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DA 'PENSIERI E FRAMMENTI' ( BOINE GIOVANNI , 1917 )
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A tagliare gli ormeggi il vento via ti soffia : Però non si sa dove . Sia per dove sia ! il vento mi strappi via della disperazione ! Però a scrutarmi nell ' oscurità che gemere che smarrimento ! Però a cercarmi nella pietà stringo le mani in contorcimento non so che Iddio scongiuri per esaudimento nella improvvisa ingenuità . Non v ' era luce nell ' opacità ! Curvai le sbarre di questa prigione : verso la liberazione l ' anima ruppe con voracità . Ma porto fu il nulla ! Ormai non ho più nulla da via buttare son nudo fino all ' anima non son che un ' anima tutto son fatto di tristezze amare e di sgomento . Senza meta , e per disperazione reggo contro me in ribellione ma il nulla fa spavento . ( Signore questo rotto corpo , non mi porta ormai non mi conforta pei chiari occhi la sanità del mondo . Qui giaccio qui lento mi disfaccio gemebondo . Oltre del corpo cercai Signore , ansioso le tue porte : sprofondo spento nel disfacimento della morte ) . Con nocche di sangue in cima alla scalea scuoto in angoscia le porte di bronzo : sono un perduto nell ' eternità . Mi abbranco naufrago alla disperazione ; tutto son teso nell ' invocazione ; - di qui qui qui all ' eternità ! - Così lento andando la tristezza m ' è così deserta ! Oh come pesa , oh come chiude questo mantello nero ! Giù tra gli scogli il mare appena fiata , fa gluglù è una bestia che dorme . Finché dal profondo nero orizzonte qua e là veggo le quiete stelle , così lontane e fuor di cruccio ! Proprio ; è un altro mondo ! che subito mi fermo e d ' ogni pena mi stabarro smemorato . A guardarlo questo vago latte delle nebulose che dolcezza ! Così vago che ti stempra , così lieve che non hai più corpo . Qui , a guardare , null ' altro è più che il pacifico stupore . Perché , che cosa dire ? Sono segni senza paragone ; sono al cuore segni d ' un profondo senza nome . Non c ' è che sprofondare .