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La fabbrica e l'operaio ( Carocci Giovanni , 1958 )
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Si dice che il mondo della fabbrica , il mondo meccanico della produzione industriale sia grigio , amorfo , tendenzialmente piccolo borghese . Ebbene non ha nulla di tragico la decadenza di un operaio specializzato che dopo aver trascorso la propria vita nelle officine , al contatto della macchina . tra i compagni di lavoro , colpito da un padrone che spezza d ' un colpo tutti questi legami che facevano parte della sua vita , e che lo perseguita dall ' alto nella città , come una divinità vendicativa ed onnipossente , termina a scaricare la notte casse di verdura ai mercati generali ? Poche ore di lavoro , saltuarie , alcune migliaia di lire al mese , il sussidio di disoccupazione finché dura e un po ' di ortaggi infilati in tasca . O non ha nulla di drammatico la lotta dell ' immigrato , ex bracciante e salariato di una campagna miserabile , il quale si aggrappa alla città ostile dove si snodano le catene di montaggio e la notte il cielo si illumina del bagliore delle colate ? Questo contadino sradicato che lotta muto , ostinato , per occuparsi , per farsi avanti , per unirsi alla famiglia e finalmente per scomparire anch ' esso nella grande città , per confondersi tra la massa dei vecchi operai . Come non è drammatico l ' eroismo silenzioso dell ' operaio cosciente il quale , giorno dopo giorno , ignorato dalla società civile , indifeso , talvolta solo , sfida la prepotenza del padrone rivendicando i propri diritti di cittadino e di operaio ? Non è sconcertante che in officina si debba tacere , tacere e chinare la testa , sentirsi divisi , sentirsi in due parti , una dignitosa e civile che va nascosta , e l ' altra bassa , meschina , egoista , la sola da manifestare in fabbrica se si vuol vivere una vita che almeno materialmente sia tranquilla . È la tragedia della classe operaia che sa di avere dei diritti perché produce , che vede una classe dirigente corrotta e sa di essere sana e forte , che vuole esprimersi , partecipare alla vita civile del paese , ed invece si vede ignorata , esclusa , perennemente ricacciata alla periferia ! La coscienza dei diritti Nell ' esaminare la condizione operaia non è sufficiente limitarsi alle condizioni materiali d ' esistenza ma è necessario studiare accanto a queste come venga soddisfatto quel complesso di necessità di ordine sociale che , nel caso di una società evoluta , sono divenute vitali ed incomprimibili per l ' individuo . In modo particolare occorre verificare come la società assorbe l ' individuo ( il gruppo , la classe ) e lo fa partecipe del proprio processo evolutivo . Occorre verificare se soddisfa o meno la tensione dell ' individuo a non essere subordinato ma attivo , la sua necessità di manifestarsi economicamente , politicamente , socialmente , secondo tutto l ' arco di diritti che il progresso civile gli riconosce . Quando esigenze di espressione sono compresse , quando classi o gruppi sociali vedono negato il proprio diritto storico ad essere partecipi , sotto ogni aspetto , del progresso civile , quando vi è una contraddizione tra i diritti che lo sviluppo economico dà ai produttori , ed i rapporti produttivi e di classe che comprimono l ' esercizio reale di questi diritti , allora vi è nella società un malessere profondo , una carica drammatica che bisogna denunciare . Ciò che oggi rende particolarmente drammatica la condizione operaia nel nostro paese è appunto la contraddizione tra la maturità sociale e politica dei lavoratori , tra la consapevolezza dei loro diritti di produttori , ed i rapporti di produzione esistenti che consentono agli imprenditori di imporre l ' alienazione globale di chi lavora . Si trovi al confine della fame o abbia invece raggiunto un tenore di vita che Io liberi dall ' assillo della miseria ( come avviene nei settori di capitalismo più sviluppato , soprattutto in quelli monopolistici ) , l ' operaio non ha scelta : se vuol cedere la propria forza lavoro deve cedere contemporaneamente , durante le ore di officina , l ' esercizio concreto dei propri diritti , deve rinunciare alla propria personalità umana . I rapporti di classe L ' alienazione globale è il portato di determinati rapporti di classe . Proprio per questa sua natura essa , diramandosi dalla fabbrica e dal processo produttivo , si trasferisce nel paese dove mira a consolidare i rapporti di classe esistenti nelle officine . Appunto l ' ampiezza dell ' alienazione operaia denuncia l ' arretratezza della struttura economica e sociale del paese e dimostra ancora una volta come sia impossibile paragonare la condizione operaia italiana con quella degli altri paesi industriali dell ' occidente . Essa va dalle forme più evidenti in atto nelle piccole industrie ( anche se spesso , malgrado le condizioni di vita siano intollerabili . , minore è il senso dell ' oppressione ) a quelle più complesse di pressione economica , disciplinare ed ideologica dei grandi gruppi industriali , soprattutto monopolistici , dove nondimeno l ' assenza di ampie prospettive di mercato e la mancanza di un moderno spirito imprenditoriale , la grettezza tradizionale della nostra borghesia industriale , danno a questa pressione un inconfondibile carattere di rozzezza , di brutalità , talvolta di aperto terrorismo . Funzione dell ' alienazione globale è quella di imporre un più completo sfruttamento del lavoro . È evidente infatti che tutta la bardatura di diritti che accompagnano l ' operaio costituisce una remora ad un suo più completo sfruttamento . Pertanto , quando i rapporti di classe lo consentono , l ' imprenditore annulla questi diritti e subordina totalmente l ' operaio . Ma da un altro angolo visuale , assai istruttivo , può essere vista l ' alienazione globale . Essa cioè esprime il livello al quale si forma , nel nostro paese , l ' equilibrio sociale . Negli altri paesi occidentali , grazie al diverso grado di sviluppo del sistema capitalista e alla maggiore forza della classe operaia , la lotta di classe conduce ad un equilibrio che consente un minore sfruttamento del lavoro , che impone il riconoscimento effettivo dei diritti dei produttori e , ora più ora meno , libera la classe operaia dalla sua condizione subalterna e la immette nel moto del progresso civile . In Italia invece , grazie appunto alla sua arretratezza strutturale , l ' imprenditore impone all ' operaio la sua alienazione globale , lo spoglia dei suoi diritti e lo elimina dal moto della storia , e questa pratica si dirama dalla fabbrica nel paese chiamandosi discriminazioni , illegalità , violenza della coscienza individuale , arresto e decadenza della vita democratica , subordinazione dei produttori e , se badiamo alla sostanza senza lasciarci incantare dalle apparenze , vera e propria violenza di classe . Presenza della fabbrica Non si comprende il mondo dell ' operaio se prima non si afferra , in tutta la sua grande portata , il significato della fabbrica per chi vi lavora . La società operaia , la mentalità , il carattere , l ' umanità dell ' operaio , risentono in tutto la presenza della fabbrica . Le lotte operaie , sindacali o politiche , tutte le sfumature ideologiche che si sviluppano con tanto vigore tra gli operai , il legame tra il proletariato industriale ed i partiti di classe sono fatti astratti , cose senza vita , se al loro fondo non si sa vedere l ' esperienza di fabbrica . In sostanza la fabbrica è per l ' operaio il centro naturale in cui si articolano larga parte delle espressioni della sua personalità , si manifestino nel lavoro , nella solidarietà nella lotta . La parte sociale della sua personalità , quella che si manifesta nei rapporti sociali , si realizza di giorno in giorno nelle mille esperienze che compongono la vita di lavoro . L ' operaio riceve costantemente qualcosa dalla vita di fabbrica , sia nei suoi rapporti con i compagni di lavoro , sia nel suo legame col processo produttivo e col padrone , e ad essa dà costantemente parte di se stesso . Ecco allora perché l ' operaio prova un così vivo dolore quando questi legami , sviluppatisi a lungo , vengono bruscamente interrotti . E non si tratta soltanto di dolore ; è sbalordimento , mortificazione e poi rimpianto del passato . Nella sua storia di individuo questo è un momento di grande drammaticità : l ' involucro sociale della sua personalità è scardinato , ad un tratto è crollato qualcosa nella sua vita , la sua continuità si è dolorosamente interrotta . Un legame profondo La fabbrica è l ' ambiente naturale dell ' operaio . Già la sua società lo ha predisposto prima ancora che entri in officina . Nella società operaia si avverte dovunque la presenza della fabbrica . Essa , oltre ad essere concretamente visibile ed a manifestarsi in qualcosa di indefinibile ma concreto nell ' atmosfera cittadina , è nei pensieri , nelle aspettative , nelle preoccupazioni di tutti . Fuori dalla fabbrica , in altre attività , chi è stato operaio è il più delle volte uno spostato , un solitario , un infelice . L ' officina è nel sangue dell ' operaio nei suoi aspetti creativi come in quelli oppressivi . Essa è un fatto immenso nella sua vita , toglietela e ne farete un infelice , lo dimezzerete . Egli accetta la fabbrica , ne ha bisogno ed in essa trova modo di esprimersi . Può fare ciò perché istintivamente dà un giudizio storico : egli sente che quanto vi è nella vita di fabbrica di opprimente , di umiliante , non è nella natura del moderno processo di produzione , ma costituisce il portato di determinati rapporti di classe , di una certa situazione sociale . Egli scinde quanto è la conseguenza logica , accettabile della moderna organizzazione del lavoro , da quanto invece è frutto dell ' uomo . Ecco perché non odia la fabbrica , perché non ne ha orrore ma necessità : gli schiavi non amano la propria prigione . Fortemente drammatico è il legame tra l ' operaio militante e la sua fabbrica . Dati i rapporti di classe esistenti nel paese , l ' imprenditore impone l ' alienazione globale dei lavoratori . Doppiamente dura è la vita d ' officina per chi ha coscienza di classe : non solo deve condurre , all ' interno del processo produttivo , la sua lotta naturale contro il sistema capitalista , ma vede negati tutti i propri diritti , di cui ha consapevolezza e necessità , vede colpito in fabbrica ciò che è legale nel paese , vede violentemente compresso lo slancio a manifestare le proprie esigenze . Dura , esasperante è la vita dell ' operaio cosciente : eppure il grande desiderio del licenziato per rappresaglia , del perseguitato dal padrone , è quello di rientrare nella fabbrica da cui è stato estromesso . Tornare nella fabbrica non significa solo riprendere la lotta , come molti sostengono cedendo alla retorica , ma significa , più modestamente , riannodare le fila di una vita in cui la lotta di classe ha un significato profondo , riprenderla là dove il padrone la ha bruscamente , dolorosamente spezzata . Il centro delle lotte Malgrado il clima oppressivo della fabbrica , così profondo è il suo legame con essa , così forte il suo senso storico , che non ho mai sentito un operaio , per quanto perseguitato dal padrone , proporsi di abbandonare il mondo della fabbrica come cercasse di liberarsi da una condizione per sua natura oppressiva ed immutabile . Il lavoro non è una schiavitù . Esso conferisce dignità alla vita . , inserisce l ' individuo nella società , ne fa un produttore . Ma vi è di più : il lavoro è anche un modo di esprimersi , di trovare cioè una risposta alla propria esistenza dando forma concreta a tutto ciò che vi è in noi di buono e di utile . Colpisce l ' attaccamento dell ' operaio specializzato al proprio lavoro . Questo attaccamento non è soltanto la caratteristica di una élite operaia , ma , se è vero che qui ha la sua manifestazione più appariscente , è comune a tutti coloro che lavorano e vedono la materializzazione della propria attività e della propria tensione interiore . Ignoro se in altre classi si verifichi un legame altrettanto profondo col lavoro , nato dal trovarvi sia la propria dignità sociale , sia l ' espressione della propria interiorità , un attaccamento insomma che abbia un significato morale altrettanto intenso . Da che cosa deriva la « passione » dell ' operaio per il proprio lavoro ? ( Si badi bene : non intendo dire che tutti gli operai provino questa passione , nemmeno che la loro media provi comunemente un sentimento così forte ; intendo invece dire che nutre questa « passione » una élite che però è determinante per comprendere il « carattere » della classe operaia ) . Credo essa vada attribuita al sentimento di essere una classe nuova in una struttura economica che va rapidamente trasformandosi e facendo delle attività industriali il fattore decisivo del progresso civile . L ' operaio si sente al centro delle trasformazioni che vanno così sensibilmente accelerando lo sviluppo della società ; quanto vi è di più moderno nella tecnica , e di più importante negli esperimenti sociali , passa attraverso di lui . D ' altro canto risente anche dei benefici materiali che derivano dalla sua posizione . Ma se la classe operaia sente di trovarsi , per così dire , nel centro motore del progresso civile , essa sa anche che è in questo settore del processo produttivo che si decidono , nella loro sostanza , i rapporti di produzione , che le lotte sociali condotte sul suo terreno sono appunto quelle decisive per l ' orientamento della società e per i rapporti di forza tra le classi . In altre parole la classe operaia sa , più o meno consapevolmente , di trovarsi ad un tempo nel centro strutturale del progresso civile ed in quello decisivo per la lotta di classe . Faccia a faccia con la borghesia industriale , essa pone la propria candidatura a classe dirigente nel cuore del progresso economico e civile . Si tratta come si vede di sentimenti vaghi , assai generici così formulati , ma sono sentimenti per così dire « storici » , decisivi nell ' atteggiamento e nelle lotte di una classe . Essi non hanno nulla di astratto e , pur essendo il più delle volte inconsci , pur traducendosi in un modo di agire che non sa darsi una spiegazione ideologica , si alimentano ininterrottamente nel concreto del processo produttivo , nel fulcro dei rapporti di classe e della struttura della società moderna . Grande importanza , non adeguatamente valutata , hanno nell ' atteggiamento dell ' operaio dinanzi alla società , e nella maturazione di questi incerti ma concreti sentimenti della propria funzione , le ideologie che operano nel mondo operaio . In genere chi vede il mondo operaio come una società amorfa , tendenzialmente piccolo borghese , con la vocazione della casetta , del frigidaire , della televisione , è condotto ad un secondo errore . Proprio perché mosso da una concezione superficiale dei fatti sociali , egli concepisce la società operaia come qualcosa di livellato , di appiattito , di analogo alla produzione in serie . Egli perde insomma il senso della tridimensionalità nei fatti sociali . I livelli diversi di consapevolezza Ebbene la struttura della società operaia si presenta assai complessa , sia dal punto di vista della anatomia sociale , sia da quello della fisiologia sociale . Vi sono in essa diversissimi livelli di condizione economica , di educazione , di consapevolezza ideologica . Al suo interno agiscono organismi che la improntano profondamente come il sindacato , il partito di classe , la rete cooperativa etc. Nella società industriale agiscono fenomeni come l ' immigrazione dalle campagne , la politica riformistica dei gruppi monopolistici , l ' offensiva ideologica e politica dello schieramento industriale , i riflessi sociali della introduzione di nuove tecniche produttive etc . , fenomeni che incidono profondamente sulla struttura di questa società e sugli individui che ne fanno parte . E tutto ciò va visto non per schermi , non staticamente , bensì nel suo sviluppo dinamico , nei rapporti concreti , nei reciproci influssi tra fatti di struttura e di sovrastruttura . Di grande interesse per una sociologia legata al movimento operaio sarebbe lo studio del settore operaio che è legato alle istanze di classe , analisi descrittiva che , nutrendosi di lieviti storici ed ideologici , miri a fissare la vita reale di questa zona della società . Ad esempio non si dà rilievo al fatto che all ' interno del movimento di classe esistono diversi livelli di consapevolezza politica ed ideologica , e che a questi diversi gradi di consapevolezza corrispondono diverse funzioni nel corpo sociale preso in esame . Si va così dall ' operaio la cui fedeltà al movimento di classe è data dall ' odio cieco , insopprimibile per il padrone , a quello che è invece consapevole della propria funzione di classe , dall ' operaio che oppone al padrone soltanto la propria ostinata resistenza a quello che , sul luogo di lavoro , sa trasformare una resistenza in una politica . Ebbene è evidente che a questi diversi gradi di maturità ideologica corrispondono influssi diversi ( spesso valorizzati o compressi dalla politica generale del movimento operaio ) sulla struttura del movimento di classe e , di riflesso , sulla società operaia . È di grande importanza politica afferrare la complessità degli strati sociali sui quali hanno presa le nostre organizzazioni , studiare i rapporti tra i vari gradi di consapevolezza ideologica , anche in relazione alla prospettiva politica del movimento , stabilirne i reciproci influssi ed il loro peso sul complesso del movimento di classe . Il contrasto di generazioni Nel corso di una mia inchiesta condotta prevalentemente tra gli operai coscienti del complesso Fiat , ho constatato una mancata diversità nella concezione del mondo tra vecchi e giovani operai . E dicendo vecchi intendo le generazioni che hanno vissuto gli anni del primo dopoguerra , mentre per giovani intendo coloro che si sono formati nella guerra partigiana e negli anni di questo dopoguerra . Questa marcata differenza , che ha una radice profonda nell ' individuo e si manifesta nella personalità , più ancora che nell ' ideologia , corrisponde a due fasi ben distinte della storia del movimento operaio . Sono stati questi periodi distinti , ai quali si accompagnava anche una diversa società operaia , ad esercitare una influenza formativa determinante su chi li ha vissuti . Nel loro corso infatti il movimento operaio ha avuto una natura diversa , una diversa prospettiva politica ed un diverso sentimento di se stesso . E nel caso di chi è legato alle lotte della classe operaia va osservato che il loro influsso è determinante nella storia del suo sviluppo individuale . Paradossalmente , in contrasto con tutto quanto dice il buon senso comune , i vecchi operai hanno un istinto , un temperamento rivoluzionario che invece i giovani hanno in parte perduto . Predomina in essi l ' istinto di classe sulla consapevolezza politica , lo spirito libertario sul senso del reale , la passione sul raziocinio . Sono più avventurosi , più sensibili all ' immaginazione , più intransigenti e fiduciosi , più giovanili . , se vogliamo . dei giovani . Sono il frutto di un socialismo che era più rozzo ma più legato alle masse , di un socialismo che lottava con generosità per un mondo radicalmente diverso , fatto di realtà come di miti , di un socialismo che ancora non conosceva la fatica e l ' amarezza della ragion di stato . Con la loro presenza attiva nel movimento operaio essi costituiscono un perenne richiamo ai motivi primi , più elementari , più generosi del socialismo . Se spesso costituiscono un fattore di resistenza ad una impostazione più moderna e cosciente delle lotte operaie , non dimentichiamo mai che il loro istinto di classe , la loro intransigenza rivoluzionaria , la generosità e lo slancio con cui combattono per le organizzazioni di classe , sono un patrimonio prezioso di spirito rivoluzionario ed una garanzia contro ogni forma di degenerazione piccolo borghese del socialismo . Formatisi negli anni della liberazione e delle lotte di questo dopoguerra , i giovani sono il prodotto di una nuova situazione storica , di una società più vicina alla prosa , se vogliano . là dove l ' altra risentiva del pathos della poesia . Essi sono , il frutto dello stalinismo se per questo s ' intende il socialismo che si consolida là dove ha conquistato il potere , la divisione del mondo in blocchi , la subordinazione della volontà rivoluzionaria alle esigenze della ragion di stato . Ma sono anche il frutto di un socialismo che si è fatto più adulto , che ha acquistato una superiore consapevolezza politica , che si è configurato come nuova classe dirigente ed è in grado di porre . nel nostro paese , una reale alternativa in quanto tale . Il senso di concretezza Si incontrano tra di loro caratteri individuali e sfumature ideologiche assai diverse e spesso contrastanti . C ' è chi dà alla lotta di classe una impostazione radicale e chi invece una impostazione riformista : è soprattutto attorno a queste due prospettive politiche ( alle quali corrispondono temperamenti e caratteri individuali diversi ) che si sviluppano i contrasti . Ma l ' unità che li diversifica dalle passate generazioni c ' è ed è sostanziale . Direi che in essi si è compiuto il passaggio dalla aspirazione ad un mondo diverso , alla trasformazione concreta di questa società , anche se vista in chiavi diverse . In questo essi segnano il passaggio dall ' era dei partiti d ' avanguardia a quella dei partiti di massa , e alle maggiori responsabilità che queste organizzazioni affidano , proprio perché si costituiscono in potere nel potere , ai propri militanti . I giovani dunque hanno sostituito alla improvvisazione la disciplina , alla generica volontà rivoluzionaria la conoscenza dei termini concreti in cui si attua la rivoluzione . Lo studio e la conoscenza dei problemi politici e tecnici sono visti come la condizione per incidere e per trasformare questa società . Senso della realtà , conoscenza dei problemi produttivi , capacità tecniche , qualità tattiche e strategiche , rifiuto di ogni velleitarismo rivoluzionario sono elementi comuni a tutti . In sostanza essi si costituiscono in classe dirigente già nella società borghese e , nei limiti del proprio potere , esercitano queste qualità , piuttosto che essere classe dirigente esclusivamente nei termini della propria tensione rivoluzionaria ed attendere all ' esercizio della propria responsabilità soltanto dopo il salto qualitativo compiuto con la conquista del potere . Si ritiene comunemente che la tradizione sia un fenomeno rilevante e caratteristico del mondo contadino . La forza della tradizione nel mondo contadino è giustamente messa in rapporto con la struttura di questa società , ed il fenomeno è visto sia come strumento di coesione e di stabilità sociale , sia come strumento educativo . La tradizione , intesa come travaso di valori e di cognizioni dall ' ambiente al singolo , rappresenta il tipo di educazione caratteristico della società contadina arretrata . Nelle sue manifestazioni , che talora divengono vere e proprie tecniche , il singolo viene plasmato ideologicamente , riceve regole di condotta , princìpi morali , cognizioni . Valore della tradizione La tradizione si presenta dunque come tipica manifestazione di una società caratterizzata dalla coesione , dalla lentezza del proprio sviluppo se non dalla immobilità , dall ' assenza di bruschi salti qualitativi e di lacerazioni . Del tutto diversa , opposta addirittura , la società industriale : diversa la sua struttura , diverse le forme del suo sviluppo , diverso il suo ideale umano , diverse le finalità e gli strumenti educativi . Va rilevato come la tradizione permanga , anche se come fenomeno secondario , nei gruppi sociali che compongono le società evolute . Essa si presenta ancora come un fattore di coesione e di unità del gruppo , e come uno strumento che consente di travasare nel singolo l ' ideologia del gruppo di cui fa parte . Questo aspetto della tradizione , intesa come educazione ideologica del singolo da parte del gruppo , di travaso di elementi emotivi , sentimentali ( oltre che strettamente ideologici ) dal gruppo al singolo , è rilevante anche tra i settori più avanzati del movimento operaio , e va studiata proprio sotto l ' aspetto della conservazione di determinati valori , sentimentali ed ideologici . In parte , forse , può essere messa in relazione con le origini di contadini inurbati degli attuali operai . Un patrimonio comune Così la storia del movimento operaio , soprattutto la storia « fatta » , quella della città , del quartiere e della fabbrica addirittura , divengono elementi vivi , di un comune modo di sentire e vedere le cose , tappe di una comune origine , qualcosa di profondamente formativo e di nient ' affatto libresco . Essa ha come centri diffusori le organizzazioni politiche e sindacali degli operai , ed il nucleo familiare , e passa , arricchendosi e trasformandosi , da compagno a compagno , da gruppo a gruppo , da generazione a generazione . Nei suoi termini più ampi si tramanda di generazione in generazione , spesso fondendo esperienze di campagna ed esperienze di città , assai sovente nella stessa famiglia ( accade continuamente di scoprire nello stesso nucleo familiare una attiva tradizione di lotta di classe ) , e diviene un fattore coesivo di grande importanza , sotto tutti gli aspetti : emotivi e ideologici . In moltissimi casi è per questa via che l ' operaio impara di avere delle radici , una « storia » alle proprie spalle e sempre per questa via amplia la propria esperienza personale in quella del gruppo ; ed infine è ancora per questa via che riceve cognizioni le quali , per quanto grossolane , restano tra gli elementi più vivi e formativi della sua cultura . Alcuni temi di studio Innumerevoli temi attraggono chi studia il mondo operaio , ma compito di chi si accinge a questa analisi è separare i motivi di fondo da quelli secondari . Non solo , ma chi è sensibile alle prospettive di lotta del movimento operaio avrà sempre la sensibilità di individuare , nel groviglio dei problemi , quelli che presentano un motivo d ' interesse immediato , anche se non contingente . Una indagine sulla condizione operaia , come del resto qualsiasi indagine sociologica , deve procedere su due binari che appaiono paralleli ma in realtà , quando il lavoro è proficuo , si sovrappongono : si tratta cioè di studiare la struttura e la vita della società operaia e contemporaneamente di portare alla luce , secondo criteri obbiettivi , le forze morali , le aspirazioni politiche e sociali che agiscono al suo interno . Come non bisogna mai separare la descrizione della società dalle forze che la compongono , così è necessario accompagnare sempre la società con l ' uomo che ne è il centro . Tra i temi di studio per una sociologia operaia , oltre a quelli evidentissimi di base ( quali la struttura dell ' economia , le condizioni sociali , politiche , sindacali ecc. del lavoro , la distribuzione dei redditi , la disoccupazione , e via di seguito ) ne suggerirei altri che vengono posti in primo piano dall ' attuale fase di sviluppo del capitalismo italiano , ed altri ancora connessi prevalentemente allo studio di quello che è l ' « Uomo » operaio . Così , rispetto a Torino , sono temi di grande interesse , oltre a quelli ovvi relativi all ' effetto delle trasformazioni tecnologiche e politiche del grande monopolio sulla composizione della maestranza e sulle lotte sindacali , il nesso tra sviluppo del monopolio cd arca economica subordinata , l ' esame dei rapporti tra immigrazione e politica monopolistica sia all ' interno del complesso Fiat sia in relazione alla sua politica verso l ' area economica subordinata . Infine lo studio della più intima natura del riformismo aziendale , vista soprattutto come indice della mentalità sociale e politica della classe dirigente monopolistica e delle sue componenti ideologiche ( da questo punto di vista si rivelerebbe di estrema utilità lo studio del « linguaggio » dl monopolio , nelle sue pubblicazioni e nei suoi rapporti con le maestranze e con il pubblico ) e nei suoi riflessi sulla personalità dei lavoratori . Temi affascinanti sono quelli connessi al rapporto tra ambiente operaio e personalità ed ideologia dell ' operaio cosciente , soprattutto in relazione all ' influsso formativo delle principali lotte politiche e sociali del nostro secolo , delle prospettive e dell ' ideologia dei partiti e delle organizzazioni di classe . L ' operaio , come ogni altra classe subordinata , ha un profondo bisogno di esprimersi , quasi per una inconsapevole volontà di entrare , anche per questa via , a far parte della storia . Così la biografia resa scientifica e l ' intervista condotta con rigore possono divenire strumenti fondamentali di conoscenza , soprattutto perché consentono di osservare dal basso la fisiologia della società operaia e permettono di afferrare l ' elemento umano osservandone lo sviluppo nella società in cui vive . Necessità di una sociologia marxista Lo sviluppo di una sociologia marxista sarebbe un momento culturale e politico di grande importanza sia per la formazione di una cultura marxista , che abbia stabilito dialetticamente il proprio legame con il movimento operaio , sia perché la via pacifica ( o italiana ) al socialismo sarà una vaga formula fintantoché i partiti operai non conosceranno a fondo la realtà della società nazionale . Si giungerà ad una produzione valida a condizione di liberarsi da ogni sociologismo , dando a questa produzione impronta ideologica ed autentico respiro culturale . Condizione di ogni sociologia marxista è lo spirito scientifico con cui si affronta la realtà , spirito scientifico che , anziché escludere , presuppone l ' impronta ideologica . Si tratta di configurare la condizione operaia nei suoi aspetti strutturali ed in quelli sociali ( in altre parole nella sua anatomia e nella sua fisiologia ) , come nella sua tensione morale . Sono due facce della stessa realtà , l ' intendimento dell ' una presuppone la conoscenza dell ' altra . Proprio perché della società si vuol cogliere il fondo , l ' anima per così dire , occorre lavorare in profondità . Operare in estensione , secondo criteri prevalentemente quantitativi e pedantescamente sociologici , conduce ad un ritratto del tutto superficiale , ad un ritratto in cui manca proprio ciò che ci interessa , ciò che imprime tutto di sé : il carattere .