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I CALABRESI A COURMAYEUR ( Bianciardi Luciano , 195 )
StampaPeriodica ,
COURMAYEUR , giugno - È la festa dell ' Ascensione , ma non si direbbe , con queste basse nubi che nascondono persino l ' incombente vetta del Chetif ( non si parla poi del Monte Bianco ) e con la pioggerella fine e ghiaccia che abbassa la colonna di mercurio poco sopra lo zero . Poco meno che inverno , specie per chi è venuto quassù senza cappotto : a quest ' ora i fiorentini vanno per grilli mori alle Cascine . Non si direbbe che è finito maggio , non si direbbe , nel paesino deserto , che è festa , se non fosse per la sparuta banda che passa sotto le finestre dell ' albergo , di buon ' ora . Una dozzina di ottoni , in tutto , e non è gran musica : hanno in testa un berrettino azzurro con la visiera , per il resto son vestiti come tutti i giorni e trascinano i piedi , a tempo , su per il pendio che porta alla chiesa . A guardarli non c ' è nessuno , tranne un gruppetto di giovanotti : piccoli , scuri , le mani nelle tasche dei calzoni , una giacchetta striminzita addosso . Uno ha sui gomiti e sul sedere vistose toppe di diverso colore . Stanno a parlare fra di loro a bassa voce : quello che tiene banco a un tratto tira fuori la borsetta del trinciato , si mette in bocca , per un pizzo , la cartina , si bagna la punta dell ' indice e del pollice , e con un gesto rapido e minuto arrotola una sigaretta . Se non basta vederli , così piccoli , bruni , con la fronte bassa e gli occhi vivaci , le guance mai rasate , a sentirli parlare puoi convincerti che son gente del Sud : calabresi per la precisione . Altri se ne vedono lungo la strada che va alla chiesa , sempre raccolti in gruppo , a volte seduti sui muretti che guardano lo strapiombo della Dora , che laggiù è un vorticoso torrente sassoso . Courmayeur , insomma , alla fine di maggio , il giorno della Ascensione , è un paese di gente del Sud , di calabresi . L ' emigrazione calabrese è un fatto abbastanza normale , in Val d ' Aosta . Ogni anno un centinaio di questi uomini piccoli e scuri lascia la campagna povera di Catanzaro e di Cosenza e viene quassù a far fortuna . Le linee della emigrazione interna , da sud a nord , una emigrazione disperata ( gente che parte senza sapere se e dove troverà lavoro , chiamandosi sudi anno in anno , fratello , cugino , compare , paesano ) si sono delineate con una certa precisione . I pugliesi vanno in Lombardia , a Milano , a riempire baracche , sottoscala , scantinati , in attesa di un lavoro qualsiasi e di un alloggio migliore . I napoletani li troverete a Bolzano e in tutto l ' Alto Adige ; ora ecco i calabresi in Val d ' Aosta . Pare che il Nord sia diventato sul serio il polo magnetico della gente povera , che punta sempre più su , sempre più vicino ai confini . E Courmayeur è a pochi chilometri dalla frontiera francese e da quella svizzera . Quest ' anno il fenomeno è stato più intenso di sempre . Un giovanotto calabrese , si chiama Rocco Cilurzo ed è di Paola , presso Cosenza , ci spiega come sono andate le cose . Dopo la guerra ha lavorato sempre poco ; con cinque fratelli grandi non arrivavano a mettere insieme di che vivere , loro ed i genitori vecchi . Un tempo c ' era l ' emigrazione , l ' America ( suo nonno , per esempio , aveva trovato na ' giobba a Broccolino ) ma oggi gli Stati Uniti hanno « contingentato » gli immigranti . Il Refugee Relief Act fissa la quota a sessantamila , per tre anni . Una cifra assai bassa . Non solo : più della metà dei posti sono riservati a profughi della Venezia Giulia , e per gli altri occorre la richiesta e la garanzia di un parente già stabilito negli Stati e già cittadino americano , non c ' è niente da fare , non si passa l ' Oceano : se si emigra , si emigra a nord , in Lombardia , a Bolzano , in Val d ' Aosta . A Cilurzo , che passava giornate inerti al paese , senza saper che fare , un bel giorno dissero che su , verso i confini , preparavano un lavoro colossale . Lo aveva detto la radio , lo avevano persino fatto vedere con la televisione . Dovevano traforare un grosso monte , il Monte Bianco . Così , lui ed altri amici , e tanti altri , non solo di Paola , ma di tutta la provincia , e di più lontano , specialmente di Catanzaro , erano partiti . Ora son qui , a Courmayeur e ad Entreves , che è più avanti , proprio sotto il Monte Bianco , ma il traforo non si fa , almeno per ora . Così han cercato altro : qualcuno , come appunto Cilurzo , fa il manovale in una impresa edile , altri son dai contadini , a giornata . Dormono dove capita , in un fienile , in una stalla , in un garage , e pochi se la sentono di riprendere la lunga strada del paese , dove li attenderebbe la solita miseria , ed in più lo scorno dei paesani , a vederli tornare con le pive nel sacco . Aspettano che cominci il traforo , si arrangiano per strappare la giornata , fanno la farne peggio che a casa loro , la gente del posto li sta a guardare . La valle della Dora Baltea , stretta e profonda , lunga una settantina di chilometri , costituisce , anche economicamente , la spina dorsale della regione aostana . I paesi sono disposti lungo la vallata , da Pont San Martin , dove nella Dora affluisce il Lys , fino ad Entreves . Aosta e Saint Vincent ne sono i centri maggiori . Se le zone montagnose sono evidentemente incolte , le parti più basse , ricchissime di acque e ben esposte al sole , sono assai fertili e molto ben coltivate : patate soprattutto , poi segale , mais e uva e frutta , soprattutto mele . I prati verdi e foltissimi sono un pascolo ideale per queste vaccherelle pezzate , piccole , mansuete : perciò latte , burro e formaggio . Quasi tutti i contadini sono piccoli proprietari , ciascuno con pochi fazzoletti di terra , magari dispersi , uno a levante ed uno a ponente , distanti ore di strada . Non è gran proprietà , ma nemmeno può dirsi che ci sia miseria . Non solo , ma da qualche anno si è andato incrementando il turismo . Courmayeur ed Entreves sono nomi noti a tutti ; a Saint Vincent c ' è una casa di gioco , un premio cinematografico e giornalistico ; la regione , autonoma , offre certi privilegi ai suoi cittadini , ed ai turisti che vi soggiornino abbastanza a lungo . Il turismo sta diventando la principale risorsa dell ' economia valdostana . Accade che i contadini vendano la loro poca terra e con il ricavato riattino la casetta per darla in affitto durante l ' estate . I cartelli che offrono un appartamento per la « stagione alta » sono frequentissimi a Courmayeur e ad Entreves . Quattrocentosessanta appartamenti a Courmayeur soltanto : un paese di poco più di mille abitanti , durante i mesi di luglio e di agosto raggiunge le sei o settemila « presenze » giornaliere , i villeggianti vengono dal Piemonte , dall ' Emilia , ma soprattutto dalla Lombardia , da Milano . Il milanese , come ci spiega il giovane presidente della Azienda di Soggiorno , è il turista ideale perché è facile a contentarsi , entusiasta di monti , laghi , ghiacciai , perciò disposto a spendere con larghezza . Per non dire poi di Saint Vincente della casa di gioco , che vede arrivare ogni sera decine di milanesi che si riposano dalla dura giornata degli affari - le tratte , le scadenze , le fatture - perdendo qualche biglietto da diecimila al tavolo verde . Ai cittadini della regione è vietato l ' accesso al gioco : i soldi devono venir da fuori , dicono , ma probabilmente c ' è anche un motivo di puritanesimo in questo divieto , il peccato è un affare , ma resta peccato , perciò lasciate che lo compiano gli altri . Incrementandosi il turismo , aumenta anche la costruzione di nuove case , il riattamento delle vecchie , l ' apertura di nuovi alberghi . C ' è un certo bisogno di mano d ' opera , e ne approfittano i contadini calabresi , per salire su a frotte : a Courmayeur ne arrivano un centinaio ogni anno . Ora poi che si parlava del traforo ... Per la Francia e per la Svizzera non esistono trafori automobilistici ; soltanto valichi che nella stagione invernale sono chiusi al transito dalle nevi . Traforando il Monte Bianco si creerebbe una via rapida di comunicazione tra Genova e la pianura padana e il continente europeo . La galleria dovrebbe cominciare poco sotto Entreves e terminare presso Chamonix : sarebbero dodici chilometri di lunghezza , otto metri di larghezza , quanto basta cioè per due piste automobilistiche ; un lavoro di anni e di miliardi , di cui per ora esiste soltanto un abbozzo di progetto ( non sono stati completati nemmeno i rilevamenti geometrici ) . Non ci sono nemmeno i capitali occorrenti . Il maggior fautore del progetto , che è un nobile biellese , arricchitosi con le funivie del Cervino e del Monte Bianco ( si chiama conte Lora Totino ) è disposto a tirar fuori , di suo , duecentocinquanta milioni : una goccia , insomma , rispetto al fiume di milioni che effettivamente occorrerebbero . Il traforo vien visto , da chi lo vuole , in funzione turistica : abbreviando la strada fra il continente e la pianura padana e Genova , si creerebbe una via di traffico nuova , foriera di turisti e di quattrini . E i calabresi ? Abbiamo parlato a lungo con un giovane di Courmayeur , il signore Orazio Bron ( di origine svizzero - tedesca , ci spiega ) , un giovane intelligente appassionato della sua valle , spregiudicato , non certo sospettabile di arretratezza mentale . « Qua da noi » , ci ha detto parlandoci degli immigrati calabresi , « li chiamano sudafricani » , e ci indica il solito gruppetto che se ne sta in disparte a chiacchierare . « In Valle d ' Aosta non c ' è mai stata vera miseria . Lei non vedrà in giro un solo accattone . Abbiamo una economia limitata , se vuole , ma solida , Il turismo ci apre prospettive nuove e larghissime . Abbiamo un ' autonomia regionale . Paghiamo poco più di settanta lire un litro di benzina . Lo zucchero , il cacao e il caffè ci costano la metà che da voi . Gli alcolici , sia quelli di produzione legale che i cognac francesi , ci costano pochissimo . Noi abbiamo il diritto e il dovere di difendere questa nostra condizione , purché sappiamo fare ... Seguire l ' esempio svizzero , insomma . In Svizzera , ottenere non dico la cittadinanza , ma la residenza , è molto difficile . Non basta nemmeno sposare un cittadino , o una cittadina , della confederazione . Occorre avere un lavoro ben preciso , abitarvi da almeno quattro anni , essere proprietari di immobili . Lo stesso dovremmo fare noi : limitare l ' immigrazione , setacciare le domande di residenza . Il forestiero sia benvenuto , ma quando arriva tra noi come turista . Io capisco quel che lei mi obbietta , capisco che questi calabresi al paese loro fanno la fame , ma perché dobbiamo rimetterci noi ? » E una conferma a questo atteggiamento la troviamo leggendo la stampa locale in lingua francese . L ' articolo attacca l ' assessore regionale alla pubblica istruzione , professor Berthiet , il quale aveva dichiarato essere le infiltrazioni straniere una necessità storica ed economica . « Come ? » , sostiene l ' articolo , « Proprio un intellettuale afferma queste eresie ? » « La semilibération administrative et économique ne sera qu ' un feu de paille si les élites ne s ' attaquent pas à la libération intellectuelle par un retour aux traditions linguistiques ancestrales . » E dopo aver riprovato l ' « Invasion méridionale » ( così vien definito l ' annuale afflusso dei calabresi ) l ' articolo se la prende con una maestra « indegna » la quale « parlait le français , mais mal et avec le plus bel accent italien et manifestait des sentiments romains » . Eppure , a nostro avviso , ha ragione il professor Berthiet : l ' invasione meridionale è davvero una « necessità storica ed economica » : in parole povere , e finché le cose andranno come vanno , non c ' è da far nulla per fermare il flusso dei poveri e dei disoccupati verso la Valle d ' Aosta . Verranno ogni anno , perché hanno fame , perché sono vivi , a cercare lavoro , ad aspettare . Ad aspettare anche il traforo del Monte Bianco , questa impresa colossale di cui , se si farà , parleranno i giornali di tutto il mondo in tono di epopea . E il progresso e la ricchezza della valle saranno stati opera anche di questi piccoli uomini scuri , di cui forse nessuno ricorderà il nome .