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Forse l ' unica bellezza del primo romanzo Memorie inutili lo scriveva appena ventenne di Alfredo Oriani è nel protagonista Ugo Olivieri , che , romantico in ritardo , si trova sperduto , con i suoi sogni permeati ad un tempo di idealismo e di materialismo , nel mondo borghese del secolo XIX declinante ; ma e sono convinto di non scoprire nulla di nuovo in Ugo Olivieri è tutto Alfredo Oriani giovane , o meglio , se vogliamo accontentare la sua mania d ' allora giovanile di firmarsi con uno pseudonimo , Ottone di Banzole , lanciante , fiero della sua gioventù e della sua genialità , la sua vana sfida al mondo : vana e dannosa , perché il romanzo non esce certo pur opera di un ventenne dalla mediocrità e perché questo suo altero dispregio per la società che lo circonda gli aliena subito , al suo primo apparire nell ' agone letterario , tutte le simpatie dei lettori , in maniera da non riuscire più lui vivo a riguadagnarsele . Infatti esaminando in alcune decise pagine con amoroso , appassionato studio , che fa già presentire il futuro storico , l ' aspetto delle classi sociali quali si presentavano in Roma , sul finire del Governo Pontificio , critica l ' aristocrazia morente , delinea con vigore il popolo che purtroppo gli sembra rinnovare la plebe del basso impero , cadente un giorno come il potere temporale allora , ma soprattutto disprezza , ironico e superbo , la borghesia : « ... provavo un forte disgusto per la borghesia . Victor Hugo scrive che il dire a uno " borghese " vale un insulto , e ha ragione » . Se Roma , dopo di averlo fatto fantasticare classicamente e romanticamente insieme , lo aveva reso scettico e annoiato , stanco del mondo e degli ideali , con il quadro disgustoso della sua modernità , l ' ambiente provinciale bolognese lo induce alla reazione . Non vale più la pena di chiedersi : « La vita è una lotta , De Vauvenargue ? E il premio sai dirmelo ? » , quando invece la vita sembra uno stagno in cui tutto imputridisce ancor prima di morire ; per questo nei capitoli dell ' « Al di là » la borghesia è descritta con ribellione e con repulsione , fino ad affermare che essa è « il trionfale aborto della nostra civiltà , il capolavoro del nostro buon senso cristiano e della nostra saggezza economica , del filosofismo liberale e delle rivoluzioni medievali e francesi » . E probabilmente proprio questo vivace contrasto con la realtà borghese , che non riesce a contenersi nell ' animo dell ' autore , ma ha bisogno di esprimersi con violenza , fa sì che i primi romanzi , sempre troppo autobiografici , ricchi di passione quanto di paradossi , trovino in loro stessi la loro condanna : e i lavori dello scrittore romagnolo migliorano quando va scomparendo questo egoistico , pretenzioso , continuo magnificare e parlare di se stesso , nel confronto , più o meno accentuato , con il mondo contemporaneo . Quindi nei romanzi migliori pare che l ' ardore del giovane si sia addormentato , quasi che l ' abitudine a quel mondo negativo ne abbia lenita l ' asprezza , affievolita la voce sonora ; si può addirittura obiettare che la borghesia sembra aver penetrato anche l ' animo dell ' autore , ma approfondendo l ' esame si sente sempre viva l ' intima opposizione fra i personaggi e il romanziere , che riesce a creare il capolavoro quando trascina il lettore a vivere figure terribilmente borghesemente umane , il cui dramma è in sostanza di agire , quasi come sotto l ' incubo di una condanna , pensare , tormentarsi , morire , sepolte nel mondo greve e soffocante di Madame Bovary . Mentre Carducci esorta retoricamente con le figure del tempo andato , mentre D ' Annunzio blandisce i sensi del secolo ormai stanco , Oriani lo flagella , lo perseguita , lo rimprovera rinfacciandogliene l ' anima misera , rappresentata particolarmente in Vortice e in Gelosia . E quando finalmente il suo animo storico ha il sopravvento , non manca di presagire la sconfitta della borghesia : « L ' aristocrazia non ama e non lavora , la borghesia lavora e non ama , la plebe ama e lavora ... perché l ' aristocrazia è morta , la borghesia è moribonda , la plebe è giovane e ha davanti a sé un avvenire » . Lo scrittore ha già di fronte a sé non più il problema spirituale della borghesia , ma quello politico e storico : se egli non giunge a negare che la borghesia abbia avuto una funzione storica nel nostro Risorgimento , tuttavia nella Rivolta Ideale la individua e la scolpisce nella sua terribile insufficienza : « La borghesia era la classe più colta , ricca e passionale ; capace di intendere la modernità di oltre alpe e di oltre mare , soffriva nell ' abiezione imposta dai governi paesani alla sua coscienza ; sognava la rivoluzione ma sapeva troppo bene la propria debolezza e l ' indifferenza del popolo per osare davvero . Lungamente il sogno oscillò fra federalismo e riformismo ; si voleva soltanto il più probabile per arrischiare il meno possibile ; sostanzialmente la resistenza dei governi era pressoché nulla , la protezione accordata loro dalle diplomazie estere poco più che formale : un moto generoso di sollevazione sarebbe bastato contro i loro eserciti di parata e di banditi arruolati nella gendarmeria . Però non ne fu nulla . La lunga abile viltà nazionale degli ultimi secoli suggeriva invece speranze di aiuti stranieri , artifici di transazioni , scuse e ragioni a tutte le inferiorità : quindi l ' avanguardia borghese dovette indietreggiare dalla rivoluzione di Mazzini disertando l ' epopea di Garibaldi per accordarsi ai pochi reggimenti di Vittorio Emanuele . Accettò di mutare la servitù dell ' Austria in un protettorato francese mal dissimulato da un ' alleanza , lasciò la monarchia mantenere Mazzini in esilio e fucilare Garibaldi ad Aspromonte , incamerò i beni delle fraterie , occupò Roma rimanendo cattolica in un liberalismo fatto di buon senso e di volgarità , di istinti novatori e di prudenze qualche volta profonde fino al genio » . Certamente dopo i risultati meravigliosi del '60 una politica moderata s ' imponeva all ' Italia per non perdere in mosse arditamente rivoluzionarie , ma scarsamente politiche , il frutto di anni di fatiche , di sangue e di martirio , e bisognava che l ' istinto rivoluzionario s ' accordasse col valore monarchico per rafforzare il governo italiano di fronte all ' Europa ; ma , in fondo , avendo mutato il dovere in diritto , quella che vuol essere una giustificazione si risolve in una completa accusa : dopo di non aver certo agevolato il Risorgimento , la borghesia voleva renderlo inutile , ché tal cosa significava arrestare l ' ascesa dell ' Italia per il volgare timore di perdere il già acquistato e credendo che il moto dell ' unità non avesse nessun altro fine . Certo la borghesia assicurò sodamente questa unità , ma questa fu funzione positiva soltanto per la sua negatività : questa classe che non aveva fatto la rivoluzione italiana , perché se anche i rivoluzionari vi erano nati , per agire avevano dovuto rinnegare i principi ed uscirne , conquistato con la rivoluzione il potere , se ne dimostrava indegna , perché chiamava il popolo al comando e scompariva frammista ad esso nello stato pseudo - democratico , morendo più vergognosamente dell ' aristocrazia . Così tutte le classi sono scomparse , poiché nessun limite le divide automaticamente : « non ve ne sono più » . Ma è rimasto , con la morte della borghesia , un più grande pericolo : « il suo spirito » , poiché il popolo , il popolo , che è sempre la base della vita della nazione , corre il pericolo di lasciarsi imborghesire , comprendendo più facilmente gli ideali se così si possono chiamare borghesi e ritenendo più facile , come del resto è effettivamente , la scalata alle posizioni di questa classe . E Alfredo Oriani prevede che nell ' ideale battaglia contro lo spirito borghese un ' ardita , giovanile schiera , guiderà il popolo verso il proprio miglioramento : sarà la « rivolta ideale » della « nuova aristocrazia » .