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UN PRESIDENZIALISMO MAL CONGEGNATO ( Sartori Giovanni , 1998 )
StampaPeriodica ,
La lunga marcia delle riforme ha sinora affrontato , alla Camera , soltanto due nodi : quello del federalismo ( forma di Stato ) e quello del presidenzialismo ( forma di governo ) . Sul primo , il testo concordato in Bicamerale è stato ampiamente modificato ; sul secondo , invece , è stato rispettato . Il che non è di per sé riprovevole o irragionevole . Se gli accordi della Bicamerale fossero tutti blindati , allora l ' esame delle Camere non avrebbe senso , sarebbe soltanto pro forma . Però , se tutti gli accordi della Bicamerale fossero sblindati , cioè tutti da rifare , allora sarebbe il lavoro della commissione costituente a risultare inutile . Alla domanda se i patti della Bicamerale saranno rispettati , pertanto , per il momento si può soltanto rispondere : in parte sì , in parte no . Ma siamo ancora ai primissimi passi . Perché c ' è ancora da vedere che cosa succederà al Senato , dove la riforma presidenziale approvata a Montecitorio potrà tenere , ma dove dubito molto sulla tenuta della riforma federale . Il solo punto abbastanza fermo , a oggi , delle riforme è dunque quello del presidenzialismo . Vediamolo . In passato il presidente della Repubblica era eletto dalle Camere . In futuro sarà eletto , in forza dell ' articolo 64 della nuova Costituzione , a suffragio universale diretto . La Camera ha anche approvato gli articoli che ne specificano poteri e modalità di elezione , affrontando per ultimi due punti : le prerogative presidenziali in materia di politica estera e di difesa ( art. 66 , sub a ) e il potere di scioglimento delle Camere ( art. 70 ) . Sono punti importanti , e controversi per questo ; ma non abbastanza importanti da modificare la valutazione d ' insieme . I sistemi genericamente detti presidenziali sono almeno una trentina , e si dividono in tre tipi : il sistema presidenziale puro di tipo americano , il sistema semipresidenzíale di tipo francese , i sistemi presidenziali spuri che sono tali di nome più che di fatto . Il solo denominatore comune di tutti questi sistemi è l ' elezione popolare del capo dello Stato . Ma la sola elezione non basta a rendere un sistema presidenziale diverso da un sistema parlamentare . Irlanda , Islanda e Austria esibiscono presidenti eletti a suffragio universale , ma funzionano in tutto e per tutto come sistemi parlamentari nei quali il presidente conta poco o niente . Un sistema politico è davvero presidenziale , allora , quando il presidente conta in termini di potere di governo . Negli Stati Uniti è il presidente che governa e che riassume in sé tutti i poteri di governo . Dunque , nel sistema presidenziale puro il presidente conta moltissimo . L ' inconveniente di questa formula , che si manifesta appieno in America Latina , è duplice : da un lato è aperta al rischio dell ' eccesso di potere , dall ' altro lato non prevede il caso che viene detto della « maggioranza divisa » , cioè del presidente che si trova in minoranza in Parlamento . In Francia , invece , la struttura del potere esecutivo è diarchica , a due teste ; ma il problema di una conflittualità o paralisi diarchica è risolto dal fatto che l ' esercizio effettivo del potere passa dal capo dello Stato al capo del governo - e viceversa - a seconda di chi si trova in maggioranza . Il semipresidenzialismo francese è dunque un sistema altamente flessibile che non si incaglia , come avviene in America , nelle secche della maggioranza divisa . In Francia il presidente a volte conta molto , a volte conta meno ; ma non è mai un presidente che non presiede nulla , la cui funzione è di essere soltanto un garante . Come si cerca invece di renderlo nel presidenzialismo all ' italiana . Come notavo , in materia di poteri presidenziali esiste ancora un contenzioso aperto . Ma ammettiamo che gli articoli 66 e 70 resistano agli assalti e passino nella versione proposta dalla Bicamerale . Anche se così sarà , il presidenzialismo all ' italiana è pur sempre da ascrivere alla categoria dei presidenzialismi spuri e mal congegnati ; che talvolta sono soltanto inutili , come nella citatissima Austria , ma che possono anche essere dannosi . Capisco benissimo chi si oppone al presidenzialismo puro . Capisco anche , seppur meno , chi nemmeno vuole il semipresidenzialismo . Ma l ' argomento vero non è che nel modello francese si annida il pericolo di una tirannide virtuale , come gridano , comprensibilmente spaventatissimi , Armando Cossutta e Fausto Bertinotti ; e nemmeno il pericolo della deriva plebiscitaria denunziato dai popolari . Chiamando le cose con il loro vero nome , chi diffida di qualsiasi presidenzialismo teme l ' elezione popolare diretta . Coma fa un elettorato che di politica si interessa poco , e sa pochissimo , a scegliere una persona adatta ? Diciamolo senza infingimenti : il rischio di una cattiva scelta , di una scelta sbagliata , è un rischio da mettere in conto . E la videopolitica lo accentua . In Brasile la televisione ha portato al potere Collor , un pessimo presidente cacciato per corruzione nel 1993 . In questo momento pare che dalle elezioni presidenziali nelle Filippine esca vincitore un ex attore ( come Ronald Reagan , ma senza il suo tirocinio politico ) e che in Venezuela la candidata più forte per le elezioni presidenziali di dicembre sia Irene Sàez , un ' ex Miss Universo di 36 anni : certo una gran bella ragazza , ma che cosa c ' entra ? Dunque il presidenzialismo comporta un rischio che l ' elezione parlamentare del presidente riduce . Ma il guaio è che in Italia i nemici del presidenzialismo sono riusciti a depotenziarlo senza però riuscire a evitare l ' elezione diretta ( per ben sei anni ) . Il che rischia di produrre un presidenzialismo reso pericoloso dalla propria impotenza . L ' elezione popolare del capo dello Stato non è piccola cosa . Tra le tante , troppe elezioni che ci affaticano , è la Grande Elezione . Mobilita un paese per mesi , richiede manovre di posizionamento dei candidati per anni , e impiega ingenti energie e risorse . Dopo di che , e soprattutto , crea aspettative . In Italia - se mai arriveremo al referendum confermativo della nuova Costituzione - l ' elezione del presidente verrà strombazzata come una grande conquista democratica , come un aumento del potere popolare . Non sarà vero , sarà un imbrogliuccio . Ma resta vero che l ' elezione diretta dà legittimità , e quindi il nuovo presidente potrà parlare più di ogni altro in nome del popolo . E se sarà un tipo battagliero potrà dare battaglia per conquistare i poteri che la Costituzione gli nega , ma che i veri presidenzialismi gli assegnerebbero . Una battaglia che gli verrà facilitata da un varco che i nostri costituenti hanno lasciato sguarnito senza accorgersene . Nell ' articolo 66 sub e , approvato pochi giorni fa , si legge che il presidente della Repubblica « autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del governo » . E vero che quel disposto ripete l ' articolo 87 della Costituzione del 1948 . Ma se era reso aggirabile , in passato , da un sistema parlamentare , è un disposto che diventa pericolosamente offensivo in mano a un presidente a elezione popolare . Che cosa succede se il presidente non autorizza la presentazione di un disegno di legge ? Dal testo si evince che la non autorizzazione è un atto interamente discrezionale . E dunque può succedere che il presidente unto dal popolo blocchi , volendo , quasi tutto il governare . Bravi davvero , Leopoldo Elia e soci . Nel combattere il presidenzialismo , i popolari hanno ottenuto un presidenzialismo impotente sì , ma aperto ai conflitti istituzionali assai più del sistema semipresidenziale che sono riusciti a distruggere . In Francia la potenziale conflittualità tra capo della Stato e capo del governo è stata disciplinata , e a tutt ' oggi non è mai stata dirompente . Il presidenzialismo all ' italiana , invece , o sarà soltanto di facciata , oppure sarà contrassegnato da una preoccupante conflittualità interna . Nella prima eventualità , quella di un presidenzialismo finto e soltanto nominale , avremmo fatto molto rumore per nulla , e la montagna avrebbe partorito un topolino . Nella seconda eventualità , ci troveremmo assai più mal messi di prima . In ogni caso , chiamare questo coso un semipresidenzialismo è un ' ingiuria al nome .