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DOPO LE ELEZIONI ( P.G. , 1924 )
StampaPeriodica ,
Nel pensiero dell ' on . Mussolini le elezioni dovevano essere la prova sperimentale dei suoi sistemi totalitari . Per giungere a risultati di plebiscito fu predisposto il congegno elettorale . Il periodo della preparazione della lista nazionale attestò in grado decisivo le attitudini dell ' addomesticatore . L ' on . Mussolini aveva due vie logiche da scegliere : mantenere in vita la vecchia Camera che , in sostanza , era una Camera giolittiana disposta a servire ( riproducendo la situazione del '15 ) perché già addomesticata , oppure fare le elezioni di partito , con una lista tutta fascista , dando pieni poteri a Giunta e a De Bono . Naturalmente non scelse né l ' una né l ' altra e diede i pieni poteri a Giunta e a De Bono per far riuscire non una lista fascista ma una lista di blocco . Che De Nicola , Orlando , Salandra debbano la rielezione al manganello , che con tutti i loro discorsi di costituzionalità e di democrazia rimangano complici della pressione fascista , ecco il capolavoro del mussolinismo . Una opposizione seria dovrebbe capire che questo è il punto vulnerabile del regime . Il mussolinismo è più violento del fascismo , è più illegale perché si nasconde dietro la legalità delle forme . Se il fascismo fosse soltanto dittatura si farebbe presto a liquidarlo con le barricate : ma la sua forza è specialmente presidiata dall ' esistenza di un consenso . Ora Mussolini deve la forza a Farinacci ma il consenso alla propria ambiguità . Le elezioni di Salerno sono un fatto grave non tanto perché il governo vi abbia esercitato violenze inaudite quanto perché i seguaci dell ' on . Amendola , che in provincia hanno la maggioranza , le subirono . Elettori addestrati alla lotta politica sanno opporre violenza a violenza , difendere con la forza la propria dignità . Nel 1919 a Bitonto e a Molfetta i salveminiani risposero alla pressione ammazzando Ungaro Nicola , il capo dei mazzieri del '13 . Ma se Giovanni Amendola scrivesse oggi Il ministro della mala vita non ne otterrebbe probabilmente neanche un successo librario . Perché la violenza di Giolitti era un fatto eccezionale e piccante , ridotto ad alcuni casi di vendette personali , significative di una qualità politica deteriore ma quasi indispensabile di cui Giolitti non mancava : la capacità di odiare . Le violenze di Giolitti riguardano pochi nomi : Giretti , Salvemini , Galimberti . Elencare le violenze mussoliniane invece ha pochissima importanza perché esse sono un sistema del regime : implicano responsabilità totali , derivano dalla complicità dei cittadini , tant ' è vero che sono localizzate in una zona molto più vasta . La pratica della non resistenza al male è una malattia non meno grave del politicantismo , nel nostro paese . Il 70 per cento al governo era assicurato una volta che Mussolini era riuscito a fabbricare il listone con le lusinghe , con le minaccie , con la corruzione , creando l ' ossessione del dogma della patria e raccogliendo la eredità di tutti i ministerialismi . Le velleità di rinnovamento del Mezzogiorno coltivate da alcuni fascisti come Padovani e Lanzillo non valsero a nulla contro il trasformismo di Mussolini , pronto ad accettare tutti i gruppi padroni delle situazioni locali . La funzione di un fascismo coraggioso nel Sud sarebbe stata di rifiutare tutte le alleanze , di combattere tutte le posizioni elettorali del giolittismo , di creare con uno stato d ' animo di palingenesi ministeriale , un ' atmosfera di ribellione contro le cricche di Colosimo , di Fera e di Orlando . Invece i comm . Maurizio Maraviglia e Michele Bianchi non aspiravano che a sostituirsi a Colosimo nell ' ufficio di compari e di paraninfi e a Fera , come distributori di impieghi ; temettero ( gli antiparlamentari ! ) che il programma intransigente fosse per dare al fascismo non più che il 10 per cento degli elettori e finirono per affidarsi al senno e alle manovre del Duce - supergiolitti . Così il metodo di Mussolini fu : mazzieri e patto Gentiloni , lo spettro della violenza nell ' apparente pacificazione , e la pratica quotidiana dei blocchi e delle corruzioni . Il risultato più evidente della vittoria ministeriale dunque è la sconfitta del fascismo . La marcia su Roma è stata per nulla . Le elezioni del '24 sono identiche a quelle del '21 : allora il fascismo fu utilizzato nel blocco nazionale per creare una maggioranza Giolitti : lo stesso programma , a tre anni di distanza , riesce senza incertezze a Mussolini , scolaro più abile del maestro . Nel '21 come nel '24 le camicie nere fanno da mazzieri , i combattenti e le medaglie d ' oro lavorano come muli di servizio del dogma della patria , la Confederazione dell ' Industria fa le spese a patto che Olivetti , Mazzini , Benni , ecc . diventino insostituibili presso il dittatore . La proporzionale sventò il piano di Giolitti come lo avrebbe turbato a Mussolini : il sistema Acerbo ha compiuto il quadro , e l ' avrebbe compiuto , si badi , in modo analogo il collegio uninominale che dà parimenti gli elettori in mano al governo . Si insiste su questo punto perché vogliamo che d ' or innanzi una delle pregiudiziali di qualunque opposizione seria sia la richiesta della proporzionale . Tenendo presente l ' ultima esperienza la storia d ' Italia si vede sempre più rettilinea : una dittatura economica di ceti plutocratici , non abbastanza forte per diventare dittatura politica ( l ' ultima volta che lo tentò , con il fascismo , non fu più fortunata delle altre ) , e tuttavia ministeriale sempre perché sempre padrona del governo sempre perché sempre padrona del governo attraverso ambigue manovre ; in politica per l ' immaturità generale e per il peso inerte del Sud una dittatura demagogica , burocratica e paterna che controlla i cittadini persino nei mezzi di sussistenza e può costringerli pacificamente a essere ministeriali . La proporzionale portando alla politica le masse socialiste e popolari segnava il principio del tramonto delle due dittature . Il solo effetto sensibile della marcia su Roma è stato l ' abolizione della proporzionale . Così la deviazione del dopo - guerra è stata corretta e l ' Italia torna in minorità politica . Quando diciamo che Mussolini è il nuovo Giolitti , più abile e meno serio , vogliamo indicare questa situazione storica , in cui gli effetti della immaturità politica si complicano per la immaturità economica . Perciò la base della dittatura giolittiana come di quella mussoliniana è nell ' Italia centrale e meridionale , dove il fascismo era ancora infante . E per l ' appunto si può dire che le elezioni rappresentano la sconfitta del fascismo e la vittoria di Mussolini . Il fascismo è stato sconfitto in Italia settentrionale dalle opposizioni ( specialmente socialcomunista e popolare ) . In Piemonte , Lombardia , Veneto , Liguria , Venezia Giulia , le opposizioni prevalgono per 70.000 voti ( più di 1.400.000 ) . Per Mussolini sono invece propizi i venti africani . Mussolini vince nel sud e nel centro con 3.350.000 voti circa contro meno di 1.100.000 . Basta la più generica geografia per spiegare la nostra politica . Tuttavia contando i voti dei partiti di opposizione , chi ha creduto come noi a quel principio di lotta politica che si avvertì nel '19 ha il diritto di accorgersi che non fu un illuso e può interpretare il risultato delle elezioni come la prova che esiste in Italia una minoranza aristocratica degna di chiamarsi antifascista . Gli operai del Nord , hanno saputo battersi . Al posto di Bombacci hanno mandato in parlamento Gramsci . Le parole che scrivemmo nel numero del 12 febbraio scorso non sono state smentite . « L ' idea della diserzione di fronte alle violenze fasciste ci sembra disonorevole . I partiti che hanno qualche serietà e qualche tradizione devono scendere in campo , ognuno al suo posto , forti della propria intransigenza , non per conquistare dei seggi , ma per mostrarsi degni di combattere . Niente leghe , niente complicità . E l ' era del bilancio , dell ' esame di coscienza ... A Montecitorio anche queste scarse pattuglie potranno acquistare il valore di avanguardie del futuro se sapranno non patteggiare con l ' addomesticatore . I primi oppositori di Napoleone III furono cinque . La lotta contro Mussolini non sarà meno lunga né meno difficile . Gli uomini di cinquant ' anni che vogliono realizzare devono scoprire il loro giuoco , inserirsi nella storia , diventare mussoliniani . L ' antifascista è una questione di aristocrazia , di nobilità , di stile , è una dignità che si acquista con le rinuncie e coi sacrifici . Solo le minoranze provate e perseguitate hanno dei buoni diritti » . E chiaro che i partiti proletari e il partito popolare impostarono su questa pregiudiziale la lotta : ossia seppero combattere senza illudersi di realizzare , per sola fedeltà alle promesse . Che esista ancora un ' Italia continentale ed europea , che Mussolini non sia riuscito a renderci tutti saraceni è un risultato positivo . Purché i partiti resistano : non saremo noi a contestare al fascismo la sua maggioranza . Noi ci accontentiamo modestamente di un futuro che forse non vedremo . Le elezioni ci danno un fascismo addomesticato che non era nei nostri voti . Mussolini democratico e indulgente sarà un disastro per la nostra educazione politica : ma , tanto è l ' Italia non è paese di tiranni se non nello stile più paesano e giocondo . Un vantaggio dalla faccia bonaria di Mussolini lo avremo per l ' adesione a lui di tutti i falsi oppositori , di tutti gli antifascisti conservatori , disposti a servire durando l ' ordine e la costituzione . L ' opposizione che chiedeva al fascismo di essere legale e costituzionale ci ha sempre fatto ridere . Tanto meglio se invece di averla tra i falsi amici la potremo classificare tra gli avversari . Noi non fummo mai così stolti da contare la monarchia tra le forze dell ' antifascismo . Ora che il mussolinismo non si potrà più distinguere dalla monarchia una delle chiarificazioni indispensabili è avvenuta . Se ci avviamo verso l ' idillio e verso la pacificazione , se stiamo per assistere al ripetersi della tranquillità del decennio giolittiano ( con dannunzianismo e psicosi bellica in peggio ) noi vogliamo notare già mentre l ' era nuova si apre che non crediamo a questa pace , che ci viene come soppressione della lotta politica . Il compito delle opposizioni nel prossimo decennio – mentre il movimento operaio si verrà maturando – deve essere quello di esasperare la lotta , di non venir meno alla intransigenza , di provocare il regime senza concedergli tregua . Bisogna avere il coraggio di non collaborare neanche alla Camera con la critica , magari a costo di iniziare un nuovo implacabile ostruzionismo . L ' opposizione non ha il dovere di pensare in Parlamento all ' ordine e alla ricostruzione . Per la ricostruzione la via rettilinea è un ' altra : la conquista dei comuni con lo scopo di creare , sia pure a lunga scadenza , il dissidio tra i poteri locali e il centro . Ecco un programma di lavoro per tutta una generazione .