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LO STELLONE ( BONTEMPELLI MASSIMO , 1936 )
StampaPeriodica ,
I . Lo sviluppo , in civiltà , complessività e conoscenza delle nazioni , richiede nella loro storia politica una alternativa di decentramenti e concentramenti della somma del potere governante . I periodi in cui si sente necessario decentrare e distribuire tale potere , sono periodi di agitazione e culminano nelle rivoluzioni ; i periodi di maggiore concentramento corrispondono all ' imporsi dei regimi assoluti . Questa legge appare molto chiara nella storia di Francia . Il potere assegnato dal feudalismo ai marchesi , protettori delle regioni di confine , aumenta fino a sembrare pericolo per la unità dello Stato ; allora Luigi XIV chiama a sé i marchesi e ne fa dei funzionari della Corte . Con l ' andare del tempo questo genera un soverchio concentramento e squilibrio tra il cuore e la periferia , e prepara la rivoluzione con tutte le sue conseguenze . In altre parole : lo stabilirsi dei regimi assoluti corrisponde alla necessità di riaggregare energie che si stavano decomponendo , le rivoluzioni sono per contro forze disgregative che intervengono a fermare un processo di eccessivo aggregamento , quando elementi coordinati del potere stanno , come si dice in meccanica , per "grippare." La rivoluzione mussoliniana è tutt ' altra cosa . Come è altra cosa la storia d ' Italia . Le storie parallele , talora collaboranti talora tra loro contrastanti , che la compongono , han dato e consolidato alle membra più lontane dal cuore una tale ricchezza di toni e di forze , che l ' alternativa di cui s ' è detto non ha più ragione di invocarsi . La disgregazione precedeva la Rivoluzione e la Guerra ( la Guerra fu il primo atto della Rivoluzione mussoliniana ) e stava accadendo non tra le membra più lontane e il cuore governante della Nazione , ma nel centro stesso del potere . La Rivoluzione mussoliniana non è disgregante , anzi è un mezzo diretto all ' unificazione e consolidamento del potere centrale : è una rivoluzione tipicamente " strumentale " : rivoluzione non di un disgregatore , ma di un costruttore . Appena compiuta , il Capo di essa rivoluzione , con quegli stessi strumenti coi quali l ' ha portata alla vittoria , si accinge all ’ opera ricostruttiva . E il consolidamento delle energie centrali non è fatto a spese delle regioni di periferia , ma lascia intatte tutte le conquiste delle loro storie singole laboriosissime . II . Nei vecchi manuali scolastici si leggeva : " col 1870 si è compiuta l ' unità d 'Italia." Non era vero , perché il " senso politico della nazione " era rimasto ancora di una minoranza . Il senso della nazione ha cominciato a diffondersi tra il popolo con i quattro anni della vita di guerra . Vittorio Veneto fu una prima vittoria d ' una Italia nuova , nata dal farsi ampiamente popolari l ' idee che erano state di una minoranza colta . Questa minoranza voglio dire , quella aristocrazia intelligente che aveva capito che all ' unità di carattere nazionale in Italia doveva corrispondere un ' unità di carattere politico quella minoranza risaliva , nientemeno , a Petrarca e Dante ; e andò nei secoli afforzandosi , ma minoranza intellettuale rimase chiaramente anche dopo il Risorgimento . Con la nuova Italia cioè con la Guerra e il Fascismo la concezione dell ' Italia come nazione diventa popolare . Voglio dire che passa dalle aristocrazie intelligenti al popolo . Ma scavalca lo stato intermedio , la borghesia . Qui si innesta il fenomeno strano , per cui gli ottocentomani sembra abbiano buon giuoco quando ci dicono : " Come mai un ' Italia , caduta in tanta ristrettezza d ' idee come quella del decimonono , come mai ha potuto preparare la Guerra e la Rivoluzione ? " Si risponde che a quelle ristrettezze d ' idee e di costume politico era scesa , non l ' Italia , ma la sua classe più in vista , la classe direttiva , la borghesia . L ' addormentamento democratico era fenomeno di origine strettamente borghese : veniva di Francia ; paese borghese per eccellenza . Ma sotto quella classe direttiva c ' era l ' indole profonda , il carattere dell ' italiano . In ogni nazione convivono e utilmente collaborano tutte le classi sociali , ma ogni nazione richiama il proprio fondamentale carattere all ' una piuttosto che all ' altra . Come la Francia è soprattutto borghese , così l ' Italia è soprattutto fondamentalmente popolare . Come tale , l ' Italiano sa generare di tratto in tratto , quando gli è storicamente necessario , una aristocrazia intellettuale da cui si fa volenteroso guidare . Questo è il meccanismo intelligente , che gli scettici chiamano " lo Stellone . "