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DESTRA O SINISTRA? ( - , 1879 )
StampaPeriodica ,
Non siamo né di destra né di sinistra e ce ne vantiamo . Parrà forse a molti un paradosso , l ' occuparsi di questioni politiche , essere buoni italiani , eppure non appartenere né alla destra né alla sinistra . A noi sembra invece naturalissimo . Anzi , una volta accettate le opinioni che la « Rassegna » professa , non sappiamo davvero come potremmo fare per ascriverci a destra o a sinistra . La « Rassegna » vuole il suffragio universale uninominale e diretto . La maggioranza della destra non lo vuole , e così pure la maggioranza della sinistra . In entrambe le schiere vi sono pochi individui che in quest ' argomento voterebbero con noi . La destra accetta una qualche estensione del suffragio , ma parte sempre dal punto di vista delle capacità , così come fa pure l ' on . Depretis nel progetto di legge da lui presentato alla Camera L ' on . Lanza ci dice che l ' estensione del voto dev ' esser fatta in modo da giovare egualmente a tutte le classi ; ma noi sfidiamo chiunque a trovare altro modo di raggiungere questo intento , all ' infuori o del suffragio universale o del voto graduato ; e questo secondo mezzo non è praticamente effettuabile , senza dire che i signori di destra non avrebbero mai l ' ardire di affrontare l ' impopolarità sostenendolo . E la sinistra ? Essa ha , dacché è al potere , architettato diversi progetti di nuova legge elettorale . In tutti si esclude a priori il suffragio universale , in tutti si dà una soverchia preponderanza all ' elemento cittadino , che già predomina nel nostro paese , e il cui esclusivo predominio è la ragione principale per cui appunto richiedesi una riforma elettorale . La « Rassegna » chiede al nostro Stato una politica più sicura di sé , più convinta , più seria di fronte alla Chiesa . Ciò non vuole la maggioranza della destra , la quale trova che lo stato di cose attuale è l ' ideale ; la quale si contenta di una frase vuota e ambigua , come di una sicura regola di condotta . Ciò vuole tanto meno la maggioranza della sinistra , la quale dacché è al potere fa crollare anziché rinforzare quei pochi sostegni che ancora difendevano i diritti dello Stato di fronte alla azione invadente e accaparratrice della gerarchia ecclesiastica romana . Vi sono , è vero , e a destra e a sinistra , alcuni individui che sanno valutare tutto il pericolo a cui la nostra civiltà nazionale va incontro ; ma sono eccezioni , che il partito conserva nel suo seno , tanto per avere un ' arme di più contro l ' avversario , in un momento in cui urga batterlo più vigorosamente in breccia . Così noi vorremmo che la proprietà e l ' amministrazione dei beni delle parrocchie fosse riconosciuta nella comunione dei parrocchiani correligionari , rappresentata da una congregazione elettiva , e che lo Stato non concedesse il godimento dei frutti delle proprietà destinate al mantenimento degli ufficiali ecclesiastici che a chi è designato per elezione dai parrocchiani stessi . Volendo queste cose , ci troviamo compagni con alcune brave persone di destra e di sinistra , ma recisamente contrari alla maggioranza e di qua e di là . Noi abbiamo sempre patrocinato gl ' interessi delle classi povere nel nostro paese . Crediamo che la prima preoccupazione del nostro governo dovrebb ' essere quella di meglio tutelare quegl ' interessi , che ora sono conculcati da ogni parte , dallo Stato , dalla provincia , dal comune e dalla classe agiata . Non ci siamo mai stancati dal far rilevare l ' urgenza di provvedere e con misure legislative e con provvedimenti amministrativi di ogni maniera . Or bene : qual è il partito che sia con noi in questa questione ? Destra o sinistra , tutti parlano genericamente della questione sociale ; tutti assicurano che essi soli cureranno gli interessi delle classi meno agiate ; ma di provvedimenti seri ed efficaci non se ne sono visti affatto da parte dei ministri né prima del 18 marzo 1876 né dopo ; ma e gli uni e gli altri molte , moltissime cose hanno fatto per aggravare la condizione del nostro contadiname . Tutto il nostro sistema d ' imposte gravita sproporzionatamente sul lavoro e sul povero . Il nostro contadino non trova nella società difesa alcuna contro la prepotenza e gli abusi della classe che sta sovra di lui . Già troppe volte , del resto , abbiamo parlato ampiamente di ciò , per dover ora dilungarci a dimostrarlo . Ma ora , ci si dirà , ora che la sinistra ha preso per bandiera l ' abolizione totale del macinato , perché non vi schierate con lei ? È facile spiegarlo . La « Rassegna » , fin dal giugno 1878 , consigliava che nel più breve termine possibile si dovesse abolire l ' intera tassa sul macinato , sostituendovi qualche altro balzello che supplisse al vuoto che ne deriverebbe nelle entrate del Tesoro . La sinistra vuole ora l ' abolizione , ma non ha il coraggio di rimediare al deficit con tasse che vadano a colpire gli elettori ; e sostiene che 4 e 4 fanno 9 perché così vuole l ' amor di parte . Il suo ragionamento ci pare essere il seguente : « Se 4 e 4 non fanno 9 , torna la destra : noi non vogliamo la destra : ergo dobbiamo ritenere che 4 e 4 fanno 9 » . La destra mette in ridicolo quest ' argomentazione ed ha ragione ; ma essa stessa che vuole ? Essa si contenta di dire : « 9 meno 1 fa 8; 4 e 4 fanno 8 : noi abbiamo bisogno di 9; dunque 4 e 4 non bastano » . Ma tace sul punto essenziale , se voglia o no l ' abolizione del macinato . Il dirci : « Per abolire il macinato , ci vogliono nuove tasse , perché noi vogliamo il pareggio » , non è una risposta , perché il quid faciendum rimane sempre dubbio ; e noi chiediamo loro : « Volete il pareggio mediante nuove tasse da sostituirsi al macinato , o lo volete con il macinato , lasciando tutto così come sta ora ? » . Per ora nessuno di destra lo ha detto ; e non lo ha detto perché anch ' essa platonicamente vorrebbe abolire il macinato , ma non ha il coraggio né la voglia di gravare di più gli elettori per isgravare i non elettori . Onde a noi la questione del giorno apparisce in questi termini : destra e sinistra ripugnano dall ' aggravare gli elettori ; ma mentre la seconda preferisce a ciò il deficit , la prima vi preferisce il macinato . Noi invece vorremmo l ' abolizione del macinato , e il mantenimento del pareggio con nuovi balzelli o con l ' aggravamento dei vecchi , in modo che colpiscano di preferenza la classe abbiente . Onde anche in siffatta questione non sappiamo d ' essere né di destra né di sinistra . Le riforme amministrative , dice di volerle l ' un partito quanto l ' altro ; all ' atto pratico finora l ' uno ha fatto su per giù come l ' altro . Così delle riforme nel militare , nella Marina , ecc . Tutti le vogliono ; ma nessun partito ha un programma speciale e distinto di riforme , tale da poterlo distinguere dall ' avversario . I mali che si deplorano nell ' amministrazione e nel campo della giustizia , quelli del modo in cui funzionano le istituzioni parlamentari ; l ' ultrapotenza dei deputati ; la demoralizzazione generale ; sono state effetto costante del governo dell ' uno come dell ' altro . Non vogliamo entrare nella questione se uno dei due partiti abbia mostrato maggiore serietà e dato maggior numero di uomini di Stato che non l ' altro . Questo giudizio spetterà agli storici nell ' avvenire , ma non è ragione sufficiente per ascriversi a un partito o a un altro . Un partito non è , e non deve essere semplicemente una società di persone che provino simpatia e stima reciproca , ma invece un insieme di uomini che si raccolgono intorno a un programma determinato nelle questioni maggiori . Queste lotte dei nostri partiti ricordano alcune guerre dei nostri comuni medioevali : gli uni si dicevano guelfi , gli altri ghibellini , tanto per distinguersi ; ma del Papa o dell ' Imperatore se ne ridevano egualmente tutti e due . Oramai si erano sempre chiamati così ; perché cambiare ? Firenze guelfa , Pisa ghibellina , dunque giù randellate e stoccate ; sempre in nome dei princìpi , e sempre egualmente a danno di tutto il paese . Ma che cosa vogliono dunque di diverso questa destra e questa sinistra ? ci dimanderà il lettore ingenuo . Risponda sempre per noi quel tal poeta di Mugello : ... tutto si riduce , a parer mio , A dire : esci di lì , ci vo ' star io .