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Perché l ' unità si avvicini , perché l ' unità si faccia , bisogna che essa appaia e sia il risultato di un ' opera attiva , insistente , di tutte le parti . Altrimenti coloro che meno avranno contribuito saranno inevitabilmente dominati dalla preoccupazione di essere assorbiti , di scomparire in un organismo non proprio ; e quanto più l ' unificazione entrerà nel rango delle possibilità concrete , faranno macchina indietro . Sbagliamo , o tocchiamo qui quello che al momento attuale è nel campo italiano uno dei principali ostacoli alla unificazione ? Una certa pigrizia mentale , un certo passivismo e conservatorismo ideologico ; un onesto timore , anche , che , le basi teoriche per l ' unificazione non essendo ancora sufficientemente elaborate , si corra all ' avventura . Questi stati d ' animo e questo timore , che sarebbe un errore voler condannare in blocco , sono essenzialmente il riflesso del fatto emigratorio . L ' emigrazione porta a sopravvalutare le questioni dottrinali , favorendo la visione stereotipa di uomini , cose , partiti e situazioni . Anziché facilitare la liquidazione delle querele e il riassorbimento delle scissioni , le eternizza . I partiti , come gli uomini , sono esseri abitudinari . Dove manca lo stimolo trasformatore della vita politica vera , l ' abitudine più pesante prevale . L ' unificazione , o anche uno stretto rapporto di unità di azione , disturba , pone un sacco di problemi , scomoda consuetudini di lavoro e di collaborazione inveterate , costringe a molto ripensare e rivedere . A che pro , ci si domanda , quando l ' orizzonte è ancora chiuso ? Tiriamo avanti come siamo , cinque partiti e gruppi , con le rispettive direzioni , sedi , programmi , giornali . Tiriamo avanti finché si può . Bisogna pur dire che queste resistenze sono dovute anche al modo meccanico e grossolano con cui spesso si concepisce l ' unificazione proletaria . Anziché come il prodotto di una nuova sintesi , come la fondazione di un nuovo partito proletario che utilizza e fonde tutte le energie , ci viene presentata come una poco attraente somma numerica di partiti e di tessere tradizionali , da operarsi sotto il segno di un reciproco compromesso e di una reciproca constatata debolezza . Il partito comunista cede un poco di terreno ; il partito socialista avanza un poco ; e l ' errore del 1921 è riparato . Troppo semplice e troppo difficile a un tempo . Troppo semplice , perché la scissione , anche se superata in molte delle sue cause , non avvenne per un equivoco o per motivi superficiali . Troppo difficile , perché la lunga separazione ha accentuato le autonomie , gli orgogli e , in una certa misura , anche le distanze . Senza contare che altre forze e formazioni , anche se per ora modeste , si sono nel frattempo affacciate . Contano poco ancora come tessere , ma contano abbastanza come fermento critico , come idee , e anche come impulso e capacità di azione . Perché la causa dell ' unità proletaria faccia un serio passo innanzi , bisogna riproporsi con spirito aperto e con ferma volontà di azione l ' intero problema della rivoluzione proletaria in Italia . Pensare meno al 1921 , e più al 1937 . Dimenticare la vecchia Italia giolittiana e avere l ' occhio rivolto all ' Italia mussoliniana . E vedere questa rivoluzione non in teoria , ma in pratica , in movimento , in sviluppo . La lotta condotta gomito a gomito è una grande risolvitrice di dibattiti teorici ! Prendiamo , ad esempio , un problema , certo importante , come quello della struttura del partito , che avremo del resto occasione di esaminare in altro articolo . Le differenze di concezione sono grandi . Però tutti sappiamo che il partito che lotta contro uno Stato fascista totalitario non può assolutamente concepirsi come il partito che lottava contro la monarchia costituzionale . Se anziché eternare la disputa tra centralismo autoritario e democrazia interna esaminassimo come concretamente può e deve operare il partito rivoluzionario in Italia , non diciamo che saremmo d ' accordo ma certo molto terreno comune si potrebbe scoprire . Quel che vale per la struttura del partito , vale per molte altre questioni di metodo , di tattica . È d ' altronde la stessa concezione della rivoluzione proletaria che si è venuta modificando sensibilmente in questi anni . Il nostro ideale si è ad un tempo allargato e concretizzato . La rivoluzione proletaria , sotto la spinta dell ' oppressione totalitaria , la sentiamo non solo come fatto di classe , come emancipazione economica , ma come liberazione della società tutta quanta , come umanesimo integrale . Siamo oggi tutti infinitamente più sensibili di quel che non fossimo venti anni or sono ai problemi di libertà , di democrazia e anche di moralità e di cultura . La stessa interpretazione del marxismo , un tempo meccanica e materialistica , si è fatta dialettica e umanistica . Tutti , ripetiamo . Le preoccupazioni di cultura del partito comunista lo dimostrano . Ma si è anche straordinariamente concretizzato il nostro ideale . Venti anni fa si parlava dell ' economia socialista in forma generica . Era utopia volerne studiare i contorni e i problemi . Oggi , con la gigantesca esperienza russa senza parlare di quella spagnuola in corso disponiamo di un materiale positivo immenso . Sappiamo tutti che cosa significhi rivoluzione socialista , organizzazione socialista della produzione . La certezza di poter costruire e l ' esempio altrui , mentre ci danno la forza di osare , ci forniscono il senso della misura . Si possono ormai evitare alcuni errori e resistenze massicce ; come si possono saltare alcuni tempi . Ecco il terreno grandioso e fertile sul quale può e deve farsi la nuova unità proletaria ; il terreno su cui può sorgere il nuovo partito unico del proletariato italiano . Come diventano povere e senza costrutto le vecchie querele e anche le vecchie ostinazioni di partito ! Ci attardiamo sul passato ormai chiuso , quando il presente e l ' avvenire si aprono dinanzi a noi . Animo , partiti proletari e proletari dell ' emigrazione ! Senza leggerezze improvvisatrici , ma anche senza timori e conservatorismi eccessivi , affrontate , affrontiamo insieme nei suoi veri termini la questione della unificazione politica del proletariato italiano . « Giustizia e Libertà » è un movimento che ha ormai un netto carattere proletario . Non solo perché il proletariato si dimostra dovunque come l ' unica classe capace di operare quel sovvertimento di istituzioni e di valori che si propone ; non solo perché nel seno del movimento gli elementi proletari hanno sempre maggior peso ; ma perché nell ' esperienza concreta della lotta ha misurato tutta l ' incapacità , lo svuotamento della borghesia italiana come classe dirigente . Certo non è facile definire G.L. in base alla terminologia usuale dei partiti proletari . In base a questa terminologia dovremmo definirci ad un tempo socialisti e comunisti e libertari ( socialisti - rivoluzionari , comunisti - liberali ) nel senso che riconosciamo quel che di vitale ciascuna di queste posizioni , in sia pure varia misura , contiene . Nel socialismo vediamo l ' idea forza animatrice di tutto il movimento operaio . La sostanza di ogni reale democrazia , la religione del secolo . Nel comunismo la prima storica applicazione del socialismo , il mito ( assai logorato , purtroppo ) , ma soprattutto la più energica forza rivoluzionaria . Nel libertarismo l ' elemento di utopia , di sogno , di prepotente , anche se rozza e primitiva , religione della persona . Affermiamo la necessità di una nuova sintesi , e crediamo che , nei suoi termini essenziali , G.L. si avvii a darla . In ogni caso ci sembra che nessuno dei vecchi movimenti proletari sia capace , da solo , di assolvere ai compiti centrali della lotta contro il fascismo . Questa lotta , ideale e pratica , chiede oggi di essere condotta contemporaneamente su due terreni : un terreno elementare , che sia di risveglio , di iniziazione del popolo alla libertà e alla difesa delle sue condizioni di vita ; e un terreno ideale , finalistico che sia di educazione di una nuova classe dirigente , della nuova « élite » rivoluzionaria , di contrapposizione del mondo dei valori umanistici del socialismo al mondo inumano del fascismo . Le due lotte non sono diverse , staccate nel tempo e negli obbiettivi ; ma aspetti necessari e legati di una lotta unica che trascende le possibilità di ogni singola corrente . Per condurre la prima si propone la costituzione di un Fronte Popolare Italiano non ricalcato su quello francese , e adeguato alla situazione italiana . Per condurre la seconda si fa affidamento , oltre che sui partiti , sullo sviluppo e sull ' allargamento dell ' unità di azione proletaria . Siamo favorevoli a entrambi , ma come espedienti provvisori o come avviamento a formazioni assai diverse . Ad abbattere il fascismo non saranno né il Fronte Popolare che presuppone la vita democratica e dei forti partiti né l ' unità d ' azione che sinora ha più favorito l ' irrigidimento dei partiti sulle loro posizioni rappresentative formali , che il loro effettivo riavvicinamento . Che cosa , allora ? Un formazione nuova , originale , capace di condurre contro il colosso totalitario una lotta ad un tempo pratica , politica , culturale . Di questa formazione il proletariato sarà il pernio . Ma non bisogna pensarla in termini di partito tradizionale . La nozione tradizionale di partito è insufficiente , sorda a troppe esigenze che la lotta contro il fascismo , e lo stesso successo fascista , ci hanno rivelate . È una forma politica nuova quella che si dovrà elaborare ; e non già a tavolino , ma nell ' esperienza del lavoro comune , attraverso la fusione progressiva delle varie frazioni proletarie e il potenziamento di tutti i motivi vitali di opposizione . Il partito unico del proletario , se vorrà essere una forza rinnovatrice autentica , dovrà essere più che un partito in senso stretto , una larga forza sociale , una sorta di anticipazione della società futura , di microcosmo sociale , con la sua organizzazione di combattimento , ma anche con la sua vita intellettuale dal respiro ampio e incitatore . G.L. che cosa vi porterà ? In primo luogo l ' esigenza di questo rinnovamento sostanziale della lotta proletaria . Una tradizione ininterrotta di azione e di iniziativa . Un ' interpretazione lucida , disincantata del fascismo , non solo come reazione di classe , ma come sprofondamento sociale . Un rapporto intimo con la cultura e la storia del nostro paese , non nel senso del patriottismo volgare ma dell ' adesione a quella realtà nazionale da cui la Rivoluzione Italiana trarrà la sua originalità creatrice . La coscienza acuta di alcuni problemi che possono dirsi quelli della modernità dell ' Italia ( formazione di classe dirigente ; riscatto del sud ; alleanza proletariato urbano - contadini - intellettuali ; federalismo ) e soprattutto una preoccupazione centrale di libertà non astratta , non formale , basata su una concezione attiva , positiva , emancipatrice , della libertà e della giustizia ( autonomie , Consigli ) . Nell ' attesa che l ' unificazione maturi , sempre collaborando ad ogni sforzo disinteressato di unione , G.L. svilupperà la sua organizzazione politica proponendosi di fornire un esempio modesto ma stimolante di ciò che dovrà essere l ' organo , e più che l ' organo , l ' organizzazione della rinascita proletaria in Italia attraverso il riscatto morale e sociale dell ' intero paese .