Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
StampaPeriodica ,
Comincerò poiché la bontà nella vita mi piace quanto , e forse più , la nudità bella nell ' arte comincerò dal ringraziare il Chiarini , il Nencioni ed anche il Panzacchi , che con me sono stati tanto buoni . Quattro settimane fa , colla serena sfacciataggine d ' una scolaro irrequieto , buttavo giù dalle colonne di questa Domenica una manata di punti interrogativi tutti peccaminosamente impertinenti , li buttavo via per l ' Italia , implorando una risposta , che sarebbe stata una lezione per me , e che vale assai meglio per molti ingegni che affaticano nelle prime prove dell ' arte . La mia superbia era grande , lo confesserò : confidavo che la risposta e la lezione mi anzi ci sarebbero venute dal Chiarini , il quale , per ufficio da lungo tempo esercitato , ha , purtroppo , dovuto piegar l ' animo e fortificar la pazienza nell ' insegnare ai ragazzi . Invece oltre ogni misura d ' onesta superbia anche il Nencioni ed il Panzacchi hanno voluto mostrare che le mie domande non erano del tutto inutili , hanno voluto , con affetto paziente , discutere le mie impertinenze , e , aggiungendo bontà a bontà , i due primi hanno scritto parole cortesi per me , mentre l ' autore del Piccolo romanziere , con non meno gradita cortesia ha tentato di nascondere alla gente il nome di così grande e impudente peccatore . Il quale si proverà ora a ribattere , ritornando a commettere il suo peccato , non per amore di sudiceria o per orgoglio maniaco ; ma per il culto , coraggioso , e un po ' anche doveroso , che ha serbato sempre alle sue idee , unica proprietà e consolazione più alta ed assidua della propria giovinezza . Al peccatore pare che la serena confessione e la costanza del peccato siano la risposta più degna alla bontà di cui tre uomini illustri lo hanno onorato . Almeno , potranno dire : costui non è vigliacco ; ha delle opinioni e le proclama in faccia a tutti , le difende anche contro noi . E compiuto il dovere , veniamo alla discussione . Quattro settimane fa , dunque , io chiedeva : « Quale e com ' è la poesia porca ? » Avevo sentito il Chiarini invocare contro di lei l ' opera vigile e ammanettatrice della Questura , ed io , che nel Codice non aveva trovato nessun articolo , nella collezione degli Atti ufficiali nessuna istruzione sull ' argomento , del ministro per l ' interno ai suoi agenti , mi andava ripetendo : « Assolutamente bisogna sapere quando un autore ha il dovere di consegnarsi spontaneamente al procuratore del Re ; quando il lettore , da cittadino onesto , deve presentare formale querela e richiamare sopra un libro e sopra un foglio l ' attenzione , disgraziatamente distratta , delle autorità » . V ' è una letteratura chiamiamola così oscena , e di lei so benissimo l ' essenza e le forme : c ' è una legge severa che la definisce con assai precisione e manda i suoi dilettanti alla Corte d ' assise , che sono puniti con lodevole sollecitudine . Ma quest ' arte porca , che i magistrati lasciano tranquillamente correre per la Penisola , che i legislatori non hanno posta tra i reati , di cui si è sempre parlato , in mille modi per mille diversi interessi , da tutti , ma che non si è mai giunti a precisare in qual guisa sia fatta , di che materia consista , quest ' arte laida e perversa per cui il traduttore di Heine si commuove e si sdegna , quale è , e com ' è conformata ? La mia domanda voleva una risposta sollecita e piena , se non altro per ragioni di pubblica utilità . Ma i tre valenti scrittori non rispondono alla mia interrogazione limitata e precisa : essi mi rivolgono per contro dei ragionamenti vari e ricchi di erudizione , di sentimento , di critica , di morale ; ma alla definizione esatta non arrivano ; ma alla conclusione sola che a me pareva necessaria si ricusano . Tuttavia , per la gravità dell ' argomento , industriamoci alla meglio : cerchiamo , dalle molte descrizioni che i miei ammonitori fanno della gran colpevole , i caratteri suoi sostanziali , quelli che realmente costituiscono il suo reato . Il Panzacchi dice : La poesia della libidine corrompe l ' arte . La verecondia e la nudità non sono che parte accidentale della questione . Il Chiarini e il Nencioni invece l ' accusano unicamente per ragioni di verecondia e di nudità . Il primo scrive : L ' arte invereconda toglie ai giovanetti la gagliardìa che debbono consacrare alla patria . Il secondo sentenzia : L ' arte nuda corrompe la religione della donna . Andiamo avanti , se non ci riesce ancora di capir molto : cerchiamo nelle dissertazioni dei tre critici qualche più chiaro contrassegno . Donde è nata e da chi è stata commessa quest ' arte che tante cose offende e tante persone ? Il Panzacchi risponde : È un ' invenzione nuovissima : è incominciata , verso la metà del secolo , in Francia . No , ribatte il Chiarini , è antica : infatti debbo riconoscere che Orazio , Heine e Byron la differenza di tempo e di luogo non è breve da poco , fuggevolmente , ne fecero . Ma il Nencioni entra di mezzo ed afferma : I veramente grandi poeti non sono mai pornografici ; come non lo sono mai i grandi romanzieri . Byron non lo è mai , nemmeno nel Don Giovanni . Continuiamo pure nelle nostre ricerche : se ci pare di trovare un po ' di confusione , d ' indeterminatezza e di contraddizione al principio , alla fine troveremo la chiarezza , la precisione e l ' ordine ; la verità è una sola , e vanno ripetendo da un pezzo si fa strada sempre . Il Nencioni nega che gli artisti amino ora la nudità e che il pubblico la guardi con compiacenza : l ' arte sensualistica , assicura , volge irreparabilmente al suo termine fra l ' abbandono e il disgusto di tutti . Però trova che il D ' Annunzio scrive ancora de ' bei versi , concepisce tuttavia delle immagini forti e dilicate , ha soffio e movimento lirico . Il Panzacchi di riscontro giudica che la lirica della libidine egli non parla del romanzo e neppure della pittura è oggi « in pieno rigoglio e mostra per tutto i suoi fiori lussureggianti al sole , e dà al capo della gente con gli acuti profumi di cui impregna per largo tratto l ' atmosfera . » Il Chiarini , da ultimo e pel conto suo , nega risolutamente alle poesie del D ' Annunzio ogni merito letterario . Finiamo , dopo ciò , le indagini , i ravvicinamenti , i confronti : tanto non verremmo a capo di sentirci una buona volta definire che cosa è e dove fiorisce l ' arte porca . Uno alla nostra curiosità risponde che essa è soltanto un malanno per l ' estetica ; un secondo , invece , che è unicamente un pericolo alla gagliardìa della gioventù maschia ; un terzo , che è singolarmente ed essenzialmente un oltraggio alla religione della donna . Da una parte si scrive che è nata una cinquantina d ' anni fa ; dall ' altra , che viveva ancora , benché più debolmente , quando sfolgorava la maestà di Roma , da poco divenuta imperiale . Vi è chi assicura che il Byron non fu mai pornografico , e chi lo ammette ; chi trova delle cose buone nell ' Intermezzo di rime , e chi non ve ne riconosce una sola . Né basta : il Nencioni sentenzia che l ' arte della voluttà precipita , il Panzacchi che è in pieno rigoglio : oh come debbo ritrovare io , e con me il pubblico e gli autori , la definizione che sarebbe utile ed urgente di avere ? Dalle ricerche e dai riscontri che sono andato facendo , un costrutto , però , intanto ho raccolto , ed è questo : che la poesia invereconda è infinitamente più potente , per gli effetti che produce , dell ' altra , la sua opposta . La Marsigliese , l ' inno del Mercantini sono certamente liriche vereconde ; ebbene , io so di parecchi non molti volontari nel Tirolo , che colla camicia rossa sulle spalle , con Giuseppe Garibaldi presente e l ' inno del Mercantini sulle labbra , non sapevano vincere la paura , e scappavano ; so di moltissimi , migliaia e migliaia di francesi , che a Sedan , a Metz , a Parigi , cantavano il glorioso ritornello della Marsigliese , e deponevano le armi . Basta , invece , qualche sonetto , un centinaio o due di martelliani o di decasillabi i quali si discute ancora se sieno belli o no , se vi sia o no chi li legga , bastano essi perché la estetica della nazione sia corrotta , la gagliardìa dei maschi sia tolta , la religione della donna sia profanata . Evidentemente , secondo i precetti della eloquenza antica , quella di Demostene e di Cicerone , l ' arte porca avrebbe ragione dell ' arte pulita . Ma a me non preme di provare molta abilità di polemica ai miei lettori : preme invece di risolvere una questione che riguarda l ' arte e parrà strano la educazione civile del mio paese . Confesserò dunque che , se una propria definizione manca in tutti e tre gli articoli che i tre illustri avversari della nudità hanno scritto , in quelli però del Chiarini e del Nencioni qualche più sicuro contrassegno , qualche più chiara indicazione c ' è . Entrambi , d ' accordo , dicono : Il D ' Annunzio nell ' Intermezzo di rime uscito ora ha scritto delle porcherie . Ma però quando , subito di poi , vengono a dire dove e come il D ' Annunzio le ha scritte , tornano a non andare più insieme e , per poco , non si voltano le spalle . Il Chiarini , infatti , porta come documento della sua accusa venti o venticinque martelliani del Peccato di maggio ; il Nencioni addita , senza attentarsi a riprodurla , un ' ottava e un terzo della Venere d ' acqua dolce . Per tutto questo , mio povero e roseo Gabriele , sei stato svergognato in tutte le contrade d ' Italia ; per questo si è minacciata la pace dolce , legittima , consacrata dai costumi e dalle leggi , che ora godi ; per questo sul tuo capo ricciuto e candido si è invocata l ' eloquenza dei Pubblici Ministeri e la correzione del carcere cellulare ! Forse vi è stato eccesso di severità . Se non che , io non ho a fare il paladino né a Gabriele D ' Annunzio né a ' suoi ultimi versi , che fra l ' altre cose mi paiono dei men belli fra quanti egli ha pubblicati da quattro anni in poi ; io mi affatico e come vedete non mi diverto alla sudata ricerca di quella essenza così importante alla poesia , alla pubblica moralità e alla personale sicurezza dei poeti . Il Chiarini ed il Nencioni hanno disegnati due punti precisi di lirica infame ; vediamo pertanto che cosa contengono e come son fatti . Per ordine , cominciamo dal Peccato di maggio . L ' autore immagina due giovani innamorati , belli , forti , che passeggiano per un bosco . È il plenilunio reo di calendimaggio … il sole trionfale discende , mentre dalla terra fresca , verde , s ' alza , nella placidezza odorosa dei campi , l ' inno della primavera . E tutto uno sbocciamento intorno : la grande risurrezione dell ' anno . In lui scoppiano più ardenti , più acuti , gli ardori del senso : lei , fra tanta esuberanza di vita , ha la rivelazione di sé : è soprafatta da un desiderio nuovo , da un tormento infinito di carne inappagata e intatta che scotta ... Ma sentite i versi : Io sono tanto stanca ella disse , piegando ne la persona ... Oh come si scoperse la gola tra l ' onda de le chiome e le iridi si persero , fiori ne ‘ l latte , in fondo a ‘ l cerchio de le pàlpebre ! Oh come il sen rotondo sgorgò fuor de la tunica ! Io mi sentii su li occhi scendere un denso velo ; e le caddi ai ginocchi e con avide mani su pe ‘ l suo torso ascesi , e tremar come un ' arpa viva il suo torso intesi . Atterrita a quei subiti vibramenti d ' ignote fibre , ella con aneliti , gemiti , con immote le pupille e la bocca dilatata , pendeva su me . Ne le sue giovini carni il peccato d ' Eva squillava a gran martello , come sopra sonore lamine di metallo : È l ' ora de l ' amore ! O voi tutti , vecchi e giovani , che custodite con religione d ' amore e di gratitudine , come la più gagliarda e gelosa lirica della vostra esistenza , il ricordo dell ' ora felice in cui una giovinetta , inconscia , vinta dal prorompere della sua vigorìa insoddisfatta , del suo affetto , dell ' istinto umano superiore e benefico , si è abbandonata a voi stanca , oppressa , come non fu mai bella ; voi tutti che credete quell ' abbandono , quella dedizione ineffabile , buona , fatale , una gioia squillante dell ' anima vostra , badate al Chiarini che vi ammonisce : quel ricordo , quella lirica , quella gioia meno dimenticabili della vostra esistenza sono tante porcherie . Perché se il descriver tutto ciò in versi , il che vuol dire immaginarlo soltanto , è disonesto , a commetterlo in verità , in una notte stellata o sotto un sole di fuoco , deve essere assai ancora più turpe , più scellerato , più porco . E avete inteso ; perché si conservi robusta e cresca alla patria la gioventù che la deve onorare e difendere , queste cose non si hanno a scrivere , e molto meno quindi a fare . Oh , Origene ! Passiamo al secondo corpo di reato : un ' ottava più un quarto e cinque sillabe . Il D ' Annunzio omai a ricopiare dei versi mi stanco racconta un bacio dato nel modo proprio del bacio vero . C ' è una statua greca , ammirata in una pubblica galleria , di su le più pubbliche incisioni , in cui la rappresentazione è non meno esatta ed ha sincerità forse maggiore . Ma se un bacio non è dato in fronte , come nei romanzi di cavalleria gli eroi belli ed ingenui baciavano le vergini inconscie , e , purtroppo , clorotiche , se non è dato sulla mano , come ai monsignori , è una sconcezza e offende la religione delle donne . Dopo ciò , sentite ancora un galantuomo , o voi che mi leggete ? Io per me scampo alle rimembranze , alle curiosità , alla discussione , come gli eruditi alle questioni grosse : con una citazione . Eccola qua , ed è di autore non mai sospettato quale corruttore né dalla Corte del Re né dalla Curia Romana : Michele de Montaigne . Egli ha detto , molti anni fa : « Qu ' a fait l ' action génitale aux homme , si naturelle , si nécessaire et si juste , pour n ' en oser parler sans vergogne , et pour l ' exclure des propos sérieux et réglés ? » Che ha fatto , domando anch ' io , dacché , dopo questi molti anni che sono passati , le pretensioni d ' un certo pudore e le proibizioni di certa critica rimangono identiche ? Ci sono stati , ci sono e ci saranno dei pittori che hanno dipinto il tradimento di Giuda il più abbietto dei tradimenti leggendari ; degli storici che hanno narrate e debitamente documentate le turpitudini di Tiberio , le pazzie di Nerone , le ferocie di Caligola ; dei tragici che hanno messo sulla scena la passione ripugnante di Mirra ; degli epici che han raccontato come un padre mangiasse i suoi figli ; dei romanzieri che hanno descritto come una madre vendesse la figlia al maggior offerente ; dei lirici che hanno dedicate le loro strofe al disertore , alla spia , al più furibondo assassino : tutte le brutture , le colpe , le anormalità dell ' individuo si son raccontate , documentate , analizzate , conservate nei quadri , nelle statue , negli archivi , nelle storie , nei romanzi , nei poemi , di generazione in generazione , di secolo in secolo ; ora le prodezze di Troppmann , di Pietro Ceneri , del Cardinali , si illustrano di vignette realiste sui giornali più ricchi ed eleganti : nessuno ha mai protestato , non si è mai indignato contro Tacito o contro Dante , contro Victor Hugo o contro i gerenti dell ' Illustrazione , del Gil Blas o del Figaro ; non ha mai invocato l ' opera vindice della Questura . È permesso dunque istruire i giovanetti in quanto l ' uomo ha commesso di più sanguinoso , di più pazzo , di più stomachevole , di più codardo , durante tutta la storia dell ' umanità ; non è permesso accennare come la vita della umanità si consòli nell ' affetto , si conservi nella moltiplicazione . Documentare le sozzurre di papa Borgia è , per esempio , nobile ufficio di storico civile ; rendere omaggio di memoria all ' amore che è sano , forte , necessario è azione di iniquo e si deve scontare colla galera . È logica questa ? Se non che , osservate : la logica comune non presta ubbidiente il suo aiuto alla causa , in questo modo definita , della moralità . La nudità ampia e serena , dice il Nencioni , non offende il pudore ; ma è poi offeso dal racconto d ' un bacio ; e il Chiarini , per mostrarsi meno scrupoloso ancora , racconta come egli voleva lasciare al puttin di marmo , che è nella poesia del Carducci per il processo Fadda , anche quella cosellina che l ' autore vi aveva messa ed il Martini vi tolse . Ma perché , mio buon signore , gli voleva lasciare quella cosellina , se poi gli era proibito il peccato reo di calendimaggio ? Oh , per me sto col Martini : dati questi precetti di morale , egli fu più giusto e pio tagliando via subito . Nell ' infanzia il pericolo di morte è meno sicuro . Comunque , osserverò che un grande progresso s ' è fatto . Senza ricordare più lontani esempi ; non sono dieci anni che il poeta porco era il povero Praga , già morto , poveretto , di romanticheria e di tisi ; più tardi il porco divenne il Carducci , benché nota egli , ripetendo l ' aggettivo , benché abbia scritto l ' Ideale e le Primavere elleniche ; poi capitò al Verga , al Capuana , un po ' anche al Martini ricordate : « Il peggio passo è quel dell ' uscio » e molto , moltissimo , ad Olindo Guerrini . Ma allora s ' invocava la morale , la rettorica e l ' orror della carne . Il Praga aveva dedicato delle strofe a una cortigiana morta di tifo ; il Carducci , a parte Satana e Dio , aveva dei gusti barbari di stile , così che in un epodo solenne diceva che il tradimento e la vigliaccheria a un certo punto della storia d ' Italia s ' accoppiavano pubblicamente in piazza in presenza del popolo ; immagine del tutto contraria alla dignità dello stile lirico e al buon galateo : il Verga avea narrato , benché coperto di tutti i veli in cui si avvolge ora Tersicore dea al cospetto del pubblico , la passione d ' un giovane d ' ingegno per una ballerina , di quelle che si possono , con gloria dell ' onestà , tirare in carrozza a forza di schiena , ma non si debbono amare ; il Capuana era reo della Giacinta e della Fosca ; il Guerrini dei Postuma , dove per tutto trionfa l ' amore sensualistico . Insomma : quale scrittore durante questo secolo non è stato un poco porco ? Anche al Manzoni rimproverano la Monaca di Monza . Ma allora si difendevano delle cose grandi e vecchie : la morale buona che non può consentire che una femmina perduta sia amata , la rettorica buona che non ammette trivialità , il candore delle modiste , delle cameriere , delle signorine uscite di collegio , che alla vista d ' un puttin di marmo che mostrasse qualcosellina al sole si sarebbe d ' un tratto offuscato e perduto ; allora si era severi , ma logici : Victor Hugo , che aveva fatto rispondere in quel modo Cambronne , era un porco quanto Musset che aveva raccontato l ' amore in tutti i modi . Ora abbiamo una morale , una verecondia , un candore a prezzi ridotti , con diminuzione , almeno , d ' un tanto per cento . La nudità non entra nella questione scrive il Panzacchi . E che importa la nudità al Nencioni ? il sonetto del D ' Annunzio , per esempio , che io citai quattro settimane fa ... Il Chiarini poi è anche più di manica larga : egli racconta che nel Museo di Napoli vide il gruppo del satiro e della capra e non gridò subito : porco ! all ' autore , che certo non avrebbe sentito . Si possono adesso dire tutte le cose che erano vietate dieci , cinque anni fa , e tornare a scrivere l ' Eva o i Postuma magari ! senza che nessuno strilli : in faccia a San Pietro si potrebbe mettere una bella femmina ignuda , si potrebbe anche in un angolo di Montecitorio simbolo dell ' ignoranza serena mettere un puttino di marmo purché fosse assolutamente piccino e non si trattasse che di qualcosellina : il livello della moralità , insomma , si è abbassato , anzi è dato indietro , molto indietro . Ed in pochi anni ! Fra qualche tempo , un altro decennio al più , ci accorgeremo che in qualche luogo è sprofondato ritirandosi : per fermo non è più visibile . E sulla fossa per dove sarà scomparsa quella miseria di pudore accademico , l ' arte e la civile educazione della patria esulteranno , perché quel giorno tutti noi , finalmente , saremo più sereni , più schietti , più nobilmente innamorati della bellezza e della vigorìa umana . Perché , signori miei , il Boccaccio era un porco ? E le donne e gli uomini della Repubblica fiorentina poco dopo appunto gli ordinamenti di giustizia erano tutti porci ? Perché , signori , l ' Ariosto era un maiale , e come lui il duca e il cardinale d ' Este , ogni gentiluomo , ogni dama che capitasse alla Corte di Ferrara ? Credete voi il fiorentino abbia raccontata l ' astuzia di Peronella o l ' incantagione fatta alla coda della cavalla , che il ferrarese abbia rimate le maliarde seduzioni d ' Alcina o le varie avventure di Giocondo , proprio per bassa compiacenza della volgarità sudicia o per vendere qualche copia di più del Decamerone o dell ' Orlando furioso ? E notate bene : le novelle di Dioneo erano narrate in una buona società del Trecento , quella buona società borghese della grande Repubblica che edificò tante chiese , ributtò l ' imperatore tedesco più durabilmente che non avessero fatto i Comuni lombardi segnatari della pace di Costanza , ed infine instaurò la nuova storia d ' Italia . Le dame sentivano Dioneo fare i suoi racconti nudi , e non iscappavano via . Il canto d ' Alcina e quello di Giocondo erano letti da messer Ludovico Ariosto , che dovette mantener fama di galantuomo se fu mandato a nettare dai ladri una provincia ; erano letti in presenza del Duca , del Cardinale , delle dame , dei gentiluomini più cospicui di Ferrara , degli artisti più illustri della nazione . Il Cardinale , col suo grasso ghigno di prete , disse una volgarità famosa al poeta , ma chi uscì mai fuori a gridare : « Duca , fate arrestare costui ? » Così pertanto , signori , rinasceva e cresceva di bellezza , di ricchezza , di giocondità l ' arte e la storia d ' Italia , quando noi , come diceva quello a Gino , noi eravamo grandi e al di là del mare e delle Alpi non eran nati : così , con un sorriso luminoso , sereno , sicuro , il popolo nostro benedetto di felicità , di produzione , di pensiero , toglieva al medio evo l ' Europa . Che grande giocondità d ' opere e di vita in quei due secoli gloriosi della Rinascenza ! Nulla era vietato , nulla conteso , nulla celato ; nessuna paura , nessuna falsità era imposta , solo l ' amore della beltà e dell ' ingegno regnava . Il mondo sentiva come la gioia sonante della nuova vita che si riedificava . Ma a metà del Cinquecento questa espansione solenne di letizia finisce , e l ' arte e la fortuna della patria rovinano : è venuto giù da Trento un pauroso suono di preghiere barbare e di minacce : uno sgomento di persecuzione di morte passa sopra la Penisola , sul cattolicesimo : escono dai monti del Tirolo la censura , l ' Inquisizione , la morale rigida e falsa , il Seicento , il Seicento tetro , abbrunato , piangente , che sopprime gloria e vita italiana . Alle statue greche si pongon le camicie di piombo ; sul Decamerone si cala la falce purificatrice d ' un frate fanatico ed ignorante ; l ' Orlando è squartato , messo all ' indice il Machiavelli , e frà Paolo Sarpi messo in premio al pugnale di tutti gli assassini . La bellezza è peccato , la forza è peccato , la ribellione a tutte le servitù è peccato : ogni umana virtù è peccato . Quando la civiltà riprende assai tardi il suo cammino e il suo lavoro , quando la filosofia e la poesia annunziano la rivoluzione , Diderot , Voltaire , Beaumarchais , Mirabeau scrivono delle novelle , dei poemi , dei madrigali , delle commedie scelleratamente glorificatrici della carne . Perché glorificare la carne significa innalzare l ' uomo , nel sentimento della sua forza , alla sincerità della sua vita , alla giocondità operosa della sua mente . L ' uomo ritorni libero , superiore alle minacce , agli sgomenti , alla falsità che l ' educazione cattolica per tre secoli gli ha depositato nel sangue ; senta che essendo amante e diventando padre , non compie atto vergognoso , ma adempie alla più nobile delle sue attività . L ' arte , quando era , narrava tutta sinceramente la vita del paese ; ci dava la Commedia e il Canzoniere insieme al Decamerone ; insieme il Mosè e la Trasfigurazione , insieme l ' Orlando e la Mandragora . Ora noi siamo beneducati ; viviamo nell ' osservanza del galateo che un monsignore dettò e degli abati ricorressero ; i critici dicono : oibò ! alla carne , ai fiori , alle immagini ardite della lirica che ci rimane tuttavia ; chiamano le guardie se un poeta immagina nuda una fanciulla stupendamente bella , e la fa baciare da un maschio innamorato più giù della fronte ; gridano maledizione agli scultori che mettono qualche cosa al sole di quello che anche i puttini di marmo debbono avere ; e se un romanziere narra l ' amore come lo fantastichiamo , lo vogliamo , lo facciamo tutti , quando ci riesce , i critici ringhiano : la religione della donna è vituperata , la gagliardìa dei giovani corrotta . Pertanto la nostra arte è falsa , come la nostra vita : dovunque trionfa il trasformismo morale e politico personificato in Sua Eccellenza Agostino Depretis . Ebbene ; io preferisco l ' arte che fu messa all ' indice , che fu maledetta , squartata , decimata : io preferisco l ' arte che raccontava tutto , che tutto ciò che era umano credeva onesto e bello , ed era forte e gioconda . Così propriamente ; io preferisco i letterati , la borghesia , le Corti del Cinquecento a quelle d ' ora : mi dànno torto il Panzacchi , il Chiarini , il Nencioni ? A qualcheduno , forse , interesserà di saperlo . Per me tanto fa , anche se non mi dànno ragione : sto nella mia opinione e non mi credo un porco . Vorrei scrivere , come Zola , l ' Assommoir , e combattere , come Byron , per la libertà .