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Protesta e sberleffo ( Rodotà Stefano , 1987 )
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Il voto di protesta s ' insinua dappertutto , dissolve schieramenti tradizionali , amplifica le voci più diverse . E mai come questa volta i primi commenti hanno sottolineato questo carattere del voto . Protestano gli operai di Marghera e i piemontesi delle valli , cacciatori di Reggio Calabria e giovani al primo voto , ecologisti e adoratori di Cicciolina . Ma è tutta vera protesta ? Quale denominatore comune si può offrire a interessi e a gruppi tanto diversi ? Ci si può fermare al confronto tra le varie liste o si deve guardare al modo nel quale sono state indirizzate le preferenze ? Una novità comunque c ' è . Quello che nelle ultime occasioni era stato il comportamento di protesta per eccellenza , l ' astensionismo elettorale e il voto bianco o nullo , non riceve più il favore dei cittadini . Cresce il numero già altissimo dei votanti , le schede bianche e nulle sembrano in diminuzione . Questo vuol dire che l ' offerta elettorale , rappresentata dalle liste in competizione , è apparsa questa volta più allettante che in passato , capace di interpretare meglio le spinte dell ' elettorato . Ma che tipo di spinte ? Attenzione , dice più d ' uno : sono spinte localistiche , corporative , razziste addirittura . Nel programma delle liste locali piemontesi non c ' erano forse le proposte di non pagare la quota delle imposte che va a favore del Mezzogiorno e il rifiuto di avere insegnanti o impiegati meridionali ? Voti del genere esprimono certamente una protesta , che si dirige verso l ' intero sistema dei partiti ed esaspera interessi particolaristici . E sulla stessa linea si trovano quelli che , a Reggio Calabria , formano e votano una lista per dare la caccia al falco pecchiaiolo . Questa protesta , però , non ha nulla a che vedere con il voto dato alle liste verdi . Qui si ritrova il rifiuto di un ambiente pesantemente degradato . Ma la motivazione fondamentale è l ' affermazione positiva di nuovi valori , in grado di fornire alla politica la capacità di interpretare meglio le esigenze del mondo di oggi e di domani . E il voto ai radicali e al loro ultimo emblema elettorale , Cicciolina ? Qui di protesta non c ' è nulla . C ' è un puro sberleffo alle istituzioni , che in altri casi si è espresso scrivendo sulla scheda frasi variamente oltraggiose . Su questa base mi sembra che sia stata costruita una operazione consapevole e mirata di discredito del Parlamento . Già durante la campagna elettorale si è irriso a una possibile maggioranza di alternativa " da Natta a Cicciolina " . Domani sarà facile ridicolizzare la richiesta di portare il governo in Parlamento per discutere qualche serio problema . Immagino già la battuta : " Vogliamo discutere di queste cose con Cicciolina ? " . Un ' altra pietruzza sarà così stata portata alla costruzione di chi vuol liberarsi dell ' ingombro del Parlamento per adottare modi di governo sempre più sbrigativi e autoritari . Una prima analisi del voto ci dice pure che , per esempio , i verdi hanno trovato consensi nei quartieri operai dove è stata secca la perdita comunista . Una protesta contro il degrado ambientale di zone come Marghera ? Certamente . Ma anche un modo di sottolineare il distacco da un partito non più ritenuto il difensore di fasce sociali deboli . Ecco , allora , un paradosso di queste elezioni . Il sistema politico si articola , dà ingresso in Parlamento a interessi nuovi , ma non riesce a offrire rappresentanza adeguata a interessi " vecchi " , se così si possono definire quelli di una parte della tradizionale classe operaia . Il voto per il Pci si segnala anche per il largo consenso ricevuto dagli indipendenti . Questo vuol dire adesione alla scelta di apertura alla società fatta dal Pci . Ma non c ' è pure protesta contro uomini e apparati di partito , giudicati dallo stesso elettorato comunista non adeguati a quel rinnovamento che le candidature indipendenti vorrebbero simboleggiare ? Come rispondere al diffuso malessere espresso da questi diversi voti ? Con una legge elettorale che impedisca ai gruppi minori di entrare in Parlamento ? Attenzione , però . Se il sistema politico è malato , la cura non può consistere soltanto nel rompere il termometro .