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SOCIETÀ AUTORITARIA E SOCIETÀ ANARCHICA ( MALATESTA ERRICO , 1897 )
StampaPeriodica ,
Merlino dice senza dubbio molte cose giustissime e che diciamo anche noi ; ma nell ’ affermare delle idee generali , sulle necessità della vita sociale , perde di vista , a parer nostro , la differenza tra autoritarismo ed anarchismo e le ragioni della differenza . Così che tutto il suo argomentare potrebbe servire benissimo per sostenere la necessità di un governo , e quindi l ’ impossibilità dell ’ anarchia . Stabiliamo subito quali sono i punti in cui siamo d ’ accordo , acciò né il Merlino né altri , cui piaccia polemizzare con noi , perda il tempo a combattere in noi idee che non sono nostre , e riesca così a sfondare delle porte aperte . Noi pensiamo che in molti casi la minoranza anche se convinta di aver ragione , deve cedere alla maggioranza , perché altrimenti non vi sarebbe vita sociale possibile – e fuori della società è impossibile ogni vita umana . E sappiamo benissimo che le cose in cui non si può raggiungere l ’ unanimità ed in cui è necessario che la minoranza ceda non sono le cose di poco momento ; ma anche , e specialmente , quelle di importanza vitale per l ’ economia della collettività . Noi non crediamo nel diritto divino delle maggioranze , ma nemmeno crediamo che le minoranze rappresentino , sempre , la ragione ed il progresso . Galileo aveva ragione contro tutti i suoi contemporanei ; ma vi sono oggi ancora alcuni che sostengono che la terra è piatta e che il sole le gira intorno , e nessuno vorrà dire che hanno ragione perché son diventati minoranza . Del resto , se è vero che i rivoluzionari sono sempre una minoranza , sono anche sempre in minoranza gli sfruttatori ed i birri . Così pure noi siamo d ’ accordo col Merlino nell ’ ammettere che è impossibile che ogni uomo faccia tutto da sè , e che , se anche fosse possibile , ciò sarebbe sommamente svantaggioso per tutti . Quindi ammettiamo la divisione del lavoro sociale , la delegazione delle funzioni e la rappresentanza delle opinioni e degli interessi propri affidata ad altri . E soprattutto respingiamo come falsa e perniciosa ogni idea di armonia provvidenziale e di ordine naturale nella società , poichè crediamo che la società umana e l ’ uomo sociale esso stesso siano il prodotto di una lotta lunga e faticosa contro la natura , e che se l ’ uomo cessasse dall ’ esercitare la sua volontà cosciente e si abbandonasse alla natura , ricadrebbe presto nella animalità e nella lotta brutale . Ma – e qui è la ragione per cui siamo anarchici – noi vogliamo che le minoranze cedano volontariamente quando così la richieda la necessità ed il sentimento della solidarietà . Vogliamo che la divisione del lavoro sociale non divida gli uomini in classi e faccia gli uni direttori e capi , esenti da ogni lavoro ingrato , e condanni gli altri ad esser le bestie da soma della società . Vogliamo che delegando ad altri una funzione , cioè incaricando altri di un dato lavoro , gli uomini non rinunzino alla propria sovranità , e che , ove occorra un rappresentante , questi sia il portaparola dei suoi mandanti o l ’ esecutore delle loro volontà , e non già colui che fa la legge e la fa accettare per forza , e crediamo che ogni organizzazione sociale non fondata sulla libera e cosciente volontà dei suoi membri conduce all ’ oppressione ed allo sfruttamento della massa da parte di una piccola minoranza . Ogni società autoritaria si mantiene per coazione . La società anarchica deve essere fondata sul libero accordo : in essa bisogna che gli uomini sentano vivamente ed accettino spontaneamente i doveri della vita sociale , e si sforzino di organizzare gl ’ interessi discordanti e di eliminare ogni motivo di lotta intestina ; o almeno che , se conflitti si producono , essi non siano mai di tale importanza da provocare la costituzione di un potere moderatore , che col pretesto di garantire la giustizia a tutti , ridurrebbe tutti in servitù . Ma se la minoranza non vuol cedere ? dice Merlino . E se la maggioranza vuol abusare della sua forza ? domandiamo noi . È chiaro che nell ’ un caso come nell ’ altro non v ’ è anarchia possibile . Per esempio noi non vogliamo polizia . Ciò suppone naturalmente che noi pensiamo che le nostre donne , i nostri bimbi e noi stessi possiamo andar per le strade senza che nessuno ci molesti , o almeno che se qualcuno volesse abusar su di noi della sua forza superiore , troveremmo nei vicini e nei passanti più valida protezione che non in un corpo di polizia appositamente stipendiato . Ma se invece delle bande di facinorosi van per le strade insultando e bastonando i più deboli di loro ed il pubblico assiste indifferente a tale spettacolo ? Allora naturalmente i deboli e quelli che amano la propria tranquillità invocherebbero la istituzione della polizia , e questa non mancherebbe di costituirsi . Si potrebbe forse sostenere che , date quelle circostanze , la polizia sarebbe il minore dei mali ; ma non si potrebbe certo dire che si sta in anarchia . La verità sarebbe che quando v ’ è tanti prepotenti da un lato e tanti vili dall ’ altro l ’ anarchia non è possibile . Quindi è che l ’ anarchico deve sentire fortemente il rispetto della libertà e del benessere degli altri , e deve fare di questo rispetto lo scopo precipuo della sua propaganda . Ma , si obbietterà , gli uomini oggi sono troppo egoisti , troppo intolleranti , troppo cattivi per rispettare i diritti degli altri e cedere volontariamente alle necessità sociali . Invero , noi abbiamo sempre riscontrato negli uomini , anche i più corrotti , tale un bisogno di essere stimati ed amati , e , in date circostanze , tanta capacità di sacrificio e tanta considerazione dei bisogni degli altri da sperare che , una volta distrutte con la proprietà individuale le cause permanenti dei più gravi antagonismi , non sarà difficile di ottenere la libera cooperazione di ciascuno al benessere di tutti . Comunque sia , noi anarchici non siamo tutta l ’ umanità e non possiamo certamente far da noi soli tutta la storia umana ; ma possiamo e dobbiamo lavorare per la realizzazione dei nostri ideali cercando di eliminare , il più possibile , la lotta e la coazione nella vita sociale . E dopo ciò ha ragione di sostenere Merlino che il parlamentarismo non può sparire completamente e che ve ne dovrà restare qualche cosa anche nella società da noi vagheggiata ? Noi crediamo che il chiamare parlamentarismo o avanzo di parlamentarismo quello scambio di servizi e quella distribuzione delle funzioni sociali senza di cui la società non potrebbe esistere , sia un alterare senza ragione il significato accettato delle parole , e non possa che oscurare e confondere la discussione . Il parlamentarismo è una forma di governo ; e un governo significa potere legislativo , potere esecutivo e potere giudiziario ; significa violenza , coazione , imposizione con la forza della volontà dei governanti ai governati . Un esempio chiarirà il nostro concetto . I vari Stati d ’ Europa e del mondo stanno in rapporto tra di loro , si fanno rappresentare gli uni presso gli altri , organizzano servizi internazionali , convocano congressi , fanno la pace o la guerra , senza che vi sia un governo internazionale , un potere legislativo che faccia la legge a tutti gli Stati , ed un potere esecutivo che a tutti l ’ imponga . Oggi i rapporti tra i diversi Stati sono ancora in molta parte fondati sulla violenza e sul sospetto . Alle sopravvivenze ataviche delle rivalità storiche , degli odi di razza e di religione e dello spirito di conquista , si aggiunge la concorrenza economica ogni giorno minacciati dalla guerra ed ogni giorno i grossi Stati fan violenza ai piccoli . Ma chi oserebbe sostenere che per rimediare a questo stato di cose bisognerebbe che ogni Stato nominasse dei rappresentanti , i quali , riunitisi stabilissero tra loro , a maggioranza di voti , i principi del diritto internazionale e le sanzioni penali contro i trasgressori e man mano legiferassero su tutte le questioni tra Stato e Stato ; ed avessero a loro disposizione una forza per far rispettare le loro decisioni ? Questo sarebbe il parlamentarismo esteso ai rapporti internazionali ; e lungi dall ’ armonizzare gl ’ interessi dei vari Stati e distruggere le cause dei conflitti , tenderebbe a consolidare il predominio dei più forti e creerebbe una nuova classe di sfruttatori e di oppressori internazionali . Qualche cosa di questo genere esiste di già in germe nel « concetto » delle grandi potenze , e tutti ne vediamo gli effetti liberticidi . Ed ancora due parole sulla questione dell ’ astensionismo elettorale . Merlino continua a parlare dell ’ attività propagandista che si può spiegare per mezzo delle elezioni ; ma non pensa a quello che si potrebbe fare se , respingendo la lotta elettorale , si portasse quell ’ attività sopra un altro campo più consono coi nostri principi e coi nostri fini . Merlino non crede nella conquista dei poteri pubblici ; ma noi non vorremmo questa conquista , né per noi né per altri , neanche se la credessimo possibile . Noi siamo avversari del principio di governo , e non crediamo che chi andasse al governo si affretterebbe poi a rinunziare al potere conquistato . I popoli che vogliono la libertà demoliscono le Bastiglie , i tiranni invece , domandano di entrarvi e fortificarvisi , colla scusa di difendere il popolo contro i nemici . Quindi noi non vogliamo che il popolo s ’ abitui a mandare al potere i suoi amici , o pretesi tali , e ad attendersi l ’ emancipazione dalla loro ascesa al potere . L ’ astensione per noi è una questione di tattica ; ma è tanto importante che , quando vi si rinunzia , si finisce col rinunziare anche ai principi . E ciò per la naturale connessione dei mezzi col fine . Merlino si duole di non essere completamente d ’ accordo né con noi né coi socialisti democratici ; ma dice che non si può disdire . Noi non gli domandiamo certamente di disdirsi , contro le sue convinzioni e contro la sua coscienza . Ma ci permettiamo di fargli un ’ osservazione . Una tattica , per buona che sia , non vale se non quando è accettata da coloro che dovrebbero praticarla . Ora , a ragione o a torto , noi e gli anarchici tutti , della tattica proposta dal Merlino non vogliamo saperne . Non è meglio che egli stia con noi con cui ha pur comuni gl ’ ideali e comuni ha pure i mezzi principali di lotta , anziché sciupare le sue forze in un tentativo che resterà sterile , ne siam sicuri , a meno che egli rinunzi all ’ anarchia e cerchi i suoi partigiani tra gli avversari nostri e suoi ?