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GINEVRA E MOSCA CONTRO ROMA ( ZANGRANDI RUGGERO , 1937 )
StampaPeriodica ,
Per i corridoi interminabili , per le gallerie silenziose , nelle sale sconfinate e lussuose come quelle di un casinò internazionale , qualcuno si muove . Assemblee generali , commissioni , sottocommissioni , comitati di esperti , signori distinti e cerimoniosi come in una festa , vanno , vengono , si radunano , discutono , deliberano , votano : lavorano . Alla fine della giornata bollettini ufficiali vengono affissi , ove si ricorda , si afferma , si deplora , si augura , si fa appello , si raccomanda tutto ciò che i governi ed i popoli sanno ormai a memoria . C ' è nell ' aria un senso di religioso e di fatale ; gli stessi bollettini sembrano referti medici . Già : la grande Ammalata , la Pace , agonizza . I delegati , i tecnici , i commissari s ' agitano intorno ad essa nell ’ annoso tentativo di trovare un rimedio , una soluzione , un decotto nuovo . Ma ogni palliativo peggiora la situazione , che s ’ aggrava e precipita . Il mondo , convenuto a Ginevra , discute , temporeggia , rimanda , ma non si mette d ’ accordo . I patti , i trattati , in balia dell ' arbitrio dei governi , non sono più che vane tavole di salvezza , cui è ormai irrisorio attaccarsi nell ' imminenza della tempesta . Si è già cominciato il gioco di " chi li ha violati prima " : per quanto sicuri dei principi infatti ci si vuole scaricare delle responsabilità di fronte all ' eventualità di un conflitto . " Gli enormi armamenti diceva sei anni prima del '14 Asquith non si accumulano per mero ornamento o per svago , bensì per farne uso nel momento dato , forse in uno scoppio casuale di istinti irragionevoli . " Come allora , oggi gli armamenti sono stratosferici , né si può dire abbiano raggiunto un limite : e come allora accadde , forse anche oggi essi non rimarranno " un ornamento o uno svago . " La guerra potrà scoppiare : all ' ultim ' ora la diplomazia e la stampa troveranno buoni argomenti per elettrizzare i popoli : altri Jaurès cadranno per mano assassina nel momento di dire parole di pace e d ' amore ; altri Berchtold e altri trafficatori faranno sì che gli sforzi dei mediatori e dei ragionevoli giungano troppo tardi , che l ' ingranaggio delle mobilitazioni non possa più , per ragioni tecniche , esser fermato , che i generali abbiano il sopravvento sui governatori . E gli dei di tutte le patrie faranno sentire , coi primi rombi del cannone , le loro voci solidali ai fedeli di tutte le patrie . E i popoli torneranno a sbranarsi : il gran mostro nero delle ore tremende picchierà a destra e a manca , gli aggressori e gli aggrediti , i colpevoli e i giusti , gli uomini di tutte le patrie e quelli che , a strage compiuta , resteranno senza Patria . Poi chi avrà perso una gamba e chi un affare , chi un figlio e chi una partita di titoli la vita ricomincerà ; e con essa il gioco delle cancellerie e quello delle borse : i leaders narcotizzeranno i popoli con parole di pace e le azioni delle industrie pesanti saliranno di nuovo . Ma non per molto tempo . Dopo che il libero consesso dei popoli , riunito in seduta plenaria , avrà decretato , nell ' interesse dei medesimi , la necessità della guerra , dopo la guerra , i superstiti si guarderanno in viso , cercando il vincitore . Ma il vincitore non ci sarà . Vincitore di tutto , assoluto , sarà quel qualcuno che probabilmente sarà rimasto estraneo al conflitto , quel qualcuno che , senza bandiere , dietro le quinte avrà assistito e aspettato , dando a questo e a quello un aiuto o una spinta e che , quando tutti saranno esauriti , sfiduciati , esasperati , sarà entrato in scena e avrà intonato il " galop " finale a tempo di internazionale : e quel qualcuno sarà il comunismo . Se Ginevra , attraverso un ' elaborazione di quindici anni , ha preparato i cinque atti della tragedia e ci appressiamo al terzo Mosca da venti anni aspetta il momento di recitare il dramma satiresco che allieterà il pubblico stanco . E anche esso sarà figlio di Ginevra ; sarà il frutto di una sistematica societaria , basata sulla malafede e sull ' intrigo , sul diritto del più forte e sulla supremazia dei popoli ricchi sui poveri , degli abbienti sui non abbienti , dei coloniali sui non coloniali . Anche questo sarà voluto da Ginevra , che sul principio grandioso ed eterno della pace perpetua , fa vivere la propria insufficienza materiale , morale e giuridica . Il Komintern lavora a tutto vapore . Con i suoi agenti segreti entra in tutte le fortezze , dall ' esercito al proletario , dal nobiluccio sifilitico che vuoi affogare la sua prosàpia di dieci generazioni di potentato in un bagno di umanitarismo isterico , al figlio di nessuno che sogna di poter riposare il suo corpo travagliato dai sonni negli angiporti e nelle sentine sociali in un letto di principessa . Lavora e con le sue complesse file di propagandisti e di agitatori si spinge ovunque ci sia una rivolta da fomentare , una situazione politica incerta da sfruttare , un governo fiacco da far capitolare : dalla Cina all ' America del sud , dai vecchi popoli di razza bianca , ai giovanissimi di colore , che , senza tradizioni e senza esperienze , si buttano nelle braccia della nuova dottrina con l ' impulsività e l ' inconsideratezza dei ventenni . Ci sono paesi più vicini all 'U.R.S.S . o più specialmente minati che sanno qualcosa di questa propaganda che irretisce il mondo nelle sue file sottili ed invisibili : la Polonia , la Cecoslovacchia , l ' Uruguay ; la Germania stessa , che attraverso le dichiarazioni ufficiali dei suoi ministri ci dà il segno dell ' incubo sotto il quale si trova . E Mosca non aspetta che la guerra per compiere il suo piano che è esplicito e inequivocabile ... Ma per fortuna loro e nostra , sopratutto , c ' è un altro polo nel mondo che ha il suo peso e la sua funzione vieppiù importante : Roma . E Roma è contro Ginevra e contro Mosca . La dottrina di Roma è lungi dal pacifismo quacquero e mendace dei vescovi anglicani e lungi dallo statalismo internazionalista dei dirigenti bolscevici . Roma è per la giustizia sociale e internazionale : delle classi e dei popoli . Non avendo paura della guerra essa vuole onestamente e virilmente la pace ; e , perché sicura e duratura , la vuole basata sul diritto . Per questo è revisionista ; per questo è con quei popoli che aspirano alla propria indipendenza ; sia essa nazionale , politica , economica o morale ; si chiamino essi egiziani , siriani , ungheresi o spagnuoli . E la pace di Roma non è una pace pregiudiziale ; è la vera pace : quella che non si accetta o si subisce , ma si conquista ... Pace e collaborazione di popoli : questo vuole Roma . E se ci deve essere una guerra , Roma farà la guerra definitiva della giustizia , farà la guerra che porrà fine ai compromessi e al regime dell ' equilibrio ; farà la guerra che ponendo i popoli su un piano di diritto e di equità renderà possibile la loro convivenza pacifica e cordiale . E solo un ' Europa fascista potrà scongiurare il pericolo che la minaccia : il comunismo .