Saggistica ,
I
.
In
questo
genere
di
considerazioni
,
come
in
tanti
altri
,
ma
in
questo
più
che
in
ogni
altro
,
è
di
non
piccolo
impedimento
,
anzi
torna
di
fastidioso
impaccio
,
quel
vizio
delle
menti
addottrinate
coi
soli
mezzi
letterarii
della
coltura
,
che
di
solito
dicesi
verbalismo
.
Si
insinua
e
si
espande
in
ogni
campo
di
conoscenze
cotesto
mal
vezzo
;
ma
nelle
trattazioni
che
si
riferiscono
al
così
detto
mondo
morale
,
e
ossia
al
complesso
storico
-
sociale
,
accade
assai
di
sovente
,
che
il
culto
e
l
impero
delle
parole
riescano
a
corrodervi
e
a
spegnervi
il
senso
vivo
e
reale
delle
cose
.
Là
dove
la
prolungata
osservazione
,
il
reiterato
esperimento
,
il
sicuro
maneggio
di
raffinati
istrumenti
,
l
applicazione
totale
o
almeno
parziale
del
calcolo
,
finiron
per
metter
la
mente
in
una
metodica
relazione
con
le
cose
e
con
le
variazioni
loro
,
come
è
il
caso
delle
scienze
naturali
propriamente
dette
,
ivi
il
mito
ed
il
culto
delle
parole
rimasero
oramai
superati
e
vinti
,
ed
ivi
le
questioni
terminologiche
non
hanno
in
fin
delle
fini
se
non
il
valore
subordinato
di
una
mera
convenzione
.
Nello
studio
,
invece
,
dei
rapporti
e
delle
vicende
umane
,
le
passioni
,
e
gl
interessi
,
e
i
pregiudizii
di
scuola
,
di
setta
,
di
classe
,
di
religione
,
e
poi
l
abuso
letterario
dei
mezzi
tradizionali
della
rappresentanza
del
pensiero
,
e
poi
la
scolastica
non
mai
vinta
e
anzi
sempre
rinascente
,
o
fanno
velo
alle
cose
effettuali
,
o
inavvertitamente
le
trasformano
in
termini
,
e
parole
,
e
modi
di
dire
astratti
e
convenzionali
.
Di
tali
difficoltà
bisogna
che
innanzi
tutto
si
renda
conto
chi
mette
fuori
in
pubblico
la
espressione
,
o
formula
,
di
concezione
materialistica
della
storia
.
A
molti
è
parso
,
pare
e
parrà
sia
ovvio
e
comodo
di
ritrarne
il
senso
dalla
semplice
analisi
delle
parole
che
la
compongono
,
anziché
dal
contesto
di
una
esposizione
,
o
dallo
studio
genetico
del
come
la
dottrina
si
è
prodotta
,
o
dalla
polemica
con
la
quale
i
sostenitori
suoi
ribattono
le
obiezioni
degli
avversarii
.
Il
verbalismo
tende
sempre
a
rinchiudersi
in
definizioni
puramente
formali
;
porta
le
menti
nell
errore
,
che
sia
cosa
facile
il
ridurre
in
termini
e
in
espressioni
semplici
e
palpabili
l
intricato
e
immane
complesso
della
natura
e
della
storia
;
e
induce
nella
credenza
,
che
sia
cosa
agevole
il
vedersi
sott
occhi
il
multiforme
e
complicatissimo
intreccio
delle
cause
e
degli
effetti
,
come
in
ispettacolo
da
teatrino
;
o
,
a
dirla
in
modo
più
spiccio
,
esso
oblitera
il
senso
dei
problemi
,
perché
non
vede
che
denominazioni
.
Se
si
dà
poi
il
caso
,
che
il
verbalismo
trovi
sostegno
in
tali
o
tali
altre
supposizioni
teoretiche
,
come
sarebbe
questa
,
che
materia
voglia
dire
un
qualche
cosa
che
sta
di
sotto
o
di
contro
ad
un
'
altra
cosa
più
alta
o
più
nobile
,
che
vien
chiamata
lo
spirito
;
o
se
si
dà
il
caso
,
che
esso
si
confonda
con
l
'
abito
letterario
di
contrapporre
la
parola
materialismo
,
intesa
in
senso
dispregiativo
,
a
tutto
ciò
che
compendiosamente
chiamasi
idealismo
,
cioè
all
'
insieme
d
'
ogni
inclinazione
e
d
'
ogni
atto
anti
-
egoistico
:
e
allora
sì
che
siamo
spacciati
.
Ed
ecco
che
si
sente
dire
:
qui
in
questa
dottrina
si
tenta
di
spiegare
tutto
l
'
uomo
col
solo
calcolo
degl
'
interessi
materiali
,
negando
qualsiasi
valore
ad
ogni
interesse
ideale
.
A
far
nascere
di
tali
confusioni
non
è
valso
poco
la
inesperienza
,
la
incapacità
e
la
frettolosità
di
certi
propugnatori
e
propagatori
di
questa
dottrina
;
i
quali
,
per
la
premura
di
spiegare
agli
altri
ciò
che
essi
medesimi
non
intendevano
a
pieno
,
mentre
la
dottrina
stessa
non
è
se
non
agli
inizii
suoi
,
ed
ha
bisogno
ancora
di
molto
sviluppo
,
si
son
data
l
'
aria
di
applicarla
,
pur
che
sia
,
al
primo
caso
o
fatto
storico
che
loro
capitasse
fra
mani
,
e
l
'
han
quasi
ridotta
in
briciole
,
esponendola
alla
facile
critica
ed
al
dileggio
degli
orecchianti
di
novità
scientifiche
,
e
di
altrettali
sfaccendati
.
Per
quanto
è
lecito
qui
,
in
queste
prime
pagine
,
di
respingere
solo
preliminarmente
cotesti
pregiudizii
,
e
di
redarguire
le
intenzioni
e
le
tendenze
che
li
sorreggono
,
occorre
di
ricordare
:
-
che
il
senso
di
questa
dottrina
va
innanzi
tutto
desunto
dalla
posizione
,
che
essa
assume
ed
occupa
di
fronte
a
quelle
,
contro
le
quali
si
è
effettivamente
levata
,
e
segnatamente
di
fronte
alle
ideologie
di
ogni
maniera
;
-
che
la
riprova
del
suo
valore
consiste
esclusivamente
nella
spiegazione
più
conveniente
e
congrua
del
succedersi
delle
vicende
umane
,
che
da
essa
stessa
deriva
;
-
che
questa
dottrina
non
implica
una
preferenza
soggettiva
ad
una
certa
qualità
e
somma
d
'
interessi
umani
,
contrapposti
ad
altri
interessi
per
elezione
di
arbitrio
,
ma
enuncia
soltanto
la
obiettiva
coordinazione
e
subordinazione
di
tutti
gli
interessi
nello
sviluppo
di
ogni
società
,
ed
enuncia
ciò
per
via
di
quel
processo
genetico
,
il
quale
consiste
nell
'
andare
dalle
condizioni
ai
condizionati
,
dagli
elementi
della
formazione
alla
cosa
formata
.
Almanacchino
pure
i
verbalisti
,
a
posta
loro
,
sul
valore
della
parola
materia
,
in
quanto
è
segno
o
ricordo
di
metafisica
escogitazione
,
o
in
quanto
è
espressione
dell
'
ultimo
sostrato
ipotetico
della
esperienza
naturalistica
.
Qui
noi
non
siamo
nel
campo
della
fisica
,
della
chimica
o
della
biologia
;
ma
cerchiamo
soltanto
le
condizioni
esplicite
del
vivere
umano
,
in
quanto
esso
non
è
più
semplicemente
animale
.
Non
si
tratta
già
di
indurre
o
di
dedurre
nulla
dai
dati
della
biologia
;
ma
,
anzi
,
di
riconoscere
innanzi
ad
ogni
altra
cosa
le
peculiarità
del
vivere
umano
,
che
si
forma
e
sviluppa
per
il
succedersi
e
perfezionarsi
delle
attività
dell
'
uomo
stesso
,
in
date
e
variabili
condizioni
;
e
di
trovare
i
rapporti
di
coordinazione
e
di
subordinazione
dei
bisogni
,
che
sono
il
sostrato
del
volere
e
dell
'
operare
.
Non
è
una
intenzione
che
si
cerchi
di
scovrire
,
non
è
una
valutazione
di
pregio
che
si
voglia
enunciare
;
ma
è
la
sola
necessità
di
fatto
che
si
vuol
mettere
in
evidenza
.
E
come
gli
uomini
,
non
per
elezione
ma
perché
non
potrebbero
altrimenti
,
soddisfano
prima
certi
bisogni
elementari
,
e
poi
da
questi
ne
sviluppano
degli
altri
,
raffinandosi
;
e
,
a
soddisfare
i
bisogni
quali
che
siano
,
trovano
ed
usano
certi
mezzi
ed
istrumenti
,
e
si
consociano
in
certi
determinati
modi
,
il
materialismo
della
interpretazione
storica
non
è
se
non
il
tentativo
di
rifare
nella
mente
,
con
metodo
,
la
genesi
e
la
complicazione
del
vivere
umano
sviluppatosi
attraverso
i
secoli
.
La
novità
di
tale
dottrina
non
è
difforme
da
quella
di
tutte
le
altre
dottrine
,
che
,
dopo
molte
peripezie
entro
i
campi
della
fantasia
,
son
giunte
da
ultimo
assai
faticosamente
ad
afferrare
la
prosa
della
realtà
,
ed
a
fermarsi
in
essa
.
II
.
Di
una
certa
affinità
,
per
lo
meno
nelle
apparenze
,
con
cotesto
vizio
formale
del
verbalismo
è
un
altro
difetto
,
che
derivasi
nelle
menti
per
diverse
vie
.
Guardando
in
certi
suoi
effetti
più
comuni
e
popolari
,
lo
dirò
fraseologico
;
sebbene
questa
parola
qui
non
esprima
a
pieno
la
cosa
,
e
non
ne
dichiari
l
'
origine
.
Da
molti
secoli
si
va
scrivendo
,
esponendo
,
illustrando
la
storia
.
I
più
svariati
interessi
,
dagl
'
immediatamente
pratici
ai
puramente
estetici
,
spinsero
i
diversi
scrittori
ad
ideare
ed
eseguire
cotesto
genere
di
composizioni
;
le
quali
,
però
,
ebbero
sempre
nascimento
nei
diversi
paesi
un
pezzo
in
qua
dalle
origini
della
civiltà
,
dallo
sviluppo
dello
stato
,
e
dal
trapasso
della
primitiva
società
comunistica
in
questa
,
diremo
in
genere
nostra
,
che
si
regge
su
le
differenze
e
su
le
antitesi
di
classe
.
Gli
storici
,
fossero
pur
essi
ingenui
quanto
fu
Erodoto
,
nacquero
e
si
formarono
sempre
in
una
società
punto
ingenua
,
e
anzi
di
molto
complicata
e
complessa
,
e
quando
ditale
complicazione
e
complessione
le
ragioni
erano
ignote
,
e
le
origini
erano
state
obliate
.
Cotesta
complessità
,
con
tutti
i
contrasti
che
reca
in
sé
,
e
che
poi
rivela
e
fa
scoppiare
nelle
sue
svariate
vicende
,
si
rizzava
di
fronte
ai
narratori
come
qualcosa
di
misterioso
,
che
chieda
spiegazione
;
e
,
per
poco
che
lo
storico
volesse
dare
un
qualche
seguito
ed
un
certo
nesso
alle
cose
narrate
,
dovea
pur
trovare
dei
complementi
di
vedute
generali
al
semplice
racconto
.
Dall
'
invidia
degli
dei
del
padre
Erodoto
all
'
ambiente
del
signor
Taine
,
un
infinito
numero
di
concetti
,
intesi
come
mezzi
di
spiegazione
e
di
complemento
delle
cose
narrate
,
si
sono
imposti
ai
narratori
per
le
vie
naturali
del
pensiero
immediato
.
Tendenze
di
classe
,
preconcetti
religiosi
,
pregiudizii
popolari
,
influssi
o
imitazioni
di
una
filosofia
corrente
,
ripieghi
di
fantasia
,
e
suggestioni
di
artistico
completamento
dei
fatti
frammentariamente
appresi
;
tutte
coteste
ed
altrettali
cause
concorsero
a
formare
il
sostrato
di
quella
teoria
più
o
meno
ingenua
degli
accadimenti
,
che
,
o
sta
implicitamente
in
fondo
al
racconto
,
o
è
usata
se
non
altro
a
condirlo
e
ad
adornano
.
O
che
si
parli
di
caso
o
di
fato
,
o
che
si
rimandi
alla
direzione
provvidenziale
delle
cose
umane
,
o
che
si
accentui
il
nome
e
il
concetto
della
fortuna
-
la
divinità
che
sola
mezzo
mezzo
sopravviva
ancora
nella
rigida
e
spesso
crassa
concezione
di
Machiavelli
,
-
o
che
si
parli
,
come
si
fa
ora
assai
di
frequente
,
della
logica
delle
cose
;
tutte
coteste
escogitazioni
furono
e
sono
trovate
e
ripieghi
di
un
pensiero
ingenuo
,
di
un
pensiero
immediato
,
di
un
pensiero
che
non
può
giustificare
a
se
stesso
il
suo
procedimento
e
i
suoi
prodotti
,
né
per
le
vie
della
critica
,
né
coi
mezzi
dell
'
esperimento
.
Colmare
con
dei
soggetti
convenzionali
(
p
.
e
.
la
fortuna
)
,
o
con
una
enunciazione
di
apparenza
teoretica
(
p
.
e
.
il
fatale
andare
delle
cose
,
che
alcune
volte
poi
si
confonde
nelle
menti
con
la
nozione
del
progresso
)
,
le
lacune
della
coscienza
circa
il
modo
come
le
cose
siano
effettivamente
procedute
di
loro
propria
necessità
,
e
fuori
del
nostro
arbitrio
e
del
nostro
gradimento
,
ecco
il
motivo
e
la
somma
di
cotesta
filosofia
popolare
,
latente
od
esplicita
negli
storici
narratori
,
la
quale
per
il
suo
carattere
immediato
si
dilegua
non
appena
sorge
la
critica
della
conoscenza
.
In
tutti
cotesti
concetti
,
e
in
tutte
coteste
ideazioni
,
che
alla
luce
della
critica
paiono
dei
semplici
mezzi
provvisorii
e
dei
ripieghi
di
un
pensiero
immaturo
,
ma
che
alla
gente
colta
sembrano
spesso
il
non
plus
ultra
dell
'
intelletto
,
si
rivela
pure
e
si
riflette
una
non
piccola
parte
del
processo
umano
;
e
per
ciò
non
sono
da
considerare
come
gratuite
invenzioni
,
nè
come
prodotti
di
momentanea
illusione
.
Sono
parte
e
momenti
del
divenire
di
ciò
che
chiamiamo
spirito
umano
.
Se
si
dà
poi
il
caso
,
che
tali
concetti
ed
ideazioni
si
mescolino
e
confondano
nella
communis
opinio
delle
persone
colte
,
o
di
quelle
che
passano
per
tali
,
finiscono
per
costituire
come
una
ingente
massa
di
pregiudizii
,
e
formano
come
l
'
impedimento
che
l
'
ignoranza
contrappone
alla
visione
chiara
e
piena
delle
cose
effettuali
.
Cotesti
pregiudizii
ricorrono
come
derivati
fraseologici
per
le
bocche
dei
politicanti
di
mestiere
,
dei
così
detti
pubblicisti
e
dei
gazzettieri
d
'
ogni
sorta
e
maniera
,
ed
offrono
il
fulcro
della
retorica
alla
così
detta
opinione
pubblica
.
Contrapporre
,
e
poi
sostituire
,
a
tale
miraggio
di
ideazioni
non
critiche
,
a
tali
idoli
della
immaginazione
,
a
tali
ripieghi
dell
'
artificio
letterario
,
a
tali
convenzionalismi
,
i
soggetti
reali
,
ossia
le
forze
positivamente
operanti
,
ossia
gli
uomini
nelle
varie
e
circostanziate
situazioni
sociali
proprie
di
loro
:
-
ecco
l
'
assunto
rivoluzionario
e
la
meta
scientifica
della
nuova
dottrina
,
la
quale
obiettivizza
e
direi
quasi
naturalizza
la
spiegazione
dei
processi
storici
.
Questo
tal
popolo
,
ossia
,
non
una
qualunque
massa
d
'
individui
,
ma
un
plesso
di
uomini
così
o
così
organati
,
o
per
naturali
rapporti
di
consanguineità
,
o
per
artificii
e
consuetudini
di
parentato
e
di
affinità
,
o
per
ragioni
di
vicinato
stabile
;
-
questo
tal
popolo
,
su
cotal
territorio
circoscritto
e
limitato
,
che
è
così
o
così
ferace
,
ed
è
in
tale
o
tale
altra
maniera
produttivo
,
e
fu
in
determinate
forme
acquisito
al
lavoro
continuativo
;
-
questo
tal
popolo
cosi
distribuito
su
tale
territorio
,
e
cosi
in
sé
spartito
ed
articolato
,
per
effetto
di
una
determinata
division
del
lavoro
,
la
quale
abbia
,
o
iniziata
appena
,
o
già
iniziata
e
maturata
questa
o
tale
altra
divisione
di
classi
,
o
delle
classi
ne
abbia
di
già
erose
o
trasformate
parecchie
;
-
questo
popolo
,
che
possiede
i
tali
o
tali
altri
istrumenti
,
dalla
pietra
focaia
alla
luce
elettrica
,
e
dall
arco
e
dalla
freccia
al
fucile
a
ripetizione
,
e
che
produce
in
un
certo
modo
,
e
conforme
al
modo
del
produrre
conseguentemente
spartisce
i
prodotti
;
-
questo
popolo
,
che
per
tutti
cotesti
rapporti
è
una
società
,
nella
quale
,
o
per
abiti
di
mutua
accomodazione
,
o
per
esplicite
convenzioni
,
o
per
violenze
patite
e
subite
,
son
nati
già
o
stanno
per
nascere
dei
legami
giuridico
-
politici
,
che
poi
metton
capo
nell
assetto
dello
stato
;
-
questo
popolo
,
nato
che
sia
l
organamento
dello
stato
,
che
è
il
tentativo
di
fissare
,
di
difendere
e
di
perpetuare
le
disuguaglianze
,
e
che
,
per
via
delle
nuove
antitesi
che
vi
reca
dentro
,
rende
di
continuo
instabile
l
ordinamento
sociale
,
si
determinano
i
movimenti
e
le
rivoluzioni
politiche
,
e
quindi
le
ragioni
del
progresso
e
del
regresso
:
-
ecco
la
somma
di
ciò
che
sta
a
fondamento
di
ogni
storia
.
Ed
ecco
la
vittoria
della
prosa
realistica
sopra
ogni
combinazione
fantastica
e
ideologica
.
Ci
vuol
certo
della
rassegnazione
a
veder
le
cose
come
esse
sono
,
oltrepassando
i
fantasimi
che
per
secoli
ne
impedirono
la
retta
visione
.
Ma
questa
rivelazione
di
dottrina
realistica
non
fu
,
né
vuole
essere
,
la
ribellione
dell
uomo
materiale
contro
l
uomo
ideale
.
E
stata
ed
è
invece
il
ritrovamento
dei
veri
e
propri
principii
e
moventi
di
ogni
sviluppo
umano
,
compreso
quello
di
tutto
ciò
che
chiamiamo
ideale
,
in
determinate
condizioni
positive
di
fatto
,
le
quali
recano
in
sé
le
ragioni
,
e
la
legge
,
e
il
ritmo
del
loro
proprio
divenire
.
III
.
Se
non
che
sarebbe
affatto
erroneo
il
credere
,
che
gli
storici
narratori
,
espositori
o
illustratori
abbiano
di
capo
loro
e
di
loro
invenzione
messo
in
essere
quella
massa
non
piccola
di
preconcetti
,
di
ideazioni
e
di
spiegazioni
immature
,
che
con
la
forza
del
pregiudizio
fecero
velo
per
secoli
alla
verità
effettuale
.
Può
darsi
,
e
si
dà
veramente
il
caso
,
che
alcuni
di
cotesti
preconcetti
siano
il
frutto
ed
il
portato
di
personali
escogitazioni
,
o
delle
correnti
letterarie
le
quali
si
formano
per
entro
all
'
angusta
cerchia
professionale
delle
università
e
delle
accademie
:
-
e
di
ciò
il
popolo
non
sa
nulla
.
Ma
il
fatto
importante
è
,
che
la
storia
cotesti
veli
se
li
è
messi
da
sé
;
e
,
cioè
dire
,
che
gli
attori
ed
operatori
stessi
delle
vicende
storiche
,
o
fossero
le
grandi
masse
di
popolo
,
o
i
ceti
e
le
classi
dirigenti
,
o
i
maneggiatori
dello
stato
,
o
le
sètte
,
o
i
partiti
nel
più
ristretto
senso
della
parola
,
fatta
eccezione
di
qualche
momento
di
lucido
intervallo
,
fin
quasi
alla
fine
del
secolo
passato
non
ebbero
coscienza
dell
'
opera
propria
,
se
non
per
entro
a
qualche
involucro
ideologico
,
che
impediva
la
visione
delle
cause
reali
.
Già
nei
tempi
oscuri
,
nei
quali
ebbe
luogo
il
passaggio
dalla
barbarie
alla
civiltà
;
quando
,
cioè
,
coi
primi
trovati
dell
'
agricoltura
,
col
primo
insediamento
stabile
di
una
popolazione
sopra
di
un
dato
territorio
,
con
la
prima
divisione
del
lavoro
nella
società
,
e
con
le
prime
alleanze
di
diverse
genti
,
si
stabilirono
le
condizioni
in
cui
si
svolge
la
proprietà
e
lo
stato
,
o
per
lo
meno
la
città
;
già
nei
tempi
,
in
somma
,
delle
primissime
rivoluzioni
sociali
,
gli
uomini
trasformarono
l
'
opera
loro
in
azioni
miracolose
d
'
immaginati
iddii
ed
eroi
.
In
guisa
,
che
operando
essi
come
potevano
e
come
dovevano
per
dato
,
necessità
e
fatto
del
loro
relativo
sviluppo
economico
,
idearono
una
spiegazione
dell
opera
propria
,
come
se
di
loro
stessi
essa
non
fosse
.
Cotesto
involucro
ideologico
delle
opere
umane
ha
più
volte
poi
cambiato
di
forme
,
di
apparenze
,
di
combinazioni
e
di
relazioni
nel
corso
dei
secoli
,
dalla
produzione
immediata
dcgl
'
ingenui
miti
,
fino
ai
complicati
sistemi
teologici
e
alla
Città
di
Dio
di
sant
'
Agostino
,
dalla
superstiziosa
credulità
nei
miracoli
,
fino
al
mirabolante
miracolo
dei
miracoli
metafisici
,
ossia
fino
all'1dea
,
che
presso
i
decadenti
dell
'
hegelismo
genera
da
sé
in
se
stessa
,
per
propria
dirempsione
,
tutte
le
più
disparate
varietà
del
vivere
umano
nel
corso
della
storia
.
Ora
,
precisamente
perché
l
'
angolo
visuale
della
interpretazione
ideologica
non
fu
definitivamente
superato
se
non
assai
di
recente
,
e
solo
ai
giorni
nostri
l
'
insieme
dei
rapporti
reali
e
realmente
operanti
fu
con
chiarezza
distinto
dai
riflessi
ingenui
del
mito
,
e
dai
più
artificiosi
della
religione
e
della
metafisica
,
la
nostra
dottrina
include
un
nuovo
problema
,
e
reca
in
sé
delle
difficoltà
non
lievi
,
per
chi
voglia
renderla
atta
a
comprendere
specificatamente
la
storia
del
passato
.
Il
problema
consiste
in
questo
:
che
la
nostra
dottrina
dia
occasione
ad
una
nuova
critica
delle
fonti
storiche
.
Né
intendo
di
dire
esclusivamente
della
critica
dei
documenti
,
nel
senso
proprio
ed
ovvio
della
parola
;
perché
,
quanto
a
questa
,
possiamo
nella
più
parte
contentarci
ce
la
somministrino
bella
e
fatta
i
critici
,
gli
eruditi
e
i
filologi
di
professione
.
Ma
anzi
intendo
di
dire
di
quella
fonte
immediata
,
che
sta
più
in
là
dai
documenti
propriamente
detti
,
e
che
prima
di
esprimersi
e
di
fissarsi
in
questi
,
consiste
nell
'
animo
e
nella
forma
di
consapevolezza
,
nella
quale
gli
operatori
resero
conto
a
sé
dei
motivi
dell
'
opera
loro
propria
.
Cotesto
animo
,
ossia
cotesta
consapevolezza
,
è
spesso
incongrua
alle
cause
che
noi
ora
siamo
in
grado
di
scovrire
e
di
fissare
;
in
guisa
che
gli
operatori
ci
appaiono
come
involti
in
un
circolo
di
illusioni
.
Spogliare
i
fatti
storici
di
tali
involucri
,
che
i
fatti
stessi
investono
mentre
essi
si
svolgono
,
gli
è
fare
una
nuova
critica
delle
fonti
,
nel
senso
realistico
della
parola
,
e
non
in
quello
formale
del
documento
:
gli
è
,
insomma
,
far
reagire
sulla
notizia
delle
condizioni
passate
la
consapevolezza
di
cui
noi
ora
siamo
capaci
,
per
poi
ricostruire
quelle
nuovamente
dal
fondo
.
Ma
cotesta
revisione
delle
fonti
direttissime
,
mentre
segna
l
'
estremo
limite
di
autocoscienza
storica
cui
si
possa
mai
giungere
,
può
essere
occasione
a
cadere
in
un
grave
errore
.
Perché
,
come
noi
ci
collochiamo
in
un
punto
di
vista
,
che
sta
di
là
dalle
vedute
ideologiche
,
per
virtù
delle
quali
gli
attori
della
storia
ebbero
coscienza
dell
'
opera
loro
,
e
nelle
quali
trovarono
assai
spesso
e
i
moventi
e
la
giustificazione
all
'
operare
,
noi
potremmo
incorrere
nella
erronea
opinione
,
che
quelle
vedute
ideologiche
fossero
una
pura
parvenza
,
un
semplice
artifizio
,
una
mera
illusione
,
nel
senso
volgare
di
questa
parola
.
Martino
Lutero
,
per
venire
ad
un
esempio
,
come
gli
altri
grandi
riformatori
suoi
contemporanei
,
non
seppe
mai
,
come
ora
sappiamo
noi
,
che
il
moto
della
Riforma
fosse
uno
stadio
del
divenire
del
terzo
stato
,
e
una
ribellione
economica
della
nazionalità
tedesca
contro
lo
sfruttamento
della
corte
papale
.
Egli
fu
quello
che
fu
,
come
agitatore
e
come
politico
,
perché
fu
tutt
'
uno
con
la
credenza
che
gli
facea
apprendere
il
moto
di
classi
,
che
dava
impulso
all
'
agitazione
,
quale
ritorno
al
vero
cristianesimo
,
e
come
una
divina
necessità
nel
corso
volgare
delle
cose
.
Lo
studio
degli
effetti
a
scadenza
non
breve
,
e
cioè
il
corroborarsi
della
borghesia
di
città
contro
i
signori
feudali
,
e
il
crescere
della
signoria
territoriale
dei
principii
a
spese
del
potere
interterritoriale
e
sopraterritoriale
dell
'
imperatore
e
del
papa
,
la
violenta
repressione
del
movimento
dei
contadini
e
di
quello
più
esplicitamente
proletario
degli
Anabattisti
,
ci
permettono
ora
di
rifare
la
storia
genuina
delle
cause
economiche
della
Riforma
;
specie
in
quanto
riuscì
,
il
che
è
la
riprova
massima
.
Ma
ciò
non
vuol
dire
,
che
a
noi
sia
dato
di
distrarre
il
fatto
accaduto
dal
modo
del
suo
accadimento
,
e
di
discioglierne
la
integralità
circonstanziale
per
via
di
una
analisi
postuma
,
che
riesca
affatto
soggettiva
e
semplicistica
.
Le
cause
intime
,
o
,
come
si
direbbe
ora
,
i
motivi
profani
e
prosaici
della
Riforma
ci
appariscono
più
chiari
in
Francia
ove
essa
per
l
appunto
non
riuscì
vittoriosa
;
e
chiari
ancora
nei
Paesi
Bassi
,
ove
,
oltre
alle
differenze
di
nazionalità
,
vengono
in
piena
evidenza
nella
lotta
con
la
Spagna
i
contrasti
degli
interessi
economici
;
e
chiarissime
infine
in
Inghilterra
,
dove
la
rinnovazione
religiosa
,
verificatasi
per
le
vie
della
violenza
politica
,
mette
in
piena
luce
il
trapasso
in
quelle
condizioni
,
che
sono
per
la
borghesia
moderna
i
prodromi
del
capitalismo
.
Post
factum
,
e
a
lunga
scadenza
di
non
premeditati
effetti
,
la
storia
dei
moventi
effettivi
,
che
furono
le
cause
intime
della
Riforma
,
in
gran
parte
insapute
agli
attori
stessi
,
apparisce
chiara
.
Ma
che
il
fatto
accadesse
come
precisamente
accadde
,
che
assumesse
quelle
determinate
forme
,
che
si
vestisse
di
quella
veste
,
che
si
colorisse
di
quel
colore
,
che
movesse
quelle
passioni
,
che
si
esplicasse
in
quel
fanatismo
:
in
ciò
consiste
la
specificata
circostanzialità
sua
,
che
nessuna
presunzione
di
analisi
può
fare
non
fosse
quale
fu
.
Solo
l
'
amore
del
paradosso
,
inseparabile
sempre
dallo
zelo
degli
appassionati
divulgatori
di
una
dottrina
nuova
,
può
avere
indotto
alcuni
nella
credenza
,
che
tanto
a
scriver
la
storia
bastasse
di
mettere
in
evidenza
il
solo
momento
economico
(
spesso
non
accertato
ancora
,
e
spesso
non
accertabile
affatto
)
,
per
poi
buttar
giù
tutto
il
resto
come
inutile
fardello
,
di
cui
gli
uomini
si
fossero
caricati
a
capriccio
;
come
accessorio
,
in
somma
,
o
come
semplice
bagattella
o
a
dirittura
come
un
non
-
ente
.
Per
tale
avvertenza
,
che
la
storia
,
cioè
,
bisogna
intenderla
tutta
integralmente
,
e
che
in
essa
nocciolo
e
scorza
fanno
uno
,
come
Goethe
diceva
delle
universe
cose
,
tre
illazioni
ci
si
fanno
palesi
.
In
primo
luogo
è
chiaro
,
che
nel
campo
del
determinismo
storico
-
sociale
la
mediazione
dalle
cause
agli
effetti
,
dalle
condizioni
ai
condizionati
,
dai
precedenti
alle
conseguenze
,
non
è
mai
evidente
alla
prima
,
alla
stessa
guisa
come
tutti
cotesti
rapporti
non
son
mai
evidenti
alla
prima
nel
determinismo
soggettivo
della
psicologia
individuale
.
In
questo
secondo
campo
fu
già
da
gran
tempo
cosa
relativamente
agevole
per
la
filosofia
astratta
e
formale
di
ritrovare
,
passando
sopra
a
tutte
le
fole
del
fatalismo
e
del
libero
arbitrio
,
la
evidenza
del
motivo
in
ogni
volizione
,
perché
,
insomma
,
tanto
è
volere
quanto
è
motivata
determinazione
.
Ma
più
in
giù
dei
motivi
e
del
volere
sta
la
genesi
di
quelli
e
di
questo
,
e
a
rifare
cotesta
genesi
ci
occorre
di
uscire
dal
rinchiuso
campo
della
coscienza
per
arrivare
all
'
analisi
dei
semplici
bisogni
,
i
quali
per
un
verso
derivano
dalle
condizioni
sociali
,
e
per
un
altro
si
perdono
nell
'
oscuro
fondo
delle
disposizioni
organiche
,
fino
alla
discendenza
e
all
'
atavismo
.
Non
altrimenti
accade
nel
determinismo
storico
;
dove
allo
stesso
modo
si
comincia
appunto
dai
motivi
,
poniamo
religiosi
,
politici
,
estetici
,
passionali
e
cosi
via
,
ma
poi
occorre
di
tali
motivi
ritrovar
le
cause
nelle
condizioni
di
fatto
sottostanti
.
Ora
lo
studio
di
queste
condizioni
deve
esser
tanto
specificato
,
che
rimanga
da
ultimo
chiarito
,
non
solo
che
esse
son
le
cause
,
ma
per
qual
mediazione
arrivino
a
quella
forma
,
per
la
quale
si
rivelano
alla
coscienza
come
motivi
,
la
cui
origine
è
spesso
obliterata
.
E
per
ciò
torna
evidente
questa
seconda
illazione
,
che
,
cioè
,
nella
nostra
dottrina
non
si
tratta
già
di
ritradurre
in
categorie
economiche
tutte
le
complicate
manifestazioni
della
storia
,
ma
si
tratta
solo
di
spiegare
in
ultima
istanza
(
Engels
)
ogni
fatto
storico
per
via
della
sottostante
struttura
economica
(
Marx
)
:
la
qual
cosa
importa
analisi
e
riduzione
,
e
poi
mediazione
e
composizione
.
Resulta
da
ciò
,
in
terzo
luogo
,
che
per
procedere
dalla
sottostante
struttura
all
'
insieme
configurativo
di
una
determinata
storia
,
occorre
il
sussidio
di
quel
complesso
di
nozioni
e
di
conoscenze
,
che
può
dirsi
,
in
mancanza
d
'
altro
termine
,
psicologia
sociale
.
Né
intendo
con
ciò
di
alludere
alla
fantasticata
esistenza
di
una
psiche
sociale
,
né
alla
escogitazione
di
un
preteso
spirito
collettivo
,
che
per
proprie
leggi
,
indipendenti
dalla
coscienza
degl
'
individui
e
dai
loro
materiali
ed
assegnabili
rapporti
,
si
esplichi
e
manifesti
nella
vita
sociale
.
Cotesto
è
misticismo
schietto
.
Né
intendo
di
riferirmi
a
quei
tentativi
di
generalizzazione
combinatoria
,
pei
quali
furono
scritti
dei
trattati
di
psicologia
sociale
,
la
cui
idea
è
questa
:
trasferire
ed
applicare
ad
un
escogitato
soggetto
,
che
si
chiama
la
coscienza
sociale
,
le
categorie
e
le
forme
accertate
della
psicologia
individuale
.
E
non
voglio
nemmeno
alludere
a
quel
coacervo
di
denominazioni
semiorganiche
e
semipsicologiche
,
per
cui
l
'
ente
società
,
alla
maniera
dello
Schäffle
,
acquista
,
e
cervello
,
e
midollo
spinale
,
e
sensibilità
,
e
sentimento
,
e
coscienza
,
e
volontà
e
così
via
.
Ma
intendo
di
parlar
di
cosa
più
modesta
e
prosaica
;
ossia
di
quelle
concrete
e
precise
forme
di
spirito
,
per
cui
ci
appaiono
così
fatti
com
'
erano
i
plebei
di
Roma
di
una
determinata
epoca
,
o
gli
artigiani
di
Firenze
di
quando
scoppiò
il
moto
dei
Ciompi
,
o
quei
contadini
di
Francia
,
nei
quali
s
'
ingenerò
,
secondo
l
espressione
di
Taine
,
l
anarchia
spontanea
dell89
,
quei
contadini
,
che
divenuti
poi
liberi
lavoratori
e
piccoli
proprietarii
,
o
aspiranti
alla
proprietà
,
da
vincitori
oltre
i
confini
a
breve
andare
si
trasformarono
in
automatici
istrumenti
della
reazione
.
Cotesta
psicologia
sociale
,
che
nessuno
può
ridurre
in
astratti
canoni
,
perché
nella
più
parte
dei
casi
è
di
sola
descrittiva
,
è
ciò
che
gli
storici
narratori
,
e
gli
oratori
e
gli
artisti
,
e
i
romanzieri
e
gli
ideologi
di
ogni
maniera
fino
ad
ora
videro
e
conobbero
come
esclusivo
oggetto
di
loro
studio
e
delle
loro
invenzioni
.
A
cotesta
psicologia
,
che
è
la
specificata
coscienza
degli
uomini
in
date
condizioni
sociali
,
si
riferiscono
e
si
appellano
gli
agitatori
,
gli
oratori
,
i
diffonditori
di
idee
.
Noi
sappiamo
che
essa
è
il
portato
,
il
derivato
,
l
effetto
di
determinate
condizioni
di
fatto
;
-
questa
determinata
classe
,
in
questa
determinata
situazione
per
gli
ufficii
che
adempie
,
per
la
soggezione
in
cui
è
tenuta
,
per
la
padronanza
che
esercita
;
-
e
poi
classe
,
ed
ufficii
,
e
soggezione
,
e
padronanza
suppongono
questa
o
quella
determinata
forma
di
produzione
e
di
distribuzione
dei
mezzi
immediati
della
vita
,
ossia
una
specifica
struttura
economica
.
Cotesta
psicologia
sociale
,
di
sua
natura
sempre
circostanziale
,
non
è
l
espressione
del
processo
astratto
e
generico
del
così
detto
spirito
umano
.
E
sempre
formazione
specificata
di
specificate
condizioni
.
Per
noi
sta
,
cioè
,
indiscusso
il
principio
,
che
non
le
forme
della
coscienza
determinano
l
essere
dell
uomo
,
ma
il
modo
d
essere
appunto
determina
la
coscienza
(
Marx
)
.
Ma
queste
forme
della
coscienza
,
come
son
determinate
dalle
condizioni
di
vita
,
sono
anch
esse
la
storia
.
Questa
non
è
la
sola
anatomia
economica
,
ma
tutto
quello
insiememente
,
che
cotesta
anatomia
riveste
e
ricovre
,
fino
ai
riflessi
multicolori
della
fantasia
.
O
,
a
dirla
altrimenti
,
non
c
è
fatto
della
storia
che
non
ripeta
la
sua
origine
dalle
condizioni
della
sottostante
struttura
economica
;
ma
non
c
è
fatto
della
storia
che
non
sia
preceduto
,
accompagnato
e
seguito
da
determinate
forme
di
coscienza
,
sia
questa
superstiziosa
o
sperimentata
,
ingenua
o
riflessa
,
matura
o
incongrua
,
impulsiva
o
ammaestrata
,
fantastica
o
ragionante
.
IV
.
Dicevo
,
qui
poco
innanzi
,
che
la
nostra
dottrina
obiettivizza
,
in
un
certo
senso
naturalizza
la
storia
,
invertendone
la
spiegazione
dai
dati
alla
prima
evidenti
delle
volontà
operanti
a
disegno
,
e
delle
ideazioni
ausiliari
all
opera
,
alle
cause
e
ai
moventi
del
volere
e
dell
operare
,
per
trovar
poi
la
coordinazione
di
tali
cause
e
moventi
nei
processi
elementari
della
produzione
dei
mezzi
immediati
della
vita
.
Ora
in
cotesto
termine
del
naturalizzare
si
cela
per
molti
una
forte
seduzione
a
confondere
questo
ordine
di
problemi
con
un
altro
ordine
di
problemi
;
e
,
cioè
,
ad
estendere
alla
storia
le
leggi
e
i
modi
del
pensiero
,
che
parvero
già
appropriati
e
convenienti
allo
studio
ed
alla
spiegazione
del
mondo
naturale
in
genere
e
del
mondo
animale
in
ispecie
.
E
perché
il
darwinismo
è
riuscito
ad
espugnare
,
col
principio
del
trasformismo
della
specie
,
l
'
ultima
cittadella
della
fissità
metafisica
delle
cose
,
onde
poi
gli
organismi
diventan
per
noi
le
fasi
ed
i
momenti
di
una
vera
e
propria
storia
naturale
,
è
parso
a
molti
fosse
ovvia
e
semplice
impresa
quella
di
assumere
a
spiegazione
del
divenire
e
del
vivere
umano
storico
i
concetti
,
e
i
principii
,
e
i
modi
di
vedere
cui
venne
subordinata
la
vita
animale
,
che
per
le
condizioni
immediate
della
lotta
per
l
'
esistenza
si
svolge
negli
ambiti
topografici
della
terra
non
modificati
da
opera
di
lavoro
.
Il
darwinismo
politico
e
sociale
ha
invaso
,
a
guisa
di
epidemia
,
per
non
breve
corso
di
anni
,
le
menti
di
parecchi
ricercatori
,
e
assai
più
degli
avvocati
e
dei
declamatori
della
sociologia
,
ed
è
venuto
a
riflettersi
,
quale
abito
di
moda
e
qual
corrente
fraseologica
,
perfino
nel
linguaggio
cotidiano
dei
politicanti
.
Qualcosa
di
immediatamente
evidente
e
di
intuitivamente
plausibile
pare
,
a
prima
vista
,
ci
sia
in
cotesto
modo
di
ragionare
;
il
quale
,
poi
,
si
contraddistingue
principalmente
per
l
'
abuso
dell
'
analogia
,
e
per
la
fretta
del
conchiudere
.
L
'
uomo
è
senza
dubbio
un
animale
,
ed
è
legato
da
rapporti
di
discendenza
e
di
affinità
ad
altri
animali
.
Non
ha
privilegio
di
origine
,
nè
di
struttura
elementare
,
ed
il
suo
organismo
non
è
,
se
non
un
caso
particolare
della
fisiologia
generale
.
Il
suo
primo
ed
immediato
terreno
fu
quello
della
semplice
natura
,
non
modificata
da
artificio
di
lavoro
;
e
da
ciò
derivarono
le
condizioni
imperiose
ed
inevitabili
della
lotta
per
l
'
esistenza
,
con
le
conseguenti
forme
di
accomodazione
.
Di
qui
ebbero
origine
le
razze
,
nel
vero
e
genuino
senso
della
parola
,
in
quanto
,
cioè
,
sono
determinazioni
immediate
di
neri
,
di
bianchi
,
di
ulotrici
,
di
lissotrici
e
cosi
via
,
e
non
formazioni
secondarie
storico
-
sociali
,
ossia
i
popoli
e
le
nazioni
.
Di
qui
i
primitivi
istinti
di
socialità
,
e
,
per
entro
al
modo
di
vivere
in
promiscuità
,
i
primi
rudimenti
della
selezione
sessuale
.
Ma
dell
'
uomo
ferus
primaevus
,
che
possiamo
ricostruirci
in
fantasia
per
combinazione
di
congetture
,
non
è
dato
a
noi
di
avere
una
empirica
intuizione
;
come
non
ci
è
dato
di
determinare
la
genesi
di
quel
hiatus
,
ossia
di
quella
discontinuità
,
per
la
quale
l
'
uman
genere
s
'
è
trovato
come
distaccato
dal
vivere
degli
animali
,
e
poi
in
seguito
sempre
superiore
a
questo
.
Tutti
gli
uomini
,
che
ora
vivono
su
la
superficie
della
terra
,
e
tutti
quelli
che
vissutici
in
passato
formarono
oggetto
di
qualche
apprezzabile
osservazione
,
trovansi
e
trovavansi
un
buon
tratto
in
qua
dal
momento
in
cui
il
vivere
puramente
naturale
era
cessato
.
Un
qualche
abito
di
convivenza
,
che
sa
di
costume
e
d
'
istituzione
,
sia
pur
quello
della
forma
più
elementare
a
noi
ora
nota
,
ossia
della
tribù
australiana
,
divisa
in
classi
e
col
connubio
di
tutti
gli
uomini
di
una
classe
con
tutte
le
donne
di
un
'
altra
classe
,
distacca
a
grande
intervallo
il
vivere
umano
dal
vivere
animale
.
A
venire
più
in
qua
nella
considerazione
della
gens
materna
,
il
cui
tipo
classico
irocchese
ha
per
opera
del
Morgan
rivoluzionata
la
preistoria
,
dandoci
al
tempo
stesso
la
chiave
delle
origini
della
storia
propriamente
detta
,
noi
ci
troviamo
in
una
forma
di
società
già
di
molto
avanzata
per
complessità
di
rapporti
.
Ora
nel
grado
di
convivenza
,
che
nel
giro
delle
nostre
conoscenze
ci
apparisce
come
elementarissimo
,
ossia
nell
'
australiano
,
non
solo
la
lingua
assai
complicata
differenzia
gli
uomini
da
tutti
gli
altri
animali
(
e
lingua
vuol
dire
condizione
ed
istrumento
,
causa
ed
effetto
di
socialità
)
,
ma
la
specificazione
del
vivere
umano
,
oltre
che
per
la
scoverta
del
fuoco
,
è
fissata
nell
'
uso
di
molti
altri
mezzi
artificiali
per
provvedere
alla
vita
.
Un
ambito
di
terreno
acquisito
al
girovagare
di
una
tribù
-
un
modo
di
cacciare
-
l
'
uso
perfetto
di
certi
istrumenti
da
difendersi
,
e
da
ferire
,
e
il
possesso
di
certi
utensili
da
conservare
le
cose
acquistate
-
e
poi
l
'
ornamento
del
corpo
,
e
così
via
:
-
cioè
,
in
fondo
,
quella
vita
poggia
sopra
un
terreno
artificiale
,
per
quanto
elementarissimo
,
sul
quale
gli
uomini
si
provano
di
fissarsi
e
di
adagiarsi
,
sopra
un
terreno
che
è
alla
fin
fine
la
condizione
di
ogni
ulteriore
sviluppo
.
Secondo
che
questo
terreno
artificiale
è
più
o
meno
formato
,
gli
uomini
che
l
'
han
prodotto
e
ci
vivon
su
,
si
dicon
più
o
meno
selvaggi
o
barbari
:
e
in
quella
prima
formazione
consiste
ciò
che
di
solito
chiamiamo
preistoria
.
La
storia
,
secondo
l
'
uso
letterario
della
parola
,
e
cioè
quella
parte
del
processo
umano
che
ha
precisa
consistenza
di
tradizione
nella
memoria
,
comincia
quando
il
terreno
artificiale
è
già
un
buon
tratto
formato
.
Ad
esempio
:
la
canalizzazione
della
Mesopotamia
,
ed
eccoti
l
'
antica
Babilonide
presemitica
;
-
la
derivazione
del
Nilo
a
scopo
di
coltura
dei
campi
,
ed
eccoti
l
'
antichissimo
Egitto
hamitico
.
Su
cotesto
terreno
artificiale
,
che
apparisce
all
'
estremo
orizzonte
della
storia
ricordata
,
non
vissero
come
non
vivono
ora
,
masse
informi
d
'
individui
,
ma
consociazioni
organate
,
che
ripeteano
come
ripetono
ora
l
'
organamento
loro
da
distribuzione
di
ufficii
,
ossia
di
lavoro
,
e
da
conseguenti
ragioni
e
modi
di
coordinazione
e
di
subordinazione
.
Tali
relazioni
,
e
vincoli
,
e
modi
di
vita
non
resultarono
,
come
non
resultano
,
da
ripetizione
e
fissazione
di
abiti
sotto
l
'
azione
immediata
della
lotta
animale
per
l
'
esistenza
.
Anzi
suppongono
il
ritrovamento
di
certi
istrumenti
,
e
p
.
e
.
l
'
addomesticazione
di
certi
animali
,
e
la
lavorazione
dei
minerali
fino
al
ferro
,
l
'
introduzione
della
schiavitù
,
e
così
via
,
istrumenti
e
modi
di
economia
,
che
prima
differenziarono
le
comunanze
le
une
dalle
altre
,
e
poi
differenziarono
nelle
comunanze
i
componenti
loro
.
In
altre
parole
,
le
opere
degli
uomini
,
in
quanto
congregati
,
reagirono
su
gli
uomini
stessi
.
I
loro
trovati
ed
invenzioni
,
creando
modi
di
vivere
supernaturali
,
produssero
non
solo
abiti
e
costumanze
(
vestimento
,
mangiare
cucinato
e
simili
)
ma
rapporti
e
vincoli
di
coesistenza
,
proporzionati
e
congrui
al
modo
di
produrre
e
di
riprodurre
i
mezzi
della
vita
immediata
.
Quando
la
storia
tramandata
per
memoria
incomincia
,
l
'
economia
è
già
nel
suo
funzionamento
.
Gli
uomini
lavorano
per
l
'
esistenza
sopra
di
un
campo
,
che
fu
in
gran
parte
modificato
dall
'
opera
loro
,
e
con
istrumenti
che
sono
del
tutto
opera
loro
.
E
da
quel
punto
in
poi
hanno
lottato
per
la
posizione
eminente
degli
uni
su
gli
altri
nell
'
uso
di
tali
mezzi
artificiali
;
e
cioè
,
hanno
lottato
fra
loro
,
in
quanto
servi
e
padroni
,
sudditi
e
signori
,
conquistati
e
conquistatori
,
sfruttati
e
sfruttatori
;
e
dove
han
progredito
,
e
dove
han
regredito
,
e
dove
si
sono
arrestati
in
una
forma
che
non
furon
più
capaci
di
superare
,
ma
non
son
mai
più
ritornati
al
vivere
animale
,
con
la
completa
perdita
del
terreno
artificiale
.
Dunque
la
scienza
storica
ha
per
suo
primo
e
principale
oggetto
la
determinazione
e
la
ricerca
del
terreno
artificiale
,
e
della
sua
origine
e
composizione
,
e
del
suo
alterarsi
e
trasformarsi
.
Dire
che
tutto
ciò
non
è
se
non
parte
e
prolungamento
della
natura
,
è
dir
cosa
,
che
per
esser
troppo
astratta
e
generica
,
in
fin
delle
fini
conchiude
poco
.
Il
genere
umano
vive
soltanto
nelle
condizioni
telluriche
,
e
non
è
chi
possa
supporlo
trapiantato
altrove
.
In
tali
condizioni
esso
ha
trovato
,
dalle
primissime
origini
fino
ai
giorni
nostri
,
i
mezzi
immediati
allo
sviluppo
del
lavoro
,
e
cioè
dire
,
così
al
progresso
materiale
,
come
alla
sua
formazione
interiore
.
Tali
condizioni
naturali
furono
e
son
sempre
indispensabili
,
così
alla
sporadica
cultura
dei
nomadi
,
che
coltivano
qualche
volta
la
terra
per
il
solo
pascolo
degli
animali
,
come
ai
raffinati
prodotti
della
intensiva
orticoltura
moderna
.
Tali
condizioni
telluriche
,
come
offersero
le
varie
sorti
di
pietra
atte
alla
lavorazione
delle
prime
armi
,
così
offrono
ora
nel
carbon
fossile
l
'
alimento
della
grande
industria
;
come
offersero
alle
prime
genti
i
giunchi
ed
i
vimini
da
intessere
,
così
offrono
ora
tutti
i
mezzi
da
cui
derivasi
la
complicata
tecnica
della
elettricità
.
Non
son
però
i
mezzi
naturali
,
essi
stessi
,
che
sian
progrediti
;
anzi
son
gli
uomini
soltanto
che
progredirono
,
ritrovando
via
via
nella
natura
le
condizioni
per
produrre
in
nuove
e
sempre
più
complesse
forme
,
per
via
del
lavoro
accumulato
che
è
l
'
esperienza
.
Né
questo
progresso
è
quello
solo
che
intendono
i
soggettivisti
della
psicologia
,
cioè
una
modificazione
interiore
,
che
sarebbe
sviluppo
proprio
e
diretto
dell
'
intelletto
,
della
ragione
e
del
pensiero
.
Anzi
è
tale
progresso
interiore
solo
una
linea
secondaria
e
derivata
,
in
quanto
che
c
'
è
già
progresso
nel
terreno
artificiale
,
che
è
la
somma
dei
rapporti
sociali
resultanti
dalle
forme
e
spartizioni
del
lavoro
.
Sarebbe
per
ciò
vuota
di
senso
l
'
affermazione
,
che
tutto
ciò
non
sia
se
non
un
semplice
prolungamento
della
natura
;
se
pure
non
si
vuole
usare
cotesta
parola
nel
senso
tanto
generico
,
da
non
indicare
più
nulla
di
preciso
e
di
distinto
,
come
è
ciò
che
intendiamo
per
diverso
dal
fatto
dell
'
uomo
progressivamente
operante
.
La
storia
è
il
fatto
dell
uomo
,
i
quanto
che
l
uomo
può
creare
e
perfezionare
i
suoi
istrumenti
di
lavoro
,
e
con
tali
istrumenti
può
crearsi
un
ambiente
artificiale
,
il
quale
poi
reagisce
nei
suoi
complicati
effetti
sopra
di
lui
,
e
così
com
è
,
e
come
via
via
si
modifica
,
è
l
occasione
e
la
condizione
del
suo
sviluppo
.
Mancano
per
ciò
tutte
le
ragioni
per
ricondurre
questo
fatto
dell
uomo
,
che
è
la
storia
,
alla
pura
lotta
per
l
esistenza
;
la
quale
,
se
raffina
ed
altera
gli
organi
degli
animali
,
e
in
date
circostanze
e
in
dati
modi
occasiona
il
generarsi
e
lo
svolgersi
di
organi
nuovi
,
non
produce
però
quel
moto
continuativo
,
perfezionativo
e
tradizionale
che
è
il
processo
umano
.
Non
c
è
luogo
qui
,
nella
nostra
dottrina
,
né
a
confondersi
col
darwinismo
,
né
a
rievocare
la
concezione
di
una
qualunque
forma
,
o
mitica
,
o
mistica
,
o
metaforica
di
fatalismo
.
Perché
,
se
è
vero
che
la
storia
poggia
innanzi
tutto
su
lo
svolgimento
della
tecnica
;
e
,
cioè
dire
,
se
è
vero
,
che
per
effetto
del
successivo
ritrovamento
degli
istrumenti
si
generarono
le
successive
spartizioni
del
lavoro
,
e
con
queste
poi
le
disuguaglianze
,
nel
cui
concorso
più
o
meno
stabile
consiste
il
così
detto
organismo
sociale
,
gli
è
altrettanto
vero
che
il
ritrovamento
di
tali
istrumenti
è
causa
ed
effetto
ad
un
tempo
stesso
di
quelle
condizioni
e
forme
della
vita
interiore
,
che
noi
,
isolandole
nella
astrazione
psicologica
,
chiamiamo
fantasia
,
intelletto
,
ragione
,
pensiero
e
cosi
via
.
Producendo
successivamente
i
vani
ambienti
sociali
,
ossia
i
successivi
terreni
artificiali
,
l
'
uomo
ha
prodotto
in
pari
tempo
le
modificazioni
di
se
stesso
;
e
in
ciò
consiste
il
nocciolo
serio
,
la
ragione
concreta
,
il
fondamento
positivo
di
ciò
che
,
per
varie
combinazioni
fantastiche
e
con
varia
architettura
logica
,
dà
luogo
presso
gli
ideologisti
alla
nozione
del
progresso
dello
spirito
umano
.
Nondimeno
l
'
espressione
del
naturalizzare
la
storia
,
che
intesa
in
senso
troppo
lato
e
generico
può
dare
occasione
agl
'
indicati
equivoci
,
quando
venga
invece
usata
con
la
debita
cautela
e
in
modo
approssimativo
,
compendia
in
breve
la
critica
di
tutte
le
vedute
ideologiche
,
le
quali
nella
interpretazione
della
storia
partono
dal
presupposto
,
che
opera
o
attività
umana
sia
la
stessa
cosa
che
arbitrio
,
elezione
e
disegno
.
Ai
teologi
tornava
facile
e
comodo
di
ricondurre
il
corso
delle
cose
umane
ad
un
piano
o
disegno
,
perché
saltavano
a
piè
pari
dall
'
esperienza
ad
una
mente
presunta
che
regoli
l
'
universo
.
I
giuristi
,
che
ebbero
per
primi
occasione
a
ritrovare
nelle
istituzioni
che
formano
oggetto
dei
loro
studii
un
certo
filo
conduttore
di
forme
che
si
succedono
con
una
qualche
evidenza
,
trasferirono
,
come
trasferiscono
tutt
'
ora
senza
grande
imbarazzo
,
la
ragion
ragionante
,
che
è
il
loro
mestiere
,
alla
spiegazione
di
tutta
la
vasta
materia
sociale
,
che
è
tanto
complicata
.
I
politici
,
i
quali
piglian
naturalmente
le
mosse
loro
dall
'
esperienza
di
ciò
che
i
direttori
dello
stato
,
o
per
l
'
acquiescenza
delle
masse
soggette
,
o
profittando
delle
antitesi
degl
'
interessi
dei
vani
gruppi
sociali
,
possono
volere
ed
eseguire
a
disegno
,
di
proposito
e
con
intenzione
,
sono
inclinati
a
vedere
nel
succedersi
delle
cose
umane
soltanto
il
variare
di
tali
disegni
,
propositi
ed
intenzioni
.
Ora
la
nostra
concezione
,
rivoluzionando
nei
fondamenti
le
presupposizioni
dei
teologi
,
dei
giuristi
e
dei
politici
,
mette
capo
all
assunto
,
che
opera
ed
attività
umana
in
genere
non
è
sempre
una
medesima
cosa
,
nel
corso
della
storia
,
con
la
volontà
che
operi
a
disegno
,
con
piano
preconcetti
,
e
con
la
libera
scelta
dei
mezzi
;
ossia
non
è
una
e
medesima
cosa
con
la
ragion
ragionante
.
Tutto
ciò
che
è
accaduto
nella
storia
è
opera
dell
uomo
;
ma
non
fu
né
è
,
se
non
assai
di
rado
,
di
elezione
critica
,
e
di
arbitrio
ragionante
;
ma
anzi
fu
ed
è
di
necessità
,
che
,
determinata
dai
bisogni
e
dalle
occasioni
esterne
,
genera
esperienza
e
sviluppo
di
organi
interni
e
d
esterni
.
Tra
questi
organi
sono
anche
l
intelletto
e
la
ragione
,
resultati
e
conseguenze
anch
essi
di
esperienza
ripetuta
ed
accumulata
.
La
formazione
integrale
dell
'
uomo
,
per
entro
allo
sviluppo
storico
,
non
è
oramai
più
un
dato
ipotetico
,
né
una
semplice
congettura
;
ma
è
una
verità
intuitiva
e
palmare
.
Le
condizioni
del
processo
che
genera
progresso
sono
oramai
riducibili
in
serie
di
spiegazioni
;
e
noi
,
fino
ad
un
certo
punto
,
abbiamo
come
sott
'
occhi
lo
schema
di
tutti
gli
sviluppi
storici
morfologicamente
intesi
.
Questa
dottrina
è
la
negazione
recisa
e
definitiva
di
ogni
ideologia
,
perché
è
la
negazione
esplicita
d
'
ogni
forma
di
razionalismo
;
intendendosi
sotto
cotal
nome
il
preconcetto
,
che
le
cose
nella
loro
esistenza
ed
esplicazione
rispondano
ad
una
norma
,
ad
un
ideale
,
ad
una
stregua
,
ad
un
fine
in
modo
esplicito
o
implicito
che
siasi
.
Tutto
il
corso
delle
cose
umane
è
una
somma
,
anzi
è
tante
serie
di
condizioni
,
che
gli
uomini
si
son
fatte
e
poste
da
sé
per
la
esperienza
accumulata
nella
variabile
convivenza
sociale
;
ma
non
presenta
,
né
l
'
approssimazione
ad
una
presegnata
meta
,
né
la
deviazione
da
un
primo
principio
di
perfezione
e
di
felicità
.
Il
progresso
stesso
non
implica
se
non
la
nozione
di
cosa
empirica
e
circostanziata
,
che
presentemente
piglia
chiarezza
e
precisione
nelle
nostre
menti
,
perché
,
per
lo
sviluppo
finora
avveratosi
,
noi
siamo
in
grado
di
valutare
il
passato
,
e
di
prevedere
,
ossia
d
'
intravedere
in
un
certo
senso
e
in
una
certa
misura
,
l
'
avvenire
.
V
.
Per
cotal
modo
un
grave
equivoco
rimane
chiarito
,
e
il
pericolo
che
ne
deriva
viene
ad
esser
rimosso
.
Ragionevole
e
fondata
è
la
tendenza
di
coloro
i
quali
mirano
a
subordinare
tutto
l
'
insieme
delle
cose
umane
,
considerate
nel
loro
corso
,
alla
rigorosa
concezione
del
determinismo
.
Priva
,
all
'
incontro
,
d
'
ogni
fondamento
è
la
identificazione
di
tale
determinismo
derivato
,
riflesso
e
complesso
,
con
quello
della
immediata
lotta
per
l
'
esistenza
,
la
quale
si
eserciti
e
si
svolga
sopra
un
campo
non
modificato
da
opera
continuativa
di
lavoro
.
Legittima
e
fondata
,
in
modo
assoluto
,
è
la
spiegazione
storica
,
la
quale
proceda
invertendo
dai
presunti
voleri
a
disegno
,
che
avrebbero
regolato
di
proposito
le
fasi
varie
della
vita
,
ai
moventi
ed
alle
cause
obiettive
di
ogni
volere
,
che
son
da
ritrovare
nelle
condizioni
di
ambiente
,
di
terreno
,
di
mezzi
disponibili
,
di
circostanzialità
della
esperienza
.
Ma
è
,
invece
,
priva
di
qualsiasi
fondamento
quella
opinione
,
la
quale
mira
alla
negazione
di
ogni
volontà
,
per
via
di
una
veduta
teoretica
,
che
vorrebbe
sostituito
al
volontarismo
l
'
automatismo
;
anzi
questa
è
al
postutto
una
semplice
e
schietta
fatuità
.
Dovunque
i
mezzi
tecnici
siano
sviluppati
fino
ad
un
certo
punto
,
dovunque
il
terreno
artificiale
abbia
acquistata
una
certa
consistenza
e
dovunque
le
differenziazioni
sociali
e
le
antitesi
che
ne
conseguitano
abbiano
creato
,
e
il
bisogno
,
e
la
possibilità
,
e
le
condizioni
di
un
organamento
più
o
meno
stabile
od
instabile
,
ivi
sempre
e
necessariamente
spuntan
fuori
i
meditati
disegni
,
i
propositi
politici
,
i
piani
di
condotta
,
i
sistemi
di
diritto
,
e
poi
le
massime
e
i
principii
generali
ed
astratti
.
Nell
ambito
di
tali
prodotti
e
di
tali
sviluppi
derivati
e
complessi
,
e
dirò
di
secondo
grado
,
nascono
anche
le
scienze
,
e
le
arti
,
e
la
filosofia
,
e
la
erudizione
e
la
storia
come
genere
letterario
di
produzione
.
Cotesto
ambito
è
quello
dei
razionalisti
ed
ideologi
,
ignorandone
i
fondamenti
reali
,
chiamarono
e
chiamano
tuttora
,
in
modo
esclusivo
,
la
civiltà
.
Perché
,
di
fatti
,
si
è
dato
e
si
dà
il
caso
,
che
alcuni
uomini
,
e
soprattutto
gli
addottrinati
di
mestiere
,
fossero
essi
laici
o
preti
,
trovassero
e
trovino
modo
di
vivere
intellettualmente
nella
chiusa
cerchia
dei
prodotti
riflessi
e
secondarii
della
civiltà
,
e
potessero
e
possano
poi
sottoporre
tutto
il
resto
alla
veduta
soggettiva
,
che
essi
in
tale
situazione
si
formano
:
e
in
ciò
è
la
origine
e
la
spiegazione
di
ogni
ideologia
.
La
nostra
dottrina
ha
superato
in
modo
definitivo
l
angolo
visuale
di
qualsiasi
ideologia
.
I
meditati
disegni
,
i
propositi
politici
,
le
scienze
,
i
sistemi
di
diritto
e
così
via
,
anzi
che
essere
il
mezzo
e
l
istrumento
della
spiegazione
della
storia
,
sono
appunto
la
cosa
che
occorre
di
spiegare
;
perché
derivano
da
determinate
condizioni
e
situazioni
.
Ma
ciò
non
vuol
dire
che
siano
mere
apparenze
,
e
bolle
di
sapone
.
L
esser
quelle
delle
cose
divenute
e
derivate
da
altre
non
implica
che
non
sian
cose
effettuali
:
tanto
è
che
son
parse
per
secoli
alla
coscienza
non
scientifica
,
e
alla
coscienza
scientifica
ancora
in
via
di
formazione
,
le
sole
che
veramente
fossero
.
Ma
con
ciò
non
è
detto
tutto
.
Anche
la
nostra
dottrina
può
dar
luogo
alla
tentazione
del
fantasticare
,
e
può
offrire
occasione
ed
argomento
ad
una
nuova
ideologia
a
rovescio
.
Essa
è
nata
nel
campo
di
battaglia
del
comunismo
.
Suppone
l
apparizione
del
proletariato
moderno
su
l
arena
politica
,
e
suppone
quella
orientazione
,
su
le
origini
della
società
attuale
,
che
ci
ha
permesso
di
rifare
criticamente
tutta
la
genesi
della
borghesia
.
E
dottrina
rivoluzionaria
per
due
rispetti
:
perché
ha
trovato
le
ragioni
e
i
modi
di
sviluppo
della
rivoluzione
proletaria
,
che
è
in
fieri
;
e
perché
,
di
ogni
altra
rivoluzione
sociale
avveratasi
in
passato
,
si
argomenta
di
trovare
le
cause
e
le
condizioni
di
svolgimento
in
quei
contrasti
di
classe
,
i
quali
giunsero
ad
un
certo
punto
critico
per
la
contraddizione
tra
le
forme
della
produzione
e
lo
sviluppo
delle
forze
produttive
.
E
c
è
poi
dell
altro
.
Alla
luce
di
questa
dottrina
l
essenziale
della
storia
consiste
per
l
appunto
in
tali
momenti
critici
,
e
ciò
sta
di
mezzo
tra
l
uno
e
l
altro
di
cotesti
momenti
si
fa
conto
,
almeno
per
ora
,
di
abbandonarlo
alle
erudite
cure
dei
narratori
ed
espositori
di
mestiere
.
Come
dottrina
rivoluzionaria
è
essa
innanzi
tutto
la
coscienza
intellettuale
del
moto
proletario
presente
,
nel
quale
secondo
l
'
assunto
nostro
,
si
prepara
di
lunga
mano
l
'
avvento
del
comunismo
:
tanto
è
,
che
i
decisi
avversari
del
socialismo
la
respingono
come
opinione
,
che
,
sotto
apparenze
di
scienza
,
non
faccia
che
ripetere
la
ben
nota
utopia
socialistica
.
Per
tale
condizione
di
cose
può
darsi
bene
il
caso
,
e
di
fatti
s
è
pur
già
dato
in
parte
,
che
la
fantasia
degl
'
inesperti
d
'
ogni
arte
di
ricerca
storica
,
e
lo
zelo
dei
fanatici
,
trovi
stimolo
ed
occasione
perfino
nel
materialismo
storico
a
foggiare
una
nuova
ideologia
,
e
a
trarre
da
esso
una
nuova
filosofia
della
storia
sistematica
,
cioè
schematica
,
ossia
a
tendenza
e
a
disegno
.
Né
c
'
è
cautela
che
basti
.
L
'
intelletto
nostro
raramente
s
'
appaga
della
ricerca
schiettamente
critica
,
ed
è
sempre
propenso
a
convertire
in
elemento
di
pedanteria
ed
in
novella
scolastica
qualunque
trovato
del
pensiero
.
A
farla
breve
,
anche
la
concezione
materialistica
può
essere
convertita
in
forma
di
argomentazione
a
tesi
,
e
servire
a
rimettere
in
nuove
fogge
pregiudizii
antichi
;
come
era
quello
di
una
storia
dimostrata
,
dimostrativa
e
dedotta
.
Perché
ciò
non
accada
,
e
specie
perché
non
riapparisca
per
vie
indirette
e
per
modi
dissimulati
una
qualunque
forma
di
finalità
,
su
due
punti
bisogna
essere
in
chiaro
:
e
cioè
dire
,
che
le
condizioni
storiche
a
noi
note
son
tutte
circostanziate
;
e
che
il
progresso
fu
fino
ad
ora
circoscritto
da
molteplici
impedimenti
,
e
per
ciò
fu
sempre
parziale
e
limitato
.
Una
parte
sola
,
e
fino
ai
tempi
recentissimi
una
parte
non
grande
del
genere
umano
ha
per
intero
percorso
gli
stadii
tutti
del
processo
,
per
effetto
del
quale
le
nazioni
più
progredite
son
giunte
alla
società
civile
moderna
,
con
le
forme
di
avanzata
tecnica
fondate
su
le
scoverte
della
scienza
,
e
con
tutte
le
conseguenze
politiche
,
intellettuali
,
morali
e
così
via
,
che
a
tale
sviluppo
sono
rispettive
e
consentanee
.
Accanto
agl
'
inglesi
-
tanto
per
accennare
all
'
esempio
più
stridente
-
che
,
trasportando
seco
nella
Nuova
Olanda
i
mezzi
europei
,
vi
han
creato
un
centro
di
produzione
,
che
già
tiene
un
posto
notevole
nella
concorrenza
del
mercato
mondiale
,
vivono
tuttora
come
fossili
della
preistoria
gl
'
indigeni
australiani
,
capaci
solo
di
estinguersi
,
ma
incapaci
di
adattarsi
alla
civiltà
,
che
fu
non
sopra
di
essi
ma
accanto
ad
essi
importata
.
Nell
'
America
,
e
specie
in
quella
del
Nord
,
la
serie
dei
procedimenti
che
vi
han
dato
luogo
allo
sviluppo
della
società
moderna
,
cominciò
con
la
importazione
dall
'
Europa
delle
piante
,
degli
animali
e
degl
'
istrumenti
dell
'
agricoltura
,
il
cui
uso
ab
antico
avea
ingenerato
la
secolare
civiltà
del
Mediterraneo
:
ma
tal
moto
rimase
tutto
rinchiuso
nella
cerchia
dei
discendenti
dei
conquistatori
e
dei
coloni
,
mentre
gli
indigeni
,
o
si
disperdono
nella
massa
di
nuova
formazione
,
per
le
vie
naturali
della
mistura
di
razza
,
o
deperiscono
e
spariscono
affatto
.
L
'
Asia
anteriore
e
l
'
Egitto
,
che
già
in
tempi
antichissimi
,
come
prima
culla
di
tutta
la
nostra
civiltà
,
dettero
luogo
alle
grandi
formazioni
semipolitiche
,
le
quali
seguono
le
prime
fasi
della
storia
accertata
e
ricordata
,
ci
appaiono
da
secoli
come
le
cristallizzazioni
di
forme
sociali
incapaci
di
muoversi
da
sè
per
nuove
fasi
di
sviluppo
.
Sta
sopra
di
loro
la
secolare
pressione
del
barbarico
accampamento
,
che
è
la
dominazione
turca
.
In
quella
massa
irrigidita
,
o
s
'
incunea
per
dissimulate
vie
una
amministrazione
alquanto
ammodernizzata
,
o
in
nome
esplicito
degl
'
interessi
commerciali
s
'
insinuano
la
ferrovia
ed
il
telegrafo
,
avamposti
coraggiosi
della
conquistatrice
banca
europea
.
Tutta
quella
massa
irrigidita
non
ha
speranza
di
ripigliar
vita
,
calore
e
movimento
,
se
non
per
la
rovina
della
dominazione
turca
,
cui
si
vada
surrogando
,
nei
diversi
possibili
modi
di
conquista
diretta
o
indiretta
,
la
signoria
o
il
protettorato
della
borghesia
europea
.
Che
un
processo
di
trasformazione
dei
popoli
arretrati
,
o
arrestatisi
nel
loro
cammino
,
possa
avverarsi
ed
affrettarsi
per
esterni
influssi
,
sta
lì
l
'
India
a
provarlo
,
che
già
vivace
ancora
di
sua
propria
vita
,
sotto
l
'
azione
poi
dell
'
Inghilterra
rientra
ora
con
vigore
nella
circolazione
della
operosità
internazionale
,
per
fino
nei
suoi
prodotti
intellettuali
.
Né
sono
questi
i
soli
contrasti
nella
fisionomia
storica
dei
contemporanei
.
Ecco
,
mentre
lì
nel
Giappone
,
per
un
fenomeno
acuto
e
spontaneo
di
imitazione
,
si
sviluppa
in
men
di
trent
'
anni
una
certa
relativa
assimilazione
della
civiltà
occidentale
,
che
muove
già
normalmente
le
energie
proprie
del
paese
stesso
,
il
diritto
e
l
'
imposizione
della
conquista
russa
trae
nella
cerchia
della
industria
moderna
,
e
anzi
della
grande
industria
,
qualche
punto
notevole
dei
paesi
oltre
il
Caspio
.
La
mole
gigantesca
della
Cina
ci
è
apparsa
fino
a
pochi
anni
fa
quasi
immobile
nell
'
atavistico
assetto
delle
sue
istituzioni
,
tanto
vi
è
lento
ogni
movimento
:
mentre
,
per
ragioni
etniche
e
geografiche
,
quasi
tutta
l
'
Africa
rimaneva
impermeabile
,
e
,
fino
agli
ultimi
tentativi
di
conquista
e
di
colonizzazione
,
pareva
non
dovesse
offrire
all
'
azione
della
civiltà
,
che
il
solo
suo
perimetro
,
come
fossimo
,
non
che
ai
tempi
dei
portoghesi
,
a
quelli
dei
greci
e
dei
cartaginesi
.
Tali
differenziazioni
degli
uomini
,
sul
cammino
della
storia
e
della
preistoria
,
ci
paiono
spiegabilissime
,
quando
c
'
è
modo
di
ricondurle
alle
condizioni
naturali
ed
immediate
,
che
impongano
limiti
allo
sviluppo
del
lavoro
.
Questo
è
il
caso
dell
'
America
,
la
quale
,
fino
alla
apparizione
degli
europei
,
non
avea
che
una
sola
granaglia
,
il
mais
,
e
un
solo
animale
addomesticabile
ad
uso
di
lavoro
,
il
lama
:
e
noi
possiamo
rallegrarci
,
che
gli
europei
,
importandovi
con
se
stessi
e
coi
loro
istrumenti
il
bue
,
e
l
'
asino
,
e
il
cavallo
,
e
il
frumento
,
e
il
cotone
e
la
canna
da
zucchero
e
il
caffè
,
e
da
ultimo
la
vite
e
l
'
arancio
,
v
'
abbiano
creato
un
nuovo
mondo
della
gloriosa
società
che
produce
le
merci
,
la
quale
,
con
inaudita
rapidità
di
moto
,
vi
ha
già
percorso
le
due
fasi
della
più
nera
schiavitù
e
del
più
democratico
salariato
.
Ma
là
dove
c
'
è
stato
un
vero
arresto
,
e
anzi
un
documentato
regresso
,
come
nell
Asia
anteriore
,
nell
'
Egitto
,
nella
penisola
dei
Balcani
e
nell
Africa
settentrionale
,
e
tale
arresto
non
può
attribuirsi
al
differenziarsi
delle
condizioni
naturali
,
ivi
noi
ci
troviamo
dinanzi
ad
un
problema
,
che
aspetta
la
soluzione
sua
dallo
studio
diretto
ed
esplicito
della
struttura
sociale
,
guardata
così
nei
modi
interni
del
suo
divenire
,
come
negl
intrecci
e
nelle
complicazioni
dei
varii
popoli
,
su
quel
terreno
che
più
ordinariamente
dicesi
arena
delle
lotte
storiche
.
Questa
stessa
Europa
civile
,
che
per
continuità
di
tradizione
presenta
lo
schema
più
completo
di
processo
,
tanto
che
su
cotesto
modello
furono
ideati
e
fino
ad
ora
costruiti
tutti
i
sistemi
di
filosofia
storica
;
questa
stessa
Europa
occidentale
e
mediana
,
che
ha
prodotto
l
'
epoca
dei
borghesi
,
e
tale
forma
di
società
ha
cercato
e
cerca
d
'
imporre
a
tutto
il
mondo
,
con
vari
modi
di
conquista
diretta
o
indiretta
,
non
è
tutta
uniforme
in
sé
,
nel
grado
di
suo
sviluppo
,
e
le
sue
diverse
conglomerazioni
nazionali
,
regionali
e
politiche
appaiono
come
distribuite
sopra
di
una
scala
di
molto
graduata
.
Da
tali
differenze
dipendono
le
condizioni
di
relativa
superiorità
od
inferiorità
di
paese
a
paese
,
e
le
ragioni
più
o
meno
vantaggiose
o
svantaggiose
dello
scambio
economico
;
e
di
qui
per
la
più
parte
dipesero
,
come
tuttora
dipendono
,
e
gli
attriti
,
e
le
lotte
,
e
i
trattati
e
le
guerre
,
e
quanto
altro
mai
,
con
maggiore
o
con
minor
precisione
,
seppero
narrarci
gli
storici
politici
dalla
Rinascenza
in
qua
,
e
certo
con
cresciuta
evidenza
da
Luigi
XIV
e
da
Colbert
in
poi
.
Questa
Europa
stessa
è
assai
variopinta
.
Ecco
qui
la
fioritura
massima
della
produzione
industriale
e
capitalistica
,
cioè
dire
in
Inghilterra
;
e
in
altri
punti
vive
,
o
rigoglioso
o
rachitico
,
l
'
artigianato
,
come
da
Parigi
a
Napoli
,
tanto
per
cogliere
il
fatto
nei
suoi
estremi
.
Qui
la
campagna
è
quasi
per
intero
industrializzata
,
com
'
è
di
nuovo
in
Inghilterra
;
ed
ecco
che
altrove
vegeta
,
in
molteplici
forme
tradizionali
,
l
'
idiotico
contadiname
,
come
in
Italia
ed
in
Austria
,
anzi
in
questo
paese
più
che
da
noi
.
Mentre
in
un
paese
l
'
azienda
politica
dello
stato
-
come
si
conviene
alla
prosaica
coscienza
di
una
borghesia
,
che
sa
il
fatto
suo
,
perché
il
posto
che
tiene
se
l
'
è
veramente
conquistato
da
sè
-
viene
esercitata
nei
modi
più
sicuri
e
palesi
di
un
esplicito
dominio
di
classe
(
non
è
chi
non
intenda
che
parlo
della
Francia
)
;
altrove
,
e
segnatamente
in
Germania
,
le
vecchie
abitudini
feudali
,
l
'
ipocrisia
protestante
,
e
la
viltà
di
una
borghesia
che
sfrutta
le
favorevoli
contingenze
economiche
senza
portarci
dentro
,
né
spirito
,
né
coraggio
rivoluzionario
,
mantengono
all
ente
stato
le
mentite
apparenze
di
una
missione
etica
da
compiere
(
-
oh
zucconi
e
parrucconi
di
professori
tedeschi
,
in
quante
salse
poco
appetitose
e
digeribili
avete
voi
cucinata
cotesta
etica
dello
stato
,
prussiano
per
giunta
!
-
)
.
Qua
e
là
la
produzione
moderna
capitalistica
s
'
incunea
nei
paesi
,
che
per
altri
rispetti
non
entrano
nel
nostro
movimento
,
e
specie
in
quello
della
politica
,
come
è
il
caso
della
infelice
Polonia
;
ovvero
tal
forma
s
'
insinua
solo
per
indiretto
,
come
nella
Slavia
meridionale
.
Ma
ecco
qui
il
contrasto
più
acuto
,
che
pare
destinato
a
metterci
come
in
compendio
sott
'
occhi
tutte
le
fasi
anzi
gli
estremi
della
nostra
storia
.
La
Russia
non
ha
potuto
avviarsi
,
come
ora
di
fatto
si
avvia
,
alla
grande
industria
,
se
non
pompando
dall
'
Europa
occidentale
,
e
specie
dal
grazioso
sciovinismo
francese
,
quel
danaro
,
che
essa
invano
si
sarebbe
provata
a
trarre
da
se
stessa
,
ossia
dalle
condizioni
della
sua
obesa
massa
territoriale
,
su
la
quale
,
con
vecchie
forme
economiche
,
vegetano
cinquanta
milioni
di
contadini
.
Ora
la
Russia
,
per
diventare
una
società
economicamente
moderna
,
il
che
probabilmente
vi
prepara
le
condizioni
di
una
rispondente
rivoluzione
politica
,
fu
tratta
a
distruggere
gli
ultimi
avanzi
del
comunismo
agrario
,
che
in
essa
eransi
fino
a
poco
tempo
fa
conservati
in
forme
tanto
caratteristiche
,
e
in
tanta
estensione
:
(
né
qui
importa
di
decidere
se
quello
fosse
comunismo
primitivo
,
o
secondario
,
come
alcuni
ritengono
)
.
La
Russia
deve
imborghesirsi
e
,
per
far
ciò
,
deve
innanzi
tutto
convertire
la
terra
in
merce
,
che
sia
capace
di
produrre
merci
,
e
al
tempo
stesso
trasformare
in
proletarii
e
pezzenti
gli
ex
-
comunisti
della
campagna
.
Ed
ecco
che
,
invece
,
nell
'
Europa
occidentale
e
centrale
ci
troviamo
al
punto
opposto
della
serie
di
sviluppo
,
che
nella
Russia
comincia
appena
.
Qui
da
noi
,
dove
la
borghesia
con
varia
fortuna
,
e
vincendo
impedimenti
tanto
diversi
,
ha
percorso
già
tanti
stadii
del
suo
sviluppo
,
non
la
memoria
del
comunismo
primitivo
,
che
a
mala
pena
rivive
per
erudite
combinazioni
nelle
teste
dei
dotti
,
ma
la
stessa
forma
della
produzione
borghese
genera
nei
proletarii
la
tendenza
al
socialismo
,
che
si
presenta
nei
suoi
generali
contorni
come
indizio
di
una
nuova
fase
della
storia
,
e
,
cioè
,
non
come
la
ripetizione
di
ciò
che
fatalmente
finisce
nella
Slavia
sotto
agli
occhi
nostri
.
Chi
è
che
non
veda
in
cotesta
esemplificazione
,
che
io
non
ho
cercata
ad
arte
,
e
che
anzi
m
'
è
venuta
quasi
a
caso
e
disordinatamente
fuori
della
penna
,
in
cotesta
esemplificazione
,
dico
,
che
può
essere
indefinitamente
prolungata
in
un
libro
di
geografia
economico
-
politica
del
mondo
attuale
,
la
prova
evidente
del
come
le
condizioni
storiche
son
tutte
circostanziate
nelle
forme
di
loro
sviluppi
?
Non
solo
le
razze
e
i
popoli
,
e
le
nazioni
,
e
gli
stati
,
ma
le
parti
delle
nazioni
e
le
regioni
varie
degli
stati
,
e
poi
i
ceti
e
le
classi
si
trovano
come
su
tanti
gradini
di
una
assai
lunga
scala
,
o
anzi
su
diversi
punti
di
una
curva
a
grande
e
complicato
svolgimento
.
Il
tempo
storico
non
è
corso
uniforme
per
tutti
gli
uomini
.
Il
semplice
succedersi
delle
generazioni
non
fu
mai
l
'
indice
della
costanza
e
della
intensità
del
processo
.
Il
tempo
come
astratta
misura
di
cronologia
,
e
le
generazioni
succedentisi
in
termini
approssimativi
di
anni
,
non
dànno
criterio
né
recano
indicazione
di
legge
o
di
processo
.
Gli
sviluppi
furono
finora
varii
,
perché
varie
furono
le
opere
compiute
in
una
e
medesima
unità
di
tempo
.
Fra
tali
forme
varie
di
sviluppo
c
'
è
affinità
,
anzi
c
'
è
similarità
di
moventi
,
ossia
c
'
è
analogia
di
tipo
,
ossia
c
'
è
omologia
:
tanto
che
le
forme
avanzate
possono
,
per
semplice
contatto
,
o
con
la
violenza
,
accelerare
lo
svolgimento
delle
forme
arretrate
.
Ma
l
'
importante
è
d
'
intendere
,
che
il
progresso
,
la
cui
nozione
è
non
solo
empirica
,
ma
sempre
circostanziata
e
per
ciò
limitata
,
non
istà
sul
corso
delle
cose
umane
come
un
destino
od
un
fato
,
né
qual
comando
di
legge
.
E
per
ciò
la
nostra
dottrina
non
può
esser
volta
a
rappresentare
tutta
la
storia
dell
'
uman
genere
in
una
veduta
comunque
prospettica
o
unitaria
,
la
quale
ripeta
,
mutatis
mutandis
,
la
filosofia
storica
a
disegno
come
da
sant
'
Agostino
ad
Hegel
,
o
anzi
,
meglio
,
dal
profeta
Daniele
al
signor
De
Rougemont
.
La
nostra
dottrina
non
pretende
di
essere
la
visione
intellettuale
di
un
gran
piano
o
disegno
,
ma
è
soltanto
un
metodo
di
ricerca
e
di
concezione
.
Non
a
caso
Marx
parlava
della
sua
scoverta
come
di
un
filo
conduttore
.
E
per
tal
ragione
appunto
è
analoga
al
darwinismo
,
che
anch
'
esso
è
un
metodo
,
e
non
è
,
nè
può
essere
,
una
ammodernata
ripetizione
della
costruita
e
costruttiva
Naturphilosophie
,
a
uso
Schelling
e
compagni
.
A
scorgere
nella
nozione
del
progresso
la
indicazione
di
qualcosa
di
circostanziato
e
di
relativo
fu
primo
il
geniale
Saint
-
Simon
,
che
tal
suo
pensiero
contrappose
alla
dottrina
del
secolo
decimottavo
,
in
buona
parte
culminante
in
Condorcet
.
A
cotesta
dottrina
,
che
potrebbe
dirsi
unitaria
,
egalitaria
,
formale
,
perché
è
quella
che
considera
l
'
uman
genere
come
svolgentesi
su
di
una
linea
processuale
,
Saint
-
Simon
contrappose
il
concetto
delle
facoltà
e
delle
attitudini
,
che
si
surrogano
e
si
compensano
;
e
per
tal
modo
rimase
ideologo
.
A
penetrare
le
ragioni
effettive
della
relatività
del
progresso
occorreva
ben
altro
.
Bisognava
innanzi
tutto
rinunziare
a
quei
pregiudizii
,
i
quali
sono
impliciti
nella
credenza
,
che
gl
'
impedimenti
alla
uniformità
del
divenire
umano
riposino
esclusivamente
sopra
cause
naturali
ed
immediate
.
Cotesti
impedimenti
naturali
,
o
sono
assai
problematici
,
come
è
il
caso
delle
razze
,
nessuna
delle
quali
ha
in
sé
l
'
ingenito
privilegio
della
storia
,
o
sono
,
come
nel
caso
delle
differenze
geografiche
,
insufficienti
a
spiegare
lo
svolgersi
di
condizioni
storico
-
sociali
affatto
difformi
sopra
uno
e
medesimo
terreno
topografico
.
E
come
il
moto
storico
nasce
per
l
'
appunto
quando
gl
'
impedimenti
naturali
furono
già
in
buona
parte
,
o
superati
,
o
notevolmente
circoscritti
per
mezzo
della
creazione
di
un
terreno
artefatto
,
sul
quale
fosse
dato
agli
uomini
di
venirsi
ulteriormente
sviluppando
,
gli
è
chiaro
perciò
,
che
i
consecutivi
impedimenti
alla
uniformità
del
progresso
siano
da
cercare
nelle
condizioni
proprie
ed
intrinseche
della
struttura
sociale
stessa
.
Questa
struttura
ha
messo
fino
ad
ora
capo
in
forme
di
organamento
politico
,
la
cui
somma
è
il
tentativo
di
tenere
in
equilibrio
le
disuguaglianze
economiche
:
il
che
fa
,
che
cotesto
organamento
,
come
ho
più
volte
detto
,
sia
di
continuo
instabile
.
Da
che
ci
è
storia
ricordata
essa
è
storia
della
società
che
o
tende
a
formare
lo
stato
,
o
lo
stato
ha
già
portato
a
compimento
.
E
lo
stato
è
la
lotta
all
'
interno
,
o
vivamente
e
in
atto
,
o
da
poco
vinta
,
o
come
che
siasi
per
alcun
tempo
sopita
e
sedata
.
E
lo
stato
è
anche
la
lotta
all
'
esterno
,
o
per
assoggettare
altri
popoli
,
o
per
colonizzare
altri
paesi
,
o
per
esportare
i
prodotti
sopra
altri
mercati
,
o
per
scaricare
la
popolazione
esuberante
,
e
cosi
via
.
E
lo
stato
è
tale
lotta
all
'
interno
e
all
'
esterno
,
perché
è
innanzi
tutto
l
'
organo
e
l
'
istrumento
di
una
parte
più
o
meno
grande
della
società
contro
tutto
il
resto
della
società
stessa
,
in
quanto
che
questa
essenzialmente
poggia
su
la
signoria
economica
degli
uomini
su
gli
uomini
,
in
modi
più
o
meno
diretti
ed
espliciti
,
secondo
che
il
vario
grado
di
sviluppo
della
produzione
e
dei
suoi
mezzi
naturali
e
dei
suoi
istrumenti
artificiali
esiga
,
o
la
schiavitù
immediata
,
o
la
servitù
della
gleba
,
o
il
libero
salariato
.
Questa
società
delle
antitesi
,
che
si
regge
a
stato
,
è
sempre
,
per
quanto
in
varie
forme
e
modi
,
la
opposizione
della
città
e
della
campagna
,
dell
'
artigiano
e
del
contadino
,
del
proletario
e
del
padrone
,
del
capitalista
e
del
lavoratore
,
e
così
via
da
non
finirla
;
e
mette
sempre
capo
,
con
varie
complicazioni
e
modalità
,
in
una
gerarchia
,
o
che
ciò
accada
per
quadro
fisso
di
privilegio
come
nel
Medioevo
,
o
che
,
nelle
dissimulate
forme
del
diritto
presuntivamente
eguale
per
tutti
,
ciò
si
avveri
per
l
'
azione
automatica
della
concorrenza
economica
,
come
è
ora
.
A
cotesta
gerarchia
economica
corrisponde
in
vario
modo
nei
varii
paesi
,
tempi
e
luoghi
,
starei
per
dire
,
una
gerarchia
degli
animi
,
degl
'
intelletti
,
degli
spiriti
.
Cioè
dire
la
coltura
,
nella
quale
appunto
gli
idealisti
ripongono
la
somma
del
progresso
,
fu
ed
è
per
necessità
di
fatto
assai
disugualmente
distribuita
.
La
maggior
parte
degli
uomini
,
per
la
qualità
delle
cure
e
delle
occupazioni
cui
attende
si
trova
ad
essere
come
di
individui
disintegrati
,
fatti
in
pezzi
,
resi
incapaci
di
uno
sviluppo
completo
e
normale
.
Alla
economica
delle
classi
,
ed
alla
gerarchia
delle
situazioni
sociali
,
risponde
la
psicologia
delle
classi
,
La
relatività
del
progresso
è
per
noi
,
dunque
,
la
conseguenza
inevitabile
delle
antitesi
di
classe
.
In
queste
antitesi
sono
gl
impedimenti
,
pei
quali
rimane
spiegata
la
possibilità
del
relativo
regresso
,
fin
giù
giù
alla
degenerazione
e
allo
sfacelo
di
una
intera
società
.
Le
macchine
,
che
segnano
il
trionfo
della
scienza
,
divengono
,
per
le
condizioni
antitetiche
della
compagine
sociale
,
gli
istrumenti
da
proletarizzare
milioni
e
milioni
di
già
liberi
artigiani
e
contadini
.
I
progressi
della
tecnica
,
che
arricchiscono
di
comodi
le
città
,
rendono
più
misera
ed
abietta
la
condizione
dei
contadini
,
e
nelle
città
stesse
più
umile
la
condizione
degli
umili
.
I
progressi
tutti
del
sapere
servirono
fino
ad
ora
a
differenziare
il
ceto
degli
addottrinati
,
e
a
mettere
sempre
a
maggior
distanza
dalla
coltura
le
masse
,
che
,
intese
all
incessante
lavoro
di
tutti
i
giorni
,
di
questo
alimentano
la
società
tutta
intera
.
Il
progresso
fu
ed
è
fino
ad
ora
parziale
ed
unilaterale
.
Le
minoranze
che
vi
partecipano
dicono
sia
questo
il
progresso
umano
;
e
i
burbanzosi
evoluzionisti
chiamano
ciò
natura
umana
che
si
svolge
.
Tutto
cotesto
progresso
parziale
,
che
si
è
fino
ad
ora
svolto
nella
pressione
degli
uomini
su
gli
uomini
,
ha
suo
fondamento
nelle
condizioni
di
opposizione
,
per
cui
le
antitesi
economiche
han
generato
tutte
le
antitesi
sociali
,
e
dalla
relativa
libertà
di
alcuni
è
nata
la
servitù
di
moltissimi
;
e
il
diritto
è
stato
l
auspice
della
ingiustizia
.
Il
progresso
visto
così
,
ed
appreso
nella
sua
chiara
nozione
,
ci
appare
come
il
compendio
morale
ed
intellettuale
di
tutte
le
umane
miserie
,
e
di
tutte
le
materiali
disuguaglianze
.
A
scovrirvi
la
inevitabile
relatività
occorreva
che
il
comunismo
,
sorto
dapprima
come
moto
istintivo
nell
animo
degli
oppressi
,
diventasse
scienza
e
politica
.
E
occorreva
poi
,
che
la
nostra
dottrina
desse
la
misura
del
valore
di
tutta
la
storia
passata
,
scovrendo
in
ogni
forma
di
organamento
sociale
,
che
fosse
di
origine
e
di
assetto
antitetico
,
come
tutte
furono
fino
ad
ora
,
la
ingenita
incapacità
a
produrre
le
condizioni
di
un
progresso
umano
universale
ed
uniforme
;
scovrendovi
,
cioè
,
gl
impedimenti
i
quali
fanno
sì
che
il
benefizio
si
converta
in
malefizio
.
VI
.
A
una
domanda
noi
non
possiamo
sottrarci
,
ed
è
questa
;
donde
ebbe
origine
la
credenza
nei
fattori
storici
?
Cotesta
espressione
ricorre
assai
di
frequente
per
le
menti
e
per
gli
scritti
di
molti
eruditi
,
scienziati
e
filosofi
,
e
di
quegli
espositori
,
i
quali
,
o
ragionando
o
combinando
,
si
dilungano
alquanto
dalla
mera
narrazione
,
e
di
tale
opinione
si
giovano
,
come
di
presupposto
per
orientarsi
su
la
ingente
massa
dei
fatti
umani
,
che
,
a
prima
vista
e
nella
immediata
considerazione
,
appaiono
tanto
confusi
e
irriducibili
.
Cotesta
credenza
,
cotesta
opinione
corrente
è
diventata
presso
gli
storiografi
ragionatori
,
o
a
dirittura
razionalisti
,
una
semidottrina
,
che
di
recente
fu
più
volte
addotta
,
quale
argomento
decisivo
,
contro
la
teoria
unitaria
della
concezione
materialistica
.
Gli
è
,
anzi
,
tanto
radicata
la
credenza
,
ed
è
tanto
diffusa
la
opinione
,
che
la
storia
non
si
possa
intenderla
,
se
non
come
incontro
ed
incidenza
di
diversi
fattori
,
che
molti
di
quelli
i
quali
parlano
di
materialismo
sociale
,
sia
in
favore
o
sia
contro
,
credono
di
cavarsi
d
'
ogni
impaccio
quando
affermano
,
che
tutta
questa
dottrina
qui
consista
poi
in
ultimo
nell
'
attribuire
la
prevalenza
o
l
'
azione
decisiva
al
fattore
economico
.
Certo
gli
è
che
importa
di
rendersi
conto
del
come
cotesta
credenza
,
o
opinione
,
o
semidottrina
abbia
avuto
origine
perché
la
verace
ed
effettiva
critica
consiste
principalmente
nel
riconoscere
e
nell
'
intendere
i
motivi
di
ciò
che
dichiariamo
errore
.
Non
basta
di
respingere
una
opinione
,
col
designarla
spicciativamente
per
erronea
.
L
'
errore
dottrinale
è
nato
sempre
da
qualche
lato
male
inteso
di
una
esperienza
incompleta
,
o
da
qualche
imperfezione
soggettiva
.
Non
basta
respingere
l
'
errore
;
bisogna
vincerlo
,
e
superarlo
,
spiegando
/
o
.
Ogni
storico
,
che
cominci
a
narrare
,
compie
,
per
cosi
dire
,
un
atto
di
astrazione
.
Innanzi
tutto
eseguisce
come
un
taglio
in
una
serie
continuativa
di
avvenimenti
;
e
poi
prescinde
da
molti
e
svariati
presupposti
e
precedenti
,
e
anzi
spezza
e
scompone
una
intricata
tela
.
Per
cominciare
bisogna
pure
che
fissi
un
punto
,
una
linea
,
un
termine
,
di
sua
elezione
,
e
dica
p
.
e
.
:
vogliamo
raccontare
come
ebbe
inizio
la
guerra
tra
greci
e
persiani
;
vediamo
come
Luigi
XVI
venne
nella
risoluzione
di
convocare
gli
Stati
Generali
.
Il
narratore
si
trova
,
insomma
,
dinanzi
ad
un
complesso
di
fatti
accaduti
,
e
di
fatti
che
stanno
per
accadere
,
i
quali
,
nel
tutt
'
insieme
,
appariscono
come
una
configurazione
.
In
tale
suo
atteggiamento
ha
origine
il
modo
d
'
essere
e
lo
stile
di
ogni
racconto
;
perché
,
ad
ordirlo
,
occorre
pigliar
le
mosse
da
cose
già
divenute
,
per
poi
vedere
come
continuino
nel
divenire
.
E
pure
in
quel
complesso
bisogna
introdurre
un
certo
sentimento
di
analisi
,
risolvendolo
in
varii
gruppi
e
in
varii
aspetti
di
fatti
,
od
in
elementi
concorrenti
,
che
appariscono
poi
ad
un
certo
punto
come
delle
categorie
per
sé
stanti
.
Ecco
:
qui
è
lo
stato
in
una
certa
forma
e
con
certi
poteri
;
e
qui
son
le
leggi
,
che
determinano
,
per
comando
o
per
proibizione
,
certi
rapporti
;
e
qui
son
gli
abiti
e
i
costumi
,
che
rivelano
tendenze
,
bisogni
,
e
modi
di
pensare
,
di
credere
,
di
fantasticare
;
e
nell
'
insieme
si
vede
una
moltitudine
d
'
uomini
conviventi
e
collaboranti
,
con
spartizione
di
ufficii
e
di
occupazioni
;
e
poi
si
notano
i
pensieri
,
le
idee
,
le
inclinazioni
,
le
passioni
,
i
desiderii
,
le
aspirazioni
,
che
da
cotesto
variopinto
modo
di
coesistenza
e
dai
suoi
attriti
in
determinate
maniere
si
sprigionano
e
sviluppano
.
Avviene
una
mutazione
,
e
questa
si
rivela
in
uno
dei
lati
od
aspetti
del
complesso
empirico
,
o
in
tutti
essi
in
maggiore
o
in
minore
spazio
di
tempo
:
p
.
e
.
lo
stato
slarga
i
suoi
confini
esterni
,
o
altera
i
suoi
limiti
interni
verso
la
società
,
crescendo
o
diminuendo
di
poteri
e
di
attribuzioni
,
o
cambiando
di
forma
nell
'
esercizio
di
quelli
e
di
queste
;
ovvero
il
diritto
muta
le
sue
disposizioni
,
o
s
'
esprime
ed
afferma
in
nuovi
organi
;
ovvero
,
da
ultimo
,
dietro
al
cambiamento
delle
abitudini
esterne
cotidiane
,
si
rivela
un
cambiamento
nei
sentimenti
,
e
nei
pensieri
,
e
nelle
inclinazioni
degli
uomini
variamente
distribuiti
nelle
diverse
classi
sociali
,
le
quali
si
rimescolano
,
si
alterano
,
si
spostano
,
si
fondono
o
rinnovano
.
Ad
intendere
tutto
ciò
,
in
quanto
e
per
il
modo
come
apparisce
alla
prima
e
si
disegna
alla
ordinaria
attenzione
,
bastano
le
comuni
doti
della
intelligenza
normale
,
di
quella
,
intendo
dire
,
che
non
è
sussidiata
ancora
,
né
corretta
o
completata
dalla
scienza
propriamente
detta
.
Chiudere
in
precisi
confini
un
insieme
di
tali
mutazioni
,
ecco
l
'
oggetto
vero
e
proprio
della
narrazione
la
quale
riesce
tanto
più
perspicua
,
efficace
e
plasmata
,
quanto
è
più
monografica
:
p
.
e
.
Tucidide
nella
guerra
del
Peloponneso
.
La
società
già
in
un
certo
modo
divenuta
,
la
società
già
arrivata
ad
un
certo
grado
di
sviluppo
,
la
società
giù
tanto
complicata
da
nascondere
il
sottostrato
economico
che
il
resto
sorregge
,
non
si
è
rivelata
ai
puri
narratori
,
se
non
in
quegli
apici
visibili
,
in
quei
resultati
più
appariscenti
,
in
quei
sintomi
più
significativi
,
che
son
le
forme
politiche
,
le
disposizioni
di
legge
e
le
passioni
di
parte
.
Il
narratore
,
oltre
che
per
la
mancanza
di
una
dottrina
teoretica
su
le
fonti
vere
del
movimento
storico
,
per
l
'
atteggiamento
stesso
che
egli
assume
di
fronte
alle
cose
che
coglie
nelle
apparenze
del
loro
divenire
,
non
può
ridurre
questo
ad
unità
,
se
non
nell
'
aspetto
della
sola
intuizione
immediata
;
e
,
se
è
artista
,
cotesta
intuizione
gli
si
colorisce
nell
'
animo
,
e
vi
si
trasmuta
in
azione
drammatica
.
Il
suo
ufficio
è
adempiuto
,
se
egli
riesce
ad
inquadrare
un
certo
numero
di
fatti
e
di
accadimenti
entro
termini
e
confini
,
su
i
quali
lo
sguardo
possa
muoversi
come
su
chiara
prospettiva
;
alla
stessa
guisa
,
che
il
geografo
puramente
descrittivo
ha
fatta
per
intero
la
parte
sua
,
se
racchiude
in
vivo
e
perspicuo
disegno
la
concorrenza
delle
cause
fisiche
che
determinano
l
'
intuitivo
aspetto
,
poniamo
del
golfo
di
Napoli
,
senza
punto
risalire
alla
genesi
di
esso
.
In
cotesto
bisogno
della
configurazione
narrativa
è
la
occasione
prima
,
intuitiva
,
palpabile
,
e
direi
quasi
estetica
ed
artistica
,
di
tutte
quelle
astrazioni
e
generalizzazioni
,
che
da
ultimo
mettono
capo
nella
semidottrina
dei
così
detti
fattori
.
Qui
sono
due
uomini
insigni
,
i
Gracchi
,
che
vollero
arrestare
il
processo
di
appropriazione
dell
'
ager
publicus
,
o
impedire
l
'
agglomerazione
del
latifondo
,
per
cui
diminuisce
o
cessa
del
tutto
di
esistere
la
classe
dei
piccoli
proprietarii
,
ossia
degli
uomini
liberi
,
che
son
fondamento
e
condizione
della
vita
democratica
della
città
antica
.
Quali
furono
le
cause
del
loro
insuccesso
?
Il
loro
disegno
è
chiaro
:
l
'
animo
loro
,
la
loro
origine
,
il
loro
carattere
,
il
loro
eroismo
lo
illustrano
.
E
stanno
contro
a
loro
altri
uomini
,
con
altri
interessi
e
con
altro
animo
.
La
contesa
non
si
disegna
dapprima
alla
mente
se
non
come
lotta
di
propositi
e
di
passioni
,
la
quale
si
svolge
e
riesce
a
termine
con
quei
mezzi
che
consentono
le
forme
politiche
dello
stato
,
e
l
'
uso
o
l
'
abuso
dei
poteri
pubblici
.
Ecco
lì
l
'
ambiente
:
la
città
dominatrice
in
diversi
modi
,
sopra
altre
città
,
o
sopra
territori
sforniti
d
'
ogni
carattere
di
autonomia
;
e
dentro
di
quella
città
una
avanzata
differenziazione
di
ricchi
e
di
poveri
;
e
di
fronte
alla
schiera
non
numerosa
dei
sopraffacitori
e
dei
prepotenti
,
immensa
la
massa
dei
proletarii
,
che
stan
per
perdere
o
han
già
perduta
la
coscienza
e
la
forza
politica
d
'
una
plebe
di
cittadini
,
la
massa
che
si
lascia
per
ciò
ingannare
e
corrompere
,
e
a
breve
andare
finirà
per
imputridire
,
qual
servile
accessorio
degli
sfruttatori
di
maggior
grado
.
Questa
la
materia
del
narratore
,
al
quale
non
è
dato
di
rendersi
conto
del
fatto
,
se
non
nelle
condizioni
immediate
del
fatto
stesso
.
L
'
unità
intuitiva
è
la
scena
su
la
quale
i
casi
si
svolgono
,
e
perché
il
racconto
abbia
rilievo
,
intreccio
e
prospettiva
,
occorrono
dei
punti
di
orientazione
e
dei
mezzi
di
riduzione
.
In
ciò
consiste
la
origine
prima
di
quelle
astrazioni
,
per
cui
i
lati
varii
di
un
determinato
complesso
sociale
vengono
,
poco
per
volta
,
distratti
dalla
loro
qualità
di
semplici
aspetti
di
un
insieme
,
e
via
via
generalizzati
menano
poi
alla
dottrina
dei
presunti
fattori
.
Questi
,
in
altri
termini
,
intendo
dire
dei
fattori
,
si
originano
nella
mente
,
per
via
della
astrazione
e
della
generalizzazione
degli
aspetti
immediati
del
movimento
apparente
,
e
stanno
alla
pari
con
tutti
gli
altri
concetti
empirici
,
i
quali
,
sorti
che
siano
in
ogni
altro
campo
del
sapere
,
vi
si
mantengono
,
finché
,
o
non
vengano
ridotti
ed
eliminati
per
via
di
nuova
esperienza
,
o
non
si
trovino
riassorbiti
da
una
concezione
più
generale
,
che
sia
genetica
,
evolutiva
,
dialettica
.
Non
era
forse
necessario
,
che
nell
'
analisi
empirica
e
nello
studio
immediato
delle
cause
e
degli
effetti
di
certi
determinati
fenomeni
,
p
.
e
.
dei
calorifici
,
la
mente
si
fermasse
dapprima
nella
presunzione
e
nella
persuasione
di
poterli
e
di
doverli
attribuire
ad
un
subietto
,
che
,
se
non
parve
mai
a
nessun
fisico
un
vero
ente
sostanziale
,
parve
di
certo
una
forza
determinata
e
specifica
,
che
sarebbe
il
calore
.
Ed
ecco
che
ad
un
certo
punto
,
per
nuova
combinazione
di
esperienza
,
cotesto
escogitato
calore
si
risolve
,
a
date
condizioni
,
in
una
certa
quantità
di
moto
.
E
anzi
,
ora
,
il
pensiero
è
su
la
via
di
risolvere
tanti
degli
escogitati
fattori
fisici
nel
flusso
di
una
universale
Energhetica
,
nella
quale
la
ipotesi
degli
atomi
,
per
quanto
essa
è
necessaria
e
utilizzabile
,
perde
ogni
residuo
di
sopravvissuta
metafisica
.
Non
era
forse
inevitabile
,
come
primo
stadio
della
conoscenza
rispetto
al
problema
della
vita
,
l
'
indugiarsi
a
lungo
nello
studio
distinto
degli
organi
,
e
il
ridur
questi
in
sistemi
?
Senza
cotesta
anatomia
,
che
pare
per
fin
troppo
materiale
e
grossolana
,
nessun
progresso
di
studi
sarebbe
stato
possibile
;
e
intanto
,
su
la
ignorata
genesi
e
coordinazione
di
tale
molteplicità
analitica
,
s
'
aggiravano
incerti
e
vaghi
i
concetti
generici
di
vita
,
di
anima
e
simili
.
In
coteste
creazioni
mentali
si
cercò
per
ripiego
di
escogitazione
,
e
per
gran
tempo
,
quella
unità
biologica
,
che
ha
da
ultimo
trovato
il
suo
riscontro
intuitivo
nell
'
inizio
certo
della
cellula
,
e
nel
suo
processo
di
immanente
moltiplicazione
.
Più
difficile
fu
certamente
il
cammino
,
che
il
pensiero
dovette
percorrere
per
ridurre
ad
evidenza
di
genesi
i
dati
tutti
della
vita
psichica
,
dai
semplicissimi
delle
elementari
sensazioni
fino
ai
prodotti
di
molto
derivati
e
complessi
.
Non
solo
per
ragioni
di
difficoltà
teoretiche
,
ma
per
altri
pregiudizii
popolari
,
l
'
unità
e
continuità
incessante
dei
fenomeni
psichici
apparve
fino
ad
Herbart
come
spartita
e
spezzata
in
tanti
fattori
,
ossia
nelle
così
dette
facoltà
dell
anima
.
Per
le
medesime
difficoltà
è
passata
la
interpretazione
dei
processi
storico
-
sociali
;
ed
anche
essa
s
'
è
dovuta
dapprima
arrestare
nella
veduta
provvisoria
dei
fattori
.
E
,
perciò
,
riesce
ora
a
noi
cosa
agevole
il
rintracciare
la
occasione
prima
di
tale
opinione
nel
bisogno
che
hanno
gli
storici
narratori
di
trovare
,
nell
'
atto
che
raccontano
con
più
o
meno
di
capacità
artistica
,
e
con
vario
intendimento
di
ammaestrare
,
dei
punti
di
orientazione
immediata
,
quali
può
offrirli
lo
studio
del
moto
apparente
delle
cose
umane
.
Ma
in
quel
movimento
apparente
son
pure
delle
indicazioni
,
che
rimandano
ad
altro.Quei
fattori
concorrenti
,
che
l
'
astrazione
escogita
e
poi
si
permette
di
isolare
,
non
furon
mai
visti
ad
operare
ciascuno
per
sé
;
perché
,
anzi
,
operano
per
un
modo
di
efficacia
,
che
dà
luogo
al
concetto
dell
'
azione
reciproca
.
Inoltre
,
quei
fattori
son
pur
essi
nati
una
volta
,
e
son
poi
giunti
a
quella
fisonomia
,
che
rivelano
nella
particolare
narrazione
.
Di
quel
tale
stato
si
sapeva
pure
che
fosse
nato
una
volta
.
Di
ogni
diritto
,
o
si
serbava
memoria
,
o
si
congetturava
,
che
fosse
entrato
in
vigore
in
tali
o
tali
altre
circostanze
.
Di
tanti
costumi
si
serbava
il
ricordo
,
che
fossero
stati
una
volta
introdotti
;
e
il
più
semplice
confronto
dei
fatti
accertati
,
per
rispetto
a
diversi
tempi
e
luoghi
,
facea
vedere
,
come
la
società
nel
suo
insieme
,
in
quanto
somma
di
diverse
classi
,
avesse
assunto
,
ed
assumesse
di
continuo
forme
diverse
.
Tanto
l
'
azione
reciproca
dei
diversi
fattori
,
senza
della
quale
nemmeno
il
più
semplice
racconto
sarebbe
mai
possibile
,
quanto
le
notizie
più
o
meno
accertate
circa
le
origini
e
le
variazioni
dei
fattori
stessi
,
sollecitavano
alla
ricerca
ed
al
pensiero
,
assai
più
che
non
facesse
la
narrazione
configurativa
di
quei
grandi
storici
,
che
sono
veri
e
propri
artisti
.
E
difatti
,
i
problemi
che
resultano
spontanei
dai
dati
della
storia
,
quando
questi
sian
combinati
con
altri
elementi
teoretici
,
dettero
luogo
alle
diverse
discipline
così
dette
pratiche
,
che
,
con
varia
rapidità
di
moto
e
con
vario
successo
,
si
svilupparono
dai
tempi
antichi
a
venire
ai
moderni
,
dall
'
Etica
alla
Filosofia
del
Diritto
,
dalla
Politica
alla
Sociologia
,
dalla
Giurisprudenza
all
'
Economia
.
Ed
ecco
che
col
nascere
e
col
formarsi
di
tante
discipline
,
per
la
stessa
inevitabile
division
del
lavoro
,
si
moltiplicarono
fuor
di
misura
i
punti
di
vista
.
Certo
è
,
che
alla
prima
ed
immediata
analisi
dei
multiformi
aspetti
empirici
del
complesso
sociale
,
occorreva
un
lungo
lavoro
di
parziale
astrazione
;
il
che
reca
sempre
con
sé
l
'
inevitabile
conseguenza
del
vedere
unilaterale
.
Ciò
si
è
verificato
in
modo
più
acuto
e
più
appariscente
,
che
non
in
altro
campo
,
in
quello
della
Giurisprudenza
,
e
nelle
sue
varie
generalizzazioni
fino
alla
Filosofia
del
Diritto
.
Per
via
di
cotali
astrazioni
,
che
sono
inevitabili
nell
'
analisi
parziale
ed
empirica
,
e
per
effetto
della
divisione
del
lavoro
,
i
diversi
lati
e
le
diverse
manifestazioni
del
complesso
sociale
furono
,
di
quando
in
quando
,
fissati
ed
immobilizzati
in
concetti
generali
ed
in
categorie
.
Le
opere
,
gli
effetti
,
le
emanazioni
,
gli
efflussi
dell
'
attività
umana
-
diritto
,
forme
economiche
,
principii
di
condotta
e
così
via
-
furono
come
tradotti
e
convertiti
in
leggi
,
in
imperativi
e
in
principii
che
stessero
al
di
sopra
dell
'
uomo
stesso
.
E
di
quando
in
quando
s
'
è
poi
dovuto
di
nuovo
scovrire
questa
verità
semplice
;
che
il
solo
fatto
permanente
e
sicuro
,
ossia
il
solo
dato
,
da
cui
muova
o
a
cui
si
riferisca
ogni
particolare
disciplina
pratica
,
è
questo
:
gli
uomini
congregati
in
una
determinata
forma
sociale
,
per
via
di
determinati
vincoli
.
Le
varie
discipline
analitiche
,
che
illustrano
i
fatti
che
si
svolgono
nella
storia
,
han
finito
per
occasionare
da
ultimo
il
bisogno
di
una
comune
e
generale
scienza
sociale
,
che
renda
possibile
la
unificazione
dei
processi
storici
.
E
di
tale
unificazione
la
dottrina
materialistica
segna
appunto
l
'
ultimo
termine
,
e
anzi
l
'
apice
.
Ma
non
fu
,
come
non
sarà
mai
tempo
perso
quello
che
sia
speso
nell
'
analisi
preliminare
e
laterale
dei
fatti
complessi
.
Dobbiamo
alla
metodica
division
del
lavoro
la
erudizione
precisa
,
ossia
la
massa
delle
conoscenze
dichiarate
,
cribrate
,
sistemate
,
senza
delle
quali
ogni
storia
sociale
vagherebbe
sempre
nel
puramente
astratto
,
nel
formale
e
nel
terminologico
.
Lo
studio
a
parte
dei
presunti
fattori
storico
-
sociali
ha
giovato
,
come
giova
ogni
altro
studio
empirico
che
si
attenga
al
moto
apparente
delle
cose
,
a
raffinare
gl
'
istrumenti
della
osservazione
,
e
a
dar
modo
di
ritrovare
nei
fatti
stessi
,
che
furono
artificiosamente
distratti
dall
'
insieme
,
gli
addentellati
che
al
complesso
sociale
li
legano
.
Le
diverse
discipline
,
che
son
tenute
isolate
ed
indipendenti
per
via
del
presupposto
dei
fattori
concorrenti
nella
formazione
storica
,
per
il
grado
di
sviluppo
che
han
raggiunto
,
per
il
materiale
che
han
raccolto
,
e
pei
metodi
che
han
prodotti
,
sono
ora
per
noi
tutte
indispensabili
,
quando
si
voglia
ricostruire
qualunque
parte
dei
tempi
passati
.
Che
ne
sarebbe
della
nostra
scienza
storica
senza
la
unilateralità
della
Filologia
,
che
è
il
sussidio
istrumentale
d
'
ogni
ricerca
;
e
dove
si
sarebbe
mai
trovato
il
bandolo
di
una
storia
delle
istituzioni
giuridiche
,
che
poi
a
tante
altre
cose
e
combinazioni
da
se
stessa
rimanda
,
senza
l
'
ostinata
fede
dei
romanisti
nella
eccellenza
universale
del
Diritto
Romano
,
la
quale
ha
generato
,
con
la
Giurisprudenza
generalizzata
e
con
la
Filosofia
del
Diritto
,
tanti
dei
problemi
in
cui
germoglia
da
ultimo
la
Sociologia
?
Così
che
,
al
postutto
,
i
fattori
storici
,
che
ricorrono
per
le
menti
e
per
gli
scritti
di
tanti
,
indicano
qualcosa
che
è
molto
meno
della
verità
,
ma
che
è
molto
di
più
del
semplice
errore
,
nel
senso
grossolano
di
abbaglio
,
di
illusione
e
di
inganno
.
Sono
il
prodotto
necessario
di
una
conoscenza
,
che
è
in
via
di
sviluppo
e
di
formazione
.
Nascono
dal
bisogno
di
orientarsi
sopra
lo
spettacolo
confuso
,
che
le
cose
umane
presentano
a
chi
voglia
narrarle
;
e
servono
poi
,
dirò
così
,
di
titolo
,
di
categoria
,
di
indice
a
quella
inevitabile
division
del
lavoro
,
per
entro
alla
quale
fu
finora
teoreticamente
elaborata
la
materia
storico
-
sociale
.
In
questo
campo
di
conoscenza
,
del
pari
che
in
quello
delle
scienze
naturali
,
la
unità
di
principio
reale
,
e
la
unità
di
trattazione
formale
,
non
s
'
incontran
mai
di
primo
acchito
,
anzi
si
trovano
solo
a
capo
di
lungo
ed
intricato
cammino
;
cosicché
,
anche
per
cotesto
rispetto
,
ci
pare
calzante
l
'
analogia
stabilita
da
Engels
tra
il
ritrovamento
del
materialismo
storico
e
quello
della
conservazione
dell
'
energia
.
La
provvisoria
orientazione
,
secondo
l
'
ovvio
schema
di
ciò
che
dicono
fattori
,
può
,
in
date
circostanze
,
occorrere
anche
a
noi
,
che
professiamo
un
principio
affatto
unitario
della
interpretazione
storica
.
Intendo
dire
,
se
vogliamo
non
semplicemente
teorizzare
,
ma
se
vogliamo
,
con
propria
nostra
ricerca
,
illustrare
un
determinato
periodo
di
storia
.
Come
in
cotesto
caso
c
'
incombe
l
'
obbligo
della
minuta
e
diretta
ricerca
,
cosi
ci
è
giuoco
forza
di
attenerci
dapprima
ai
gruppi
difatti
che
paiono
,
o
prominenti
,
o
indipendenti
,
o
staccati
,
negli
aspetti
della
immediata
esperienza
.
Perché
non
è
veramente
il
caso
di
credere
,
che
il
principio
unitario
di
massima
evidenza
e
trasparenza
,
cui
siam
giunti
nella
concezione
generale
della
storia
,
possa
,
a
guisa
di
talismano
,
valer
di
continuo
,
e
a
prima
vista
,
come
di
mezzo
infallibile
per
risolvere
in
elementi
semplici
l
'
immane
apparato
e
il
complicato
ingranaggio
della
società
.
La
sottostante
struttura
economica
,
che
determina
tutto
il
resto
,
non
è
un
semplice
meccanismo
,
dal
quale
saltino
fuori
,
a
guisa
d
'
immediati
effetti
automatici
e
macchinali
,
istituzioni
,
e
leggi
,
e
costumi
,
e
pensieri
,
e
sentimenti
,
e
ideologie
.
Da
quel
sottostrato
a
tutto
il
resto
,
il
processo
di
derivazione
e
di
mediazione
è
assai
complicato
,
spesso
sottile
e
tortuoso
,
non
sempre
decifrabile
.
L
'
organamento
sociale
è
,
come
già
sappiamo
,
di
continuo
instabile
,
sebbene
ciò
non
appaia
evidente
a
tutti
,
se
non
quando
la
instabilità
entra
in
quel
periodo
acuto
che
chiamiamo
rivoluzione
.
Cotesta
instabilità
,
con
le
continue
lotte
nel
seno
della
stessa
società
organata
,
esclude
sì
la
possibilità
che
gli
uomini
entrino
in
una
condizione
di
continuata
acquiescenza
od
accomodazione
,
per
cui
potrebbe
accadere
che
tornassero
nel
vivere
animale
.
Nell
'
antitesi
è
la
causa
precipua
del
progresso
(
Marx
)
.
Ma
è
altrettanto
vero
,
però
,
che
in
cotesto
organamento
instabile
,
nel
quale
è
data
la
forma
inevitabile
del
dominio
e
della
soggezione
,
la
intelligenza
si
è
sempre
sviluppata
,
non
solo
disugualmente
,
ma
assai
imperfettamente
,
incongruamente
e
parzialmente
.
Ci
fu
ed
è
ancora
nella
società
come
una
gerarchia
dell
'
intelletto
,
e
poi
dei
sentimenti
e
delle
ideazioni
.
Supporre
che
gli
uomini
,
sempre
e
in
tutti
i
casi
,
abbiano
avuto
una
coscienza
approssimativamente
chiara
della
propria
situazione
,
e
di
quello
che
convenisse
loro
più
ragionevolmente
di
fare
gli
è
supporre
l
'
inverosimile
,
anzi
l
'
insussistente
.
Forme
di
diritto
,
e
azioni
politiche
e
tentativi
di
ordinamento
sociale
,
furono
,
come
sono
tuttora
,
a
volte
cose
indovinate
,
a
volte
cose
sbagliate
,
cioè
sproporzionate
e
incongrue
al
caso
.
La
storia
è
piena
di
errori
;
il
che
vuoi
dire
,
che
se
tutto
vi
fu
necessario
,
data
la
intelligenza
relativa
di
quelli
che
avessero
a
risolvere
una
difficoltà
,
o
a
trovare
una
soluzione
a
un
dato
problema
e
così
via
,
se
tutto
v
'
ebbe
la
sua
ragion
sufficiente
,
non
tutto
vi
fu
ragionevole
,
secondo
il
senso
che
dànno
a
questa
parola
gli
ottimisti
che
raziocinano
.
A
lungo
andare
le
cause
determinanti
alle
mutazioni
,
e
ossia
le
cambiate
condizioni
economiche
,
finirono
e
finiscono
per
far
trovare
,
fosse
pur
per
vie
assai
tortuose
,
le
occorrenti
forme
di
diritto
,
gli
ordini
politici
adattati
,
e
le
maniere
più
o
meno
convenienti
della
accomodazione
sociale
.
Ma
non
è
però
da
credere
,
che
la
istintiva
sapienza
dell
'
animale
ragionevole
si
manifestasse
,
o
si
manifesti
,
sic
et
simpliciter
,
nella
piena
e
chiara
intelligenza
di
ogni
situazione
;
e
che
a
noi
non
tocchi
ora
se
non
di
rifare
semplicisticamente
il
cammino
deduttivo
dalla
situazione
economica
a
tutto
il
resto
.
L
'
ignoranza
-
la
quale
alla
sua
volta
può
anch
'
essa
essere
spiegata
-
è
cagione
non
piccola
del
modo
come
la
storia
è
proceduta
;
e
all
'
ignoranza
bisogna
aggiungere
la
bestialità
non
mai
interamente
vinta
,
e
tutte
le
passioni
e
le
nequizie
,
e
le
svariate
forme
di
corruzione
,
che
furono
e
sono
il
portato
necessario
di
una
società
così
organata
che
il
dominio
dell
'
uomo
su
l
'
uomo
vi
è
inevitabile
,
e
da
tale
dominio
la
bugia
,
l
'
ipocrisia
,
la
prepotenza
e
la
viltà
furono
e
sono
inseparabili
.
Noi
possiamo
,
senza
essere
utopisti
,
ma
solo
in
quanto
siamo
comunisti
critici
,
prevedere
,
come
di
fatti
prevediamo
,
l
'
avvento
di
una
società
,
che
svolgendosi
dalla
presente
,
e
anzi
dai
suoi
contrasti
,
per
le
leggi
immanenti
del
divenire
storico
,
metta
capo
in
una
associazione
senza
antitesi
di
classe
:
il
che
porta
seco
,
che
la
regolata
produzione
eliminerebbe
l
'
aleatorio
dalla
vita
,
che
nella
storia
si
rivela
finora
come
multiforme
intreccio
di
accidenti
e
d
'
incidenze
.
Ma
ciò
è
l
'
avvenire
,
e
non
è
,
né
il
presente
,
né
il
passato
.
Se
noi
invece
ci
proponiamo
di
penetrare
nelle
vicende
storiche
svoltesi
fino
ad
ora
,
assumendo
,
come
assumiamo
,
a
filo
conduttore
il
variare
delle
forme
della
sottostante
struttura
economica
,
fino
al
dato
più
semplice
del
variare
degl
'
istrumenti
,
noi
dobbiamo
aver
piena
coscienza
della
difficoltà
del
problema
che
ci
proponiamo
;
perché
qui
non
si
tratta
già
di
aprir
gli
occhi
e
di
vedere
,
ma
di
uno
sforzo
massimo
del
pensiero
,
che
è
diretto
a
vincere
il
multiforme
spettacolo
della
esperienza
immediata
,
per
ridurne
gli
elementi
in
una
serie
genetica
.
E
per
ciò
,
dicevo
,
che
nella
ricerca
particolare
tocca
anche
a
noi
di
pigliar
le
mosse
da
quei
gruppi
di
fatti
apparentemente
isolati
,
e
da
quel
variopinto
intreccio
,
dallo
studio
empirico
,
insomma
,
dal
quale
è
nata
la
credenza
nei
fattori
,
che
poi
si
è
svolta
in
una
semidottrina
.
Né
vale
di
contrapporre
a
queste
difficoltà
di
fatto
la
presunzione
alquanto
metaforica
,
spesso
equivoca
,
e
al
postutto
di
un
valore
puramente
analogico
,
del
così
detto
organismo
sociale
.
Anche
per
cotesto
supposito
,
diventato
poi
in
così
breve
tempo
una
mera
e
volgare
fraseologia
,
bisognava
pure
che
il
pensiero
passasse
.
Perché
esso
adombra
la
comprensione
del
movimento
storico
,
come
nascente
dalle
leggi
immanenti
alla
società
stessa
,
ed
esclude
con
ciò
l
'
arbitrario
,
il
trascendente
e
l
'
irrazionale
.
Ma
più
in
là
di
così
la
metafora
non
regge
;
e
la
ricerca
specificata
,
critica
e
circostanziata
dei
fatti
storici
è
la
sola
fonte
di
quel
sapere
concreto
e
positivo
,
che
occorre
allo
sviluppo
completo
del
materialismo
economico
.
VII
.
Le
idee
non
cascano
dal
cielo
;
né
noi
riceviamo
il
ben
di
dio
in
sogno
.
La
mutazione
nei
modi
del
pensiero
,
che
da
ultimo
ha
prodotta
la
dottrina
storica
,
della
quale
si
fa
qui
l
'
esame
e
la
esposizione
preliminare
,
s
'
è
venuta
svolgendo
,
prima
con
lentezza
e
poscia
con
cresciuta
rapidità
,
appunto
in
questo
periodo
del
divenire
umano
,
in
cui
s
'
avverarono
le
grandi
rivoluzioni
politico
-
economiche
;
ossia
in
questa
epoca
,
che
guardata
nelle
forme
politiche
dicesi
liberale
,
ma
che
guardata
nel
suo
fondo
,
per
effetto
del
dominio
del
capitale
su
la
massa
proletaria
,
è
l
'
epoca
della
produzione
anarchica
.
La
mutazione
delle
idee
,
fino
alla
creazione
di
nuovi
metodi
di
concezione
,
è
venuta
passo
passo
riflettendo
l
'
esperienza
di
una
nuova
vita
.
Come
questa
,
nelle
rivoluzioni
degli
ultimi
due
secoli
,
si
è
andata
via
via
spogliando
degl
'
involucri
mitici
,
mistici
e
religiosi
,
a
misura
che
è
venuta
acquistando
la
coscienza
pratica
e
precisa
delle
sue
condizioni
immediate
e
dirette
,
così
il
pensiero
,
che
questa
vita
riassume
e
teorizza
,
s
'
è
alla
sua
volta
spogliato
dei
presupposti
teologici
e
metafisici
,
per
racchiudersi
,
in
fine
,
in
questa
prosaica
esigenza
:
nella
interpretazione
della
storia
occorre
restringersi
alla
coordinazione
obiettiva
delle
condizioni
determinanti
e
degli
effetti
determinati
.
La
concezione
materialistica
segna
il
culmine
di
questo
nuovo
indirizzo
nel
ritrovamento
delle
leggi
storico
-
sociali
;
in
quanto
non
è
un
caso
particolare
di
una
generica
sociologia
,
o
di
una
generica
filosofia
dello
stato
,
del
diritto
e
della
storia
,
ma
è
il
risolvente
di
tutti
i
dubbi
e
di
tutte
le
incertezze
che
accompagnano
le
altre
forme
di
filosofare
su
le
cose
umane
,
ed
è
l
'
inizio
della
interpretazione
integrale
di
queste
.
Gli
è
dunque
cosa
facile
,
specie
per
il
modo
come
ci
si
son
messi
alcuni
volgari
criticastri
,
l
'
andar
ritrovando
i
precursori
di
Marx
e
di
Engels
,
che
questa
dottrina
hanno
pei
primi
precisata
nei
fondamenti
.
E
quando
mai
era
saltato
per
il
capo
ad
alcuno
dei
seguaci
loro
,
fossero
pur
quelli
della
più
stretta
osservanza
,
di
far
passare
quei
due
pensatori
per
facitori
di
miracoli
?
Anzi
,
se
piace
di
andar
cercando
le
premesse
della
creazione
dottrinale
di
Marx
e
di
Engels
,
non
basterà
di
fermarsi
a
quelli
che
diconsi
precursori
del
socialismo
fino
a
Saint
-
Simon
e
più
in
là
,
né
ai
filosofi
e
segnatamente
ad
Hegel
,
né
agli
economisti
,
che
avean
dichiarata
la
anatomia
della
società
che
produce
le
merci
:
bisogna
risalire
a
dirittura
a
tutta
la
formazione
della
società
moderna
,
e
poi
da
ultimo
trionfalmente
dichiarare
,
che
la
teoria
è
un
plagio
delle
cose
che
spiega
.
Perché
,
in
verità
,
i
precursori
effettivi
della
nuova
dottrina
furono
i
fatti
della
storia
moderna
,
che
è
diventata
così
perspicua
e
rivelatrice
di
se
stessa
,
da
che
si
operò
in
Inghilterra
la
grande
rivoluzione
industriale
della
fine
del
secolo
scorso
,
e
in
Francia
avvenne
quella
gran
dilacerazione
sociale
che
tutti
sanno
;
le
quali
cose
,
mutatis
mutandis
,
si
son
poi
andate
riproducendo
,
in
varia
combinazione
e
in
forme
più
miti
,
in
tutto
il
mondo
civile
.
E
che
altro
è
,
in
fondo
,
il
pensiero
,
se
non
il
cosciente
e
sistematico
completamento
dell
'
esperienza
;
e
che
è
questa
,
se
non
il
riflesso
e
la
elaborazione
mentale
delle
cose
e
dei
processi
che
nascono
e
si
svolgono
,
o
fuori
della
volontà
nostra
,
o
per
opera
della
nostra
attività
;
e
che
altro
è
il
genio
,
se
non
la
individuata
e
conseguente
ed
acuita
forma
di
quel
pensiero
,
che
per
suggestione
della
esperienza
sorge
in
molti
uomini
della
medesima
epoca
,
ma
nella
più
parte
di
loro
rimane
frammentario
,
incompleto
,
incerto
oscillante
e
parziale
?
Le
idee
non
cascano
dal
cielo
,
e
anzi
,
come
ogni
altro
prodotto
dell
'
attività
umana
,
si
formano
in
date
circostanze
,
in
tale
precisa
maturità
di
tempi
,
per
l
'
azione
di
determinati
bisogni
,
e
pei
reiterati
tentativi
di
dare
a
questi
soddisfazione
,
e
col
ritrovamento
di
tali
o
tali
altri
mezzi
di
prova
,
che
sono
come
gl
'
istrumenti
della
produzione
ed
elaborazione
loro
.
Anche
le
idee
suppongono
un
terreno
di
condizioni
sociali
,
ed
hanno
la
loro
tecnica
:
ed
il
pensiero
è
anch
'
esso
una
forma
del
lavoro
.
Spostare
quelle
e
questo
ossia
,
le
idee
ed
il
pensiero
,
dalle
condizioni
e
dall
'
ambito
di
lor
proprio
nascimento
e
sviluppo
,
gli
è
svisarne
la
natura
e
il
significato
.
Mostrare
come
la
concezione
materialistica
della
storia
fosse
nata
precisamente
in
date
condizioni
e
cioè
non
come
personale
e
discutibile
opinione
di
due
scrittori
,
ma
come
una
nuova
conquista
del
pensiero
per
la
inevitabile
suggestione
di
un
nuovo
mondo
che
si
sta
generando
già
,
ossia
la
rivoluzione
proletaria
,
questo
fu
l
'
assunto
del
mio
primo
saggio
.
Il
che
è
quanto
dire
,
che
una
nuova
situazione
storica
si
è
completata
del
suo
congruo
istrumento
mentale
.
Ora
immaginare
,
che
cotesta
produzione
intellettuale
potesse
avverarsi
in
ogni
tempo
e
luogo
,
gli
è
come
assumere
a
regola
delle
proprie
ricerche
l
'
assurdo
.
Trasferire
le
idee
a
capriccio
,
dal
terreno
e
dalle
condizioni
storiche
in
cui
son
nate
,
in
qualunque
altro
terreno
,
ciò
è
come
prendete
a
base
del
ragionamento
il
semplice
irrazionale
.
E
perché
non
si
dovrebbe
immaginare
del
pari
,
che
la
città
antica
,
nella
quale
nacquero
l
'
arte
e
la
scienza
greca
e
il
diritto
romano
,
rimanendo
pur
città
antica
di
democrazia
con
gli
schiavi
,
acquistasse
medesimamente
e
sviluppasse
tutte
le
condizioni
della
tecnica
moderna
?
Perché
non
credere
,
che
la
corporazione
artigiana
medioevale
,
rimanendo
qual
essa
era
nel
suo
quadro
fisso
,
s
'
avviasse
alla
conquista
del
mercato
mondiale
,
senza
le
condizioni
della
concorrenza
sconfinata
,
che
cominciarono
appunto
dall
'
eroderla
,
e
negarla
?
Perché
non
congetturare
un
feudo
,
che
,
pur
rimanendo
feudo
,
fosse
officina
da
produrre
esclusivamente
merci
?
Perché
Michele
di
Lando
non
avrebbe
dovuto
scrivere
lui
il
Manifesto
dei
Comunisti
?
Perché
non
si
avrebbe
a
pensate
,
che
i
trovati
della
scienza
moderna
potessero
venir
fuori
dal
cervello
degli
uomini
di
ogni
altro
luogo
e
tempo
;
cioè
,
prima
che
determinate
condizioni
facessero
nascere
determinati
bisogni
,
e
alla
soddisfazione
di
questi
si
dovesse
provvedere
con
una
reiterata
ed
accumulata
esperienza
?
La
nostra
dottrina
suppone
lo
sviluppo
ampio
,
chiaro
,
cosciente
ed
incalzante
della
tecnica
moderna
;
e
con
questa
la
società
che
produce
le
merci
negli
antagonismi
della
concorrenza
,
la
società
che
suppone
come
sua
condizione
iniziale
,
e
come
mezzo
indispensabile
al
suo
perpetuarsi
,
l
'
accumulazione
capitalistica
nella
forma
della
proprietà
privata
,
la
società
che
produce
e
riproduce
di
continuo
i
proletarii
,
e
a
reggersi
ha
bisogno
di
rivoluzionare
incessantemente
i
suoi
istrumenti
,
compreso
lo
stato
e
gl
'
ingranaggi
giuridici
di
questo
.
Questa
società
,
che
,
per
le
leggi
stesse
del
suo
movimento
,
ha
messa
a
nudo
la
sua
propria
anatomia
,
produce
di
contraccolpo
la
concezione
materialistica
.
Essa
,
come
ha
prodotto
nel
socialismo
la
sua
negazione
positiva
,
così
ha
generato
nella
nuova
dottrina
storica
la
sua
negazione
ideale
.
Se
la
storia
è
il
prodotto
,
non
arbitrario
,
ma
necessario
e
normale
,
degli
uomini
in
quanto
si
sviluppano
,
e
si
sviluppano
in
quanto
socialmente
esperimentano
,
ed
esperimentano
in
quanto
perfezionano
e
raffinano
il
lavoro
,
ed
accumulano
e
serbano
i
prodotti
e
risultati
di
questo
,
la
fase
di
sviluppo
in
cui
noi
ora
viviamo
non
può
esser
l
'
ultima
e
definitiva
,
e
i
contrasti
a
questa
intimi
ed
inerenti
sono
le
forze
produttive
di
nuove
condizioni
.
Ed
ecco
come
il
periodo
delle
grandi
rivoluzioni
economiche
e
politiche
di
questi
due
ultimi
secoli
ha
maturato
nelle
menti
questi
due
concetti
:
l
'
immanenza
e
costanza
del
processo
nei
fatti
storici
,
e
la
dottrina
materialistica
,
che
in
fondo
è
la
teoria
obiettiva
delle
rivoluzioni
sociali
.
Non
v
'
ha
dubbio
,
che
il
risalire
attraverso
i
secoli
e
il
rifarsi
studiatamente
col
pensiero
su
lo
sviluppo
delle
idee
sociali
,
per
quanto
ce
n
'
è
documento
negli
scrittori
,
è
cosa
che
riesce
tuttora
assai
istruttiva
,
e
giova
soprattutto
ad
accrescere
in
noi
la
consapevolezza
critica
,
così
dei
nostri
concetti
come
dei
nostri
procedimenti
.
Tale
ritorno
della
mente
su
le
sue
premesse
storiche
,
quando
non
ci
porti
a
smarrirci
nell
'
empirismo
di
una
sconfinata
erudizione
,
e
non
c
'
induca
nella
tentazione
di
stabilire
frettolosamente
delle
vane
analogie
,
giova
senza
dubbio
a
dare
pieghevolezza
ed
efficacia
di
persuasione
alle
forme
della
nostra
attività
scientifica
.
Nell
'
insieme
delle
nostre
scienze
si
deriva
ora
,
in
via
di
fatto
e
per
approssimativa
continuità
di
tradizione
,
l
'
ottimo
di
quanto
fu
mai
ritrovato
,
escogitate
e
provato
,
non
che
nei
tempi
moderni
,
fin
da
quelli
dell
'
antica
Grecia
,
con
la
quale
appunto
comincia
in
modo
definitivo
per
tutto
l
'
uman
genere
,
lo
svolgimento
ordinato
del
pensiero
cosciente
,
riflesso
e
metodico
.
Non
ci
sarebbe
dato
di
fare
un
solo
passo
nella
ricerca
scientifica
senza
l
'
uso
dei
mezzi
da
gran
tempo
trovati
e
pronti
;
come
sarebbe
a
dire
,
tanto
per
addurre
alcuni
dei
più
generali
,
della
logica
e
della
matematica
.
Ad
avere
una
opinione
contraria
occorrerebbe
di
voler
dire
,
che
ogni
generazione
debba
ricominciar
da
capo
,
rimbamboleggiando
.
Ma
né
agli
antichi
autori
,
nell
'
angusto
ambito
delle
loro
repubbliche
di
città
,
né
agli
scrittori
della
Rinascenza
,
incerti
sempre
tra
un
immaginato
ritorno
all
'
antico
e
il
bisogno
di
afferrare
intellettualmente
il
mondo
nuovo
,
che
era
in
gestazione
,
fu
dato
di
giungere
all
'
analisi
precisa
degli
elementi
ultimi
dai
quali
resulta
la
società
,
che
il
genio
insuperato
di
Aristotele
non
vide
e
non
comprese
di
là
dai
confini
in
cui
si
spiega
la
vita
dell
'
uomo
cittadino
.
La
ricerca
su
la
struttura
sociale
,
considerata
nei
suoi
modi
di
origine
e
di
processo
,
si
fece
viva
ed
acuta
ed
assunse
aspetti
multiformi
nei
secoli
decimosettimo
e
decimottavo
,
quando
si
formò
la
Economia
,
e
insieme
a
questa
,
sotto
ai
varii
nomi
di
Diritto
di
Natura
,
di
saggi
su
lo
Spirito
delle
Leggi
e
di
Contratto
Sociale
,
si
fece
strada
il
tentativo
di
risolvere
in
cause
,
in
fattori
,
in
dati
logici
e
psicologici
,
il
multiforme
e
non
sempre
chiaro
spettacolo
di
una
vita
,
in
cui
si
preparava
la
più
grande
rivoluzione
che
si
conosca
.
Coteste
dottrine
,
quale
che
fosse
l
'
intento
subiettivo
e
l
'
animo
degli
autori
-
come
è
il
caso
antitetico
del
conservatore
Hobbes
e
del
proletario
Rousseau
-
furon
tutte
rivoluzionarie
nella
sostanza
e
negli
effetti
.
In
fondo
a
tutte
tu
ritrovi
sempre
come
stimolo
e
come
motivo
i
bisogni
materiali
e
morali
dell
'
età
nuova
;
che
per
le
condizioni
storiche
erano
quelli
della
borghesia
:
-
e
per
ciò
conveniva
di
combattere
,
in
nome
della
libertà
,
la
tradizione
,
la
chiesa
,
il
privilegio
,
le
classi
fisse
,
ossia
gli
ordini
e
i
ceti
,
e
per
conseguenza
lo
stato
che
di
questi
era
o
pareva
autore
,
e
poi
i
privilegi
del
commercio
,
delle
arti
,
del
lavoro
e
della
scienza
.
Onde
si
mirò
all
'
uomo
in
astratto
,
ossia
ai
singoli
individui
emancipati
e
liberati
,
per
virtù
di
astrazione
logica
,
dai
loro
vincoli
storici
e
di
necessaria
dipendenza
sociale
;
e
nella
mente
di
molti
il
concetto
della
società
si
venne
come
a
ridurre
in
atomi
,
e
anzi
parve
,
ai
più
,
naturale
il
credere
,
che
la
società
stessa
non
sia
se
non
una
somma
d
'
individui
.
Le
categorie
astratte
della
psicologia
individuale
si
trovarono
come
spinte
sul
davanti
,
o
messe
in
cima
,
della
spiegazione
di
tutti
i
fatti
umani
;
ed
ecco
come
in
tutti
cotesti
sistemi
ed
escogitazioni
non
si
parli
che
di
paura
,
di
amor
proprio
,
di
egoismo
,
di
obbedienza
volontaria
,
di
tendenza
alla
felicità
,
di
originaria
bontà
dell
'
uomo
,
di
libertà
di
contrattare
;
e
poi
della
coscienza
morale
,
e
dell
'
istinto
o
del
senso
morale
,
e
di
altrettali
cose
astratte
e
generiche
,
come
quelle
che
fossero
sufficienti
a
spiegare
la
concreta
storia
esistente
,
e
a
crearne
di
sana
pianta
una
nuova
.
Nell
'
atto
che
tutta
la
società
entrava
in
una
strepitosa
crisi
,
l
orrore
dell
'
antico
,
del
vieto
,
del
tradizionale
,
dell
organizzato
da
secoli
,
e
il
presentimento
di
una
rinnovazione
di
tutta
l
'
esistenza
umana
,
ingenerarono
da
ultimo
un
oscuramento
totale
nelle
idee
di
necessità
storica
e
di
necessità
sociale
;
ossia
in
quelle
idee
,
che
,
accennate
appena
dai
filosofi
antichi
,
e
venute
poi
in
tanto
sviluppo
nel
secolo
nostro
,
in
quel
periodo
di
razionalismo
rivoluzionario
non
ebbero
che
rari
rappresentanti
,
come
Vico
,
Montesquieu
,
e
in
parte
Quesnay
.
In
questa
situazione
storica
,
che
fa
nascere
una
letteratura
acuta
,
agile
,
sovvertitrice
,
penetrante
e
popolarissima
,
sta
la
ragione
di
ciò
che
Louis
Blanc
,
con
una
certa
enfasi
,
chiamò
individualismo
;
con
la
qual
parola
altri
dopo
di
lui
han
poi
creduto
di
dare
espressione
ad
un
fatto
permanente
della
natura
umana
,
che
possa
soprattutto
servire
come
di
argomento
decisivo
contro
il
socialismo
.
Singolare
spettacolo
;
anzi
singolare
contrasto
!
Il
capitale
,
formatosi
come
che
si
fosse
,
tendeva
a
vincere
ogni
altra
precedente
forma
di
produzione
,
rompendone
i
vincoli
e
gl
'
impedimenti
,
tendeva
ad
essere
,
cioè
,
il
signore
diretto
od
indiretto
della
società
,
come
di
fatti
è
divenuto
nella
più
gran
parte
del
mondo
;
dal
che
poi
è
proceduto
,
che
,
oltre
a
tutti
i
modi
di
moderna
miseria
e
di
nuova
gerarchia
in
cui
ora
ci
aggiriamo
,
si
avverasse
la
più
stridente
antitesi
di
tutta
la
storia
,
ossia
quella
presente
tra
la
anarchia
della
produzione
nel
complesso
della
società
,
e
il
ferreo
dispotismo
del
modo
del
produrre
nelle
singole
aziende
,
officine
e
fabbriche
!
Ebbene
,
i
pensatori
,
e
filosofi
,
ed
economisti
,
e
divulgatori
d
'
idee
del
secolo
decimottavo
non
vedeano
che
libertà
ed
eguaglianza
!
Tutti
ragionavano
allo
stesso
modo
,
tutti
partivano
dalle
stesse
premesse
;
o
che
arrivassero
a
conchiudere
,
doversi
ottenere
la
libertà
da
un
governo
di
pura
amministrazione
,
o
che
fossero
addirittura
democratici
,
o
per
fino
comunisti
.
Il
regno
prossimo
della
felicità
stava
innanzi
agli
occhi
di
tutti
,
come
d
'
indubbio
avvento
;
pur
che
fossero
tolti
i
vincoli
e
gl
'
impedimenti
,
che
all
'
uomo
,
di
sua
natura
buono
e
perfettibile
,
aveano
imposto
la
forzata
ignoranza
e
il
dispotismo
della
chiesa
e
dello
stato
.
Cotesti
impedimenti
non
pareano
condizioni
,
e
termini
,
nei
quali
gli
uomini
si
fossero
trovati
per
le
leggi
del
loro
sviluppo
,
e
per
gl
'
intrecci
inevitabili
del
moto
antagonistico
,
e
per
ciò
incerto
e
flessuoso
della
storia
,
come
paiono
finalmente
a
noi
per
il
prevalere
dello
storicismo
obiettivo
:
ma
,
anzi
,
pareano
dei
semplici
imbarazzi
,
dei
quali
l
'
uso
retto
della
ragione
dovesse
liberarci
.
In
cotesto
idealismo
,
che
raggiunse
il
suo
apice
in
alcuni
degli
eroi
della
Grande
Rivoluzione
,
germogliò
una
fede
sconfinata
nel
sicuro
progresso
di
tutto
l
'
uman
genere
.
Per
la
prima
volta
il
concetto
di
umanità
apparve
in
tutta
la
sua
estensione
,
e
senza
mescolanza
d
'
idee
o
di
presupposti
religiosi
.
I
più
risoluti
fra
cotesti
idealisti
furono
appunto
i
materialisti
estremi
;
come
quelli
,
che
,
negando
ogni
obietto
alla
fantasia
religiosa
,
assegnavano
al
bisogno
della
felicità
questa
terra
qual
sicuro
dominio
,
pur
che
la
ragione
schiudesse
la
via
.
Ma
le
idee
furono
così
barbaramente
maltrattate
dalle
prosaiche
cose
,
come
avvenne
tra
la
fine
del
secolo
passato
e
il
principio
di
questo
.
Assai
dura
fu
la
lezione
dei
fatti
,
dalla
quale
procedettero
le
più
tristi
delusioni
,
e
poi
ne
seguì
un
radicale
rivolgimento
negli
spiriti
.
I
fatti
,
in
una
parola
,
riuscirono
contrarii
ad
ogni
aspettazione
;
il
che
,
se
dapprima
produsse
stanchezza
nei
disillusi
,
non
poté
a
meno
di
indurre
desiderio
e
bisogno
di
nuova
ricerca
.
È
noto
come
Saint
-
Simon
e
Fourier
,
nei
quali
proprio
in
principio
del
secolo
si
avvera
,
nelle
forme
unilaterali
della
genialità
prematura
,
la
reazione
contro
i
resultati
immediati
della
grande
rivoluzione
politico
-
economica
,
si
levassero
risolutamente
,
il
primo
contro
i
giuristi
,
ed
il
secondo
contro
gli
economisti
.
Difatti
,
rimossi
gl
'
impedimenti
alla
libertà
,
che
furon
proprii
di
altri
tempi
,
dei
nuovi
e
spesso
più
gravi
e
più
dolorosi
eran
subentrati
;
e
,
come
la
felicità
eguale
per
tutti
non
s
'
era
avverata
,
così
la
società
rimaneva
nella
sua
forma
politica
,
tal
quale
come
prima
,
una
organizzazione
delle
disuguaglianze
.
La
società
deve
esser
,
dunque
,
un
qualcosa
di
per
sé
stante
,
un
certo
che
di
naturale
,
un
semovente
complesso
di
rapporti
e
di
condizioni
,
che
sfida
i
tuoni
propositi
soggettivi
dei
singoli
componenti
suoi
,
e
passa
sopra
alle
illusioni
ed
ai
disegni
degli
idealisti
!
Essa
,
dunque
,
segue
un
suo
proprio
andamento
,
dal
quale
sarà
lecito
di
astrarre
delle
leggi
di
processo
e
di
sviluppo
,
ma
al
quale
non
è
dato
d
'
imporne
!
Per
cotal
conversione
delle
menti
,
il
secolo
decimonono
s
'
annunciò
con
la
vocazione
di
dover
essere
il
secolo
della
scienza
storica
e
della
sociologia
.
Il
pensiero
ha
di
fatti
invaso
e
penetrato
ogni
campo
dell
'
attività
umana
,
col
principio
dello
sviluppo
.
In
questo
secolo
fu
ritrovata
la
grammatica
storica
,
e
fu
rinvenuta
la
chiave
per
esplorare
la
genesi
dei
miti
.
In
questo
secolo
furono
rinvenute
le
tracce
embriogenetiche
della
preistoria
e
furon
per
la
prima
volta
messe
in
serie
di
processo
le
forme
politiche
e
giuridiche
.
Il
secolo
decimonono
si
annunziò
come
il
secolo
della
sociologia
,
nella
persona
del
Saint
-
Simon
;
nel
quale
,
come
accade
degli
autodidatti
e
dei
precursori
geniali
,
si
trovano
confusi
insieme
i
germi
di
tante
tendenze
contradittorie
.
Per
questo
rispetto
la
concezione
materialistica
è
un
resultato
;
ma
è
quel
resultato
,
che
è
il
compimento
di
tutto
un
processo
di
formazione
;
e
come
resultato
e
come
compimento
essa
è
anche
la
semplificazione
di
tutta
la
scienza
storica
e
di
tutta
la
sociologia
,
perché
ci
riporta
dai
derivati
e
dalle
condizioni
complesse
alle
funzioni
elementari
.
E
ciò
è
avvenuto
per
la
diretta
suggestione
di
una
nuova
e
strepitosa
esperienza
.
Le
leggi
della
economia
,
quali
esse
per
sé
sono
e
per
sé
si
esplicano
,
avean
trionfato
di
tutte
le
illusioni
,
e
s
'
eran
mostrate
direttrici
della
vita
sociale
.
La
grande
rivoluzione
industriale
,
operatasi
per
primo
in
Inghilterra
alla
luce
del
giorno
,
anzi
nel
secolo
dei
lumi
,
facea
intendere
come
le
classi
sociali
,
se
non
sono
in
natura
,
non
son
nemmeno
una
conseguenza
del
caso
o
dell
'
arbitrio
;
anzi
nascono
storicamente
e
socialmente
entro
ed
attorno
ad
una
determinata
forma
di
produzione
.
E
chi
,
in
verità
,
non
avea
visto
a
sorgere
,
sotto
i
suoi
occhi
,
i
nuovi
proletarii
dalla
rovina
economica
di
tante
classi
di
piccoli
proprietarii
,
di
piccoli
contadini
e
di
artigiani
;
e
chi
non
era
in
grado
di
scorgere
il
metodo
di
tale
novella
creazione
di
nuovo
stato
sociale
,
in
cui
tanti
uomini
venivano
ad
esser
ridotti
e
a
trovarsi
per
forza
?
Chi
non
era
in
grado
di
scorgere
,
come
il
danaro
diventato
capitale
fosse
riuscito
in
breve
corso
d
'
anni
a
grandeggiare
,
per
l
'
attrazione
che
esso
esercita
sul
lavoro
degli
uomini
liberi
,
nei
quali
la
necessità
di
darsi
liberamente
a
mercede
era
stata
di
lunga
mano
preparata
con
tanti
accurati
metodi
di
diritto
,
e
per
le
vie
di
una
violenta
o
indiretta
espropriazione
?
Chi
non
avea
visto
a
sorgere
le
nuove
città
intorno
alle
fabbriche
,
e
cingersi
al
loro
perimetro
di
desolante
miseria
,
che
non
era
più
un
caso
di
singolare
disavventura
ma
la
condizione
e
la
fonte
della
ricchezza
?
E
in
quella
miseria
di
novello
stile
apparivano
numerose
le
donne
ed
i
fanciulli
,
uscenti
per
la
prima
volta
da
una
ignorata
esistenza
,
per
figurare
sul
palcoscenico
della
storia
qual
sinistra
illustrazione
della
società
degli
eguali
.
E
chi
non
sentiva
-
ci
fosse
o
non
ci
fosse
la
sedicente
teoria
del
reverendo
Malthus
-
che
il
numero
di
conviventi
,
che
cotesto
modo
di
organizzazione
economica
può
contenere
,
se
a
volte
è
insufficiente
a
chi
per
l
'
alea
favorevole
della
produzione
ha
bisogno
di
braccia
,
altre
volte
è
esuberante
,
e
per
ciò
non
occupabile
e
pauroso
?
Diveniva
,
inoltre
,
cosa
evidente
,
che
la
rapida
e
violenta
trasformazione
economica
avveratasi
strepitosamente
in
Inghilterra
,
era
ivi
riuscita
perché
quel
paese
erasi
potuto
creare
,
di
fronte
alla
rimanente
Europa
,
un
monopolio
fino
allora
non
mai
visto
,
ed
a
reggere
cotesto
monopolio
era
occorsa
una
politica
senza
scrupoli
,
la
quale
permetteva
una
buona
volta
a
tutti
di
tradurre
in
prosa
il
mito
ideologico
dello
stato
,
che
avrebbe
ad
essere
tutore
e
pedagogo
del
popolo
.
Nella
visione
immediata
di
tali
conseguenze
della
nuova
vita
ebbe
origine
il
pessimismo
,
più
o
meno
romantico
,
dei
laudatores
temporis
acti
,
da
De
Maistre
a
Carlyle
.
La
satira
del
liberalismo
invade
le
menti
e
la
letteratura
in
principio
di
questo
secolo
.
Comincia
quella
critica
della
società
,
nella
quale
è
l
'
inizio
di
tutta
la
sociologia
.
Bisognava
innanzi
tutto
vincere
la
ideologia
,
che
erasi
accumulata
ed
espressa
nelle
tante
dottrine
del
Diritto
di
Natura
e
del
Contratto
Sociale
.
Bisognava
rimettersi
di
fronte
ai
fatti
,
che
le
rapide
vicende
di
un
processo
tanto
intensivo
imponevano
all
'
attenzione
in
forme
così
nuove
e
paurose
.
Eccoti
Owen
,
l
'
impareggiabile
sotto
tutti
i
rispetti
;
ma
per
questo
specialmente
,
che
egli
fu
tanto
chiaroveggente
su
le
cause
della
nuova
miseria
,
quanto
fu
ingenuo
nel
ricercare
i
modi
di
vincerle
.
Bisognava
giungere
alla
critica
oggettiva
della
Economia
,
che
apparve
la
prima
volta
,
in
forme
unilaterali
e
reazionarie
,
in
Sismondi
.
In
quel
periodo
di
tempo
,
in
cui
si
mutavano
le
condizioni
di
una
nuova
scienza
storica
,
nascono
e
attirano
sopra
di
sé
l
'
attenzione
tante
diverse
forme
di
socialismo
utopico
,
unilaterale
,
o
a
dirittura
stravagante
,
che
non
arrivarono
mai
fino
ai
proletarii
,
o
perché
questi
non
avean
coscienza
politica
affatto
,
o
,
avendola
,
si
moveano
a
salti
,
come
nelle
cospirazioni
e
sommosse
francesi
dal
1830-48
,
o
si
aggiravano
sul
terreno
pratico
delle
riforme
immediate
,
come
è
il
caso
dei
Cartisti
.
E
pure
tutto
cotesto
socialismo
,
per
quanto
utopico
,
fantastico
ed
ideologico
,
era
una
critica
immediata
e
spesso
geniale
dell
'
Economia
;
una
critica
unilaterale
,
insomma
,
cui
occorreva
il
complemento
scientifico
di
una
generale
concezione
storica
.
Tutte
coteste
forme
di
critica
parziale
,
unilaterale
ed
incompleta
misero
effettivamente
capo
nel
socialismo
scientifico
.
Questo
non
è
più
la
critica
soggettiva
applicata
alle
cose
,
ma
è
il
ritrovamento
dell
'
autocritica
che
è
nelle
cose
stesse
.
La
critica
vera
della
società
è
la
società
stessa
,
che
per
le
condizioni
antitetiche
dei
contrasti
su
i
quali
poggia
,
genera
da
sé
in
se
stessa
la
contraddizione
,
e
questa
poi
vince
per
trapasso
in
una
nuova
forma
.
Il
risolvente
delle
presenti
antitesi
è
il
proletariato
;
che
lo
sappiano
o
non
lo
sappiano
i
proletarii
stessi
.
Come
in
essi
la
miseria
loro
è
diventata
la
condizione
palese
della
società
presente
,
così
in
essi
e
nella
miseria
loro
è
la
ragion
d
'
essere
della
nuova
rivoluzione
sociale
.
In
questo
trapasso
dalla
critica
del
pensiero
soggettivo
,
che
esamina
dal
di
fuori
le
cose
e
immagina
di
poterle
correggere
per
conto
suo
,
alla
intelligenza
dell
'
autocritica
che
la
società
esercita
sopra
di
se
stessa
nella
immanenza
del
suo
proprio
processo
;
soltanto
in
ciò
consiste
la
dialettica
della
storia
,
che
Marx
ed
Engels
,
solo
in
quanto
erano
materialisti
,
trassero
dall
'
idealismo
di
Hegel
.
E
in
fin
delle
fini
poco
importa
se
di
tali
riposte
e
complicate
forme
del
pensiero
non
si
sappian
render
conto
,
nè
i
letterati
,
che
non
conoscono
altra
significazione
della
parola
dialettica
se
non
quella
dell
'
artificio
sofistico
,
nè
i
dotti
e
gli
eruditi
,
che
non
sono
mai
atti
a
sorpassare
la
conoscenza
empiricamente
disgregata
dei
semplici
particolari
.
Ma
il
grande
rivolgimento
economico
,
che
ha
offerto
i
materiali
onde
è
composta
la
società
moderna
,
nella
quale
è
arrivato
in
fine
al
suo
quasi
completo
sviluppo
l
'
impero
del
capitalismo
,
non
sarebbe
riuscito
di
così
rapido
e
suggestivo
insegnamento
,
se
non
fosse
stato
luminosamente
illustrato
dal
moto
vertiginoso
e
catastrofico
della
Rivoluzione
Francese
.
Mise
essa
in
piena
evidenza
,
come
in
tragica
rappresentazione
,
tutte
le
forze
antagonistiche
della
società
moderna
,
perché
questa
vi
si
fece
strada
tra
le
rovine
,
e
segnò
in
breve
tratto
di
tempo
precipitosamente
le
fasi
del
suo
nascimento
e
del
suo
assetto
.
Nacque
la
Rivoluzione
dagl
'
impedimenti
che
la
borghesia
dovette
vincere
con
la
violenza
,
poi
che
apparve
evidente
come
la
transizione
dalla
vecchia
alla
nuova
forma
della
produzione
-
o
della
proprietà
,
come
dicono
per
necessità
di
gergo
professionale
i
giuristi
-
non
potesse
avverarsi
per
le
vie
più
tranquille
delle
successive
e
graduali
riforme
.
E
fu
essa
per
ciò
sollevazione
,
attrito
e
rimescolamento
di
tutte
le
vecchie
classi
dell
'
Ancien
Régime
,
e
rapida
e
vertiginosa
formazione
ad
un
tempo
di
nuove
classi
,
nel
brevissimo
ma
singolarmente
intensivo
periodo
di
soli
dieci
anni
,
che
al
paragone
della
ordinaria
storia
di
altri
paesi
e
tempi
paiono
secoli
.
In
cotesta
compressione
di
vicende
da
secoli
in
così
breve
giro
di
anni
,
si
esemplificarono
i
momenti
e
gli
aspetti
più
caratteristici
della
società
nuova
,
o
moderna
,
con
tanto
maggiore
evidenza
,
in
quanto
che
la
pugnace
borghesia
avea
già
creato
a
se
stessa
tali
mezzi
ed
organi
intellettuali
,
da
possedere
nella
teoria
dell
'
opera
propria
la
coscienza
riflessa
del
suo
movimento
.
La
violenta
espropriazione
di
una
parte
non
piccola
della
vecchia
proprietà
,
di
quella
,
cioè
,
che
era
immobilizzata
nel
feudo
,
nei
regi
e
principeschi
demani
e
nella
manomorta
,
coi
diritti
reali
e
personali
che
ne
derivavano
per
mille
vie
,
mise
a
disposizione
dello
stato
,
divenuto
per
necessità
di
cose
un
terribile
ed
onnipotente
governo
di
eccezione
,
una
massa
straordinaria
di
mezzi
economici
;
e
questi
,
per
un
verso
dettero
luogo
alla
singolare
finanza
degli
assegnati
,
finiti
poi
nell
'
annullamento
di
se
stessi
,
e
per
un
altro
verso
dettero
luogo
alla
formazione
dei
nuovi
proprietarii
,
che
andarono
debitori
alle
chances
dell
'
aggiotaggio
,
e
alle
contingenze
dell
'
intrigo
e
della
speculazione
,
della
fortuna
loro
.
E
chi
avrebbe
mai
più
osato
dappoi
di
giurare
sul
capo
del
sacro
ed
atavico
istituto
della
proprietà
,
dacchè
il
titolo
recente
ed
accertato
di
questa
poggiava
così
palesemente
su
la
notizia
delle
fortunate
contingenze
?
Se
mai
era
passato
per
il
capo
di
tanti
molesti
filosofi
,
a
cominciare
dai
Sofisti
,
che
il
diritto
fosse
una
utile
e
comoda
fattura
dell
'
uomo
;
cotesta
proposizione
di
malvisti
eretici
poteva
sembrate
oramai
verità
semplice
ed
intuitiva
per
fino
agli
ultimi
straccioni
dei
sobborghi
di
Parigi
.
Non
aveano
essi
,
i
proletarii
,
dato
l
'
impulso
,
con
tutto
il
resto
del
popolo
minuto
,
alla
rivoluzione
in
generale
con
le
mosse
anticipate
dell
'
aprile
dell'89;
e
non
si
trovaron
poi
come
scacciati
di
nuovo
dalla
scena
della
storia
dopo
l
'
insuccesso
della
rivolta
del
Preriale
del
'95
?
Non
aveano
essi
portato
a
spalle
tutti
i
focosi
oratori
della
libertà
e
della
eguaglianza
;
non
aveano
essi
tenuto
in
mano
la
Comune
parigina
,
che
fu
per
un
pezzo
l
'
organo
impulsivo
dell
'
Assemblea
e
di
tutta
la
Francia
;
e
non
finivan
poi
da
ultimo
nell
'
amara
delusione
d
'
essersi
creati
con
le
proprie
mani
i
novelli
padroni
?
Nella
coscienza
fulminea
di
tal
delusione
è
il
movente
psicologico
,
rapido
ed
immediato
,
della
cospirazione
di
Babeuf
;
la
quale
,
per
ciò
appunto
,
è
un
grande
fatto
della
storia
,
ed
ha
in
sé
tutti
gli
elementi
della
tragedia
oggettiva
.
La
terra
,
che
il
feudo
e
la
manomorta
aveano
come
legata
ad
un
corpo
,
ad
una
famiglia
,
ad
un
titolo
,
liberata
dai
suoi
vincoli
era
diventata
merce
,
perché
fosse
base
ed
istrumento
da
produrre
merci
;
ed
era
diventata
d
'
un
tratto
merce
così
pieghevole
,
docile
ed
adattabile
,
da
prestarsi
a
circolare
nei
simboli
di
tanti
pezzi
di
carta
.
E
intorno
a
questi
simboli
moltiplicati
di
tanto
su
le
cose
che
doveano
rappresentare
,
che
da
ultimo
finiron
nel
nulla
,
sorse
gigante
l
'
affare
,
come
sorse
d
'
ogni
parte
,
su
le
spalle
della
miseria
dei
più
miseri
,
e
fra
tutti
gli
anfratti
della
precipitosa
e
sinuosa
politica
,
e
sfacciato
soprattutto
nel
trar
partito
dalla
guerra
e
dai
suoi
gloriosi
successi
.
Per
fino
i
rapidi
progressi
di
una
tecnica
accelerata
per
le
urgenti
circostanze
,
dettero
materia
ed
occasione
al
prosperar
degli
affari
.
Le
leggi
dell
'
economia
borghese
,
che
son
quelle
della
produzione
individuale
nel
campo
antagonistico
della
concorrenza
,
insorsero
furiose
,
con
tutti
i
mezzi
della
violenza
e
dell
'
insidia
,
contro
l
'
arbitrio
idealistico
di
un
governo
rivoluzionario
;
il
quale
,
forte
della
certezza
di
salvare
la
patria
,
e
forte
ancora
più
della
illusione
di
fondare
in
eterno
la
libertà
degli
eguali
,
credette
fosse
cosa
possibile
il
sopprimere
l
'
aggiotaggio
con
la
ghigliottina
,
l
'
eliminare
l
'
affarismo
con
la
chiusura
della
borsa
,
e
l
'
assicurare
al
popolo
minuto
la
esistenza
,
col
fissare
il
maximum
dei
prezzi
dei
generi
di
prima
necessità
.
Le
merci
,
e
i
prezzi
,
e
gli
affari
rivendicarono
con
la
violenza
la
libertà
propria
,
contro
quelli
che
volean
leggere
o
imporre
loro
la
morale
.
Il
Termidoro
,
quali
che
fossero
le
personali
intenzioni
dei
Termidoriani
,
o
vili
,
o
paurosi
,
o
illusi
,
fu
,
così
nelle
cause
ascose
come
nei
suoi
effetti
non
remoti
,
il
trionfo
degli
affari
su
l
'
idealismo
democratico
.
La
costituzione
del
'93
,
la
quale
segna
l
'
estremo
limite
cui
possa
giungere
il
pensiero
democratico
,
non
era
mai
andata
in
esecuzione
.
La
pressione
grave
delle
circostanze
,
la
minaccia
dello
straniero
,
le
varie
forme
di
ribellione
all
'
interno
,
dalla
girondina
alla
vandeana
,
avean
reso
necessario
un
governo
di
eccezione
,
che
fu
il
Terrore
nato
dalla
paura
.
A
misura
che
i
pericoli
cessavano
,
cessò
il
bisogno
del
terrore
;
ma
la
democrazia
s
'
infranse
innanzi
agli
affari
,
nei
quali
nasceva
la
proprietà
dei
proprietarii
nuovi
.
La
costituzione
dell
'
anno
III
consacrò
il
principio
del
moderantismo
liberale
,
dal
quale
è
proceduto
tutto
il
costituzionalismo
del
continente
europeo
:
ma
innanzi
tutto
fu
la
via
per
giungere
alla
garanzia
della
proprietà
nuova
.
Cambiare
i
proprietarii
,
salvando
la
proprietà
,
questo
il
motto
,
questa
la
parola
d
'
ordine
,
questa
l
'
insegna
,
che
sfidò
per
anni
dal
10
agosto
'92
,
così
le
sommosse
violente
,
come
gli
arditi
disegni
di
coloro
che
tentarono
di
fondare
la
società
su
la
virtù
,
su
l
'
eguaglianza
,
su
la
spartana
abnegazione
.
Il
Direttorio
fu
il
tramite
attraverso
del
quale
la
rivoluzione
giunse
a
negare
se
stessa
come
conato
idealistico
;
e
col
Direttorio
,
che
fu
la
corruzione
confessata
e
professata
,
divenne
realtà
il
motto
:
cambiati
sì
i
proprietarii
,
ma
la
proprietà
è
salva
!
E
da
ultimo
occorreva
,
a
trarre
da
tante
rovine
uno
stabile
edifizio
,
la
forza
vera
;
e
questa
si
trovò
in
un
singolare
avventuriere
d
'
insuperata
genialità
,
cui
la
fortuna
avea
romanamente
arriso
,
ed
il
solo
che
possedesse
la
virtù
di
mettere
la
chiusa
della
conveniente
morale
a
quella
favola
gigantesca
,
perché
in
lui
non
era
nè
ombra
,
nè
traccia
di
scrupoli
morali
.
Tutto
si
vide
in
quella
rapina
di
eventi
.
I
cittadini
armati
alla
difesa
della
patria
,
vittoriosi
oltre
i
confini
della
circostante
Europa
,
nella
quale
portano
con
la
conquista
la
rivoluzione
,
divengono
soldatesca
da
opprimere
la
libertà
in
patria
.
I
contadini
,
che
in
un
impeto
d
'
imperiosa
suggestione
produssero
per
entro
alle
terre
di
feudo
l
'
anarchia
dell'89
,
diventati
,
o
soldati
,
o
piccoli
proprietarii
,
o
piccoli
fittaiuoli
,
dopo
d
'
essere
stati
per
un
quarto
d
'
ora
le
sentinelle
avanzate
della
rivoluzione
,
ricaddero
nella
silenziosa
e
balorda
quiete
della
vita
loro
tradizionale
,
che
,
muta
di
casi
e
di
movimenti
,
fa
da
sottostrato
sicuro
al
così
detto
ordine
sociale
.
I
piccoli
borghesi
di
città
,
e
i
già
membri
delle
corporazioni
,
a
breve
andare
s
'
accomodarono
a
diventare
,
nel
campo
della
gara
economica
,
i
prestatori
liberi
dell
'
opera
della
mano
.
La
libertà
del
commercio
esigeva
,
che
ogni
prodotto
diventasse
liberamente
commerciabile
,
e
superava
,
quindi
,
l
'
ultimo
impedimento
,
ottenendo
che
il
lavoro
diventasse
anch
'
esso
libera
merce
.
Tutto
si
mutò
in
quel
tempo
.
Lo
stato
,
che
era
parso
per
secoli
a
tanti
milioni
d
'
illusi
una
sacra
istituzione
,
o
un
divino
mandato
,
lasciando
il
capo
del
suo
sovrano
sotto
la
fredda
azione
di
un
istrumento
tecnico
,
ne
rimase
sconsacrato
e
profanizzato
.
Diventava
esso
stesso
,
lo
stato
,
un
apparato
tecnico
,
che
alla
gerarchia
veniva
sostituendo
la
burocrazia
.
E
perché
non
v
'
era
più
presunzione
di
antichi
titoli
,
che
dessero
ragione
di
privilegio
da
tenervi
posto
,
questo
novello
stato
poteva
diventar
la
preda
di
chi
se
lo
pigliasse
;
si
trovava
,
insomma
,
messo
agl
'
incanti
,
purché
i
fortunati
tra
gli
ambiziosi
fossero
i
soliti
garanti
della
proprietà
,
e
dei
nuovi
e
vecchi
proprietari
.
Il
novello
stato
,
che
ebbe
bisogno
del
18
Brumaio
per
diventare
una
ordinata
burocrazia
poggiata
sul
militarismo
vittorioso
,
questo
stato
che
completava
la
rivoluzione
nell
'
atto
che
la
negava
,
non
potea
fare
a
meno
del
suo
testo
,
e
l
'
ebbe
nel
Codice
Civile
,
che
è
il
libro
d
'
oro
della
società
che
produca
e
venda
merci
.
Non
invano
la
giurisprudenza
generalizzata
avea
serbato
e
commentato
per
secoli
,
nella
forma
di
una
disciplina
scientifica
,
quel
Diritto
Romano
,
che
fu
,
è
,
e
sarà
la
forma
tipica
e
classica
del
diritto
d
'
ogni
società
delle
merci
,
finché
il
comunismo
non
tolga
di
mezzo
la
possibilità
di
venderne
e
di
comprarne
.
La
borghesia
,
che
per
l
'
incidenza
di
tante
singolari
circostanze
fece
la
strepitosa
rivoluzione
col
concorso
di
tante
altre
classi
e
semiclassi
,
sparite
poi
dopo
breve
tempo
quasi
tutte
dalla
scena
politica
,
apparve
nei
momenti
del
più
vivo
attrito
come
spinta
da
motivi
ed
ispirata
da
una
ideologia
,
che
sarebbero
affatto
difformi
dagli
effetti
che
sopravvissero
e
positivamente
si
perpetuarono
.
Ciò
fa
,
che
nel
calore
delle
lotte
la
vertiginosa
mutazione
del
sottostrato
economico
apparisca
come
dissimulata
dagli
ideali
,
ed
oscurata
dall
'
intreccio
di
tanti
propositi
e
disegni
,
da
cui
sorgono
atti
di
malvagità
e
di
eroismo
inauditi
,
e
correnti
di
illusioni
e
dure
prove
di
disinganni
.
Mai
si
sprigionò
dagli
umani
petti
così
potente
la
fede
nell
'
ideale
del
progresso
.
Liberare
l
'
uman
genere
dalla
superstizione
,
o
a
dirittura
dalla
religione
,
fare
d
'
ogni
individuo
un
cittadino
,
e
d
'
ogni
privato
un
uomo
pubblico
;
questo
l
'
inizio
:
-
e
poi
su
la
linea
di
cotesto
programma
compendiare
,
nell
'
azione
breve
di
pochi
anni
,
quella
evoluzione
,
che
ai
più
idealisti
di
ora
appare
quale
opera
di
molti
secoli
ancora
da
venire
:
-
questo
l
'
idealismo
d
'
allora
.
E
perché
dovea
repugnare
a
costoro
la
pedagogica
della
ghigliottina
?
Tale
poesia
,
grandiosa
certo
se
non
dilettosa
,
lasciò
dietro
di
sé
una
prosa
assai
dura
.
E
fu
la
prosa
dei
proprietarii
,
che
dovean
la
proprietà
alla
fortuna
,
e
fu
quella
dell
'
alta
finanza
e
dei
fornitori
arricchiti
,
dei
marescialli
,
dei
prefetti
,
dei
giornalisti
e
degli
artisti
e
letterati
mercenarii
;
fu
la
prosa
della
corte
del
singolare
mortale
,
cui
le
qualità
del
genio
militare
innestate
su
l
'
indole
brigantesca
avean
senza
dubbio
conferito
il
diritto
di
schernire
come
ideologo
chiunque
non
ammirasse
il
fatto
nudo
e
crudo
,
che
nella
vita
può
essere
,
come
era
per
lui
,
la
semplice
brutalità
del
successo
.
La
Grande
Rivoluzione
affrettò
il
corso
della
storia
in
buona
parte
dell
'
Europa
.
Da
essa
parti
tutto
ciò
che
chiamiamo
liberalismo
e
democrazia
moderna
,
salvo
i
casi
di
errata
imitazione
dell
'
Inghilterra
,
e
fino
allo
stabilimento
della
unità
d
'
Italia
,
che
fu
,
e
rimarrà
forse
l
'
ultimo
atto
della
borghesia
rivoluzionaria
.
Fu
quella
rivoluzione
l
'
esempio
più
vivo
e
più
istruttivo
del
come
una
società
si
trasformi
,
e
del
come
le
nuove
condizioni
economiche
si
sviluppino
,
e
sviluppandosi
coordinino
in
gruppi
e
classi
i
membri
della
società
.
Fu
la
prova
palpabile
,
del
come
si
trovi
il
diritto
,
quando
occorra
ad
espressione
e
difesa
di
determinati
rapporti
,
e
del
come
si
crei
lo
stato
,
e
se
ne
dispongano
i
mezzi
,
le
forze
e
gli
organi
.
E
si
vide
come
le
idee
germoglino
dal
terreno
delle
necessità
sociali
,
e
come
i
caratteri
,
le
tendenze
,
i
sentimenti
,
le
volontà
,
ossia
,
a
farla
breve
,
le
forze
morali
,
si
producano
e
svolgano
in
circostanziate
condizioni
.
In
una
parola
,
i
dati
della
scienza
sociale
furono
,
per
così
dire
,
ammanniti
dalla
società
stessa
;
e
non
è
da
meravigliare
se
la
Rivoluzione
,
che
fu
preceduta
ideologicamente
dalla
forma
più
acuta
di
dottrinarismo
razionalistico
che
si
conosca
,
abbia
finito
poi
per
lasciare
dietro
di
sé
il
bisogno
intellettuale
di
una
scienza
storica
e
sociologica
antidottrinaria
;
come
in
buona
parte
è
riuscito
di
farne
nel
secolo
nostro
,
che
volge
oramai
al
termine
suo
.
E
qui
,
per
le
cose
da
me
dette
e
per
quelle
generalmente
risapute
,
sarebbe
inutile
ricordare
nuovamente
,
come
ad
Owen
faccian
riscontro
Saint
-
Simon
e
Fourier
,
e
di
ripetere
per
quali
vie
siasi
originato
il
socialismo
scientifico
.
L
'
importante
è
in
due
punti
soli
,
e
cioè
:
che
il
materialismo
storico
non
potea
nascere
se
non
dalla
coscienza
teorica
del
socialismo
;
e
che
esso
può
oramai
spiegare
la
sua
propria
origine
,
coi
suoi
proprii
principii
,
il
che
è
la
riprova
massima
della
maturità
sua
.
Non
era
perciò
fuor
di
luogo
la
frase
con
cui
comincia
questo
capitolo
:
le
idee
non
cascano
dal
cielo
.
VIII
.
Per
il
cammino
fatto
fin
qui
deve
oramai
parer
chiaro
a
chiunque
,
quale
sia
il
valore
preciso
e
relativo
della
così
detta
dottrina
dei
fattori
;
e
per
qual
modo
si
riesca
ad
eliminare
obiettivamente
cotesti
concetti
provvisorii
,
che
furono
e
sono
semplice
espressione
di
un
pensiero
non
arrivato
pienamente
a
maturità
.
Eppure
su
cotesta
dottrina
bisogna
tornarci
ancora
una
volta
,
per
dichiarar
meglio
,
e
più
partitamente
,
da
quali
ragioni
sia
dipeso
e
dipenda
,
che
due
dei
così
detti
fattori
,
ossia
lo
stato
e
il
diritto
,
fossero
o
siano
tuttora
assunti
aprincipale
od
esclusivo
soggetto
della
storia
.
La
storiografia
,
di
fatti
,
ha
riposto
per
secoli
in
coteste
forme
della
vita
sociale
l
'
essenziale
dello
sviluppo
umano
;
e
,
anzi
,
non
ha
visto
questo
sviluppo
se
non
nel
modificarsi
di
tali
forme
.
La
storia
è
stata
trattata
per
secoli
come
disciplina
attinente
al
movimento
giuridico
-
politico
,
e
anzi
al
politico
principalmente
.
La
inversione
dalla
politica
alla
società
è
cosa
recente
;
e
assai
più
recente
ancora
è
la
risoluzione
della
società
negli
elementi
del
materialismo
economico
.
In
altre
parole
,
la
sociologia
è
di
assai
recente
invenzione
;
e
il
lettore
,
spero
,
avrà
inteso
da
sé
,
che
io
adopero
cotesta
parola
,
brevitatis
causa
,
per
indicare
in
genere
la
scienza
delle
funzioni
e
delle
variazioni
sociali
,
e
non
per
riferirmi
al
caso
specifico
del
modo
come
la
trattano
i
Positivisti
.
Gli
è
del
resto
cosa
risaputa
,
come
,
fino
al
principio
di
questo
secolo
,
le
notizie
attinenti
alle
usanze
,
ai
costumi
,
alle
credenze
e
così
via
,
e
anche
quelle
attinenti
alle
condizioni
naturali
,
che
fanno
da
sottosuolo
e
da
circuito
alle
forme
sociali
,
apparissero
nelle
storie
politiche
quali
semplici
curiosità
,
o
quali
accessorii
e
complementi
della
narrazione
.
Tutto
ciò
non
può
essere
accidentale
:
e
non
è
.
Rendersi
conto
della
tardiva
apparizione
della
storia
sociale
gli
è
per
ciò
di
doppio
interesse
:
e
perché
la
dottrina
nostra
giustifica
ancora
una
volta
,
per
cotal
via
,
la
sua
ragion
d
'
essere
;
e
perché
dei
così
detti
fattori
si
fa
la
eliminazione
in
modo
definitivo
.
Fatta
eccezione
di
alcuni
momenti
critici
,
nei
quali
le
classi
sociali
,
per
estrema
incapacità
a
tenersi
in
una
condizione
di
relativo
equilibrio
per
adattamento
,
entrano
in
una
più
o
meno
prolungata
crisi
di
anarchia
;
e
fatta
eccezione
di
quelle
singolari
catastrofi
,
nelle
quali
tutto
un
mondo
precipita
,
come
alla
caduta
dell
'
Impero
Romano
d
'
Occidente
,
o
al
dissolversi
del
Califfato
:
dacché
c
'
è
memoria
di
storia
scritta
,
lo
stato
apparisce
,
non
solo
come
l
'
apice
,
e
come
il
vertice
della
società
,
ma
come
il
reggitore
di
essa
.
Il
primo
passo
che
il
pensiero
ingenuo
abbia
fatto
in
tale
ordine
di
considerazioni
consiste
in
questo
enunciato
:
il
reggitore
è
l
'
autore
.
Fatta
,
inoltre
,
eccezione
di
certi
brevi
periodi
di
democrazia
esercitata
con
la
viva
coscienza
della
sovranità
popolare
,
come
fu
di
alcune
città
greche
,
e
segnatamente
di
Atene
,
e
di
alcuni
Comuni
italiani
,
e
specie
di
Firenze
(
quelle
erano
,
però
,
di
uomini
liberi
padroni
di
schiavi
,
questi
furono
di
cittadini
privilegiati
sfruttanti
il
forestiero
e
la
campagna
)
,
la
società
retta
a
stato
fu
sempre
di
una
maggioranza
messa
in
balia
di
una
minoranza
.
Cosicché
la
maggioranza
degli
uomini
è
apparsa
nella
storia
come
una
massa
retta
,
governata
,
guidata
,
sfruttata
e
maltrattata
;
o
,
per
lo
meno
,
qual
variopinta
conglomerazione
d
'
interessi
,
che
alcuni
pochi
avessero
da
regolare
,
mantenendo
in
equilibrio
le
divergenze
,
per
pressione
o
per
compensazione
.
Di
qui
la
necessità
di
un
'
arte
di
governo
;
e
,
come
questa
si
fa
prima
di
ogni
altra
cosa
palese
agli
osservatori
della
vita
collettiva
,
così
era
naturale
,
che
la
politica
apparisse
come
l
'
autrice
dell
'
ordine
sociale
,
e
come
l
'
indice
della
continuità
nel
succedersi
delle
forme
storiche
.
Chi
dice
politica
,
dice
attività
,
che
fino
ad
un
certo
punto
si
conduce
a
disegno
;
cioè
fino
a
che
i
calcoli
non
dian
di
cozzo
in
ignorate
o
inaspettate
resistenze
.
Assumendo
,
per
quel
che
suggeriva
la
imperfetta
esperienza
,
ad
autore
della
società
lo
stato
,
e
ad
autrice
dell
'
ordine
sociale
la
politica
,
ne
venia
di
conseguenza
,
che
gli
storici
narratori
o
ragionatori
fossero
portati
a
riporre
l
'
essenziale
della
storia
nel
succedersi
delle
forme
,
delle
istituzioni
e
delle
idee
politiche
.
Donde
lo
stato
avesse
avuto
origine
,
e
in
che
cosa
trovasse
fondamento
al
suo
perpetuarsi
,
non
importava
,
come
non
importa
al
comune
ragionamento
.
I
problemi
di
indole
genetica
spuntano
,
com
'
è
risaputo
,
assai
tardi
.
Lo
stato
c
'
è
,
e
trova
la
sua
ragione
nella
sua
necessità
attuale
:
-
tanto
è
vero
,
che
la
fantasia
non
ha
potuto
adattarsi
all
'
idea
,
che
una
volta
non
ci
fosse
,
e
ne
ha
prolungata
la
esistenza
congetturale
fino
alle
prime
origini
del
genere
umano
.
Iddii
,
o
semidei
ed
eroi
ne
furono
gli
istitutori
,
nella
mitologia
per
lo
meno
;
come
nella
teologia
medievale
il
papa
fa
da
fonte
prima
,
e
per
ciò
divina
e
perpetua
,
di
ogni
autorità
.
Ancora
ai
tempi
nostri
,
viaggiatori
inesperti
e
missionarii
idioti
trovano
da
per
tutto
lo
stato
,
là
dove
non
è
,
presso
i
selvaggi
e
i
barbari
,
che
la
gens
,
o
la
tribù
delle
genti
,
o
l
'
alleanza
delle
genti
.
Due
cose
sono
occorse
,
perché
tali
pregiudizii
del
ragionamento
rimanessero
vinti
.
In
primo
luogo
fu
necessario
si
riconoscesse
,
che
le
funzioni
dello
stato
nascono
,
crescono
,
diminuiscono
,
si
alterano
e
si
succedono
col
variare
di
certe
condizioni
sociali
.
In
secondo
luogo
è
convenuto
si
arrivasse
ad
intendere
,
che
lo
stato
esiste
e
si
regge
in
quanto
è
ordinato
a
difesa
di
certi
determinati
interessi
,
di
una
parte
della
società
,
contro
tutto
il
testo
della
società
stessa
,
la
quale
deve
esser
fatta
di
tal
modo
,
nel
suo
insieme
,
che
la
resistenza
dei
soggetti
,
dei
maltrattati
,
degli
sfruttati
,
o
si
disperda
nei
molteplici
attriti
,
o
trovi
compenso
nei
parziali
,
per
quanto
miseri
,
vantaggi
degli
oppressi
stessi
.
La
miracolosa
ed
ammirata
arte
politica
si
risolve
per
ciò
in
un
enunciato
assai
semplice
:
applicare
una
forza
,
o
un
sistema
di
forze
,
ad
un
insieme
di
resistenze
.
Il
primo
e
più
difficile
passo
è
fatto
quando
si
giunge
a
risolvere
lo
stato
nelle
condizioni
sociali
,
da
cui
esso
trae
origine
.
Ma
queste
condizioni
sociali
stesse
sono
state
poi
precisate
con
la
teoria
delle
classi
;
la
genesi
delle
quali
è
nella
maniera
delle
varie
occupazioni
,
data
la
distribuzione
del
lavoro
,
e
ossia
dati
i
rapporti
che
coordinano
e
vincolano
gli
uomini
in
una
determinata
forma
di
produzione
.
A
questo
punto
il
concetto
dello
stato
ha
cessato
di
rappresentare
la
causa
diretta
del
movimento
storico
,
in
quanto
presunto
autore
della
società
:
perché
s
'
è
visto
,
che
in
ogni
sua
forma
e
variazione
esso
non
è
,
se
non
l
'
ordinamento
positivo
e
forzato
di
un
determinato
dominio
di
classe
,
o
di
una
determinata
accomodazione
di
diverse
classi
.
E
poscia
,
per
ulteriore
conseguenza
di
tali
premesse
,
si
e
giunti
da
ultimo
a
riconoscere
,
che
la
politica
,
in
quanto
arte
di
operare
a
disegno
,
è
una
parte
assai
piccola
del
movimento
generale
della
storia
,
ed
è
una
parte
non
grande
della
formazione
e
dello
sviluppo
dello
stato
stessa
;
nel
quale
molte
cose
,
ossia
molte
relazioni
,
nascono
e
si
svolgono
per
necessaria
accomodazione
,
per
tacito
consenso
,
per
subita
o
tollerata
violenza
,
per
intuitivo
ripiego
.
Il
regno
dell
'
inconsapevole
,
nel
senso
di
ciò
che
non
è
voluto
ad
arbitrio
,
a
disegno
o
per
elezione
,
ma
che
si
determina
e
si
fa
per
succedersi
di
abiti
,
di
consuetudini
,
di
accomodazioni
e
così
via
,
è
divenuto
assai
largo
nel
campo
delle
conoscenze
che
formano
oggetto
della
scienza
storica
;
e
la
politica
,
che
era
stata
assunta
a
regola
di
spiegazione
,
è
diventata
essa
stessa
la
cosa
da
spiegare
.
Per
quali
ragioni
la
storia
si
presentasse
in
esclusiva
veste
politica
gli
è
,
dunque
,
oramai
palese
.
Ma
non
per
questo
lo
stato
è
una
semplice
escrescenza
,
o
un
puro
accessorio
,
o
del
corpo
sociale
,
o
della
libera
associazione
;
come
è
parso
a
tanti
utopisti
,
e
a
tanti
ultraliberali
anarchizzanti
.
Se
la
società
ha
messo
capo
,
in
fino
ad
ora
,
nello
stato
,
gli
è
perché
di
tale
complemento
di
forza
e
di
autorità
essa
ha
avuto
bisogno
,
in
quanto
è
appunto
di
disuguali
,
per
effetto
delle
differenziazioni
economiche
.
Lo
stato
è
ben
qualcosa
di
assai
reale
,
come
sistema
di
forze
,
che
mantengono
l
'
equilibrio
,
o
lo
impongono
con
la
violenza
e
con
la
repressione
.
E
per
esistere
come
tale
sistema
di
forze
è
dovuto
divenire
ed
essere
una
potenza
economica
;
poggi
questa
nella
razzia
,
nella
preda
,
nella
imposizione
di
guerra
,
o
consista
nella
diretta
proprietà
di
demanio
,
o
si
formi
di
volta
in
volta
,
come
nel
metodo
moderno
della
pubblica
finanza
,
che
assume
le
simulate
forme
costituzionali
di
una
pretesa
autotassazione
.
In
cotesta
potenza
economica
,
di
tanto
cresciuta
,
negli
stati
moderni
,
consiste
il
fondamento
della
sua
capacità
ad
operare
.
Da
essa
deriva
,
che
,
per
via
di
una
nuova
division
del
lavoro
,
intorno
alle
funzioni
dello
stato
stesso
si
formino
ordini
e
ceti
speciali
,
ossia
classi
particolarissime
,
non
esclusa
quella
dei
parassiti
.
Lo
stato
,
che
è
e
deve
essere
potenza
economica
,
perché
a
difesa
delle
classi
dirigenti
sia
fornito
di
mezzi
per
reprimere
,
per
governare
,
per
amministrare
,
per
guerreggiare
,
crea
per
diretto
o
per
indiretto
un
insieme
d
'
interessi
nuovi
e
particolari
,
i
quali
reagiscono
necessariamente
su
la
società
.
Cosicché
lo
stato
,
nell
'
atto
che
è
sorto
e
si
mantiene
comc
garante
delle
antitesi
sociali
,
che
sono
conseguenza
delle
differenziazioni
economiche
,
forma
intorno
a
sé
una
cerchia
d
'
interessati
direttamente
all
'
esistenza
sua
.
Da
ciò
derivano
due
conseguenze
.
Come
k
società
non
è
un
tutto
omogeneo
,
anzi
è
un
corpo
di
particolareggiata
articolazione
,
anzi
un
multiforme
complesso
d
'
interessi
antitetici
,
così
accade
,
che
alcune
volte
i
reggitori
dello
stato
tendano
ad
isolarsi
,
e
in
tale
isolamento
si
contrappongano
a
tutta
intera
la
società
E
poi
in
secondo
luogo
,
accade
,
che
organi
e
funzioni
create
la
prima
volta
a
benefizio
di
tutti
,
degenerino
in
abusi
di
consorterie
,
di
conventicole
e
di
camorre
.
Di
qui
le
aristocrazie
e
le
gerarchie
nate
dall
'
uso
dei
poteri
politici
,
e
di
qui
le
dinastie
;
le
quali
formazioni
,
viste
alla
luce
della
semplice
logica
,
paiono
irrazionali
del
tutto
.
Da
che
c
'
è
storia
accertata
,
lo
stato
è
cresciuto
o
è
diminuito
di
poteri
,
ma
non
è
mai
più
sparito
,
perché
mai
più
vennero
meno
,
nella
società
dei
disuguali
per
economica
differenziazione
,
le
ragioni
per
mantenere
e
per
difendere
con
la
forza
e
con
la
conquista
,
o
la
schiavitù
,
o
i
monopolii
,
o
il
predominio
di
una
forma
di
produzione
,
mediante
la
signoria
dell
'
uomo
su
gli
uomini
.
Onde
poi
lo
stato
è
diventato
come
l
'
arena
di
una
incessante
guerra
civile
,
che
vi
si
svolge
di
continuo
,
anche
se
non
appaia
nelle
forme
strepitose
dei
Mario
e
dei
Silla
,
delle
giornate
di
Giugno
e
della
secessione
americana
.
Dentro
allo
stato
ha
sempre
fiorito
la
corruzione
dell
'
uomo
per
mezzo
dell
'
uomo
;
perché
,
se
non
v
'
è
forma
di
dominio
che
non
trovi
resistenza
,
non
v
'
è
resistenza
che
per
gli
urgenti
bisogni
della
vita
non
possa
degenerare
in
rassegnata
accomodazione
.
Per
tali
ragioni
le
vicende
storiche
,
viste
alla
superficie
della
monotona
narrazione
ordinaria
,
paiono
come
la
ripetizione
assai
poco
variata
del
medesimo
tipo
,
come
una
specie
di
ritornello
,
o
di
configurazione
da
caleidoscopio
.
Non
è
da
maravigliare
che
il
concettualista
Herbart
e
il
maligno
pessimista
Schopenhauer
venissero
nella
conclusione
,
che
di
storia
come
vero
processo
non
ce
n
'
è
:
il
che
,
in
volgare
,
si
direbbe
così
:
la
storia
è
una
canzone
noiosa
!
Ridotta
la
storia
politica
alla
sua
quintessenza
,
lo
stato
rimane
chiarito
in
tutta
la
sua
prosa
,
in
cui
non
è
più
traccia
,
né
di
teologica
transumanazione
,
né
di
quella
metafisica
transustanziazione
,
che
ebbe
tanta
voga
presso
certi
filosofi
tedeschi
:
p
.
e
.
lo
stato
che
è
l
'
Idea
,
lo
stato
Idea
che
si
esplica
nella
storia
,
lo
stato
che
è
l
'
attuazione
piena
della
personalità
,
ed
altrettali
pappolate
.
Lo
stato
è
un
reale
ordinamento
di
difese
per
garentire
e
perpetuare
un
metodo
di
convivenza
,
il
cui
fondamento
è
,
o
una
forma
di
produzione
economica
,
o
un
accordo
ed
una
transazione
fra
diverse
forme
.
A
farla
più
breve
,
lo
stato
suppone
,
o
un
sistema
di
proprietà
,
o
l
'
accordo
tra
più
sistemi
di
proprietà
.
In
ciò
è
il
fondamento
d
'
ogni
sua
arte
,
al
cui
esercizio
occorre
,
che
lo
stato
stesso
divenga
una
potenza
economica
,
e
che
abbia
anche
i
mezzi
e
i
modi
per
far
passare
la
proprietà
dalle
mani
degli
uni
nelle
mani
degli
altri
.
Quando
,
per
effetto
di
una
rinnovazione
acuta
e
violenta
delle
forme
della
produzione
,
occorre
di
provvedere
ad
un
insolito
e
straordinario
spostamento
dei
rapporti
della
proprietà
(
p
.
e
.
abolizione
della
manomorta
e
del
feudo
,
abolizione
dei
monopolii
commerciali
)
,
allora
la
vecchia
forma
politica
è
insufficiente
,
e
la
rivoluzione
è
necessaria
per
creare
il
nuovo
organo
che
esegua
la
trasformazione
economica
.
Ora
,
fatta
astrazione
da
'
tempi
antichissimi
a
noi
ignoti
,
tutta
la
storia
s
'
è
svolta
nei
contatti
e
nei
contrasti
di
varie
tribù
,
e
comunanze
,
e
poi
di
varie
nazioni
e
di
vani
stati
,
cioè
,
le
ragioni
delle
antitesi
interne
nella
cerchia
di
ciascuna
società
sonosi
sempre
andate
complicando
con
gli
attriti
all
'
esterno
.
Queste
due
ragioni
di
contrasto
si
condizionano
a
vicenda
,
ma
in
modi
sempre
variati
.
Spesso
è
il
disagio
interno
che
spinge
una
comunanza
o
uno
stato
ad
entrare
in
esterne
collisioni
;
altre
volte
sono
queste
collisioni
che
alterano
i
rapporti
interni
.
Il
movente
precipuo
dei
vani
rapporti
tra
le
diverse
comunanze
fu
dalle
origini
,
com
'
è
fino
ad
ora
,
il
commercio
nel
lato
senso
della
parola
,
ossia
lo
scambio
:
sia
che
si
trattasse
di
cedere
,
come
in
una
povera
tribù
,
il
solo
esuberante
,
in
cambio
di
altre
cose
,
sia
che
si
tratti
,
come
oggi
,
della
grande
produzione
in
massa
,
che
è
fatta
ad
esclusivo
scopo
di
vendere
,
per
trarre
dal
danaro
il
danaro
cresciuto
d
'
un
tanto
.
Cotesta
enorme
massa
a
accadimenti
esterni
ed
interni
,
che
si
accumulano
ed
accavallano
l
'
un
su
l
'
altro
nella
ordinaria
cronistoria
,
turbano
tanto
gli
storiografici
espositori
e
compendiatori
,
che
essi
quasi
si
smarriscono
in
infiniti
tentativi
di
artificiali
raggruppamenti
cronologici
e
prospettici
.
Chi
invece
segua
lo
sviluppo
interno
dei
varii
tipi
sociali
quanto
alla
loro
struttura
economica
,
e
consideri
le
vicende
politiche
come
particolari
resultati
delle
forze
operanti
nella
società
,
finisce
da
ultimo
per
vincere
il
confuso
della
molteplice
ed
incerta
impressione
empirica
,
e
al
posto
della
linea
cronologica
,
del
sincronismo
e
della
prospettica
,
mette
la
serie
concreta
di
un
processo
reale
.
Innanzi
a
questo
genere
di
realistiche
considerazioni
,
cadono
tutte
le
ideologie
fondate
su
la
missione
etica
dello
stato
,
o
sopra
qualunque
altra
frase
simile
.
Lo
stato
è
,
per
così
dire
,
messo
al
suo
posto
,
e
rimane
come
inquadrato
nei
contorni
del
divenire
sociale
,
in
quanto
forma
che
è
effetto
di
altre
condizioni
,
e
che
a
sua
volta
,
poi
che
esiste
,
reagisce
naturalmente
sul
resto
.
E
qui
spunta
un
'
altra
questione
.
Cotesta
forma
sarà
superata
mai
?
ossia
,
ci
può
essere
una
società
senza
stato
?
-
ovvero
,
ci
può
essere
una
società
senza
classi
?
e
,
se
giova
di
spiegarsi
meglio
,
ci
sarà
una
forma
di
produzione
comunistica
,
con
tale
spartizione
di
lavoro
e
di
ufficii
,
che
non
possa
dar
luogo
allo
sviluppo
delle
disuguaglianze
,
da
cui
si
genera
il
dominio
dell
'
uomo
su
l
'
uomo
?
Nella
risposta
affermativa
a
coteste
domande
consiste
la
somma
del
socialismo
scientifico
;
in
quanto
esso
enuncia
l
'
avvento
della
produzione
comunistica
,
non
come
postulato
di
critica
,
né
come
meta
di
una
volontaria
elezione
,
ma
come
il
resultato
dell
'
immanente
processo
della
storia
.
Come
è
risaputo
,
la
premessa
di
tale
previsione
è
nelle
condizioni
stesse
della
presente
produzione
capitalistica
.
Questa
socializza
di
continuo
il
modo
del
produrre
,
avvince
sempre
di
più
il
lavoro
vivo
e
regolamentato
alle
condizioni
obiettive
della
tecnica
,
concentra
di
giorno
in
giorno
sempre
più
la
proprietà
dei
mezzi
di
produzione
nelle
mani
di
pochi
,
che
come
azionisti
e
negoziatori
di
azioni
si
trovano
sempre
più
assenti
dal
lavoro
immediato
,
la
cui
direzione
passa
all
'
intelligenza
.
Col
crescere
della
coscienza
di
tale
situazione
nei
proletarii
,
cui
l
'
insegnamento
della
solidarietà
viene
dalle
condizioni
stesse
della
loro
reggimentazione
,
e
col
decrescere
della
capacità
nei
detentori
del
capitale
a
conservare
la
privata
direzione
del
lavoro
produttivo
,
si
verrà
ad
un
punto
in
cui
,
di
un
modo
o
dell
'
altro
,
con
la
eliminazione
di
ogni
forma
di
rendita
,
interesse
e
profitto
privato
,
la
produzione
passerà
all
'
associazione
collettiva
,
ossia
sarà
comunistica
.
Così
cesseranno
tutte
le
disuguaglianze
,
che
non
siano
quelle
naturali
del
sesso
,
dell
'
età
,
del
temperamento
e
della
capacità
;
cesseranno
,
cioè
,
tutte
le
disuguaglianze
,
che
hanno
attinenza
alle
classi
economiche
,
e
anzi
da
queste
son
generate
:
e
sparite
le
classi
verrà
meno
la
possibilità
dello
stato
,
come
dominio
dell
'
uomo
su
l
'
uomo
.
Il
governo
tecnico
e
pedagogico
dell
'
intelligenza
sarebbe
l
'
unico
ordine
della
società
.
Per
cotal
via
il
socialismo
scientifico
,
per
ora
idealmente
almeno
,
ha
superato
lo
stato
;
e
superandolo
lo
ha
inteso
a
fondo
,
così
nel
suo
modo
di
origine
,
come
nelle
ragioni
di
sua
naturale
sparizione
.
E
lo
ha
inteso
appunto
perché
non
gli
si
leva
contro
in
modo
unilaterale
e
soggettivo
,
come
fecero
già
più
volte
in
altri
tempi
cinici
,
e
stoici
,
ed
epicurei
d
'
ogni
maniera
,
e
poi
settarii
religiosi
,
e
cenobiti
visionani
,
e
utopisti
da
conventicola
,
e
da
ultimo
anarchisti
d
'
ogni
tinta
e
colore
.
Anzi
,
più
che
levarglisi
da
sé
contro
,
il
socialismo
scientifico
ha
mirato
a
mostrare
,
come
lo
stato
si
sollevi
di
continuo
da
sé
contro
se
stesso
,
creando
nei
mezzi
di
cui
non
può
fare
a
meno
,
p
.
e
.
colossale
finanza
,
militarismo
,
suffragio
universale
,
estensione
della
coltura
,
e
così
via
,
le
condizioni
della
sua
propria
rovina
.
La
società
che
lo
ha
prodotto
lo
riassorbirà
:
ossia
,
come
la
società
,
in
quanto
forma
di
produzione
,
eliminerà
le
antitesi
di
capitale
e
lavoro
,
così
con
la
sparizione
dei
proletarii
,
e
cessando
le
condizioni
che
rendono
possibile
il
proletariato
,
sparirà
ogni
dipendenza
dell
'
uomo
dall
'
uomo
,
in
qualunque
forma
di
gerarchia
.
I
termini
entro
i
quali
s
'
aggira
la
genesi
e
lo
sviluppo
dello
stato
,
dal
suo
punto
iniziale
di
apparizione
entro
una
determinata
comunità
,
in
cui
cominciò
la
differenziazione
economica
,
fino
a
questo
momento
,
in
cui
la
sua
sparizione
principia
a
disegnarsi
alla
mente
,
ce
lo
rendono
oramai
comprensibile
.
E
per
tale
comprensibilità
,
che
lo
riduce
a
necessario
complemento
di
determinate
forme
economiche
,
la
presunzione
di
considerarlo
qual
fattore
autonomo
della
storia
rimane
eliminata
per
sempre
.
Torna
oramai
cosa
relativamente
facile
il
rendersi
conto
del
come
il
diritto
sia
stato
elevato
a
fattore
decisivo
della
società
,
e
quindi
della
storia
,
per
diretto
o
per
indiretto
.
Innanzi
tutto
è
bene
di
ricordare
per
quali
vie
siasi
formata
quella
concezione
filosofica
del
diritto
generalizzato
,
nella
quale
principalmente
ha
radice
la
considerazione
della
storia
come
dominata
dal
progresso
legislativo
per
sé
stante
.
Col
precoce
dissolversi
della
società
feudale
in
alcuni
punti
dell
'
Italia
centrale
e
settentrionale
,
e
col
sorgere
dei
comuni
,
che
furono
repubbliche
di
produttori
corporativi
,
e
di
corporazioni
di
mercanti
,
tornò
in
onore
il
Diritto
Romano
.
Questo
rifiorì
nelle
Università
;
e
come
rinasceva
in
opposizione
ai
diritti
barbarici
e
in
buona
parte
in
opposizione
al
Diritto
Canonico
,
era
evidentemente
,
in
tale
sua
rifioritura
,
una
forma
del
pensiero
più
rispondente
ai
bisogni
della
borghesia
,
che
cominciava
a
svilupparsi
.
Difatti
,
di
fronte
al
particolarismo
dei
diritti
,
che
erano
,
o
consuetudini
di
popoli
barbari
,
o
privilegi
di
un
corpo
,
o
concessioni
papali
ed
imperiali
,
quel
diritto
appariva
come
la
universalità
della
ragione
scritta
.
Non
era
esso
arrivato
a
considerare
la
personalità
umana
nei
suoi
più
astratti
e
generali
rapporti
;
in
quanto
un
qualunque
Tizio
è
capace
di
obbligarsi
e
di
obbligare
,
di
vendere
e
di
comprare
,
di
cedere
,
donare
e
così
via
?
Il
Diritto
Romano
,
per
quanto
elaborato
nella
sua
ultima
redazione
per
autorità
d
'
imperatori
da
giuristi
servili
,
appariva
,
dunque
,
in
sul
declinare
delle
istituzioni
medievali
,
come
una
forza
rivoluzionaria
,
e
come
tale
era
un
grande
progresso
.
Cotesto
diritto
così
universale
,
che
dava
i
mezzi
per
isconvolgere
e
rovesciare
i
diritti
barbarici
,
era
certamente
un
diritto
più
rispondente
alla
natura
umana
guardata
nei
suoi
rapporti
generici
;
e
nella
sua
opposizione
ai
diritti
particolari
e
di
privilegio
appariva
come
un
diritto
di
natura
.
E
noto
,
del
resto
,
come
la
ideologia
del
diritto
di
natura
sia
nata
.
E
venuta
nel
suo
massimo
fiore
nei
secoli
decimosettimo
e
decimottavo
;
ma
fu
di
lunga
mano
preparata
dalla
giurisprudenza
che
pigliava
a
suo
fondamento
il
Diritto
Romano
,
o
adottato
,
o
rimaneggiato
,
o
commentato
.
Nella
formazione
della
ideologia
del
diritto
naturale
concorse
un
altro
elemento
,
ossia
la
filosofia
greca
delle
epoche
posteriori
.
I
greci
,
che
furono
gli
inventori
di
quelle
determinate
arti
del
pensiero
che
sono
le
scienze
,
non
trassero
mai
,
com
'
è
risaputo
,
dalle
molteplici
leggi
locali
loro
una
disciplina
che
corrisponda
a
ciò
che
noi
chiamiamo
giurisprudenza
.
Invece
,
per
il
rapido
progresso
della
scienza
astratta
nell
'
ambito
delle
democrazie
essi
giunsero
ben
per
tempo
alle
più
ardite
discettazioni
logiche
,
retoriche
e
pedagogiche
su
la
natura
del
diritto
,
dello
stato
,
della
legge
,
della
pena
;
onde
poi
nella
loro
filosofia
si
trovano
le
forze
rudimentali
di
tutte
le
discussioni
posteriori
.
Ma
solo
più
tardi
,
cioè
ai
tempi
dell
'
Ellenismo
,
quando
i
confini
della
vita
greca
s
'
erano
tanto
slargati
da
confondersi
con
quelli
del
mondo
civile
,
nell
'
ambito
di
quel
cosmopolitismo
,
che
portava
con
sé
il
bisogno
di
cercare
in
ogni
uomo
l
'
uomo
,
nacque
il
razionalismo
del
diritto
,
o
il
diritto
di
natura
,
nella
forma
che
gli
impresse
la
filosofia
stoica
.
Cotesto
razionalismo
greco
,
che
aveva
offerto
già
qualche
elemento
formale
alla
codificazione
logica
del
Diritto
Romano
,
risorse
nel
secolo
decimosettimo
nella
dottrina
che
fu
appunto
del
diritto
naturale
.
Da
varie
fonti
,
dunque
,
derivò
la
ideologia
,
che
è
servita
da
arma
di
critica
e
da
istrumento
per
dare
forma
giuridica
all
'
ordinamento
economico
della
società
moderna
.
Nel
fatto
,
però
,
cotesta
ideologia
giuridica
riflette
,
nella
lotta
per
il
diritto
e
contro
il
diritto
,
il
periodo
rivoluzionario
dell
'
intelletto
borghese
.
E
per
quanto
pigli
dapprima
le
mosse
dottrinarie
dal
ritorno
alla
tradizione
filosofica
antica
,
e
dalla
generalizzazione
della
giurisprudenza
romana
,
in
tutto
il
resto
e
in
tutto
il
suo
genuino
sviluppo
è
affatto
nuova
e
moderna
.
Il
Diritto
Romano
,
per
quanto
generalizzato
dalla
scuola
e
dalla
elaborazione
moderna
,
rimane
sempre
in
se
stesso
una
raccolta
di
casi
non
dedotti
da
preconcezione
di
sistema
,
né
preordinati
dalla
mente
sistematica
di
un
legislatore
.
E
d
'
altra
parte
il
razionalismo
degli
Stoici
,
e
dei
loro
contemporanei
e
seguaci
fu
di
mera
contemplazione
,
e
non
produsse
intorno
a
sé
un
moto
rivoluzionario
.
L
'
ideologia
del
diritto
di
natura
,
che
da
ultimo
ebbe
nome
di
filosofia
del
diritto
,
fu
invece
sistematica
,
partì
sempre
da
enunciati
generali
,
e
fu
inoltre
battagliera
e
polemica
,
e
anzi
fu
alle
prese
con
l
'
ortodossia
,
con
l
'
intolleranza
,
col
privilegio
,
coi
corpi
;
combatté
,
insomma
,
per
le
libertà
,
che
ora
costituiscono
i
fondamenti
della
società
moderna
.
Nell
'
ambito
di
cotesta
ideologia
,
che
era
un
metodo
di
combattimento
,
germogliò
per
la
prima
volta
,
in
forma
tipica
e
decisiva
,
il
pensiero
,
che
c
'
è
un
diritto
che
è
una
cosa
sola
con
la
ragione
.
I
diritti
contro
i
quali
si
combatteva
apparivano
come
una
deviazione
,
come
un
regresso
,
come
un
errore
.
Da
questa
fede
nel
diritto
razionale
nasceva
la
credenza
cieca
nella
forza
del
legislatore
,
che
apparisce
così
ravvolta
nelle
forme
del
fanatismo
nei
momenti
acuti
della
Rivolozione
Francese
.
Di
qui
la
persuasione
,
che
la
società
tutta
debba
essere
come
investita
da
un
solo
diritto
,
eguale
per
tutti
,
sistematico
,
logico
,
conseguente
.
Di
qui
la
convinzione
,
che
un
di
-
ritto
il
quale
garentisca
a
tutti
l
'
eguaglianza
giuridica
,
che
è
la
facoltà
del
contrattare
,
garentisca
anche
a
tutti
la
libertà
.
E
giù
tutto
il
resto
!
Col
trionfo
del
vero
diritto
trionfa
la
ragione
,
e
la
società
regolata
dal
diritto
eguale
per
tutti
è
la
società
perfetta
!
Quali
illusioni
fossero
in
fondo
a
tali
tendenze
è
inutile
di
dire
.
A
che
cosa
dovesse
riuscire
cotesta
liberazione
universale
dell
'
uomo
,
lo
sappiamo
già
.
Ma
ciò
che
qui
più
importa
gli
è
che
tali
persuasioni
partivano
da
un
concetto
del
diritto
,
per
cui
questo
rimaneva
come
scisso
dalle
cause
sociali
che
lo
producono
.
Cosicché
la
ragione
,
cui
cotesti
ideologi
si
appellavano
,
si
riduceva
a
togliere
al
lavoro
,
all
'
associazione
,
al
traffico
,
al
commercio
,
alle
forme
politiche
ed
alla
coscienza
,
tutti
i
limiti
e
tutti
gl
'
impedimenti
,
che
tornano
d
'
impaccio
alla
libera
concorrenza
.
Come
di
ciò
s
'
avesse
l
'
esperienza
nella
Grande
Rivoluzione
del
secolo
passato
,
ho
detto
già
nell
'
altro
capitolo
.
E
se
c
'
è
ora
chi
si
ostini
a
discorrere
di
un
diritto
razionale
,
che
domini
la
storia
,
di
un
diritto
,
insomma
,
che
sarebbe
un
fattore
anziché
un
semplice
fatto
della
evoluzione
storica
,
vuol
dire
che
costui
vive
fuori
del
nostro
tempo
,
e
non
ha
inteso
come
la
codificazione
liberale
ed
egalitaria
abbia
già
segnata
in
via
di
fatto
la
fine
e
il
termine
di
tutta
cotesta
scuola
del
diritto
di
natura
.
Per
diverse
vie
si
è
giunti
in
questo
secolo
a
ridurre
il
diritto
,
da
cosa
razionale
in
cosa
di
fatto
;
e
perciò
in
cosa
corrispettiva
a
determinate
condizioni
sociali
.
Prima
di
tutto
l
'
interesse
storico
,
allargandosi
ed
approfondendosi
,
ha
portato
le
menti
a
riconoscere
,
che
per
intendere
le
origini
del
diritto
non
bastava
,
né
incominciare
dalla
ragione
,
né
fermarsi
all
'
esame
del
Diritto
Romano
.
I
diritti
barbarici
,
e
le
usanze
e
le
consuetudini
dei
popoli
e
delle
società
tanto
disprezzate
dai
razionalisti
,
son
tornate
in
onore
;
dico
,
teoricamente
.
Questo
era
il
solo
modo
per
ottenere
,
dallo
studio
delle
forme
più
antiche
,
la
guida
ad
intendere
come
le
più
recenti
si
fossero
poi
prodotte
.
Il
Diritto
Romano
codificato
è
una
forma
assai
moderna
;
quella
personalità
che
esso
suppone
,
come
soggetto
universale
,
è
una
elaborazione
di
tempi
avanzati
,
nei
quali
,
sul
cosmopolitismo
dei
rapporti
sociali
dominava
una
costituzione
burocratico
-
militare
.
In
quel
mondo
in
cui
era
venuta
a
compimento
la
ragione
scritta
,
non
era
più
traccia
di
spontaneità
di
vita
popolare
,
non
era
più
democrazia
.
Quello
stesso
diritto
,
prima
di
arrivare
a
tale
cristallizzazione
,
era
nato
e
s
'
era
svolto
;
e
guardato
nelle
sue
origini
e
nei
suoi
sviluppi
,
specie
se
a
tale
studio
concorra
la
comparazione
,
apparisce
in
tanti
punti
affine
alle
istituzioni
delle
società
e
dei
popoli
creduti
inferiori
.
Si
facea
dunque
chiaro
,
che
scienza
vera
del
diritto
non
possa
essere
se
non
la
storia
genetica
del
diritto
stesso
.
Ora
,
mentre
il
continente
europeo
avea
creato
nella
codificazione
del
diritto
civile
il
tipo
ed
il
testo
della
ragion
pratica
borghese
,
non
permaneva
forse
in
Inghilterra
un
'
altra
forma
autogenetica
di
diritto
,
nata
e
svoltasi
in
modo
affatto
pratico
,
dalle
condizioni
stesse
della
società
che
l
'
ha
prodotto
,
senza
sistema
,
e
senza
che
l
'
azione
del
razionalismo
metodico
ci
avesse
avuto
influenza
?
Il
diritto
che
veramente
esiste
,
ed
ha
valore
,
è
dunque
cosa
assai
più
semplice
e
modesta
,
di
quello
che
non
paresse
agli
entusiastici
decantatori
della
ragione
scritta
,
della
ragione
imperante
;
ai
quali
può
mandarsi
buona
la
loro
illusione
,
in
quanto
furono
precursori
ideali
di
una
grande
rivoluzione
.
All
'
ideologia
bisognava
sostituire
la
storia
delle
istituzioni
giuridiche
.
La
filosofia
del
diritto
finì
in
Hegel
;
e
se
c
'
è
chi
voglia
obiettare
in
nome
dei
libri
pubblicati
dappoi
,
dirò
,
che
la
carta
stampata
dai
professori
non
è
proprio
e
sempre
l
'
indice
del
progresso
del
pensiero
.
La
filosofia
del
diritto
si
converte
così
nella
trattazione
filosofica
della
storia
del
diritto
.
E
come
la
filosofia
storica
metta
capo
nel
materialismo
economico
,
e
in
che
senso
il
comunismo
critico
sia
l
'
inversione
di
Hegel
,
non
occorre
qui
di
ripetere
ancora
una
volta
.
Cotesta
rivoluzione
,
che
pare
di
sole
idee
,
non
è
se
non
il
riflesso
intellettuale
delle
rivoluzioni
accadute
nella
vita
pratica
.
Nel
nostro
secolo
il
legiferare
è
diventato
una
malattia
;
e
la
ragione
imperante
nella
ideologia
giuridica
è
stata
detronizzata
dai
parlamenti
.
In
questi
le
antitesi
degl
'
interessi
di
classe
hanno
assunta
la
forma
di
partiti
;
e
i
partiti
si
schierano
pro
e
contro
a
determinati
diritti
;
onde
tutto
il
diritto
apparisce
,
o
come
un
semplice
fatto
,
o
come
cosa
che
sia
utile
o
non
utile
di
fare
.
Il
proletariato
s
'
è
levato
:
e
,
dovunque
la
lotta
operaia
s
'
è
precisata
,
i
codici
borghesi
ne
son
rimasti
sbugiardati
.
La
ragione
scritta
si
è
mostrata
impotente
a
salvare
i
salarii
dalle
oscillazioni
del
mercato
,
a
garentire
donne
e
fanciulli
dagli
orarii
vessatorii
delle
fabbriche
,
o
a
trovare
un
solo
dei
suoi
acuti
ripieghi
per
risolvere
il
problema
della
disoccupazione
.
La
sola
limitazione
parziale
delle
ore
di
lavoro
ha
dato
materia
ed
occasione
ad
una
lotta
gigante
.
Piccoli
e
grossi
borghesi
,
agrarii
ed
industriali
,
avvocati
dei
poveri
e
difensori
della
ricchezza
accumulata
,
monarchici
e
democratici
,
socialisti
e
reazionarii
si
sono
affannati
a
trarre
in
qua
e
in
là
l
'
azione
dei
poteri
pubblici
,
e
a
sfruttare
le
contingenze
della
politica
e
l
'
intrigo
parlamentare
per
trovare
garenzie
e
difese
a
determinati
interessi
,
o
nella
interpretazione
di
un
diritto
esistente
,
o
nella
creazione
di
un
nuovo
diritto
.
Buona
parte
di
esso
fu
più
volte
rifatta
;
e
si
videro
le
più
strane
oscillazioni
,
dall
'
umanitarismo
che
difende
anche
i
poveri
,
e
per
fino
gli
animali
,
alla
proclamazione
della
legge
stataria
.
Al
diritto
fu
levata
la
maschera
;
e
n
è
rimasto
profanizzato
.
Ed
ecco
subentrato
il
sentimento
dell
'
esperienza
,
e
da
questa
è
derivata
una
enunciazione
tanto
precisa
per
quanto
modesta
:
ogni
diritto
fu
ed
è
la
difesa
,
o
consuetudinaria
,
o
autoritaria
,
o
giudiziaria
,
di
un
determinato
interesse
;
e
di
qui
alla
riduzione
all
'
economia
non
c
è
che
un
passo
.
Se
la
concezione
materialistica
è
venuta
da
ultimo
a
suggellare
coteste
tendenze
in
una
veduta
esplicita
e
sistematica
,
gli
è
perché
la
sua
orientazione
è
stata
determinata
dall
'
angolo
visuale
del
proletariato
.
Questo
è
il
prodotto
necessario
,
ed
è
ad
un
tempo
la
condizione
indispensabile
di
una
società
,
nella
quale
tutte
le
persone
in
astratto
sono
eguali
in
diritto
,
ma
le
condizioni
materiali
dello
sviluppo
e
della
libertà
degli
individui
sono
disuguali
.
I
proletarii
sono
le
forze
,
per
l
'
esercizio
delle
quali
i
mezzi
di
produzione
accumulati
si
riproducono
,
e
si
rifanno
in
nuova
ricchezza
:
ma
essi
stessi
non
vivono
,
se
non
reggimentandosi
intorno
al
capitale
,
e
dall
'
oggi
al
dimani
passano
nella
condizione
di
disoccupati
,
di
poveri
e
di
emigranti
.
Essi
sono
l
'
esercito
del
lavoro
sociale
,
ma
i
loro
capi
sono
i
loro
padroni
.
Essi
sono
la
negazione
del
giusto
,
nel
regno
del
diritto
;
ossia
sono
l
irrazionale
,
nel
preteso
dominio
della
ragione
.
Dunque
la
storia
non
fu
il
processo
per
giungere
all
impero
della
ragione
del
diritto
;
ma
non
fu
fino
ad
ora
se
non
la
serie
delle
mutazioni
nelle
forme
della
soggezione
e
della
servitù
.
Dunque
la
storia
consiste
tutta
nella
lotta
degl
interessi
,
e
il
diritto
non
è
se
non
l
espressione
autoritaria
di
quelli
che
han
trionfato
.
Con
tali
enunciazioni
non
si
giunge
certo
a
spiegare
ogni
singolo
diritto
,
che
sia
apparso
nella
storia
,
per
via
della
immediata
visione
del
rispettivo
interesse
.
Le
cose
storiche
sono
assai
complicate
;
ma
queste
enunciazioni
generali
bastano
ad
indicare
lo
stile
e
il
metodo
della
ricerca
,
che
si
è
oramai
sostituita
alla
ideologia
giuridica
.
IX
.
Qui
vengono
in
buon
punto
alcune
formule
riassuntive
.
Date
le
condizioni
di
sviluppo
del
lavoro
,
e
dei
suoi
appropriati
congrui
istrumenti
,
la
struttura
economica
della
società
,
ossia
la
forma
della
produzione
dei
mezzi
immediati
della
vita
,
determina
sopra
un
terreno
artificiale
,
in
primo
luogo
e
per
diretto
,
tutta
la
rimanente
attività
pratice
dei
consociati
,
e
il
variare
di
tale
attività
nel
processo
che
chiamiamo
storia
,
e
cioè
:
-
la
formazione
,
l
attrito
,
le
lotte
e
la
erosione
delle
classi
;
-
lo
svolgimento
corrispettivo
dei
rapporti
regolativi
,
così
del
diritto
,
come
della
morale
;
-
e
le
ragioni
e
i
modi
di
subordinazione
e
di
soggezione
,
degli
uomini
verso
gli
uomini
,
col
rispondente
esercizio
del
dominio
e
dell
autorità
,
ciò
,
insomma
,
in
cui
da
ultimo
si
origina
e
consiste
lo
stato
:
e
determina
in
secondo
luogo
l
indirizzo
,
e
in
buona
parte
,
e
per
indiretto
,
gli
obietti
della
fantasia
e
del
pensiero
,
nella
produzione
dell
arte
,
della
religione
e
della
scienza
.
I
prodotti
di
primo
e
di
secondo
grado
,
per
gli
interessi
che
creano
,
per
gli
abiti
che
ingenerano
,
per
le
persone
che
coordinano
,
specificandone
l
animo
e
le
inclinazioni
,
tendono
a
fissarsi
e
ad
isolarsi
come
per
sé
stanti
;
e
di
qui
nasce
la
veduta
empirica
,
secondo
la
quale
diversi
fattori
indipendenti
,
con
propria
efficacia
e
con
proprio
ritmo
di
movimento
,
concorrerebbero
a
formare
il
processo
storico
,
e
le
rispettive
configurazioni
sociali
che
successivamente
ne
resultano
.
Fattori
se
mai
cotesta
parola
deve
usarsi
veri
e
propri
e
positivi
della
storia
,
dalla
sparizione
del
comunismo
primitivo
in
qua
,
e
fino
ad
ora
,
furono
e
sono
le
classi
sociali
,
in
quanto
consistono
in
differenziazioni
d
interessi
,
che
si
esplicano
in
determinati
modi
e
forme
di
opposizione
(
-
da
cui
di
genera
l
attrito
,
il
moto
,
il
processo
e
il
progresso
-
)
.
Le
variazioni
della
sottostante
struttura
(
economica
)
della
società
,
che
a
prima
vista
ci
si
manifestano
intuitivamente
nell
'
agitarsi
delle
passioni
,
si
svolgono
consapevolmente
nelle
lotte
contro
un
diritto
o
per
il
diritto
,
e
si
avverano
nello
scuotimento
e
nella
rovina
di
un
determinato
ordinamento
politico
,
hanno
,
in
realtà
,
la
loro
adeguata
espressione
solo
nell
'
alternarsi
delle
relazioni
esistenti
fra
le
diverse
classi
sociali
.
E
queste
relazioni
mutano
per
l
'
alterarsi
dei
rapporti
,
che
precedentemente
correano
,
tra
la
produttività
del
lavoro
e
le
condizioni
(
giuridico
-
politiche
)
di
coordinamento
tra
i
cooperanti
della
produzione
.
E
,
in
fin
delle
fini
,
tali
rapporti
tra
la
produttività
del
lavoro
e
la
coordinazione
dei
cooperanti
si
alterano
per
il
mutare
degli
istrumenti
(
-
nel
senso
lato
della
parola
-
)
occorrenti
alla
produzione
.
Il
processo
ed
il
progresso
della
tecnica
,
come
sono
l
'
indice
,
così
sono
la
condizione
di
ogni
altro
processo
e
progresso
.
La
società
è
per
noi
un
dato
,
che
noi
non
possiamo
risolvere
,
oltre
a
quella
maniera
di
analisi
,
che
si
fa
riducendo
le
forme
complesse
alle
più
semplici
,
le
moderne
alle
più
antiche
:
il
che
è
rimanere
,
però
,
sempre
nel
fatto
di
una
società
che
esiste
.
La
storia
non
è
se
non
la
storia
della
società
;
-
ossia
è
la
storia
del
variare
della
cooperazione
umana
,
dall
'
orda
primitiva
allo
stato
moderno
,
dalla
lotta
immediata
contro
la
natura
,
con
pochi
ed
elementarissimi
istrumenti
,
fino
alla
struttura
economica
presente
,
che
culmina
nella
polarità
tra
lavoro
accumulato
(
capitale
)
e
lavoro
vivo
(
i
proletarii
)
.
Risolvere
il
complesso
sociale
in
semplici
individui
,
e
ricomporlo
poi
con
escogitati
atti
di
elezione
e
di
volontà
;
-
costruire
,
insomma
,
la
società
coi
ragionamenti
,
significa
sconoscere
la
natura
obiettiva
e
l
'
immanenza
del
processo
storico
.
Le
rivoluzioni
,
nel
senso
più
esteso
della
parola
,
e
poi
in
quello
specifico
di
rovina
di
un
ordinamento
politico
,
segnano
le
vere
e
proprie
date
delle
epoche
storiche
.
Guardare
di
lontano
,
nei
loro
elementi
,
nella
loro
preparazione
e
nei
loro
effetti
a
lunga
scadenza
,
esse
possono
parere
come
i
momenti
di
una
evoluzione
costante
,
a
minimi
di
variazione
:
ma
considerate
per
se
stesse
sono
definite
e
precise
catastrofi
;
e
solo
come
tali
catastrofi
hanno
carattere
di
accadimento
storico
.
X
.
Per
fino
,
dunque
,
la
morale
,
e
l
arte
,
e
la
religione
e
la
scienza
sarebbero
prodotti
delle
condizioni
economiche
?
anzi
esponenti
delle
categorie
di
queste
condizioni
medesime
?
ovverosia
efflussi
,
ornamenti
,
irradiazioni
e
miraggi
dei
materiali
interessi
?
Enunciati
di
cotesto
genere
,
o
a
un
dipresso
,
e
così
crudi
e
nudi
,
corrono
già
da
un
pezzo
per
le
bocche
di
molti
,
e
tornano
di
comodo
ausilio
agli
avversarii
del
materialismo
,
cui
giova
di
usarne
come
di
opportuno
spauracchio
.
I
pigri
,
che
son
poi
moltissimi
anche
fra
i
così
detti
intellettuali
,
si
accomodano
ben
volentieri
alla
grossolana
accettazione
di
tali
pronunciati
;
come
chi
ripari
con
la
mente
in
novello
asilo
dell
'
ignoranza
.
Che
bella
festa
e
che
bella
allegria
dev
'
esser
mai
cotesta
per
tutti
gl
'
indolenti
;
di
avere
,
cioè
,
una
buona
volta
compendiato
in
breve
giro
di
pochissime
proposizioni
tutto
lo
scibile
,
per
poi
dischiudere
tutti
i
segreti
della
vita
con
una
sola
ed
unica
chiave
!
Tutti
i
problemi
dell
'
etica
,
dell
'
estetica
,
della
filologia
,
della
critica
storica
,
e
della
filosofia
ridotti
ad
un
problema
solo
,
senza
tanti
rompicapo
!
E
su
cotesto
andare
gli
sciatti
semplicioni
potrebbero
ridurre
tutta
la
storia
all
'
aritmetica
commerciale
;
e
da
ultimo
una
nuova
interpretazione
autentica
di
Dante
potrebbe
darci
la
Divina
Commedia
illustrata
coi
conti
delle
pezze
di
panno
,
che
gli
astuti
mercanti
fiorentini
vendeano
con
tanto
profitto
loro
!
La
verità
è
questa
,
che
,
cioè
,
gli
enunciati
che
implicano
problemi
,
si
convertono
assai
facilmente
in
volgari
paradossi
nelle
teste
di
coloro
,
che
non
siano
assuefatti
a
vincere
le
difficoltà
del
pensare
con
l
'
uso
metodico
dei
mezzi
congrui
.
Ora
dei
precisi
termini
di
tali
problemi
toccherò
qui
in
genere
,
ma
in
modo
quasi
aforistico
:
perché
,
veramente
,
io
non
intendo
di
descriver
fondo
all
'
universo
,
in
questo
breve
saggio
,
che
non
ha
poi
da
essere
una
enciclopedia
.
La
morale
innanzi
tutto
.
Non
dico
dei
sistemi
e
dei
catechismi
,
o
religiosi
,
o
filosofici
.
Gli
uni
e
gli
altri
stettero
e
stanno
al
di
sopra
del
corso
ordinario
e
profano
delle
cose
umane
,
nella
più
parte
dei
casi
,
come
le
utopie
stanno
al
di
sopra
delle
cose
.
Né
dico
di
quelle
analisi
formali
dei
rapporti
etici
,
che
son
venute
tanto
raffinandosi
dai
Sofisti
ad
Herbart
.
Ciò
è
scienza
,
e
non
è
vita
.
Ed
è
scienza
formale
,
come
la
logica
,
la
geometria
e
la
grammatica
.
L
'
ultimo
acuto
ritrovatore
e
definitore
di
tali
rapporti
etici
,
che
è
appunto
Herbart
,
sapea
bene
che
le
idee
,
ossia
i
punti
di
vista
formali
del
giudizio
morale
,
sono
per
sé
impotenti
.
E
per
ciò
egli
ripose
nelle
circostanzialità
della
vita
,
e
nella
formazione
pedagogica
del
carattere
,
la
realtà
dell
'
etica
.
Parrebbe
Owen
,
se
non
fosse
stato
un
codino
.
Dico
,
invece
,
di
quella
morale
,
che
esiste
prosaicamente
,
e
in
modo
empirico
ed
ovvio
,
nelle
inclinazioni
,
negli
abiti
,
nelle
consuetudini
,
nei
consigli
,
nei
giudizii
e
nelle
valutazioni
degli
uomini
di
tutti
i
giorni
.
Dico
di
quella
morale
,
che
come
suggestione
,
come
spinta
e
come
remora
,
si
forma
in
vario
grado
di
sviluppo
,
e
con
maggiore
o
con
minore
evidenza
,
ma
a
frammenti
,
in
tutti
e
singoli
gli
uomini
;
per
il
fatto
stesso
che
convivendo
essi
,
ed
occupando
ciascuno
una
posizione
determinata
nell
'
ambito
della
convivenza
,
riflettono
naturalmente
e
necessariamente
su
le
opere
proprie
e
su
le
opere
altrui
,
e
concepiscono
aspettazioni
ed
apprezzamenti
,
e
primissimi
elementi
di
massime
generali
.
Questo
è
il
factum
;
e
ciò
che
più
importa
è
,
che
questo
factum
ci
si
presenta
vario
e
molteplice
nelle
diverse
condizioni
della
vita
,
e
variabile
attraverso
alla
storia
.
Questo
factum
è
il
dato
della
ricerca
.
I
fatti
non
sono
né
veri
,
nè
falsi
,
come
già
sapeva
Aristotele
.
I
sistemi
,
invece
,
siano
essi
teologici
o
razionalistici
,
possono
essere
veri
o
falsi
;
come
quelli
che
si
argomentano
di
intendere
,
di
spiegare
e
di
completare
il
fatto
,
riconducendolo
ad
altro
,
o
integrandolo
con
altro
.
Alcuni
punti
di
teoria
pregiudiziale
sono
oramai
messi
in
sodo
,
per
rispetto
alla
interpretazione
di
questo
factum
.
Il
volere
non
vuole
se
stesso
,
da
se
stesso
;
come
era
parso
agl
'
inventori
di
quel
libero
arbitrio
,
che
rivelava
solo
l
'
impotenza
di
una
analisi
psicologica
,
non
giunta
per
anche
a
maturità
.
Le
volizioni
,
in
quanto
fatto
consapevole
,
sono
espressione
particolare
del
meccanismo
psichico
;
sono
resultato
,
alla
prima
,
dei
bisogni
,
e
poi
di
tutto
ciò
che
giù
giù
li
precede
,
fino
alla
elementarissima
motilità
organica
.
La
morale
non
pone
né
genera
se
stessa
.
Non
istà
,
cioè
,
a
fondamento
universale
dei
varii
e
variabili
rapporti
etici
quell
'
ente
spirituale
,
che
fu
detto
la
coscienza
morale
,
una
ed
unica
per
tutti
gli
uomini
.
Questo
ente
astratto
fu
eliminato
dalla
critica
,
come
tutti
gli
altri
enti
simili
,
ossia
come
tutte
le
così
dette
facoltà
dell
'
anima
.
Che
spiegazione
dei
fatti
era
mai
quella
,
in
vero
,
che
supponea
la
generalizzazione
del
fatto
stesso
,
come
mezzo
per
ispiegarlo
;
quando
,
p
.
e
.
si
ragionava
così
:
le
sensazioni
,
le
percezioni
,
le
intuizioni
a
un
certo
punto
si
trovano
fantasticate
,
ossia
alterate
,
dunque
la
fantasia
le
ha
trasmutate
?
A
tale
genere
di
escogitazioni
appartiene
la
così
detta
coscienza
morale
,
che
fu
assunta
a
presupposto
delle
condizionate
valutazioni
etiche
.
La
coscienza
morale
,
che
realmente
esiste
,
è
un
fatto
empirico
;
è
un
indice
,
ossia
un
riassunto
,
della
relativa
formazione
etica
di
ciascun
individuo
.
Se
scienza
qui
ci
ha
da
essere
,
essa
non
può
spiegare
le
relazioni
etiche
per
via
della
coscienza
,
ma
deve
appunto
intendere
come
tale
coscienza
si
vada
formando
.
Se
i
voleri
derivano
,
e
se
la
morale
resulta
dalle
condizioni
della
vita
,
l
'
etica
,
nel
suo
insieme
,
non
è
che
una
formazione
;
ossia
il
suo
problema
si
risolve
in
quello
della
pedagogica
.
C
'
è
una
pedagogica
,
direi
individualistica
e
soggettiva
,
la
quale
,
supposte
le
condizioni
generiche
della
perfettibilità
umana
,
costruisce
delle
regole
astratte
,
per
mezzo
delle
quali
gli
uomini
,
che
sono
in
via
di
formazione
,
sarebbero
condotti
ad
essere
forti
,
coraggiosi
,
veritieri
,
giusti
,
benevoli
,
e
così
via
per
tutta
la
distesa
delle
virtù
cardinali
e
secondarie
.
Ma
può
essa
,
la
pedagogica
soggettiva
,
costruire
da
sé
il
terreno
sociale
sul
quale
tutte
coteste
belle
cose
avrebbero
a
realizzarsi
?
Se
lo
costruisce
,
essa
disegna
semplicemente
un
'
utopia
.
Perché
davvero
il
genere
umano
,
nel
rigido
corso
del
suo
divenire
,
non
ebbe
mai
tempo
e
modo
di
andare
a
scuola
da
Platone
o
da
Owen
,
da
Pestalozzi
o
da
Herbart
.
Anzi
ha
fatto
come
gli
è
stato
forza
di
fare
.
Gli
uomini
,
che
presi
in
astratto
son
tutti
educabili
e
perfettibili
,
si
son
perfezionati
ed
educati
sempre
quel
tanto
,
e
nella
misura
che
essi
potevano
,
date
le
condizioni
di
vita
in
cui
è
stato
loro
necessità
di
svolgersi
.
Se
mai
,
questo
è
appunto
il
caso
in
cui
la
parola
ambiente
non
è
metafora
,
e
l
'
uso
del
termine
accomodazione
non
è
di
traslato
.
La
morale
effettiva
ci
si
presenta
sempre
come
qualcosa
di
condizionato
e
di
limitato
,
che
la
fantasia
ha
cercato
poi
di
superare
,
o
escogitando
le
utopie
,
o
creando
un
soprannaturale
pedagogo
,
o
una
miracolosa
redenzione
.
Perché
lo
schiavo
avrebbe
dovuto
avere
lui
gli
intendimenti
,
e
le
passioni
,
e
i
sentimenti
del
suo
temuto
signore
?
Come
farebbe
il
contadino
a
liberarsi
dalle
invincibili
superstizioni
,
cui
lo
condannano
la
immediata
dipendenza
dalla
natura
,
la
mediata
dipendenza
dall
'
ignorato
meccanismo
sociale
,
e
la
fiducia
cieca
nel
prete
,
che
gli
tien
luogo
di
mago
e
di
fattucchiero
?
Per
quali
vie
mai
il
proletario
moderno
delle
grandi
città
industriali
,
esposto
com
'
è
di
continuo
alle
variabili
vicende
della
miseria
e
della
soggezione
,
potrebbe
raggiungere
l
'
ordinato
e
monotono
tenore
di
vita
,
che
fu
proprio
dei
membri
delle
corporazioni
artigiane
,
la
cui
esistenza
pareva
come
inquadrata
in
un
provvidenziale
disegno
?
Da
quali
elementi
intuitivi
di
esperienza
quel
mercante
di
maiali
di
Chicago
,
che
regala
all
'
Europa
tanti
prodotti
a
buon
prezzo
,
dovrebbe
ritrarre
le
condizioni
di
serenità
e
di
elevazione
spirituale
,
che
conferivano
all
'
ateniese
le
doti
dell
'
uomo
bello
-
e
-
buono
,
e
al
civis
romanus
la
dignità
dell
'
eroismo
?
Quale
potenza
di
docili
persuasive
cristiane
strapperà
dall
'
animo
dei
proletarii
moderni
le
ragioni
naturali
dell
'
odio
contro
gl
'
indeterminati
o
determinati
oppressori
loro
?
Perché
,
a
volere
che
giustizia
ci
sia
e
si
faccia
,
occorre
loro
di
appellarsi
alla
violenza
;
e
perché
l
'
amore
del
prossimo
,
come
legge
universale
,
paia
loro
plausibile
,
devono
essi
immaginare
una
vita
assai
difforme
dalla
presente
,
che
fa
dell
'
odio
una
necessità
,
come
di
debito
da
scontare
.
In
questa
società
delle
differenziazioni
,
l
'
odio
,
l
'
orgoglio
,
la
ipocrisia
,
la
menzogna
,
la
viltà
,
l
'
ingiustizia
,
e
tutto
il
catechismo
dei
vizi
cardinali
e
loro
accessorii
,
fanno
da
triste
riscontro
,
e
anzi
da
satira
,
alla
morale
eguale
per
tutti
.
Dunque
l
'
etica
si
risolve
a
un
certo
punto
nello
studio
storico
delle
condizioni
soggettive
ed
oggettive
del
come
la
morale
si
sviluppi
,
o
trovi
impedimento
a
svilupparsi
.
In
ciò
solo
,
ossia
entro
questi
termini
,
ha
valore
l
'
enunciato
,
che
la
morale
è
corrispettiva
alle
situazioni
sociali
,
e
ossia
,
in
ultima
analisi
,
alle
condizioni
economiche
.
A
qualche
cretino
soltanto
può
esser
passato
per
il
capo
di
dire
,
che
la
morale
individua
di
ciascun
uomo
sia
rigorosamente
proporzionale
alla
sua
individua
situazione
economica
.
Ciò
è
non
solo
empiricamente
falso
,
ma
è
intrinsecamente
irrazionale
.
Data
la
elasticità
del
meccanismo
psichico
,
non
è
possibile
mai
di
ridurre
lo
sviluppo
dei
singoli
individui
esclusivamente
al
tipo
della
classe
o
dello
stato
sociale
.
Qui
si
tratta
dei
fenomeni
di
massa
;
di
quei
fenomeni
che
formano
,
o
dovrebbero
formare
,
l
'
oggetto
della
statistica
morale
:
disciplina
cotesta
che
è
rimasta
fin
ad
ora
incompleta
,
perché
ha
assunto
ad
oggetto
delle
sue
combinazioni
i
gruppi
che
essa
stessa
crea
,
sommando
i
numeri
dei
casi
(
p
.
e
.
adulterii
,
furti
,
omicidii
)
,
e
non
quei
gruppi
che
come
classi
,
condizioni
e
situazioni
realmente
,
ossia
socialmente
,
esistono
.
Raccomandare
agli
uomini
la
morale
,
supponendone
o
ignorandone
le
condizioni
,
ecco
quale
fu
fin
ad
ora
la
mira
ed
il
genere
di
argomentazione
di
tutti
i
catechisti
.
Riconoscere
che
queste
condizioni
son
date
dal
circostanziato
ambiente
sociale
,
ecco
ciò
che
i
comunisti
contrappongono
all
utopia
ed
alla
ipocrisia
dei
predicatori
di
morale
.
E
in
quanto
vedono
nella
morale
,
non
un
privilegio
di
predestinati
,
né
un
dono
della
natura
,
ma
una
resultante
della
esperienza
e
della
educazione
,
essi
riconoscono
la
perfettibilità
umana
per
ragioni
ed
argomenti
che
,
sono
,
dirò
,
più
morali
ed
ideali
di
quelli
che
furono
di
solito
e
spensieratamente
accampati
dagli
ideologisti
.
In
altri
termini
,
l
'
uomo
sviluppa
,
ossia
produce
se
stesso
,
non
come
ente
genericamente
fornito
di
certi
attributi
,
che
si
ripetano
o
si
svolgano
secondo
un
ritmo
razionale
;
ma
produce
e
sviluppa
se
stesso
,
come
causa
ed
effetto
,
come
autore
e
conseguenza
ad
un
tempo
,
di
determinate
condizioni
,
nelle
quali
si
generano
anche
determinate
corretni
di
idee
,
di
opinioni
,
di
credenze
,
di
fantasia
,
di
aspettazioni
,
di
massime
.
Di
qui
nascono
le
ideologie
di
ogni
maniera
,
come
anche
le
generalizzazioni
della
morale
in
catechismi
,
in
canoni
e
sistemi
.
Non
è
quindi
da
meravigliare
se
coteste
ideologie
,
un
avolta
che
sian
nate
,
vengano
poi
coltivate
a
parte
per
forza
di
astrazione
:
tanto
che
da
ultimo
paiono
come
distaccate
dal
terreno
di
vita
in
cui
son
sorte
,
e
quasi
stessero
al
di
sopra
degli
uomini
,
a
guisa
di
imperativi
e
di
modelli
.
Preti
e
addottrinati
di
ogni
maniera
provvidero
per
secoli
a
questo
lavoro
di
astrazione
,
e
a
mantenere
le
illusioni
che
ne
risultano
.
Ora
che
furon
ritrovate
le
fonti
positive
di
tutte
le
ideologie
nel
meccanismo
della
vita
stessa
,
si
tratta
di
spiegare
realisticamente
il
loro
modo
di
generarsi
.
E
come
ciò
vale
di
tutte
le
ideologie
,
così
vale
in
particolare
di
quelle
che
consistono
nel
proiettare
fuori
dei
loro
termini
naturali
e
diretti
le
valutazioni
etiche
,
per
farne
,
o
delle
anticipazioni
di
divini
comandi
,
o
dei
presupposti
di
universali
suggestioni
dclla
coscienza
.
Ciò
costituisce
l
'
obietto
di
speciali
problemi
storici
.
Non
sempre
si
trova
il
bandolo
,
che
lega
certe
ideazioni
etiche
a
determinate
condizioni
pratiche
.
La
concreta
psicologia
sociale
dei
tempi
passati
ci
riesce
spesso
impenetrabile
.
Spesso
le
cose
più
ovvie
ci
riescono
inintelligibili
;
p
.
e
.
,
gli
animali
ritenuti
per
immondi
,
o
la
origine
della
repugnanza
al
matrimonio
tra
persone
in
lontani
gradi
di
parentela
.
Un
procedere
cauto
ci
porta
a
conchiudere
,
che
di
molti
particolari
rimarranno
sempre
ascosi
i
motivi
.
Ignoranza
,
superstizione
,
singolari
illusioni
,
simbolismi
,
ecco
,
con
tante
altre
,
le
cause
di
quell
'
inconsapevole
che
si
trova
spesso
nei
costumi
,
che
per
noi
costituisce
ora
l
'
insaputo
e
il
non
conoscibile
.
La
causa
precipua
di
tutte
le
difficoltà
sta
appunto
nella
tardiva
apparizione
di
ciò
che
chiamiamo
ragione
;
cosicché
le
tracce
dei
motivi
prossimi
delle
ideazioni
sono
andate
perdute
,
o
rimasero
involute
nelle
ideazioni
stesse
.
Corre
assai
più
spiccio
il
ragionamento
su
la
scienza
.
Di
questa
fu
scritta
per
gran
tempo
la
storia
in
modo
ingenuo
.
Dato
ed
ammesso
che
le
singole
scienze
avessero
il
loro
compendio
nei
manuali
e
nelle
enciclopedie
,
pareva
bastasse
di
ritrovare
cronologicamente
l
'
apparizione
dei
singoli
enunciati
,
risolvendo
l
'
insieme
del
riassunto
sistematico
negli
elementi
di
cui
esso
s
'
è
andato
successivamente
componendo
.
Il
presupposto
generale
era
altrettanto
semplice
:
-
in
fondo
a
questa
cronologia
c
'
è
la
ragione
che
si
svolge
e
progredisce
.
Codesto
metodo
,
se
metodo
può
chiamarsi
,
recava
in
sé
questo
piccolo
inconveniente
:
che
,
cioè
,
lasciava
tutto
al
più
intendere
come
da
scienza
che
già
esista
derivi
altra
scienza
a
fil
di
ragione
,
ma
non
lasciava
punto
intravvedere
,
per
quali
condizioni
di
fatto
gli
uomini
fossero
spinti
a
trovare
la
prima
volta
la
scienza
;
ossia
a
ridurre
in
una
determinata
e
nuova
forma
la
meditata
esperienza
.
Si
trattava
,
insomma
,
di
ritrovare
,
perché
storia
effettiva
della
scienza
ci
sia
,
la
origine
del
bisogno
scientifico
;
il
che
poi
lega
in
via
genetica
questo
agli
altri
bisogni
,
nella
continuità
del
processo
sociale
.
I
grandi
progressi
della
tecnica
moderna
,
nella
quale
veramente
consiste
la
sostanza
intellettuale
dell
'
epoca
borghese
,
han
fatto
tra
gli
altri
miracoli
anche
questo
,
di
rivelarci
per
la
prima
volta
la
origine
pratica
del
tentativo
scientifico
.
(
O
tu
indimenticabile
Accademia
fiorentina
,
che
pigliasti
nome
dal
cimento
,
quando
l
'
Italia
era
al
crepuscolo
di
sua
passata
grandezza
,
e
la
società
moderna
era
all
'
aurora
della
nuova
epoca
della
industria
.
)
E
oramai
noi
siamo
in
grado
di
ritrovare
il
filo
conduttore
di
ciò
che
per
astrazione
si
chiama
spirito
scientifico
:
né
alcuno
si
maraviglia
più
,
che
tutto
nelle
scoverte
scientifiche
sia
proceduto
come
nei
primissimi
tempi
,
quando
la
rozzissima
elementare
geometria
degli
egizii
ebbe
origine
dal
bisogno
di
misurare
i
campi
esposti
all
'
annua
inondazione
del
Nilo
,
e
la
periodicità
di
tali
inondazioni
suggerì
,
ivi
stesso
nell
'
Egitto
e
nella
Babilonide
,
di
ritrovare
i
rudimenti
dei
giri
astronomici
.
E
certamente
vero
sì
,
che
a
scienza
avviata
,
e
in
parte
maturata
,
come
già
accadde
nel
periodo
ellenistico
,
il
lavoro
di
astrazione
,
di
deduzione
e
di
combinazione
si
continua
nella
cerchia
degli
addottrinati
in
modi
,
che
apparentemente
obliterano
la
coscienza
delle
cause
sociali
del
primo
prodursi
della
scienza
stessa
.
Ma
se
noi
guardiamo
a
grandi
tratti
le
epoche
dello
sviluppo
della
scienza
,
e
confrontiamo
i
periodi
che
gl
'
ideologi
chiamerebbero
di
progresso
e
di
regresso
della
intelligenza
,
ci
si
palesa
la
ragione
sociale
degl
'
impulsi
,
ora
crescenti
ed
ora
decrescenti
,
per
rispetto
all
'
attività
scientifica
.
Che
bisogno
avea
la
società
feudale
dell
'
Occidente
di
Europa
,
di
quelle
scienze
antiche
,
che
i
bizantini
serbavano
almeno
materialmente
,
mentre
gli
arabi
nei
loro
vari
dominii
,
o
liberi
agricoltori
,
o
industriosi
artigiani
,
o
operosi
commercianti
,
eran
portati
a
crescere
di
tanto
?
E
che
è
la
Rinascenza
,
se
non
il
ricongiungimento
dell
'
iniziale
moto
della
borghesia
con
la
tradizione
del
sapere
antico
,
ridiventato
usabile
,
e
quindi
capace
di
dichiarazione
?
Che
cosa
è
tutto
l
'
accelerato
moto
del
sapere
scientifico
,
dal
secolo
decimosettimo
in
qua
,
se
non
la
serie
degli
atti
compiuti
dall
'
intelletto
scaltrito
dall
'
esperienza
,
per
assicurare
al
lavoro
umano
,
nelle
forme
di
una
raffinata
tecnica
,
il
dominio
su
le
condizioni
e
forze
naturali
?
Di
qui
la
guerra
all
'
oscurantismo
,
alla
superstizione
,
alla
chiesa
,
alla
religione
;
di
qui
il
naturalismo
,
l
'
ateismo
,
il
materialismo
,
di
qui
l
'
inaugurato
dominio
della
ragione
.
L
'
epoca
borghese
è
l
'
epoca
delle
menti
dispiegate
(
Vico
)
.
E
'
bene
di
ricordare
,
che
quel
governo
del
Direttorio
,
che
fu
il
prototipo
ed
il
compendio
di
tutta
la
corruzione
liberalesca
,
fu
il
primo
che
introdusse
nella
Università
e
nell
'
Accademia
formalmente
e
solennemente
la
scienza
della
libera
ricerca
:
e
c
'
entrò
Lamarck
!
Questa
scienza
,
che
l
'
epoca
borghese
per
le
sue
stesse
condizioni
ha
così
fomentato
e
fatto
crescere
gigante
,
è
il
solo
retaggio
dei
secoli
passati
,
che
il
comunismo
accetti
e
faccia
suo
senza
riserve
.
Né
metterebbe
conto
qui
di
fermarsi
a
dichiarare
la
pretesa
antitesi
fra
scienza
e
filosofia
.
Fatta
eccezione
di
quei
modi
di
filosofare
,
che
si
confondono
con
la
mistica
o
con
la
teologia
,
filosofia
non
vuol
dire
mai
scienza
o
dottrina
a
parte
di
cose
proprie
e
particolari
,
ma
è
semplicemente
un
grado
,
una
forma
,
uno
stadio
del
pensiero
,
per
rispetto
alle
cose
stesse
che
entrano
nel
campo
della
esperienza
.
La
filosofia
è
,
per
ciò
,
o
anticipazione
generica
di
problemi
,
che
la
scienza
deve
ancora
elaborare
specificatamente
,
o
è
riassunto
ed
elaborazione
concettuale
dei
resultati
cui
le
scienze
siano
già
giunte
.
Di
quelli
,
che
,
tanto
per
non
parere
antiquati
,
parlano
di
filosofia
scientifica
,
-
se
non
si
vuol
tenere
,
in
un
certo
conto
la
punta
umoristica
di
cotesta
espressione
,
che
respinge
ogni
forma
di
teologia
e
di
mero
tradizionalismo
,
-
bisogna
dire
che
sarebbero
dei
fatui
,
se
credessero
di
rappresentare
una
scuola
od
una
tendenza
a
parte
.
Dicevo
qui
poco
innanzi
,
nell
'
enunciar
delle
formule
,
che
la
struttura
economica
determina
in
secondo
luogo
l
'
indirizzo
,
e
in
buona
parte
e
per
indiretto
gli
obietti
della
fantasia
e
del
pensiero
,
nella
produzione
dell
'
arte
,
della
religione
e
della
scienza
.
A
dire
altrimenti
di
così
,
ed
oltre
di
così
,
sarebbe
come
mettersi
volontariamente
su
la
via
dell
'
assurdo
.
Innanzitutto
con
tale
enunciato
si
combatte
il
fantastico
assunto
ideologico
,
che
arte
,
religione
e
scienza
siano
svolgimenti
subiettivi
e
svolgimenti
storici
di
un
preteso
spirito
artistico
,
religioso
,
o
scientifico
,
il
quale
s
'
andrebbe
manifestando
successivamente
per
un
proprio
ritmo
di
evoluzione
,
qua
e
là
sussidiato
o
impedito
dalle
condizioni
materiali
.
Con
tale
enunciato
si
vuole
affermare
,
inoltre
,
la
necessaria
connessione
,
per
la
quale
ogni
fatto
dell
'
arte
e
della
religione
è
l
'
esponente
sentimentale
,
fantastico
,
e
ossia
derivato
,
di
determinate
condizioni
sociali
.
Se
dico
in
secondo
luogo
,
gli
è
per
distinguere
questi
prodotti
dai
fatti
di
ordinamento
giuridico
-
politico
,
che
sono
vera
e
propria
obiettivazione
dei
rapporti
economici
.
E
se
dico
in
buona
parte
e
per
indiretto
degli
obietti
di
tali
attività
,
gli
è
per
indicare
due
cose
:
e
cioè
,
che
nella
produzione
artistica
e
religiosa
la
mediazione
dalle
condizioni
ai
prodotti
è
assai
complicata
,
e
poi
che
gli
uomini
,
pur
vivendo
in
società
,
non
cessano
per
ciò
solo
di
vivere
anche
nella
natura
,
e
di
ricevere
da
questa
occasione
e
materia
alla
curiosità
ed
al
fantasticare
.
Al
postutto
tutto
ciò
si
riduce
ad
una
enunciazione
più
generale
:
l
'
uomo
non
percorre
più
storie
in
uno
e
medesimo
tempo
;
ma
tutte
le
pretese
varie
storie
(
arte
,
religione
,
etc
.
)
ne
fanno
una
sola
.
E
ciò
non
può
vedersi
perspicuamente
se
non
nei
momenti
caratteristici
e
significativi
della
produzione
di
cose
nuove
,
ossia
nei
periodi
che
dirò
rivoluzionarii
.
Più
tardi
,
l
'
acquiescenza
nelle
cose
prodotte
,
e
la
ripetizione
tradizionale
di
un
determinato
tipo
,
obliterano
il
senso
delle
origini
.
Si
provi
alcuno
a
distrarre
l
'
ideologia
delle
favole
,
che
stanno
in
fondo
ai
poemi
omerici
,
da
quel
momento
dell
'
evoluzione
storica
,
in
cui
spunta
l
'
aurora
della
civiltà
ariana
nel
bacino
del
Mediterraneo
;
da
quella
fase
,
cioè
,
della
barbarie
superiore
,
nella
quale
nasce
,
così
in
Grecia
come
altrove
,
l
'
epos
genuino
.
Faccia
conto
altri
di
immaginare
,
che
il
cristianesimo
nascesse
e
si
sviluppasse
altrove
che
nella
cerchia
del
cosmopolitismo
romano
,
e
altrimenti
che
non
per
opera
di
quei
proletarii
,
di
quegli
schiavi
,
di
quei
derelitti
,
di
quei
disperati
,
ai
quali
occorreva
la
redenzione
,
l
'
apocalissi
,
e
la
promessa
del
regno
di
Dio
.
Trovi
chi
voglia
il
modo
di
fingere
,
che
nel
bel
mezzo
della
Rinascenza
spuntasse
fuori
la
romantica
,
che
appena
s
'
accenna
nel
decadente
Torquato
Tasso
;
o
faccia
di
attribuire
a
Richardson
o
a
Diderot
il
romanzo
di
Balzac
,
nel
quale
apparisce
,
come
in
contemporaneo
della
prima
generazione
del
socialismo
e
della
sociologia
,
la
psicologia
delle
classi
.
Lassù
,
in
dietro
in
dietro
,
alle
prime
origini
delle
ideazioni
mitiche
,
ci
è
chiaro
che
Zeus
non
assunse
i
caratteri
di
padre
degli
uomini
e
degli
dei
,
se
non
quando
la
patria
potestà
era
già
stabilita
,
e
cominciava
l
'
inizio
di
quella
serie
di
processi
,
che
mettono
capo
nello
stato
.
Zeus
cessò
così
di
essere
ciò
che
era
stato
prima
,
cioè
il
semplice
divo
(
ossia
lucente
)
,
o
il
tonante
.
Ed
ecco
quaggiù
ad
un
punto
opposto
della
evoluzione
storica
,
gran
numero
di
pensatori
del
secolo
scorso
riducono
a
un
solo
dio
astratto
,
che
è
semplice
reggitore
del
mondo
,
tutta
la
variopinta
immagine
dell
'
ignoto
e
del
trascendente
,
che
s
'
era
esplicata
in
tanto
lusso
di
creazioni
mitologiche
,
cristiane
o
pagane
.
L
'
uomo
si
sentiva
più
a
casa
sua
nella
natura
,
per
via
dell
'
esperimento
,
e
si
sentiva
più
atto
a
penetrare
l
'
ingranaggio
della
società
,
di
cui
possedeva
in
parte
la
scienza
.
Il
miracoloso
gli
si
assottigliava
nella
mente
,
tanto
che
il
materialismo
e
il
criticismo
han
potuto
di
poi
eliminare
cotesto
povero
residuo
di
trascendenza
,
senza
metter
mano
alla
guerra
contro
gli
dei
.
C
'
è
sì
una
storia
delle
idee
ma
questa
non
consiste
nel
circolo
vizioso
delle
idee
che
spieghino
se
stesse
.
Si
tratta
di
risalire
dalle
cose
all
'
ideato
.
Questo
è
un
problema
:
anzi
in
ciò
è
una
moltitudine
di
problemi
,
tante
son
varie
,
molteplici
,
multiformi
ed
intricate
le
proiezioni
che
gli
uomini
han
fatto
di
sé
e
delle
loro
condizioni
economico
-
sociali
,
e
quindi
delle
loro
speranze
e
dei
loro
timori
,
delle
loro
aspettazioni
e
dei
loro
disinganni
,
nelle
ideazioni
artistiche
e
religiose
.
La
linea
di
metodo
è
trovata
,
ma
la
esecuzione
particolare
non
è
facile
.
Soprattutto
bisogna
guardarsi
dalla
tentazione
scolastica
di
dedurre
i
prodotti
dell
'
attività
storica
,
che
si
esplica
nell
'
arte
e
nella
religione
.
È
sperabile
che
i
filosofi
alla
Krug
,
che
deduceva
dialetticamente
la
penna
con
la
quale
scriveva
,
sian
rimasti
in
perpetuo
sepolti
nelle
note
della
Logica
di
Hegel
,
ove
s
'
accenna
a
tale
bizzarria
.
Alcune
difficoltà
vogliono
essere
qui
precisate
.
In
ogni
tentativo
di
riduzione
dei
prodotti
secondarii
(
p
.
e
.
arte
e
religione
)
alle
condizioni
sociali
,
che
in
quelli
vengono
ad
essere
idealizzate
,
ci
occorre
di
formarci
un
lungo
abito
circa
la
psicologia
sociale
specificata
,
nella
quale
la
trasformazione
si
avvera
.
In
ciò
consiste
la
ragion
d
'
essere
di
quell
'
insieme
di
relazioni
,
che
con
altre
forme
di
dicitura
vengono
p
.
e
.
designate
,
come
mondo
egiziano
,
coscienza
greca
,
spirito
della
Rinascenza
,
idee
dominanti
,
psicologia
dei
popoli
,
della
società
o
delle
classi
.
Quando
cotesti
rapporti
si
sono
costituiti
,
e
gli
uomini
si
sono
assuefatti
a
certe
ideazioni
,
e
a
certi
modi
di
credenza
o
di
fantasia
,
le
ideologie
trasmesse
per
tradizione
tendono
a
cristallizzarsi
.
E
per
ciò
appariscono
come
una
forza
che
resista
al
nuovo
;
e
come
questa
resistenza
si
manifesta
nella
parola
,
nello
scritto
,
nella
intolleranza
,
nella
polemica
,
nella
persecuzione
,
così
la
lotta
fra
le
nuove
e
le
vecchie
condizioni
sociali
assume
la
forma
di
una
contesa
per
le
idee
.
In
secondo
luogo
,
attraverso
ai
secoli
della
storia
propriamente
detta
,
così
per
la
eredità
della
selvatica
preistoria
,
come
per
le
condizioni
di
soggezione
e
quindi
di
inferiorità
,
nella
quale
la
più
parte
degli
uomini
furono
e
sono
tenuti
,
si
è
prodotta
una
acquiescenza
nel
tradizionale
,
per
cui
le
vecchie
tendenze
si
perpetuano
come
ostinate
sopravvivenze
.
In
terzo
luogo
,
come
già
dissi
,
gli
uomini
,
vivendo
socialmente
,
non
cessano
di
vivere
anche
nella
natura
.
A
questa
non
sono
certo
legati
come
gli
animali
,
perché
vivono
sopra
un
terreno
artificiale
.
Ognuno
del
resto
capisce
,
che
la
casa
non
è
la
grotta
,
l
'
agricoltura
non
è
il
pascolo
naturale
,
e
la
farmacia
non
è
l
'
esorcismo
.
Ma
la
natura
è
sempre
il
sottosuolo
immediato
del
terreno
artificiale
,
ed
è
l
'
ambito
che
tutti
ci
recinge
.
La
tecnica
ha
messo
fra
noi
animali
sociali
e
la
natura
i
modificatori
,
i
deviatori
,
gli
allontanatori
degl
'
influssi
naturali
;
ma
non
ha
perciò
distrutta
la
efficacia
di
essi
,
e
noi
anzi
di
continuo
la
sentiamo
.
E
come
noi
nasciamo
naturalmente
maschi
e
femmine
,
moriamo
quasi
sempre
nostro
malgrado
,
e
siamo
dominati
dall
'
istinto
della
generazione
,
così
noi
portiamo
anche
nel
temperamento
condizioni
specifiche
,
che
l
'
educazione
nel
lato
senso
della
parola
,
ossia
l
'
accomodazione
sociale
,
può
modificare
sì
,
entro
certi
limiti
,
ma
non
può
mai
distruggere
.
Queste
condizioni
di
temperamento
ripetute
in
più
esemplari
,
e
derivatesi
in
più
esemplari
attraverso
i
secoli
,
costituiscono
ciò
che
si
chiama
carattere
etnico
.
Per
tutte
coteste
ragioni
,
la
nostra
dipendenza
dalla
natura
,
per
quanto
diminuita
dai
tempi
della
preistoria
in
qua
,
si
continua
nel
nostro
vivere
sociale
;
come
in
questo
si
continua
anche
l
'
alimento
che
dallo
spettacolo
della
natura
stessa
viene
alla
curiosità
ed
alla
fantasia
.
Ora
cotesti
effetti
della
natura
,
coi
sentimenti
immediati
o
mediati
che
ne
resultano
,
per
quanto
avvertiti
,
da
che
c
è
storia
,
solo
attraverso
l
'
angolo
visuale
che
ci
è
offerto
dalle
condizioni
della
società
,
non
mancano
mai
di
riflettersi
nei
prodotti
dell
'
arte
e
della
religione
;
la
qual
cosa
complica
le
difficoltà
della
interpretazione
realistica
e
piena
dell
'
una
e
dell
'
altra
.
XI
.
Usando
di
questa
dottrina
,
come
di
nuovo
principio
di
ricerca
,
come
di
preciso
mezzo
di
orientazione
,
e
come
di
determinato
angolo
visuale
,
si
potrà
poi
,
da
ultimo
,
riuscire
ad
un
rifacimento
narrativo
ed
espositivo
della
storia
?
Alla
domanda
generica
non
si
può
a
meno
di
dare
,
in
genere
,
una
risposta
affermantiva
.
Perché
,
in
effetti
,
se
si
dà
il
caso
,
che
il
comunista
critico
,
ossia
il
sociologo
del
materialismo
economico
,
o
come
ora
volgarmente
dicesi
,
il
marxista
,
abbia
la
necessaria
preparazione
critica
,
e
l
'
abito
della
trattazione
storica
,
e
poi
le
doti
di
esposizione
che
occorrono
alla
narrazione
ordinata
ed
efficace
,
non
c
'
è
ragione
per
affermare
,
che
egli
non
possa
scrivere
la
storia
,
come
fino
ad
ora
la
scrissero
i
seguaci
di
ogni
altra
scuola
politica
.
Ecco
lì
l
'
esempio
di
Marx
in
persona
,
nel
quale
è
un
argomento
di
fatto
,
che
non
ammette
replica
.
Lui
,
che
fu
il
primo
e
principale
ritrovatore
dei
concetti
decisivi
di
questa
dottrina
,
la
ridusse
ben
presto
in
istrumento
di
orientazione
politica
,
da
pubblicista
insuperato
,
durante
il
periodo
rivoluzionario
del
1848-50
.
E
poi
la
plasmò
con
la
massima
precisione
,
in
quel
saggio
che
s
'
intitola
del
:
Diciotto
Brumaio
di
Luigi
Bonaparte
,
del
quale
ora
può
dirsi
,
a
tanta
distanza
di
anni
,
e
dopo
tante
pubblicazioni
,
che
fatta
eccezione
di
qualche
minuto
particolare
e
di
qualche
errata
previsione
,
non
ci
sarebbe
modo
di
arrecarvi
,
né
correzioni
,
né
complementi
notevoli
.
Né
starò
qui
a
ripetere
,
a
guisa
di
chi
faccia
una
bibliografia
,
l
'
elenco
dei
varii
scritti
attinenti
all
'
applicazione
della
dottrina
,
o
del
Marx
stesso
o
dell
'
Engels
-
il
quale
ultimo
,
dalla
Guerra
dei
contadini
(
1890
)
fino
allo
scritto
postumo
su
le
Origini
della
presente
unità
di
Germania
,
ne
ha
lasciato
tanti
saggi
,
-
o
degli
immediati
continuatori
loro
,
e
dei
volgarizzatori
del
socialismo
scientifico
.
Per
fino
nella
stampa
socialistica
si
trovano
,
di
tanto
in
tanto
,
dei
preziosi
saggi
di
spiegazione
delle
vicende
politiche
attuali
,
nei
quali
,
appunto
per
effetto
del
materialismo
storico
,
tu
riconosci
una
chiaroveggenza
e
perspicuità
,
che
invano
cercheresti
negli
scrittori
e
nei
polemisti
,
che
non
hanno
ancora
squarciati
i
veli
fantastici
e
gl
'
involucri
ideologici
della
storia
.
Non
è
il
caso
,
in
somma
,
di
assumersi
la
difesa
di
una
tesi
astratta
,
come
userebbe
un
causidico
.
Gli
è
,
per
fermo
,
evidente
,
che
come
tutte
le
storie
,
che
furono
fino
ad
ora
scritte
,
c
'
è
sempre
in
fondo
,
se
non
proprio
nelle
esplicite
intenzioni
degli
scrittori
,
di
certo
nell
'
animo
loro
,
una
tendenza
,
un
principio
,
una
veduta
generale
della
vita
;
così
questa
dottrina
,
che
ha
messo
definitivamente
ordine
alla
considerazione
obiettiva
della
struttura
sociale
,
debba
da
ultimo
dirigere
con
precisione
la
ricerca
storica
,
e
debba
metter
capo
in
una
narrazione
piena
,
trasparente
ed
integrale
.
I
sussidi
certamente
non
mancano
.
L
'
Economia
,
che
,
come
oramai
tutti
vedono
,
nacque
e
si
svolse
come
la
scienza
della
produzione
borghese
,
dopo
essersi
imbaldanzita
nella
illusione
di
rappresentare
le
leggi
assolute
di
ogni
forma
di
produzione
,
per
la
dura
lezione
delle
cose
entrò
poi
,
a
un
certo
punto
,
come
tutti
sanno
,
in
un
periodo
di
autocritica
.
Come
da
questa
autocritica
per
un
verso
è
nato
il
comunismo
critico
,
così
per
un
altro
verso
,
per
opera
,
cioè
,
dei
più
tiepidi
,
e
savii
e
discreti
della
tradizione
accademica
,
è
nata
la
scuola
storica
dei
fenomeni
economici
.
Per
fatto
e
merito
di
cotesta
scuola
,
e
per
effetto
della
applicazione
dei
metodi
descrittivi
e
comparativi
,
oramai
siamo
in
possesso
di
un
vastissimo
materiale
di
cognizioni
circa
le
varie
forme
storiche
della
economia
,
dai
fatti
più
complessi
e
specificati
per
differenze
essenziali
di
tipo
,
fino
alla
particolareggiata
azienda
di
un
monastero
,
o
di
una
corporazione
artigiana
medievale
.
Lo
stesso
è
accaduto
della
Statistica
,
la
quale
,
mettendo
in
uso
molti
mezzi
di
combinazione
delle
fonti
,
riesce
oramai
a
portar
luce
,
con
sufficiente
approssimazione
,
sul
movimento
della
popolazione
nei
secoli
passati
.
Cotesti
studii
non
si
fanno
,
certo
,
nell
'
interesse
della
nostra
dottrina
,
anzi
il
più
delle
volte
con
animo
ostile
al
socialismo
;
del
che
non
si
avvedono
quegli
asineschi
leggitori
di
carta
stampata
,
i
quali
così
spesso
confondono
la
storia
economica
,
l
'
economia
storica
,
ed
il
materialismo
storico
.
Ma
cotesti
studii
,
oltre
che
per
il
materiale
difatti
che
raccolgono
e
dichiarano
,
son
notevoli
in
quanto
documentano
il
progresso
,
che
va
tuttodì
facendo
la
storia
interna
,
la
quale
,
poco
per
volta
,
si
sostituisce
a
quella
storia
esterna
,
che
per
secoli
fu
in
modo
esclusivo
trattata
da
letterati
e
da
artisti
.
Buona
parte
di
cotesti
materiali
raccolti
va
di
continuo
soggetta
a
nuova
correzione
;
come
accade
,
del
resto
,
in
ogni
campo
di
cognizioni
empiriche
,
le
quali
di
continuo
oscillano
tra
il
creduto
certo
,
il
semplice
probabile
,
e
ciò
che
deve
essere
più
tardi
,
o
integrato
,
o
eliminato
.
Né
le
illazioni
e
le
combinazioni
degli
storici
della
economia
,
o
di
quelli
che
narrano
la
storia
in
genere
sul
filo
conduttore
dei
fenomeni
economici
,
son
sempre
tanto
plausibili
e
concludenti
,
che
non
si
senta
il
bisogno
di
dire
:
qui
conviene
ricominciar
da
capo
.
Ma
ciò
che
sta
indubitabile
è
il
fatto
,
che
presentemente
tutta
la
storiografia
tende
a
diventare
una
scienza
,
o
,
meglio
,
una
disciplina
sociale
;
e
quando
questo
moto
,
per
ora
incerto
e
multiforme
,
verrà
a
compimento
,
gli
sforzi
degli
eruditi
e
dei
ricercatori
metteranno
capo
inevitabilmente
nella
accettazione
del
materialismo
economico
.
Per
tale
incidenza
di
sforzi
e
di
lavori
scientifici
,
che
partono
da
così
diversi
punti
,
la
concezione
materialistica
di
tutta
la
storia
finirà
per
penetrare
le
menti
,
come
una
definitiva
conquista
del
pensiero
;
il
che
toglierà
,
in
fine
,
ai
fautori
e
agli
avversarii
la
tentazione
di
parlarne
,
pro
e
contro
,
come
usa
delle
tesi
di
partito
.
Oltre
ai
sussidii
diretti
,
qui
innanzi
accennati
,
la
nostra
dottrina
ne
ha
di
molti
altri
indiretti
;
come
ha
anche
degli
istruttivi
riscontri
in
molte
delle
discipline
,
nelle
quali
,
per
la
maggiore
semplicità
dei
rapporti
,
fu
più
agevole
l
'
applicazione
del
metodo
genetico
.
Il
caso
tipico
è
nella
glottologia
,
e
in
modo
specialissimo
in
quella
che
ha
per
oggetto
le
lingue
ariane
.
Dalla
evidenza
e
perspicuità
di
processo
,
di
analisi
e
di
ricostruzione
che
è
propria
di
tali
discipline
,
e
specie
della
glottologia
,
gli
è
certo
,
fino
ad
ora
,
assai
remota
l
'
applicazione
del
materialismo
storico
.
Sarebbe
per
ciò
un
vano
tentativo
quello
di
provarsi
,
fin
da
ora
,
a
scrivere
una
sinossi
della
storia
universale
,
che
avesse
a
svolgere
tutte
le
varie
forme
della
produzione
,
per
poi
inferirne
tutto
il
resto
dell
'
attività
umana
,
in
modo
particolare
e
circostanziale
.
Allo
stato
presente
degli
studii
,
chi
tentasse
cotesto
compendio
di
nuova
Kulturgeschichte
non
farebbe
se
non
di
ritradurre
in
fraseologia
economica
i
punti
di
orientazione
generale
,
che
in
altri
libri
,
p
.
e
.
nell
'
Hellwald
,
son
di
fraseologia
,
darwiniana
.
Ci
corre
molto
dalla
accettazione
di
un
principio
,
alla
applicazione
completa
e
particolareggiata
di
esso
a
tutta
una
vasta
provincia
difatti
,
o
ad
un
grande
intreccio
di
fenomeni
.
Per
ciò
l
'
applicazione
della
nostra
dottrina
deve
tenersi
,
per
ora
,
nella
esposizione
e
trattazione
di
determinate
parti
della
storia
.
Chiarissime
sopra
tutte
le
altre
sono
le
formazioni
moderne
,
alla
intelligenza
delle
quali
concorrono
,
con
pari
evidenza
,
così
gli
sviluppi
economici
della
borghesia
,
come
la
dichiarata
conoscenza
dei
vani
impedimenti
che
essa
ebbe
a
superare
nei
diversi
paesi
,
e
quindi
lo
svolgersi
delle
varie
rivoluzioni
,
intesa
cotesta
parola
nel
più
lato
senso
.
Riesce
di
quasi
eguale
chiarezza
,
agli
occhi
nostri
,
la
preistoria
prossima
della
borghesia
in
sul
declinare
del
Medioevo
;
dove
non
sarebbe
difficile
di
trovare
,
p
.
e
.
nell
'
individuato
sviluppo
della
città
di
Firenze
,
una
serie
documentata
di
svolgimenti
nei
quali
il
movimento
economico
e
statistico
trova
completo
riscontro
nei
rapporti
politici
,
e
sufficiente
illustrazione
nello
sviluppo
contemporaneo
della
intelligenza
,
già
ridotta
in
prosa
,
e
spoglia
in
buona
parte
di
illusioni
ideologiche
.
Né
sarebbe
fuori
d
'
ogni
probabilità
il
ridurre
,
fin
da
ora
,
sotto
il
determinato
e
preciso
angolo
visuale
del
materialismo
tutta
la
storia
romana
antica
.
In
questa
,
e
specie
nel
periodo
primitivo
,
fanno
difetto
le
fonti
dirette
,
le
quali
per
converso
son
tanto
abbondanti
in
Grecia
,
dalla
tradizione
popolare
e
dall
'
epos
,
e
dall
'
autentica
iscrizione
giuridica
,
fino
alla
trattazione
prammatica
delle
connessioni
storico
-
sociali
.
Ma
in
Roma
,
invece
,
le
lotte
pei
diritti
politici
recano
in
sé
quasi
sempre
le
ragioni
economiche
su
cui
poggiano
;
dal
che
poi
procede
,
che
il
deperire
di
determinate
classi
,
e
il
formarsi
di
nuove
classi
,
e
il
moto
della
conquista
,
e
il
cambiar
delle
leggi
e
delle
forme
dell
'
apparato
politico
,
tornino
tanto
evidenti
.
Cotesta
storia
romana
è
dura
e
prosaica
;
né
si
veste
mai
di
quei
complementi
ideologici
che
furon
proprii
della
vita
greca
.
La
prosa
rigida
della
conquista
,
della
studiata
colonizzazione
,
delle
istituzioni
e
delle
forme
di
diritto
,
escogitate
e
trovate
per
risolvere
determinati
attriti
e
contrasti
,
fa
della
storia
romana
una
catena
di
accadimenti
,
che
si
seguono
con
singolare
e
cruda
evidenza
.
Perché
il
problema
vero
è
questo
:
che
,
cioè
,
non
si
tratta
già
di
sostituire
la
sociologia
alla
storia
,
come
se
questa
fosse
stata
una
apparenza
,
che
celi
dietro
di
sé
una
realtà
riposta
;
ma
anzi
si
tratta
di
intendere
integralmente
la
storia
,
in
tutte
le
sue
intuitive
manifestazioni
,
e
d
'
intenderla
per
mezzo
della
sociologia
economica
.
Non
si
tratta
già
di
separare
l
'
accidente
dalla
sostanza
,
la
parvenza
dalla
realtà
,
il
fenomeno
dal
nocciolo
intrinseco
,
o
come
altro
si
direbbe
dai
seguaci
di
qualunque
altro
scolasticismo
;
ma
,
anzi
,
di
spiegare
l
'
intreccio
ed
il
complesso
,
per
l
'
appunto
in
quanto
è
intreccio
e
complesso
.
Non
si
tratta
di
scovrire
e
di
determinare
il
terreno
sociale
solamente
,
per
poi
farvi
apparir
su
gli
uomini
,
come
tante
marionette
,
i
cui
fili
siano
tenuti
e
mossi
,
dalla
provvidenza
non
più
,
ma
anzi
dalle
categorie
economiche
.
Queste
categorie
sono
esse
stesse
divenute
e
divengono
,
come
tutto
il
resto
;
-
perché
gli
uomini
mutano
quanto
alla
capacità
e
all
'
arte
di
vincere
,
aggiogare
,
trasformare
ed
usare
le
condizioni
naturali
;
-
perché
gli
uomini
cambiano
animo
ed
attitudini
per
la
reazione
degli
istrumenti
loro
sopra
di
loro
stessi
;
-
perché
gli
uomini
mutano
nei
loro
rispettivi
rapporti
di
conviventi
,
e
perciò
di
dipendenti
in
vario
modo
gli
uni
dagli
altri
.
Si
tratta
,
insomma
,
della
storia
,
e
non
dello
scheletro
suo
.
Si
tratta
del
racconto
e
non
dell
'
astrazione
;
si
tratta
di
esporre
e
di
tratteggiare
l
'
insieme
,
e
non
già
di
risolverlo
e
di
analizzarlo
soltanto
;
si
tratta
,
a
dirla
in
una
parola
,
ora
come
prima
e
come
sempre
,
di
un
'
arte
.
Può
darsi
il
caso
,
che
il
sociologo
,
il
quale
segua
i
principii
del
materialismo
economico
,
si
proponga
di
circoscriversi
alla
sola
analisi
,
poniamo
ad
esempio
,
di
quello
che
eran
le
classi
al
momento
che
la
Rivoluzione
Francese
scoppiò
,
per
giungere
poi
alle
classi
,
che
dalla
Rivoluzione
resultano
e
ad
essa
sopravvivono
.
In
questo
caso
i
titoli
,
e
le
indicazioni
e
le
classificazioni
della
materia
da
analizzare
sono
precisi
,
p
.
e
.
la
città
e
la
campagna
,
l
'
artigiano
e
l
'
operaio
,
i
nobili
e
i
servi
,
la
terra
che
si
libera
dagli
oneri
feudali
e
i
piccoli
proprietarii
che
si
formano
,
il
commercio
clic
si
emancipa
da
tante
restrizioni
,
il
danaro
che
si
accumula
,
l
industria
che
prospera
,
e
così
via
.
Né
c
è
nulla
da
obiettare
su
la
scelta
di
un
tale
metodo
;
il
quale
,
come
quello
che
segue
la
traccia
embriogenetica
,
è
indispensabile
alla
preparazione
della
ricerca
storica
secondo
l
indirizzo
della
nuova
dottrina
.
Ma
noi
sappiamo
che
la
embriogenia
non
basta
a
darci
notizia
della
vita
animale
,
la
quale
non
è
di
schemi
,
ma
è
di
esseri
vivi
e
viventi
,
che
lottano
,
e
per
lottare
esercitano
forze
,
istinti
e
passioni
.
E
così
,
è
,
mutatis
mutandis
,
anche
degli
uomini
,
in
quanto
vivono
storicamente
.
Quei
determinati
uomini
,
mossi
da
certi
interessi
,
spinti
da
certe
passioni
,
premuti
da
certe
circostanze
,
con
tali
disegni
,
con
tali
propositi
,
che
operano
con
tale
aspettazione
,
per
tale
illusione
propria
o
per
tale
inganno
altrui
,
che
martiri
di
sé
o
degli
altri
vengono
in
aspra
collisione
,
e
si
elidono
a
vicenda
:
-
ecco
la
storia
effettuale
della
Rivoluzione
Francese
.
Perché
,
se
è
vero
che
ogni
storia
non
è
se
non
l
'
esplicazione
di
determinate
condizioni
economiche
,
gli
è
altrettanto
vero
,
che
essa
non
si
svolge
se
non
in
determinate
forme
di
attività
umana
;
-
che
questa
sia
passionata
o
riflessa
,
fortunata
o
senza
successo
,
ciecamente
istintiva
o
deliberatamente
eroica
.
Comprendere
l
'
intreccio
ed
il
complesso
nella
sua
intima
connessione
e
nelle
sue
manifestazioni
esteriori
;
discendere
dalla
superficie
al
fondo
,
e
poi
rifare
la
superficie
dal
fondo
;
risolvere
le
passioni
e
i
disegni
nei
moventi
loro
,
dai
più
prossimi
ai
più
remoti
,
e
poi
ricondurre
i
dati
delle
passioni
,
dei
disegni
e
dei
moventi
loro
ai
più
remoti
elementi
di
una
determinata
situazione
economica
:
ecco
l
'
arte
difficile
,
che
deve
esemplificare
la
concezione
materialistica
.
E
perché
non
giova
di
imitare
lo
scolastico
,
che
in
riva
al
mare
insegnava
a
nuotare
con
la
definizione
del
nuoto
,
prego
il
lettore
di
aspettare
,
che
io
esemplifichi
in
altri
saggi
il
mio
pensiero
,
col
recare
una
qualche
effettiva
narrazione
storica
;
rifacendo
,
cioè
,
per
iscritto
una
parte
di
ciò
che
già
da
un
pezzo
vo
facendo
,
a
voce
,
insegnando
.
Per
cotal
via
rimangono
chiarite
alcune
questioni
secondarie
e
derivate
.
Qual
è
p
.
e
.
il
significato
della
biografia
dei
così
detti
uomini
grandi
?
Si
è
visto
a
dare
negli
ultimi
tempi
a
tale
proposito
delle
risposte
,
che
,
in
un
senso
o
nell
'
altro
,
son
di
carattere
estremo
.
Da
una
parte
sono
i
sociologi
ad
oltranza
,
dall
'
altra
gl
'
individualisti
,
che
,
alla
maniera
di
Carlyle
,
mettono
a
capo
della
storia
gli
eroi
.
Secondo
gli
uni
basta
provare
quali
fossero
le
ragioni
p
.
e
.
del
Cesarismo
,
e
di
Cesare
non
importa
punto
.
Secondo
gli
altri
non
c
'
è
ragioni
obiettive
di
classi
e
di
interessi
sociali
che
bastino
a
spiegar
nulla
:
sono
i
grandi
spiriti
che
dànno
impulso
a
tutto
il
moto
storico
;
e
la
storia
ha
,
per
così
dire
,
i
suoi
signori
e
monarchi
.
Gli
empiristi
del
racconto
si
cavano
d
'
impaccio
in
modo
semplice
,
col
mettere
,
cioè
,
assieme
come
vien
viene
,
uomini
e
cose
,
le
necessità
di
fatto
e
gl
'
influssi
subiettivi
.
Il
materialismo
storico
supera
le
vedute
antitetiche
dei
sociologisti
e
degli
individualisti
,
e
al
tempo
stesso
elimina
l
'
ecletticismo
dei
narratori
empirici
.
Innanzi
tutto
il
factum
.
Che
quel
determinato
Cesare
,
che
fu
Napoleone
,
nascesse
l
'
anno
tale
,
facesse
la
tal
carriera
,
e
si
trovasse
fortunatamente
in
buon
punto
il
18
Brumaio
;
-
tutto
ciò
è
affatto
accidentale
rispetto
al
corso
generale
delle
cose
,
che
spingeva
la
nuova
classe
,
padrona
del
campo
,
a
salvare
dalla
rivoluzione
ciò
che
a
lei
pareva
necessario
di
salvare
,
al
qual
bisogno
occorreva
la
creazione
di
un
governo
burocratico
-
militare
.
L
'
uomo
,
o
gli
uomini
adatti
bisognava
pur
trovarli
.
Ma
,
che
quello
che
avvenne
effettivamente
avvenisse
nei
modi
che
sappiamo
,
ciò
dipese
dal
fatto
che
fu
Napoleone
appunto
a
dar
opera
all
'
impresa
,
e
non
un
povero
Monk
,
o
un
ridicolo
Boulanger
.
E
da
questo
punto
in
poi
l
'
accidente
cessa
di
essere
accidente
;
appunto
perché
è
quella
determinata
persona
che
dà
l
'
impronta
e
la
fisionomia
agli
avvenimenti
,
nel
modo
,
e
per
il
modo
come
si
svolsero
.
Ora
il
fatto
stesso
che
la
storia
tutta
poggia
su
le
antitesi
,
su
i
contrasti
,
su
le
lotte
,
su
le
guerre
,
spiega
l
'
influenza
decisiva
di
determinati
uomini
in
determinate
occasioni
.
Cotesti
uomini
non
sono
,
né
un
accidente
trascurabile
del
meccanismo
sociale
,
né
dei
miracolosi
creatori
di
ciò
che
la
società
,
senza
di
loro
,
non
avrebbe
fatto
in
nessun
modo
.
Gli
è
l
'
intreccio
stesso
delle
condizioni
antitetiche
,
il
quale
fa
che
determinati
individui
,
o
geniali
,
o
eroici
,
o
fortunati
,
o
malvagi
,
sian
chiamati
in
momenti
critici
a
dire
la
parola
decisiva
.
Mentre
gl
'
interessi
particolari
dei
singoli
gruppi
sociali
sono
in
uno
stato
tale
di
tensione
,
che
tutte
le
parti
contendenti
a
vicenda
si
paralizzano
,
a
muovere
l
'
ingranaggio
politico
occorre
l
'
individuale
coscienza
dì
una
determinata
persona
.
Le
antitesi
sociali
,
le
quali
fanno
di
ogni
convivenza
umana
un
organamento
instabile
,
dànno
alla
storia
,
specie
quando
sia
vista
ed
esaminata
rapidamente
e
a
grandi
tratti
,
il
carattere
del
dramma
.
Questo
dramma
si
ripete
nei
rapporti
da
comunità
a
comunità
,
da
nazione
a
nazione
,
da
stato
a
stato
,
perché
le
interne
disuguaglianze
,
concorrendo
con
le
differenziazioni
esterne
,
han
prodotto
e
producono
tutto
il
moto
delle
guerre
,
delle
conquiste
,
dei
trattati
,
delle
colonizzazioni
e
così
via
.
In
questo
dramma
apparvero
sempre
come
condottieri
della
società
gli
uomini
che
si
chiamano
eminenti
,
o
grandi
,
e
dalla
presenza
loro
l
'
empirismo
ha
argomentato
,
che
essi
fossero
i
principali
autori
della
storia
stessa
.
Ricondurre
la
spiegazione
del
loro
apparire
alle
cause
generali
e
alle
condizioni
comuni
della
struttura
sociale
,
è
cosa
che
perfettamente
armonizza
coi
dati
della
nostra
dottrina
;
ma
provarsi
ad
eliminarli
,
come
volentieri
farebbero
certi
affettati
oggettivisti
del
sociologismo
,
gli
è
una
vera
fatuità
.
E
in
conclusione
,
il
seguace
del
materialismo
storico
,
che
si
metta
ad
esporre
e
a
raccontare
,
non
deve
far
ciò
schematizzando
.
La
storia
è
sempre
determinata
,
configurata
,
infitamente
accidentata
e
variopinta
.
Essa
ha
combinatoria
e
prospettiva
.
Non
basta
di
avere
eliminato
preventivamcnte
il
presupposto
dei
fattori
;
perché
chi
narra
si
trova
di
continuo
a
fronte
di
cose
,
che
paiono
disparate
,
indipendenti
,
e
per
sé
stanti
.
Cogliere
l
'
insieme
come
insieme
,
e
scorgervi
i
rapporti
continuativi
di
serrati
accadimenti
,
ecco
la
difficoltà
.
La
somma
degli
accadimenti
strettamente
consecutivi
e
serrati
,
è
tutta
la
storia
;
il
che
è
quanto
dire
tutto
quello
che
noi
sappiamo
dell
'
esser
nostro
in
quanto
siamo
esseri
sociali
,
e
non
più
semplicemente
animali
.
XII
.
Nel
successivo
insieme
,
e
nella
continuativa
necessità
di
tutti
gli
accadimenti
storici
,
non
è
,
dunque
,
domandano
alcuni
,
nessun
senso
,
né
alcuna
significazione
?
Cotesta
interrogazione
,
o
che
parta
essa
dal
campo
degli
idealisti
,
o
ci
arrivi
dalle
bocche
dei
più
cauti
critici
,
certamente
,
e
in
tutti
i
casi
,
come
s
impone
all
attenzione
nostra
,
così
esige
una
adeguata
risposta
.
In
fatti
,
se
si
pon
mente
alle
premesse
,
o
intuitive
,
o
intellettuali
,
dalle
quali
deriva
la
concezione
del
progresso
,
come
di
quella
idea
che
contenga
ed
abbracci
la
totalità
del
processo
umano
,
si
vede
che
cotali
presupposti
poggian
tutti
sul
bisogno
mentale
,
che
è
in
noi
,
di
attribuire
alla
serie
,
o
alle
serie
degli
accadimenti
,
un
certo
senso
ed
una
certa
significazione
.
Il
concetto
di
progresso
,
per
chi
lo
esamini
bene
addentro
nella
sua
natura
specifica
,
implica
sempre
dei
giudizi
di
valutazione
;
e
,
per
ciò
,
non
è
chi
possa
confonderlo
con
la
nozione
nuda
e
cruda
del
semplice
sviluppo
,
il
quale
non
include
punto
quell
'
incremento
di
pregio
,
per
cui
noi
di
una
cosa
diciamo
che
essa
progredisca
.
Dissi
già
qui
innanzi
,
e
,
mi
pare
,
con
sufficiente
estensione
,
come
il
progresso
non
istia
a
guisa
di
imperativo
o
di
comando
sul
succedersi
naturale
ed
immediato
delle
umane
generazioni
.
Ciò
è
tanto
intuitivo
,
per
quanto
è
intuitiva
la
coesistenza
attuale
di
popoli
,
nazioni
e
stati
,
che
trovansi
,
in
uno
e
medesimo
tempo
,
in
diverso
stadio
di
sviluppo
;
per
quanto
è
innegabile
la
presente
condizione
di
relativa
e
di
rispettiva
superiorità
ed
inferiorità
di
popolo
a
popolo
;
e
per
quanto
è
,
da
ultimo
,
accertato
il
regresso
parziale
e
relativo
avveratosi
più
volte
nella
storia
,
come
ne
stette
per
secoli
a
documento
l
'
Italia
.
Anzi
,
se
c
è
mai
prova
stringente
,
del
come
il
progresso
non
sia
da
intendere
nel
senso
di
una
legge
immediata
,
e
,
dirò
così
per
rincalzare
,
di
una
legge
fisica
o
fatale
,
gli
è
appunto
questa
,
che
lo
sviluppo
sociale
,
per
le
stesse
ragioni
di
processo
che
gli
sono
immanenti
,
mise
spesso
capo
nel
regresso
.
Gli
è
d
'
altra
parte
chiaro
ed
accertato
,
che
così
la
facoltà
del
progredire
,
come
la
possibilità
di
far
regresso
,
non
costituiscono
,
alla
prima
,
né
immediato
privilegio
,
né
ingenito
difetto
di
razza
;
né
sono
dirette
emanazioni
delle
condizioni
geografiche
.
Perché
non
solo
i
primitivi
centri
di
civiltà
furon
molteplici
,
e
non
solo
cotali
centri
si
spostarono
nel
corso
dei
secoli
,
ma
sta
anche
il
fatto
,
che
i
mezzi
,
i
trovati
,
i
resultati
e
gl
'
impulsi
di
una
determinata
civiltà
,
che
siasi
già
svolta
,
sono
,
entro
certi
limiti
,
comunicabili
a
tutti
gli
uomini
in
indefinito
.
Ossia
,
a
farla
breve
,
progresso
e
regresso
sono
inerenti
alle
condizioni
ed
al
ritmo
dello
sviluppo
sociale
in
genere
.
Ora
,
dunque
,
la
fede
nella
universalità
del
progresso
,
che
apparve
con
tanto
impeto
nel
secolo
decimottavo
,
ha
in
questo
primo
addentellato
positivo
;
che
,
cioè
,
gli
uomini
,
quando
non
trovino
impedimenti
nelle
condizioni
esterne
,
e
non
ne
trovino
in
quelle
che
derivano
dalla
loro
propria
opera
nell
'
ambito
sociale
,
sono
tutti
capaci
di
progredire
.
E
poi
in
fondo
alla
supposta
,
o
immaginata
,
o
creduta
unità
della
storia
,
per
la
quale
il
processo
delle
varie
società
formerebbe
come
una
sola
serie
di
progresso
,
sta
un
altro
fatto
,
che
ha
offerto
motivo
ed
occasione
a
tante
fantasticherie
ideologiche
.
Se
non
tutti
i
popoli
son
progrediti
egualmente
,
e
anzi
alcuni
,
o
si
arrestarono
,
o
corsero
la
via
del
regresso
,
se
il
processo
di
sviluppo
sociale
non
ebbe
sempre
,
in
ogni
luogo
ed
in
ogni
tempo
,
il
medesimo
ritmo
e
la
medesima
intensità
,
gli
è
pur
nondimeno
sicuro
il
fatto
,
che
,
nel
passaggio
dell
'
azione
decisiva
da
popolo
a
popolo
nel
corso
della
storia
,
i
prodotti
utili
,
già
acquisiti
da
quelli
che
decadevano
,
passarono
a
quelli
che
divenivano
e
salivano
.
La
qual
cosa
non
vale
tanto
dei
prodotti
,
dirò
così
,
del
sentimento
e
della
fantasia
,
che
pur
si
serbano
e
perpetuano
nella
tradizione
letteraria
,
quanto
vale
dei
resultati
del
pensiero
,
e
soprattutto
della
scoverta
e
della
produzione
dei
mezzi
tecnici
,
che
,
ove
siano
acquisiti
,
per
diretto
si
comunicano
e
trasmettono
.
Occorre
forse
di
rammentare
,
che
la
scrittura
non
fu
mai
più
perduta
,
per
quanto
i
popoli
che
ne
furono
i
rinvenitori
sparissero
dalla
storica
continuità
?
Occorre
forse
di
ricordare
,
che
noi
rechiamo
tuttodì
nelle
nostre
tasche
,
su
i
nostri
orologi
,
il
quadrante
babilonese
,
e
che
noi
usiamo
l
'
algebra
,
che
fu
introdotta
da
quegli
arabi
,
la
cui
attività
storica
si
è
poi
dispersa
come
la
sabbia
del
deserto
?
Non
vale
di
molteplicare
incidentalmente
e
indefinitamente
gli
esempii
,
perché
basta
di
aver
sott
'
occhi
la
tecnologia
,
e
la
storia
delle
scoverte
nel
lato
senso
della
parola
,
nella
quale
è
evidente
la
trasmissione
quasi
continuativa
dei
mezzi
istrumentali
del
lavoro
e
della
produzione
.
E
,
al
postutto
,
le
smossi
provvisorie
che
diconsi
storie
universali
,
per
quanto
rivelino
sempre
,
così
nell
'
intento
come
nella
esecuzione
,
qualcosa
di
forzato
e
di
artificiale
,
non
sarebbero
state
mai
nemmen
tentate
,
se
le
vicende
umane
non
offrissero
all
'
empirismo
dei
narratori
un
qualche
filo
,
sia
pur
sottile
,
di
continuità
.
Ecco
lì
l
'
Italia
del
secolo
decimosesto
,
che
evidentemente
decade
;
ma
,
mentre
decade
,
trasmette
alla
rimanente
Europa
le
sue
armi
intellettuali
.
Né
esse
sole
rimangono
in
retaggio
alla
civiltà
che
continua
;
ma
anche
il
mercato
mondiale
si
stabilisce
su
i
fondamenti
di
quelle
scoverte
geografiche
,
e
di
quei
trovati
nautici
,
che
furono
opera
dei
mercanti
,
e
dei
viaggiatori
e
marinari
d
'
Italia
.
Né
solo
i
modi
del
far
la
guerra
,
e
i
raffinamenti
dell
'
astuzia
politica
passaron
fuori
dell
'
Italia
(
della
qual
cosa
soltanto
si
occupano
di
solito
i
letterati
)
;
ma
anche
l
'
arte
del
far
danaro
in
tutta
la
evidenza
di
una
elaborata
disciplina
commerciale
;
e
,
via
via
,
i
rudimenti
della
scienza
,
su
i
quali
è
fondata
la
tecnica
moderna
,
e
innanzi
tutto
la
metodica
irrigazione
dei
campi
,
e
le
leggi
generali
dell
'
idraulica
.
Tutto
ciò
è
tanto
precisamente
vero
,
che
ad
un
amatore
di
tesi
congetturali
potrebbe
saltar
in
capo
di
proporsi
questo
quesito
:
cosa
sarebbe
stato
dell
'
Italia
,
in
questa
moderna
epoca
borghese
,
se
,
avverandosi
il
progetto
del
Senato
veneto
(
1504
)
di
far
qualcosa
che
avrebbe
rassomigliato
negli
effetti
al
taglio
dell
'
istmo
di
Suez
,
la
marina
italiana
si
fosse
trovata
a
contendere
direttamente
coi
portoghesi
nell
'
Oceano
Indiano
,
in
quel
momento
appunto
,
in
cui
il
trasferimento
dell
'
azione
storica
dal
Mediterraneo
all
'
Oceano
preparava
la
decadenza
nostra
?
Ma
basta
di
tale
fantasia
!
Una
certa
continuità
storica
,
nel
senso
empirico
e
circostanziato
della
trasmissione
e
del
successivo
incremento
dei
mezzi
della
civiltà
,
è
un
fatto
,
dunque
,
incontrastabile
.
E
sebbene
questo
fatto
escluda
ogni
idea
di
preconcetto
disegno
,
di
finalità
intenzionale
o
latente
,
di
prestabilita
armonia
,
e
tutte
quelle
altre
fantasticherie
su
le
quali
si
è
tanto
speculato
,
non
per
ciò
solo
esclude
l
'
idea
del
progresso
,
che
noi
possiamo
usare
come
di
valutazione
del
corso
del
divenire
umano
.
Gli
è
indubbio
sì
,
che
il
progresso
non
abbraccia
materialmente
il
succedersi
delle
generazioni
,
e
che
la
sua
nozione
non
implica
nulla
di
categorico
,
tanto
che
le
società
han
fatto
anche
regresso
,
ma
ciò
non
toglie
che
cotesta
idea
possa
servirci
come
di
filo
conduttore
e
di
stregua
,
per
dare
significazione
al
processo
storico
.
Di
tali
cautele
critiche
,
così
nell
'
uso
dei
concetti
specifici
,
come
nei
modo
di
loro
applicazione
,
non
intendono
nulla
quei
poveri
evoluzionisti
ad
oltranza
,
che
sono
scienziati
senza
la
grammatica
e
senza
il
galateo
della
scienza
,
ossia
senza
la
logica
.
Come
ho
detto
più
volte
,
le
idee
non
cascano
dal
cielo
,
e
anche
quelle
che
in
dati
momenti
vengon
fuori
da
determinate
situazioni
,
con
impeto
di
fede
e
con
veste
metafisica
,
recano
sempre
in
sé
l
'
indizio
di
corrispondere
a
un
ordine
di
fatti
,
di
cui
si
tenti
o
si
cerchi
la
spiegazione
.
L
'
idea
del
progresso
,
come
di
unificatore
della
storia
,
apparve
con
violenza
e
si
fece
gigante
nel
secolo
decimottavo
,
ossia
nel
periodo
eroico
della
vita
politica
ed
intellettuale
della
borghesia
rivoluzionaria
.
Come
questa
ha
generato
,
nell
'
ordine
delle
opere
,
il
periodo
più
intensivo
di
storia
che
mai
si
conosca
,
così
ha
prodotto
in
pari
tempo
la
sua
propria
ideologia
,
nella
nozione
del
progresso
.
Questa
ideologia
nella
sua
sostanza
,
e
per
il
momento
,
vuol
dire
,
che
il
capitalismo
è
la
sola
forma
di
produzione
che
sia
capace
di
estendersi
a
tutta
la
terra
,
e
di
ridurre
tutto
il
genere
umano
in
condizioni
che
da
per
tutto
si
rassomiglino
.
Se
la
tecnica
moderna
può
portarsi
da
per
ogni
dove
,
se
tutto
l
'
uman
genere
apparisce
come
un
solo
campo
di
concorrenza
,
e
tutta
la
terra
come
un
solo
mercato
,
che
maraviglia
c
'
è
se
la
ideologia
,
che
coteste
condizioni
di
fatto
intellettualmente
riflette
,
è
venuta
nell
'
affermazione
,
che
la
presente
unità
storica
,
sia
stata
preparata
da
tutto
ciò
che
la
precede
?
Traducete
questo
concetto
di
pretesa
preparazione
in
quello
affatto
naturale
di
verificabili
successive
condizioni
ed
eccovi
aperta
la
via
per
la
quale
si
giunge
dalla
ideologia
del
progresso
al
materialismo
storico
:
e
si
giunge
anche
all
'
affermazione
di
Marx
,
che
questa
forma
della
produzione
borghese
è
l
'
ultima
forma
antagonistica
del
processo
della
società
.
I
miracoli
dell
'
epoca
borghese
,
nella
unificazione
del
processo
sociale
,
non
hanno
riscontro
nel
passato
.
Ecco
lì
tutto
il
Nuovo
Mondo
,
e
poi
l
'
Australia
,
e
l
'
Africa
meridionale
e
la
Nuova
Zelanda
!
E
son
tutti
come
noi
!
E
poi
il
contraccolpo
nell
'
Estremo
Oriente
per
la
imitazione
,
e
nell
'
Africa
per
la
conquista
!
Innanzi
a
tale
universalità
e
a
tale
cosmopolitismo
,
l
'
acquisizione
dei
celti
e
degl
'
iberi
alla
civiltà
romana
,
e
quella
dei
germani
e
degli
slavi
al
ciclo
della
civiltà
romano
-
bizantino
-
cristiana
,
rimpiccioliscono
.
Cotesta
unificazione
sempre
crescente
si
riflette
ogni
giorno
più
nel
meccanismo
politico
dell
'
Europa
;
il
quale
meccanismo
,
perché
fondato
su
la
conquista
economica
delle
altre
parti
del
mondo
,
oscilla
oramai
per
gl
'
influssi
e
riflussi
,
che
vengono
dalle
più
remote
regioni
.
In
questo
complicatissimo
intreccio
di
azioni
e
di
reazioni
,
la
guerra
fra
Giappone
e
Cina
,
che
fu
guerreggiata
coi
mezzi
,
o
imitati
,
o
a
dirittura
presi
in
prestito
dalla
tecnica
europea
,
lascia
le
sue
tracce
,
né
leggiere
né
di
breve
durata
,
nei
rapporti
diplomatici
dell
'
Europa
,
e
ne
lascia
dei
più
vivi
nella
borsa
,
che
è
la
fedele
interprete
della
coscienza
dei
nostri
tempi
.
Questa
Europa
,
maestra
a
tutto
il
resto
del
mondo
,
ha
visto
di
recente
oscillare
i
rapporti
della
politica
degli
stati
di
cui
consta
,
per
una
rivolta
nel
Transvaal
,
e
per
un
insuccesso
delle
armi
italiane
in
Abissinia
,
proprio
di
questi
ultimi
giorni
.
I
secoli
che
han
preparato
e
portato
alla
forma
sua
attuale
il
dominio
economico
della
produzione
borghese
,
hanno
anche
sviluppata
la
tendenza
ad
unificare
la
storia
sotto
una
veduta
generale
;
e
per
cotal
modo
rimane
spiegata
e
giustificata
la
ideologia
del
progresso
,
che
informa
tanti
libri
di
filosofia
della
storia
e
di
Kulturgeschichte
.
La
unità
di
forma
sociale
,
ossia
la
unità
di
forma
capitalistica
nella
produzione
,
cui
la
borghesia
tende
da
secoli
,
s
è
venuta
a
riflettere
nel
concetto
della
unità
della
storia
,
in
forme
tanto
suggestive
quante
non
ne
potea
mai
dare
al
pensiero
l
'
angusto
cosmopolitismo
dell
'
impero
romano
,
né
quello
unilaterale
della
chiesa
cattolica
.
Ma
cotesta
unificazione
della
vita
sociale
,
per
opera
della
forma
capitalistica
borghese
,
si
sviluppò
la
prima
volta
,
e
continua
ora
a
svolgersi
,
non
secondo
regole
,
e
piani
,
e
preconcetti
disegni
;
ma
,
anzi
,
per
via
di
attriti
e
di
lotte
,
che
nell
'
insieme
formano
un
colossale
intrigo
di
antitesi
.
Guerra
al
di
fuori
,
e
guerra
al
di
dentro
.
Lotta
incessante
fra
le
nazioni
,
e
lotta
incessante
fra
i
componenti
le
singole
nazioni
.
Ed
è
tanto
complicato
l
'
intreccio
delle
opere
e
delle
azioni
di
tanti
emuli
,
concorrenti
e
contendenti
,
che
la
coordinazione
degli
eventi
sfugge
assai
spesso
all
'
attenzione
,
per
esser
cosa
poco
facile
il
coglierne
l
'
intimo
nesso
.
La
gara
che
ora
è
tra
gli
uomini
,
le
lotte
che
ora
,
con
varii
metodi
,
si
svolgono
tra
le
nazioni
e
nelle
nazioni
,
son
valse
a
farci
intendere
meglio
,
per
entro
a
quali
difficoltà
si
è
mossa
la
storia
del
passato
.
E
se
l
'
ideologia
borghese
,
riflettendo
la
tendenza
all
'
unificazione
capitalistica
,
ha
proclamato
il
progresso
dell
'
uman
genere
,
il
materialismo
storico
,
invertendo
,
e
senza
proclamazioni
,
ha
scoverto
,
che
nelle
antitesi
fu
fino
ad
ora
la
causa
e
il
movente
d
'
ogni
accadimento
storico
.
E
perciò
il
moto
della
storia
,
preso
in
generale
,
ci
si
rivela
come
oscillante
;
-
o
meglio
,
per
usare
una
immagine
più
propria
,
ci
pare
si
svolga
sopra
di
una
linea
spezzata
,
che
cambia
spesso
di
direzione
,
e
di
nuovo
si
spezza
,
e
in
alcuni
momenti
gli
è
come
rientrante
,
e
alcune
volte
si
distende
,
dilungandosi
di
molto
dal
punto
iniziale
:
-
un
vero
zig
-
zag
.
Data
la
complicazione
interna
di
ciascuna
società
,
e
dato
l
'
incontro
di
più
società
sul
campo
della
concorrenza
(
dalle
ingenue
forme
della
razzia
,
della
rapina
e
della
pirateria
,
fino
ai
raffinati
metodi
dell
'
elegante
giuoco
di
borsa
!
)
,
gli
è
naturale
,
che
ogni
resultato
storico
,
quando
sia
misurato
alla
sola
stregua
dell
'
aspettazione
individuale
,
apparisca
assai
spesso
come
un
caso
,
e
considerato
poi
teoricamente
torni
alla
mente
più
inestricabile
delle
contingenze
meteoriche
.
Per
ciò
non
è
una
semplice
frase
il
detto
della
ironia
che
siede
sovrana
su
la
storia
;
perché
,
difatti
,
se
nessun
Dio
di
Epicuro
ride
di
lassù
sopra
le
cose
umane
,
quaggiù
le
cose
umane
intessono
da
se
stesse
una
divina
commedia
.
Cesserà
mai
cotesta
ironia
delle
umane
sorti
?
Sarà
,
ossia
,
mai
possibile
una
tal
forma
di
convivenza
,
che
dia
luogo
allo
sviluppo
cooperativo
ed
integrale
di
tutte
le
attitudini
,
in
guisa
che
il
processo
ulteriore
della
storia
divenga
vera
ed
effettiva
evoluzione
?
Sarà
possibile
,
se
così
piace
agli
amatori
delle
arrotondate
frasi
,
la
umanizzazione
di
tutti
gli
uomini
?
Eliminate
,
nel
comunismo
della
produzione
,
le
antitesi
,
che
sono
ora
causa
ed
effetto
delle
differenziazioni
economiche
,
tutte
le
energie
umane
non
acquisterebbero
un
grado
altissimo
di
efficacia
e
di
intensità
negli
effetti
cooperativi
,
e
al
tempo
stesso
non
si
svolgerebbero
esse
con
la
massima
libertà
d
'
individuazione
,
in
ogni
singola
persona
?
Nelle
risposte
affermative
a
tali
domande
è
la
somma
di
ciò
,
che
il
comunismo
critico
dice
,
ossia
,
predice
dell
'
avvenire
.
E
non
dice
e
predice
,
come
per
discutere
di
una
astratta
possibilità
,
o
come
chi
di
capo
suo
voglia
mettere
in
essere
uno
stato
di
cose
,
che
speri
o
vagheggi
.
Ma
dice
e
predice
come
chi
enuncia
ciò
che
è
inevitabile
accada
,
per
la
immanente
necessità
della
storia
,
vista
e
studiata
oramai
nel
fondo
della
sua
sostruzione
economica
.
Ce
n
'
est
que
dans
un
ordre
de
choses
,
où
il
n
'
y
aura
plus
de
classes
et
d
'
antagonisme
de
classes
,
que
les
évolutions
sociales
cesseront
d
'
étre
des
révolutions
politiques
.
Alla
vecchia
società
borghese
,
con
le
sue
classi
e
coi
suoi
antagonismi
di
classe
,
subentra
una
associazione
,
nella
quale
il
libero
sviluppo
di
ciascuno
è
la
condizione
del
libero
sviluppo
di
tutti
.
I
rapporti
borghesi
della
produzione
sono
l
'
ultima
forma
antagonistica
del
processo
sociale
della
produzione
-
antagonistica
non
nel
senso
dell
'
antagonismo
individuale
,
anzi
di
un
antagonismo
che
sorge
dalle
condizioni
sociali
della
vita
degl
'
individui
;
-
ma
le
forze
produttive
,
che
si
sviluppano
nel
seno
della
società
borghese
,
mettono
già
in
essere
le
condizioni
materiali
per
la
risoluzione
di
tale
antagonismo
.
Con
tale
formazione
di
società
cessa
,
per
ciò
,
la
preistoria
del
genere
umano
.
Con
la
presa
di
possesso
dei
mezzi
di
produzione
da
parte
della
società
,
rimane
esclusa
la
produzione
delle
merci
,
e
con
essa
rimane
esclusa
la
signoria
del
prodotto
sul
produttore
.
All
'
anarchia
dominante
nella
produzione
sociale
subentrerà
la
cosciente
organizzazione
a
disegno
.
La
lotta
per
l
'
esistenza
individuale
cesserà
.
Solo
per
cotal
modo
l
'
uomo
si
distaccherà
,
in
un
certo
senso
,
dal
mondo
animale
,
in
modo
definitivo
,
e
passerà
dalle
condizioni
di
esistenza
animale
in
quelle
di
esistenza
umana
.
Tutto
l
'
ambito
delle
condizioni
della
vita
,
che
fino
ad
ora
ha
dominato
gli
uomini
,
passerà
sotto
il
comando
e
sotto
la
revisione
degli
uomini
stessi
;
che
diverranno
,
così
,
per
la
prima
volta
effettivi
signori
della
natura
,
perché
saranno
signori
della
propria
consociazione
.
Le
leggi
della
loro
propria
attività
sociale
,
che
stavano
loro
di
contro
come
leggi
estranee
che
li
dominassero
,
saranno
applicate
e
padroneggiate
dagli
uomini
stessi
,
con
piena
cognizione
di
causa
.
La
stessa
consociazione
,
che
stava
di
fronte
agli
uomini
,
come
imposta
dalla
natura
e
dalla
storia
,
diverrà
la
libera
e
propria
opera
loro
.
Le
forze
estranee
ed
obiettive
,
che
finora
dominavano
la
storia
,
passano
sotto
la
vigilanza
degli
uomini
.
Solo
da
tal
punto
in
poi
gli
uomini
faranno
con
piena
coscienza
la
loro
propria
storia
;
solo
da
tal
punto
in
poi
le
cause
sociali
,
che
essi
metteranno
in
moto
,
potranno
raggiungere
,
in
gran
parte
,
e
in
ragione
sempre
crescente
,
i
voluti
effetti
.
Questo
è
il
salto
del
genere
umano
dal
regno
della
necessità
in
quello
della
libertà
.
Compiere
cotesta
azione
liberatrice
del
mondo
,
ecco
la
missione
storica
del
proletariato
moderno
.
Se
Marx
ed
Engels
fossero
stati
mai
facitori
di
frasi
,
se
la
mente
loro
non
fosse
stata
resa
cauta
,
fino
allo
scrupolo
,
dall
'
uso
e
dall
'
applicazione
cotidiana
e
minuta
dei
mezzi
scientifici
,
se
il
contatto
assiduo
con
tanti
cospiratori
e
visionarii
non
li
avesse
resi
aborrenti
da
ogni
utopia
,
fino
alla
pedanteria
dell
'
opposto
,
tali
enunciati
potrebbero
esser
tenuti
in
conto
di
geniali
paradossi
,
che
sfuggano
all
'
esame
della
critica
.
Ma
quegli
enunciati
sono
come
la
chiusa
,
anzi
sono
l
'
effettiva
conclusione
,
della
dottrina
del
materialismo
storico
.
Resultano
a
filo
diritto
dalla
critica
dell
'
economia
e
dalla
dialettica
storica
.
In
tali
enunciati
,
del
resto
sviluppabili
,
come
avrò
occasione
di
mostrare
in
altro
luogo
,
si
riassume
tutta
la
previsione
dell
'
avvenire
,
che
non
sia
,
né
voglia
essere
,
romanzo
,
o
utopia
.
E
in
questi
enunciati
stessi
è
una
adeguata
e
conclusiva
risposta
alla
domanda
con
la
quale
comincia
questo
capitolo
:
se
,
cioè
,
nelle
serie
degli
accadimenti
storici
ci
sia
da
ultimo
ed
effettivamente
senso
e
significazione
.
E
qui
faccio
punto
;
parendomi
,
che
,
per
una
dilucidazione
preliminare
,
ce
ne
sia
oramai
abbastanza
.
Roma
,
10
marzo
1896
Appendice
A
proposito
della
crisi
del
marxismo
.
Mi
riferisco
qui
ad
un
libro
,
nè
breve
,
nè
di
comoda
lettura
,
di
Th
.
G
.
Masaryk
,
professore
della
Università
czeca
di
Praga
,
venuto
in
luce
proprio
di
questi
ultimi
giorni
.
Quanto
sia
voluminoso
può
vedersi
a
piè
di
pagina
,
dove
n
'
è
dato
per
esteso
il
titolo
.
Non
mi
propongo
però
di
scriverne
la
recensione
pura
e
semplice
.
E
se
mai
paresse
,
che
l
'
esprimere
la
propria
opinione
a
proposito
d
'
un
libro
importi
che
di
quello
si
faccia
la
recensione
,
dirò
che
questa
qui
assumerà
necessariamente
le
proporzioni
e
l
'
andatura
di
un
quasi
-
articolo
.
Il
nome
mio
e
il
titolo
a
capo
della
pagina
potrebbero
indurre
nel
sospetto
,
che
io
intenda
di
mettermi
come
in
una
polemica
di
partito
.
Il
lettore
stia
d
'
animo
tranquillo
.
Non
confonderò
le
pagine
della
"
Rivista
italiana
di
sociologia
"
con
le
colonne
del
giornale
politico
cotidiano
.
Dirò
solo
,
en
passant
,
come
il
caso
assai
curioso
del
grande
affanno
,
che
la
stampa
politica
italiana
,
sia
essa
giornaliera
o
altrimenti
periodica
,
s
'
è
dato
per
mesi
e
mesi
nel
proclamare
la
morte
del
socialismo
,
usando
la
etichetta
della
crisi
del
marxismo
,
è
parso
a
me
un
nuovo
documento
di
quel
vizio
organicamente
nazionale
,
che
può
oramai
definirsi
qual
diritto
all
ignoranza
.
A
nessuno
di
cotesti
egregi
becchini
del
socialismo
,
che
,
tanto
per
far
folla
intorno
alla
crisi
,
andavano
mettendo
assieme
a
casaccio
i
nomi
incompatibili
fra
loro
di
così
varii
scrittori
,
è
venuto
in
mente
di
proporsi
queste
semplici
e
oneste
domande
:
-
la
critica
sorta
in
altri
paesi
intorno
al
marxismo
può
essa
mai
riguardare
direttamente
l
'
Italia
?
-
ebbe
mai
,
o
ha
,
cotesta
dottrina
alcuna
solida
base
e
sicura
diffusione
nel
nostro
paese
?
-
e
,
al
postutto
,
il
partito
socialistico
italiano
ha
tanta
forza
già
,
e
tale
estensione
su
le
masse
e
tra
le
masse
,
ed
ha
in
se
stesso
tale
sviluppo
e
tale
complessità
di
condizioni
e
di
attinenze
politiche
,
da
rivelare
quei
caratteri
precisi
e
spiccati
di
stabile
e
duratura
organizzazione
proletaria
,
data
la
quale
il
discutere
a
fondo
della
dottrina
gli
è
discuter
di
cose
e
non
di
parole
?
-
e
,
per
andare
più
al
fondo
,
c
'
è
chi
possa
dire
,
che
in
questo
paese
nostro
sia
stata
già
percorsa
tutta
la
via
crucis
delle
trasformazioni
economiche
,
a
capo
delle
quali
s
'
è
avverato
altrove
ciò
che
dicesi
sistema
capitalistico
,
del
quale
il
marxismo
,
alla
sua
volta
,
è
poi
il
contraccolpo
critico
?
Chi
si
fosse
proposte
coteste
domande
,
e
altre
simili
,
sarebbe
venuto
nella
onesta
conclusione
,
che
non
ci
può
essere
la
crisi
di
ciò
...
che
non
esiste
ancora
.
Può
darsi
,
anzi
si
dà
di
certo
,
che
tutti
cotesti
necrologisti
del
socialismo
ignorassero
come
la
frase
di
crisi
del
marxismo
fosse
stata
coniata
e
messa
in
circolazione
per
l
'
appunto
dal
professore
Masaryk
,
al
quale
(
lui
ignaro
tuttora
,
come
accade
spesso
agli
stranieri
,
delle
cose
d
'
Italia
)
è
capitata
l
'
insigne
sorte
di
portare
nel
nostro
paese
un
nuovo
ed
inatteso
contributo
alla
fortuna
delle
parole
.
Ma
gli
è
proprio
così
.
La
espressione
di
crisi
del
marxismo
fu
inventata
da
Masaryk
nei
numeri
177-79
della
"
Zeit
"
di
Vienna
,
del
febbraio
del
1898
,
e
quegli
articoli
suoi
furon
poi
raccolti
in
opuscolo
,
con
la
data
del
10
marzo
:
-
e
,
si
badi
bene
,
non
perché
l
'
autore
di
tale
scoperta
letteraria
avesse
in
animo
di
dichiarare
la
morte
del
socialismo
,
ma
solo
perché
gli
parve
di
constatare
(
mi
si
passi
la
parola
di
gergo
giornalistico
)
la
crisi
per
entro
al
marxismo
;
-
ed
egli
difatti
conchiudeva
così
:
"
Io
vorrei
ammonire
i
nemici
del
socialismo
,
di
non
farsi
delle
vane
speranze
in
pro
dei
loro
partiti
per
questa
crisi
del
marxismo
,
la
quale
potrà
dare
anzi
gran
forza
al
socialismo
,
quando
i
suoi
capi
vorranno
criticarne
liberamente
i
fondamenti
e
superarne
i
difetti
.
Come
tutti
gli
altri
partiti
di
riforma
sociale
,
il
socialismo
ha
la
sua
fonte
viva
nelle
manifeste
imperfezioni
del
presente
ordinamento
sociale
,
e
nella
sua
ingiustizia
ed
immoralità
,
e
soprattutto
nella
miseria
materiale
,
morale
ed
intellettuale
della
gran
massa
presso
tutti
i
popoli
"
.
In
quelle
24
pagine
,
che
erano
invero
troppo
poco
per
la
gravità
dell
'
assunto
,
i
dati
della
crisi
-
per
quanto
s
'
attiene
alla
Sozialdemokratie
tedesca
e
con
qualche
piccolo
riferimento
alla
letteratura
francese
ed
inglese
-
venian
riassunti
,
enumerati
,
caratterizzati
,
così
un
po
'
in
furia
e
fretta
,
nei
seguenti
capi
...
Ma
che
giova
di
tenersi
più
all
'
opuscolo
del
10
marzo
1898
,
se
nel
libro
alla
data
del
27
marzo
1899
le
24
pagine
d
'
allora
son
diventate
600
,
dico
600
,
il
che
è
viceversa
troppo
assai
-
direbbe
un
napoletano
-
e
per
la
entità
di
ciò
che
vi
si
va
esponendo
,
e
per
la
pazienza
media
dei
lettori
?
Il
prof
.
Masaryk
è
un
positivista
:
parola
qui
in
Italia
d
'
uso
soverchiamente
estensivo
ed
elastico
,
ma
che
per
lui
professante
filosofia
vuol
dire
,
e
sia
pure
con
parecchie
modificazioni
,
trovarsi
su
la
linea
che
va
da
Comte
a
Spencer
...
o
a
Masaryk
stesso
.
Non
sarei
in
grado
di
tributargli
tutta
l
'
ammirazione
della
quale
sarà
,
forse
,
degno
;
perché
lui
ha
l
'
abitudine
per
me
incomoda
di
scrivere
in
lingua
czeca
.
Non
ne
conoscevo
fino
ad
ora
se
non
la
Logica
concreta
nella
traduzione
tedesca
.
Né
vorrei
soverchiamente
sottilizzare
sul
tenore
tassativo
delle
sue
espressioni
,
perché
questo
libro
è
stato
tradotto
dal
signor
Kalandra
in
un
tedesco
alquanto
cancelleresco
.
L
'
opera
nel
tutt
'
insieme
,
come
dice
l
'
autore
stesso
nella
prefazione
,
non
è
da
considerare
sotto
l
'
aspetto
della
composizione
e
dello
stile
.
E
'
un
parto
onninamente
ultraccademico
,
con
la
ovvia
partitura
in
introduzione
e
sezioni
,
e
queste
,
che
son
cinque
e
son
seguite
dal
riassunto
,
recano
la
suddivisione
in
capitoli
,
con
la
sottofigura
dell
'
A
,
B
,
C
e
così
via
,
fin
giù
giù
alla
risuddivisione
del
tutto
in
162
paragrafi
,
con
varia
bibliografia
in
ordine
sparso
e
in
ordine
concentrato
,
con
un
indice
-
sommario
veramente
mirabile
,
che
fa
pensare
a
tante
cose
cui
il
libro
poi
non
risponde
,
e
con
l
'
inevitabile
registro
.
Sono
,
insomma
,
appunti
di
lezioni
illustrative
e
dichiarative
,
di
tono
posato
e
anzi
tenue
,
redatte
a
schema
da
enciclopedia
,
e
non
tutte
identificabili
alla
stessa
data
.
Infatti
,
mentre
il
libro
,
composto
originariamente
in
lingua
czeca
,
e
preannunziato
nell
'
opuscoletto
dell
'
altro
anno
,
che
può
tenerne
le
veci
per
chi
non
voglia
leggere
le
600
pagine
,
s
'
andava
stampando
nella
traduzione
tedesca
,
nel
frattempo
è
apparso
l
'
oramai
famoso
libro
del
Bernstein
(
cfr
.
nota
I
a
p
.
590
)
,
e
con
questo
l
'
autore
ha
sentito
il
bisogno
di
accomodare
le
sue
partite
in
altro
posto
.
L
'
atteggiamento
del
Masaryk
è
veramente
sui
generis
.
Lui
non
è
socialista
,
lui
conosce
estesamente
la
letteratura
del
socialismo
,
lui
non
è
avversario
professionale
del
socialismo
,
lui
lo
giudica
dall
'
alto
,
in
nome
della
scienza
.
Fu
deputato
al
Reichsrath
della
Cisleitania
,
ma
sebbene
nazionalista
e
progressista
,
che
io
sappia
,
non
si
confuse
mai
coi
giovani
czechi
.
Ora
mi
pare
si
tenga
in
disparte
dalla
politica
.
Pubblica
una
rivista
,
che
è
un
quissimile
della
nostra
"
Nuova
Antologia
"
,
ed
è
dotto
di
mestiere
,
cioè
gran
leggitore
e
riferitore
accurato
di
ciò
che
legge
,
fino
al
minimo
della
più
minuta
minutaglia
.
E
questo
è
il
primo
e
principale
difetto
del
libro
suo
;
nel
quale
si
discorre
di
molte
ed
infinite
cose
,
ma
alla
realtà
,
al
fatto
,
al
vivo
non
si
arriva
mai
.
L
'
autore
ha
come
intercettata
la
vista
dalla
carta
stampata
,
e
dalle
ombre
degli
scrittori
tra
i
quali
s
aggira
con
pari
ossequio
per
tutti
,
come
chi
abbia
l
'
occhio
privo
di
virtù
prospettica
.
Non
è
forse
il
principale
dovere
di
chi
si
metta
per
la
via
di
discutere
dei
fondamenti
del
marxismo
di
essere
in
grado
di
rispondere
,
ma
dal
vivo
,
a
questa
domanda
:
credete
voi
o
non
credete
alla
possibilità
di
una
trasformazione
della
società
dei
paesi
più
civili
,
per
la
quale
cesserebbero
le
cause
e
gli
effetti
delle
presenti
lotte
di
classe
?
Di
fronte
a
tale
problema
generale
gli
è
davvero
d
'
importanza
secondaria
il
modo
della
transizione
a
quello
stato
futuro
,
desiderato
o
previsto
;
perché
quel
modo
sfugge
al
nostro
arbitrio
,
e
certo
non
dipende
dalle
nostre
definizioni
.
Per
rispetto
a
cotesta
tesi
generale
gli
è
cosa
,
non
dirò
indifferente
,
ma
certo
di
valore
assai
subordinato
,
il
sapere
,
qual
parte
del
pensiero
e
delle
opinioni
,
(
molti
confondono
maledettamente
quello
e
queste
!
)
di
Marx
e
dei
suoi
prossimi
seguaci
ed
interpreti
collimi
o
non
collimi
con
le
presenti
e
con
le
future
condizioni
del
movimento
proletario
:
perché
non
occorre
di
essere
seguaci
sfegatati
del
materialismo
storico
per
intendere
,
come
le
dottrine
valgono
in
quanto
dottrine
,
cioè
in
quanto
sono
una
luce
intellettuale
portata
sopra
un
ordine
di
fatti
,
ma
che
in
quanto
sono
dottrine
non
son
causa
di
nulla
.
Ma
il
signor
Masaryk
è
,
invece
,
un
dottrinario
,
cioè
un
credente
nella
virtù
delle
idee
,
cioè
un
accademico
,
per
il
quale
tutto
consiste
nella
lotta
per
la
concezione
generale
del
mondo
(
Weltanschauung
)
;
e
non
c
'
è
da
maravigliarsi
che
egli
respinga
con
sovrano
disprezzo
(
passim
)
l
'
espressione
istinto
delle
masse
Questa
critica
,
che
poggia
tutta
su
la
presunzione
di
un
giudizio
sovranamente
imparziale
delle
lotte
pratiche
della
vita
in
nome
della
scienza
,
e
che
ignora
la
rassegnazione
del
pensiero
al
corso
naturale
della
storia
,
è
e
rimane
intrinsecamente
caduca
,
perché
s
'
aggira
intorno
al
marxismo
,
senza
afferrarne
mai
il
nerbo
,
che
è
la
concezione
generale
dello
sviluppo
storico
sotto
l
'
angolo
visuale
della
rivoluzione
proletaria
.
Indugiandomi
a
definire
l
'
atteggiamento
in
genere
del
Masaryk
,
mi
pare
di
ripagarlo
di
cortesia
italiana
dell
'
ignoranza
nella
quale
egli
trovasi
per
rispetto
ai
miei
scritti
in
argomento
.
Se
mai
li
leggesse
,
s
'
avvedrebbe
,
forse
,
come
,
senza
scendere
alle
minuzie
della
polemica
a
tu
per
tu
con
la
stampa
corrente
del
partito
,
senza
proclamarsi
scovritori
od
autori
della
crisi
del
marxismo
,
si
possa
esser
seguaci
anche
all
'
ora
presente
del
materialismo
storico
,
dopo
fatta
la
debita
parte
alla
nuova
esperienza
storico
-
sociale
,
e
con
la
conveniente
revisione
dei
concetti
,
che
abbiano
subito
o
subiscano
correzione
dal
corso
naturale
del
pensiero
.
Le
dottrine
,
che
sono
in
atto
di
svolgersi
e
di
progredire
,
non
ammettono
la
trattazione
erudita
e
filologica
,
come
usa
per
le
sorpassate
forme
del
pensiero
,
e
per
ciò
che
ci
fu
trasmesso
dalla
tradizione
,
ed
ha
nome
di
antico
.
Ma
i
temperamenti
intellettuali
degli
uomini
sono
assai
difformi
tra
loro
!
Alcuni
-
e
son
pochi
-
presentano
al
pubblico
il
resultato
del
proprio
lavoro
,
e
non
credono
di
dovervi
aggiungere
la
storia
intima
delle
loro
letture
,
fino
alla
fotografia
della
penna
della
quale
si
servono
.
Sono
altri
-
e
questo
è
il
maggior
numero
-
i
quali
sentono
vivo
il
bisogno
di
dare
alle
stampe
tutto
il
frutto
delle
loro
letture
.
Son
meticolosi
custodi
dei
loro
quaderni
,
perché
nessuna
parte
di
loro
fatiche
vada
perduta
,
né
pei
presenti
,
né
pei
futuri
.
Il
professore
Masaryk
-
che
stempera
in
600
pagine
una
tesi
di
occasione
,
ed
è
questa
:
che
giudizio
possa
farsi
ora
del
marxismo
,
atteso
il
fatto
che
se
ne
discute
anche
per
entro
al
partito
;
-
il
professore
Masaryk
,
che
ha
tanto
letto
,
non
può
a
meno
di
considerare
il
marxismo
stesso
secondo
le
sacramentali
rubriche
della
filosofia
,
della
religione
,
dell
'
etica
,
della
politica
,
e
così
via
all
'
infinito
:
e
,
caso
curioso
,
proprio
lui
,
che
ha
tanto
ossequio
per
la
burocrazia
universitaria
e
per
il
casellario
dei
feticci
della
scienza
,
finisce
poi
da
ultimo
per
dichiarare
,
essere
il
marxismo
un
sistema
sincretico
!
(
passim
in
tutto
il
libro
,
ed
esplicitamente
a
p
.
587
)
.
Era
parso
a
me
,
che
quella
dottrina
fosse
proprio
precisamente
il
contrario
,
e
un
che
,
anzi
,
di
tanto
intimamente
unitario
,
da
mirare
,
non
solo
a
vincere
la
opposizione
dottrinale
tra
scienza
e
filosofia
,
ma
anche
quella
più
ovvia
tra
pratica
e
teoria
.
Ma
il
signor
Masaryk
è
fatto
così
com
'
è
,
e
seguiamolo
pure
nelle
sue
rubriche
.
Lascia
ben
volentieri
ad
altri
di
occuparsi
del
socialismo
in
quanto
è
tendenza
(
a
uso
A
.
Menger
)
alle
riforme
giuridiche
;
dichiara
di
non
immischiarsi
direttamente
nelle
questioni
della
Economia
(
nella
qual
disciplina
invero
pare
a
me
che
zoppichi
da
ambo
le
gambe
)
,
e
ci
tiene
a
mettere
soprattutto
in
evidenza
la
filosofia
di
Marx
,
la
quale
esiste
,
tuttoché
non
sia
espressa
in
opere
di
tassativa
composizione
ad
hoc
;
e
studia
in
tutte
le
600
pagine
la
crisi
in
quanto
essa
è
strettamente
"
scientifica
e
filosofica
"
(
p
.
5
)
.
Non
chiedete
,
dunque
,
all
'
autore
,
né
un
esame
concreto
delle
condizioni
attuali
del
mondo
economico
fatto
dal
vivo
,
né
un
consiglio
pratico
e
largo
di
politica
sociale
.
Se
il
movimento
della
proletarizzazione
continui
o
no
,
se
la
teoria
del
valore
sia
o
no
esatta
,
queste
e
le
altre
questioni
affini
,
per
quanto
della
massima
importanza
,
non
interessano
lui
filosofo
(
p
.
4
)
.
Il
resultato
pratico
è
solo
questo
,
di
consigliare
ai
socialisti
(
p
.
591
)
di
tenersi
al
programma
dell
'
Engels
del
1895
,
cioè
dire
alla
tattica
parlamentare
;
il
che
veramente
essi
vanno
facendo
da
per
tutto
nel
mondo
,
e
,
secondo
il
debole
avviso
mio
,
per
la
semplice
ragione
,
che
non
potrebbero
fare
altrimenti
senza
addimostrarsi
,
o
pazzi
,
o
stolidi
.
Se
non
che
il
Masaryk
rincalza
il
consiglio
con
questo
monito
,
che
si
debba
anche
abbandonare
l
'
ideologia
marxista
!
A
buon
conto
,
non
è
il
corso
naturale
delle
vicende
politiche
dell
'
Europa
civile
che
abbia
indotto
i
socialisti
a
cambiare
di
tattica
(
né
l
'
autore
saprebbe
dirci
quanto
tempo
questa
nuova
durerà
,
o
potrà
durare
)
,
ma
son
le
idee
che
cambiano
e
devono
cambiare
.
Tutto
si
compendia
nella
lotta
per
la
Weltanschauung
(
cfr
.
segnatamente
pp
.
586-92
)
,
il
che
è
naturale
in
uno
scrittore
,
che
ci
tien
tanto
al
sacramentale
concetto
della
classificazione
delle
scienze
(
p
.
4
)
,
e
al
posto
sovraeminente
della
filosofia
.
Il
Philister
,
nella
subspecie
professorale
,
ci
si
rivela
qui
tutto
intero
nella
sua
propria
natura
.
Conoscere
estesamente
la
letteratura
del
socialismo
,
e
di
questo
ignorare
l
'
intimo
,
il
senso
,
l
animo
!
Dato
questo
animo
-
s
'
intende
da
sé
-
l
'
orientazione
scientifica
cambia
del
tutto
,
anzi
cambia
il
posto
della
scienza
nella
economia
dei
nostri
interessi
.
Ma
a
ciò
il
Masaryk
non
giunge
mai
,
perché
dovrebbe
,
per
arrivarci
,
valicare
i
confini
delle
definizioni
.
Il
suo
libro
,
perciò
,
per
quanto
ricco
di
coscienziose
informazioni
,
ed
alieno
dal
disprezzo
professionale
del
socialismo
si
riduce
,
nell
'
intento
e
negli
effetti
,
ad
un
enorme
piato
del
positivismo
contro
il
marxismo
!
Due
osservazioni
mi
occorrono
qui
.
La
mia
affermazione
suonerà
strana
a
molti
in
Italia
,
dove
è
in
uso
di
significare
con
la
parola
positivismo
tutto
ed
ogni
cosa
.
Inoltre
,
come
ho
più
volte
scritto
,
che
quella
intuizione
della
vita
e
del
mondo
,
la
quale
si
compendia
nel
nome
di
materialismo
storico
,
non
è
giunta
a
perfezione
negli
scritti
di
Marx
e
di
Engels
,
e
dei
loro
prossimi
seguaci
,
così
ora
qui
più
recisamente
affermo
,
che
la
continuazione
di
quella
dottrina
procede
ancor
lenta
,
e
forse
procederà
allo
stesso
modo
per
un
buon
pezzo
.
Ma
i
libri
come
questo
del
Masaryk
non
giovano
a
nulla
.
Ecco
qua
un
coacervo
di
obiezioni
in
nome
del
positivismo
sì
,
ma
non
in
nome
della
revisione
diretta
ed
autentica
dei
problemi
della
scienza
storica
,
e
non
in
nome
delle
questioni
politiche
attuali
.
La
così
detta
crisi
non
diventa
,
né
il
subietto
di
un
esame
da
pubblicista
,
né
l
'
obietto
di
uno
studio
da
sociologo
,
ma
è
come
uno
spazio
vuoto
o
una
pausa
,
in
cui
l
'
autore
vada
a
deporre
,
o
a
recitare
,
le
sue
filosofiche
proteste
.
Uno
studio
,
né
vano
né
privo
d
'
interesse
,
è
dedicato
alla
formazione
prima
del
pensiero
di
Marx
(
pp
.
17-89
)
.
Ma
il
facit
è
da
ultimo
assai
meschino
.
"
Nella
costante
mutazione
dell
'
ordinamento
sociale
venne
Marx
da
ultimo
a
trovare
la
ragione
storica
del
comunismo
,
come
quello
che
s
'
imponga
da
sé
.
-
Secondo
Marx
la
filosofia
è
la
copia
naturalistica
del
processo
del
mondo
.
-
Il
comunismo
è
dato
dalla
storia
stessa
.
-
Il
materialismo
di
Marx
è
un
materialismo
storico
"
.
-
Proposizioni
come
queste
,
le
quali
riproducono
a
un
di
presso
il
pensiero
fondamentale
dello
scrittore
che
si
ha
per
mani
,
dovrebbero
indurre
,
pare
a
me
,
il
critico
a
rifarsi
su
i
fondamenti
di
tali
concezioni
,
per
rovesciarli
,
se
mai
,
con
una
critica
ab
imis
.
Ebbene
,
che
fa
il
signor
Masaryk
?
Pochi
righi
dopo
scrive
:
"
La
sua
filosofia
e
quella
di
Engels
hanno
il
carattere
dell
'
eccleticisino
"
.
-
E
poi
ci
regala
,
alla
lettera
D
del
capo
II
,
una
insalata
russa
delle
opinioni
in
contraddittorio
di
Bax
,
K
.
Schmidt
,
Stern
,
Bernstein
,
Plekanoff
,
Mehring
,
in
quanto
han
discusso
se
tale
filosofia
,
diciamo
così
marxistica
,
sia
conciliabile
o
no
col
ritorno
a
Kant
,
a
Spinoza
,
o
a
che
altro
siasi
;
e
non
gli
sovviene
del
poeta
,
che
assistette
alla
fondazione
della
Università
di
Praga
,
per
esclamare
con
lui
:
Povera
e
nuda
vai
filosofia
!
Alquanto
sconnessa
è
la
trattazione
che
l
'
autore
dedica
al
materialismo
storico
(
pp
92-168
)
,
indugiandosi
in
prima
sul
divario
delle
definizioni
,
per
venire
infine
ad
una
critica
tutta
fondata
su
la
vecchia
nenia
della
dottrina
dei
fattori
,
più
o
meno
dissimulata
in
una
fraseologia
sociologica
e
psicologica
alquanto
dubbia
ed
incerta
.
In
conclusione
all
'
autore
repugna
il
pensiero
di
una
concezione
obiettivamente
unitaria
della
storia
;
e
gli
capita
spesso
di
confondere
la
spiegazione
del
complesso
storico
mediante
il
variare
innanzi
tutto
della
struttura
economica
,
con
la
spiegazione
illico
et
immediate
del
fatto
storico
determinato
per
via
delle
rispettive
ed
individuate
condizioni
economiche
.
Non
deve
quindi
recar
meraviglia
di
vedere
come
Marx
venga
considerato
quale
una
specie
di
Comte
alterato
in
peggio
,
che
diventa
poi
un
inconsapevole
seguace
di
Schopenhauer
nell
'
accettare
il
primato
della
volontà
,
dottrina
che
contraddice
però
alla
sacramentale
tricotomia
psicologica
d
'
intelletto
,
sentimento
e
volere
.
Può
darsi
che
quel
povero
Marx
ignorasse
,
come
l
'
uomo
sia
fornito
,
oltre
che
dell
'
intelletto
,
anche
d
'
un
fegato
(
sic
!
)
,
il
che
è
tanto
più
sorprendente
,
in
quanto
che
lui
era
assai
fegatoso
(
sic
!
)
per
le
quali
buone
ragioni
può
essere
accaduto
non
s
'
avvedesse
,
che
il
soppravvalore
è
un
concetto
principalmente
etico
(
sic
!
)
.
Al
professore
di
Università
,
che
tratta
la
sua
materia
come
il
suo
mestiere
,
può
venir
facilmente
la
tentazione
di
far
passate
un
determinato
autore
sotto
lo
scrutinio
di
tutte
quelle
altre
dottrine
che
lui
critico
abbia
l
'
abitudine
di
studiare
e
di
maneggiare
.
E
allora
,
per
una
strana
illusione
da
erudito
,
accade
che
i
termini
di
confronto
,
che
sono
nell
'
abito
subiettivo
del
critico
,
divengano
surrettiziamente
come
dei
termini
di
effettiva
derivazione
.
Così
stava
accadendo
al
Masaryk
;
quando
ecco
che
lui
,
nel
bel
mezzo
delle
sue
tentate
comparazioni
,
si
contraddice
,
e
sentenzia
(
p
.
166
)
:
"
Nel
fatto
Marx
viene
a
formulare
ciò
che
,
come
suol
dirsi
,
si
trovava
nell
'
aria
,
e
perciò
io
non
ho
dato
gran
peso
ai
singoli
influssi
su
la
sua
formazione
intellettuale
"
.
Ergo
-
direi
io
-
ricominciate
da
capo
,
e
anzi
invertite
.
Nell
'
autore
,
che
trattate
,
s
'
è
avverata
appunto
questa
inversione
,
che
dalla
critica
dell
'
economia
e
dal
dato
delle
lotte
di
classe
egli
risalì
ad
una
nuova
concezione
storica
(
e
non
per
modificare
,
s
'
intenda
bene
,
ciò
che
tecnicamente
dicesi
disciplina
della
ricerca
storica
)
,
e
per
quella
via
poi
ad
una
nuova
orientazione
su
i
problemi
generali
della
conoscenza
.
Ma
voi
forzate
le
cose
,
ma
voi
le
alterate
del
tutto
,
mettendovi
per
una
via
che
non
è
quella
percorsa
dall
'
obietto
del
vostro
esame
.
Ma
si
capisce
,
voi
filosofo
professionale
scendete
dall
'
alto
delle
definizioni
al
particolare
del
materialismo
storico
;
e
,
con
tutto
il
dovuto
ossequio
alla
metodologia
,
giungete
alla
teoria
delle
lotte
di
classe
(
pp
.
168-234
)
come
si
arriva
a
un
corollario
.
Anche
qui
la
fedeltà
della
esposizione
materiale
rende
più
sensibile
la
incapacità
alla
comprensione
intima
e
viva
.
Qua
e
là
alcune
utili
osservazioni
su
la
imprecisione
dei
termini
borghesia
,
proletariato
e
simili
,
e
poi
delle
altre
di
maggior
valore
su
la
irriducibilità
di
tutta
la
società
presente
alle
due
famose
classi
,
data
la
sua
più
varia
e
complessa
articolazione
.
A
riscontro
di
tutto
ciò
,
ecco
una
singolare
inettitudine
ad
afferrare
un
concetto
così
semplice
;
che
,
cioè
,
dato
l
'
intreccio
della
vita
sociale
,
gl
'
intenti
individuali
possono
esser
tutti
errati
:
la
qual
cosa
induce
l
'
A
.
a
dire
,
che
nel
marxismo
la
coscienza
individuale
si
risolve
in
puro
illusionismo
(
!
)
.
Gli
repugna
di
credere
,
che
le
leggi
economiche
seguano
un
processo
naturale
;
-
ebbene
,
si
provi
a
cambiarne
la
successione
storica
per
atti
di
arbitrio
.
Rivendicata
la
spontaneità
(
ma
quale
?
)
delle
forze
che
danno
impulso
alla
storia
,
e
l
'
aristocrazia
dello
spirito
filosofico
,
e
detto
come
il
determinismo
marxistico
sia
una
e
sola
cosa
col
fatalismo
,
l
'
A
.
si
confessa
così
:
Io
spiego
il
mondo
e
la
storia
teisticamente
(
p
.
234
)
.
Deo
gratias
!
Al
pezzo
forte
ci
siamo
finalmente
,
cioè
alla
esposizione
del
mondo
capitalistico
(
pp
.
235-313
)
,
e
alla
critica
del
comunismo
e
del
processo
della
civiltà
(
pp
.
313-86
)
.
Questo
è
dei
socialisti
il
punto
essenziale
,
e
su
tale
terreno
soltanto
è
dato
di
combatterli
.
Ma
l
'
A
.
era
disceso
dalle
alture
,
e
così
sia
.
Non
saprei
negargli
-
tanto
per
cominciare
dalle
conclusioni
-
una
discreta
parte
di
ragione
,
là
dove
parla
di
soverchio
primitivismo
e
semplicismo
,
specie
per
rispetto
al
tentativo
dell
'
Engels
nel
rifare
in
breve
i
punti
principali
della
storia
della
civiltà
.
Il
divenire
dello
stato
,
ossia
della
società
ordinata
a
classi
,
con
le
ragioni
del
dominio
e
dell
'
autorità
,
supposta
la
proprietà
privata
e
supposta
la
famiglia
monogamica
,
ebbe
modi
varii
di
sviluppo
nella
storia
specializzata
e
concreta
,
e
non
c
'
è
facilismo
che
tenga
,
nel
provarsi
a
rendere
plausibili
gli
schemi
troppo
semplici
.
Può
darsi
che
dei
socialisti
correnti
al
comodo
argomentare
vedan
troppo
semplificato
l
'
intreccio
della
storia
,
riducendo
questa
in
breve
volume
;
il
che
li
induce
a
semplificar
del
pari
con
soverchio
arbitrio
l
'
intreccio
della
società
presente
.
Né
certo
giova
di
richiamarsi
di
continuo
alla
negazione
della
negazione
,
che
non
è
istrumento
di
ricerca
,
ma
è
solo
formula
riassuntiva
,
valida
,
se
mai
,
post
factum
.
Certo
che
il
comunismo
,
ossia
il
più
o
meno
lontano
approdo
della
società
presente
verso
una
nuova
forma
della
produzione
,
non
sarà
un
parto
mentale
della
dialettica
subiettiva
.
E
perciò
credo
-
son
cortese
di
armi
agli
avversarii
-
non
esserci
che
un
solo
modo
di
combattere
seriamente
il
socialismo
,
ed
è
quello
di
provarsi
a
dimostrare
come
il
sistema
capitalistico
abbia
in
sé
-
per
ora
almeno
-
tale
indefinita
forza
di
adattabilità
,
che
tutti
i
movimenti
proletarii
si
riducano
in
fondo
a
meteoriche
agitazioni
,
senza
mai
formare
un
processo
ascensivo
,
che
importi
da
ultimo
,
con
la
eliminazione
del
salariato
,
anche
quella
di
ogni
dominio
di
classe
.
In
cotesto
intento
critico
-
dimostrativo
si
riassume
,
per
es
.
,
la
forza
della
scuola
del
Brentano
e
i
suoi
seguaci
.
Ma
questo
non
pare
sia
pane
pei
denti
del
signor
Masaryk
,
il
quale
rivela
tutta
la
sua
inettitudine
ad
afferrare
il
nesso
economico
della
materia
che
ha
per
le
mani
,
proprio
nel
capitolo
che
dedica
alla
critica
del
sopravvalore
(
pp
.
250-313
)
.
Attraverso
ad
una
rassegna
bibliografica
intorno
alla
vexata
quaestio
del
divario
fondamentale
che
correrebbe
tra
il
I
e
il
III
volume
del
Capitale
,
l
'
A
.
viene
a
rigettare
come
inesatta
la
dottrina
del
valore
-
lavoro
,
e
poi
giù
giù
ad
affermare
,
come
Marx
non
potesse
partire
dal
concetto
della
utilità
,
perché
il
suo
obiettivismo
estremo
lo
rendeva
alieno
dalla
considerazione
psicologica
(
!
)
.
Dichiara
poi
la
sua
opinione
sul
posto
che
l
'
economia
dovrebbe
occupare
nel
sistema
delle
scienze
,
data
la
dipendenza
sua
dai
presupposti
di
una
sociologia
generale
.
Rigettato
il
concetto
della
economia
in
quanto
scienza
storica
,
riaccampa
la
pretesa
di
una
scienza
della
economia
,
che
,
senza
confondersi
con
l
'
etica
,
abbracci
tutto
l
'
uomo
,
e
non
soltanto
l
'
uomo
lavorante
.
Sofistica
su
la
impossibilità
di
trovare
una
misura
del
lavoro
,
in
quanto
questo
,
alla
sua
volta
,
debba
misurare
il
valore
;
e
considera
il
sopravvalore
come
una
escogitazione
tratta
dalla
ipotesi
costruttiva
delle
due
classi
in
lotta
fra
loro
.
Per
via
di
molti
ripieghi
scrive
l
'
apologia
del
capitalista
,
in
quanto
è
intraprenditore
,
cioè
lavoratore
e
direttore
;
e
,
mentre
si
scaglia
contro
la
classe
parassitaria
e
contro
il
commercio
ingannatore
,
postula
un
'
etica
la
quale
insegni
a
ciascuno
la
parte
del
suo
dovere
.
Si
compiace
,
da
ultimo
,
che
Marx
abbia
scoverta
l
'
importanza
sociale
dei
lavoratori
minuti
;
sebbene
sia
caduto
in
quel
discreto
numero
di
spropositi
,
che
il
nostro
autore
va
notando
;
come
a
dire
,
per
es
.
,
la
riduzione
del
lavoro
complicato
al
lavoro
semplice
,
e
soprattutto
la
strana
opinione
di
credere
alle
lotte
di
classe
,
mentre
non
c
'
è
che
lotta
tra
gli
individui
.
Ma
se
è
cosa
così
facile
il
ridurre
in
polvere
il
materialismo
storico
,
ma
se
le
lotte
di
classe
in
quanto
principio
di
dinamica
storica
non
sono
che
la
erronea
generalizzazione
di
fatti
male
intesi
,
ma
se
l
'
aspettazione
del
comunismo
è
affatto
utopistica
,
ma
se
le
dottrine
del
Capitale
sono
di
cosi
patente
erroneità
,
ma
se
tutti
i
fondamenti
sono
oramai
distrutti
,
perché
l
'
A
.
s
'
affanna
poi
a
scrivere
altre
duecento
pagine
sul
diritto
,
su
l
'
etica
,
su
la
religione
e
così
via
,
ossia
su
quei
sistemi
che
chiama
ideologici
?
A
me
sarebbe
bastato
,
p
.
e
.
,
ciò
che
è
detto
a
pagine
509-19
,
in
una
specie
di
pausa
interposta
alla
rete
fitta
dei
paragrafi
,
come
per
venire
ad
una
certa
maniera
di
giudizio
finale
,
al
quale
poi
,
per
difetto
di
stile
,
manca
pur
troppo
la
concentrazione
del
pensiero
nella
concisione
degli
enunciati
.
In
questo
tentato
riassunto
è
come
raccolta
la
caratteristica
del
marxismo
,
la
qual
cosa
dà
maggior
risalto
alla
tesi
dell
'
autore
.
-
Marx
(
questo
è
il
succo
della
caratteristica
)
,
segna
l
'
estremo
limite
della
reazione
contro
il
subiettivismo
,
in
quanto
che
per
lui
la
natura
è
il
prius
e
la
coscienza
non
è
che
resultato
,
dunque
obiettivismo
positivo
assoluto
;
per
lui
la
storia
è
l
'
antecedente
e
l
'
individuo
è
il
conseguente
,
dunque
negazione
assoluta
dell
'
individualismo
.
La
questione
della
conoscenza
è
puramente
pratica
.
Tra
natura
dell
'
uomo
e
storia
umana
c
è
perfetta
equazione
.
Non
c
è
altra
fonte
di
conoscenza
dell
'
uomo
,
da
quella
in
fuori
che
ci
offre
la
storia
.
L
'
uomo
è
tutto
in
ciò
che
l
'
uomo
fa
.
Di
qui
il
fondamento
economico
di
tutto
il
resto
.
Di
qui
il
lavoro
come
filo
conduttore
della
storia
.
Di
qui
la
persuasione
,
che
le
varie
forme
sociali
non
siano
,
se
non
le
forme
varie
della
organizzazione
del
lavoro
.
Di
qui
la
veduta
del
socialismo
non
più
come
di
semplice
aspirazione
o
aspettazione
.
Di
qui
il
concetto
del
comunismo
,
non
come
di
semplice
sistema
di
rapporti
economici
,
ma
come
di
una
innovazione
di
tutta
la
coscienza
,
oltre
i
limiti
di
tutte
le
presenti
illusioni
,
e
nell
'
assetto
dell
'
umanesimo
positivo
.
-
Ma
cotesto
estremo
obiettivismo
s
'
infrange
ora
nel
ritorno
a
Kant
,
ossia
nel
criticismo
.
Marx
fu
incompleto
.
Non
seppe
superare
Hegel
,
non
trovò
l
'
espressione
adeguata
delle
sue
tendenze
,
ricadde
nella
romantica
di
Rousseau
,
invano
si
provò
a
districarsi
da
Ricardo
e
da
Smith
,
dei
quali
tentò
la
critica
,
e
rimase
autore
di
un
sistema
incompleto
.
C
'
è
in
lui
come
una
tragica
filosofica
.
Fece
servire
a
nuovi
ideali
le
idee
già
vecchie
,
non
seppe
trovare
altre
molle
al
rivoluzionarismo
,
se
non
negl
'
impulsi
all
'
edonismo
,
e
per
ciò
rimase
aristocratico
ed
assolutista
nella
sua
passione
rivoluzionaria
.
Cotesti
tratti
,
che
sarebbero
pennellate
per
chi
disponesse
della
facoltà
dello
stile
,
questi
tratti
i
quali
possono
farci
avvertiti
del
come
corra
attraverso
tutta
la
storia
una
continua
gran
tragedia
del
lavoro
,
lasciano
impassibile
il
nostro
autore
nella
sua
accademica
pedanteria
.
Lui
non
contrappone
concezione
a
concezione
nel
rapido
sguardo
di
una
nuova
interpretazione
dei
destini
umani
,
ma
obietta
solo
in
nome
della
missione
del
nostro
tempo
a
ritrovare
una
nuova
sintesi
delle
scienze
(
p
.
513
)
.
-
E
qui
di
nuovo
Hume
e
Kant
,
e
la
domanda
:
che
è
la
verità
?
E
poi
si
discorre
della
nuova
neoetica
,
che
deve
discendere
scientificamente
alla
critica
della
società
.
La
nuova
filosofia
deve
risolvere
il
problema
della
religione
,
che
Marx
credette
d
'
aver
superato
,
facendo
di
quella
una
forma
illusionale
.
Il
pessimismo
è
la
nota
dominante
del
nostro
tempo
.
Schopenhauer
s
avvicinò
in
parte
al
vero
,
nel
fare
della
volontà
la
radice
del
mondo
.
Gli
fece
da
pendant
Marx
con
la
dottrina
unilaterale
del
lavoro
.
Il
marxismo
ebbe
il
torto
di
rimanere
negativo
.
"
Il
Capitale
non
è
se
non
la
trascrizione
economica
del
Mefistofele
del
Faust
"
(
sic
!
a
p
.
516
-
e
chi
non
mi
crede
vada
a
riscontrare
!
)
Da
ultimo
sappiamo
-
se
io
ho
ben
capito
-
che
nel
ritorno
a
Kant
,
e
nel
declinare
dello
spirito
rivoluzionario
verso
il
parlamentarismo
,
consiste
l
'
essenziale
della
crisi
;
ossia
,
l
'
inizio
dell
'
epoca
Masaryk
nella
storia
del
mondo
.
Dunque
Kant
e
il
parlamento
!
Ma
quale
Kant
?
Quello
della
privatissima
vita
privata
del
signor
Philister
di
Königsberg
?
-
o
quell
'
altro
autore
rivoluzionario
di
scritti
sovversivi
,
che
parve
ad
Heine
un
altro
degli
eroi
della
grande
rivoluzione
?
E
quale
parlamento
di
ordinaria
e
consuetudinaria
fattura
è
chiamato
a
trasformare
la
storia
?
Diremo
allora
Kant
e
la
Convenzione
:
-
ma
questa
succedette
alla
rivoluzione
,
cioè
allo
sgretolamento
di
tutto
un
sistema
sociale
,
alla
rovina
di
tutto
un
ordinamento
politico
,
allo
scatenamento
di
tutte
le
passioni
di
classe
...
e
basta
.
Il
signor
Masaryk
,
come
professionista
di
sociologia
accademica
,
ha
il
diritto
di
ignorare
quella
storia
viva
,
agitata
,
impulsiva
,
passionata
che
piace
a
quegli
altri
mortali
,
i
quali
hanno
il
senso
simpatetico
della
realtà
umana
;
e
può
perciò
comodamente
adagiarsi
nella
persuasione
che
il
periodo
delle
rivoluzioni
è
oramai
sorpassato
per
sempre
,
e
che
siamo
definitivamente
entrati
in
quello
delle
lente
evoluzioni
,
anzi
nell
'
idillio
della
quieta
e
rassegnata
ragione
.
E
torniamo
pure
al
suo
casellario
.
La
scorsa
su
la
dottrina
dello
stato
e
del
diritto
(
pp
.
387-426
)
è
rivolta
principalmente
a
combattere
la
veduta
secondo
la
quale
quello
e
questo
sono
come
delle
formazioni
secondarie
e
derivate
per
rispetto
alla
società
in
genere
.
Lo
stato
esiste
dalle
origini
della
evoluzione
,
ed
esisterà
sempre
per
ragioni
che
l
'
intelletto
e
la
morale
approvano
(
p
.
405
)
;
e
poi
l
'
uomo
"
per
naturale
disposizione
sua
non
solo
comanda
volentieri
,
ma
si
lascia
anche
comandare
,
e
volentieri
obbedisce
"
.
Le
disuguaglianze
naturali
legittimano
la
gerarchia
(
p
.
406
)
.
E
sta
bene
!
Ma
dato
ciò
,
perché
affannarsi
poi
a
dimostrare
,
che
il
diritto
non
è
derivabile
dalle
condizioni
economiche
;
a
che
pro
spendere
del
tempo
a
combattere
le
dottrine
egalitarie
dell
'
Engels
,
e
perché
appellarsi
alla
solenne
autorità
del
Bernstein
(
p
.
409
)
,
che
avrebbe
rimesso
in
onore
lo
stato
(
figurarsi
,
proprio
in
un
articolo
della
"
Nene
Zeit
"
!
)
,
come
quella
tal
cosa
che
i
socialisti
non
voglion
più
abolire
,
ma
soltanto
e
semplicemente
riformare
?
Ma
gli
è
tanto
facile
di
trovarsi
d
accordo
col
volgare
senso
comune
,
il
quale
non
si
rifiuta
di
ammettere
,
precisamente
come
fa
il
nostro
signor
Masaryk
,
che
vi
sono
disuguaglianze
giuste
e
di
quelle
ingiuste
(
sic
!
)
.
Magari
ci
desse
lui
la
misura
giusta
!
Passo
sopra
al
capitolo
intitolato
nazionalità
ed
internazionalità
(
pp
.
426-65
)
-
dove
l
'A.,
oltre
a
mostrarsi
indignato
per
la
slavofobia
di
Marx
,
fa
delle
utili
osservazioni
su
quegl
'
impedimenti
all
'
internazionalismo
,
i
quali
nascono
spontanei
dallo
spirito
nazionale
-
per
fermarmi
un
poco
su
gl
'
insigni
paradossi
che
pronuncia
a
proposito
della
religione
(
pp
.
455-81
)
.
Qui
ci
si
rivela
qual
vero
decadente
.
Cattolicesimo
e
protestantesimo
sono
ancora
fatti
arcivivi
,
e
decisivi
inoltre
sulle
sorti
del
mondo
!
Anzi
noi
tutti
siamo
,
o
l
'
una
cosa
,
o
l
'
altra
.
Anzi
tutta
la
filosofia
moderna
è
protestante
,
e
non
c
'
è
filosofia
cattolica
se
non
per
nefas
(
e
il
vostro
Comte
?
)
.
In
Marx
c
'
è
un
elemento
cattolico
,
non
solo
per
aver
egli
adottato
il
socialismo
francese
,
il
quale
è
cattolico
e
repugna
alla
coscienza
protestante
,
ma
perché
fu
autoritario
,
nemico
della
individualità
,
internazionalista
e
seguace
dell
'
obiettivismo
assoluto
(
p
.
476
)
.
Come
la
Rivoluzione
Francese
fu
in
gran
parte
un
movimento
religioso
,
così
un
che
di
religioso
è
implicito
a
tutto
il
socialismo
contemporaneo
.
Qua
e
là
s
'
accenna
all
'
idea
,
che
protestantesimo
e
cattolicesimo
in
un
certo
modo
reciprocamente
si
completino
;
-
e
può
darsi
che
l
'
A
.
pensi
che
si
prepari
ora
nel
socialismo
la
religione
dell
'
avvenire
,
attesoché
"
la
fede
sia
il
più
alto
obiettivismo
dell
'
uomo
normale
,
e
perciò
ipso
facto
sociale
;
-
ma
l
'
obiettivismo
di
Marx
è
troppo
bilioso
"
(
p
.
480
)
.
Se
la
religione
è
perenne
,
se
lo
stato
è
immortale
,
se
il
diritto
è
naturale
,
figurarsi
poi
se
l
'
etica
(
pp
.
482-500
)
non
debba
essere
supereterna
.
L
'
A
.
rivendica
alla
coscienza
morale
il
carattere
del
dato
indiscutibile
ed
immediato
.
Non
mi
soffermo
a
dichiarare
come
qualmente
non
occorra
di
essere
né
materialisti
della
storia
,
né
materialisti
semplici
,
per
relegare
tra
le
fiabe
cotesta
opinione
infantile
;
e
faccio
perciò
grazia
all
'
A
.
delle
citazioni
degli
articoli
di
riviste
,
nei
quali
i
Bernstein
,
gli
Schmidt
e
simili
socialisti
avrebbero
rivendicate
le
ragioni
dell
'
etica
contro
l
'
amoralismo
di
Marx
(
p
497
)
.
Taccio
del
socialismo
per
rispetto
all
'
arte
(
pp
.
500-8
)
.
Per
tutte
coteste
ragioni
,
leggendo
ciò
che
l
'
A
.
scrive
nella
quinta
sezione
(
pp
.
520-85
)
intorno
alla
politica
pratica
del
socialismo
,
trattandone
in
due
capi
,
intitolati
l
'
uno
rivoluzione
e
riforma
,
e
l
'
altro
marxismo
e
parlamentarismo
,
ci
si
trova
in
presenza
di
un
artefatto
dottrinale
della
più
bella
specie
verbalistica
.
Che
il
socialismo
siasi
venuto
sviluppando
,
in
questi
ultimi
cinquanta
anni
,
dalla
setta
al
partito
,
è
cosa
abbastanza
nota
.
Che
il
comunismo
imperativo
e
categorico
di
una
volta
,
sia
divenuto
la
democrazia
sociale
,
gli
è
altrettanto
risaputo
.
Che
i
partiti
socialistici
spieghino
presentemente
un
'
azione
pratica
varia
e
circostanziata
,
come
gli
è
un
fatto
storico
,
gli
è
anche
da
parte
loro
come
un
fare
la
storia
.
Che
in
tutte
coteste
cose
si
commettano
degli
errori
,
e
ci
siano
delle
pratiche
incertezze
,
gli
è
un
fatto
umanamente
inevitabile
:
ma
gli
è
anche
vero
,
che
,
per
intenderle
coteste
cose
,
bisogna
pur
viverci
dentro
,
e
con
occhio
e
con
senso
da
storico
osserva
tore
.
E
che
fa
il
signor
Masaryk
?
Ma
lui
non
vede
che
categoremi
;
-
ed
ecco
come
il
passaggio
è
tutto
dal
rivoluzionarismo
sistematico
alla
negazione
della
possibilità
di
qualsiasi
rivoluzione
,
dal
romanticismo
all
'
esperienza
,
dall
'
aristocrazia
rivoluzionaria
all
'
etica
democratica
,
dall
'
imperativo
categorico
all
'
empirismo
,
dall
'
obiettivismo
puro
all
'
autocriticità
,
dal
Titanismo
al
non
so
che
cosa
,
ma
si
sa
solo
che
"
Faust
-
Marx
diventa
elettore
(
p
.
562
)
.
Fortunati
voi
elettori
socialistici
che
completate
Goethe
!
-
E
poi
ecco
qui
uno
specioso
metodo
:
assumere
la
persona
di
Marx
(
del
quale
non
so
perché
l
'
A
.
dica
d
'
ignorare
la
biografia
!
p
.
517
)
come
indefinitamente
prolungata
attraverso
tutti
gli
atti
e
tutte
le
manifestazioni
dei
partiti
e
della
stampa
socialistica
,
e
metter
poi
a
carico
del
marxismo
del
signor
Carlo
Marx
,
come
fossero
i
ravvedimenti
e
pentimenti
suoi
proprii
,
le
parole
e
gli
atti
di
tutti
gli
altri
.
Ma
pare
che
la
Nemesi
sia
giunta
-
perché
quel
benedetto
Marx
volle
essere
troppo
diverse
cose
ad
un
tempo
stesso
,
e
cioè
filosofo
tedesco
e
rivoluzionario
latino
,
protestante
e
cattolico
,
-
e
la
vendetta
del
protestantesimo
è
poi
venuta
(
p
.
566
)
,
cosicché
gli
è
qui
il
definitivo
motto
della
crisi
,
gli
è
qui
il
senso
schietto
del
nuovo
9
Termidoro
di
Massimiliano
Carlo
Robespierre
Marx
.
Non
varrebbe
la
pena
di
seguire
l
'
A
.
là
dove
va
racimolando
in
tutta
la
stampa
socialistica
,
e
negli
atti
dei
partiti
,
le
prove
della
dissoluzione
del
marxismo
per
opera
dei
marxisti
,
che
sarebbero
come
un
Marx
prolungato
.
La
tesi
è
che
il
socialismo
diventa
costituzionale
.
Per
la
tesi
tutto
è
buono
,
anche
l
'
invocare
la
testimonianza
di
E
.
Ferri
,
il
quale
avrebbe
detto
,
non
so
veramente
dove
,
che
la
repubblica
è
un
privato
interesse
dei
partiti
borghesi
.
Dunque
niente
repubblica
!
E
la
speranza
dell
'
A
.
è
questa
,
"
che
,
perdendo
il
socialismo
i
caratteri
acuti
dell
'
ateismo
,
del
materialismo
e
del
rivoluzionarismo
,
si
venga
in
fin
delle
fini
ad
un
verace
democratismo
,
il
quale
acquisti
le
proporzioni
di
una
universale
concezione
della
vita
e
del
mondo
.
La
politica
di
così
fatto
democratismo
sarebbe
la
vera
politica
della
vita
e
del
mondo
,
una
politica
sub
specie
aeternitatis
"
(
p
.
585
)
.
Ed
io
,
per
parte
mia
,
confesso
di
non
capirci
nulla
.
Ho
seguito
,
con
insolita
premura
e
pazienza
-
stante
che
il
genere
delle
mie
occupazioni
mi
tolga
il
modo
di
leggere
un
solo
libro
tutto
d
'
un
fiato
-
le
600
pagine
del
signor
Masaryk
.
Ne
ebbi
una
viva
curiosità
al
primo
annunzio
.
S
'
era
tanto
parlato
e
sparlato
di
crisi
del
marxismo
da
così
gran
numero
di
persone
di
media
ed
infima
,
e
,
quasi
sempre
,
incongrua
coltura
,
che
mi
parve
ci
dovesse
esser
molto
da
apprendere
dall
'
opus
magnum
dell
'
autore
della
nuova
parola
d
'
ordine
della
scienza
sociale
.
La
delusione
che
n
'
ho
provata
resulta
da
ciò
che
son
venuto
fin
qui
notando
.
Certo
che
il
signor
Masaryk
non
ha
niente
che
vedere
con
le
varie
specie
di
professionale
ignoranza
e
di
audace
gherminelleria
,
le
quali
han
fatto
fiorire
,
in
poco
d
'
ora
,
tanti
critici
definitivi
del
socialismo
in
questo
nostro
felice
paese
,
ove
vegetano
tante
sorti
di
anarchismo
morale
ed
intellettuale
.
Non
c
'
è
di
comune
tra
l
'
autore
di
cui
mi
occupo
e
cotesta
così
detta
crisi
del
marxismo
in
Italia
,
niente
altro
dall
'
etichetta
in
fuori
,
e
cotesta
etichetta
è
giunta
da
noi
certamente
per
via
della
stampa
francese
.
L
'
onesto
e
modesto
intento
del
Masaryk
fu
soltanto
quello
di
recitare
l
'
elogio
funebre
del
marxismo
,
proprio
in
nome
di
un
'
altra
filosofia
.
La
materia
da
criticare
l
'
ha
raccolta
in
note
di
paziente
e
minuta
elaborazione
;
e
in
nome
di
che
e
a
quale
intento
la
critica
sia
stata
poi
da
lui
condotta
,
apparisce
chiaro
da
tutto
il
contesto
,
e
perfino
dal
tono
dimesso
ed
equanime
.
La
questione
sociale
è
un
dato
-
il
socialismo
è
anch
'
esso
un
dato
-
socialismo
e
marxismo
oramai
fanno
uno
(
l
'
autore
ripete
ciò
più
volte
,
e
mi
pare
che
sbagli
di
grosso
)
,
ma
la
questione
sociale
deve
avere
soluzioni
diverse
da
quelle
aspettate
dal
socialismo
-
marxismo
;
dunque
ritocchiamo
,
rifacciamo
,
sconvolgiamo
la
Weltanschauung
,
che
sta
a
base
del
marxismo
,
e
giacché
gli
stessi
marxisti
,
o
quasi
,
ne
ridiscutono
,
entriamo
da
arbitri
nella
crisi
.
Ciò
che
il
Masaryk
,
proprio
lui
,
veramente
voglia
in
pratica
,
lo
sapremo
forse
meglio
un
'
altra
volta
;
ed
io
confesso
,
che
,
per
parte
mia
,
non
mi
struggo
dal
desiderio
di
saperlo
.
Ma
questa
lettura
mi
ha
fatto
ripensare
a
tutto
un
secolo
di
storia
delle
idee
.
Il
positivismo
,
dalle
sue
origini
è
stato
sempre
alle
calcagna
e
socialismo
.
Ideologicamente
le
due
cose
nacquero
,
quasi
a
un
tempo
,
nella
mente
indistintamente
geniale
di
Saint
-
Simon
.
Furono
come
il
complemento
,
per
antitesi
,
dei
principi
della
Rivoluzione
.
La
opposizione
fra
i
due
termini
si
venne
svolgendo
nella
variopinta
discendenza
saint
-
simoniana
;
e
a
un
certo
punto
il
Comte
divenne
il
rappresentante
della
reazione
(
aristocratica
,
direbbe
il
Masaryk
)
,
che
dispensa
agli
uomini
,
nel
quadro
fisso
del
sistema
,
il
posto
e
la
destinazione
,
in
nome
della
scienza
classificativa
ed
onnisciente
.
A
misura
che
il
socialismo
è
diventato
la
coscienza
della
lotta
di
classe
per
entro
all
'
orbita
della
produzione
capitalistica
,
e
a
misura
che
la
sociologia
,
più
volte
mal
tentata
,
s
'
è
venuta
consolidando
nel
materialismo
storico
,
il
positivismo
,
da
erede
infedele
dello
spirito
rivoluzionario
s
'
è
chiuso
nell
'
orgoglio
della
sovraeminente
classificazione
delle
scienze
,
che
disprezza
il
concetto
materialistico
della
scienza
stessa
,
come
di
cosa
mutabilmente
consona
al
variare
delle
condizioni
pratiche
,
ossia
del
lavoro
.
Masaryk
è
un
uomo
troppo
modesto
per
rimettere
in
iscena
il
papato
scientifico
del
Comte
,
ma
è
abbastanza
professore
per
credere
ancora
alla
Weltanschauung
,
come
a
un
qualcosa
di
sovrastante
alla
questione
sociale
degli
umili
lavoratori
.
Giratela
e
voltatela
quanto
e
come
volete
,
c
'
è
nel
professore
un
che
sempre
del
prete
,
che
crea
l
'
iddio
che
poi
adora
,
sia
esso
il
feticcio
,
o
l
'
ostia
consacrata
.
E
ora
possiamo
dire
d
'
aver
capito
.
Avrei
la
tentazione
di
citare
qui
alcuni
luoghi
dei
miei
scritti
,
dai
quali
resulterebbe
chiaro
in
che
stia
il
divario
tra
la
critica
e
la
crisi
.
Ma
al
punto
dove
son
giunto
mi
pare
che
basti
.
Come
la
politica
non
può
essere
se
non
la
interpretazione
pratica
e
fattiva
di
un
dato
momento
storico
,
oggi
appunto
il
socialismo
ha
innanzi
a
sé
-
parlo
così
per
le
generali
,
e
senza
tener
conto
delle
differenze
che
corrono
fra
i
diversi
paesi
-
questo
problema
veramente
intricato
e
difficile
:
che
esso
,
cioè
,
mentre
deve
rifuggire
dal
perdersi
nei
vani
tentativi
di
una
romantica
riproduzione
del
rivoluzionarismo
tradizionale
(
ossia
,
direbbe
Masaryk
,
deve
rifuggire
dalla
ideologia
!
)
,
deve
anche
guardarsi
nello
stesso
tempo
da
quei
modi
di
adattamento
e
di
acquiescenza
,
che
,
per
le
vie
delle
transazioni
,
lo
farebbero
come
sparire
nell
'
elastico
meccanismo
del
mondo
borghese
.
Gli
è
il
desiderio
,
la
aspettazione
,
la
speranza
di
tale
acquiescenza
da
parte
del
socialismo
,
che
hanno
indotto
di
recente
tanti
e
tanti
portavoce
dell
'
ordine
sociale
presente
a
dare
una
straordinaria
importanza
alle
ovvie
polemiche
letterarie
del
partito
,
e
cosi
gran
peso
al
modesto
libro
del
Bernstcin
,
che
fu
elevato
di
botto
agli
onori
di
un
sintomo
storico
.
In
questo
fatto
è
la
caratteristica
e
la
condanna
,
ad
un
tempo
,
così
di
quel
libro
,
come
di
tante
altre
manifestazioni
affini
:
ma
il
signor
Masaryk
in
tutto
ciò
non
c
entra
nulla
.
Il
Masaryk
,
da
professore
in
esercizio
,
ha
fatto
della
filologia
attraverso
alla
carta
stampata
.