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Teheran , novembre - Non fu facile avere un colloquio con l ' imperatrice Soraya nella sua reggia di Teheran . Da circa due anni nessun giornalista veniva ricevuto al Palazzo di Marmo per essere ammesso alla presenza della sovrana ed erano oltretutto giorni difficili , particolarmente inadatti ad ottenere una udienza speciale . Poche ore avanti Fatemi , l ' ex Primo ministro , era stato fucilato in una caserma della capitale . Numerosi ufficiali arrestati con l ' accusa di tradimento erano sotto processo , si attendeva da un momento all ' altro la notizia della loro condanna . Una atmosfera carica di angoscia e di elettricità gravava su tutta la Persia . Inoltre l ' intero paese era in lutto per la morte di Alì Reza , il fratello dello scià , avvenuta mentre egli pilotava il suo aereo . Bandiere a mezz ' asta pendevano dai palazzi imperiali e dagli edifici pubblici , per strada si incontravano soldati con la striscia di panno nero cucita alla manica sinistra del blusotto . A corte anche i servitori erano vestiti di nero e il lutto era rigidissimo . Ricevimenti , pranzi e colloqui erano stati cancellati dalla lista degli impegni delle Loro Maestà . I giornalisti italiani giunti a Teheran col volo inaugurale della LAI avevano chiesto con molta insistenza di porgere gli omaggi alla regina , ma il loro desiderio era andato deluso . Anch ' io avevo ormai rinunciato ad incontrare Soraya nella sua favolosa dimora quando giunse , inaspettata , la comunicazione da corte : l ' imperatrice avrebbe ricevuto soltanto me , che ero l ' unica donna del gruppo , e mi aspettava entro due ore per offrirmi una tazza di tè . Il gran maestro delle cerimonie , Musin Garagozlu , mi informò con aria compiaciuta , porgendomi i complimenti . Era un signore autorevole e profumato di lavanda francese , dalle maniere galanti . Era un grande onore , mi fece osservare , che l ' imperatrice mi ricevesse , ma esisteva una condizione : che non le parlassi di politica e non le rivolgessi domande indiscrete . Il colloquio si doveva svolgere secondo le regole più rigide dell ' etichetta . Era inoltre preferibile che anche io mi vestissi di nero ed assolutamente necessario che imparassi a fare l ' inchino . Non dovevo assolutamente dimenticare di fare l ' inchino all ' imperatrice se non volevo offenderla gravemente e vedermi volgere le spalle . Due ore dopo tutti i giornalisti di Teheran sapevano che una collega italiana sarebbe stata ammessa alla presenza di Soraya e mi aspettavano dinanzi al portone del Palazzo di Marmo . Apparivano molto sorpresi , quella visita era per loro eccezionale . Mi posero domande , mi dettero consigli , mi dissero che Soraya è una regina severa , che non sorride mai , mi fotografarono mentre entravo nel parco , scortata da una pattuglia armata di soldati piccoli e bruni come siciliani . A metà del viale i soldati mi consegnarono a un ufficiale e anche lui sembrava assai stupefatto , ogni tanto si girava a guardarmi con curiosità e , sempre guardandomi , sulla soglia del palazzo mi consegnò a un servitore che per l ' emozione sbagliò e mi portò nel guardaroba dell ' imperatrice lasciandomi lì . Stavo meditando sui vestiti della regina , le sue calze di nailon , la sua biancheria di raso , gli stivali da cavallerizza , lo scaldapiedi con la fodera di visone , il mucchio della sua corrispondenza ( centinaia di lettere provenienti da ogni parte del mondo ) quando una dama di corte , vestita di nero , irruppe ansimando nella stanza . Era rossa in volto , estremamente confusa , e spiegando in francese che il servitore aveva perso la testa per le troppe raccomandazioni , mi fece tornare indietro . Salimmo lo scalone principale dove le pareti e il soffitto sono completamente incrostate di specchi come nel fantastico Golestan e , passando attraverso numerosi corridoi , venni introdotta nel salone degli ospiti dove le Loro Maestà ricevono i visitatori stranieri . Era un salone sfarzoso , enormi lampadari di cristallo pendevano dal soffitto ricamato ad arabeschi , quadri di celebri pittori persiani erano appesi alle pareti insieme a tappeti antichissimi , tendaggi preziosi coprivano le grandi finestre sul parco . Negli angoli erano poltrone e divani di stoffa verdolina , un poco consunta , un enorme tappeto era steso sul pavimento . Sempre rossa in volto la dama mi fece segno di aspettare e si allontanò chiudendo alle spalle una delle pesantissime porte di legno scolpito . Trascorsero alcuni secondi , poi la medesima porta si aprì e una piccola donna vestita di nero entrò nella stanza accompagnata da un cane lupo e da un cocker spagnolo . Io non feci molta attenzione . Stavo osservando il tappeto splendidamente tessuto , così spesso e soffice che i tacchi ci si affondavano come dentro la rena , e credetti che la signora vestita di nero , i cui lineamenti restavano confusi nella penombra , fosse un ' altra dama di corte mandata a scortarmi o a darmi istruzioni . « Good morning » essa disse avanzando verso di me . « Good morning » risposi io distrattamente . « How do you do ? » Subito dopo rimasi senza fiato : colei che avevo salutato con tanta distratta familiarità era l ' imperatrice di Persia . Era ormai troppo tardi per fare l ' inchino . Soraya mi stava davanti , conscia del mio imbarazzo , e una luce allegra le brillava negli occhi , gli angoli della bocca le tremavano per la voglia di ridere . Ci fissammo un secondo , poi entrambe ci lasciammo andare ad una breve risata liberatrice e Soraya mi porse la mano stringendo con forza la mia : « Don ' t worry , please » ( non preoccupatevi ) , disse mentre pronunciavo qualche parola di scusa e mi parve quasi grata dell ' errore che aveva evitato un incontro formale . Vista di vicino la ventiduenne imperatrice di Persia non ha l ' aspetto autoritario e imponente che le attribuiscono le fotografie . È una ragazza di media statura , quasi fragile , certamente timida . Notai che era più magra di quando , un anno e mezzo fa , il colpo di Stato di Mossadeq la costrinse a fuggire a Roma insieme allo Scià . Il volto sembrava meno florido e tondo , gli zigomi erano quasi tirati , i celebri occhi grigi ancora più grandi . I capelli neri dai riflessi castani erano tagliati cortissimi , le labbra carnose erano senza rossetto , le guance prive di cipria , e questo le dava un ' aria infantile , da adolescente cresciuta un po ' in fretta . L ' abito che indossava era chiuso fino al collo , con le maniche lunghe . « Don ' t worry , please » ripeté sorridendo , con una voce sottile ed acuta , da bambina , e con la mano sottile , dalle unghie appena laccate di smalto trasparente , mi indicò la poltrona . Aspettò che fossi seduta ; poi anche lei si sedette , sul divano di fronte , accanto a un tavolino di avorio su cui era un vaso pieno di rose rosse . Conoscevo quelle rose . Erano partite col nostro aereo da Roma , confezionate dentro una scatola di ghiaccio , e l ' indomani dell ' arrivo , quando il principe Pacelli era stato ricevuto dallo scià che voleva complimentarsi per la nuova linea della LAI che unisce Roma con Teheran , il pacco era stato recapitato a Soraya con questo messaggio : « Alla regina più bella del mondo le rose più belle di Roma » . Soraya le accarezzò lentamente . « Così lei viene da Roma » mormorò sempre parlando in inglese . « Ah , Roma : via Veneto , il Pincio , Villa Borghese ! Nessuna città al mondo è bella come Roma , nessuno è adorabile come la gente di Roma . Come invidio lei che ci vive ! Quando venni con mio marito » ( diceva « mio marito » e non « lo Scià » , come avrebbe preteso l ' etichetta ) « abitavo in un albergo di via Veneto e le nostre finestre guardavano sulla strada . Spesso mi affacciavo , mi divertivo a guardare i marciapiedi affollati di gente , i tavolini fuori dei bar , le edicole dei giornali , e mi sembrava d ' essere al centro del mondo . La notte il brusio dei discorsi saliva fino alle nostre finestre e il rumore delle automobili e delle lambrette ci impediva di dormire ; mio marito si inquietava . Eppure era così bello lo stesso . Cosa fanno ora in via Veneto ? » chiese Soraya sporgendo verso di me il piccolo volto ansioso . Risposi che facevano le medesime cose : si davano appuntamenti , bevevano , chiacchieravano , e le detti una copia dell ' « Europeo » dove c ' erano appunto molte notizie e fotografie di via Veneto . Soraya prese a sfogliarlo con avidità . Si ricordava dell ' « Europeo » , quand ' era a Roma l ' aveva intervistata per questo giornale un signore amabile e severo che poi aveva scritto tante cose gentili . Mi chiese timidamente se potevo lasciarle quel numero . A Teheran i giornali italiani arrivano sempre con tanto ritardo e lei era sempre ansiosa di sapere quel che succede in Europa . Per esempio era ansiosa di sapere qualcosa sulla morte di Fath : non sapevo che era morto Fath ? Io lo ignoravo . Gli ultimi giornali scritti a caratteri latini che avevo letto a Teheran erano di tre giorni avanti , le mie informazioni si fermavano lì . Mi dispiaceva tuttavia confessare a Soraya che non sapevo nulla sulla morte di Fath e finsi di sapere . « Ne sono rimasta tanto addolorata » disse lei con le lacrime agli occhi . « Era così bello , così bravo , così giovane . Quanti anni aveva ? » Buttai giù un numero : quaranta . « Oh , mon Dieu . Non è terribile pensare che Jacques è morto a quarant ' anni ? » esclamò lei . « E di che cosa è morto ? » Sapevo che il sarto parigino era ammalato di leucemia e risposi che era morto per questo . « Oh che strazio ! » esclamò Soraya coprendosi gli occhi . « E lo conosceva ? » Non ho mai visto Fath se non in fotografia ma mi dispiaceva deludere l ' imperatrice . Dissi perciò che lo conoscevo . « E Dior ? Conosce Dior ? » volle ancora sapere Soraya . Mi pressava di domande ; non mi era mai capitato di andare ad intervistare qualcuno e di essere invece intervistata . Risposi , questa volta senza mentire , che conoscevo Dior . « E la linea H le piace ? » chiese allora Soraya . Questa volta mi ribellai , risposi che avrei molto gradito sapere se la linea H piaceva a Sua Maestà . « Oh , no ! » fece lei scandalizzata . « Le pare che possa portare quella roba ? » In realtà la bellissima Soraya si mortificherebbe a portare un abito che nasconde la figura e glielo dissi . Parve lusingata e continuò a lungo a parlare della moda : sembrava impossibile distoglierla dal suo argomento preferito . Soraya adora i vestiti , le pellicce , i gioielli . Dicono che passi molte ore davanti allo specchio , ogni stagione le più celebri sartorie francesi e italiane le mandano i cataloghi con le fotografie delle collezioni e lei sceglie decine di modelli per volta . Possiede centinaia di toilettes , una immensa quantità di profumi , un numero incalcolabile di pellicce ( la sua pelliccia preferita è quella di ermellino che le regalò Stalin per il suo matrimonio ) , gioielli di ogni genere . Quando venne a Roma comprò da un gioielliere di via Condotti collane e braccialetti per 34 milioni , in una sola mattina . Cambiare toilettes è una delle poche cose da fare nella reggia di Teheran , dove l ' imperatrice passa quasi tutta la giornata annoiandosi . Soraya è nata e cresciuta in Europa , è stata educata in collegi svizzeri ed inglesi , la vita oziosa nel fasto di un palazzo orientale non può non opprimerla . Come passa il suo tempo la sovrana più invidiata del mondo ? Soraya fece una piccola smorfia . Disse che leggeva , suonava il pianoforte , studiava canto , si intratteneva con la gente di corte . Qualche volta usciva , andava a cavallo , oppure a nuotare . D ' inverno andava a sciare sulle montagne che circondano Teheran ; ma non era così divertente come sciare in Svizzera . « Non vedo quasi nessuno » disse Soraya con voce triste . « E mio marito ha tanto da lavorare , non riesco quasi mai a restare a lungo con lui . La mattina vengo qui , aspetto che abbia esaurito i suoi impegni e all ' una faccio colazione in sua compagnia . Nel pomeriggio egli torna a lavorare ed io non lo vedo fino all ' ora di cena . Non è molto , vero ? » concluse con un sospiro . E il cinematografo le piaceva ? Vedeva spesso dei film ? Soraya scosse la testa : ogni tanto li proiettavano a corte . Ma a Roma era più divertente : andava proprio nei cinema , anche tre volte la settimana . Ah , Roma ! I film di Roma ! L ' argomento la ravvivò . Soraya adora il cinematografo , le piacciono soprattutto i film drammatici , quelli che raccontano storie d ' amore , detesta i film comici e musicali . I suoi attori preferiti sono Gregory Peck , Barbara Stanwyck ed Errol Flynn . « Conosce Errol Flynn ? » chiese con la solita curiosità . Mi scappò detto che non lo conoscevo : rimase delusa . Lei lo incontrò a Roma , nel 1953 , durante una festa in casa Vassarotti . Era vestito in modo così buffo , coi calzini rossi , ma era ugualmente irresistibile . Conserva ancora nei suoi appartamenti una fotografia in cui è ritratta con lui . « Quella sera conobbi anche Gina Lollobrigida » disse Soraya . « Conosce Gina Lollobrigida ? » Le dissi di sì e volle sapere cosa faceva , se il suo viaggio in America era stato davvero un trionfo , se in Inghilterra aveva avuto davvero tanto successo , se era ancora così « splendidamente bella » . « E Silvana Mangano ? La conosce ? » chiese Soraya , piena di curiosità . L ' aveva vista in Riso amaro , avrebbe dato non so cosa per vederla in persona e parlare con lei . « È così brava ! Come mai non è andata a Londra ? » chiese piena di rammarico . Le dissi che Silvana Mangano aspettava un altro bambino : forse per questo non era andata a Londra . « Aspetta un bambino ? » balbettò l ' imperatrice e improvvisamente il suo volto si oscurò , ci fu un intervallo di silenzio penoso , imbarazzante . Da tre anni la Persia aspetta che Soraya dia un figlio allo Scià : la sua mancata maternità è divenuta un problema di Stato ed un motivo di angoscia per lei e per il marito . Lo scià divorziò dalla prima moglie , Fauzia , perché questa non gli aveva dato figli maschi ; e sposò Soraya per avere un erede che ancora non è venuto : sembra che un comitato di medici abbia dichiarato l ' imperatrice fisiologicamente sterile . La mancanza di eredi al trono è alla base della crisi dinastica che travaglia l ' Iran ; se il figlio non nascesse , lo scià potrebbe anche ripudiare Soraya o essere costretto a rinunciare al trono . Alcuni partiti , nemici di Soraya , invocano da tempo una delle due soluzioni che sono improbabili ma non impossibili . Lo Scià è innamorato della moglie , non ha alcuna intenzione di abdicare : ma potrebbe esservi costretto se la crisi si aggravasse . L ' imperatrice taceva ancora , abbuiata , quando un cameriere entrò portando un vassoio con le tazze di tè . Il fatto la scosse . Tirò un lungo sospiro , ordinò al servitore , con un cenno del capo , di lasciare tutto sul tavolo , e mi porse con grazia la tazza di tè . « Il 3 dicembre parto per l ' America » disse poi , sollevata . « È mai stata in America ? Ah , New York , la Fifth Avenue , le Montagne Rocciose , Hollywood ! È mai stata ad Hollywood ? » Soraya non conosce gli Stati Uniti , da molto tempo supplicava lo scià di portarcela , ed ora parlando del suo viaggio sembrava di nuovo una bambina felice , ignara dei suoi gravi problemi . Avrebbe visitato gli studi , diceva , avrebbe conosciuto Gregory Peck e Barbara Stanwyck . Era così commovente nella sua eccitazione che per qualche minuto non ebbi il coraggio di chiederle se davvero andava in America per divertimento oppure se il viaggio aveva lo scopo che i bene informati alla corte di Teheran gli attribuiscono : cioè di farsi visitare da celebri specialisti in ginecologia per riuscire , attraverso un procedimento artificiale , a dare finalmente allo scià l ' erede che aspetta . Poi mi decisi : si diceva che Sua Maestà si recasse negli Stati Uniti per sottoporsi ad un medicai treatment : era esatto ? Di nuovo il volto di Soraya si oscurò e la sovrana perse il sorriso . Posò lentamente la tazza di tè , abbassò la testa e quando la rialzò aveva una espressione smarrita , da bambina che non sa cosa dire . Poi disse a voce bassa ed incerta , come se si vergognasse a dire una bugia : « No , for pleasure » , per divertimento . E cambiò in fretta il discorso . Raccontò che sarebbe partita in aereo , si sarebbe fermata a Londra e qui , forse , avrebbe preso la nave . In America sarebbe rimasta due mesi soltanto per aver tempo di fermarsi a Roma sulla via del ritorno . « Ho convinto mio marito a tornarci » disse con la vocina sottile ; e gli occhi le brillavano di nuovo gaiamente . Si alzò , mi porse la mano per dimostrarmi che il colloquio era finito ; e a vederla così piccola e fragile mi dimenticai per la seconda volta di farle l ' inchino .