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Della dispersione dell ’ esercito meridionale , dei modi come eseguita , e della guisa con che la intristirono quelli stessi che ne avrebbero dovuto lenire la crudescenza ne tratterò altra volta : che io non mi dimentico d ’ essere stato io stesso un garibaldino nella mia evangelica capacità , e non mi vergogno di avere appartenuto all ’ armata liberatrice dell ’ Italia meridionale , e di avere servito all ’ immenso Garibaldi ; e ciò per meritare i sorrisi ed i ciondoli dei novellamente arrivati . Mio tema presente è la mostruosa ingratitudine di che furono pagati i feriti dell ’ esercito meridionale . Dico dunque che i prodi dell ’ eroico Garibaldi battezzati sui campi nel sangue delle loro ferite , e consacrati in ospedali dai crismi del dolore e della infermità , alle mani del nuovo governo furono e sono trattati peggio che cani . E sì che ragion volea di carezzarli alla Beniamino . Imperocché se il Governo Farini e il Ministero Fanti non ne sentiano l ’ inclinazione da natura , la doveano almeno simular per politica : ché in questo caso l ’ essere inumani per calcolo era lo stesso che scapitarne il cento per uno . Quando si rifletta che all ’ esercito garibaldino soltanto si deve l ’ affrancamento delle due Sicilie , il loro voto per Vittorio Emmanuele , e l ’ annessione loro alle altre provincie d ’ Italia : la gratitudine italiana si cangia in dovere , quella dei nuovi signori in obbligo di giustizia e di coscienza . Sareste voi qui , se non era per Garibaldi ed i suoi ? Vi conveniva dunque essere loro grati , almeno per prudenza . Non ne avreste sanguinato al cuor di corame , intantoché vi sareste buscata riputazione non vostra di onesti . Ma voi avete preferito al plauso immeritato la svergognata rinomanza d ’ ingrati ; e di essere trombettati al mondo intiero per francamente e generosamente inumani . Di che io vi lodo , sbugiardeggiando così la vostra fama che sapete mentire , e provandovi a questo popolo di affetti meridionali , nell ’ eroico coraggio della crudeltà . Una volta che in massima fu determinato di finirla coll ’ esercito garibaldino , non fuvvi maniera di tristizia che si risparmiasse ai suoi malati , ai suoi feriti . Parlerò di due principali , né con altro scopo che fruttino ai loro autori l ’ infamia che le seconda . Conoscendosi in pratica che nulla tanto giova al pronto ristabilimento dei convalescenti , quanto il cangiar di locale , di aria , di trattamento , erasi fino da sotto il dittatore stabilito di formare a tant ’ uopo un adatto valetudinario : e si decretò la Conocchia , siccome il luogo più conveniente per ospitar tal fatta di pazienti . E dal dirlo al farlo , fu in questo caso un solo atto : ché in corto di giorni quella gesuitica spelonca , già predata e guasta da ’ suoi ruffianeschi loiolei , fu trasmutata in bellissimo ospizio per ricevere i convalescenti . E ripeto bellissimo ospizio , dacché niuno degli ospedali della metropoli avrebbe potuto competere col nuovo valetudinario a semplicità , mondezza , sufficienza e bontà di fornitura e di stoviglie . Qual ’ aria , qual vista , quale salute vi si goda , io nol dirò ai Napolitani , per non parere di portar nottole ad Atene . Or bene , quando il direttore di quel provvido ospizio con reiterate istanze dimandò al ministero i convalescenti dell ’ esercito meridionale , per restituirli a sanezza ; gli fu reiteratamente risposto , che i garibaldini non dovevano avere convalescenza , che nei casi più speciali la farebbero nei loro ospedali , che del resto dovevano il più presto che possibile sgomberare da Napoli . Ed ecco gli uomini che sono al comando di piazza , all ’ intendenza militare , al Ministero della guerra , alla luogotenenza per le fatiche , le infermità , le ferite dei garibaldini , che niegano a questi otto giorni di opportuna convalescenza , rubando ad essi , per quanto è da loro , l ’ aria , l ’ aria balsamica di questa Napoli che di loro egoismo ci vennero a contaminare ! Per tal crudele misura , molti si viddero forzati a rimpatriare con anche le aperte ferite , benché li aspettassero nel loro tragitto per alle patrie , il duro pancato di una terza classe , e la negazione di ogni cibo . Ed intanto la Conocchia che costò già allo Stato non poche migliaia per ridurla a ’ comodi , anzi pure alle delizie di valetudinario italiano , in oggi rimane al tutto oziosa ed inutile : nell ’ atto che cento e cento lingue dì e notte bestemmiano negli infetti ospedali il duro stato di quei che non più infermi non sono tuttavia sani ; maledicendo coi dialetti di venti italiche provincie alla barbara parsimonia dei vecchi e nuovi divoratori . E che ! Hanno dunque i Gesuiti ancora tanta pecunia in Napoli , che come già in novembre il senile comando della Guardia Nazionale presso la femminesca pro - dittatura poté conservare ai mascherati loioleschi la chiesa del Gesù Nuovo , ora lo squarquoio ispettorato degli ospedali militari possa presso la sconsigliata luogotenenza preservare agli erranti Tartuffi la loro piacevole casineggiatura della Conocchia ? Oh quando finirà mai questa tristissima razza di Gesuiti , e di gesuitanti ? Che accadde in seguito di questa bizzarria di crudeltà ? I feriti garibaldini dei differenti ospedali ( eccetto i pochi casi non rimovibili ) furono accalcati nelle sale dei Santi Apostoli , già piene a ribocco per rigurgito degli ammalati . Da ciò la condizione di questi bravi è divenuta delle più miserande . Si badi bene a questa verità ; che il locale dei Santi Apostoli è dei tanti il meno adattato per essere ospedal militare : e non fu tollerabile nell ’ autunno che per la bontà della stagione , e le gentili maniere e la caritatevole energia del suo nuovo comandante . Oggidì le quattro sale , ossia i quattro corridoi ove sono ammontichiati i feriti presentano un aspetto di tristizia che ti serra al cuore , perché umidi , perché freddi , perché mefitici , perché irrespirabili . È forse per piacere ai nuovi signori che colà entro tutto debba camminare alla peggio ? Il lerciume dei letti è cosa intolleranda . La mancanza di ventilazione ributta il visitatore che a quei canili volesse ministrare il sollievo o la consolazione . Il cibo mette colmo alle miserie di colà entro . Caduti i liberatori di Napoli sotto le cure di un nuovo capo medico , che sarà certamente delle antiche risme borboniche , il cibo dei feriti è stato pressocché livellato a quello dell ’ albergo dei poveri . So che si griderà alla esagerazione , so che chi cerca pretesti per iscusarsi dalla carità vorrà non credere al mio detto , so che il governo e ì suoi mirmidoni troveranno una colluvie di panegiristi per laudarne l ’ umanità a fior fiore di Borboniani e di carnefici : ma ciò nulla manco i fatti saranno pur sempre quali io qui li narro . Si è tolta anche ai più dilicati e necessitosi ( ne hanno in quell ’ ospedale alcuni compassionevolissimi casi ) la porzione di pollo ; per sostituirvi l ’ impossibile bue . Come , pollo ai garibaldini ? Pollo agli uomini che hanno procurato alle mense della luogotenenza , e del ministero le pernici e i fagiani , insaporandole delle cacciagioni e delle selvaggine le più prelibate ? Ohibò , ohibò ! Bue , bue , e sempre bue : anzi perché non ci prendano il verso , adusandosi così alle delizie di ospedale da non più volerlo abbandonare , il capo medico ha stimato prudente che il bue sia della peggior qualità , a tale da rassembrar piuttosto ad un ciarpame di ciabattino , anziché ad un boccone per uomini . E giacché per nove decimi quei garibaldini sono delle provincie settentrionali , ove si costuma più che altro il riso per minestra , la loro minestra sarà per borbonica prescrizione pasta , pasta , e sempre pasta . E se a modo di medicina a qualcuno si consentirà la minestra di riso : il cuoco la condisca a intingolo di cimici , che di meglio non meritano i garibaldini ! E questi sono fatti : né il comandante ci può rimediare , avendo in preciso i nuovi suoi ordini . Ma Garibaldi in sullo esular per Caprera , non lasciò forse un capo che facesse le veci di padre a questi infelici ? Dove è questo padre , che fa ? Io non lo cercherò certamente nell ’ autore dei nauseosi proclami che quando a quando deturpano i muri di Napoli , invitando i prodi dell ’ esercito meridionale all ’ ordine , alla quiete che ei neppur sognano disturbare . Queste puerili scempiaggini non mi rivelerebbero già il padre di gloriose reliquie , ma il lurido cicaraio che con lanternino in mano fruga gli angoli delle regie sale per pizzicarvi un cencio di ricamo , o un rimasuglio di croce ! Invece io lo vorrei trovare in questi pestilenti corridoi dei Santi Apostoli per veder da se stesso tanta miseria , tanta ingiustizia tanta perversità : e reclamare un termine a nome della gratitudine e della umanità . Quand ’ anche non fossero fratelli quei che tanto vi soffrono , quand ’ anche non fossero Italiani : il pensiero che è ad essi , ad essi , ad essi soltanto che il governo costituzionale di Vittorio Emmanuele va debitore della sua proclamazione e del suo installamento , dovrebbe più che bastare per ottenere loro alfine un qualche riguardo dalla gratitudine governativa .