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MIRACOLO A MILANO ( Palazzeschi Aldo , 1951 )
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Se Vittorio De Sica si fosse limitato a darci , con questi giullari del tempo nostro , il senso poetico della povertà , l ' intima gioia che è nel povero , la sua superiorità davanti al ricco , e invece di mostrarcelo così incerto e sottomesso ce lo avesse mostrato sicuro e fiero di sé , fiero di quella libertà di spirito che forma la sua conquista e che per la sua stessa condizione al ricco viene negata , e fiero di quella fantasia che lo porterà a cavalcioni di un manico di granata a volare in cielo , Miracolo a Milano sarebbe senz ' altro un capolavoro , un messaggio , assolverebbe senza volerlo un compito sociale . Dove trapela , attraverso la caricatura , un presupposto sociale , il film perde quota , immiserisce , perché tace la poesia . E proprio lo spirito borghese ad inquinarlo . La caricatura è bella quando è fine a se stessa come nella scena dei dottori che contano le pulsazioni al letto della moribonda . Il film si muove con un primo bamboleggiamento di sapore deamicisiano finché Totò , questo « clown » della bontà e volontario della miseria , non uscirà dall ' orfanotrofio per entrare nel consorzio umano dove riunirà i mendicanti coi quali costruirà una città fatta di assi tarlate , rami d ' albero e latte mangiate dalla ruggine , e per la quale riuscirà a scovare anche una statua da porsi sulla piazza centrale ; colonia felice che con scoppi di gioia verrà inaugurata e percorsa da un capo all ' altro , e non appena un temporale l ' avrà sconvolta tutti si daranno senza indugio a ricostruirla : qui è la forza . Per tutto il primo tempo le scene incalzano una più bella dell ' altra . Nella seconda parte , allorché prende il sopravvento l ' elemento surrealistico , e questo film con grande soddisfazione surrealista possiamo classificare , via via decade . Sui prodigi della colomba si insiste troppo e al finale soltanto Totò con Edvige fra lo stupore di tutti dovrebbero volare in cielo , essi che hanno avuto fede nella bontà . La regia di Vittorio De Síca è di prim ' ordine e dal punto di vista strettamente cinematografico , per due buoni terzi il film riesce a mantenere un ritmo degno di incondizionata ammirazione . Secondo me manca quel raggio che alla fine ce lo faccia vedere nella sua interezza , uscendo lo si pensa ancora nei particolari di cui è straricco . Le masse sono manovrate magistralmente , il regista è nella sua piena maturità . Anche dell ' efficacia e spontaneità degli attori dobbiamo rendere a lui il principale merito , e aggiungeremo a questo proposito : quando si prendono attori occasionali sarebbe meglio lo fossero tutti , dal primo all ' ultimo , quei rari di professione che vi si mescolano sono proprio quelli che fanno brutta figura .