StampaPeriodica ,
«
Guardi
,
diceva
un
minatore
muovendo
in
giro
la
mano
tesa
,
tutto
quello
che
lei
vede
è
della
Montecatini
.
Non
si
può
sbagliare
.
»
La
Montecatini
,
qua
a
Niccioleta
,
possiede
le
case
,
le
strade
,
gli
spacci
aziendali
,
i
mezzi
di
trasporto
,
le
sedi
dei
partiti
politici
,
il
terreno
circostante
.
Della
Montecatini
sono
i
grossi
casamenti
gialli
,
sparsi
in
disordine
per
le
pendici
di
questi
colli
scabri
,
collegati
appena
da
un
sentiero
scosceso
,
con
larghi
improvvisi
sterrati
nudi
;
il
palazzotto
del
dopolavoro
,
una
costruzione
pseudo
-
razionale
,
di
taglio
littorio
,
stile
900
,
come
si
diceva
nel
ventennio
;
e
la
chiesa
,
un
altro
scatolone
con
una
specie
di
pronao
rettangolare
,
che
fa
pensare
ad
una
palestra
di
boxe
.
Son
della
Montecatini
le
grigie
e
scialbe
casette
degli
impiegati
,
e
la
mediocre
villa
della
contadina
,
ed
i
più
vecchi
amano
ancora
,
dopo
la
miniera
,
coltivare
un
pezzetto
di
terra
,
per
cavarne
ortaggi
,
od
allevarvi
un
coniglio
,
un
paio
di
galline
.
Molti
operai
non
abitano
qui
,
ma
nei
villaggi
vicini
,
a
Prata
,
a
Monterotondo
,
o
vengono
addirittura
da
Massa
Marittima
:
tutti
su
automezzi
della
Montecatini
;
prima
della
guerra
venivano
in
bicicletta
,
e
non
pochi
a
piedi
,
dieci
chilometri
di
strada
e
dopo
il
lavoro
.
Al
paese
alcuni
conservano
un
orto
,
una
vigna
,
a
cui
si
dedicano
nelle
ore
libere
dal
lavoro
,
e
persino
nei
giorni
di
sciopero
.
La
sovrapposizione
delle
due
economie
,
e
la
progressiva
scomparsa
di
quella
più
antica
,
l
'
agricola
,
sotto
il
peso
della
moderna
,
la
mineraria
,
qui
è
palese
:
qui
sta
accadendo
quel
che
in
Inghilterra
si
verificò
alla
fine
del
Settecento
,
ed
il
processo
è
ancora
in
corso
.
L
'
agricoltura
di
collina
scompare
a
poco
a
poco
,
poiché
la
miniera
ne
ha
assorbito
la
mano
d
'
opera
,
ed
i
giovani
non
seguono
più
l
'
esempio
degli
anziani
.
A
Niccioleta
abitano
circa
millecinquccento
persone
,
fra
operai
e
familiari
,
ma
ci
sono
anche
gli
scapoli
,
giù
ai
«
camerotti
»
,
specie
di
casermette
basse
ed
allungate
,
divise
in
tante
stanze
quadrate
ciascuna
delle
quali
ospita
sei
o
sette
operai
,
con
le
brande
e
gli
armadietti
metallici
.
L
'
aria
di
caserma
è
evidente
anche
all
'
interno
:
accenti
meridionali
,
cartoline
e
ritratti
appiccicati
al
muro
,
la
Madonna
di
Loreto
,
il
golfo
di
Napoli
,
la
fidanzata
,
Togliatti
,
il
calendario
dell
'
ANPI
,
Una
diva
americana
.
Sopra
gli
armadietti
c
'
è
sempre
una
cassetta
di
legno
,
col
lucchetto
:
è
l
'
unica
proprietà
privata
degli
operai
,
il
resto
,
brande
,
armadietti
,
ed
i
camerotti
stessi
,
è
della
Montecatini
.
La
sensazione
insomma
è
che
la
Montecatini
qui
non
sia
soltanto
proprietaria
assoluta
di
ogni
cosa
,
ma
goda
di
una
sorta
di
diritto
di
extraterritorialità
,
che
governi
,
insomma
,
con
leggi
,
costumi
,
e
riti
suoi
propri
.
Può
accadere
,
per
esempio
,
che
il
forestiero
si
senta
chiedere
i
documenti
,
non
appena
scende
di
macchina
ed
entra
in
un
bar
per
prendere
il
caffè
.
«
Lei
,
permetta
,
quale
attività
svolge
?
Può
dimenticarla
?
Su
che
cosa
intende
scrivere
?
Quale
è
il
suo
giornale
?
»
Sono
domande
che
un
brigadiere
dei
carabinieri
,
a
Niccioleta
,
rivolge
con
estrema
naturalezza
.
La
Montecatini
,
qui
,
nei
suoi
locali
,
ha
una
stazione
dei
carabinieri
,
ha
le
guardie
di
pubblica
sicurezza
,
ed
ha
anche
tuia
sua
milizia
privata
,
di
guardie
giurate
,
con
una
loro
divisa
nera
,
che
fan
servizio
dentro
la
miniera
,
intorno
alla
miniera
,
in
paese
.
La
strada
che
conduce
ai
pozzi
è
sbarrata
ad
un
tratto
da
una
traversa
bianca
e
nera
;
accanto
c
'
è
una
garitta
,
con
dentro
la
guardia
per
controllare
chi
entra
e
chi
esce
.
Non
si
passa
di
là
senza
il
permesso
del
direttore
:
alla
fine
dei
turni
suona
la
sirena
ed
i
minatori
escono
alla
spicciolata
oltre
la
barriera
.
Son
diversi
dal
cliché
usuale
che
del
minatore
ciascuno
di
noi
,
anche
inconsapevolmente
,
si
porta
in
testa
,
il
cliché
del
minatore
grande
e
membruto
,
come
lo
si
vede
nei
manifesti
di
propaganda
.
La
cronaca
recente
,
fra
l
'
altro
,
si
è
occupata
del
caso
del
giovane
Milo
Malagoli
,
un
ragazzo
alto
oltre
due
metri
e
grosso
in
proporzione
,
il
«
gigante
di
Niccioleta
»
,
come
è
stato
definito
.
Ma
in
realtà
nessun
minatore
somiglia
al
Malagoli
.
Quasi
tutti
di
statura
inferiore
alla
media
(
le
grandi
stature
,
oltre
tutto
,
sono
antieconomiche
nei
lavori
del
sottosuolo
)
son
uomini
pallidi
e
curvi
,
dal
passo
pesante
e
stanco
:
vestiti
senza
uniformità
,
portano
spesso
in
testa
un
elmetto
di
materia
plastica
,
foggiato
come
quello
d
'
acciaio
dei
soldati
inglesi
.
Al
vecchio
tascapane
si
va
sostituendo
la
«
panierina
»
,
una
cassetta
di
zinco
,
con
una
tracolla
di
tela
,
che
serve
per
portare
il
pasto
.
Fino
ad
un
paio
di
anni
or
sono
era
caratteristico
,
in
mano
agli
operai
alla
fine
dei
turni
,
il
«
tròppolo
»
,
cioè
un
pezzo
di
legno
,
frammento
delle
armature
di
galleria
,
che
la
società
concedeva
ogni
giorno
a
ciascun
dipendente
:
doveva
servire
per
gli
usi
domestici
,
per
il
riscaldamento
o
la
cucina
.
Ora
prelevare
il
«
tròppolo
»
è
proibito
,
e
le
guardie
giurate
qualche
volta
ispezionano
persino
i
tascapane
e
le
panierine
,
perché
dalla
miniera
non
deve
uscire
niente
.
E
non
deve
entrare
nulla
che
non
sia
mano
d
'
opera
e
materiale
di
lavoro
.
Subito
dopo
la
fine
della
guerra
era
relativamente
facile
accedere
ai
piazzali
,
alla
laveria
,
alle
officine
,
persino
alla
grande
galleria
di
accesso
al
pozzo
maggiore
.
Ricordo
che
fu
sufficiente
la
parola
di
un
operaio
,
e
l
'
approvazione
di
un
sorvegliante
.
Oggi
non
c
'
è
da
sperarlo
:
il
direttore
dirà
che
occorre
il
permesso
della
direzione
centrale
,
e
farà
anche
intendere
,
in
tutta
confidenza
,
che
è
inutile
chiederlo
.
Bisogna
contentarsi
di
raggiungere
il
ciglio
della
collina
:
di
fronte
,
oltre
la
vallata
,
sul
fianco
ripido
del
colle
contrapposto
,
si
addossa
tutto
l
'
apparato
della
laveria
.
In
alto
i
rompitori
che
frantumano
il
minerale
,
più
giù
tutta
la
serie
dei
canali
e
dei
traballatori
.
La
pirite
è
un
bisolfuro
di
ferro
,
che
cristallizza
in
dodecaedri
,
di
color
giallo
lucido
;
nel
passato
veniva
usata
solo
per
costruire
acciarini
,
ma
oggi
,
con
il
processo
delle
camere
di
piombo
,
fornisce
l
'
acido
solforico
,
elemento
fondamentale
per
fabbricare
,
fra
l
'
altro
,
esplosivi
e
concimi
chimici
.
La
miniera
di
Niccioleta
,
sul
versante
meridionale
delle
Colline
Metallifere
(
una
vasta
zona
montuosa
al
confine
fra
le
province
di
Siena
,
Pisa
e
Grosseto
)
,
è
solo
una
delle
cinque
che
lavorano
nella
zona
:
le
altre
sono
a
Boccheggiano
,
Gerfalco
,
Ravi
,
Gavorrano
e
recenti
sondaggi
,
anche
superficiali
,
han
dimostrato
che
la
pirite
si
trova
un
po
'
dappertutto
,
sì
che
non
è
azzardato
ritenere
che
le
cinque
miniere
lavorino
su
di
un
unico
enorme
giacimento
,
di
capacità
pressoché
inesauribile
.
Del
resto
la
pirite
si
estrae
anche
all
'
isola
del
Giglio
,
ed
al
non
lontano
promontorio
dell
'
Argentario
si
è
localizzato
un
giacimento
che
potrebbe
dare
non
meno
di
dieci
milioni
di
tonnellate
.
Allo
stato
attuale
delle
cose
il
giacimento
maremmano
produce
oltre
l
'
ottanta
per
cento
della
pirite
italiana
,
che
è
quasi
completamente
nelle
mani
della
Montecatini
.
La
miniera
di
Niccioleta
produce
quasi
un
terzo
esatto
della
pirite
maremmana
.
Nel
1953
la
produzione
è
stata
di
436.969,90
tonnellate
.
Ciò
equivale
,
al
netto
,
a
un
prodotto
di
circa
250mila
tonnellate
«
mercantili
»
,
commerciabili
.
Non
è
difficile
calcolare
i
costi
di
produzione
.
Le
maestranze
impiegate
raggiungono
il
numero
di
1.441
dipendenti
.
Ecco
le
loro
tabelle
salariali
:
Donne
:
16-18
anni
,
lire
573;
18-20
anni
,
650,80;
terza
categoria
,
755,80;
seconda
categoria
,
803,50;
prima
categoria
,
847,20
.
Uomini
:
16-18
anni
,
lire
681,80;
18-20
anni
,
866,50;
manovali
adulti
,
928,80;
operai
comuni
,
995,20;
operai
qualificati
,
1.055,50;
operai
specializzati
,
1.184,10
.
A
queste
somme
va
aggiunta
un
'
indennità
di
caro
-
pane
variabile
da
20
a
60
lire
giornaliere
,
proporzionalmente
alle
condizioni
di
lavoro
,
ed
una
indennità
di
sottosuolo
(
che
spetta
solo
agli
interni
)
di
92
lire
.
Non
si
è
potuto
appurare
quale
sia
lo
stipendio
degli
impiegati
;
ma
un
calcolo
generale
piuttosto
largo
,
e
ammesso
come
verosimile
dalla
società
,
ci
fa
ritenere
che
il
costo
complessivo
(
retribuzioni
ed
oneri
sociali
)
sia
,
per
ogni
dipendente
,
di
2.200
lire
per
giornata
lavorativa
.
Fa
,
in
tutto
,
un
onere
mensile
di
79.255.000lire
,
ed
annuo
di
951.060.000lire
.
Gli
altri
costi
,
eccedenti
la
mano
d
'
opera
,
non
sono
,
naturalmente
,
resi
noti
,
ma
si
possono
valutare
in
non
più
del
35
per
cento
dei
costi
totali
,
che
salgono
così
a
1.463.169.228
lire
.
Il
calcolo
si
fa
più
difficile
quando
si
tratti
di
mettere
a
confronto
i
costi
di
produzione
con
il
ricavato
.
La
Montecatini
dichiara
ufficialmente
che
la
pirite
si
vende
a
7
000
lire
la
tonnellata
;
su
questa
base
si
deduce
un
ricavo
annuo
di
1.712.921
lire
dalla
sola
miniera
di
Niccioleta
;
ciò
che
dà
un
profitto
che
si
aggira
sul
quarto
di
miliardo
.
Ma
il
fatto
è
che
la
Montecatini
non
vende
la
pirite
,
ma
la
utilizza
nei
suoi
stessi
stabilimenti
,
sì
che
il
vero
profitto
si
realizza
solo
alla
fine
del
ciclo
di
produzione
,
nella
vendita
dei
concimi
chimici
.
Il
prezzo
serve
solo
per
battere
l
'
eventuale
concorrenza
di
altri
produttori
di
pirite
:
è
il
caso
della
miniera
del
Giglio
,
che
la
Montecatini
ha
assorbito
con
quel
sistema
;
e
la
Marchi
di
Ravi
,
come
la
STIMA
di
Gerfalco
(
che
possiedono
,
del
resto
,
le
miniere
più
piccole
)
reggono
solo
finché
e
come
la
Montecatini
vuole
.
Che
il
profitto
si
realizzi
solo
alla
fine
del
ciclo
produttivo
è
confermato
dall
'
alto
prezzo
dei
concimi
chimici
(
fino
a
22mila
lire
il
quintale
)
e
,
di
conseguenza
,
dallo
scarso
uso
che
ne
fa
l
'
agricoltura
italiana
:
16
milioni
di
quintali
annui
contro
una
media
europea
di
almeno
50
.
Il
profitto
della
Montecatini
,
a
Niccioleta
,
non
dovrebbe
essere
in
realtà
inferiore
al
triplo
di
quello
qui
calcolato
sui
dati
ufficiali
,
ed
in
tutta
la
Maremma
dovrebbe
aggirarsi
sui
2
miliardi
annui
.
La
miniera
,
in
Maremma
,
ha
preso
dall
'
agricoltura
la
mano
d
'
opera
,
e
sull
'
agricoltura
preme
per
realizzare
i
suoi
profitti
.
Sui
minatori
e
sul
loro
modo
di
vita
c
'
è
un
altro
pregiudizio
,
assai
diffuso
nel
ceto
piccolo
borghese
paesano
e
cittadino
:
lo
abbiamo
sentito
ripetere
,
anche
in
buona
fede
,
da
oratori
di
vari
partiti
,
durante
l
'
ultima
campagna
elettorale
.
I
minatori
sarebbero
dei
privilegiati
,
rispetto
alle
altre
categorie
di
lavoratori
maremmani
:
«
Hanno
persino
la
radio
,
la
cucina
economica
e
la
"
Lambretta
"
:
Dunque
(
e
questa
è
la
conclusione
politica
che
se
ne
trae
)
perché
si
lamentano
,
perché
si
agitano
?
»
.
Ora
,
è
indubbio
che
,
rispetto
all
'
anteguerra
,
e
con
la
potente
spinta
che
seguì
la
liberazione
,
i
minatori
realizzarono
grandi
progressi
:
si
rivalutarono
i
salari
,
e
si
ebbero
,
come
si
hanno
oggi
,
punte
che
si
avvicinano
alle
70-75mila
lire
mensili
.
Va
tenuto
presente
,
però
,
che
tali
limiti
massimi
sono
accessibili
ad
un
esiguo
drappello
di
cottimisti
,
che
tiran
fuori
dal
monte
quantità
di
pirite
superiori
alla
norma
:
un
lavoro
arduo
ed
estenuante
.
I
salari
fondamentali
,
che
son
poi
quelli
della
maggioranza
,
parlano
chiaro
:
il
privilegio
non
c
'
è
.
C
'
è
invece
il
rischio
,
ed
il
peso
di
un
lavoro
professionalmente
assai
pericoloso
.
Gli
incidenti
non
mancano
in
nessuna
miniera
,
e
nel
caso
della
pirite
è
presente
un
altro
pericolo
,
quello
della
silicosi
,
che
attacca
immancabilmente
tutti
gli
operai
interni
.
La
perforazione
delle
pareti
di
«
piastra
»
,
cioè
degli
scisti
permici
che
separano
i
filoni
di
pirite
,
provoca
un
sottile
e
denso
pulviscolo
che
,
respirato
,
attacca
meccanicamente
i
polmoni
(
lei
minatori
,
provocando
irritazione
e
traumi
:
conseguenza
collaterale
,
la
tubercolosi
.
La
capacità
respiratoria
ne
risulta
diminuita
(
una
percentuale
ciel
35
per
cento
dà
diritto
alla
pensione
)
.
L
'
uso
della
maschera
può
attenuarne
gli
effetti
,
ma
non
può
impedire
il
passaggio
dei
granelli
silicei
di
più
minute
proporzioni
,
uno
o
due
micron
,
che
son
poi
i
più
pericolosi
.
Una
statistica
del
settembre
1953
ci
dà
,
fra
i
tbc
del
Sanatorio
di
Grosseto
,
una
percentuale
di
minatori
variante
dal
18
al
25
per
cento
.
Si
può
dire
,
semmai
,
che
in
Maremma
il
minatore
è
l
'
operaio
più
moderno
(
e
la
sua
retribuzione
è
quindi
superiore
a
quella
dell
'
operaio
tradizionale
,
il
bracciante
)
più
evoluto
e
più
combattivo
.
Staccato
a
forza
dall
'
agricoltura
,
abbandona
necessariamente
la
tipica
mentalità
del
contadino
toscano
,
che
ancora
permane
,
in
qualche
misura
,
fra
gli
operai
più
anziani
,
e
trascina
con
sé
nella
lotta
anche
alcuni
gruppi
di
tecnici
.
Ecco
una
ultima
serie
di
cifre
.
Si
tratta
dei
risultati
nella
elezione
della
commissione
interna
(
sempre
nel
1953
)
:
su
1168
voti
validi
degli
operai
,
887
(
con
7
seggi
in
commissione
)
sono
andati
alla
CGIL
,
284
alla
UIL
(
2
seggi
)
;
su
49
voti
validi
dei
tecnici
,
34
alla
CGIL
,
e
15
alla
UIL
;
su
17
voti
validi
degli
impiegati
amministratori
,
17
alla
UIL
(
la
CGIL
non
ha
presentato
la
lista
)
.
Ed
è
anche
ovvio
che
un
mutamento
nel
modo
di
vita
si
sta
in
effetti
realizzando
:
se
i
più
anziani
non
conoscono
altra
«
cultura
»
che
non
sia
il
bicchiere
di
vino
all
'
osteria
e
la
partita
a
briscola
,
i
giovani
cercano
di
allargare
il
proprio
interesse
umano
e
sociale
.
La
tanto
deprecata
«
lambretta
»
,
che
agli
occhi
dei
piccoli
borghesi
rappresenta
lo
scandalo
maggiore
,
è
in
fondo
una
innocente
evasione
dalla
bettola
,
dall
'
abbruttimento
(
anch
'
esso
scandaloso
,
per
la
gente
per
bene
)
.
Ma
dove
c
'
è
maggior
coesione
,
e
dove
son
possibili
rapporti
umani
con
i
ceti
più
evoluti
,
ecco
sorgere
biblioteche
,
circoli
del
cinema
,
iniziative
di
carattere
culturale
.
La
Montecatini
se
n
'
è
accorta
,
e
dal
canto
suo
organizza
i
suoi
circoli
,
peraltro
riservati
a
dirigenti
ed
a
impiegati
.
A
Massa
Marittima
,
una
antica
cittadina
piena
di
tesori
d
'
arte
medievale
,
e
che
oggi
è
in
certo
senso
la
capitale
della
Maremma
mineraria
,
gli
operai
hanno
realizzato
concreti
e
solidi
rapporti
di
alleanza
con
certi
gruppi
di
intellettuali
.
Il
loro
circolo
ha
un
'
attiva
e
ben
fornita
bibliotechina
,
e
gestisce
anche
il
maggior
cinema
cittadino
.
Spesso
organizzano
conferenze
,
letture
,
dibattiti
culturali
.
Il
responsabile
del
circolo
,
che
è
un
giovane
universitario
,
mi
mostra
orgoglioso
le
statistiche
delle
letture
:
in
testa
è
Vasco
Pratolini
,
che
lo
scorso
anno
venne
quassù
di
persona
,
per
parlare
del
suo
lavoro
.
Ora
che
è
uscito
il
film
di
Lizzani
sulle
Cronache
di
poveri
amanti
,
il
circolo
minatori
intende
farne
una
presentazione
di
gala
,
invitando
il
regista
e
gli
attori
.
Dopo
tutto
,
chissà
che
a
qualcuno
non
venga
in
mente
di
girare
un
film
proprio
in
quest
'
ambiente
?