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La letteratura meridionalistica ( Carocci Giovanni , 1958 )
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Il lettore scuserà la disorganicità di queste brevi note . Non hanno alcuna pretesa di completezza : vogliono sollevare dei problemi , più che risolverli . Sono state scritte nella speranza che si possa aprire una discussione su alcuni temi che interessano tutto il movimento operaio . Manca una letteratura che rifletta la realtà viva del proletariato industriale . Per letteratura non intendo evidentemente la narrativa in senso stretto quanto piuttosto quella più ampia produzione scritta che va dall ' inchiesta al saggio , dal romanzo ambientato in una società industriale a qualsiasi altra espressione creativa che faccia centro sull ' umanità operaia , dalla raccolta sistematica di quanto il proletariato spontaneamente produce a quanto , spinto dalla cultura che ad esso è legata , può produrre sulla propria condizione . Una tale produzione si fa letteratura poiché « narra » la società , animando il tessuto sociale , cogliendolo in tutta la sua mobile complessità piuttosto che riprodurlo come una cosa senza vita , frutto di una visione meccanica dei rapporti sociali . Una letteratura . intesa in questo senso , si è sviluppata partendo dalle zone più arretrate della nostra società , dal proletariato e dal sottoproletariato contadino meridionale . Ma qui si è fermata , senza trovare in se stessa la forza di salire alla visione unitaria della società nazionale . Il motivo di questa intrinseca limitatezza va ricercato , a mio avviso , nella matrice ideologica della letteratura sociologica meridionalista . Sono appunto le sue origini che oggi ne ostacolano una ulteriore espansione ed anzi la spingono verso un processo involutivo . Ad essa comunque restano legati alcuni fondamentali momenti dello sviluppo culturale degli anni del dopoguerra . L ' aspetto più promettente del nostro panorama culturale , ossia la maturità del suo impegno sociale , è passato anche per l ' accostarsi di alcuni settori della cultura democratica ai problemi del mondo contadino meridionale . Questo incontro ha visto molti uomini di cultura di formazione democratica fare propri i problemi della miseria e dell ' arretratezza meridionale . In termini dialettici essi hanno dato una soluzione concreta ai rapporti tra una cultura consapevole della propria responsabilità sociale e la società in cui vive ed opera . Oggi le conclusioni raggiunte ci lasciano insoddisfatti ; nondimeno sono ricche di insegnamenti positivi che , lungi dall ' essere rifiutati , vanno invece studiati e fatti propri dal movimento operaio . I limiti « democratico - borghesi » Alla radice di tutti i limiti della letteratura sociologica meridionalista vi è una concezione democratico - borghese dei problemi sociali . L ' accostamento alle plebi meridionali nasce da un impulso morale ed in esso si esaurisce . La concezione rivoluzionaria della società è del tutto assente : ciò che offende , ciò che muove è l ' inconciliabilità tra una determinata condizione di arretratezza , terribile come una condanna , e lo Stato borghese modernamente inteso . Infine la ricerca delle cause di tanta arretratezza , e delle sue soluzioni , anziché nelle strutture del paese e nella lotta di classe , si esaurisce ( nei casi in cui di questa analisi si senta il bisogno e non ci si limiti ad una visione immobile , fatalista della miseria meridionale ) nell ' indicazione di forze implicite nel mondo meridionale ovvero di forze che agiscono soltanto nella sovrastruttura del paese . Una visione marxista della società parte dalla ricerca delle cause strutturali , delle radici economiche , storiche , politiche della situazione concreta , e cerca nella lotta di classe le forze di ogni trasformazione sociale . Appunto una visione marxista rintracciando nella struttura della società italiana e nella politica delle sue classi dirigenti i motivi di fondo dell ' arretratezza meridionale , e vedendo nella lotta di classe le forze per la sua rottura , avrebbe immesso la letteratura sociologica meridionalistica in un orizzonte più ampio , l ' avrebbe liberata da quanto ha oggi di chiuso , di limitato e talvolta di provinciale . L ' assenza di rigore Tutta la letteratura meridionalista ha un impronta sociologica , ma nel suo interno si è venuta formando una produzione sociologica vera e propria , una scuola addirittura . Deficienza palese di questa corrente , suo grave limite , è l ' assenza di rigore metodologico . , la mancanza di sufficiente spirito sistematico e critico , un modo improvvisato , talvolta ingenuo , di affrontare la realtà sociale . Ciò che le manca è lo a spirito scientifico A , ed alla radice di queste deficienze troviamo nuovamente la matrice ideologica democratico - borghese . Contenuto scientifico della produzione sociologica significa infatti aderenza alla struttura della vita sociale . Il problema del come darsi un maggior rigore non si risolve , come molti credono , assorbendo semplicemente le tecniche della sociologia tradizionale . La tecnica , la metodologia di per se stessa , non qualificano nulla . È lo spirito con cui ci si avvicina alla realtà , l ' angolo visuale da cui si parte . l ' ideologia insomma , che hanno una sostanza scientifica o meno . Una stessa tecnica . intesa nel più moderno dei modi . può condurre a risultati opposti , a sistemare un mondo fondato sulla ragione e sulla materia , come un altro metafisico ed irrazionale . Non si tratta però , si badi bene , di svalutare la metodologia di lavoro , si tratta invece di utilizzarla per ciò che essa realmente è : uno strumento nelle mani dello scienziato . Un fatto vivo nella cultura La letteratura sociologica meridionalista di questo dopoguerra nasce dall ' incontro tra la miseria del Sud ed alcuni settori della nostra cultura democratica i quali sentivano l ' urgenza di concretare il proprio impegno sociale . Ebbene l ' occasione ed i motivi di questo incontro hanno avuto grande importanza nello sviluppo della sociologia meridionalista . Ad essi si devono tutti i suoi tratti distintivi , quegli elementi che ne fanno una esperienza originale e culturalmente produttiva . Innanzitutto la produzione sociologica , questa poveretta tirata sempre in ballo e sempre ridotta da scienza a tecnica , da elemento vivo ad arida disquisizione su di una realtà sociale sterilizzata , nell ' incontro con questi intellettuali , ansiosi di impegnare le proprie energie , si nutre di una autentica problematica ideologica che ne amplia l ' Orizzonte e la trasforma in uno dei fatti più vivi della nostra cultura di questo dopoguerra . In secondo luogo proprio perché in essa molti intellettuali vedevano realizzato il proprio legame con la società , ha acquistato un carattere impegnato che le dà una impronta assolutamente originale . Lo studioso non si accosta alla realtà solo per interpretarla : la rappresentazione sottintende un fine politico , ossia la trasformazione delle società stesse . Vi è un altro aspetto della sociologia meridionalista che va sottolineato . L ' apporto della esperienza narrativa è stato rilevante ed ha lasciato evidenti tracce . Le vediamo principalmente in alcune tecniche che la sociologia meridionalista ha in parte acquistato , in parte raffinato sul modulo letterario : la biografia , l ' intervista , la descrizione ambientale etc. Ma ci sembra che il contributo della narrativa si condensi soprattutto in un particolare atteggiamento dinanzi alla realtà ; va visto cioè nella tendenza a a narrare » la società , a tradurla in immagine viva , in qualcosa di palpitante , a darle un volto ed una espressione morale . Il sociologo cioè , proprio perché non è più un tecnico ma un intellettuale , proprio perché non si propone di registrare la realtà ma di trasformarla , non è più agnostico ma porta nello studio tutta la propria carica ideologica e morale che tenta di trasferire ai gruppi sociali che influenza . Le suggestioni del mondo primitivo Le stesse origini ideologiche che hanno spinto determinati intellettuali verso la sociologia ( e introdotto un limite nel loro orizzonte ) , hanno contribuito ad orientarli verso il mondo contadino arretrato . Una formazione ideologica democratico - borghese , sensibile soprattutto alle lacune dello Stato borghese moderne , era evidentemente portata , nella nostra società , ad orientarsi verso il mondo arretrato dove la miseria è miseria , la fame è fame , l ' ignoranza e l ' abbandono si manifestano nelle loro forme più crude e sconcertanti . Qui i problemi sono più scoperti , le responsabilità più evidenti , non occorre scavare gli uni e le altre nelle pieghe di una società complessa e contraddittoria . Anche un altro motivo va messo in rilievo quando ci si chiede perché questi sociologhi improvvisati si sono diretti verso il mondo contadino : la origine letteraria di gran parte di essi . Nella società arretrata infatti , nei suoi uomini , si celavano delle suggestioni che li hanno sedotti con quanto di primordiale , di immediato , di intensamente tragico recavano in sé . In sostanza è l ' assenza di una visione marxista dei fatti sociali a far ritenere a molti intellettuali che nelle società arretrate vi sia una carica drammatica che le società evolute , quelle di tipo industriale , non hanno . Questa carica drammatica , dicono molti , deriva dalla elementarietà dei problemi , dalla loro asprezza , dal fatto che l ' uomo non è ancora stato plasmato da più complessi rapporti sociali , dal costante rapporto con i fatti della natura . Questa convinzione che vi sia nel mondo contadino arretrato una carica drammatica la quale invece manca nella società industriale , è profondamente radicata tra molti intellettuali . Direttamente o per via indiretta essa alimenta una concezione piccolo borghese , anonima e noiosa del mondo operaio . Le forme dei contrasti sociali In realtà ci troviamo di fronte ad una visione borghese dei fatti sociali . La vita di una società infatti , quanto vi è in essa di drammatico , di tragico talvolta , scaturisce dalla struttura produttiva e dai contrasti sociali che partono dai rapporti con la produzione . I contrasti sono l ' anima , la forza motrice della società , avvengano sul terreno dei rapporti di produzione o su quello del potere politico , nella struttura o nella sovrastruttura o nell ' una e l ' altra in diverse combinazioni . Questo è il nucleo drammatico che colpisce e stimola lo spirito creativo nel suo studio della società ; è da questi contrasti , talora sopiti ma tuttavia presenti ed operanti , talora laceranti , è da questi contrasti connaturati alla vita sociale che scaturisce quanto di drammatico , di tragico , vi è nel destino dell ' uomo . La società , la vita sociale , è sempre un fatto drammatico , si manifesti questa tensione nell ' esasperazione della fame , dell ' ignoranza , dell ' abbandono o si trasferisca invece , nelle società più evolute , ad un livello che corrisponde non più , per così dire . alle esigenze fisiologiche bensì a quelle sociali . Nei paesi arretrati i contrasti sono radicali e si manifestano nelle strutture . In queste aree il permanere di determinate condizioni strutturali , dovute ai rapporti di classe esistenti , garantisce ai gruppi dominanti la permanente inferiorità delle classi subordinate ed il perpetuarsi dei propri privilegi . La lotta di classe , che costituisce il motore del progresso civile , avviene al livello delle strutture ed in termini rivoluzionari . Solo il rovesciamento dei rapporti di produzione esistenti consente lo sviluppo economico ed il progresso civile di quei paesi . Massima è dunque , proprio nella struttura , la tensione rivoluzionaria „ anche se talora ciò non appare chiaramente perché ancora assenti le forze capaci di darle contenuto politico e veste ideologica . Via via che le società si evolvono i contrasti , così appariscenti nei paesi arretrati . vanno a celarsi sin nelle pieghe più nascoste . La loro caratteristica è di non operare più prevalentemente al livello delle strutture economiche e dei rapporti di produzione . ma di trasferirsi anche al livello delle sovrastrutture . In alcuni paesi può addirittura apparire che i contrasti si siano prevalentemente trasferiti su questo terreno . Tutto ciò corrisponde , si diceva , ai diversi gradi di sviluppo della società civile . Ebbene , proprio perché l ' individuo è frutto della società , anche le sue necessità vitali variano a seconda dell ' ambiente che lo ha condizionato . In una società più evoluta l ' individuo dispiega la propria vita su di un arco assai più ampio : magari , più complesse , ma tuttavia sempre vitali sono le sue esigenze . Il suo contrasto con la società ( come quello del suo gruppo e della sua classe ) non avviene più soltanto o prevalentemente sul terreno delle esigenze elementari di vita ma su quello più composito in cui si fondono necessità materiali , sociali e spirituali . La condizione operaia in Italia Chi nega un reale contenuto drammatico alle società evolute compie generalmente un secondo errore quando paragona la condizione operaia in Italia con quella degli altri paesi occidentali . È questo un errore assai frequente e mi sembra il frutto , di una visione falsa della struttura economica su cui si sviluppa e vive la società operaia , dall ' altra di un errore di metodo per cui si considera un ambiente sociale separandolo dal contesto generale da cui , lo si voglia o no , è condizionato . In realtà il settore industriale è contraddistinto da profondi squilibri che si ripercuotono e improntano di sé il tessuto sociale che esso nutre . Frutto di una politica di classe contraria agli interessi collettivi , questi squilibri tendono ad aggravarsi e riproducono all ' interno del settore industriale una situazione in cui si intrecciano aree depresse ed aree sviluppate . Ma sulla condizione operaia grava anche , sia sotto il profilo economico sia sotto quello politico e sociale , il peso negativo della persistente arretratezza di larga parte del paese . Ecco allora che la classe operaia italiana si trova in una condizione particolare . Gli squilibri strutturali esistenti nel paese e quelli presenti nella stessa area industriale , le danno dei compiti ed una vocazione rivoluzionaria del tutto originali rispetto a quelli impliciti negli altri paesi occidentali . Non esistono paralleli sociali scientificamente validi quando milioni di disoccupati e di sottoccupati gravano sul mercato del lavoro , quando lo sviluppo industriale , e più generalmente produttivo , si compie sotto la spinta e sotto la direzione dei gruppi monopolistici aggravando gli squilibri esistenti , quando le discriminazioni sono il solo , il vero sistema che regola i rapporti tra lavoratore e datore di lavoro , quando nelle fabbriche regna la sopraffazione ed i lavoratori vengono quotidianamente umiliati , quando gli operai non possiedono né validi organismi sindacali né una legislazione del lavoro che li tuteli in modo adeguato . Inesistenza di una « letteratura operaia » Il settore più avanzato della cultura democratico - borghese si è avvicinato alla società che le era più vicina ed ha saputo penetrarla ed esprimerla . Oggi , pur con tutte le riserve che abbiamo avanzato , possediamo un ' immagine viva del mondo arretrato meridionale . Manca invece del tutto , in questo dopoguerra , una letteratura , e soprattutto una sociologia capaci di interpretare la realtà sociale dal punto di vista marxista . Manca in primo luogo un ' immagine viva , attuale , del proletariato industriale visto non solo nella sua struttura ma anche nella sua tensione morale . Alla relativa forza politica del movimento operaio , e soprattutto alla sua profonda penetrazione nel tessuto sociale del paese , non corrisponde , sul piano culturale , una interpretazione altrettanto ricca di quella che è la struttura della società nazionale . Lo stesso termine « classe operaia » nasconde una realtà vivente ma senza volto , una realtà con la quale si è perduto un contatto diretto e che ci resta distorta , mummificata spesso , per essere divenuta un mito anziché l ' oggetto di meditazione e di studio . In sostanza la cultura legata alle istanze di classe ha dimostrato di intendere in modo meccanico il proprio legame col movimento operaio e con la società nazionale , ed ha finito per trovarsi a rimorchio delle esperienze concrete che i partiti e le organizzazioni di classe conducono quotidianamente nel paese I motivi di fondo I motivi di fondo della debolezza della cultura marxista vanno ricercati non solo nella sua formazione ma anche nelle prospettive politiche della lotta del movimento operaio e della funzione che , in questa lotta , esso ha assegnato alla cultura . Per quanto concerne la formazione della cultura marxista va rilevata l ' origine idealista di molti intellettuali ed il peso della tradizione accademica . Entrambi questi elementi costituivano una forte remora ad una visione spregiudicata e diretta della società . Al contrario tutto spingeva alla disquisizione astratta , all ' ideologismo , allo studio pedantesco e filologico dei sacri testi piuttosto che all ' esame diretto della realtà in cui si muove il movimento operaio . Nella stessa direzione premeva la subordinazione del movimento operaio italiano alla strategia del blocco socialista e la prospettiva della presa violenta del potere in occasione di una crisi di carattere internazionale . Accettata la prospettiva della rottura violenta , e preso lo Stato sovietico come modello di edificazione socialista , il solo problema che si pone è quello della conquista rivoluzionaria dello Stato sotto la guida del partito operaio . Tutto diviene strumentale , anche la cultura la cui funzione non è più di studiare la realtà ma di servire da bandiera . Non ponendosi il problema della conquista progressiva di un maggior potere nelle strutture dello Stato borghese , non esiste né un problema di partecipazione e di educazione delle masse , né il problema dello studio della situazione concreta in cui il movimento operaio opera . al fine di indicargli come trasformare la realtà . Il rapporto tra il partito e le masse popolari si svolge a senso unico , dall ' alto verso il basso ; proprio come si svolge il rapporto tra il partito e la cultura vicina al movimento operaio . Il travaglio del movimento operaio iniziato col XX Congresso ha messo in nuova luce tendenze già operanti , ed ha dato tutt ' altra prospettiva di lotta ai partiti ed alle organizzazioni di classe . Via pacifica al socialismo , pur in una situazione strutturale che si presenta rivoluzionaria , significa appunto conquista progressiva di un maggior potere nell ' ambito di una società che è borghese . Postulato di questa lotta è la partecipazione delle masse , la loro costante mobilitazione , in direzione dei temi di struttura , la loro continua educazione alla gestione delle aree di potere che progressivamente conquistano . Ciò significa prospettiva della conquista popolare dello stato borghese dal suo interno e nello stesso tempo educazione all ' esercizio concreto della democrazia diretta . Il rapporto col paese e con le masse popolari diviene adesso reciproco : l ' adesione continua alla realtà del paese ed alla spinta delle masse , e nello stesso tempo il loro orientamento verso i temi di fondo capaci di creare un ' alternativa rivoluzionaria al potere borghese , sono due aspetti inscindibili di una stessa politica . È in questo quadro che la cultura marxista deve sapere sviluppare un rapporto funzionale , veramente politico , col movimento operaio . Suo compito , suo compito politico è saper analizzare la realtà vivente in cui opera il movimento di classe . Se è vero che l ' attuale prospettiva politica richiede una costante adesione alla realtà del paese , allora la funzione della cultura marxista è divenuta fondamentale ed insostituibile . Non comprendere il significato politico della autonomia della ricerca , riproporre in termini meccanici e subordinati il rapporto tra la cultura marxista ed il movimento operaio , significa oggi divenire dei conservatori , ostacolare la lotta per lo Stato socialista .