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Torino , aprile - Ogni tre minuti , una piccola automobile utilitaria esce dalle sale di montaggio della FIAT - Mirafiori . La portano , per il collaudo , sul tetto dello stabilimento , dove è la pista di prova . Ridiscende nel cortile , per l ' ultimo controllo . Un ' ora dopo la caricano su un autotreno a due piani che ne trasporta trenta alla volta ; o su uno dei vagoni che attendono alla stazione del Lingotto . Gli autotreni ed i carri merci partono , a brevi intervalli , con il loro carico di macchine nuove , e c ' è sempre qualche operaio che s ' affaccia per fare un gesto festoso di saluto . Nelle strade più vicine allo stabilimento , anche le donne che vanno per la spesa al mercato di via Nizza si voltano soddisfatte a guardare le macchine fresche di vernice che passano , affiancate sui due piani di un autocarro , minuscole e lucenti come giocattoli . Per la gente del Lingotto , il successo della 600 è un fatto di enorme importanza . Un motivo d ' orgoglio . Alla costruzione di quelle piccole utilitarie lavorano , direttamente o indirettamente , almeno due su tre dei cinquantaseimila dipendenti della grande fabbrica d ' automobili . A Torino , si sente dire da molti che la clamorosa vittoria dei sindacati liberi , nelle recenti elezioni delle Commissioni interne della FIAT , è tutto merito della 600 . Non è , certo , un ' affermazione da prendersi alla lettera . C ' è del vero , tuttavia . Le ragioni che hanno fatto perdere tanti voti ai candidati comunisti sono parecchie ; ed alcune hanno avuto , senza dubbio , molto maggior peso . Ma ci si consenta di cominciare di qui . È la pagina più bella di questa storia . Forse , la più confortante . I dirigenti della FIAT dicono che il rendimento delle maestranze è notevolmente aumentato , in ogni reparto , dal giorno in cui è cominciata la costruzione in serie della 600 . La grande maggioranza degli operai mostra di lavorare con entusiasmo e con molto maggiore impegno . E il mutamento è così profondo che non basta a spiegarlo la promessa di premio di produzione la cui entità , per bene che vadano le cose , dovrà essere necessariamente modesta . È rimasto lo « spirito di fabbrica » . Li esalta e li inorgoglisce il successo che ha incontrato , ovunque , la vettura utilitaria . Provatevi a dire , parlando con uno del Lingotto , che la 600 è una trappoletta ! Non è un ' automobile di lusso che nasce dalla loro fabbrica , ma una vetturetta popolare , un mezzo di lavoro e di svago che anche gente di condizioni modeste si potrà concedere , senza eccessivi sacrifici . Anche il piccolo impiegato , l ' operaio specializzato della FIAT : perché no ? Quasi tremila di essi si sono già prenotati . La fabbrica accorderà loro agevolazioni speciali e una più lunga rateizzazione . Andranno allo stabilimento in macchina , come fanno gli operai americani . Insomma , ogni volta che stringono un bullone o spruzzano una « mano » di vernice , è come se lavorassero per la « loro » automobile . Che c ' entra , questo , con lo scacco della FIOM ? Ecco : sembra che i sindacati comunisti pensassero di sabotare la costruzione della 600; della vetturetta che ognuno di essi sogna di possedere , che già considera sua . La votazione per la nomina delle Commissioni interne ebbe inizio alla mezzanotte del lunedì , nei reparti delle Fonderie , dove lavorano tremilacinquecento operai e più di quattrocento impiegati . È continuata , nelle altre fabbriche , per tutta la giornata seguente , senza incidenti di rilievo . Era un fatto grosso ; e le organizzazioni sindacali avevano iniziato da tempo la propaganda elettorale , con grande impegno e con insolita larghezza di mezzi . Le facciate delle case torinesi , in parecchi quartieri periferici , come al Lingotto , in via Nizza , o alla Madonna di Campagna , erano coperte di manifesti . Nelle ultime settimane erano stati tenuti molti comizi ai quali , in genere , aveva assistito un pubblico scarso e distratto . Gli agit - prop lavoravano , da un pezzo , negli stabilimenti ; giravano casa per casa ; e non è necessario ripetere di quali argomentazioni si servissero . È stata una grossa battaglia , insomma , condotta da entrambe le parti , con ostinazione e con irruenza . Ed era lecito prevedere che i sindacati comunisti avrebbero perduto terreno anche questa volta : dall'80 per cento dei voti , raccolto nel '48 , erano scivolati al 66 per cento , nel '53; al 63 per cento , nel 1954 . Quest ' anno , forse , pensavano i più informati , la FIOM , filiazione della Confederazione generale del lavoro , avrebbe ottenuto il 58 o il 60 per cento dei voti . Avrebbe conservato , comunque , la maggioranza assoluta . È stato , invece , il tracollo . Soltanto 18.919 dipendenti della FIAT hanno votato per i candidati estremisti ; mentre le liste dei sindacati liberi , cioè della CISL e della UIL , hanno ottenuto complessivamente poco meno di cinquantaduemila voti . Il successo della 600 ed il rinato « spirito di fabbrica » , come si è detto più sopra , hanno senza dubbio contribuito alla vittoria dei sindacalisti democratici nelle elezioni della FIAT ; ma , certo , non è lecito pensare che siano state le sole cause dell ' imprevisto capovolgimento . E nemmeno le più importanti . Fino a non molto tempo fa i caporioni comunisti avevan potuto tenere in soggezione i compagni di lavoro con la violenza . C ' era una squadraccia , in ogni reparto ; e chi non accettava supinamente quell ' umiliante servitù doveva aspettarsi ogni sorta di angherie . Chi osava ribellarsi in maniera più aperta ; i crumiri ; quelli sui quali cadeva il sospetto di « fare il gioco dei padroni » venivano bastonati al primo pretesto . E molti avevano preso la tessera del partito o della FIOM , per paura . I nomi dei pochi iscritti alla CISL ed alla UIL erano scritti a grossi caratteri su cartelli esposti nelle officine ; e sotto all ' elenco c ' erano frasi di scherno e di minaccia . Ma la disciplina e il rispetto della libertà , a poco a poco , erano stati di nuovo imposti dagli agenti ai quali è affidata la sorveglianza delle fabbriche , all ' interno ; e dalle squadre di poliziotti che , nelle giornate di torbidi , presidiano i piazzali esterni e le vie di accesso . Accadeva sempre più di rado che si malmenasse un crumiro , che si sbarrasse la strada ad un propagandista della CISL o della UIL . Qualcuno , sentendosi protetto , si era rifiutato di rinnovare una tessera che aveva chiesto senza convinzione , a scanso di guai ; e si era visto che , nella maggioranza dei casi , anche i più accesi attivisti avevano dovuto rinunciare a mettere in atto le minacce di rappresaglia . Le squadracce facevano sempre meno paura . Al termine di una settimana di disordini , molti che fino allora si erano supinamente assoggettati alla dittatura del capocellula cominciavano ad accorgersi che non era più tanto facile trovare una risposta valida alle lamentele della moglie da quando , due anni fa , la FIAT aveva deciso di corrispondere un premio di duemila lire a chi si fosse recato al lavoro , nelle giornate di sciopero . Le donne , in nove casi su dieci , non intendevano ragioni . Anche le « progressiste » mostravano di preferire una busta paga un po ' più gonfia del consueto alle poche centinaia di lire del sussidio . Poi , la lotta contro i sobillatori comunisti è entrata in una fase più dura . Per arrivare a disfarsi dei più scalmanati la FIAT non ha dovuto ricorrere , in maniera palese , a pericolose discriminazioni . Il che non significa che abbia sempre agito con mano leggera . Ma era nel suo diritto , dopo tutto . In parecchi reparti della Grandi Motori , qualche mese fa , sono stati dimezzati í turni di lavoro . Le commesse non bastavano , per mantenere l ' intero stabilimento in piena attività . Un periodo di temporanea disoccupazione al quale , si diceva , dovevano assoggettarsi senza distinzione sia gli operai devoti che i riottosi . Ed , entro il termine previsto , erano state concluse , infatti , trattative per importanti forniture . Ma soltanto una parte delle maestranze era stata richiamata ; nessuna delle pecore nere era tornata a varcare i cancelli della fabbrica : per esse era sempre tempo di crisi . Ed era chiaro che sarebbe durato in eterno . È su questo episodio che poggiano le accuse di intimidazione mosse dai giornali comunisti all ' indomani della sconfitta . In realtà , tra le maestranze della FIAT era nata una nuova paura . Si diceva che , con quello stesso sistema , sarebbe stata attuata una vasta epurazione in tutti gli stabilimenti del grande complesso industriale . Non era certo lecito credere che si potessero licenziare tutti i sessantatremila dipendenti che , nel '54 , avevano dato la loro adesione alla FIOM ; ma lo spettro della disoccupazione faceva tremare molti ; e più degli altri , forse , proprio i meno compromessi , i più deboli , quelli che non avevano mai avuto una convinzione politica . Una massa , cioè , di molte migliaia . Le organizzazioni comuniste che avevano ottenuto , d ' altra parte , con gli scioperi e le violenze ? Durante il 1954 , nulla . Non una delle rivendicazioni da esse propugnate era stata accolta . La FIAT , invece , aveva fatto molte concessioni alla CISL ed alla UIL . Per l ' intervento dei sindacati liberi aveva stipulato accordi sui « fuori orario » e sui tempi di lavorazione più favorevoli alle maestranze ; aveva concesso un premio straordinario di 18.500 lire ; aveva promesso di costruire duemilacinquecento appartamenti operai , con una spesa di otto miliardi . Aveva stanziato in bilancio sette miliardi per le opere assistenziali , invece dei tre che avrebbe dovuto versare per legge . A provocare il crollo della FIOM è stata la paura dell ' epurazione ? Sono stati quei miliardi ? Questo , forse , non sarebbe bastato ad aprire una così larga breccia . Gli operai torinesi non potevano seguitare a fare i gradassi senza capire che , a lungo andare , ne sarebbero stati essi stessi le vittime . Si sono stancati . Hanno compreso che la fortuna della loro fabbrica è anche la loro fortuna . Molte migliaia di essi sono passate risolutamente dall ' altra parte : vogliono lavorare in pace . Anche perché con le agitazioni politiche , con gli scioperi , con le poche centinaia di lire del sussidio non si arriva , certo , a pagare le rate della 600 .