palazzi . E voi , verso la fine del Rettifilo , vedendo fuggire gli ultimi lembi mirabili della vostra illusione , voi vi domandate se non siate vittima di un ' allucinazione , se una parte di quel che vedete non sia falso , poichè troppo forte è il contrasto , poichè non può essere tutto vero , a pochi metri di distanza , il decente e l ' indecente , il pulito e lo sporco , la pompa e l ' inguaribil miseria , il lusso e la povertà più abbietta . Che cosa è falso , che cosa è vero ? Sono , forse il portato di un incubo tutte quelle masse di abitazioni luride , fetide , cascanti , ove pare che si moltiplichino la tristizie e la tristezza , il morbo e il disonore , il delitto e la morte ? Sono forse gli spettacoli che vi fecero inorridire , come uomini e come cristiani , venti anni prima , sono questi spettacoli che si rinnovano , falsamente nella memoria , nella fantasia , così , come nei momenti di nostra malinconia spirituale e di nostra debolezza fisica ? O , forse è falsa l ' altra parte , cioè la parvenza moderna del Rettifilo e i suoi palazzi che vorrebbero essere splendidi , ma che sono almeno , nuovi , netti , solidi , grandi , appartengono al sogno ? Non sono forse , un lungo scenario di tela , su cui un abile scenografo abbia dipinto a grandi tratti , una serie di edifici maestosi , e intanto , non si sa come , non si sa perchè , la tela ha delle grandi soluzioni di continuità e lascia vedere l ' oscurità , il luridume delle quinte , ove tutto è rancido , è puzzolente , è nauseante ? O , forse , non sono di carta pesta , di legno dipinto , queste case , come quelle che estrae , lentamente , da una scatola , la mano di un bimbo e le dispone sovra un piano , ad angoli retti ? Non è , forse , a destra , a sinistra del Rettifilo , lo svolgersi di un bizzarro paravento , i cui pezzi non sono bene congiunti , anzi sono disgiunti , e il paravento non giunge a nascondere , quel che non si deve vedere ? * * * E passino i vostri occhi ricercatori dalle cose alle persone del Rettifilo , vi passino , per conoscer più presto e meglio il motto dell ' enigma . La possente arteria napoletana rifluisce , in ogni ora , di sangue vivido : una folla attraversa costantemente il Rettifilo , a piedi , in carrozza , in trams , specialmente sino a piazza Depretis , andando e venendo dai due rami di via Duomo . Folla di ogni qualità e , talvolta , anche , folla di persone distinte , bene vestite , gli uomini con la catena di oro sul panciotto , le donne con i ciondoli sospesi sul petto . Tutto questo mondo va , viene , ritorna , si allontana , mondo svariato , multiforme , multanime . Se voi siete abituato a discernere i volti e le espressioni , fra la folla , se avete l ' ardente e dolente segreto dell ' intuizione , voi scorgerete , lungo il Rettifilo , persone e faccie che vi daranno un fremito di sorpresa e , forse , di sgomento . Sugli angoli di quelle viuzze , presso quelle ringhiere , su quel limitare fatidico fra il vecchio e il nuovo , e , persino , nelle poche vie principali e non finite , stazionano sempre degli uomini , sul cui viso la delinquenza è impressa e la cui espressione non mente ; stazionano mendicanti dei due sessi e di tutte le età , ma di una mendicità sfrontata e ributtante , e stazionano anche , meno di mattina , molto più nel pomeriggio , moltissimo di sera , le sventurate e sciagurate femmine del popolo , che esercitano il più compassionevole e più atroce fra i mestieri . Così , sull ' orlo della superba via , sui due suoi lati , fiancheggiandola , il vizio e la miseria , il delitto mettono la loro popolazione . La gente che passa , è molta , non guarda bene , non bada : ma due , tre volte al giorno , un ladro si slancia sovra al galantuomo , sovra la signora , in pieno giorno , in pieno Rettifilo , fra mille persone , e gli strappa l ' orologio , le strappa gli orecchini , il derubato grida , il ladro infila la viottola , si gitta per un angiporto , è sparito , la folla strepita , non vi sono guardie , i mendicanti gridano e una di quelle donne del vizio , dà una falsa indicazione , perchè è , forse , un ' amante , un ' amica , una sorella del ladro , sempre una complice . Sia a piedi , sia in carrozza , la vittima , il ladro finisce sempre per fare il suo colpo , senza farsi arrestare , liquefacendosi come una nuvola , dietro una di quelle stradette : e alcune , anzi , di quelle vie , hanno la loro fatal rinomanza , come quella a principio del Rettifilo , la via di santa Candida . Dopo le nove di sera , il tratto del Rettifilo da piazza Depretis alla Ferrovia , è poco percorso da gente : e malgrado le grosse lampade elettriche , quel tratto è uno dei più pericolosi della città , e i medesimi cocchieri da nolo , affrettano il passo zoppicante del loro povero cavallo , andando alla stazione o tornandone , poichè sanno che il loro passaggiero può avere , forse e senza forse , un ' aggressione . In quell ' ora non si aggirano , colà , che ladruncoli , camorristi , pregiudicati e donne di mala vita . Nella magnifica strada : nella strada della salute e della redenzione del popolo napoletano ! * * * Ahi , che essa è semplicemente un paravento , ma leggiero , fragile e grossolano paravento , un paravento che non nasconde neppure , a chi vuol saper tutto , tutto ciò che vi è dietro , di pietoso e di orribile ! E un ' altra volta io vi dirò quel che vidi , lì dietro , con una triste e lunga curiosità , con un coraggio disperato e , con l ' angoscia più opprimente , del mio umile ma fedele cuore di napoletana ! DIETRO IL PARAVENTO Cominciamo da quanto esiste , dietro il paravento a sinistra del Rettifilo , venendo dal centro della città , andando verso la ferrovia : e osserviamo se si è risanato , come era la idea semplice e alta di tutti quelli che vollero salvare il popolo napoletano dalla sporcizia , dal vizio , dalla epidemia e dalla morte . Questo lato è il meno orribile , quando lo si percorre , passo passo , dalle spalle di via Guglielmo Sanfelice , dalle spalle dello splendido e deserto palazzo della Borsa sino laggiù , laggiù , all ' Annunziata . Eppure ! Camminando dietro il paravento , salendo , scendendo , salvo due o tre traverse di cui una sola è completata , due compiute a metà , le altre sono semplicemente aperte , e alcune di esse non sono neppure accennate , restandovi ancora , massime verso l ' Università i vicoli antichi , umidi , alti , tetri e sporchi . È il lato meno spaventoso agli occhi , meno nauseante all ' odorato , quello a sinistra ; eppure ! Sono restate intatte le oscure e malfide gradelle di Santa Maria la Nova , le antiche gradelle che conducevano al Cerriglio e che ora conducono alla piazza della Borsa ; intatte le strette , nere , soffocate , soffocanti gradelle di Santa Barbara , col loro angiporto che avrà duecento anni e che venti anni di risanamento edilizio , a due passi di lì non hanno distrutto , le famose gradelle di santa Barbara , celebri per il loro tarallaro , il biscottaio popolare , ma celebri anche per il vizio diurno e notturno , che vi ha i suoi antri più bassi e più tristi : nè , a quanto pare , tutto questo è mutato . I miei occhi hanno visto , in questa lunga indagine , le donne appoggiate agli angoli di questi angiporti , con le gonne attaccate sullo stomaco , le pianelle coi tacchi alti , le calzette rosse e le guancie cariche di belletto , mentre , nei loro occhi , vi è quella mortale fierezza e quella mortale tristezza che è il segno caratteristico del peccato , del vizio , nelle donne del popolo napoletano . Questo è il lato migliore di dietro il paravento , le vie che salgono , vanno verso quartieri più borghesi che popolari , vanno verso quartieri di commercianti , di professionisti , e lo spettacolo non desta un ribrezzo tanto profondo ; eppure ! Forse che è stato toccato , neppure in una sua pietra , quel budello nero , storto , ripido , sdrucciolevole , che è il vico di Mezzocannone ? Ah , esso non è stato toccato , e tutta la gente d ' immaginazione , ma senza cuore , tutti quelli che amano il colore a scapito della civiltà e della decenza , tutti quelli che amano il carattere e non hanno compassione di chi muore , si consoli , perchè il vico di Mezzocannone è stato rispettato e , probabilmente , non sarà mai toccato ! Eccolo , oscuro , fetido , pericoloso alle gambe , pericoloso alle gonne pulite , ai calzoni puliti , eccolo con le sue case senz ' aria e senza sole , con le sue botteghe che sembrano dei sotterranei , ove sono dei tintori , dei venditori di vino e persino , lavorando nella via , delle ricamatrici di oggetti di chiesa , ricamatrici in seta e in oro : eccolo , col suo goffo re di Mezzocannone , sovra una vecchia fontana , con quell ' altro precipizio , di traverso , che sono le gradelle di san Giovanni Maggiore : eccolo , il vero nostro vicolo di Mezzocannone , ce lo hanno lasciato e noi possiamo ancora , turandoci il naso , attraversarlo in fretta : il Risanamento non ha osato arrivarvi : non vi arriverà mai ! Sul fronte del Rettifilo si sta costruendo la facciata della nuova Università , nè appare molto bella , mentre l ' antica Università , via , aveva la sua grandezza e il suo fascino : si sta costruendo e gli studenti e i professori e la scienza finiranno per esser allogati magnificamente quando tutto ciò sarà finito . E via san Marcellino ? E gli altri intestini di viottole che discendono , in quella regione , intestini ove si agita e vive della gente , vi sono degli uomini , dei cristiani , accumulati , così , e tutte le altre straducce , adiacenti al Rettifilo ? Tutto ciò che era il vero risanamento , perchè , perchè non è stato risanato , mentre quasi tutti i denari , sono stati spesi , mentre quei pochi che restano , salvati a stento , basteranno scarsamente a completare le due ali del paravento , a destra e a sinistra , e non si potrà nulla fare per tutto ciò che è dietro ? Nulla ci sta più a cuore del decoro esterno della nostra carissima città e noi amiamo che ci sia un palazzo della Borsa maestoso , anche se non vi si facciano affari , dentro ; noi amiamo vedere la grande gabbia aerea dei telefoni , sull ' alto palazzo , in piazza , sebbene siano così pochi gli abbonati in una città di seicentomila anime ; noi amiamo pensare una novissima Università , con le sue cliniche e i suoi gabinetti scientifici , affollata dalla parte più geniale e più simpatica della nostra popolazione , cioè gli studenti : sì ! Ma che , accanto , a dieci passi , viva nella lordura , nella miseria , nelle stamberghe , nelle caverne , tutta una parte di popolo , per cui si volle il risanamento edilizio e igienico , che questa parte di popolo a cui si destinarono cento milioni , muoia di tutte le infezioni , dopo averne vissuto , alle spalle di tutti i nuovi palazzi : questo è che fa sollevare di dolore e di rimpianto il nostro cuore e ci fa sembrare una beffarda ironia la maestà esteriore dei nuovi edificii , dietro i quali vi sono il putridume e la cancrena ! * * * Ma la vera via crucis per l ' osservatore che abbia un ' anima pietosa , è il percorrere , a piedi , dove può e come può , tutto ciò che è dietro il paravento , alla diritta del Rettifilo , venendo dal centro della città , andando verso la ferrovia , principiando da quanto è alle spalle della via Niccola Amore , continuando sino a piazza Mercato , sino a porta Nolana . Alle spalle ? Via Niccola Amore , a diritta , non ha che un lungo e basso muretto e tutte le vecchissime case , in cui s ' imboccava via Porto , sono in piedi , alte , prepotenti , incombenti , sfidanti da anni il piccone , che non le tocca , che non le toccherà , forse , giammai ! Ivi , non vi è neppure il paravento : ivi , signoreggiano , quasi spettri della miseria e dell ' onta , tutte le case di Basso Porto ricetti di povertà inaudite , ricetti di delitti e di delittuosi , ricetti di tutte le cose e le persone infami e dolenti . Guardate ! Non avete che a guardare alla vostra diritta , passando , e il Basso Porto vi dirà che è stato di vano , di inane , di inutile quanto si è voluto fare e quanto non si è fatto , quanto non si è voluto fare ! Ma , abbiate una lugubre curiosità e discendete , laggiù . Dico bene : discendete tutto il lato destro del Rettifilo : le colmate sono restate un progetto fantasioso , mai eseguito onde , laggiù si penetra per tutti i modi più rudimentali , più incerti , più infidi e più pericolosi . Scalette di legno improvvisate e diventate , ahimè , definitive ; scalette di pietra , a scalini mal connessi e tremanti sotto il piede ; scalette tagliate nella terra , sì , nella terra , come in qualche villaggio africano ; rampe a scaglioni ; rampe di terra , discese ripide e sdrucciolevoli : tutte le forme , infine , del precipizio , a due passi dai grandi palazzi . Qua e là , qualche rozza ringhiera ; appoggiandovisi , guardando giù , par di mettere l ' occhio in una cantina , in un pozzo . Lo slivello fa paura . Le colmate dovrebbero arrivare ai primi piani di queste catapecchie : e a pianterreno , ai primi piani di queste catapecchie , abita gente , ha bottega , vive , muore ; e così sarà , per moltissimi anni ancora , così sarà , forse , per sempre ! Lo slivello pauroso si prosegue da Porto , a Vicaria , a Mercato , sino alla fine , e in fondo a questi pozzi , in fondo a queste cantine , in fondo a questi sotterranei esiste tutto quello che esisteva prima , purtroppo , peggiorato ! Le antiche arti , gli Orefici , gli Armieri , i Lanzieri , i Taffettanari , son là , coi loro piccoli opificii malsani , oscuri , miserabili ; sono ancora lì le straduccie affogate , fra le case , gli antichi portoncini larghi settantacinque centimetri , le antiche finestre dai vetri sporchi , gli antichi cavalcavia sui quali pare si abbattano le vecchie case crollanti , gli antichi vicoli ciechi , ricovero di ogni sporcizia : tutto , tutto è restato com ' era , talmente sporco da fare schifo , senza mai uno spazzino che vi appaia , senza mai una guardia che vi faccia capolino . Tutto si fa , nelle piazzette , nei vicoletti : tutti vendono il vendibile , erbe , frutta , carne , pesci , nel fango eterno della strada ; e vi sono le antiche osterie , ancora , ove si vendono le zuppe di pasta e fagioli , le fritture , di cento cose fritte , dai panzarotti ai peperoni , le insalate di scapece , il zoffritto a porzione di tre soldi , di due soldi , persino di un soldo ! Come un tempo ! Peggio di un tempo ! A dieci passi dal Rettifilo , caldaie di patate , caldaie di polipi , caldaie di spighe bollite , caldaie di castagne , e il più acre odore , intorno , da queste cucine , dalle piccole fucine degli Orefici , e degli armaioli , dalle marmitte dei tintori ! Pieno di colore ? Già : ma orribile ! Io rammento tre punti , fra gli altri . Una piccola regione chiamata Tentella : cioè un intrico quasi verminoso di vicoletti e vicolucci , nerastri , ove la luce meridiana mai discende , ove mai il sole penetra , ove per terra la mota è accumulata da anni , ove le immondizie sono a grandi mucchi , in ogni angolo , ove tutto è oscuro e tutto è lubrico , ove , a un crocicchio , vi è un ' ostessa dai folti capelli neri , a un crocicchio , donde , in penombra si vede ancora il fondaco Tentella , una ostessa che vende ogni sorta di mangiare in grandi piatti di rame lucido , dalla fragaglia fritta alla spiritosa di pastinache . E m ' incoraggia ad andare verso il fondaco Tentella , l ' ostessa , con la bonomia napoletana , m ' incoraggia , poichè vede che io esito , innanzi a tutte quelle sporcizie , lungo quelle mura trasudanti umidità , con quegli odori nauseanti : mi incoraggia , mentre io esito , fissando gli occhi in quella oscurità - e siamo nel paese dell ' azzurro , del sole ! - mentre sul suo viso giallastro , sulle sue labbra violette , nei suoi denti neri , io leggo tutte le traccie di quella vita sprofondata nel lezzo e nei contatti costantemente malsani , tre o quattro persone , in una stanza , e che stanza , e le ore del giorno , in una cucina affumicata , a preparare le vivande male olenti , da vendere ! Da quanti anni non viene , qui , un sindaco , un assessore ? Da quanti anni non si lavano , queste vie ? Da quanti mesi non si spazzano ? Tutto il letame delle bestie e delle persone e delle case , tutto è qui e nessuno ce lo toglie , qui , sull ' orlo della civiltà novella , dietro ai palazzi sontuosi - andate laggiù , cercate del vicolo Barre : esso dovrebbe corrispondere a una colmata che non si è fatta , a una traversa che non si è mai aperta . È un vicolo strettissimo , lunghissimo , con case altissime , disseminate di balconi , di finestrelle : i due lati sono legati fra loro da cavalcavia , da ponti di pietre , da ponticelli di legno , il che ne aumenta l ' oscurità : i due lati , anche , sono legati da corde , da funicelle a cui pendono panni , di tutti i colori , rappezzati , stinti : e questo lunghissimo vicolo Barre , i cui portoncini sembrano caverne , non ha un lampione : è una vera sentina di ogni cosa più ignobile : ed è pericoloso a esser attraversato anche di giorno , tutto abitato da donne di mala vita , da camorristi , da ladri , e l ' orrore che ne proverete non sarà solamente fisico , voi proverete uno di quegli avvilimenti morali che provocano delle profonde tristezze . E se voi volete scrivere un capitolo di un romanzo popolare , più innanzi , molto più innanzi di questo tremendo vicolo Barre , attraversate il vico dei Cangiani , col suo relativo supportico . Esso è costeggiato , a manca e a dritta , tutto da piccole locande , dove si pagano quattro o cinque soldi per dormire , ove si dorme in quattro o cinque in una sola stanza : queste locande hanno una clientela speciale , quella dei carrettieri di Calabria , di Basilicata , del Cilento , di Terra di Lavoro , coloro che si chiamano nel popolo , vaticali , da viatico , certo : e questi contadini stanno , di giorno , sui portoncini di queste locande da quattro soldi , stanno , vestiti dei loro panni pesanti e di taglio contadinesco , coi loro cappelli di strana foggia , coi loro mantelli , seduti per terra , seduti sovra una pietra , aspettando di rimettersi in cammino . Io ho attraversato questo vicolo , fermandomi a guardare quei volti adusti , immobili di espressione , pazienti sotto le fatiche e sotto i disagi , quelle labbra mute : ho vissuto dei lunghi minuti in questo vicolo nerastro , tutto disselciato , pieno di acque luride , pieno di una melma attaccaticcia , in questo vicolo talmente tetro che sembra una tomba , e , a un certo punto , sono stata presa dal delirio di fuggire , di fuggire , per non vedere più , per non udire più , per non avere più lo spettacolo della più amara delusione , nel mio cuore di napoletana , per non soffrire delle sconosciute sofferenze altrui , da niuno consolate , poichè quella gente vive e muore , laggiù , alle spalle dei superbi palazzi , ignota , obliata , disdegnata , disprezzata ! * * * E , in ultimo , sapete che è accaduto ? Che il popolo , non potendo abitare il Rettifilo , di cui le pigioni sono molto care , non avendo le traverse a sua disposizione , non avendo delle vere case del popolo , è stato respinto , respinto , dietro il paravento ! Così si è accalcato molto più di prima ; così il Censimento potrebbe dirvi che tutta la facciata del Rettifilo , è poco abitata , e tutto ciò che è dietro , disgraziatamente , è abitato più di prima ; che dove erano otto persone , ora sono dodici ; che lo spazio è diminuito e le persone sono cresciute ; che il Rettifilo , infine , ha fatto al popolo napoletano più male che bene ! In quell ' intrico che va da Porto a Mercato , a Vicaria , si aggroviglia una folla spaventosa ; non vi sono che poche fontanelle di acqua e le case , che debbono essere , demolite ( ? ) , ne mancano ; non vi sono fognature regolari , non vi sono lampioni , poichè il piano stradale , è assolutamente dissestato : tutto ciò che serve alla vita , vi manca . Se una epidemia , lontana sia , dovesse capitarci , impossibile circoscriverla , impossibile dominarla : in quei quartieri farebbe novellamente strage , come venti anni or sono ; e i nostri edili nulla ne sanno ; e nessuno vuol saperne niente . E quel popolo che è stato tradito , poichè non ha avuto quanto la nazione gli aveva donato , per redimerlo igienicamente e moralmente , quel popolo che è abbandonato , che lo sa , che un po ' ne ride , un po ' ne sospira , un po ' ne digrigna i denti , questo grande popolo che noi dobbiamo amare , che noi amiamo , perchè ci sentiamo affratellati con esso , perchè anche noi siamo popolo , perchè noi siamo come esso e figliuoli del medesimo Iddio di giustizia e di clemenza , questo popolo non resiste agli antichi istinti , al bisogno di vivere come che sia , al bisogno di vendicarsi di questa società ingrata e traditrice : non resiste alla suggestione del vizio , del male : e giuoca : e ruba : e si vende : e ferisce : e uccide : e colà , di giorno , di notte , appena dietro il paravento , o nel Rettifilo istesso , il crimine , il delitto , si espandono , fioriscono , eterna rampogna , eterno rimorso a coloro che , fedifraghi al Re , ad Agostino Depretis , a Niccola Amore , a Guglielmo Sanfelice , alla Nazione , commossa di orrore e di pietà , mancarono ai patti giurati e ruppero ogni promessa , lasciando il popolo napoletano a languire , a struggersi , a patire , ad agonizzare , nella più profonda ignavia del corpo e dell ' anima . LE CASE DEL POPOLO Una delle nobilissime , pietose ma fallaci utopie di tutti coloro che hanno voluto o vogliono salvare il popolo napoletano dalla miseria , dal vizio , dal delitto e dalla morte , è stata , è quella di dare a questo popolo , delle abitazioni fatte per esso . E , difatti , nessuna compassione e nessun ribrezzo più grande che il cacciar il viso a fondo in questi bassi ove vive e mal vive il popolo , in questi bassi che sono già oscuri , oppressi , angusti nelle vie più grandi e che nei vicoli , in cento vicoli , in mille vicoli diventano delle stamberghe sotterranee , quasi diventano degli antri ove si agitano e brulicano le vite umane , piccole , grandi , decrepite . Il basso è una bottega rudimentale , un terraneo , piuttosto , senza finestra , senza cesso , senz ' altro sfogo che una porta , talvolta angusta che , d ' inverno , deve star chiusa , che , di notte , non può stare aperta ; e appena la primavera viene , chi lo abita , si trasporta nella via , sul marciapiede , vivendo sulla soglia , fuori della soglia , occupando il terreno pubblico , coi suoi figli , col suo fornello da stirare e da cucinare , con la sua macchina da cucire , quando non la occupa col suo banchetto da ciabattino , col suo banchetto di venditrice di castagne e di spighe allesse . Nel basso dormivano - dormono ! - tre , quattro , sino a sette persone e nelle notti estive , due , tre di essi , soffocando di caldo , trascinano uno strapuntino fuori della porta , mettono una sedia , o addirittura si gittano sul lastrico , dormendo all ' aria aperta . Non essendovi cessi ognuna di queste persone , grandi e piccole , va a scegliere un angolo remoto , vicino o lontano , di cui forma il proprio water closet e , talvolta , le madri accompagnano i piccini e le piccine , apposta , perchè non siano disturbate : così , molte strade di Napoli sono trasformate , appunto in water closet di padre in figlio , immancabilmente , senza che questa barbarie indecente , oscena possa essere sradicata . Io citerò e mi si perdoni l ' insistenza brutale ma necessaria - la salita della Paggeria , le rampe di Brancaccio , e ahimè , purtroppo , l ' elegantissimo parco Margherita , e le squisite traverse Partenope , donde si scopre tanto divino paesaggio di mare e di cielo , sono anche destinate a tale uso . Io ho nominato solo quattro o cinque vie , perchè esse appartengono , è triste il dirlo , ai quartieri più civili di Napoli , cioè di san Ferdinando e Chiaia , poichè , essi appartengono al famoso rione della Beltà , cioè dove abita la nobiltà e dove vengono a dimorare i forestieri . Delle viottole e viuzze ammorbate , ammorbanti dei quartieri popolari , non parlo ; dovrei nominarne a centinaia . Ciò è immondo ; ma è la verità . Or dunque , ogni salvatore di Napoli , tutti i salvatori di Napoli hanno pensato , hanno detto : diamo al popolo napoletano delle case al primo piano , al secondo , al terzo , al quarto , delle case piccole , pulite , con la cucinetta , col rubinetto di acqua del Serino , col cesso ; diamo loro delle case ove entri l ' aria , entri il sole , ove ci si possa lavorare ampiamente , bere in abbondanza , e ove la primissima decenza , la primissima igiene siano rispettate . E ciò è stato fatto ; e tre o quattro grandi o piccoli quartieri di case pel popolo sono sorti , e ciò è stato fatto con tale imprevidenza , con tale ignoranza presuntuosa , con tali calcoli sbagliati , che questi quartieri non sono serviti a nulla , a nulla , e sorgono , nei sobborghi della città , sulla riva di santa Lucia , enormi , massicci , brutti , già lerci , già quasi cadenti , mentre il popolo non vi abita ! * * * Citiamo il Borgo Marinai , a santa Lucia , posto che si dovevano abbattere , sino da venti anni , tutte le case pittoresche e sporchissime dell ' antico rione santa Lucia , case che , oh ironia , si vanno abbattendo solo da un anno , e si era preoccupati dove si sarebbero allogati quei pescatori di polipi , quelle venditrici di acqua sulfurea , quegli intrecciatori di nasse , quei sommozzatori o palombari , si pensò e si costruì , sulla lingua di terra che parte dalla sinistra , di Castel dell ' Uovo , un gruppo di casette a un piano , sulla riva del mare . Costavano , costano diciotto lire , una stanzetta con la cucina , e ventisette lire due stanzette con la cucina . Irrisione ! Nonsenso ! Non vi è pescatore , non vi è palombaro , non vi è barcaiuolo di santa Lucia che guadagni più di venticinque o trenta soldi al giorno e volete che ne spenda diciassette soldi , al giorno , solo per la casa ? Non vi è venditrice di acqua minerale , di noci , di frutta fracide , di ciambellette , di spassatiempo che guadagni , quando li guadagna , più di dodici o quindici soldi al giorno e , se è sola , se è vedova , se è abbandonata dal marito , come potrebbe pagarne diciassette , al giorno , per il pigione di casa ? In breve : come era naturale , non un solo luciano , non una sola luciana è andata ad abitare al Borgo Marinai . Non uno , una ! Hanno preferito , ostinatamente , le loro vecchie , dirute , sudicissime case che , per diciotto anni , hanno aspettato il piccone , ove pagavano nove o dieci lire il mese , di pigione - è TUTTO ciò che può pagare il popolo napoletano NOVE o DIECI LIRE il mese ! - e negli ultimi due anni , man mano si sono ritirati più indietro , nelle medesime catapecchie , e scacciati dalle demolizioni , sono rientrati , rientrano la notte ad abitare le rovine , e si gittano alle ginocchia dei demolitori , per non essere perseguitati dalle guardie , dai carabinieri , e piangono , e gridano , e urlano , non vogliono andar via , non sanno andar via , e alcuni di essi , o pietà grande , abitano , adesso , nelle grotte onde è forato il monte Echia che sovrasta santa Lucia , e talvolta una di queste grotte frana sulle teste , sui corpi di questi miseri luciani che dormono , e li uccide . Intanto dirimpetto , sotto il forte Ovo , il Borgo Marinai scintilla di lumi che si riflettono nelle acque del mare . Chi vi abita , chi vi vive , mai ? Pittori che scelsero quei quartini per istudio , poichè il posto è pittoresco ; qualche loro modella ; delle ballerine o delle chanteuses del vicino cafè chantant dell ' Eldorado , che prendono in affitto , per un mese , per quindici giorni , una cameretta con cucina ; qualche donnina di facile vita e misera fortuna ; e altra minuta gente , non del popolo . In quanto alle botteghe , esse in un vasto angolo , sono tutte trasformate in osterie grandi e piccole , alcune carissime , altre modeste , altre vere taverne e vi si aspira un ' aria mefitica di cucine più o meno malsane , e nel piccolo porto cadono tutti i detriti di queste taverne e ciò contrista , affligge , avvilisce i due eleganti clubs dei canottieri che sono sulla riva accanto . A ogni modo il Borgo Marinai è vivido , lieto , curioso : e inutile , infine , anche al santo scopo a cui serviva . I luciani sono d ' altra parte respinti di stamberga in stamberga , respinti di rovina in rovina , di grotta in grotta . E dopo , quando tutto , tutto sarà demolito dove andranno questi superbi ma poverissimi popolani , quelle fiere , ma miserissime popolane dove andranno ? Lo sa Iddio ! * * * Anche le case del popolo costruite all ' Arenaccia , nel Quartiere Orientale hanno fallito completamente la meta . Il minor prezzo di ognuno di questi quartini , è ventisette lire il mese ; si domandano due mesate anticipate , per regolamento , cioè cinquantaquattro lire : o si domanda un garante solido . Anzi tutto , dove è mai un vero popolano che possa pagare ventisette lire il mese , di pigione ? Per poter cavare questa somma , un napoletano del popolo deve guadagnare almeno due lire e cinquanta al giorno , o tre lire : e allora , qui da noi , non è più un popolano , è già un operaio , ma di quelli fortunatissimi , di opera eletta , diciamo così : è già un civile , è già appartenente alla piccola borghesia . Dove , dove è il popolano che disponga , mai , nella sua vita di cinquantaquattro lire tutte insieme ? Dove , dove è il popolano che trovi un garante solido ? Ah che nessuno , nessuno si convince che qui , il popolo nostro , vive di soldi e non vive di lire , che gitta la sua gioventù , la sua salute e la sua forza in fatiche compensate irrisoriamente , felice , anche , di trovarla , questa fatica ; che , per istinto , poichè nessuno pensò a educarlo , preferisce spendere i suoi soldi più nel mangiare , che nell ' aver una casa e delle vesti e che quando ha venti soldi , quindici , almeno , gli servono pel suo pranzo e il resto , pel resto ! Ventisette lire il mese ! Cinquantaquattro lire di anticipo ! Un garante solido ! Quale ironia insultante ! Nelle case del popolo , all ' Arenaccia , nel Quartiere Orientale non abitano , dunque , che gli operai eleganti , diciamo così , e tutta la piccola borghesia , piccoli impiegati , commessi , contabili , uscieri , scritturali e , persino , dei cancellieri di tribunale : non abitano che tutti coloro , il cui bilancio familiare fluttua da settantacinque lire a cento lire il mese , posizione , già molto brillante , in questo nostro paese . Borghesia , borghesia minuta , modesta , innumerevole come le stelle del cielo e le arene del mare , borghesia lavoratrice , onesta , ma , come si vede , molto povera , per la sua condizione : borghesia , non altro che borghesia , nelle case del popolo , ma niente popolo , mai ! Vi è di più . Spesso , a questi operai fortunati , a questi oscuri borghesi dalla decente miseria , è impossibile pagare ventisette lire al mese , perchè vi sono spesso , cioè , non spesso , sempre , dei figli , e spesso , quasi sempre molti figli , poichè la fecondità femminile , la prolificazione , sovra tutto in certe classi , assume proporzioni assai patriarcali , ma , anche , terrificanti . E allora si trova il rimedio peggiore e migliore ; sono due le famiglie che prendono in affitto la casa di ventisette lire , stringendosi , stringendosi , mettendosi in tre , in quattro in una stanza , avendo la piccola cucina comune e allora , addio aria , addio luce , addio igiene ! Spesso una famiglia subaffitta una camera a studenti , a uomini soli e la vita è comune e tanto nel primo , come nel secondo caso l ' agglomerazione , i contatti , il vivere gli uni sugli altri , conduce , novellamente , alla sporcizia , alla malattia , al vizio , alla corruzione e alla depravazione . In quei nuovi caravanserragli , laggiù , laggiù , in questi caravanserragli già tutti deturpati , dall ' aspetto già sconquassato , dalle macchie di sudiceria trapelanti dai muri , dai vetri già appannati e dalle cui finestre , come nei quartieri antichi , pendono le biancherie di dubbio colore , mal lavate , e i mazzi di pomidoro e i mazzi di agli , in questi derisorii caravanserragli che dovevano servire alla rigenerazione fisica e morale del popolo napoletano , si svolgono , ogni giorno , drammi dolorosi venuti , appunto , dalla povertà e dalla degenerazione , si svolgono farse grottesche e si vive colà , male , malissimo , come si viveva altrove , e per una folla che , per abnegazione , per virtù naturale , per onestà natia conserva la decenza dei costumi , ve ne è un ' altra che ha trasportato , colà , tutti i suoi istinti indomabili , indomati , che niuno ha cercato di domare , che ha impiantato , colà , una novella vita brulicante e scostumata come nei vecchi quartieri , che , infine , se pure non ruba , se pure non assassina , altri essendo i covi e le caverne del ladri e degli assassini , mette , accanto alla folla borghese e decente , una nota di più bassa borghesia , indecente , rumorosa , screanzata , villana , repugnante . Non popolo , non popolo ! Il popolo napoletano è restato nei suoi bassi dei vecchi quartieri , nei suoi bassi dei quartieri non risanati , nei bassi purtroppo , del Vasto , dell ' Arenaccia , del Quartiere Orientale ; non è mai salito , in nessun posto , di Napoli antica , di Napoli nuova , al primo piano o all ' ultimo piano , perchè non può pagare i prezzi , anche minimi che vi si pagano , perchè chi ha costruite quelle case non sapeva niente , ignorava tutto e , intanto , ha fatto una ottima speculazione , poichè tutte quelle case sono affittate , come ho detto ; ma lo ripeto , e lo ripeterò sempre , il popolo napoletano non si è mosso dal suo basso , dovunque il basso si trovi , sia una bottega quasi pulita o sia un buco oscuro e insalubre * * * Così , purtroppo , tutte le grandi idee dei grandi uomini , tutti i vasti progetti , a base di milioni , tutte le intraprese colossali , che volevano il risanamento igienico e morale di Napoli , bisogna dirlo hanno fatto fiasco . E non vi è rimedio , dunque ? Non vi è altro da fare ? Nulla , proprio , di fronte a tante tristezze , a tanti disastri , a tanti pericoli sociali ? Chi sa ! Vedremo ! CHE FARE ? Se io leggo giornali , opuscoli , libri che si occupino delle grandi questioni napoletane , se io seguo il movimento delle sue associazioni , se io noto i voti dei congressi , se io odo i lamenti degli albergatori , non veggo da tutto questo che una costante , nobile , ammirevole ed esclusiva preoccupazione di rendere gradito , sempre più , il soggiorno di Napoli , ai forestieri . Benissimo ! Ottimamente ! Tutti gli sforzi per attirarvi quì , oltre che per il fascino di un indescrivibile paesaggio , oltre che per la dolcezza di un clima soavissimo , per la civiltà e la grazia dell ' ambiente , il grande mondo cosmopolita , che tante delizie trova , in inverno , al Cairo e a Nizza , tutti questi esemplari sforzi , fatti non solo per attirare , ma per trattenere quì , fra noi , la ricchissima ed elegantissima società internazionale , sono degni del più grande e profondo incoraggiamento . Sì , formiamo il rione della Beltà , ove , sulle sponde del mare , dal primo angolo di Santa Lucia Nova a Mergellina non sieno che belle case , floridi giardini , magnifici alberghi , botteghe di cose di arte : facciamo che queste vie sieno spazzate bene , due o tre volte al giorno , e che il lastricato non costituisca un pericolo per le ossa dei forestieri : otteniamo che le carrozzelle sieno meno sgangherate , i cocchieri meno laceri e meno sporchi e , sovra tutto , meno avidi e screanzati coi forestieri : compiamo il miracolo di fare sparire i mendicanti schifosi , i venditori ambulanti odiosi , i fiorai petulanti e tanti altri individui anche più bassi , anche più equivoci da questo rione della Beltà : e che i capitalisti costruiscano un kursaal a santa Lucia , aperto in inverno per gli stranieri e in estate per i provinciali : e altri capitalisti facciano un Palais de la jeteè alla rotonda di via Caracciolo , bello e ricco come quello di Nizza : e vi sieno altre attrattive più larghe e più possenti , i cui progetti noi lo sappiamo , fervono nella mente di coloro che amano Napoli : e , su tutto questo , si strombetti ai quattro venti della stampa dei due mondi , che la salubrità e la igiene di Napoli sono diventate di prim ' ordine , il che è la verità , si strombetti che la sua mortalità è bassissima di fronte a quella di tante altre capitali europee e di Nizza e del Cairo , sovra tutto , il che è la santissima verità ; si strombetti , poichè nessuno lo sa , all ' estero , che la sua acqua di Serino è la migliore di tutte le acque europee , come è dichiarato in tutti i bollettini sanitari , con l ' analisi alla mano e che non vi è bisogno , quindi , di ricorrere , per gli stranieri , a tutte , le acque minerali che bevono altrove , dalla Saint - Galmier all ' Apollinaris , e che domandano anche qui , perchè ignorano il Serino : e in ogni maniera , in ogni forma , si raddoppi , si triplichi il movimento dei forestieri a Napoli , si renda loro il soggiorno così piacevole qui , da trattenerli giorni e settimane , da imprimere nel loro animo , partendo , una nostalgia invincibile , in modo che , lontani non potendo essi tornare , mandino da noi i loro parenti , i loro amici , le loro conoscenze . Questa è opera civile questa è opera bella , anche se confini troppo con la reclame industriale , anche se abbia troppo l ' aria di una speculazione , anche se tenda a trasformare sempre più in un enorme Palace , tutta la Napoli che sale , laggiù , dal mare sino alle colline fiorite di Posillipo e del Vomero ! Quel che si è fatto a Nizza e a Montecarlo , ha formato la fortuna di tutta la Cornice da Mentone a Hyères quel che si è fatto al Cairo , ha formato la fortuna di tutto l ' Egitto : sia , sia , questa opera buona , questa opera santa , e in questo paese così bello e così povero , così affascinante e così pieno di miseria , in questo paese così delizioso e dove si muore di fame , in questo paese dall ' incanto indicibile , si dia alla industria del forestiero la forma larga , felice , fortunata , che porti , a Napoli , il solo modo di far vivere centinaia di migliaia di persone ! * * * Ma si permetta a un ' anima solitaria e ardente di passione , pel suo paese , come è la mia , di chiedere una parte di tutto questo , una povera , piccola parte per migliorare le condizioni igieniche e morali del popolo napoletano . Non si chiedono milioni , poichè i milioni hanno fatto fiasco nell ' opera del Risanamento , e nessuno , naturalmente , vuol dare più milioni , quando i primi sono stati spesi male o perduti , per fatalità quasi che una mano misteriosa perseguitasse questo buon popolo nostro . Si chiedono , in nome di quel Dio giusto che volle fossero accolti tutti i poveri , nel suo nome , povero e vagabondo egli medesimo , sulla terra , che alla redenzione fisica e spirituale dei poveri un po ' di attenzione , un po ' di denaro , un po ' di cura sia dedicata da coloro che debbono e possono fare questo ! Tutto deve esser fatto con modeste ma tenaci idee di bene , con semplici ma ostinati rimedii , con umili ma costanti intenzioni di giovare . Bando alla rettorica sociale , bando alla rettorica industriale , bando alla rettorica amministrativa , quella che viene dal Comune , la peggior rettorica perchè guasta quanto di pratico , di utile , di buono si potrebbe fare , dagli edili nostri . Perchè dunque non si obbligano la società dei nuovi quartieri al Vasto , all ' Arenaccia , al Quartiere Orientale , di ridurre al minimo possibile le pigioni , in modo che le case fatte pel popolo siano abitate proprio da esso e non dalla piccola borghesia , in modo che ogni stanza non costi più di nove o dieci lire e non vi possano per regolamento stare più di due o tre persone , quando vi sono bimbi ? Si tenti questo ! E se ciò non basta , in tutte le nuove costruzioni sia nei quartieri popolari sia nei quartieri più aristocratici , perchè non si obbligano , con legge , con regolamento , ad avere un piano dei loro palazzi , l ' ultimo , fatto in modo che la gente del popolo vi possa abitare , avendo delle stanze , delle soffitte , ciò che si chiama il suppenno che non costino , appunto , più di nove o dieci lire al mese ogni stanza ? E se qualche società ancora , qui , vuol costruire sulle colline , o sulla spiaggia , verso la ferrovia o verso il mare , perchè non la si obbliga , per legge o per regolamento , se vuole tale concessione , a costruire al quarto o al quinto piano , tali stanze , a cui si accederebbe dalle scale di servizio ? E nei conventi che il Municipio oramai possiede in gran numero , da cui sono state discacciate tante sventurate monache perchè albergano solo dei grandi elettori o dei servitori di consiglieri comunali ? Perchè , poichè le povere monacelle furono buttate fuori alla strada , alla miseria e alla morte , non si fa una spesa , una santa spesa per pulire , per restaurare , questi numerosi monasteri e non si affittano , quelle stanze , diventate nette e salubri al popolo napoletano ? Un poco di questo denaro che dovrebbe servire , per chiamar qui gente , dall ' Europa e dalle Americhe , pochissimo di questo denaro dedicarlo , saviamente , mitemente ma costantemente , a creare delle modicissime , modestissime non case , ma stanze , stanze per il popolo ! * * * E qualcuno di quei vividi lampioni a gas che splendono nel Rione della Beltà , perchè non metterlo laggiù , anche meno splendido , ma lampione , ma acceso , dietro il paravento , dietro i famosi palazzi del Rettifilo , alle cui spalle , nella notte , si ruba , si commettono infamie e si uccide , nelle tenebre profonde e paurose ? Perchè non dare un poco di luce , proprio un poco , perchè non si possa più nè rubare nè uccidere , almeno in alcune di quelle vie ? Non è un dovere stretto , rigoroso , di qualunque municipio , di dare la luce , di sera , di notte , ai cittadini ? Questo rigorosissimo dovere , perchè non si compie , in favore del popolo napoletano , dai due lati del Rettifilo , da Porto a Pendino a Mercato a Vicaria ? L ' idea semplice : qualche lampione , o edili nostri ! E di questa schietta fresca , spumante acqua di Serino , vanto di Napoli , salvazione di Napoli , lavacro interiore , lavacro esteriore perchè laggiù , dietro il paravento , non vi è , pare , neanche la conduttura ? Questo supremo beneficio che tanto è costato non era , non deve essere fatto solamente per il volto e per il ventricolo dei ricchi , forestieri , o non forestieri , dei borghesi , piccoli o grandi , ma chi lo volle , questo beneficio profondo dell ' acqua , lo volle soprattutto per il popolo e il popolo non lo ha , dietro il Rettifilo , non lo ha , o lo ha scarsissimo e beve e si lava nell ' acqua verminosa dei pozzi e delle cisterne : e in un modo qualunque , provvisorio , semi provvisorio , definitivo , come meglio si può , bisogna darla , darla questa buona acqua ai quartieri popolari e non servirsene solo per innaffiare la passeggiata di via Caracciolo ! E qualcuno di quegli spazzini che dovrebbero rendere nitido come il cristallo il rione della Beltà , dopo aver spazzato questo rione , discenda dove non è mai stato , dove non si spazza mai , e scrosti , tenti di scrostare il sudiciume annoso , e trasporti via , oggi superficialmente , domani meglio , fra un mese completamente , i cumuli invecchiati e putridi d ' immondizie . Vi sia un piccolo , piccolo servizio di spazzamento , laggiù , appaia la scopa , appaia il carretto , si compia il dovere oscuro ma preciso di nettare le vie , alla meglio , come si può , ma in qualche modo , ma ogni giorno ! E qualcuno di quei gloriosi militi municipali che debbono tener lontani i pezzenti , i mendicanti , i fiorai , per non seccare gli stranieri della Riviera e del Chiatamone , penetri , penetri laggiù , e applichi le leggi di polizia urbana , laggiù ove non vi è traccia di tutto questo , laggiù ove ognuno fa quello che vuole , perchè niuno s ' incarica di fargli fare quello che deve ! E i militi della questura non si occupino solo a vegliare nei quartieri aristocratici che i cocchieri non vessino i viaggiatori del Grand Hotel e del Bertolini , ma qualche milite di essi si occupi a impedire , possibilmente , il vizio , l ' infamia e il delitto nei quartieri popolari , dietro il Rettifilo ! * * * Che chiedo io , infine , per i miei fratelli del popolo napoletano , che chiedo io come tutti quelli che hanno cuore , e anima , salvo che finisca l ' oblio e l ' abbandono ? Che chiedo io , in nome dell ' eguaglianza umana e cristiana , salvo che il popolo di laggiù sia trattato come tutti gli altri cittadini , abbia una casa , abbia della luce , nella notte , dell ' acqua , della nettezza , della sorveglianza , sia guardato e protetto contro sè stesso e gli altri ? Che chiedo , io , se non l ' applicazione della legge umana e sociale , trattar quelli come si trattano gli altri , dar loro quel che spetta loro , come esseri viventi , come cittadini di una grande città ? Faccia il suo dovere chiunque , non altro che il suo dovere , verso il popolo napoletano dei quattro grandi quartieri , faccia il suo dovere come lo fa altrove , lo faccia con scrupolo , lo faccia con coscienza e , ogni giorno , lentamente , costantemente , si andrà verso la soluzione del grande problema , senza milioni , senza società , senza intraprese , ogni giorno si andrà migliorando , fino a chè tutto sarà trasformato , miracolosamente , fra lo stupore di tutti , sol perchè , chi doveva si è scosso dalla mancanza , dalla trascuranza , dall ' inerzia , dall ' ignavia e ha fatto quel che doveva . Napoli , primavera 1904 III L ' ANIMA DI NAPOLI L ' ONORE Malinconicamente assiso presso un desco , nella famosa Osteria della Giarrettiera il grosso cavaliere Falstaff rumina il malizioso e audace affronto fattogli dalle allegre comari di Windsor , che lo hanno sepolto in un canestrone , sotto una montagna di biancheria sporca e lo hanno calato nel Tamigi . Con un enorme boccale di vino caldo , egli cerca di riscaldare il suo povero stomaco , gelato dalle acque del fiume : con filosofiche meditazioni , fra ciniche e dolenti , egli cerca di rinvigorire la sua anima depressa . Beve , Falstaff , un largo sorso del suo grog e dice con un sorriso amaro : « L ' onore ? Che cosa è mai , l ' onore ? È forse , un giustacuore l ' onore ? È un pajo di stivaloni , l ' onore ? Si mangia , l ' onore ? Si beve , forse , l ' onore ? Che ne fai , tu , dell ' onore ? Si batte , moneta , forse con l ' onore ? Di quale onore , tu parli ? Del mio ? Del tuo ? Il mio è diverso dal tuo ! L ' onore ? Una parola : un soffio , veramente , non altro che un soffio . » E crolla le pingui spalle , bevendo ancora e con la mano quadrata che posa il gotto , fa un cenno per diradare questo soffio che è l ' onore , dalla sua vita di beone . Falstaff , colui che , giovine , era stato paggio del duca di Norfolk ed era in giovinezza , tanto sottile da passare dentro un anello , colui che era stato l ' amico di Harry Plantagenet , principe ereditario e poi re d ' Inghilterra , Falstaff , diventato cinquantenne , obeso , calvo , poltrone , goloso , mangione , ubbriacone , dissoluto , pieno di spirito , pieno di risorse , lesto di mano , imbroglione famoso e pure piacevole , non mancante di chic , Falstaff , osa dire , in quel tempo , tutto il suo pensiero sull ' onore . Egli ha tutti i vizî , salvo quello immondo della ipocrisia ; egli è capace di coprirsi di tutti i crimini , ma non di fingere la virtù : egli vive di ogni porcheria , ma lo dichiara , non può fare altrimenti , che commetter frodi e ladrerie , visto che deve vivere , mangiare , bere , vestirsi , infine ! Il grande William , è così sincero , così umanamente sincero e persino brutale nelle sue creature di verità o di vita ! Dal momento che , con l ' onore , Falstaff non può aver nè un abito , nè un pajo di scarpe , nè un boccale di claret , nè un ' oca farcita , nè un vasto letto per rotolarvi la sua colossale persona , egli dichiara apertamente che ci rinunzia , all ' onore e che disperde questo soffio vano della sua esistenza . Altri tempi ! Chi oserebbe mai dir questo , ora , con tutte le levigature , le lustrature e i seize reflets della società moderna ? Quale cinico fra i più cinici finanzieri moderni , o quale celeberrimo avventuriero farebbe mai il proclama di Falstaff ? Chi mai rinnegherebbe l ' onore , con tanta filosofia crudele come il ventruto cavalier di ventura inglese ? Altri tempi ! Tanti , probabilmente , pensano come egli pensa , anche adesso ; tanti come Falstaff , nel segreto del loro spirito , sono convinti che non battendosi moneta , con l ' onore , e la moneta , essendo non solo utile , ma necessaria è meglio rinunziare tacitamente a questo vano soffio dell ' onore : tanti , e sono , forse , i meno numerosi ma i più temibili , hanno cominciato per fare il glaciale e mortale ragionamento di Falstaff , anche prima di entrare nella lotta della vita . Altri tempi ! La superficie umana è mutata : tutta l ' apparenza sociale è diversa : e Falstaff , grasso o magro , fine paggetto gentile o grosso capitano di ventura , può sempre sviluppare i suoi istinti , sotto ogni forma delle più alte e delle più basse , ma niuno gli udrà mai dire che l ' onore è un soffio e che non si fa denaro col vento . * * * Noi , però , abbiamo una idea solitaria . Contrariamente a quanto si agita in fondo alle coscienze attaccate dal tarlo del bisogno , minate dal desiderio di ogni ricchezza e di ogni potenza , in opposizione a questo comodo e facile cinismo segreto , noi crediamo che l ' onore non sia una parola , non sia un soffio vano e che non sia nè bello nè utile fare un gesto , con la mano , e scacciarlo dalla propria vita . Noi crediamo di più : cioè che , con l ' onore , si possa anche batter moneta . Ci riesce impossibile di credere che solo i furfanti , solo i ladri si possano arricchire , nella società ; accade , questo è vero : accade troppo : ma , dall ' altra parte , di fronte a tutta la gente di coscienza ambigua , di carattere equìvoco , di tendenze losche , di fronte a tutta la gente che farebbe ogni cosa , pur di arrivar a tutto , i nostri occhi mortali ne veggono molt ' altra che , quìetamente , austeramente , compie la sua parte , nel mondo , crea la sua fortuna e quella altrui senza mancare all ' onore . Di fronte a organismi finanziarî che assidono la loro sorte sovra i mille calcoli più sottilmente ingannatori e di cui ogni manifestazione economica rappresenta un marchè de dupes , di fronte a queste compagini che , ormai , si fanno sempre più rare , nel mondo , altre ne vediamo sorgere , prosperare , fra noi , in Europa , lontano , dapertutto , in cui ogni atto è regolato dalla onestà commerciale , dalla lealtà industriale . Per chi vede il minuto presente , per chi sa guardare verso l ' orizzonte , verso l ' avvenire , può sembrare , forse , che l ' onestà sia una cattiva speculazione e che un galantuomo rimanga povero : così è : ma non per tutti : ma non per molto tempo : ma il galantuomo o finisce per vincere il suo orribile destino , o costudisce , come un tesoro , la sua perfetta reputazione . Con l ' onore si batte anche moneta , per grazia di Dio ! A centinaia , a migliaia ci confortano in questa fede piuttosto solinga ma salda , gli esempi particolari , gli esempi collettivi , in cui la probità , la integrità , la rigorosa scrupolosità furono la sorgente di fortune individuali e di fortune sociali veramente possenti ; da ogni lato della terra , nei libri , nei giornali , nelle cronache , nella vita , germogliano queste istorie di prosperità talvolta colossali , basate solo sul lavoro , sulla volontà , sull ' intelletto , ma basate , sovra tutto , sulla onestà personale o collettiva . Era naturale al pancione di Windsor , cui giovava restar seduto sotto la pergola della taverna , bevendo vino aromatizzato e giuocando a dadi , di dir che l ' onore non vi porta le aune di velluto per far un giustacuore o non paga il conto dell ' osteria : è comodo agli ambiziosi moderni pensare fra sè che l ' onore non si tramuta in cheques , in palazzi marmorei , in equìpaggi smaglianti , in gallerie di quadri e in collezioni di giojelli . È comodo : ma è falso . Chiunque ha scritto , scrive , o scriverà la storia della ricchezza , la storia dei ricchi , dica se non è falso : e che paesi , società , uomini , mille volte , centomila volte partirono dalle più umili volontà di bene e di onestà per giungere ai più bei fastigi della fortuna , senza aver traviato , giammai . * * * Pensino questo , coloro che , oggi , si adunano , non senza solennità , questi deputati di Napoli , ardentemente desiosi di fare il bene della loro città . Lo pensino : non lascino vacillare un solo istante , la loro coscienza di galantuomini : non manchi loro un solo momento la fiducia nella probità umana , su cui la loro vita si è formata e ha trovato la sua formola . Essi vogliono , i deputati napoletani , la prosperità larga della metropoli mirabile che , dotata di tutte le bellezze , è ancor povera e triste ; ma vogliono la sua prosperità insieme all ' alto rispetto del suo onore . Sia , sia anzi tutto , l ' onore : anzi tutto che coloro i quali saranno i prescelti , per sedere sulle cose del Comune e che , prescelti , saranno additati al voto popolare , abbiano per insegna del loro nome , la specchiatezza del loro carattere : anzi tutto che , dinnanzi all ' Italia , dinnanzi all ' Europa , ovunque il nome di Napoli sia pronunciato , sia , oramai , per il decoro , per la coscienza di chi la rappresenta , unito a quello della più bella dignità civile : anzitutto che , per convinzione , giammai più il sospetto , l ' accusa , la delazione possa colpirla : anzitutto che ovunque esso sia , l ' uomo onesto , intelligente , attivo , fattivo , sia il suo lavoro dato a Napoli , giovandole con tutte le sue forze . Quando ciò sia organizzato , con sapienza , con larghezza , prendendo coloro che dovranno essere i futuri amministratori , dovunque si trovino galantuomini e uomini capaci , senza fare viete questioni di partito , di colore , roba vecchia , roba distrutta : quando ciò sia un fatto compiuto , l ' onore di Napoli , che si va lentamente ricostruendo , ma con sicurezza , questo onore di Napoli servirà anche a batter moneta , . Quando i capitalisti dell ' estero , del nord , sapranno che , contro ogni ostacolo , Napoli ha voluto per suoi magistrati , comunali , i migliori suoi cittadini , quando gli uomini di finanze di tutti i paesi , di tutte le regioni , sapranno che , quì , il sentimento della probità sociale si è rifatto , nelle persone , nelle cose e nei costumi : quando gli industriali di ogni dove , comprenderanno di poter avere fiducia ; allora , sì , che ogni piccola o grande pianta della fortuna pubblica , nascerà , germoglierà , fruttificherà in questo suolo fecondo , in questa terra di anime belle . Tutto si farà , quì , dal momento che il buon nome napoletano , che , il decoro della sua cittadinanza , che , tutto il suo onore , infine , sia esaltato : tutto sarà così facile , così semplice , così naturale che il mondo si stupirà . E nell ' onore , in questa potenza tutta morale , in questo elemento più puro e , diciamo , più etereo della coscienza sociale , Napoli ritroverà la sua vita , la sua fortuna , la sua ricchezza ! IL RIONE DELLA BELLEZZA Una delle cose più amenamente false , che si dicono , si ripetono , si sostengono , per Napoli è la profonda miseria del suo Comune , è la mancanza della lira e del soldo per tirare avanti : una di quelle leggende bizzarre , grottesche , e ingiuriose che moltissimi illustri e oscuri cittadini nostri si compiacciono , dappertutto , di confermare ; che le prove più singolari e più fantastiche . Sapete ? Non vi è un centesimo per aprire una scuola : il Municipio può a stento , pagare i suoi maestri e le sue maestre . Sapete ? Non vi sono che quattromila lire l ' anno , per ripiantare di alberi i giardini pubblici e la Villa , quìndi , deve conservare , verso il mare , quell ' aspetto di orto devastato . Sapete ? È impossibile che si colmino i buchi perigliosi nel basolato di via Chiaia : vi dovete rompere il collo : i basoli costano troppo , bisogna aspettare il bilancio dell ' anno venturo : allora , si vedrà . Di questo passo , ogni volta che il Municipio deve cavare cinquanta centesimi , si risolleva la leggenda della mendicità cui è ridotto , accattone che nessun ospizio può ricevere , oramai , più : e , su queste bugiarde apparenze , su queste frasi fatte , da cui la folla si fa così comodamente governare , nessuno si accorge che , al Municipio , piano piano , con aria di nulla , i milioni presenti e futuri , ballano una ridda che , ogni giorno , diventa più vivace . Chi mai oserà sostenere , se ha occhi e orecchie , che il Municipio di Napoli è povero , quando ha messo in discussione , da uno o due anni , delle somme enormi , ora per una cosa , ora per l ' altra ? Chi mai potrà continuare a dir questo , quando , man mano , si verranno esaminando tutti i progetti che sono sul tappeto e , ognuno di essi , costa molte centinaja di migliaja di lire e qualcuno dei milioni ? Chi sosterrà , ancora , che non vi sono quattrini per gli asili , per le scuole , per i giardini , per lo spazzamento , per l ' innaffiamento , quando sono alle porte un sacco di castelli in aria , tutti uno più costoso dell ' altro ? Chi dichiarerà esservi ben pochi milionari a Napoli , per dare l ' indice meschino , esiguo , della nostra ricchezza , quando il primo milionario è , appunto , il Comune , e , come tutti i milionari , è un po ' folle , cioè lesina qualche centinaio di lire , in cose necessarie e profonde il suo denaro , o s ' impegna a profonderlo , nelle spese superflue ? Il Municipio nostro non è , forse , nè Morgan , nè Carnegie , nè Vanderbilt , nè Rockefeller ; la sua fortuna è più modesta : i suoi milioni sono in minor numero : ma esso ci gioca , oramai , come un buon piccolo milionario che fuma delle sigarette da tre centesimi , ma che ha una scuderia da corse . Ho innanzi agli occhi e io spero di potervelo comunicare , sempre che ne sia il caso , un elenco di progetti , di proposte , di cose mezze fatte o da farsi , ove la spesa , talvolta inutile , talvolta stravagante , quasi sempre imprudente , è fortissima . Io non sono il tutore del Comune , per grazia di Dio e neppure tu , amico lettore , per tua fortuna : ma qualche soldo , di questi milioni , è tuo ed è mio . Interessiamoci a questi pochi centesimi , tuoi , miei , lettore , perchè essi sono una parte di questi milioni . * * * Il Rione della Bellezza Eccone uno , eccolo qua . Il suo nome è eminentemente pretenzioso : quando saprai bene che è , questo rione , amico lettore e fratello mio , lo troverai anche eminentemente ridicolo . Si tratta di quel grande deserto di Santa Lucia nuova , ove tutti gli innamorati del vecchio Napoli , preferivano , forse , vedere quel bel mare di Santa Lucia , l ' antico , il nostro mare : diamogli un sospiro di rimpianto , in nome del pittoresco , consoliamo gli stranieri nella loro delusione e rinneghiamo la civiltà , tacitamente , nel nostro spirito . Quando non era stato inventato il rione della Bellezza , questo deserto malinconico , atrocemente triste , in certe ore del giorno , fiancheggiato da quella via polverosa e ineguale , doveva esser popolato così , dalla Cassa di sovvenzioni genovese : cioè dovevano sorgervi tredici grandissimi palazzi , tredici caserme enormi , simili alle due già costruite , quella ove si trova l ' Hôtel Santa Lucia e la seconda che è in costruzione . Nulla di più brutto , di più goffo , di più pesante : strette , le vie , fra ogni edificio : e completamente perduta , dietro , la via di salita Lucia vecchia . Quando queste caserme orribili fossero sorte , un ' altra pruova della mancanza di educazione estetica , sarebbe venuta ad affliggere il nostro spirito inquìeto : e le abbominazioni rettilinee , di cui parla Edgar Poe , avrebbero schiacciato , col loro orrendo aspetto , la nostra fantasia , amante della beltà , della grazia , della leggerezza . Ma vi è un Dio , in cielo ! Dato il forte prezzo a cui la Cassa di Sovvenzioni aveva messo e tiene ancora quei suoli da cinque anni , dato che per costruire , là , dove vi è il mare , sotto , ci vuole un prezzo doppio e triplo di costruzione , nessuno volle comperare quei terreni , nessuno pensò di erigervi un palazzo o una palazzina e la società molto meno osò di costruirvi niente . Certo , la società vi ha perduto e vi perde molti denari : ma questo non ci riguarda . Noi rimpiangiamo Santa Lucia vecchia , gli stabilimenti di bagni , l ' acqua sulfurea , le venditrici di acqua , gli ostricari , le trattorie e i tessitori di nasse ! Noi li rimpiangeremo anche di più insieme , amico lettore , se mai il rione della Bellezza vi si debba compiere . Il nuovo progetto dunque in cui pare , quasi , che abbiano concorso Raffaello da Urbino , Michelangelo Buonarroti , Vanvitelli e Dante Gabriele Rossetti , è questo : invece di tredici caserme , esse saranno undici e saranno divise da vie più larghette , con file di alberi lungo le vie , simili a quelli da cui è contristato il Rettifilo e che , certamente , verso il mare , saranno distrutti dalle brezze marine , come si dice , sieno stati distrutti quelli della Villa . Questi undici edificî avranno , anche , attorno , un poco di verdura , una piccola fascia , verso il mare . E basta . Ma questa è dunque , la peregrina idea per cui il rione Santa Lucia , sarà chiamato il rione della Bellezza ? E il progettista , diciamo cosi , sarà paragonato a Arnolfo di Lapo o a Lenôtre , architetto di Versailles ? Nossignore . Nel centro del nuovo rione , verso il mare , gli edifici si divideranno in semicerchio e lasceranno uno spazio , in mezzo , di ottomila metri quadrati - non t ' illudere , amico lettore , ottomila metri quadrati non sono gran che - ove vi sarà un giardino , e , in mezzo , pare impossibile , una fontana . Attorno , attorno al semicerchio sorgerà un porticato , di stile greco - romano , dove sarà fabbricato solo un primo piano , ad uso di caffè , di birrarie , di cafè chantant , forse , sempre in istile greco . E basta . Questo è il rione della Bellezza : non oltre : non altro . Un giardinetto , cioè , poco più grande di quelli di piazza Cavour , diletto ritrovo di pezzenti di San Gennaro , di cabalisti , di piccoli pensionati del governo : un giardinetto che sarà due o tre volte grande come quello di piazza Municipio , ritrovo , questi , di persone che è inutile quì menzionare , sotto i paterni occhi chiusi dei consiglieri comunali , un giardinetto , con una fontana , dove , probabilmente , vi sarà uno zampillo , basso nei giorni di lavoro e alto nei giorni di festa : e , infine , questo porticato , per rammentare nella vita moderna , l ' origine di Partenope , per rifare un poco Pompei , dice il progettista . Anzi , egli voleva far tutta una passeggiata pompeiana , lì , ma questa idea parve tanto barocca , tanto sciocca , che se ne accorsero tutte le anime buone e distratte degli assessori e protestarono . Non vi sarà la passeggiata pompeiana ma un pezzetto di Pompei , col porticato , l ' avremo . Chi si metterà sotto questi portici : s ' ignora : neppure è certissimo che vi si costruisca il primo piano . Il rione della Bellezza , or dunque , si riassume in un giardino , con fontana e con un portico . Il suo nome , allora , non ti sembra un poco esagerato , amico lettore ? Non ti pare che la parola bellezza abbia un senso diverso e profondo ? E che applicarlo a sì esigua e ambigua cosa , sia una grande audacia ? E che il progetto e il progettista debbano soccombere sotto il ridicolo di quest ' audacia ? * * * Per aver questo giardino , con la fontanella e il porticato , ecco che cosa deve spendere il Municipio di Napoli . Anzitutto deve dare alla Cassa sovvenzioni di Genova la egregia somma di settecentomila lire : è vero che si pagano in trent ' anni , queste settecentomila lire , ma un debito è un debito , anche se si paghi a piccole rate . Non vorrei affermare che il Comune debba corrispondere anche l ' interesse , perchè non lo so : ma è probabile che per avere la fontanella nel giardinetto e il porticato , intorno , per aver ciò a credito , qualche interesse si dovrà pagare . Inoltre , il Comune concede alla società , di costruire un sesto piano a tutti gli undici edifici : calcolato , così , a occhio e croce , un piano di più , sovra undici immensi palazzi , può rendere alla società da novanta a centomila lire di maggior reddito , cioè un regaluccio di oltre due milioni di capitale , sempre per aver quel che sapete . Quanto saranno più belli , più accoglienti , più estetici questi palazzi di sei piani , invece che di cinque , lo sa il Signore ! Vi è dell ' altro : la società ha il diritto di non lastricare più con pietre le vie fra i suoi palazzoni , poichè questo lastricamento costa molto : allo scopo di facilitarle ancora più la posizione , il Comune le permette di adoperare il macadam , col risultato di aver del fango in inverno , fango che macchia i vestiti e li rode ; e la polvere più acre , in estate . Non basta ancora : la società ha la concessione della sorgente di acqua solfurea : non sarà gran che ; ma è qualche altra cosa . Non vi pare che , per un giardino , una fontana e un porticato ciò costi molto , troppo , immensamente ? E con tanti denari , tante concessioni , tante facilitazioni , il risultato sarà questo : e il rione presunto della Bellezza , sarà mortalmente brutto , se si arriva a compiere col suo anacronisma di Pompei , fra edifici di sei piani come in America ; che il prezzo dei suoli , restando sempre forte e le difficoltà di costruzione essendo sempre grandi , la Cassa Sovvenzioni , seguiterà a non vendere e seguiterà a non costruire e che alla fine del salmo il rione della Bellezza consisterà in un piccolo giardino , in una fontana e in un porticato vuoto , fra un vasto deserto arido e polveroso . La società si sarà rifatta in parte dei suoi guai , con quelle settecentomila lire ; il Comune dovrà pagarle e passando per Santa Lucia nuova , il cittadino inconscio creperà dal ridere , a veder quella buffonata , e tu amico lettore e io , cronista scettico e pessimista , tu ed io che non siamo inconsci , rimpiangeremo quei venticinque o cinquanta centesimi , parte tua e parte mia delle settecentomila lire ! LA GRAN VIA Chi ha mai osato , chi oserà mai detronizzare via Toledo dalla sua sovranità cittadina ? Chi toccherà mai alla sua corona di gloria e di vita ? Chi potrà mai eguagliare , non vincere il suo fascino ? Chi mai menomerà la sua forza e il suo carattere ? Niente : nessuno . Non il tempo che tutto modifica e tutto trasforma : non gli uomini folli che delirano di mutare le cose , secondo il loro pensiero e il loro capriccio : non i costumi che si cangiano bizzarramente , pur riapparendo sotto novelle forme : non i fatti che sono regolati dalle misteriose correnti del destino . In questa profonda e palpitante arteria , corre un sangue la cui ricchezza è magnifica : il suo battito può diventare tumultuoso nella febbre dei grandi giorni , non può rallentarsi mai : le sue pulsazioni possono raggiungere il culmine della gioja , mai il minimo della fiacchezza : e mentre tutto l ' immenso corpo della città dorme , sotto l ' arco stellato del cielo , sotto il lume freddo e molle della luna , dalle sue colline fiorite nella notte fino al mare immobile , la profonda arteria vive e spande il suo metro di vita , nell ' ombra tenue , fra le case alte . Via Toledo non ha rivali , anche nelle vie più magicamente belle di Napoli : non nel mirabile sinuoso nastro che cinge graziosamente l ' alto della città e che è il Corso Vittorio Emanuele : non nell ' aristocratica e oramai deserta , e sempre nobile , sempre squisita Riviera di Chiaia : non nella indescrivibile via Caracciolo , sogno di pittori e di poeti : non nella possente via del Rettifilo , ove la modernissima città si sviluppa : nessuna di queste è sua rivale , poichè queste vie possono avere la bellezza , la forza , la grazia , la poesia , la tradizione , e hanno tutto questo e altre cose hanno , ancora , nella loro storia e nella loro espressione , ma Toledo ha tutto ciò e ha un ' altra cosa , l ' altra cosa grande , imponente , fremente , multiforme , multaninime , essa ha la vita , essa è vita . Siate lontani , in paesi estranei : se il vostro animo s ' immergerà nella triste nostalgia , è al suo ricordo che il vostro segreto rimpianto sarà più amaro . Siate quì e la vostra esistenza si svolga , per forza di cose , in regione cittadina lontana : la vostra vita vi sembrerà scialba e gelida . Uscite un giorno e non toccate questa via : la vostra giornata vi sembrerà vuota . Siate infelice , annojato , stanco , sperduto , sfiduciato di voi e di tutti : toccate le sue sacre pietre e come un sorso d ' inebriante vino esalterà le vostre forze e si dilegueranno tutti i fantasmi angosciosi e per un istante , per un ' ora , per un giorno , l ' esistenza vi sembrerà , di nuovo , facile e lieve ! * * * Via Toledo è la vita istessa , poichè nei secoli centinaja e centinaja di patrizî , di ricchi , spesero le loro fortune per adornarla di maestosi palazzi e vissero in questi palazzi , e vi tennero signoria , e vi lasciarono quella impronta larga e nobile di magnificenza che non si cancella : è la vita istessa perchè nella felice mescolanza delle classi che è una delle buone e oneste cose nostre , accanto alle grandi famiglie , migliaja e migliaja di famiglie vi sono vissute , nei secoli , e nei tempi più vicini , e adesso , e vi vivranno ancora , in una tradizione borghese che ha la sua potenza , in una tradizione popolare che ha la sua forza : è la vita istessa , perchè la fede vi eresse i suoi santuari , in cui migliaja e migliaja di anime sono venute , vengono e verranno , per sentieri noti , innanzi alle immagini note e care , anime pietose , anime fedeli , obbedienti ad un ' antica e pur dolce consuetudine : è la vita istessa , perchè il commercio e la industria da secoli , vi mise i suoi emporî , in una tradizione di lavori , di attività , di onestà e di fortuna che , ora , è giunta al massimo del suo splendore . Abitare a Toledo , vivere a Toledo , aver bottega a Toledo , fu , è , come una eredità degli avi , come il rispetto ad un costume sacro , come la rinnovazione di un patto con i lontani antenati , come una fede giurata , come una necessità familiare e pubblica . O cuore dei cuori : Via Toledo ! Il torrente dell ' umanità , da secoli , in ogni giorno e in ogni minuto si è svolto , ora mite , ora forte , ora fragoroso , ora clamante , sul tuo selciato e sui tuoi marciapiedi : e ogni uomo , ogni donna che vi è passato , dolente , ridente , fremente , pieno di vita o pieno di morte , vi ha lasciato una traccia viva e ogni dramma , ogni tragedia , ogni commedia che vi si è svolta , vi ha messo il riflesso di un suo ricordo : e ogni grande o piccolo fantasma della storia che vi è apparso , vi ha messo l ' ombra della sua grandezza o della sua piccolezza : e i nostri e noi vi abbiamo lasciato in tanti periodi della nostra esistenza , vi abbiamo lasciato il meglio di noi , un pensiero , un sentimento , un sorriso , una lagrima . Ah se Toledo è la vita istessa , è perchè ognuno le fece questo dono bello e fatale : è perchè glielo diedero i sovrani e il popolo , in tutti i tempi : è perchè glielo diedero i dittatori e la plebe : è perchè glielo diedero i poeti e gli amanti : è perchè tutti gli diedero vita , gli scienziati , i filosofi , gli uomini di Stato , i capi delle fazioni , i capi della folla : tutti , tutti , le donne , gli uomini , i bimbi , i vecchi , i malati , persino i morti di cui le solenni esequie lasciarono la memoria di un nome e di una pompa lugubre . Ah è la vita istessa , Toledo e tutti così l ' adorano , fervida di ogni forma alta o bassa , elegante o triviale , ricca o povera , florida o meschina : e tutti la onorano , e tutti l ' hanno onorata e non un sovrano , non un imperatore , non un grande che , quì giunto , non ne sentisse il primo palpito largo e forte , nei clamori della gente , salienti clamori sino al cielo sereno ! * * * Questo ho io ripensato , con meraviglia , quando ho notato che , per la prima volta , un ospite sovrano giungerà fra noi e penetrerà nella Casa del Re , in corteo nobilissimo , senza esser passato per via Toledo : e questo sentono e se ne rattristano , profondamente , le migliaja di buoni cittadini di via Toledo , delusi nelle loro legittime speranze e centinaja di commercianti e d ' industriali che , da tale avvenimento bello e popolare , attendevano non solo pascolo agli occhi , ma onesto vantaggio al loro lavoro . Alte ragioni che noi ignoriamo fecero scegliere un itinerario bello , ma molto più breve : e tagliarono fuori , con involontaria crudeltà , certo , la vita istessa napoletana , l ' antichissima e fedele via di Toledo , quella che cosi lealmente : ed entusiasticamente festeggiò i suoi re ed i suoi ospiti , quella che pure , seppe adornarsi di drappi e di ghirlande e fece piover fiori sulle regine e sulle principesse . Alte ragioni ! Noi non le conosciamo : e debbono , certo , esser molto forti e molto rispettabili : nè l ' itinerario , oramai , può mutarsi . Sia ! Ma come a Parigi , subito dopo che i Sovrani d ' Italia ebbero attraversata l ' Avenue des Champs E1ysèes e la inobliabile piazza della Concordia , per recarsi al palazzo degli Affari Esteri , senza toccare il centro di Parigi viva , il cuore di Parigi , la piazza dell ' Opera , si trovò modo di farli escire , novellamente , e di far loro attraversare l ' Avenue de l ' Opèra , si trovi , anche quì , modo di far traversare , ufficialmente , a ora stabilita , il Presidente della Repubblica , per via Toledo , per tutta la via Toledo , tutta quanta : e questa cosa si promulghi : e si contentino , così le giuste aspettative di una strada ove tutto di Napoli si concentra e si esprime : e si dia agli occhi curiosi e dolci di Emile Loubet che viene da una delle più belle città del mondo questo spettacolo inarrivabile . Se il Presidente della Repubblica va via , di quì , senza aver visto la via Toledo , in un pomeriggio di primavera , gremita di gente , addobbata , imbandierata , infiorata , e fluttuante e ondeggiante e tumultuante di folla , è come se non avesse visto Napoli . GUERRA AI LADRI Un cattivo odore di stantio , di cose antiche e consunte , tenute troppo tempo chiuse e tirate fuori , si è diffuso nell ' aria che respiriamo , da qualche giorno . Nei primi comizî , nei primi proclami , con una certa finzione di serietà , anche , son venuti fuori dagli armadi sgangherati della rettorica amministrativa : il partito clerico - borbonico , il partito clerico - moderato , il partito socialistoide , il partito anarcoide e , persino , guarda , guarda , quella consumatissima cosa che è il partito liberale . È come un mucchio di ferri vecchi polverosi e arruginiti , tirato fuori da un camerino di sbarazzo : come un fagottello di cenci sdruciti e sporchi , disciolto , in terra . La polvere acre si distacca da tutto questo tritume : la muffa si attacca , viscida , alle mani di chi vi si accosta : e il libero aere ne è ammorbato . La gente passa , si tura il naso , alza le spalle e sorride di scherno . Per molti anni , queste parole , queste frasi , ebbero un contenuto di vita : ma il tempo è trascorso e i tempi si sono mutati : ma tutto questo è vuoto , è floscio , è senza colore , è senza sangue , è simile al palloncino di pelle che era leggiero , volava in aria , aveva i bei colori della gioja , che il bimbo ha rotto e che è , adesso , uno straccetto ignobile . Nulla di questo esiste , più : nulla di questo risponde alla rinovellata coscienza moderna : nessuna di queste formole , ha più espressione e nessuna ha più influenza . Guardate , nella vita vera , piuttosto ! Osservate , nella vita vera , tutte le profonde trasformazioni che stupiscono . Vi sono dei cattolici che sono italianissimi : vi sono degli anticlericali che sono credenti , vi sono dei clericali che sono democratici : vi sono dei democratici che sono imperialisti : vi sono dei liberali che restaurerebbero la pena di morte : vi sono dei repubblicani autoritarii e assolutisti : vi sono dei socialisti che adorano il Re : vi sono dei radicali perfettamente monarchici : vi sono dei monarchici che dicono un male orrendo della monarchia : i framassoni che detestano il clero , credono all ' Architetto dell ' Universo : e i borbonici , infine , poichè anche di questo si parla , i borbonici si riassumono in quell ' incantevole uomo d ' età - egli invecchierà , più tardi - che è il duca di Regina , caro a tutti , riverito da tutti i partiti , sottopartiti , frazioni e sottofrazioni . Il travolgimento tumultuario delle idee , il turbine sempre più precipitato delle opinioni , tutto questo enorme cataclisma morale , donde escirà , domani , e già essa sorge splendente come l ' aurora , la coscienza nova , ha già così capovolto ogni ordine di criteri e di concetti che , veramente , coloro che , ancora , si attaccano al funesto ciarpame del passato , coloro che tentano di brandire delle armi infrante e senza taglio , che tentano di agitare una bandiera stinta e a brandelli , destano un sorriso di ironia e di pietà ! * * * Ma in tanta bizzarra confusione , il paese nostro , questa Napoli nostra , cerca una guida nei fatti , cerca la verità nel buon senso . Dice Napoli , quietamente : ecco , io ho bisogno di risorgere . Io non solo debbo vivere , ma debbo svolgere tutte le mie forze sociali e individuali : ognuno dei miei cittadini , sia pure il più oscuro , il più ignoto deve aver lavoro , salute , protezione , educazione , e tutti i cittadini e , io , Napoli , debbo prendere il mio posto bello , nobile , forte , nella vita operosa ed efficace moderna . Non solo io voglio risorgere ; ma , tutti gl ' italiani che hanno cuore , vogliono la mia risurrezione : ma tutti i miei fratelli del nord mi stendono la mano affettuosa e salda , perchè io risorga : ma gli uomini del parlamento , ma gli uomini dello Stato , ma il Sovrano vogliono ardentemente la mia resurrezione . Essa , però , si deve compiere con tutte le forme più larghe , più potenti , più limpide e più pure . Perchè io risorga debbono fra me giungere i capitali stranieri e i capitali nordici e siano benedetti , purchè essi non trovino alle mie porte e fra le mie mura , chi metta loro la taglia , se vogliono entrare . Perchè io risorga debbono formarsi , quì , delle vaste imprese industriali , ove chi è lavoratore , trovi mercede onesta e aiuto sociale , ove chi è possidente trovi onesto guadagno , ove chi è capitalista , possa collocare onestamente e securamente il suo danaro , ove tutte le intelligenze belle e vivide napoletane possano trovar campo di azione , ove tutta questa forza simpaticissima d ' ingegno , possa manifestarsi in opera utile , efficace : ma queste imprese industriali debbono esser fatte alla luce del sole , senza transazioni equivoche , senza concessioni losche , senza premî , senza provvigioni ; e come si è fatto altrove , a Milano , a Genova , a Torino , ove centinaja di tali imprese nacquero , vivono e prosperano , senza che sia stato loro necessario di corromper nessuno , anche da me , quì , nella mia nuova atmosfera morale , questa , cosa bella l ' affare onesto , l ' affare semplice , l ' affare in cui non vi sono guadagni illeciti o strabocchevoli , da nessuna parte , ma in cui tutti possano prosperare , l ' affare deve sorgere , svilupparsi , dilatarsi , portar bene ed esser parte integrante della mia risurrezione . Perchè io risorga , completamente , debbono le banche che già sono , quì , aiutare il mio popolo , aiutare le oneste industrie , aiutare le oneste iniziative e sottrarre il popolo e gli industriali e tutti quelli che han bisogno del credito , all ' usura : e altre banche si debbono fondare , ancora , con denari venuti di fuori , con denari di quì , e tutte , le nuove , le vecchie , non debbono pesare sui deboli e sui miseri , non debbono servire a scopi non bene definiti , ma avere , sì , sì , anche le banche , un criterio morale di assistenza alla popolazione mia . Io invoco il lavoro , invoco le società , invoco le industrie , invoco le banche , che dovranno redimere la mia miseria , il mio ozio e la mia inciviltà : ma tutto questo deve esser fatto in un ' altra maniera , non più in quella di prima , in una maniera schietta , leale , franca , in una forma delle più integre , con , una probità perfetta , con quel rigore di coscienza , da tutte le parti , che , in tanto rivolgimento di cose , è la via della verità e della vita E , a proposito delle non imminenti ma prossime elezioni amministrative sapete che dice , Napoli ? Napoli dice questo : A me importa poco che vadano al Consiglio Comunale dei clericali , dei borbonici , dei moderati , dei liberali , dei democratici , dei socialisti , o degli anarchici : tutto ciò mi è indifferente . Io voglio degli uomini onesti : io voglio delle coscienze secure : io voglio delle anime austere . Le loro opinioni politiche non mi riguardano : solo i loro sentimenti morali m ' interessano . Non voglio ladri , io , al Comune ; e per ladri non intendo solo quelli che si mettono in tasca il denaro mio , il mio povero e scarso denaro , ma tutti quelli che aiutano i ladri miei o che permettono , chiudendo gli occhi , che mi si rubi . Non voglio , al Comune , nè affaristi , nè compari di affaristi , nè rappresentanti di affaristi , nè amici degli amici degli affaristi . Vi sono , fra i liberali degli onestissimi uomini ? Io lo vedrò : io avrò fede in loro , quando avrò veduto e saputo : e io manderò al Comune questi liberali onestissimi . I clericali non amano Roma capitale , non vogliono festeggiare il venti settembre , s ' irritano di dover riverire il Re : ma sono onesti ? Io voterò per essi , poichè la loro probità mi affida : e , più tardi , penseranno essi a non urtare i miei sentimenti d ' italianità . I socialisti sono violenti , sono intemperanti , spesso utopisti : ma sono onesti e vogliono il trionfo della onestà , lo vogliono con tutte le loro forze , come io lo voglio ? Io voterò per essi , come un sol uomo . Io voterò per chiunque mi risulti , in faccia al sole che egli sia un galantuomo . Un galantuomo può sbagliare , ma non può tradirmi , un galantuomo può errare , ma non può vendermi . Di fronte al mondo che conobbe le mie lunghe sciagure , di fronte all ' Europa che si stupì di me , come di un covo di malfattori , di fronte all ' Italia , che mi guardò dolorosamente sorpresa , io debbo , ancora una volta e , adesso , più che mai , dimostrare che le mie sciagure mi venivano da ben pochi infami miei figliuoli , che il covo non era che una piccola tana di sporchi rosicanti , che io ho migliaja e migliaja di cittadini onesti e buoni e che , fra queste migliaja , io posso , io voglio scegliere ancora una volta , gli onesti che mi debbono amministrare . Qualunque sia la veste di cui si copra l ' uomo dalla coscienza infida , io lo riconoscerò : qualunque sia la maschera che copra il suo viso , io ne discioglierò i nodi : in qualunque modo mi si tenti di ingannare , non vi si giungerà più . Troppo ho sofferto nell ' onore e nella prosperità : troppo ho lagrimato di vergogna e di indignazione . Io debbo cominciare per salvarmi , se voglio esser salvata da tutto , da tutti . Nelle mie mani è la mia prima risurrezione : cioè quella della mia esistenza , morale , cioè quella del mio decoro sociale . Farò , io , veder al mondo , all ' Europa , all ' Italia che di tutti i doni della sorte , io sono degna , che di tutti gli aiuti fraterni , io sono degna , io , Napoli , paese di gente onesta , mandando al Comune solo gli onesti , chiedendo ad essi , che da essi si prosegua e si esalti la mia riabilitazione ! CRISTO DICE … Più giusto e più opportuno , forse , è l ' ignorare , il voler ignorare , noi , in questo singolare , intenso e possente dissidio di Torre Annunziata , che sia il trust degli industriali , perchè e come sia sorto , su quali patti sia stato basato e a quale ente finanziario o a quale persona vadano , divise o riuniti , i molti benefici del trust e anche i suoi molti svantaggi . Probabilmente , certo , anzi , gli industriali di Torre Annunziata non sono degli odiosi e crudeli capitalisti presi uno per uno : anche essi , forse , vengono dal popolo laborioso e debbono alla fatica e alla sorte bella dei loro genitori , debbono alle loro fatiche e alla loro bella sorte , se la fortuna li mise alla testa di una ricchezza e se così è , non può il loro memore cuore aver obbliato donde i loro padri partirono , donde partirono essi , nella loro gioventù e questa memoria incancellabile deve aver temperato , tempera , a ogni modo , la superbia e la durezza di chi si trova dalla parte del denaro e del potere . È anche certo che in questi ultimi due mesi di lotta veramente eroica , gli industriali hanno sopportato e sopportano gravi perdite di denaro , le cui conseguenze non si possono notar subito , poichè ognuno di loro aveva la sua riserva e di vari la fortuna è molto forte : è anche certo che mille energie si sono disperse , mille occasioni si sono perdute , e che questi danni sono profondi , così profondi che molto tempo , molta forza , molto lavoro e molta pazienza sono necessarî a portarvi dei rimedî . Riveriamo la giustizia , in ogni nostra parola , se vogliamo che la folla ci creda giusti e probi ; e non colpiamo della gente che è al sommo della fortuna sociale , con la scusa che essa è ricca e che ciò offende il povero . Per quanto la fortuna tenda sempre più , dapertutto , a livellare la ricchezza , a imporle , sovra tutto , tali leggi , tali doveri , tali obblighi , da venirla lentamente diminuendo , quasi togliendole ogni possanza e ogni larghezza , quasi mettendole innanzi , constantemente il fantasma dei meno felici , dei più oscuri , e inducendola a guardare e a temere questo fantasma , come cosa viva , dei ricchi esisteranno sempre , nel mondo , e il vivo ingegno , la salda volontà , la tenacia ferrea , il cumolo delle circostanze che noi chiamiamo Fortuna , avranno sempre i doni della terra e del cielo ; ed è ingiusto punire costoro , semplicemente perchè vi sono esseri senza mentalità , senza volontà , miseri di anima e di corpo , destinati a una vita umile , da cui nessuna legge , nessuno Stato e nessun uomo può trarli . La ricchezza ha molti giusti persecutori , quando essa è tirannica , aspra , orgogliosa e senza pietà : essa ne ha anche , perchè è la ricchezza solamente ; lasciamola che si difenda come può , se può , se sa , se vuole , se le riesce ! * * * Ma diamo tutto il nostro cuore fraterno , pieno di un sentimento traboccante di bene a questi cinquemila operai , che , da circa settanta giorni resistono a ogni tristezza fisica e morale e da Torre Annunziata danno un esempio di fermezza , di costanza , di sacrifizio veramente ammirabile . Che gli occhi di tutti i lavoratori del mondo si fissino sulla bella cittadina che si specchia nel mare , e che un senso di rispetto grande nasca per questi operai che servono , con ogni privazione , non solo la loro causa , ma la causa di tutti quelli che lavorano . Più di due mesi di sciopero essi stanno subendo , pazienti vigili , inaccessibili : e le loro sofferenze materiali son ben grandi . Man mano , i denari per sostenere lo sciopero sono finiti ed essi si sono contentati di veder sempre più scarsi i soccorsi della loro lega , si sono contentati di pochi soldi . Ogni tanto , qualche generoso sussidio arriva , ma essi sono molti , i bisogni sono grandi e dopo qualche giorno la ristrettezza , la miseria , sì , diciamolo la miseria diventa più pesante , più lugubre più nera . Sapete che mangiano molti di essi ? Patate ! I contadini , i massari nelle campagne con animo misericordioso , permettono che le famiglie degli operai vadano a raccoglierle senza molestarli ; e ogni mattina con i sacchi sulle spalle , i ragazzi degli operai vanno fuori , nei campi , negli orti , nelle masserie , a raccoglier queste patate : ciò non costa nulla ed è un cibo , almeno , un cibo caldo , cotto nell ' acqua con cui si sfamano uomini , donne , bimbi e vecchi . Cento episodi pietosi , commoventi , si potrebbero narrare , di costoro , e in qual modo essi si sostengano scambievolmente : e come i più forti dieno forza ai più deboli : e come le donne sieno più ardenti e più ferme : e come non uno fallisca , non uno tradisca , non uno osi tradire . Cinquemila , sono , ma la volontà è una sola . Come una barra di ferro che nulla fa deviare , che nulla smuove , che nulla rompe : e intanto , spesso , le loro viscere sono corrose dalla fame : spesso , non possono dare nulla ai loro figliuoli : a poco a poco tutto quello che avevano in casa , è partito , impegnato o venduto : i loro amici , i loro compagni , i loro confratelli , li hanno aiutati , come hanno potuto , ma anche questi aiuti sono limitati , non possono consolare , sollevare una massa così enorme . Cinquemila , sono e sembrano un solo uomo a cui la volontà invincibile faccia compiere un miracolo quotidiano , da settanta giorni , quello di subire ogni privazione e di non lagnarsi e di non cedere di una linea e di credere , sì , di credere nella propria vittoria , poichè è la fede nell ' ideale quella che finisce , sempre , per rifulgere ! Cinquemila , sono , e si sono votati , come un uomo solo , al benessere della loro collettività al loro migliore avvenire , e in questo voto sociale che hanno fatto , danno , come antichi eroi , il migliore del loro sangue e il migliore delle loro forze . Cinquemila , sono , e , oramai , con l ' alto loro coraggio , vinti tutti gli ostacoli , il sacrificio di tutti continua , sempre e non finirà senza trionfo , perchè , centosei di essi non restino nella strada , senza lavoro , senza pane ! * * * Il monte della Quarantena , in Palestina , sorge fra le floride pianure ove ride e corre il limpido fiume Giordano e la gran pianura deserta ove fumica il plumbeo Mare Morto , che seppellì , nelle sue acque torbide e acri Sodoma e Gomorra . Questa montagna , non alta , è rocciosa , asprissima : non vi nasce pianta , non vi nasce fiore . E Cristo vi passò quaranta giorni in preghiera , in solitudine , in penitenza , dopo che il Precursore , lo ebbe battezzato nelle acque del Giordano . Solo , era , sulla montagna : e il Maligno lo tentava . Cristo era disfatto dalle orazioni e dal digiuno . Diceva , il Maligno : Tu muori di fame ; se sei fìgliuolo di Dio , fa un miracolo e cangia in pane queste pietre . Cristo taceva . Fa , fa , un miracolo , ripeteva il Maligno , e cangia in pane le pietre ! e Cristo , allora , guardandolo , gli disse : l ' uomo non vive solo di pane . Ah che parola voi diceste , Signore , da questa montagna e come essa è una delle più grandi , delle più alte , delle più pure , delle più fiammeggianti , in tutti i tempi , in tutte le coscienze ! Duemila anni fa voi l ' avete pronunziata , in un ' ora sacra alla elevazione dell ' anima , combattendo col Tentatore che vi offriva tutti i beni materiali della terra , sovra una montagna arida e nuda , in una solitudine senza eco , in un momento supremo : e la parola vibra nel mondo degli spiriti , come un conforto e una esaltazione . È per i poveri , per i deboli , per gli infelici , per i sofferenti , che questa parola è stata detta : è contro i ricchi , i potenti , i superbi , i malvagi , che essa è stata pronunciata : è per la guerra che sempre è stata , che mai finirà , fra i miseri e gli epuloni , che questo è stato proclamato . Che importa la povertà , se l ' uomo non vive di solo pane , ma di un contenuto spirituale che rende la sua anima lucida e formidabile , e vince le sue caducità fisiche ? Che importa , la sofferenza , se non il pane solo è pascolo dell ' uomo , ma un conforto interiore che lo rende più forte di ogni tristezza ? Che importano la privazione , lo stento , il duro sacrificio , quando per vincere queste torture , non il pane è necessario , ma un ' energia morale che arriva sino all ' eroismo ? A migliaja , a migliaja , questi ignoti soldati dell ' anima sono caduti nel mondo , decimati dalla fame , dal freddo , dalle infermità , ma essi passarono la loro idea , la loro fiamma , la loro speranza ad altri combattenti : ma questa battaglia contro tutte le tentazioni basse e ignobili , questa battaglia nel nome dello spirito trionfante sulla carne , ha già avuto mille clamorose vittorie . O minatori che soffocate nelle viscere della terra , o faticatori dei campi che vi curvate sulla vanga , o operai che vi accasciate di pesante lavoro , nelle officine , la parola del monte della Quarantena è il balsamo che vi guarisce , vi vivifica , vi esalta : siate o non siate cristiani . Colui che era povero e che amava solo i poveri , che era oscuro e che perseguitava i potenti , che era umile e che disprezzava l ' orgoglio , Colui che doveva vivere e morire , per tutti gli sventurati , disse a Satana , signore delle ricchezze tutte umane : L ' uomo non vive di solo pane . Ogni volta che una creatura della terra preferisce la fame all ' obbrobrio , preferisce il freddo alla vergogna , preferisce la morte alla viltà , ogni volta che una creatura umana in lotta con la fortuna altrui , con la potenza altrui , con la tirannia altrui , non cede , non transige , non si piega , e talvolta vince e talvolta muore , ma muore vincendo , il grande motto ha compiuto il suo miracolo spirituale . IL PANE DELL ' ANIMA Quando il direttore del MATTINO si trova , per caso , in polemica col giornale ROMA lo chiama , per lo più , il giornale dei portinai . Ciò mi ha sempre fatto sorridere . Il ROMA potrebbe essere il giornale dei portinai , come è quello dei bottegai che rientrano a pranzo , fra l ' una e le due pomeridiane , ma non è . I portinai napoletani non sanno leggere . Facendo una inchiesta curiosa e bizzarra , voi potreste trovare , sovra un centinaio di guardaportoni da quattro a cinque che sanno leggere , non di più ; e per disimpegnare gli obblighi del proprio mestiere , svariati e non senza difficoltà , i portinai napoletani adoperano la sveltezza naturale del loro ingegno , fanno le ambasciate , distribuiscono le carte da visita , dividono le lettere e i giornali , ma non sanno leggere . Passando ai cocchieri , gente sveltissima se mai ve ne fu , domandate ad uno di essi , per esempio , di portarvi a via Partenope , numero diciotto : anzi tutto , egli vi chiederà se si tratta del teatro Partenope : e , in secondo , quando sarete giunti , con la sua carrozza , a via Partenope , egli non saprà punto trovare il numero diciotto : il cocchiere napoletano raramente sa leggere e ignora quasi sempre la figura grafica dei numeri , anche accanito giuocatore di lotto , come è . E , passando di classe in classe , non solo il forestiere si accorge e si sorprende e rimpiange che fra il popolo napoletano , così intelligente , così vivido , così rapido , sia innumerevole il contingente di coloro che non sanno leggere , ma voi stesso , voi , napoletano , ogni volta che vi trovate di fronte a un ignorante , a un analfabeta , voi sentite il rammarico acuto di tanta barbarie e di tanta oscurità ; e , talvolta , vi assale il ribrezzo di tanto oblio e di tanto abbandono , in cui è lasciata questa povera gente . E , ogni tanto , in quelle tristi interviste con qualche spettro della notte , che la malinconia della deambulazione notturna vi procura , in quegli incontri singolari e tetri , con un ragazzo della malavita , con un cercatore di mozziconi , con un caffettiere ambulante , voi udite il motto profondo , aspro , crudele , in cui il popolo napoletano riassume il suo profondo rispetto per la cultura e il dolore della propria ignoranza , crudele motto che emana dall ' intimo dell ' anima , come un rinfaccio , come amarissimo rimprovero alle classi più alte . Voi v ' interessate al guaglione di mala vita , al fantomatico mozzonaro , al singolare caffettiere che gira come un fantasma , esso , dall ' alba , per le vie napoletane e compiangete la sua sorte ed egli si compiange , così , crollando le spalle , filosoficamente . Ma tu sai leggere ? - voi gli chiedete . Egli vi guarda , risponde : Signò , si sapesse leggere nun starria cca : starria a Palazzo . Per il popolo napoletano , chi sa leggere non può esser cercatore di mozziconi , venditore di ulive , ladruncolo notturno , ma può diventare Re o qualche cosa di simile al re , abitare la Reggia e non un tugurio o gli scalini di una chiesa , comandare gli uomini e non finire in carcere o all ' ospedale . * * * Centinaia , migliaia di bambini , di bimbe pullulano , si arrotolano , si aggrovigliano in tutte le vie , dalle più aristocratiche alle più popolari , creature seminude , scalze o malamente coperte o appena vestite : e non si sa donde vengano e dove vadano , non si sa a chi appartengano , come vivano , come muoiano . Eppure hanno madre e padre , queste misere bimbe questi bimbi miserelli e vorrebbero , questi genitori infelici , o privi di lavoro o provvisti di un lavoro mal remunerato , faticosissimo , durissimo , vorrebbero , questi genitori , mandare , in un asilo , in una scuola , queste creature delle loro visceri , vorrebbero che oltre il piccolo e rude pane del corpo , dato , ahi , con così rigorosa misura , fosse loro dato , da chi ne ha l ' obbligo strettissimo , da chi ne ha il sacrosanto dovere , il pane dell ' anima , l ' istruzione . Desiderio insano ! Mancherà , spesso a questa immensa folla di piccini e di piccine , di ragazze e di ragazzi , il modo come sfamarsi poichè , pare , la povertà napoletana sia molto pittoresca e i custodi dell ' estetica adorano questa manifestazione possente e triste di dolore sociale : mancherà , senz ' altro , il pane dell ' anima , quello che dovrebbe dar frutto di bene intellettuale , di bene morale , mancherà senz ' altro la istruzione . Vi è ancora fra il popolo , una istituzione strana e caratteristica : una specie di piccola scuola tenuta , da qualche donnetta , in un basso più spazioso degli altri : altre donnette , operaie , serve , lavandaie , stiratrici , vi portano i loro figliuoli e le loro figliuole , alla mattina , prima di andare al lavoro e pagano un soldo al giorno , le più facoltose , diciamo così , venti soldi , e quindici soldi al mese , le più sventurate . La donnetta che ha la scuoletta , non insegna nulla a tutte quelle creature : le tiene raccolte un poco , poi , le lascia scorazzare : le sgrida , sempre : urla , dietro loro : le sculaccia : pianti , strilli , singhiozzi : ma , infine , è responsabile , per un soldo al giorno , per tre centesimi , per due centesimi , di ogni bimba , di ogni bimbo , sino alla sera . E mi rammento , anche , la mia giovinezza , e un certo diploma di grado superiore che mi fu dato , per tre anni , mentre raggiungevo questo diploma , questa missione di dare il pane dell ' anima alle figlie del popolo , continuamente rammentata , a ogni problema di aritmetica sbagliato : e infine toccato miracolosamente questo scopo del massimo diploma , l ' obbligo del tirocinio di maestra , in una di queste scuole , ove accorrevano queste figlie del popolo , a cui io doveva insegnare a leggere e a scrivere E andai piena d ' interesse , di gentile ansia segreta , di emozione , persino , a fare la tirocinante e mi trovai fra molte bimbe assai decentemente vestite , alcune con eleganza . Una per una le interrogai , queste figlie del popolo , chi fossero , donde venissero ; e appresi , man mano , che eran figliuole di professionisti , d ' impiegati , di negozianti , di bottegai , e fra settantadue scolare , una solamente , una , era una figlia del popolo , lacera , pallida , impertinentissima , intelligentissima , affascinante . Una ! Più tardi , io sparvi dalla scuola , perchè avevo finito di fare la tirocinante : la piccola Buonfantino , indimenticabile al mio cuore tenerissimo , ne sparve , perchè morì , di tisi , a undici anni . Era una figlia del popolo , quella : ma la scuola non era fatta per essa * * * E non vi sono scuole , a Napoli ! Non ve ne sono ! Ogni tanto , noi ci riuniamo , diamo un ballo splendido , con una lotteria di oggetti d ' arte , tutta la grande società napoletana e la meno grande v ' interviene e la Croce Rossa prende trentamila lire : ma le scuole mancano e migliaia di ragazzi e ragazze s ' imputridiscono il corpo e l ' anima nelle vie fangose . Non vi sono scuole : mentre noi per un mese , organizziamo una Kermesse enorme , con sessanta dame nei chioschi , e gli ottanta o novanta ciechi di Caravaggio , che hanno già ereditato due o tre fortune , ricevono venticinquemila lire . Non vi sono scuole : e altre dame della Società Margherita e io con esse , organizzano , organizziamo , conferenze , recite , gite , per aiutare ventidue o ventisette ciechi a domicilio , comprando loro un pianoforte o un fonografo o una biccicletta ! Non vi sono scuole , a Napoli , e le maestre muoiono di fame e le ragazze e i ragazzi del popolo vanno al vizio , alla corruttela , al disonore al crimine : e vi stupite delle statistiche dell ' onta , del delitto , a Napoli , quando dimenticate che non vi sono scuole , che invano qualche anima buona di assessore grida , perchè se ne aprano delle altre , mentre il goffissimo progetto del quartiere della bruttezza , a Santa Lucia , chiede un milione e duecentomila lire , poichè ciò fa comodo a un assessore qualunque ! Non vi sono scuole , a Napoli , e questi cattolici che sono al Municipio di Napoli , non si vergognano di far perdurare questa cosa infame , che è l ' analfabetismo , di cui tutti arrossiamo , innanzi non agli stranieri , solamente , che ne ridono ironicamente , beffandoci , ma innanzi agli italiani di Lombardia e di Piemonte . Non so da quanti anni si sta delirando e spendendo intorno al Maschio Angioino , sempre e la cancrena più ributtante divora il popolo napoletano , confitto nelle tenebre dell ' ignoranza : e neppure i cattolici che da Cristo Signore Nostro avrebbero dovuto apprendere l ' amore dei piccoli e degli oscuri , fanno niente . I socialisti domandavano la refezione scolastica : e avevano ragione , ma prima della refezione che andrebbe a figliuoli delle persone agiate , aprire delle scuole , aprirne altre cento , dappertutto , ecco quella che è la carità sociale , la solidarietà sociale ! Viceversa , noi ci occupiamo se il lampadaro di S . Carlo toglierà la visuale a coloro che vanno in quarta e quinta fila : questione gravissima . Costoro che si agitano per questa cosa bizantina , sono pregati d ' informarsi un poco , così , per sapere , quanti degli abitanti ordinarii delle carceri di San Francesco , di Sant ' Eframo e di Santa Maria ad Agnone sanno leggere . Dopo , si covrano la faccia con le mani : se hanno un poco di rossore ! IL PADRE DEL POPOLO I miei occhi hanno visto l ' imponente e toccante spettacolo ; e il fremito che danno le cose grandi e sincere , ha sconvolto il mio spirito . Un popolo ha urlato di disperazione , ha gridato di collera , ha pianto di dolore , perchè Ettore Ciccotti non è più deputato di Vicaria : e per tre giorni e tre notti , questo furore di popolo , pieno di singulti e pieno di lacrime , si è espresso nelle forme antiche , puerili e semplici , della rivolta popolare : il sasso raccolto nelle vie suburbane e che fende l ' aria , fischiando , il pezzo di legno greggio che non è neppure un bastone ma che difende ed offende , il vaso di fiori lanciato dalla finestretta del tugurio : e un desiderio folle , funebre , di morire , spingendosi avanti , contro le armi cariche e pronte a far fuoco , spingendosi avanti , le donne sotto i piedi dei cavalli dei soldati , così , ebbre di morte ! Se più tragica , se infinitamente più tragica non fu l ' avventura del popolo di Vicaria , si deve al medesimo Ettore Ciccotti che consigliò , a voce , per lettera , la calma , la pace , in nome del profondo vincolo fra lui e questo popolo di Vicaria : si deve alla sua partenza , alla sua assenza , atto di altruismo tenerissimo , con cui si sottrasse al terribile entusiasmo e ne placò , così , anche il disegno di rivoluzione e di morte : ancora una volta , egli salvò il quartiere Vicaria dal sangue e dalla strage . E l ' ira folle , lentamente , si è sedata , poichè questi possenti impeti delle masse non possono e non debbono aver durata : ed è restato , dovunque serpeggiante , in cento episodii commoventi , il dolore di aver perduto Ettore Ciccotti , come deputato di Vicaria . Nei crocicchi , un organino si ferma e l ' uomo dalla manovella , comincia a macinare una musica bizzarra : un altr ' uomo canta : e la canzone parla di Ciccotti , il padre del popolo , e tutti si mettono a cantare , un coro , crescendo la folla : delle cartoline col ritratto di Ciccotti circolano , fra la gente : le donne le afferrano , le baciano , le conservano nel seno . Un venditore di giornali passa , è un vecchio : ha la testa fasciata : fu ferito , in una di quelle notti : e camminando a passo lento , con voce fioca , grida il giornale e aggiunge , come ritornello : ànn ' acciso ' u padre nostro Ciccotti . In un angolo di Porta Capuana , una donna parla , fra un gruppo di donne : è eccitata , ha le lacrime agli occhi , narrando non so quale benefizio che ella ebbe da Ciccotti ; e le altre , a poco a poco , si mettono a gemere , intorno : e come se qualcuno fosse morto , esse esclamano : avimmo perdute nu patre , nu patre ! Altrove , un uomo vestito bene , un signore , infine , ma noto nel quartiere , è circondato da altre donne , che gli raccontano le loro disgrazie , ed egli ascolta , pensoso , crollando il capo : e il ritornello , più malinconico , più triste , ricomincia , ancora : ce l ' hanno levato , signò , ce l ' hanno levato ! Entrate , non nelle botteghe della borghesia di Vicaria , ma nei bassi di san Giovani a Carbonara , di via Santi Apostoli , delle traverse del Nuovo Corso Garibaldi , di Porta Capuana , e in ognuna di quelle tane ove manca l ' aria e manca la luce e ove il popolo napoletano vive , per colpa dei suoi mali governanti , come se non fosse uomini e non fosse cristiani , e voi troverete il ritratto di Ettore Ciccotti , accanto a quello della Madonna . Nominate a uno di quei popolani , a una di quelle donne , quest ' uomo : e vedrete il volto loro infiammarsi ed esaltarsi , poichè voi avrete loro nominato il padre , non quello che dette loro la natura , ma il padre della loro miseria , della loro abbiezione , del loro dolore ! * * * E costoro , in Vicaria , non sono elettori : sono popolo . E un ' altra cosa . È una folla di sventurati che sono nati con le mille eredità del morbo , della povertà e del vizio e per cui nulla e nessuno si mosse mai , perchè questi sventurati fossero , in nome di Dio , in nome della natura , considerati come fratelli , più infelici , più disgraziati , ma fratelli ; sono sventurati ; a cui nessuno pensò di dar pane e lavoro , poichè prima che il pane e il lavoro giungano sino ad essi , mille ladri eleganti lo debbono sottrarre o taglieggiare : sono sventurati a cui nessuno dà una scuola , poichè i signori del Comune delirano per gittare un milione , a una società che sta per fallire e non provvedono , a che le scuole sieno aperte : sono sventurati a cui il lavoro pesa , sulla vita , raro a trovarsi , difficile a durare , malissimo compensato , precario , incerto , irrisorio : sono sventurati che spesso , vengono dal crimine o ci vanno , ma non per colpa loro , per colpa di tutta un ' altra società , cieca , sorda indifferente , dura come una roccia . Non elettori ! Popolo : popolo vero , folto , oscuro , a masse paurose , con volti ove si manifestano gli stenti e le tristezze , con voci roche , velate dalla fame e dalle malattie , con i germi ereditarii che un atavismo , ahi , di povertà , vi mise , con gli istinti del male esaltati dalla lunga esistenza di miserie , e di pianto , con l ' inclinazione al male sì , al male , che vi pose questo centennale e crudele abbandono ostinato della loro truce sorte ; e la Società infame si vela gli occhi per non vedere questo popolo , che fugge via , per obbliarne l ' esistenza e crede che la fuga sia la salvezza . Oh voi non fuggiste , Cristo , Signore , questo popolo che , nel tempo dei tempi , era oppresso da ogni male e schiacciato dai possenti e dai protervi ! Voi lo cercaste , dapertutto : ovunque vi fosse un misero , un sofferente , un peccatore , un malato , un criminale , voi gli tendeste la mano , lo abbracciaste , lo chiamaste figliuolo : voi lasciaste che la donna del male , emblema , di tutte le peccatrici , di tutte le criminali , si curvasse ai vostri piedi domandando perdono e perdonaste , in lei , tutti i peccati delle povere creature muliebri , fiacche , caduche , fragili , che la virtù non le sorregge . Ah , non voi fuggite , questo popolo , o Leone Tolstoi , o il più cristiano fra i cristiani , voi che avete salutato come fratelli , solo quelli che soffrono , voi che avete rinfacciato alla società ipocrita e perversa tutti i suoi inganni e tutte le sue infamie , voi che siete sceso in mezzo a tutti i disgraziati e le disgraziate , e solo essi , nei vostri libri , salirono all ' onore della vostra pietà e della vostra tenerezza . Padre del popolo , era il Signor Nostro Gesù : e padre fu ognuno che disprezzò i ricchi e i malvagi e che curò le piaghe fisiche morali degli infelici : e padre sarà chiamato , nella vita nostra , chi si curerà solo di asciugar le lacrime di chi piange , di sollevar le anime depresse , di ridare una coscienza morale a coloro che l ' ebbero distrutta , dal loro destino . Questo nome di padre il popolo di Vicaria , lo ha dato ad Ettore Ciccotti , perchè egli non ha messo le mani sui suoi occhi , per non vedere l ' orrore di quelle esistenze , perchè egli non è fuggito , via , compreso da un senso di terrore e d ' impotenza : perchè egli è restato , coraggioso , paziente , indulgente , dove consolante , dove beneficante , dove cercando di rialzare lo spirito , dove soccorrendo il corpo : perchè , egli ha avuto pietà , ma non una pietà pomposa e oltraggiosa , non una pietà sterile e infeconda , ma una pietà umile e fraterna , ma una pietà efficace e operosa , ma una pietà civile e gentile . Mille volte , questo popolo di Vicaria obbliato , abbandonato , tradito , ha trovato in Ettore Ciccotti non l ' ipocrita che mette mano al portafogli e dà due lire , e compera due lire di tranquillità di coscienza , ma un cuore paterno , pieno di quella celestiale indulgenza che è la forza dei soggiogatori del popolo , ma un ' anima virile che , nell ' istesso tempo , ha detto la parola che solleva e ha prestato l ' opera che redime , che ha consolato il dolore e ha aperto gli spiriti alla speranza di una vita più cosciente e più civile . Non vi stupite se le donne violenti di Porta Capuana e le male donne di via Martiri d ' Otranto lo adorino ! Così la Maddalena adorò Cristo : così la Maslova , perduta e criminale , adorò Tolstoi . Il vincolo sociale è fondato sull ' alta e nobile e riabilitante carità fraterna : il miracolo sociale , è creato solo da un sublime e ardente sentimento di pietà e di amore . * * * E che gli importa di esser deputato di Vicaria . a Ettore Ciccotti ? L ' uomo , in lui , è superiore a questa carica tenuta , spesso da gente vile o sciocca . La beltà della sua anima non soffre miscela di ambizione puerile : egli non è un arrivista : il socialismo non gli è servito per emergere : per cento altre forze intellettuali e morali , che sono in lui , egli sarebbe emerso . E non fu sempre socialista : e la sua storia della sua via di Damasco , tutta a onor , suo , è il romanzo di uno spirito retto e puro che si ribella , d ' un colpo solo , alla infamia sociale , in tutti i ceti , infamia che non colpisce lui , ma chi sta intorno a lui : è la ribellione oscura e impetuosa di un altruista . Sia , sia , sempre il padre del popolo di Vicaria , Ettore Ciccotti ! Non dimentichi questo popolo che egli ha amato , che lo ama : non lo abbandoni , di nuovo alla sua sorte tetra e truce : apporti , egli la luce della parola , la bellezza dell ' esempio , la efficacia dell ' azione a quella gente sventurata che , pure , è umana , è cristiana , ha i segni della intelligenza e del sentimento , nella persona . A ciò , non serve esser deputato . E , forse , domani , Ettore Ciccotti lo sarà di nuovo , se il giovine patrizio che ne prese il posto , non si decida , e forse è capace di farlo , a diventare , di Ettore Ciccotti , scolaro , cooperatore , fratello , in quartiere Vicaria . Il titolo di padre , è così bello , è così degno ! Niuno che lo pronunzi , senza esserne commosso : ed in bocca a un popolo , esso significa preghiera e benedizione . Napoli , Novembre del 1904 UNA DONNA Avete mai provato il sottile e malinconico piacere , piene di segrete sorprese e d ' intimi sussulti , di frugare fra i vecchi ritratti in un antico albo di cui da anni , non si schiudeva il fermaglio , una polverosa cartella di cui , da tanto tempo non si scioglievano i nastri ? Avete mai fissato gli occhi sui pallidi ritratti di colori che sono morti , poichè , misteriosamente , tutti i ritratti dei morti appaiono scolorati ? Volti di morti , volti di persone scomparse , che , non rivedrete mai più , volti di creature che , forse vi amarono e che voi amaste male , forse , e , che non vi amarono a tempo , forse , volti già consunti dalla tristezza o floridi di una beltà quasi intangibile , volti di tanto vecchi ritratti , di persone che portarono via una parte del vostro cuore , che vi tolsero una luce dall ' anima , forse , o che , forse , vi lasciarono un profondo e indelebile ricordo ! Questo sottile piacere di scorrere con le dita trepide , fra gli antichi ritratti , dalla malinconia vi fa passare allo spasimo : e quando , sgomento dai fantasmi che voi stessi avete evocati , lasciate cader l ' albo e chiudete la cartella , onde di amarezza seguitano a fluttuare nel vostro sangue . O passato , tu solamente sei vero ! Ecco , io ho innanzi un tanto antico ritratto , di una donna : di una signora : è una fotografia , che avrà trent ' anni , forse , e che fu data alla donna che degnamente , io ho più amata e venerata nel mondo , a mia madre . Questo ritratto è di Teresa Ravaschieri e già in quel tempo in cui fu amichevolmente donato , non era un ritratto nuovo : veggo un viso ovale , sereno , sorridente , eminentemente giovanile ; e dei bruni e folti capelli neri , ove si appoggia un diadema prezioso : un vestito da festa che scovre un collo e delle spalle statuarie , adorne di una collana ricchissima : una testa da cameo , infine , ove la purezza delle linee è animata dalla espressione più spirituale nella luce dei cari occhi larghi e limpidi , nel sorriso della bella bocca , in tutta la quiete viva e fresca della fisionomia . Il prezioso ritratto , dunque , mostra una Teresa Ravaschieri in tutta la pienezza della sua beltà e della sua grazia muliebre , quando la sua persona e il suo intelletto , il suo fascino e la sua cultura attiravano verso lei gli omaggi divoti d ' italiani e di stranieri , quando il suo nome , illustre per tutti i suoi antenati , illustre per suo nonno , per suo padre , rappresentava , in Napoli , quello della vera gran dama , la gran dama per cui l ' alta società napoletana , di allora , era veramente alta . Prezioso ritratto che ha fatto , che fa profondamente trasalire l ' anima mia , che esalta , in un sogno di bellezza e di bontà la mia fantasia e che dà al mio cuore , che non sa obliare , con un nuovo fiotto l ' inconsolabile rammarico , quello di non aver visto , l ' anno scorso , trapassar l ' anima grande di Teresa Ravaschieri , quello di non aver potuto , in gramaglia , seguire , a piedi , il suo corteo funebre , quello di non aver potuto baciare , piangendo , la pietra marmorea che chiude il suo sepolcro , come quello di una seconda madre . * * * Qual donna , mai , eguaglierà costei ? Chi oserà mai fare quello che essa fece ? La somma delle sue virtù morali non è , forse , grande quanto quella delle sue opere , non ha essa , forse , operato tutto il bene che ha pensato e che ha sentito ? Chi mai realizzò un alto sogno di amore come ella volle e fece ? Chi mai raggiunse uno scopo più lontano , più nobile e più puro , con la sola volontà del bene ? Dove non giunse il suo desiderio di carità e dove non mise ella la testimonianza del suo desiderio soddisfatto ? Che cosa ella non invocò sui poveri , sugli afflitti , sui derelitti e qual balsamo , per lei , non sanò le crudeli ferite di costoro ? Balzano i ricordi belli , nella mia mente e Teresa Ravaschieri mi appare come in una selva di vivide rose fragranti , ed ognuna di esse è un beneficio , ognuna di esse è una carità , ognuna di esse è un atto di amore ! Quante volte , al suo contatto spirituale , io sentii ringagliardire l ' affievolita mia fede cristiana : poichè ella era una cristiana perfetta , umile senza cecità , tenera senza leziosaggine , speranzosa senza baldanza , fidente senza esitazione . Un giorno , parlavamo di Galilea , insieme , e del grande lago di Genesareth , ove Cristo sedò la tempesta , e della montagna di Hattine , ove Egli pronunciò l ' inobliabile sermone : e gli occhi di Teresa Ravaschieri si riempirono di sogno e come in sogno , ella mi disse : senti , io son certa che se avessi avuto la fortuna di vivere là , in quei tempi , avrei seguito Gesù , dovunque , come le Marie : ed era vero , poichè la sua anima ardente era apostolica , poichè ella amava diffondere la sua fiamma vivida , e generatrice di vita dello spirito ! Quante volte ella mi ha chiamata a sè per comunicarmi una sua idea schietta , provvida , generosa e io , come altri miseri esseri , con le mani e con le anime legate dall ' incertezza e dalla debolezza , come tanti altri infelici che , guasti dal dubbio , temono di abbandonarsi alle imprese audaci , rischiose e magnifiche , le ponevo , miserabilmente , delle obbiezioni meschine sempre sgomentandomi delle complicazioni , in cui ella comprometteva la sua salute , la sua pace , il suo tempo . Ella crollava il capo : sorrideva : riconciliava il suo discorso , in cui tutto il suo progetto ideale di soccorso , di sussidio , di protezione appariva magicamente colorito : e a un tratto , io , come gli altri , eravamo colpiti dalla grazia , e innanzi a lei ci sentivamo stupiti e fiacchi , e sentivamo che una volontà alta e bella ci trascinava , e tutti eravamo travolti in un ' onda di bene che , da lei emanava , che ci rendeva capaci di cento cose più forti di noi , che ci dava la forza di servirla , Teresa Ravaschieri , nei suoi miracoli di tenerezza che ci metteva dietro a lei , come discepoli di un Maestro divino . Ah Ella , sì , avrebbe seguito , col capo avvolto nel manto e i piedi nudi nei sandali , Gesù , per le altitudini del Thabor , per le pianure di Elsdrelon e per le balze della Samaria , fino a Gerusalemme , fino al Calvario , sin oltre il Calvario : ma alla sua parola di pietà , al suo sentimento di amore , a questa luce costante e generatrice di ogni bene che emanava da lei , ognuno di noi sarebbe con lei partito , dove ella volesse , con lei , ove ferveva il più crudele morbo , ove giacevano i morti del cataclisma , ove strideva il grido di guerra . Chi , chi mai dirà più a noi , come Teresa Ravaschieri la diceva , la parola che desta l ' anima e che la sospinge alla divozione suprema ? Chi più , chi più indicherà a noi , con la mano bianca e l ' occhio scintillante , la via del sacrificio sublime ? Ah che noi siamo soli , freddi , tristi e dubbiosi di ogni cosa e dubbiosi di ogni persona , e giammai , più udremo la voce che ci dava la forza di vivere , l ' energia di vivere per gli altri , l ' abnegazione di vivere per tutti gli altri , tutti , amici , indifferenti , estranei , nemici . Non è morta una donna , l ' anno scorso , il dieci di settembre : si è dileguata la più incomparabile forza spirituale : è scomparsa la miglior parte di noi , quella che riassumeva le tre virtù dell ' anima , la carità , la fede , la speranza : abbiamo perduto , con lei il segreto della nostra vita di cristiani operosi e di creature umane degne di questo nome , il senso della tenerezza fraterna , si è spento , in noi , poichè lei , l ' Evocatrice , l ' Animatrice di tutte le fraterne tenerezze , è spenta * * * Giusto è che , oggi , in un tempio , i maggiori cittadini napoletani e le più pietose donne e quanti sono i più noti che amarono e ammirarono Teresa Ravaschieri , convengano per onorar la sua memoria e per pregar pace a lei . Tali feste funebri solenni , sono assai belle , e commoventi , anche . Ma se io penso che , in quel tempio , dovrebbero entrare tutti coloro che essa ha beneficati , esso è piccolo , troppo piccolo , infinitamente piccolo : la folla dei poveri , degli infelici , degli infermi , degli abbandonati , cui ella provvide di dignitosa elemosina , di ricovero , di sanità recuperata , di cure materne , la folla , a cui ella dette il suo amore e la sua fortuna , il suo tempo e la sua anima , la folla a cui ella dette sè stessa , in un lungo ed entusiasta olocausto , è immensa . Niun tempio la potrebbe contenere e ognuno di costoro , poichè gli oscuri , i derelitti non dimenticano , certo , ogni volta che il suo spirito si effonde nella preghiera , rammenterà il nome di Teresa Ravaschieri . Ed è , forse , più giusto domandare a Lei , dal suo eterno riposo che ella ci preghi pace : assai più giusto che noi , combattuti , trafitti , stanchi , oppressi , senza più guida nell ' esistenza , chiediamo pace a Lei . Ella lottò e vinse , nel nome di Dio e nel nome della virtù d ' amore che raccoglie tutta l ' umanità . Assai prima di morire , ella era in pace . Ella aveva detto a Dio le parole estreme , assai prima di morire : e aveva avuto il dono della pace . È alla nostra nave pericolante , in gran tempesta , nella notte , che bisogna chiedere l ' aiuto di uno spirito orante , nella beatitudine celeste : è al nostro naufragio che l ' anima eletta deve dar soccorso , dal misterioso mondo delle anime . La grande anima aveva la consuetudine dei miracoli , per la forza della preghiera , e della bontà . Preghiamo che Ella continui !