StampaPeriodica ,
COURMAYEUR
,
giugno
-
È
la
festa
dell
'
Ascensione
,
ma
non
si
direbbe
,
con
queste
basse
nubi
che
nascondono
persino
l
'
incombente
vetta
del
Chetif
(
non
si
parla
poi
del
Monte
Bianco
)
e
con
la
pioggerella
fine
e
ghiaccia
che
abbassa
la
colonna
di
mercurio
poco
sopra
lo
zero
.
Poco
meno
che
inverno
,
specie
per
chi
è
venuto
quassù
senza
cappotto
:
a
quest
'
ora
i
fiorentini
vanno
per
grilli
mori
alle
Cascine
.
Non
si
direbbe
che
è
finito
maggio
,
non
si
direbbe
,
nel
paesino
deserto
,
che
è
festa
,
se
non
fosse
per
la
sparuta
banda
che
passa
sotto
le
finestre
dell
'
albergo
,
di
buon
'
ora
.
Una
dozzina
di
ottoni
,
in
tutto
,
e
non
è
gran
musica
:
hanno
in
testa
un
berrettino
azzurro
con
la
visiera
,
per
il
resto
son
vestiti
come
tutti
i
giorni
e
trascinano
i
piedi
,
a
tempo
,
su
per
il
pendio
che
porta
alla
chiesa
.
A
guardarli
non
c
'
è
nessuno
,
tranne
un
gruppetto
di
giovanotti
:
piccoli
,
scuri
,
le
mani
nelle
tasche
dei
calzoni
,
una
giacchetta
striminzita
addosso
.
Uno
ha
sui
gomiti
e
sul
sedere
vistose
toppe
di
diverso
colore
.
Stanno
a
parlare
fra
di
loro
a
bassa
voce
:
quello
che
tiene
banco
a
un
tratto
tira
fuori
la
borsetta
del
trinciato
,
si
mette
in
bocca
,
per
un
pizzo
,
la
cartina
,
si
bagna
la
punta
dell
'
indice
e
del
pollice
,
e
con
un
gesto
rapido
e
minuto
arrotola
una
sigaretta
.
Se
non
basta
vederli
,
così
piccoli
,
bruni
,
con
la
fronte
bassa
e
gli
occhi
vivaci
,
le
guance
mai
rasate
,
a
sentirli
parlare
puoi
convincerti
che
son
gente
del
Sud
:
calabresi
per
la
precisione
.
Altri
se
ne
vedono
lungo
la
strada
che
va
alla
chiesa
,
sempre
raccolti
in
gruppo
,
a
volte
seduti
sui
muretti
che
guardano
lo
strapiombo
della
Dora
,
che
laggiù
è
un
vorticoso
torrente
sassoso
.
Courmayeur
,
insomma
,
alla
fine
di
maggio
,
il
giorno
della
Ascensione
,
è
un
paese
di
gente
del
Sud
,
di
calabresi
.
L
'
emigrazione
calabrese
è
un
fatto
abbastanza
normale
,
in
Val
d
'
Aosta
.
Ogni
anno
un
centinaio
di
questi
uomini
piccoli
e
scuri
lascia
la
campagna
povera
di
Catanzaro
e
di
Cosenza
e
viene
quassù
a
far
fortuna
.
Le
linee
della
emigrazione
interna
,
da
sud
a
nord
,
una
emigrazione
disperata
(
gente
che
parte
senza
sapere
se
e
dove
troverà
lavoro
,
chiamandosi
sudi
anno
in
anno
,
fratello
,
cugino
,
compare
,
paesano
)
si
sono
delineate
con
una
certa
precisione
.
I
pugliesi
vanno
in
Lombardia
,
a
Milano
,
a
riempire
baracche
,
sottoscala
,
scantinati
,
in
attesa
di
un
lavoro
qualsiasi
e
di
un
alloggio
migliore
.
I
napoletani
li
troverete
a
Bolzano
e
in
tutto
l
'
Alto
Adige
;
ora
ecco
i
calabresi
in
Val
d
'
Aosta
.
Pare
che
il
Nord
sia
diventato
sul
serio
il
polo
magnetico
della
gente
povera
,
che
punta
sempre
più
su
,
sempre
più
vicino
ai
confini
.
E
Courmayeur
è
a
pochi
chilometri
dalla
frontiera
francese
e
da
quella
svizzera
.
Quest
'
anno
il
fenomeno
è
stato
più
intenso
di
sempre
.
Un
giovanotto
calabrese
,
si
chiama
Rocco
Cilurzo
ed
è
di
Paola
,
presso
Cosenza
,
ci
spiega
come
sono
andate
le
cose
.
Dopo
la
guerra
ha
lavorato
sempre
poco
;
con
cinque
fratelli
grandi
non
arrivavano
a
mettere
insieme
di
che
vivere
,
loro
ed
i
genitori
vecchi
.
Un
tempo
c
'
era
l
'
emigrazione
,
l
'
America
(
suo
nonno
,
per
esempio
,
aveva
trovato
na
'
giobba
a
Broccolino
)
ma
oggi
gli
Stati
Uniti
hanno
«
contingentato
»
gli
immigranti
.
Il
Refugee
Relief
Act
fissa
la
quota
a
sessantamila
,
per
tre
anni
.
Una
cifra
assai
bassa
.
Non
solo
:
più
della
metà
dei
posti
sono
riservati
a
profughi
della
Venezia
Giulia
,
e
per
gli
altri
occorre
la
richiesta
e
la
garanzia
di
un
parente
già
stabilito
negli
Stati
e
già
cittadino
americano
,
non
c
'
è
niente
da
fare
,
non
si
passa
l
'
Oceano
:
se
si
emigra
,
si
emigra
a
nord
,
in
Lombardia
,
a
Bolzano
,
in
Val
d
'
Aosta
.
A
Cilurzo
,
che
passava
giornate
inerti
al
paese
,
senza
saper
che
fare
,
un
bel
giorno
dissero
che
su
,
verso
i
confini
,
preparavano
un
lavoro
colossale
.
Lo
aveva
detto
la
radio
,
lo
avevano
persino
fatto
vedere
con
la
televisione
.
Dovevano
traforare
un
grosso
monte
,
il
Monte
Bianco
.
Così
,
lui
ed
altri
amici
,
e
tanti
altri
,
non
solo
di
Paola
,
ma
di
tutta
la
provincia
,
e
di
più
lontano
,
specialmente
di
Catanzaro
,
erano
partiti
.
Ora
son
qui
,
a
Courmayeur
e
ad
Entreves
,
che
è
più
avanti
,
proprio
sotto
il
Monte
Bianco
,
ma
il
traforo
non
si
fa
,
almeno
per
ora
.
Così
han
cercato
altro
:
qualcuno
,
come
appunto
Cilurzo
,
fa
il
manovale
in
una
impresa
edile
,
altri
son
dai
contadini
,
a
giornata
.
Dormono
dove
capita
,
in
un
fienile
,
in
una
stalla
,
in
un
garage
,
e
pochi
se
la
sentono
di
riprendere
la
lunga
strada
del
paese
,
dove
li
attenderebbe
la
solita
miseria
,
ed
in
più
lo
scorno
dei
paesani
,
a
vederli
tornare
con
le
pive
nel
sacco
.
Aspettano
che
cominci
il
traforo
,
si
arrangiano
per
strappare
la
giornata
,
fanno
la
farne
peggio
che
a
casa
loro
,
la
gente
del
posto
li
sta
a
guardare
.
La
valle
della
Dora
Baltea
,
stretta
e
profonda
,
lunga
una
settantina
di
chilometri
,
costituisce
,
anche
economicamente
,
la
spina
dorsale
della
regione
aostana
.
I
paesi
sono
disposti
lungo
la
vallata
,
da
Pont
San
Martin
,
dove
nella
Dora
affluisce
il
Lys
,
fino
ad
Entreves
.
Aosta
e
Saint
Vincent
ne
sono
i
centri
maggiori
.
Se
le
zone
montagnose
sono
evidentemente
incolte
,
le
parti
più
basse
,
ricchissime
di
acque
e
ben
esposte
al
sole
,
sono
assai
fertili
e
molto
ben
coltivate
:
patate
soprattutto
,
poi
segale
,
mais
e
uva
e
frutta
,
soprattutto
mele
.
I
prati
verdi
e
foltissimi
sono
un
pascolo
ideale
per
queste
vaccherelle
pezzate
,
piccole
,
mansuete
:
perciò
latte
,
burro
e
formaggio
.
Quasi
tutti
i
contadini
sono
piccoli
proprietari
,
ciascuno
con
pochi
fazzoletti
di
terra
,
magari
dispersi
,
uno
a
levante
ed
uno
a
ponente
,
distanti
ore
di
strada
.
Non
è
gran
proprietà
,
ma
nemmeno
può
dirsi
che
ci
sia
miseria
.
Non
solo
,
ma
da
qualche
anno
si
è
andato
incrementando
il
turismo
.
Courmayeur
ed
Entreves
sono
nomi
noti
a
tutti
;
a
Saint
Vincent
c
'
è
una
casa
di
gioco
,
un
premio
cinematografico
e
giornalistico
;
la
regione
,
autonoma
,
offre
certi
privilegi
ai
suoi
cittadini
,
ed
ai
turisti
che
vi
soggiornino
abbastanza
a
lungo
.
Il
turismo
sta
diventando
la
principale
risorsa
dell
'
economia
valdostana
.
Accade
che
i
contadini
vendano
la
loro
poca
terra
e
con
il
ricavato
riattino
la
casetta
per
darla
in
affitto
durante
l
'
estate
.
I
cartelli
che
offrono
un
appartamento
per
la
«
stagione
alta
»
sono
frequentissimi
a
Courmayeur
e
ad
Entreves
.
Quattrocentosessanta
appartamenti
a
Courmayeur
soltanto
:
un
paese
di
poco
più
di
mille
abitanti
,
durante
i
mesi
di
luglio
e
di
agosto
raggiunge
le
sei
o
settemila
«
presenze
»
giornaliere
,
i
villeggianti
vengono
dal
Piemonte
,
dall
'
Emilia
,
ma
soprattutto
dalla
Lombardia
,
da
Milano
.
Il
milanese
,
come
ci
spiega
il
giovane
presidente
della
Azienda
di
Soggiorno
,
è
il
turista
ideale
perché
è
facile
a
contentarsi
,
entusiasta
di
monti
,
laghi
,
ghiacciai
,
perciò
disposto
a
spendere
con
larghezza
.
Per
non
dire
poi
di
Saint
Vincente
della
casa
di
gioco
,
che
vede
arrivare
ogni
sera
decine
di
milanesi
che
si
riposano
dalla
dura
giornata
degli
affari
-
le
tratte
,
le
scadenze
,
le
fatture
-
perdendo
qualche
biglietto
da
diecimila
al
tavolo
verde
.
Ai
cittadini
della
regione
è
vietato
l
'
accesso
al
gioco
:
i
soldi
devono
venir
da
fuori
,
dicono
,
ma
probabilmente
c
'
è
anche
un
motivo
di
puritanesimo
in
questo
divieto
,
il
peccato
è
un
affare
,
ma
resta
peccato
,
perciò
lasciate
che
lo
compiano
gli
altri
.
Incrementandosi
il
turismo
,
aumenta
anche
la
costruzione
di
nuove
case
,
il
riattamento
delle
vecchie
,
l
'
apertura
di
nuovi
alberghi
.
C
'
è
un
certo
bisogno
di
mano
d
'
opera
,
e
ne
approfittano
i
contadini
calabresi
,
per
salire
su
a
frotte
:
a
Courmayeur
ne
arrivano
un
centinaio
ogni
anno
.
Ora
poi
che
si
parlava
del
traforo
...
Per
la
Francia
e
per
la
Svizzera
non
esistono
trafori
automobilistici
;
soltanto
valichi
che
nella
stagione
invernale
sono
chiusi
al
transito
dalle
nevi
.
Traforando
il
Monte
Bianco
si
creerebbe
una
via
rapida
di
comunicazione
tra
Genova
e
la
pianura
padana
e
il
continente
europeo
.
La
galleria
dovrebbe
cominciare
poco
sotto
Entreves
e
terminare
presso
Chamonix
:
sarebbero
dodici
chilometri
di
lunghezza
,
otto
metri
di
larghezza
,
quanto
basta
cioè
per
due
piste
automobilistiche
;
un
lavoro
di
anni
e
di
miliardi
,
di
cui
per
ora
esiste
soltanto
un
abbozzo
di
progetto
(
non
sono
stati
completati
nemmeno
i
rilevamenti
geometrici
)
.
Non
ci
sono
nemmeno
i
capitali
occorrenti
.
Il
maggior
fautore
del
progetto
,
che
è
un
nobile
biellese
,
arricchitosi
con
le
funivie
del
Cervino
e
del
Monte
Bianco
(
si
chiama
conte
Lora
Totino
)
è
disposto
a
tirar
fuori
,
di
suo
,
duecentocinquanta
milioni
:
una
goccia
,
insomma
,
rispetto
al
fiume
di
milioni
che
effettivamente
occorrerebbero
.
Il
traforo
vien
visto
,
da
chi
lo
vuole
,
in
funzione
turistica
:
abbreviando
la
strada
fra
il
continente
e
la
pianura
padana
e
Genova
,
si
creerebbe
una
via
di
traffico
nuova
,
foriera
di
turisti
e
di
quattrini
.
E
i
calabresi
?
Abbiamo
parlato
a
lungo
con
un
giovane
di
Courmayeur
,
il
signore
Orazio
Bron
(
di
origine
svizzero
-
tedesca
,
ci
spiega
)
,
un
giovane
intelligente
appassionato
della
sua
valle
,
spregiudicato
,
non
certo
sospettabile
di
arretratezza
mentale
.
«
Qua
da
noi
»
,
ci
ha
detto
parlandoci
degli
immigrati
calabresi
,
«
li
chiamano
sudafricani
»
,
e
ci
indica
il
solito
gruppetto
che
se
ne
sta
in
disparte
a
chiacchierare
.
«
In
Valle
d
'
Aosta
non
c
'
è
mai
stata
vera
miseria
.
Lei
non
vedrà
in
giro
un
solo
accattone
.
Abbiamo
una
economia
limitata
,
se
vuole
,
ma
solida
,
Il
turismo
ci
apre
prospettive
nuove
e
larghissime
.
Abbiamo
un
'
autonomia
regionale
.
Paghiamo
poco
più
di
settanta
lire
un
litro
di
benzina
.
Lo
zucchero
,
il
cacao
e
il
caffè
ci
costano
la
metà
che
da
voi
.
Gli
alcolici
,
sia
quelli
di
produzione
legale
che
i
cognac
francesi
,
ci
costano
pochissimo
.
Noi
abbiamo
il
diritto
e
il
dovere
di
difendere
questa
nostra
condizione
,
purché
sappiamo
fare
...
Seguire
l
'
esempio
svizzero
,
insomma
.
In
Svizzera
,
ottenere
non
dico
la
cittadinanza
,
ma
la
residenza
,
è
molto
difficile
.
Non
basta
nemmeno
sposare
un
cittadino
,
o
una
cittadina
,
della
confederazione
.
Occorre
avere
un
lavoro
ben
preciso
,
abitarvi
da
almeno
quattro
anni
,
essere
proprietari
di
immobili
.
Lo
stesso
dovremmo
fare
noi
:
limitare
l
'
immigrazione
,
setacciare
le
domande
di
residenza
.
Il
forestiero
sia
benvenuto
,
ma
quando
arriva
tra
noi
come
turista
.
Io
capisco
quel
che
lei
mi
obbietta
,
capisco
che
questi
calabresi
al
paese
loro
fanno
la
fame
,
ma
perché
dobbiamo
rimetterci
noi
?
»
E
una
conferma
a
questo
atteggiamento
la
troviamo
leggendo
la
stampa
locale
in
lingua
francese
.
L
'
articolo
attacca
l
'
assessore
regionale
alla
pubblica
istruzione
,
professor
Berthiet
,
il
quale
aveva
dichiarato
essere
le
infiltrazioni
straniere
una
necessità
storica
ed
economica
.
«
Come
?
»
,
sostiene
l
'
articolo
,
«
Proprio
un
intellettuale
afferma
queste
eresie
?
»
«
La
semilibération
administrative
et
économique
ne
sera
qu
'
un
feu
de
paille
si
les
élites
ne
s
'
attaquent
pas
à
la
libération
intellectuelle
par
un
retour
aux
traditions
linguistiques
ancestrales
.
»
E
dopo
aver
riprovato
l
'
«
Invasion
méridionale
»
(
così
vien
definito
l
'
annuale
afflusso
dei
calabresi
)
l
'
articolo
se
la
prende
con
una
maestra
«
indegna
»
la
quale
«
parlait
le
français
,
mais
mal
et
avec
le
plus
bel
accent
italien
et
manifestait
des
sentiments
romains
»
.
Eppure
,
a
nostro
avviso
,
ha
ragione
il
professor
Berthiet
:
l
'
invasione
meridionale
è
davvero
una
«
necessità
storica
ed
economica
»
:
in
parole
povere
,
e
finché
le
cose
andranno
come
vanno
,
non
c
'
è
da
far
nulla
per
fermare
il
flusso
dei
poveri
e
dei
disoccupati
verso
la
Valle
d
'
Aosta
.
Verranno
ogni
anno
,
perché
hanno
fame
,
perché
sono
vivi
,
a
cercare
lavoro
,
ad
aspettare
.
Ad
aspettare
anche
il
traforo
del
Monte
Bianco
,
questa
impresa
colossale
di
cui
,
se
si
farà
,
parleranno
i
giornali
di
tutto
il
mondo
in
tono
di
epopea
.
E
il
progresso
e
la
ricchezza
della
valle
saranno
stati
opera
anche
di
questi
piccoli
uomini
scuri
,
di
cui
forse
nessuno
ricorderà
il
nome
.