StampaPeriodica ,
MILANO
,
giugno
-
Sono
stati
lieti
,
quasi
festosi
i
giorni
di
Sesto
San
Giovanni
.
L
'
annuncio
dello
sciopero
è
giunto
come
una
notizia
attesa
come
la
conferma
di
una
determinazione
che
era
già
maturata
negli
operai
:
ne
parlavano
a
voce
alta
nei
loro
circoli
a
pranzo
,
per
strada
,
nella
sala
d
'
aspetto
della
stazione
e
sul
marciapiede
mentre
aspettavano
il
treno
.
Si
affollavano
intorno
a
noi
:
gli
operai
ed
i
loro
dirigenti
politici
e
sindacali
sapevano
di
avere
di
fronte
i
«
giornalisti
di
Roma
»
e
volevano
che
riportassimo
a
casa
,
con
le
notizie
,
una
buona
impressione
di
Sesto
San
Giovanni
.
La
mattina
dello
sciopero
erano
tutti
al
loro
posto
di
agitazione
,
durante
la
notte
pochi
avevano
potuto
dormire
,
perché
in
poche
ore
avevano
dovuto
organizzare
i
picchetti
,
stampare
i
manifesti
,
fare
le
scritte
.
Ma
erano
contenti
:
facevano
siepe
dinnanzi
all
'
ingresso
degli
stabilimenti
,
fronteggiati
dallo
schieramento
della
polizia
.
Non
ci
furono
incidenti
:
anche
per
i
crumiri
sparuti
e
visibilmente
convinti
di
star
facendo
una
cattiva
figura
,
ci
furono
solo
lunghi
,
pazienti
discorsi
,
ed
appena
qualche
lazzo
.
«
Venduti
,
cornuti
e
sordomuti
»
gridavano
a
tratti
,
e
cioè
incapaci
di
sentire
e
di
giustificarsi
.
Volevano
chiarire
alcune
cose
,
anche
a
noi
:
il
ridicolo
degli
aumenti
accettati
dai
sindacati
scissionisti
,
la
grave
provocazione
politica
contenuta
nell
'
accordo
«
truffa
»
,
il
fatto
che
l
'
accordo
si
firmasse
a
Milano
,
l
'
ignobile
connubio
con
i
fascisti
della
CISNAL
.
«
Quel
di
Loreto
»
,
diceva
un
vecchio
operaio
.
E
per
tutto
il
giorno
fu
un
febbrile
spandersi
di
notizie
,
un
accorrere
di
staffette
improvvisate
che
venivano
al
«
rondò
»
da
ogni
parte
di
Sesto
,
dalla
Breda
,
dai
Magneti
,
dalla
Ercole
Marelli
,
dalla
Falk
:
i
dirigenti
raccoglievano
le
notizie
,
i
dati
percentuali
(
uno
di
loro
manovrava
rapidamente
un
regolo
calcolatore
)
e
ce
ne
spiegavano
il
significato
in
termini
definitivi
.
Il
loro
linguaggio
,
rigidamente
politico
,
e
che
in
altra
situazione
avrebbe
anche
potuto
apparire
schematico
,
pareva
qui
perfettamente
giustificato
.
E
un
linguaggio
sorto
da
questi
luoghi
,
un
linguaggio
carico
di
storia
.
Un
secolo
fa
,
Sesto
era
ancora
un
borgo
di
campagna
,
buono
per
la
villeggiatura
della
borghesia
milanese
:
il
clima
era
mite
,
«
il
beato
di
Sesto
aer
sereno
»
che
piacque
al
Monti
(
oggi
è
diverso
,
vi
domina
l
'
afa
caliginosa
di
tutti
i
centri
industriali
)
.
Anche
i
più
giovani
ricordano
i
tempi
del
tram
a
cavalli
,
che
proprio
qui
davanti
faceva
un
largo
giro
,
per
rientrare
a
Milano
:
ne
è
rimasta
traccia
nel
nome
di
questa
piazza
,
che
ancor
oggi
si
chiama
«
rondò
»
.
Il
primo
inizio
dell
'
attività
industriale
è
del
1840
,
con
le
filande
dei
Puricelli
Guerra
e
dei
Gaslini
.
Ma
è
stato
nel
ventennio
,
con
due
guerre
mondiali
e
l
'
autarchia
,
che
Sesto
si
è
enormemente
accresciuta
:
dai
4189
abitanti
del
1861
siamo
oggi
a
quasi
50mila
:
il
terzo
comune
di
tutta
la
provincia
,
dopo
Milano
e
Monza
,
più
di
duemilasettecento
abitanti
per
chilometro
quadrato
.
In
quel
periodo
si
formò
la
fortuna
dei
Falk
,
una
famiglia
di
ingegneri
tedeschi
,
sagaci
organizzatori
di
matrimoni
a
sfondo
industriale
,
dei
Breda
e
dei
Marelli
.
Ercole
Marelli
si
chiama
una
delle
vie
cittadine
.
Le
maestranze
impiegate
raggiunsero
persino
le
40
mila
unità
,
prima
della
smobilitazione
della
Breda
:
a
quel
tempo
,
cioè
negli
anni
successivi
al
'47
,
ci
fu
una
lotta
assai
dura
,
di
cui
restano
palesi
tracce
nelle
grandi
scritte
che
ancora
restano
sui
muri
:
incitano
gli
operai
a
salvare
la
Breda
,
e
con
essa
l
'
economia
lombarda
.
Ne
furono
licenziati
l0mila
,
che
oggi
si
son
riversati
nell
'
edilizia
,
o
sono
stati
riassunti
a
termine
(
veri
contratti
capestro
)
o
son
finiti
nella
miseranda
schiera
dei
venditori
ambulanti
e
nel
declassamento
.
Ne
abbiamo
conosciuto
uno
,
un
ragazzo
della
Breda
,
che
ha
fatto
un
po
'
tutti
i
mestieri
,
ed
ora
è
finito
male
;
ma
lo
racconta
con
una
residua
fierezza
,
né
diserta
il
suo
circolo
,
e
partecipa
moralmente
allo
sciopero
.
Gli
operai
di
Sesto
son
oggi
30
000
circa
,
di
cui
seimila
donne
.
Di
essi
6946
lavorano
alla
Falk
,
che
oggi
è
il
complesso
più
forte
,
e
non
solo
numericamente
.
6700
alla
Breda
,
5200
alla
Ercole
Marelli
,
4800
alla
Magneti
.
Gli
altri
son
distribuiti
nelle
fabbriche
minori
(
minori
solo
per
modo
di
dire
,
perché
spesso
superano
i
duemila
dipendenti
,
cioè
alla
OSVA
,
alla
Pirelli
,
ecc
.
)
.
Non
tutti
gli
operai
abitano
a
Sesto
:
alla
fine
del
turno
prendono
il
treno
per
Milano
,
per
Monza
,
e
addirittura
per
i
paesi
del
Cremasco
,
del
Bergamasco
,
della
Brianza
,
vanno
a
Brugherio
,
Usmate
,
Agrate
.
I
brianzoli
sono
gli
operai
più
recenti
,
quasi
tutti
ex
contadini
,
e
si
distinguono
facilmente
dagli
altri
,
non
solo
per
il
loro
dialetto
cupo
ed
incomprensibile
,
ma
anche
per
una
sostanziale
differenza
nell
'
aspetto
fisico
,
nel
modo
di
vestire
,
di
muoversi
,
di
gestire
.
Lavorano
quasi
tutti
alla
Falk
,
nel
reparto
siderurgico
.
La
Falk
infatti
ha
un
ciclo
di
lavorazione
completo
,
dalla
siderurgia
alla
metallurgia
,
e
produce
ghisa
,
ferro
,
acciaio
,
laminati
.
La
Breda
ha
quattro
reparti
distinti
,
anche
nella
produzione
:
macchine
elettriche
il
primo
,
materiale
ferroviario
il
secondo
;
il
terzo
,
che
si
chiama
eufemisticamente
sezione
fucina
,
è
in
realtà
di
produzione
bellica
,
soprattutto
proiettili
da
cannone
,
mentre
il
quarto
è
un
reparto
siderurgico
.
Apparecchi
elettrici
ed
elettrodomestici
si
producono
nei
due
stabilimenti
Marelli
.
Le
paghe
medie
degli
operai
di
Sesto
superano
spesso
quelle
di
altre
maestranze
.
Un
operaio
di
medio
livello
,
con
moglie
e
due
figli
,
riceve
oggi
735
007
lire
annue
(
nel
computo
è
compreso
,
oltre
alla
paga
base
,
il
caropane
,
la
gratifica
natalizia
,
gli
assegni
familiari
,
l
'
indennità
di
mensa
,
insomma
qualsiasi
somma
percepita
a
qualsiasi
titolo
)
.
Confrontata
con
la
paga
del
primo
luglio
1938
,
che
era
di
8095,20
questa
(
l
'
oggi
appare
rivalutata
nella
misura
di
90,80
volte
.
Se
alla
paga
sommiamo
gli
oneri
sociali
,
troveremo
che
un
operaio
medio
costa
annualmente
alla
ditta
920
183
lire
,
contro
le
9042
del
1938;
la
rivalutazione
,
in
questo
caso
,
è
di
101,76
volte
.
Questa
differenza
di
dieci
punti
significa
che
la
rivalutazione
dei
salari
non
è
stata
congrua
,
rispetto
alle
richieste
rivalutative
degli
enti
statali
di
assistenza
sociale
.
Ed
ecco
la
situazione
degli
impiegati
e
dei
tecnici
(
complessivamente
circa
diecimila
dipendenti
,
a
Sesto
)
:
13.283,30
lire
nel
1938
contro
10.194,65
lire
di
oggi
(
si
parla
sempre
di
impiegato
medio
con
carico
familiare
tipico
,
cioè
moglie
e
due
figli
)
.
Il
costo
totale
di
un
impiegato
medio
,
compresi
gli
oneri
sociali
,
è
oggi
di
1.297.092
lire
,
contro
le
13.342,72
del
1938
.
La
rivalutazione
degli
stipendi
si
è
fatta
quindi
nella
misura
di
75,75
volte
,
quella
dei
costi
totali
invece
nella
misura
di
84,54
volte
.
Lo
scarto
fra
l
'
una
e
l
'
altra
rivalutazione
rimane
perciò
costante
;
ma
in
linea
generale
è
chiaro
che
gli
impiegati
non
hanno
realizzato
i
progressi
degli
operai
,
e
sono
proporzionalmente
trattati
peggio
.
Ciò
dipende
dalla
loro
minore
combattività
e
da
un
malinteso
spirito
di
categoria
,
che
li
stacca
spesso
dalle
lotte
delle
maestranze
:
le
direzioni
degli
stabilimenti
mirano
a
conservare
e
peggiorare
questa
situazione
.
Un
recente
viaggio
«
d
'
istruzione
»
in
America
a
cui
hanno
partecipato
tecnici
ed
impiegati
della
Falk
mirava
proprio
a
questo
.
Questo
va
tenuto
presente
,
se
si
vuol
comprendere
la
situazione
sindacale
di
Sesto
.
Su
di
essa
influiscono
numerosi
e
diversi
elementi
:
l
'
origine
sociale
delle
maestranze
,
la
provenienza
geografica
,
il
tipo
della
lavorazione
.
Diamo
una
scorsa
ai
risultati
più
recenti
per
la
elezione
della
commissione
interna
.
Cerchiamo
di
interpretarli
:
all
'
osservatore
astratto
può
forse
sembrare
strano
che
l
'
UIL
,
sia
quasi
sempre
assente
dalla
competizione
elettorale
per
la
CI
.
L
'
opinione
diffusa
è
che
la
socialdemocrazia
milanese
dovrebbe
ottenere
ben
altri
risultati
;
ma
è
un
'
opinione
astratta
.
In
realtà
i
voti
che
Saragat
raccoglie
nel
milanese
son
voti
di
bottegai
e
di
impiegati
.
Il
padronato
industriale
punta
sulla
CISL
,
la
quale
ha
alle
sue
spalle
il
peso
della
tradizione
cattolica
e
dell
'
appoggio
del
clero
.
Non
a
caso
le
percentuali
più
alte
son
quelle
ottenute
alla
Falk
,
ed
in
particolare
nei
reparti
siderurgici
,
che
occupano
prevalentemente
maestranze
della
Brianza
,
cattoliche
e
di
recente
origine
contadina
.
I
dirigenti
della
Falk
conoscono
benissimo
l
'
importanza
di
queste
cose
,
e
perciò
finanziano
le
parrocchie
,
ottenendo
in
cambio
pubblici
elogi
dall
'
altare
,
ogni
domenica
al
momento
del
Vangelo
.
Per
questo
si
son
preoccupati
di
far
giungere
gratuitamente
ad
ogni
operaio
una
copia
di
Nuovi
martiri
cristiani
del
Pisoni
,
insieme
,
naturalmente
,
a
Ho
scelto
la
libertà
.
La
punta
massima
raggiunta
dalla
CISL
la
troviamo
alla
Falk
Ge.Va
.
:
una
sigla
che
significa
«
servizi
generali
e
vari
»
,
cioè
mensa
,
pulizia
dei
reparti
,
magazzinaggio
ecc.
È
insomma
il
reparto
più
lontano
dalla
produzione
,
meno
legato
al
ritmo
del
lavoro
complessivo
,
quello
che
raccoglie
in
più
larga
misura
raccomandati
e
confidenti
del
padrone
.
Nello
schieramento
padronale
è
alla
Falk
il
punto
più
avanzato
,
quello
su
cui
si
concentra
tutta
la
spinta
organizzata
di
ogni
genere
di
pressioni
,
della
corruzione
,
della
propaganda
differenziata
.
Falk
si
pone
più
di
ogni
altro
il
problema
dei
cosiddetti
human
relations
,
e
lo
risolve
da
par
suo
:
ha
creato
due
villaggi
operai
,
l
'
Edison
e
il
Diaz
:
può
minacciare
di
sfratto
gli
operai
che
si
rendano
sgraditi
.
Ha
organizzato
un
asilo
infantile
,
di
tipo
montessoriano
:
l
'
importanza
di
iniziative
verso
l
'
infanzia
non
può
sfuggire
a
nessuno
,
se
si
pensa
che
un
sesto
delle
maestranze
è
costituito
da
donne
.
Svolge
attività
assistenziale
e
«
culturale
»
,
cioè
gite
,
squadre
sportive
,
qualche
mostra
di
pittura
.
In
genere
i
padroni
non
si
pongono
mai
seriamente
il
problema
di
una
vita
culturale
fra
gli
operai
:
la
cultura
,
qualunque
essa
sia
,
è
sempre
in
qualche
modo
rivoluzionaria
.
A
detta
di
qualche
operaio
,
oggi
si
fa
meno
,
in
quel
settore
,
che
sotto
il
fascismo
.
La
mediocre
leggenda
della
«
Stalingrado
d
'
Italia
»
(
che
,
guardata
da
vicino
,
non
significa
assolutamente
nulla
)
è
di
elaborazione
padronale
,
ed
infatti
si
è
diffusa
attraverso
la
stampa
milanese
.
Gli
operai
,
in
qualche
misura
,
han
commesso
l
'
ingenuità
di
accettarla
.
L
'
azione
repressiva
si
svolge
in
forme
ormai
consuete
,
nelle
fabbriche
italiane
:
c
'
è
il
tempo
di
polizia
(
«
un
reggimento
»
,
dicono
gli
operai
)
organizzato
alla
militare
,
con
una
bella
divisa
di
panno
blu
;
si
convocano
le
mogli
degli
operai
per
premere
sui
mariti
,
si
punisce
e
si
licenzia
per
aver
propagato
«
notizie
false
e
tendenziose
»
,
cioè
per
aver
criticato
l
'
opera
delle
direzioni
.
Si
taralo
firmare
,
specialmente
alle
donne
,
contratti
contenenti
clausole
che
impegnano
a
non
partecipare
a
scioperi
,
o
addirittura
a
non
prendere
marito
.
I
Falk
sono
ormai
specializzati
,
in
questo
tipo
di
attività
.
Per
questo
,
in
quei
giorni
lieti
e
quasi
festosi
di
Sesto
San
Giovanni
,
le
notizie
che
venivano
dai
cancelli
della
Falk
erano
le
più
attese
:
le
percentuali
furono
buone
sin
dal
mattino
,
ma
crebbero
nel
pomeriggio
e
raggiunsero
nell
'
ultimo
turno
punte
mai
viste
.
Allora
han
fatto
festa
,
perché
i
«
falchetti
»
si
eran
comportati
bene
.
Siamo
rientrati
a
Milano
con
il
treno
:
tram
ed
autobus
crumiri
passavano
rari
,
tristi
ed
affollati
,
col
fattorino
scortato
dalla
polizia
.
Davanti
al
finestrino
scorreva
il
duro
paesaggio
di
Sesto
,
le
alte
muraglie
plumbee
,
i
massicci
edifici
degli
stabilimenti
,
la
lunga
strada
di
Monza
che
taglia
in
due
l
'
abitato
.
È
un
luogo
comune
quello
che
fa
di
Sesto
la
periferia
industriale
di
Milano
.
Forse
era
vero
sino
a
qualche
anno
fa
:
Sesto
è
cresciuta
a
casaccio
,
case
e
fabbriche
accavallate
ai
fianchi
di
un
'
unica
via
congestionata
di
traffico
;
la
stazione
ferroviaria
è
rimasta
quella
di
un
tempo
,
un
casotto
giallo
,
come
di
villaggio
campagnolo
.
I
diretti
neppure
si
fermano
,
sferragliano
fischiando
tra
le
banchine
affollate
di
operai
in
attesa
.
Ma
qualcosa
,
e
non
solo
dal
punto
di
vista
urbanistico
,
sta
cambiando
.
Gli
amministratori
del
comune
vogliono
far
di
Sesto
una
cittadina
moderna
,
con
una
sua
precisa
fisionomia
.
Per
questo
hanno
riorganizzato
i
servizi
pubblici
,
le
fognature
e
le
strade
,
han
costruito
i
marciapiedi
(
e
questa
è
stata
una
grossa
novità
per
tutti
)
hanno
aperto
al
pubblico
un
bel
parco
verde
,
ed
hanno
acquistato
la
villa
Zorn
per
farne
un
centro
di
riposo
e
di
svago
.
A
villa
Zorn
è
ospitata
la
biblioteca
di
Sesto
,
che
è
una
grata
eccezione
nel
panorama
generale
delle
biblioteche
italiane
(
istituti
settecenteschi
ancora
,
nella
struttura
e
nel
funzionamento
)
.
La
biblioteca
di
Sesto
,
che
ha
appena
tre
anni
di
vita
,
è
un
centro
di
diffusione
culturale
,
dove
si
tengono
conferenze
,
discussioni
,
mostre
di
arte
,
scuole
di
pittura
,
audizioni
musicali
.
Si
potrebbe
pensare
che
tutto
questo
non
è
poi
di
grande
utilità
,
visto
che
la
capitale
lombarda
è
a
dieci
minuti
di
treno
.
Ma
il
bibliotecario
,
che
è
un
giovane
insegnante
cattolico
,
spiega
che
è
giusto
ed
indispensabile
,
invece
,
questo
legame
culturale
degli
operai
(
e
di
tutti
)
con
la
vita
di
Sesto
,
con
il
lavoro
e
la
produzione
di
Sesto
.
Vogliono
creare
il
centro
civico
,
in
una
grande
nuovissima
piazza
che
farà
centro
intorno
alla
casa
comunale
e
che
si
chiamerà
«
Piazza
della
Resistenza
»
.
Stanno
per
ottenere
dal
Ministero
dell
'
Interno
il
titolo
di
città
,
e
ne
sono
orgogliosi
.
In
altra
situazione
sarebbe
ovvio
pensare
ad
una
forma
provinciale
di
campanilismo
,
ma
Sesto
è
diverso
.
Un
giovane
funzionario
comunista
mi
fa
vedere
la
raccolta
di
un
settimanale
che
un
gruppo
di
operai
fondò
e
diresse
fino
a
qualche
anno
fa
.
È
un
foglio
agile
ed
elegante
,
persino
pretenzioso
,
forse
.
Sesto
Rondò
,
e
cioè
vuol
alludere
sin
dal
titolo
,
ad
un
aspetto
antico
e
tradizionale
della
vita
sestese
.
Questo
non
è
,
ripetiamo
,
campanilismo
o
nostalgia
assurda
,
oltre
tutto
,
in
uomini
giovani
e
seriamente
moderni
come
son
questi
.
La
verità
è
che
Sesto
conquista
in
questo
modo
la
sua
maturità
,
staccandosi
,
anche
nel
costume
,
dal
feudo
del
capitale
milanese
:
ora
che
si
son
fatti
adulti
i
cittadini
di
Sesto
vogliono
essere
tali
.
Non
sono
più
di
periferia
di
Milano
.