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CONCLUSIONE ( MALATESTA ERRICO , 1898 )
StampaPeriodica ,
Per una deferenza personale , che qualcuno ha voluto rimproverarci e di cui non ci pentiamo , e per l ’ onesto desiderio di far udire ai nostri lettori le due campane e metterli in grado di poter giudicare con piena cognizione , noi aprimmo a Merlino le nostre colonne . Egli preferì dichiararsi offeso della critica del Malatesta e troncar la polemica ... per andarci poi ad attaccare , incidentalmente , in nota ad un suo articolo pubblicato nella rivista del Colajanni . E questo è nel suo diritto . Egli può attaccarci e criticarci quando e dove gli pare ; ma però non dovrebbe credersi in diritto di falsare le nostre idee , che egli conosce , poiché non è ancora molto tempo che insieme a noi le professava e difendeva . Nella nota sopraccennata egli dice : « Solo qualche anarchico amorfista può dire con Malatesta : Noi anarchici vogliamo che il popolo conquisti la libertà e faccia quello che vuole » . Lasciamo stare , perché non importa alla questione , se si tratta di qualche o di molti o di tutti gli anarchici . Ma perché mai Merlino ci chiama amorfisti ? Storicamente , questa parola è stata adoperata o per indicare un modo speciale di concepire le relazioni tra uomini e donne , o , più comunemente , per distinguere i partigiani di certe concezioni individualistiche della vita sociale , che ebbero voga negli anni scorsi fra anarchici e che a noi sembrarono , d ’ accordo allora col Merlino , delle aberrazioni . E in quel senso l ’ appellativo di amorfisti , in bocca a Merlino e diretto a noi non è che un gratuito insulto . Etimologicamente poi , amorfista vuol dire che non ammette forme . Che cosa autorizza il Merlino a pensare che noi abbiam perduto il ben dell ’ intelletto al punto di creder possibile l ’ esistenza di una società , di una cosa qualunque , che non abbia una qualsiasi forma ? Amorfisti , perché vogliamo che le forme che assumerà la vita sociale siano il risultato della volontà popolare , della volontà di tutti gl ’ interessati ? Ma dunque il Merlino vuole che qualcuno le imponga al popolo contro o senza la volontà del popolo stesso ? E le conservi con la forza anche quando avran cessato di rispondere ai bisogni ed al volere degl ’ interessati ? Discutiamo fin da ora dei vari problemi che possono presentarsi nella vita sociale e delle varie soluzioni possibili ; facciam pure dei progetti sul modo di amministrare gl ’ interessi generali ed indivisibili del consorzio umano ; prepariamo nelle associazioni e federazioni operaie gli elementi della riorganizzazione futura : tutto questo è utile , è indispensabile , perché il popolo abbia una volontà illuminata e possa attuarla . Ma insistiamo perché la riorganizzazione sociale si faccia dal basso all ’ alto , per il concorso attivo di tutti gl ’ interessati , senza che nessuno , individuo o gruppo , minoranza o maggioranza , despota o rappresentante , possa imporre con la forza alla gente quello che la gente non vuole accettare . Merlino ci presenta una specie di schema di costituzione politica . « Bisogna distinguere » egli dice , « le faccende più importanti e di cui tutti più o meno s ’ intendono , e , queste farle decidere direttamente dal popolo nei Clubs o Associazioni , i cui delegati si riunirebbero , come nelle Convenzioni americane , unicamente per concretare la soluzione definitiva in conformità dei mandati ricevuti . Per faccende meno importanti e per quelle che richiedono speciali cognizioni , costituire Amministrazioni speciali – senza legame gerarchico tra loro – soggette al sindacato popolare » . « Avanti tutto il popolo deve concorrere alla nomina degli amministratori pubblici ; poi questi devono offrire guarentigie di capacità , inoltre vi devono essere regole di amministrazione che impediscano gli arbitrii e i favoritismi ; gli amministratori devono rimanere uguali a tutti gli altri cittadini e ricevere in compenso delle loro fatiche un trattamento approssimativamente uguale a quello che i cittadini tutti ricavano dal loro lavoro ; infine gl ’ interessati devono potersi opporre agli atti ingiusti degli amministratori pubblici e chiamare questi ultimi a render conto pubblicamente dell ’ opera loro » . « Bisogna , sulla base dell ’ uguaglianza delle condizioni economiche , elevare un sistema di amministrazione pubblica emanante direttamente dal popolo e non soggetto a nessun centro di governo » . Ma come si deve arrivare a questa e a qualsiasi altro modo di amministrazione degl ’ interessi collettivi ? Ecco per noi la questione importante . Deve la nuova costituzione sociale esser formulata di getto da una costituente nazionale o internazionale , ed imposta a tutti ? O deve essere il risultato graduale , sempre modificabile , della vita stessa di una società d ’ individui economicamente e politicamente eguali e liberi ? Deve il popolo , dopo abbattuto il governo , nominarne un altro , il qual poi dovrebbe , secondo l ’ utopia dei socialisti democratici , eliminare se stesso ; o deve distruggere completamente il meccanismo autoritario dello Stato e formare un regime libero per mezzo della libertà ? Questo Merlino non dice , e questo è il punto di divisione tra socialisti democratici e socialisti anarchici . Nella sua conferenza di domenica a Roma , Merlino avrebbe , secondo il resoconto dell ’ Avanti ! combattuto gli anarchici liberisti assoluti ( ecco ancora degli appellativi di sapore equivoco ) , « perché col loro sistema i prepotenti avrebbero modo di schiacciare i più deboli ed i più docili » . Dunque Merlino per mettere un freno ai prepotenti vorrebbe ... mandarli al potere ! O crede egli che al potere vi andrebbero i più deboli , ed i più docili ? O santa ingenuità !