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LA CONFERENZA DI GENOVA ( ANSALDO GIOVANNI , 1922 )
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Caro Gobetti , Questi che ti mando sono semplicemente degli appunti . Non vogliono essere una critica della Conferenza di Genova , e neppure il solito impressionismo che sul nostro foglio sarebbe una stonatura . E neppure - infine - sono rivelazioni di retroscena , che io non conosco , e che forse non ci sono stati . Appunti : e nient ' altro . Avendo osservato la Conferenza , e veduto all ' opera qualche personaggio di rilievo , ce ne ho forse tanto da fare un " papier " non privo d ' interesse . Ad ogni modo , servirà di diversivo , una volta tanto , ai lettori di Rivoluzione Liberale . Non mi propongo altro . Perché proprio a Genova Io mi trovavo presente a Cannes , all ' Hotel Carlton , quando l ' on . Bonomi annunciò ai giornalisti italiani che la Conferenza economica europea si sarebbe tenuta a Genova . Mi par di vederlo , con quella sua aria imbambolata : " E noi , della delegazione italiana abbiamo pensato che Genova sarebbe la città più adatta ... per il suo glorioso passato marinaro ... E poi c ' è palazzo San Giorgio ... " . Ma insomma , si capiva che la scelta di Genova aveva una storia non chiara : e questa storia la conobbi dopo , durante la Conferenza . A Cannes , nell ' ultima seduta del Consiglio Supremo , Lloyd George aveva varato il progetto di una conferenza da tenersi in Italia . Bonomi doveva naturalmente indicare la località . Il buon Bonomi , pensando agli alberghi del Lido , propose formalmente Venezia . Silenzio imbarazzante da parte di Briand , che si ricordava le gazzarre veneziane contro la missione militare di Fayolle . E finalmente se ne ricordò anche Bonomi , il quale però non sapeva come rimediare alla gaffe . Fu allora che Lloyd George tirò fuori Genova . " No , no - egli disse testualmente - Venezia non serve . A Venezia ci vanno tutte le coppie in viaggio di nozze : il nostro non sarà un viaggio di nozze . Venezia ci renderebbe ridicoli . Preferisco Genova " . E fu deciso per Genova ... sperando di sfuggire al ridicolo . Il Club dei potenti Lloyd George concepì la Conferenza come una specie di palingenesi diplomatica , a cui si dovesse convitare quanta più gente fosse possibile . Queste sagre della diplomazia son indispensabili per gli uomini democratici anglosassoni : quello che noi stampiamo su sei colonne sui nostri giornali : " Le solenni assise della ricostruzione " e simile roba , per loro è una necessità rituale , in cui credono fermamente . Inoltre , Lloyd George ha l ' assoluto preconcetto che si debba trattare soltanto con i " premiers " . A Genova , nei primi giorni , sorse anzi qualche piccolo inconveniente rispetto alla delegazione italiana , perché Lloyd George non si poteva capacitare che Facta era un premier ... con cui non si poteva trattare . Egli era lievemente irritato quando sapeva che qualche primo ministro - come Schoeber - progettava di lasciare Genova per qualche giorno . Li voleva avere tutti , tutti , - anche i meno importanti , - presenti alle " solenni assise " , pronti a servirgli come teste di turco o come serviziali da adoperarsi contro terzi , come fece con Stambulinski . Gli uomini vicini a Lloyd George si affannano a vantare l ' arte con cui questo uomo sa risparmiare il proprio tempo : ma io non ne credo sillaba . Sir Edward Grigg , una sera , annunciò con grande serietà che " ora mai il signor Lloyd George si è convinto della necessità di colloqui informativi precedenti alle grandi riunioni : un metodo di lavoro di cui egli si trova molto soddisfatto " . Questo metodo con tanto di barba che Lloyd George crede di averlo scoperto lui , in realtà non fu mai applicato , perché il ministro inglese di colloqui " informativi " ne teneva perfino quaranta al giorno : il che vuol dire non informarsi seriamente di niente . L ' enorme estensione della Conferenza , accresciuta dalla presenza di tutti i premiers pronti in anticamera , rendeva necessario un vero caleidoscopio di visite a Villa Albertis . Quindi , Lloyd George " lavorava " solo nelle sedute del Club più ristretto , con Cicerin , Barthou , Schanzer . Il mondo , nelle riunioni di questo club , era formulato in tante entità astratte e disseccato in tanti pseudoconcetti : Ucraina , Germania , Galizia orientale , Petrolio , Valuta , e così via . La discussione si estendeva a perdita di fiato intorno a questi nomi . Per certe giornate con colloqui di otto , dieci ore , sempre fra le stesse persone " alla ricerca di una formula " , " intente ad uno sforzo in corso " , era assolutamente impossibile ricostruire il corso delle discussisi , ritrovare la vena di continuità , intravederne lo sbocco . Potevano essere come le interminabili discussioni degli arabi , in cui ciascuno sa già quello che l ' altro dice per disteso , e tutti continuano a parlare a turno , gravemente , immobili sotto il sole , mentre le mosche si fermano all ' angolo degli occhi dell ' oratore e degli ascoltatori impassibili ... Alle otto o alle nove di sera si vedeva tornare Visconti Venosta , stanco di una giornata di logomachie , esaurito da lunghe ore di attesa , e condannato a ricamare sopra un canovaccio miserabile quelle comunicazioni che la mattina seguente sarebbero comparse diluite su tutta una pagina di giornale . Una sera , il marchese arriva più stanco e sgangherato che mai , con in mano una grossa valigia di cuoio . Siede " agli accorrenti cavalieri in mezzo " , e dopo le solite cerimonie , apre la valigia . Dentro c ' era un unico foglio : un foglio di carta da scrivere a macchina : dico uno . Il riassunto del lavoro della giornata , compiuto dal Club , su un ' unica cartucciella , racchiusa in una valigia . Un simbolo impareggiabile . I verbali Un resoconto stenografico di queste riunioni , a poterlo avere , dev ' essere esilarante . Ma non sr può avere , poiché non fu mai redatto . Si fecero soltanto dei verbali : e non sempre . Anzi , la vera ragione della ostentata preferenza di Lloyd George per i colloqui " confidenziali " o " informativi " era questo : che non se ne redigevano verbali . Lloyd George è nemico dei verbali , che legano , impacciano , compromettono ... Vero è che anche quando il verbale c ' è , Lloyd George ci rimedia . Valga per tutti questo caso . In una conversazione ristrettissima , a tre , fra Lloyd George , Barthou e Schanzer , sorge contestazione fra Barthou e Lloyd George su una frase , che secondo Barthou , Lloyd George avrebbe detto giorni prima . Lloyd George negava di averla detta mai . Sì no , sì no , si manda a pigliare il verbale di quella tale riunione . Lloyd George si impadronisce del documento , e lo legge . Barthou , seduto dall ' altra parte della tavola , ascoltava : Schanzer , in piedi accanto a Lloyd George , seguiva , senza parere , con la coda dell ' occhio , il testo inglese . Schanzer rimase fortemente colpito quando vide che Lloyd George , arrivato al punto interessante , cambiava completamente il testo delle sue documentazioni riportate dal verbale , sostituendole con altre improvvisate , e , naturalmente , concordi con le sue recentissime asserzioni . Barthou - sempre dall ' altra parte del tavolo - continuava ad ascoltare , e alla fine , da perfetto gentiluomo , non volle controllare e ammise di avere sbagliato . " È vero : voi non avete mai detto quella frase " ... Questo episodio è autentico : fu io stesso con on . Schanzer che , veramente impressionato , non seppe tacerlo ad un altro membro della delegazione italiana . Lloyd George e la stampa Il " lavoro " del club procedeva dunque in un modo abbastanza bizzarro . Ma non era su di esso , neppure , che faceva grande assegnamento Lloyd George . Il suo mezzo eroico per fare avanzare la Conferenza erano le dichiarazioni alla stampa . La sua tattica , in fondo , si riassumeva qui : con l ' imposizione ai capi di governo europei di venire a Genova , richiamare su Genova l ' attenzione di tutto il mondo ; e valersi poi di questa attenzione per creare un piedistallo reclamistico alle proprie trovate , e farle così passare nelle sedute del club . L ' esempio classico di questo suo sistema di superare le difficoltà fu il primo grande meeting della stampa a Palazzo S . Giorgio . Il club discuteva già da tre giorni - si capisce a vuoto - sul trattato russo - tedesco e sulle misure da prendersi . L ' atteggiamento di Lloyd George , a questo proposito , fu variamente discusso : fra l ' altro un giornale di Genova , basandosi su informazioni tedesche , ne aveva dato una interpretazione forse troppo pessimistica e maliziosa . La cosa richiamò l ' attenzione del signor Mc . Clure , di Sir Grigg e di altri consiglieri di Lloyd George . Occorreva una smentita personale del premier . Il giornalista interessato - che poi ero io - avrebbe voluto avere una smentita particolare : come successo giornalistico non ci sarebbe stato male . E qualcosa di simile gli fu promesso . Ma alle 11 di sera , una telefonata da Villa d ' Albertis mi avvertiva che una smentita ad hominem era parsa pericolosa al premier e che questi aveva deciso di fare qualche cosa di meglio . Infatti , all ' indomani , è preannunciato il grande meeting a Palazzo San Giorgio . Cinquecento , mille giornalisti vi accorsero . Le persone dell ' entourage di Lloyd George , che mi erano state benevole di quella promessa non potuta eseguire , mi fecero rilevare che nessun mezzo di smentita era apparso più acconcio di questo : che , in fondo ero io il suscitatore nascosto di tanto rumore : e altre cose del genere . Dovetti convenire che esse avevano ragione . Ma tutti quanti eravamo ingannati da Lloyd George : il suo fine era nascosto , e diverso da quello della semplice smentita . Infatti , gli si fanno pervenire le prime domande scritte . La prima , naturalmente , chiede se egli era o no a conoscenza del trattato : egli nega : la smentita è data a tutta la stampa del mondo . Ma non basta . Egli afferma che ormai l ' incidente del trattato è superato . Grande sensazione in tutti , comprese le persone dell ' entourage : e sensazione giustificata , perché l ' affermazione non era affatto esatta . La stampa di tutto il mondo la diede ugualmente . Alla delegazione francese ne furono stupiti e intimiditi : poche ore dopo , cedettero . Lloyd George aveva convocato il meeting per questo , dando ad intendere a tutti - compresi gli intimi - che lo aveva convocato per dare la smentita . Due piccoli particolari . 1 ) In questi meetings stampaioli , Lloyd George diceva : " Io sono qui per rispondere a tutte le vostre domande : però , le voglio scritte " . Ebbene , nessuno dei biglietti imbarazzanti che vidi scrivere da giornalisti francesi ebbe mai una risposta . Al tavolo della presidenza li sopprimevano ... con dei procurati aborti . 2 ) Rakowski , che anche lui teneva delle conferenze alla stampa , la sera stessa del meeting di San Giorgio , annunciò ai suoi ascoltatori che avrebbe ammesso solo domande scritte . Il levantino aveva capito subito la malizia . L ' episodio di Stambulinsky Stambulinsky , il primo ministro di Bulgaria , è indubbiamente un uomo " forte " , un dominatore , nella politica del suo paese . A guardare quel suo corpaccio , quel suo volto di contadino bestiale , quella fronte ostinata , quelle mascelle da uomo che non molla la presa : a osservare quel suo silenzio sospettoso - Stambulinsky non parla e non comprende che il bulgaro - mentre l ' interprete traduce : a fissare quei suoi occhi che controllano interprete e interlocutore con la cattiveria e la rabbia del sordomuto : a cogliere quella sua calma mongolica quando sa che si parla di cose che non lo interessano - si capisce subito che quello è un uomo forte , che ha in mano tutto un popolo di contadini , che se ne infischia della ricostruzione , e che va nei congressi internazionali semplicemente per fare dei dispetti agli jugoslavi . Ma Lloyd George sa attaccare al suo carro - anzi alla sua .... charette inglese - anche uomini " forti " . Egli seppe fare " funzionare " anche Stambulinsky . Difatti , per quasi tutta la durata della Conferenza , il buon Stambulinsky , alloggiato a Pegli , se ne andò a fare delle automobilate per la Riviera . Escluso da tutte le commissioni , si dava bel tempo . Accompagnato dalla interprete , la figlia del ministro bulgaro , Stancioff , donna di intelligenza eccezionale , dava qualche intervista ai giornalisti ; e queste interviste si riassumevano in una frase tagliente , in bulgaro , gettata là alla signorina Stancioff : " Spiegate al signore l ' attuale situazione della Bulgaria " . La Stancioff pigliava l ' aire , e faceva una conferenza . ( Come tutti i contadini , Stambulinsky aveva la venerazione per la carta scritta , per lo " scrivare " . Alla sera - mi hanno detto - metteva in croce tutti i membri della delegazione bulgara perché mandassero a Sofia , ai suoi colleghi più istruiti - uomini di paglia - del gabinetto , lunghe relazioni sull ' attività dei delegati bulgari ... che passavamo delle settimane senza fare niente , il niente assoluto ) . Ma venne il momento buono anche per Stambulinsky . Nell ' ultima settimana della Conferenza , quando già tutto andava a rotoli , e Lloyd George crede di legare a se la Piccola Intesa , sollevando la questione della Galizia orientale , di Vilna , di tutti quei paesi inverosimili , e di cui , del resto egli stesso aveva una idea assolutamente sommaria . Il colpo , come è noto , si risolve nel risultato opposto a quello calcolato : gli Stati della Piccola Intesa si riaccostano più che mai alla delegazione francese . Allora , grande amore di Lloyd George per Stambulinsky . Il contadinaccio presenta al club una serqua di richieste , che Lloyd George difende nei limiti del possibile . Non basta . Per fare picca ai delegati della Piccola Intesa , Lloyd George invita il contadinaccio a colazione : giovedì 18 al Miramare . L ' incontro è risaputo : era il primo ministro non appartenente a Stati invitanti , che sedesse alla tavola di Lloyd George : questo fatto provoca infiniti commenti e gelosie di Nincic , Bratianu , e compagnia . La conversazione dei due premiers si svolse in questo modo : Stambulinsky invitò la Stancioff a " informare il signor ministro sulle condizioni della Bulgaria " . Lloyd G . si sorbì tutta la conferenza : non solo . Ma i due si misero anche d ' accordo , perché l ' indomani nell ' ultima seduta plenaria , Stambulinsky portasse formalmente in pubblico , nelle solenni assise , le lamentele della Bulgaria . L ' indomani , alla seduta , il contadino se ne stava accosciato come un bue sulla sua seggiola . Io non osservai che lui era veramente imponente . Il suo occhio vagava sulle statue dei signori del Banco , sugli addobbi , sulle tribune , sull ' assemblea con una indifferenza da ruminante . Quando ci fu il vivace incidente Colrat - Cicerin , egli , naturalmente , non ne capì sillaba perché si svolse tutto in lingua a lui perfettamente sconosciuta : ma non si voltò nemmeno verso la Stancioff per informarsi di quanto accadeva . Finalmente , nei discorsi di congedo , venne il turno della Bulgaria . Stambulisky si alzò e pronunciò le solite quattro parole incomprensibili . La Stancioff prese la parola come sua interprete , recitando la consueta dissertazione sulle condizioni della Bulgaria , con annessa protesta contro i vincitori , etc . Stambulinsky sorvegliava con quei suoi occhi l ' interprete : Lloyd George dall ' altro lato della sala , faceva finta di niente , e intanto , attraverso l ' occhialetto , sbirciava i signori delle delegazioni balcaniche . Nessuno sapeva spiegarsi il perché della sparata bulgara , proprio all ' ultima ora : l ' arguto Colrat , alludendo alla sproporzione fra il breve periodo di Stambulinsky e il discorso dell ' interprete , disse perfino : " Mais vous savez , ce bulgar c ' est d ' une elasticité terrible ! ... " - Si scoppiava dal caldo : veramente la Conferenza si liquefaceva . Di vivo e di vispo , in quella liquefazione , ci restava il rancore del contadino Stambulinsky che aveva avuto la soddisfazione aspettata per quaranta giorni , e il dispetto del parlamentare Lloyd George , che aveva trovato lo sfogo meditato da ventiquattrore . Casualmente , i due uomini si erano incontrati , e l ' uno si era servito dell ' altro . Dopo di che , Lloyd George lasciò completamente " cadere " Stambulinskv : non se ne ricordò nemmeno più . Lo aveva fatto assurgere per un giorno all ' empireo della Conferenza : e poi , di nuovo , plon , giù negli abissi . Lloyd George intende le " solenni assise " dei popoli così , e vuole che i premiers le presenziino , per spremere questa " collaborazione " . Le arrabbiature a freddo del sig . Lloyd George erano amabili , perché erano argute : donde taluno ha potuto compiacersi di immaginare un Lloyd George sempre buon compagnone , così com ' egli amava comparire nelle sedute pubbliche o nelle riunioni della stampa , con la solita provvista di metafore ( del resto assai poco scintillanti ) e di bons mots . Ma Lloyd George - ciò pare inverosimile - si arrabbiava anche sul serio , nelle riunioni private , nel club : e allora era assai poco amabile . Così , per esempio , in una riunione che fu tenuta al penultimo giorno della Conferenza , a Villa Spinola , con i diplomatici italiani e iugoslavi che non avevano concluso niente dopo aver discorso per un mese . Fu allora che Lloyd George disse chiaro e tondo a Schanzer , a Tosti , a Visconti Venosta , che " le domande italiane erano esagerate " , che " era ora di definire questa curiosa faccenda " : insomma ricompensò con una inaspettata sincerità quelle egregie persone , che per quaranta giorni gli avevano usato la cortesia di far finta di credere ai suoi mutevoli umori . È vero che - immediatamente all ' indomani - egli mortificava gli iugoslavi con il discorso Stambulinsky , e carezzava gli italiani con una colazione di commiato al Miramare , in cui pronunciò quel discorso del " muro romano " , pieno di moine e di complimenti , che li fece andar tutti in visibilio , diplomatici e giornalisti . La colazione con Thomas . C ' è un episodio , nella condotta di L . G . a Genova , che io non sono riuscito a valutare . Si tratta di una lunga e desolata conversazione ch ' egli ebbe il sabato 13 maggio con Albert Thomas , segretario generale del Bureau International du Travail . Non so se quello ch ' egli disse allora fosse l ' espressione di un vero scoraggiamento , sia pure passeggero , o forse , più perfidamente , una circolare destinata ... alla pubblicità . ( Lloyd George doveva avere , quello stesso giorno , nel pomeriggio , quel colloquio con Barthou , in cui egli cedette sulle condizioni del lavoro all ' Aja , e , sostanzialmente , liquidò la Conferenza ) . A Thomas , fra l ' altro , egli disse : " Mio buon amico , la Conferenza è fallita . L ' Europa è incorreggibile e inguaribile : essa non vuole essere arrestata sulla strada della reazione . Tutti gli stati nuovi , che sono sorti dalla guerra , sono per la reazione , sono dietro la Francia " . Qui Lloyd George fece un vero elenco delle sue delusioni , da cui risultava che l ' Inghilterra si trovava sola , con l ' Italia . " La mia azione alla Conferenza non è riuscita a niente : io pago il fio qui , e forse lo ripagherò in Inghilterra , di aver voluto spingere l ' Europa verso sinistra . Ma vi dico formalmente che , se si continua a sabotare la Conferenza fino all ' ultimo , io sono deciso a lasciare Genova solo dopo una solenne vendetta . Io voglio pronunciare all ' ultima seduta un grande discorso : an Europe speech , in cui dirò veramente come sono andate le cose e proclamerò il fallimento della conferenza e le colpe dei responsabili . Voglio difendere il mio nome e la mia posizione fin dove mi è possibile e con tutta energia . Mio caro Thomas , sapete qual ' è il nostro vero torto ? Che noi non abbiamo più venti anni . Soltanto i giovani di venti anni possono sperare di assistere alla fioritura di una Europa di sinistra , di potervi partecipare e di poterne profittare ! " . Tutte queste frasi : " Europa di destra " , " Europa di sinistra " sono molto lloydgeorgiane , e dànno una idea della schematicità da gioco di scacchi in cui Lloyd George riduce , per suo uso e consumo , tutta la crisi europea . I canonicati . Ma può anche darsi che tutto il discorsetto fosse destinato ad impressionare Thomas , la cui azione , alla Conferenza , si può paragonare a quella di un amplificatore telefonico ma di un amplificatore applicato ad una quantità di apparecchi . L ' argomento usato da Lloyd George era , se mai , veramente ad hominem : " Solo i giovani di venti anni " ! ... Immaginarsi la faccia di Alberto Thomas , che , per quanto non abbia più vent ' anni , spera di profittare - e come ! - di una Francia di sinistra ... Alberto Thomas è un capolavoro . Bisognava ascoltarlo , nella splendida sala del palazzo Mackenzie , alla Meridiana , mentre spiegava perché egli aveva creduto opportuno di assistere davvicino alla Conferenza ! Con quale tatto egli si scusava di aver accettato l ' offerta di una splendida sede di lavoro ( ? ) ; con quale tempestività gli si inumidivano gli occhi al ricordo del suo collaboratore italiano Dott . Pardo , morto in Russia ; con quale compunzione parlava della documentazione sulla Russia che il Bureau International metteva a disposizione dei diplomatici : con qual brio si faceva rimproverare dal suo segretario Palma di Castiglione per la sua cattiva pronuncia italiana ! Egli è il francese che sa meglio sedurre gli italiani : se le intese cordiali con la Francia hanno probabilità di ricomparire , è Thomas che le varerà , una volta rientrato nella vita politica del suo paese , e diventato Presidente del Consiglio , com ' egli aspira a diventare . Agli italiani poi Thomas incontra , perché fra la barba , gli occhialoni e il vestito alla buona credono che egli sia diversissimo dalla gente del Quai d ' Orsay , che mette soggezione per la sua inimitabile grand ' aire diplomatica . ( Carteron , Poncet , ecc . ) . Ma Thomas , da latino bonaccione si trasforma spesso in gaulois a doppio taglio .. , a tavola . Thomas , a Genova , diede dei pranzi . Pranzi ai pezzi grossi della Confederazione del Lavoro , ma pranzi : e pranzi solidi . E , a tavola , fra la bonne chère e la conversazione arguta , Thomas prende dei saporiti anticipi sulle soddisfazioni che un giorno egli vuol cogliere in Rue de Grenelle o al Boulevard Saint - Germain . Comunque , per adesso Thomas ha trovato il suo posto . E con lui lo hanno trovato altri uomini di indiscusso valore e di qualche avvenire politico , come il ministro plenipotenziario Attolico . Attolico ( più propriamente : Gr . Uff . Bernardo Attolico , " Sotto - Segretario Generale alla Società delle Nazioni , incaricato delle questioni di transito " : testuale ! ) aveva impiantato non so quale ufficio della Lega delle Nazioni nel Palazzo dell ' Università , e frequentava con discrezione e discernimento gli ambienti della Conferenza . Questo antico professore di università è un finissimo osservatore , e dev ' essere un arguto critico : dico dev ' essere , perché da lui c ' è ben poco da cavare , come giudizi . Ma fa piacere incontrare nelle anticamere delle riunioni internazionali , la lunga figura occhialuta di Attolico ; leggermente impacciata nel tratto e nella pronuncia , di quell ' impaccio tutto proprio dei meridionali vissuti a lungo nei paesi anglofoni , e che sono riusciti a ricoprirsi di una vernice di impossibilità , ma soltanto di una vernice . E fa piacere udirlo dire , riposato e tranquillo : " Ah , io sono qui del tutto a coté ... La nostra Lega non è ufficialmente rappresentata ... " oppure : " La nostra Lega non ha che una semplice rappresentanza tecnica ... " . In questi momenti si ha una idea assai precisa di ciò che è la Lega delle Nazioni . " In stuol d ' amici numerato e casto fra parco e delicato al desco assido e la splendida turba e il vano fasto lieto derido " . Parco , dicono i maligni , quel desco non lo è tanto . Infatti molto spesso si lanciano insinuazioni poco benevole contro le prebende di cui godono Thomas , Attolico e i signori della Società delle Nazioni . Io credo che questi sono milioni benissimo spesi . Nel modo bestiale con cui si deve svolgere l ' attività politica , oggi è provvidenziale che ci siano delle sinecure dignitosissime e legalissime , da poterle donare a uomini come Thomas o Attolico , i quali , per una ragione o per l ' altra , vogliono per qualche anno sottrarsi alla corrosione della vita politica attiva . Tanti secoli fa , agli uomini di valore che si trovavano in questa condizione si usava dar titolo e piatto cardinalizio : oggi si dà un impiego presso la Società delle Nazioni , o se ne darà uno presso quell ' altra grande fondazione che sarà il Consorzio Internazionale per la Russia . Gli espedienti sono sempre gli stessi . Ma intanto , S . E . Attolico - che , tra parentesi , ha lavorato di schiena per il passato - viaggia , conosce uomini e cose , indipendente e ben pagato : condizioni ideali per diventare un uomo politico stile inglese . Da qui a qualche anno sarà colpevole di negligenza grave chi , essendo alla Consulta , non si ricorderà di lui : cioè di un uomo con una forte esperienza di affari internazionali , e non logoro dalle attese romane . E con questi possibili risultati , volete che io ripeta le accuse contro i canonicati ? Francia aulica e accademica . Alberto Thomas , nonostante la sua posizione inofficiel ed eterodossa , era certo un po ' la lancia spezzata della delegazione francese , che per formazione e per sistema , era la più aulica , la più procedurale , la meno flessibile fra le grandi delegazioni . Ma era anche la più chic . Due subalterni davano il tono al Savoy e mantenevano in briglia giovani addetti , giornalisti francesi , dattilografe e forestieri : erano M . Carteron , nominalmente Chargé des Services interieurs in effetto capo del Cerimoniale , e Poncet , capo dell ' Ufficio stampa . Soltanto pochi hanno sospettato tutta l ' influenza di questi due signori : specialmente del signor Carteron , accompagnatore di Briand a Cannes , di Barthou a Genova , con un incarico solo apparentemente formale . Ma se la delegazione Francese ha resistito alla crisi interna che la minava , se ai forestieri essa è apparsa sempre senza incrinature di opinioni , se nulla o quasi nulla si è saputo fuori delle loro gravi discussioni fra i delegati , delle ribellioni rabbiose di Barthou contro Poincaré , delle opinioni frondiste di Seidoux , molto si deve al signor Carteron , che se ne stava sempre nell ' hall del Savoy come in un salotto , alto biondo , tirato a piombo , cortese ma a distanza con gli avversari maliziosi , concedendo il " privilegio della bella signora " agli amici arrabbiati , sventando interviste e soffocando indiscrezioni . Tutta la delegazione gli era intonata . M . Réné Massigli , già Segretario Generale della Conferenza degli Ambasciatori , compilava i documenti ufficiali che poi erano letti nel club , dando ad essi una forma letteraria addirittura classicheggiante , non priva di distinzione e di significato frammezzo a tutte le affrettate banalità scritte e dette , ma sopratutto dette , nel club . Gli esperti davano lezioni di bel portamento , e ostentavano una " fiducia ricostruttrice " a tutta prova evidentemente dietro una vera parola d ' ordine venuta dall ' alto e disciplinatamente seguita . Più di una delle sedute delle Sottocommissioni fu una . vera accademia diretta dai francesi , che facevano finta di credere alla somma importanza di una miserabile raccomandazione . Per esempio , nella Sottocommissione per i trasporti , sezione trasporti di terra , si durò due ore e mezza a discutere e a votare una cretineria di questo genere : " che se le ferrovie di uno stato sono in cattive condizioni , lo stato confinante può concedere un prestito per migliorarle : ma che , se lo crede , può anche accertarsi con una inchiesta , se le condizioni sono realmente cattive : sempre , s ' intende , d ' accordo con lo stato vicino " . Questa proposizione umoristica ( del resto , non più umoristica di tutte le altre deliberazioni delle Commissioni economiche ) suscitò le proteste vivaci del delegato italiano ( on . Canepa ) , il quale giustamente osservò che non c ' era spesa a riunire una conferenza internazionale per votare simili banalità . Ma il rappresentante francese Du Castel rispose subito con un bel discorsetto , facendo presente " il prestigio enorme che una tale raccomandazione avrebbe ricevuto dalla sanzione della Conferenza ! " . I francesi avevano imparato la lezione perfettamente , e sorpassavano gli inglesi quando si trattava di recitarla , unendo alla fraseologia ricostruttrice di marca anglo sassone , la compostezza aulica di marca francese . La delegazione francese era anche - si noti - la più accademica di tutte . Ma in Francia , pare , i professori di università sono persone di spirito . François Poncet è professore di università , Massigli è un normalien , Camerlinck è un professore di università , Siegfried e Fromageot , rappresentanti del Ministero degli Affari Esteri , erano universitari anch ' essi ; per non contare poi la brillantissima équipe di universitari che , sotto la discreta guida di M . François Poncet , si erano divisi il compito delle informazioni alla stampa straniera : Eisenmann , Rivet , Hazard , Hesnard , Leger , Crémieux . Nella delegazione tedesca l ' unico effettivo professore .... faceva l ' interprete ! Viceversa , come vedremo , la delegazione tedesca aveva la sua venatura speciale nei delegati - giornalisti . Basata su questo reclutamento mezzo diplomatico - di - carriera e mezzo universitario , con evidente postergazione degli uomini di affari , degli alti burocratici e dei giornalisti , la delegazione francese , nel funzionamento dei subalterni , apparve ad ogni osservatore spregiudicato la più composta , la più aliena da dietroscena affaristici , la più pronta a rispondere al minimo cenno dei capi . Non so se tutte queste siano qualità politiche - ricostruttrici ; ma so che qualche ora passata al Savoy dava un ' idea di quel complesso di qualità che i francesi indicano con la locuzione : " avoir du crâne " : dava un ' idea di quello che può essere " le crâne " diplomatico . Isolata in mezzo alla Conferenza , circondata da osservatori acuti e ostili , la delegazione francese non conta ; - neppure da parte del personale in sott ' ordine - né una parola disgraziata , né una scorrettezza , né una gaffe , né una esitazione , né la manifestazione di un dissenso . Nei primi giorni della Conferenza , alcuni giornalisti berlinesi , basandosi su un avviso che parlava di " heures de réception pour M.M. les journalistes de langue allemande " , si azzardarono di mettere piede al Savoy : ma l ' accoglienza dei due gran maestri François Poncet e Carteron non lasciò loro dubbio che l ' avviso si indirizzava ... agli svizzeri e agli austriaci : e come per una parola d ' ordine , i rapporti furono pressoché interrotti con tutti i giornalisti tedeschi : intendo dire anche i consueti rapporti di cameratismo , che i tedeschi sarebbero stati volenterosissimi di iniziare . Se lo stile , nelle azioni umane , ha un valore , la delegazione francese - compresa la stampa relativa , e anche la stampa , di opposizione - era la prima e la più bella , delegazione della Conferenza . Barthou e Pertinax . Barthou era del resto il primo " sorvegliato speciale " nell ' ambiente della delegazione . Se ne temeva la impulsività che avrebbe anche potuto tradursi in adesioni e accondiscendenze pro - Conferenza . Per dissimulare il suo disagio , in talune riunioni pronunziava con tono vibratissimo le dichiarazioni più innocenti . Nell ' ultima seduta pubblica egli pronunciò con tale gallica prosopopea le parole di pacifica e , in fondo , conciliativa risposta a Rathenau , che Wirth , il quale non comprende il francese , chiese tutto allarmato a un addetto cosa stava succedendo , e se per caso la Conferenza non finisse a male parole . L ' irritazione di Barthou contro Poincaré era profonda : e convien dire che Poincaré non gli risparmiava reprimende ed addirittura mortificazioni . Alle 5 o alle 6 del mattino , Barthou si sentiva chiedere conto da Parigi di documenti presentati la sera precedente alla Segreteria Generale della Conferenza , e non ancora trasmessi in forma ufficiale alle varie delegazioni : questo buongiorno non è il più adatto per conferire un felice umore . Di più , a Barthou dispiacevano vivamente gli attacchi sui giornali , anche italiani e , sbagliando completamente tattica , più volte ( come in occasione della sua gita a Parigi ) fece , per mezzo di giornalisti francesi meno legati a François Poncet , intercedere per qualche complimento . Tattica completamente sbagliata , perché i complimenti dei giornali italiani erano altrettanti capi di accusa per lui . E l ' accusatore publico , per Barthou , era Pertinax . Ho potuto assistere una volta a un dialogo fra Barthou e un gruppo di giornalisti francesi , fra cui Pertinax . Non dimenticherò l ' aria provocante di quella faccia da bull - dog di Pertinax , uomo dalle mascelle quadrate e dal cattivo sguardo , e tutte le prevenienze appena dissimulate di Barthou per l ' oracolo dell ' Echo de Paris , Pertinax era effettivamente temuto alla delegazione francese : e molte delle sue intonazioni particolari , delle boutades da lui riferite , delle botte e risposte di cui egli si valeva nei resoconti delle sedute più riservate , erano l ' umile omaggio di Barthou o di qualche altro delegato , offerte a questo individuo " dal cattivo sguardo " , e sostanzialmente il frutto del ricatto continuato in danno dei diplomatici . Nessun altro giornalista francese ha informazioni di prima mano come questo signore , convinto di mendacio . Egli le drammatizza , cioè le sa far valere : ma sempre , nel suo papier , ci sono gli spunti da lui solo conosciuti , e predati della sua spregiudicatezza e delle sue aspre critiche . Il fenomeno Pertinax è interessante per conoscere usi e costumi della stampa francoitaliana . La figura del giornalista dei giornali d ' ordine , anzi nazionalistoidi : su cui aleggiano sospetti di sovvenzioni Governative ... o Consultive : e che lungi per questo dal servire docilmente il pagatore , si fa temere dal personale diplomatico , dai Ministri e dal delegati , ha anche da noi qualche bellissimo campione . E siccome , per ragioni ovvie , non posso fare noni , me la piglierò un po ' con l ' on . Sforza : il quale fu il primo nostro ministro che avrebbe potuto evitare il ridicolo che la Consulta debba pagare i critici dei ministri , e i telegrammi stroncatori spediti dalle riunioni internazionali ; e non lo fece : non lo fece per quella sua strafottenza mezza da toscanaccio e mezza da grand seigneur che di queste cosaccie se ne frega . L ' onorevole Schanzer , lui non é proprio il tipo da fare piazza pulita : non parliamo dell ' on . Tosti sottosegretario , che verso i Pertinax nostrani ha addirittura una specie di timore reverenziale . Ma torniamo a Barthou . Le bonhomme Colrat . Nell ' ambiente del Savoy , la stampa italiana ci bazzicava poco : et pour cause . Paul Hazard , addetto ai giornalisti italiani , e il suo successore non facevano che lamentare 1'assenteismo quasi completo delle persone da " informare " . Finché , l ' ultimo giorno , Barthou decidette di prendere congedo con un ricevimento offerto ai giornalisti italiani . Anche questo ricevimento fallì . Sotto gli occhi indagatori di M.M. Poncet e Carteron si intrufolò nel salone del Savoy il fiore del cafonismo conferenziale e stampaiolo . Barthou pronunciò un discorso assai sciocco , coi soliti ritornelli dell ' amore per l ' Italia : ma la buona educazione più elementare imponeva di starlo ad ascoltare . Invece ci fu un tizio che cominciò ad approvare , gravemente , col capo : un altro tizio , che aveva già dato saggi cospicui di villaneria , replicò al primo , mentre il ministro parlava : " Ma la smetta ! Non mi pare che in questo discorso ci sia tanto da applaudire ! ... " II povero Barthou fu il primo a ripigliare fiato dopo questo record della faccia rotta , e volgendosi gentilmente ai due interruttori , disse : " vous comprénez , Messieurs , que nous ne sommes pas a Palais Bourbon , je ne peux pas répondre à des polemiques " : e tirò via , con gran sollievo di M . Carteron , che aveva per un minuto temuto uno scatto di Barthou . Quando , pochi minuti dopo , l ' incidente fu riferito a Colrat , l ' altro delegato francese , questi , col più amabile dei suoi sorrisi , commentò la risposta di Barhtou così : " On voit bien que la failite de la Conférence lui a détendus les nerfs " . Botta che coronò degnamente tutta una serie di motti di spirito cui M . Colrat ebbe cura di infiorare i " lavori " della Conferenza . Il signor Colrat , sottosegretario alla Presidenza del Consiglio , aveva preso il suo partito fin dal primo giorno della Conferenza . Egli e Barrère rappresentarono la estrema destra della Delegazione : ma mentre Barrère , incartapecorito e arido , mandava avanti il lavoro di sabotaggio con mala grazia , Colrat rappresentava veramente , di fronte alla mitologia conferenziale e ricostruttrice , le bonhomme Margaritis di Balzac . Quando , bien repu de bartavelles et de vin de Bourgogne se ne usciva verso le due dal Savoy per avviarsi ai lavori della commissione economica , lo stecchino fra le labbra , godendosi il sole , era assai amichevole e alla mano , e parlava volentieri . " Ne touchez pas cette question la monsieur : quant à moi , je réconstruis l ' Europe ( e qui boccheggiava comicamente ) et je n ' en sais rien . Vous voyez : j ' ai travaillé de ce matin à dix heure jusqu ' à midi a réconstruir l ' Europe ( altro vario boccheggiamento ) et je vais maintenant encore à cette lourde tache " . Dopo che avevate ascoltato questi frizzi del signor Colrat , voi eravate fixés sulle sue opinioni . Tutti i giorni il " comunicato Colrat " faceva il giro di circoli discreti , e dei giornalisti francesi . Sua , per esempio , la definizione di Cicerin : " Il me parait un pion de collège , maltraité par les camarades " ; una definizione che esaurisce tutta la posizione e tutta l ' azione del delegato russo alla Conferenza . Ed ancora suo il motto sintetico della situazione , quando Lloyd George si arrabattava per far venire Poincaré a Genova : " Oh oui , je le comprends bien : après nous avoir culbertés , nous il voudrait culbertér aussi Poincaré " . E tanti altri , che non ricordo o che sarebbe ozioso aggiungere . Io penso che nel bonhomme Colrat Lloyd George abbia avuto , in Genova , il suo più ostinato e più forte avversario . Colrat riusciva a nascondere tutto il vuoto della condotta francese , tutta la meschinità della paura , tutte le miserie del misantropismo francese , tutta l ' aura antipatica che esalava da ogni telegramma di Poincaré . Per lui , il fallimento della Conferenza é stato qualche cosa di sicuro , fin dal primo giorno : e , comunque andassero le cose , egli era tanto saldo nel suo convincimento , che riusciva a diffonderlo attorno a sé , senza lunghi discorsi , col prestigio di un buon senso apparentemente terra terra , e con l ' arma di una arguzia bonaria e di buona lega . Apparentemente , la delegazione tedesca era molto meno inquadrata e molto meno stilizzata di quella francese . Mancava in essa la pattuglia di universitari che c ' era nella francese , e anche i diplomatici provenienti dalla vecchia diplomazia guglielmina erano pochi : von Simon , segretario di Stato alla Wilhelmplatze , von Mahlzahn , di cui parlerò dopo , e von Prittwitz , diplomatico dal nome fredericiano ma di orientamenti molto anglofili . Due o tre altri von contavano assai poco . Così , molti giornalisti restavano sconcertati dalla mediocrità dell ' ufficio stampa impiantato al Bavaria , e diretto dal Frhr . von Tucher il quale parlava un po ' l ' italiano ma non sapeva mai niente . Tutta la stampa italiana non desiderava di meglio che le " suggestioni " tedesche , ma i tedeschi erano troppo prudenti per impiantare un servizio aulico di informazioni come funzionava presso i francesi . Preferivano lavorare in altro modo . Ministerialdirektor Müller Direttore vero e ufficiale dell ' ufficio stampa era il Dottor Oscar Müller . Io lo avevo conosciuto di passata a Berlino , nell ' inverno del '20 , quando egli era ancora corrispondente dalla capitale tedesca per la Frankfurter Zeitung . Chiamato nell ' autunno del '21 ad occupare stabilmente una posizione nell ' alta burocrazia , il Müller giunse a Genova , con una parte di prima importanza : fu l ' unico direttore di Ufficio stampa che partecipasse alle riunioni dei capi della sua delegazione : e spesse volte vere deliberazioni furono prese dalla terna Wirth - Rathenau - Müller . Il marchese Visconti Venosta e Sir Edward Grigg , che poi avevano niente da fare con l ' Ufficio stampa , mettevano molta compiacenza a comparire nelle riunioni quotidiane dei giornalisti della nazionalità rispettiva : Oscar Müller , al contrario , non amava affatto le comunicazioni coram populo . Egli parlava con pochi giornalisti tedeschi di polso , e per mezzo di essi tirava nella scia governativa e rathenauesca tutti i pesci piccoli , tedeschi e ... italiani . Questo gli era facilitato dalla presenza a Genova di due giornalisti berlinesi , Theodor Wolff del Berliner Tageblatt e Georg Bernhardt della Vossische , che hanno nel giornalismo tedesco un ' autorevolezza come nessun giornalista italiano ha , corrispondentemente , nella nostra stampa : senza essere ufficiosi , si noti . Da noi , i due o tre giornalisti romani che hanno le loro grandi e piccole entrate alla Consulta , e che a Genova potevano , per esempio , parlare con Schanzer quando lo avessero voluto , non sono neppure essi ufficiosi , ma tanto meno autorevoli : anzi sono riconosciuti come emeriti fanfaroni . Il Bernhardt faceva parte , in qualità di perito , della Delegazione : e si vedeva meno . Ma Theodor Wolff riprese finalmente a Genova il suo ruolo di menager della stampa forestiera . Le sue informazioni erano sempre precise , controllate , raramente e , se mai , discretissimamente tendenziose : e , regalate così com ' erano da un " eminente collega " nessuno sapeva resistere alla tentazione di tenerne conto nel compito serale . In questo risultato finale ed essenziale , si chiariva tutta la superiorità dell ' accaparramento tedesco sugli " uffici " francesi dell ' Hotel Savoy . Un altro giornalista contava la delegazione , Hilferding : ma l ' ex - direttore della Freiheit era perito finanziario effettivamente e faceva poca politica , anche per il fatto che Hillferding si esprime con vero stento tanto in francese che ... in tedesco ; pare che le parole se le tiri su con la carrucola dal fondo dello stomaco : solo i congressi socialisti tedeschi hanno la sopportazione necessaria per un parlatore simile . Del resto , quei tre primi erano sufficienti alla bisogna ; la delegazione tedesca era quella in cui l ' opinione dei grandi giornali arrivava ufficialmente nelle più ristrette riunioni per mezzo del Müller , e le direttive ai giornalisti erano impresse con maggior sicurezza per mezzo di Bernhardt e Wolff . L ' imprenditore Rathenau L ' atto principale della delegazione tedesca a Genova - il trattato di Rapallo - è stato il risultato di una combinazione fra i sentimenti e i risentimenti di Rathenau , da una parte , e le opinioni ben salde e circoscritte del Freiherr von von Mahlzahn , capo dell ' Ost - Abteilung al Ministero degli Esteri tedesco , dall ' altra parte . I due uomini si incontrarono , e , ciascuno in base a motivi personali diversi , decisero di compiere quel gesto . Vediamo come ci si sia deciso Rathenau . Egli venne a Genova per compiervi " qualche cosa " . Rathenau è rimasto quale venti anni di attività industriale lo hanno foggiato : un grande intraprenditore moderno . L ' " affare " industriale ha semplicemente ceduto il posto , nella giornata di quest ' uomo , all ' " affare " diplomatico : il bisogno primitivo , direi infantile , dell ' azione , che è in fondo ad ogni intraprenditore di razza , egli lo ha portato entro il campo della sua attività diplomatica . L ' errore inevitabile in cui Rathenau è caduto è stato precisamente questo : ha creduto che la posizione del grande imprenditore e del grande diplomatico rispetto al guadagno , fossero identiche . Scrive Rathenau in un suo vecchio libro ( Reflexionen ) : " Io non ho mai conosciuto un vero uomo d ' affari , per il quale il guadagno rappresentasse la principale preoccupazione : e potrei affermare che chi è attaccato al guadagno personale di denaro , non può essere un grande uomo d ' affari " . Consideriamo come sua questa riflessione di Rathenau imprenditore . E pensiamo che quest ' uomo , per venti anni , dalla sua attività professionale è stato disciplinato a stimare autentici il successo industriale di grande portata , ed il guadagno in stretto senso ( cioè il successo immediato , controllabile dall ' oggi al domani ) ; che quest ' uomo ha continuato a pensare che per essere lungimirante , fecondo , bahnbrecher , occorreva , prima di tutto , saper concentrare l ' interesse sulla intrapresa : " L ' obbietto , su cui l ' uomo d ' affari accumula il suo lavoro e le sue preoccupazioni , il suo orgoglio e i suoi desiderii , è l ' intrapresa in sé , qualunque essa sia : fabbrica , banca , armamento , teatro , ferrovia . L ' uomo di affari non conosce alcun ' altra aspirazione , all ' infuori di questa : trasformare l ' intrapresa in un fiorente e forte organismo ... " ( Reflexionen ) . Ebbene : quest ' uomo è messo a dirigere la politica estera di un grande paese , è inviato ad una grande adunanza internazionale . Qual ' é il guadagno di un diplomatico , in questo caso ? Ottenere libertà di incontri , di discussioni , di combinazioni : ottenere la fiducia dei concorrenti : conservare la seggiola al tavolo , con su scritto il proprio nome . Questo " guadagno " immediato , precisamente , e non altro , Lloyd George serbava alla Germania alla Conferenza : e questo guadagno , precisamente , Rathenau era dispostissimo a neglettere o ad abbandonare , per concentrare il suo interesse sull ' impresa concreta cui da tempo attendeva von Mahlzhan : la conclusione di un totale e clamoroso - indispensabile quest ' ultima qualità ! - e clamoroso accordo con i Soviet . La storia di un appuntamento A questa predisposizione generica , si aggiunsero le mortificazioni ricevute , specialmente da Lloyd George . Rathenau è israelita . Del giudaismo , questo gli è rimasto : la vanità . Vanità di uomo superiore , ma che si tradisce ugualmente nell ' accuratezza un tantino ricercata e non sempre fine delle fogge di vestire , nel penchant alle comparse sensazionali in mezzo ad una folla convocata apposta per sentire le sue parole , nell ' abitudine , anche quando è en petit comité , a non poter fare due dichiarazioni senza il pulpito di una seggiola , di una scalinata , di un tavolo ; nella compiacenza manifesta di usare con padronanza assoluta le lingue estere : guardate che , mentre parla , egli continua a darsi all ' aplomb della giacca e dei pantaloni diligentissimamente stirati ... ( Ancora un riscontro di Cannes . Quando Rathenau - primo ministro tedesco che si presentasse al Consiglio Supremo non in condizione di accusato - espose in gennaio , dinanzi a Lloyd George , Bonomi e Briand , la situazione economica della Germania , cominciò con queste frasi testuali : " Tralascerò di usare della mia lingua , il tedesco , per risparmio di tempo , evitando l ' interprete : e solo per questa ragione . Mi esprimerò dunque direttamente in inglese , e poi tradurrò io stesso in francese . Solo per risparmio di tempo , ancora una volta - continuò rivolto all ' on . Bonomi - credo opportuno astenermi dalla traduzione in italiano chiedendone scusa all ' onorevole Primo Ministro d ' Italia " . Non si sa se rimanere più storditi dalla esibizione luzzattiana di questa prontezza poliglotta , o dalla ... squisitezza di tenere un tale discorso dinanzi a due uomini notoriamente e disperatamente monoglotti , come Lloyd George ... e Bonomi ! ) La vanità di Rathenau , nelle prime giornate di Genova , non fu risparmiata . Tre volte egli chiese un colloquio a Lloyd George , ma questi , ingolfato nelle discussioni del Club , gli fece tenere delle risposte in cui , stringi , stringi , c ' era questo : " Adesso non ho tempo " . L ' ultima richiesta e l ' ultima ripulsa furono scambiate il venerdì 14 aprile . Già in precedenza , Teodoro Wolff aveva invitato i maggiori giornalisti inglesi ad un ricevimento intimo nella Villa Croce - Sonnemberg , a Nervi . Non è verosimile che questo ricevimento a uomini legatissimi a Lloyd George sia stato indetto , nella previsione di burlarsi di loro e del loro patrono entro le 24 ore . Rathenau passò ancora in attesa la giornata di sabato , vigilia di Pasqua . Proprio alla sera , e proprio durante il ricevimento , da persone vicinissime a Lloyd George , fra l ' altro da M . r Garwin , Rathenau venne a sapere che all ' indomani il Premier inglese aveva intenzione di solennizzare la festa integralmente : messa e benedizione , partita a " golf " in giardino , gita in automobile lungo la Riviera , nientissimo di politica : si noti che chi dava queste informazioni era anche M . r Garwin , compagno ordinario di queste réjouissances domenicali . Credo che nella serata , Rathenau si sia lasciato convincere a firmare il trattato : e all ' indomani , Pasqua , andò a Rapallo . Nelle spiegazioni sulla propria condotta che Lloyd George dovette dare in seguito a Barthou , nel Club , egli disse fra l ' altro : " Io tentai di combinare un incontro con il Cancelliere del Reich e con il Dottor Rathenau nella giornata di Pasqua : ma la assenza del D . r Rathenau , che si trovava già a Rapallo , lo impedì " . Questa versione , Lloyd George la ripeté poi varie volte , anche in pubblico , e anche , il 15 giugno scorso , alla Camera dei Comuni : ed è esatta , ma disastrosa per la serietà , o per la riputazione di serietà , del suo autore . Il ministro Rathenau fece colazione all ' Eden , a Genova : e non partì da Genova prima del tòcco , anzi delle 14 . Lloyd George fece telefonare all ' Eden per avere un abboccamento con i ministri tedeschi verso quest ' ora , e non prima : non nella mattinata . Perché non lo fece prima ? Oh , mio Dio : soltanto al tòcco aveva incominciato a piovere come Dio la mandava : e durò tutto il pomeriggio di Pasqua . Lloyd George - secondo le solite relazioni degli intimi , ricercate come bollettini della salute della Conferenza - aveva passato la mattinata secondo il programma festivo stabilito : ma il tempaccio maledetto gli fece rinunziare al resto delle sue distrazioni pasquali , con suo grande disappunto . Conclusione : visto che , per colpa dell ' acqua , la gita in Riviera era impossibile , e che bisognava rimanere bloccati a Villa d ' Albertis , Lloyd George si decise a " combinare un incontro con il Cancelliere e con il D . r Rathenau " . " Ormai - avrà detto il Premier - ormai la giornata è sprecata ... Tanto vale sentire un po ' cosa vuol dirci colui , che per tre volte mi ha seccato con le sue richieste di colloqui ... " . Ma Rathenau era già a Rapallo . Con questa diligenza e con questa previggenza , Lloyd George affrontò l ' eventualità , a lui notissima , dell ' accordo russo - tedesco ! ... Il funzionario Von - Mahlzahn Rathenau - secondo me - stette indeciso fino alla vigilia della firma dell ' accordo . Ma v ' era nella delegazione tedesca un altro uomo che , al contrario , fu decisissimo a concludere fino dal primo giorno . Quest ' uomo era il Freiherr von Mahlzahn , presente alla Conferenza in qualità di Segretario della Presidenza del Reich , l ' autore vero del trattato , e il personaggio forse più interessante della delegazione . Vidi diverse volte il Mahlzahn dopo la conclusione dell ' accordo di Rapallo : egli era difficilmente accessibile , perché , com ' egli stesso diceva , ormai quasi disoccupato . Alto , biondo , sakko anzug , nessuna cicatrice studentesca che deturpi il viso regolare e calmo , nessuna abitudine a stringere le mascelle , a spalancare gli occhi alla maniera di Federico il grande , come non è difficile che faccia qualche consigliere segreto dell ' austro regime ; per darsi un " tono " . Mahlzahn è " schlicht " : è semplice . Più che diplomatico , egli si picca di essere un " menager " politico di grandi affari internazionali : e certo gli pare che questa sua forma di attività sia quella che più conviene agli affari dei suo paese : perché , da buon tedesco liberale , Mahlzahn ha una viva ammirazione per l ' Inghilterra , una vivissima per l ' America , e per i sistemi diplomatico - affaristici degli Anglosassoni . Ma egli rimane tuttavia radicato alla Wilhelmplatz : è prima di tutto un moderno funzionario prussiano , poliglotta , specializzatosi nello studio della Russia , dei diplomatici russi , delle possibilità di affari in Russia , che ha percorso nell ' ambasciata di Pietroburgo parecchi gradi della sua carriera , e che adesso vuole spremere fino all ' ultimo succo tutta la sua esperienza di russiches hand und heute . Egli vuole tanto - ormai - tirare le somme , che non ha neppure sentito il bisogno di andare in Russia dopo la rivoluzione : Mahlzahn ha catalogato la Russia , i suoi campi e le sue miniere , e ha portato il catalogo a Berlino , Ost - Abteilung ( Divisione Orientale del Ministero degli esteri ) . A Berlino , l ' accanito giovanotto che , dieci anni fa viaggiava in Russia ammucchiando appunti nelle sue tasche e nel suo cervello , ha ricevuto una patina di Berlinertums , di " berlinesismo " , é diventato un sedentario , ha preso un tantino il gusto a giocare il ruolo di Holstein del nuovo regime , conosciuto e apprezzato da pochi , potente ad influire sulle sorti dei molti : convinto che nella riparata oscurità della centrale della Wilhelmplatz , ci sono più saporite soddisfazioni che non nella legazione ad Atene , dov ' egli andò per non lungo tempo , e donde tornò via contentissimo . E poi a Berlino , città di diplomatici , ci passa tanta gente : ci passa , per esempio , anche " il signor Boggiano - Pico , incaricato diplomatico italiano per la Russia , di cui io ho potuto apprezzare tutta la conoscenza di cose nuove , e che , sono certo , a Pietrogrado avrà compiuto opera assai efficace " come dice il signor Freiherr , scrutandosi bene , per vedere se avete un sospetto almeno di quello che sia il Witz berlinese , la maniera sorniona di canzonare la gente . E poi , a Berlino c ' è maggiore probabilità di tirare le somme del lavoro compiuto . Se c ' è il Freiher von Mahlzahn con una esperienza così solida in materia russa , se c ' è una Ost - Abteilung affidata a lui , il coronamento inevitabile dev ' essere il trattato con la Russia , in sé e per sé , che io , Mahlzahn , ho il dovere di funzionario di preparare tecnicamente , senza preoccuparmi di ciò che non è del mio réssort , di ciò che non è meine sache , affare dell ' Ost - Abteilung : sia quel che voglio , magari l ' invasione francese , das ist nicht meine Sache . Verrà , deve venire il momento in cui il trattato sarà firmato : compito mio , punto d ' onore mio , è di affrettare quel momento . La conferenza di Genova , le predisposizioni di Rathenau a fare qualche atto clamoroso , e la prontezza di Mahlzahn ad approfittare della vanità offesa di Rathenau , diedero partita vinta al funzionario , e il trattato fu firmato . Durante tutta la durata della Conferenza , il nome di Mahlzahn comparve una sola volta sui giornali tedeschi : in una specie di spiegazione tecnica del trattato , ch ' egli diede qualche giorno dopo la firma ai giornalisti del suo paese . Sui giornali italiani non comparve mai . La stampa llyodgeorgiana lo trascurò , eccetto M . r Garwin , che lo chiamò addirittura un farabutto , cosa di cui il Mahlzahn parlava senza neppure una venatura di quella compiacenza che le ingiurie sogliono pur suscitare nelle persone insensibili alle lodi . Per questo superbo , per questo uomo del retroscena , la vendetta più squisita contro le male parole di Garwin consistette nelle preghiere che da Villa d ' Albertis gli furono rivolte dal " principale " di Garwin perché nei periodi di tensione con la delegazione russa , egli intervenisse a Rapallo : e questa vendetta se la assaporò per quindici lunghi giorni , negli incontri quotidiani cogli esperti alleati , che lo cercavano , lui , lo " sleale " secondo Lloyd Gecrge : il " farabutto " secondo M . r Garwin . Mahlzahn amava questo compito di sensale nascosto e indispensabile in diplomazia e nei grandi affari . Ricordo con che sapiente ironia parlava dell ' inutilità dell ' intervento dello Stato , con i suoi uffici , per invogliare i capitalisti a imprese russe . " Non è questo che occorre . Io non ho mai trattato di questi affari nel mio ufficio . Se a Berlino c ' è qualche industriale che ha delle idee per la Russia , io lo metto a contatto con le persone adatte facendoli trovare , che so io ? a colazione . Da me vengono : mi conoscono . Ma non verrebbero nel mio ufficio . Forse , però gli industriali italiani saranno meno diffidenti dei tedeschi : io questo non lo so , signore ... " . I giudizi di Mahlzahn sui delegati bolscevichi erano singolari , e diversissimi da quelli più accreditati . Fu l ' unico da cui udii dire che Litvinoff fosse l ' uomo più forte della delegazione , quello con cui bisognava stare in buona . Che gli inglesi avessero grande stima di Krassin non lo meravigliava , ma lo divertiva il grande conto che ne facevano : " Krassin è troppo inglese : è poco utile trattare con lui " . All ' infuori di questi e simili , apprezzamenti generici , non era però possibile saperne di più . Von Mahlzahn è uno splendido esempio di funzionario prussiano antico stile , trapiantato in mezzo alla americanizzazione crescente a vista d ' occhio , della vita politica ed economica tedesca e berlinese . Il trapianto , nel suo caso personale , è riuscito , e ha dato un uomo in cui l ' antica discrezione e limitatezza del funzionario prussiano sono riuscite a rimanere tenaci accanto a una grande capacità affaristica . Nei diplomatici tedeschi di qui a cinquant ' anni quella discrezione e quella limitatezza prussiana saranno scomparse e sarà tanto peggio per tutti . Anglofilia diffusa E quanto fosse diffusa , nelle persone dirigenti della delegazione tedesca , lo osservai per la prima volta al vivo , nel ricevimento cui ho già accennato , offerto da Theodor Wolff a Nervi , nel giardino della villa Croce - Sonnenberg , la vigilia di Pasqua , alla stampa inglese e americana . Queste cose si capiscono meglio del modo di farsi presentare la gente o dal modo di porgere la guantiera ad una tavola imbandita , che da cento discorsi reticenti e falsi . Mr . Garwin , il direttore dell ' Observer e l ' amico di Lloyd George , era il vero protagonista di quella grande riunione , e Rathenau cercò di fare una vera captazione di simpatie da parte del giornalista di confidenza del Premier . C ' era una ben grave umiliazione in questo ripiego , di far la corte al giornalista , non potendo parlare con l ' uomo di Stato ! Qui alla Villa Croce conobbi il Keynes , oggetto di una vera adulazione da parte di tutti i capi della delegazione tedesca . Il Keynes , un perticone inodoro , incolore , insaporo , dall ' aria ammoscita peggio della finanza mondiale , è però inglesissimo in questo : nell ' accettare i complimenti e le adorazioni tedesche come una specie di tributo obbligatorio . Durante quel ricevimento , egli se ne stette quasi sempre zitto e svogliato , mentre inutilmente Rathenau e la signora von Prittwitz conducevano inutilmente la conversazione in inglese , e tutti attendevano che l ' oracolo aprisse la bocca e sentenziasse almeno , come l ' antico Seneca , che i salami non sono salsiccie . In fondo , il beneficio che Maynard Keynes ha ricevuto dalla enorme reclame stamburatagli dai tedeschi , è immensamente superiore ai benefici che i tedeschi hanno ricavato dai suoi pagatissimi e inutilissimi articoli . Avevo già veduto Rabinadrath Tagore godersi l ' adorazione delle quarant ' ore da parte degli intellettuali di Berlino : a Nervi vidi Keynes godersi l ' adorazione delle five o ' clok da parte dei diplomatici . Nessuno , come i tedeschi , venera così le proprie invenzioni . La delegazione tedesca , durante tutta la conferenza , adorò una invenzione ad essa carissima : che gli inglesi fossero particolarmente ben disposti verso la Germania . L ' unico , forse , fra i delegati , che fosse meno propenso a questa anglofilia , e più vicino , tendenzialmente , alla politica continentale sostenuta dallo scarso e malinconico gruppo che fa capo alle Sozialistische Monatshelfe , era il Cancelliere Wirth . Lloyd George dovette capirlo , perché negli ultimi quindici giorni della Conferenza volle avere dei colloqui con lui senza Rathenau : e chissà quali balle gli avrà raccontato . Ma Wirth ha pochi ganci cui quell ' altro si possa attaccare . Anche nel personale subalterno , si trovava qualche elemento più diffidente verso le manovre inglesi : così , per esempio , lo Hilferding , che portava a Genova le vedute del Salon Cassirer di Berlino , il diffamato focolaio del riavvicinamento franco - tedesco . Ma erano isolati . Gli esperti e gli emissarii inglesi erano gli ospiti più graditi dell ' Hotel Eden , e Lloyd George ce li mandava a stormi . Quando sorse la polemica se e , nel caso , chi dell ' entourage di Lloyd George era stato preavvertito delle trattative con i russi condotta dal Mahlzahn , io commisi l ' imprudenza di pubblicare il nome di M . r Sidebothon . Ma il giorno dopo , avrò avuto altri cinque o sei nomi di persone diverse , e a me sconosciute , della delegazione britannica , che mi venivano comunicati , in tutta confidenza , da inglesi che speravano di poter fare , per mezzo del giornale locale , il pettegolezzo personale . Non pubblicai più niente : ma rimasi persuaso di questo : che per lo meno venti persone compresissimo Lloyd George erano tenute regolarmente al corrente dell ' affare che si covava a Rapallo .