StampaPeriodica ,
Tutto
ciò
che
si
dice
dell
'
educatore
pare
una
amara
ironia
.
"
Maestro
"
,
"
fabbricatore
,
quasi
,
di
anime
"
,
"
pioniere
della
civiltà
"
,
"
uomo
di
avanguardia
"
,
"
iniziatore
di
nuova
vita
.
"
etc
.
etc
.
Così
si
dice
.
E
se
ognuno
pensa
che
il
compito
educativo
suo
è
limitato
ad
un
angustissimo
tempo
e
volta
per
volta
chiuso
entro
uffici
modestissimi
;
se
pensa
che
di
queste
anime
da
svegliare
,
nella
vita
di
maestro
ne
ha
mille
,
e
tutte
sono
per
lui
fugaci
apparizioni
;
e
in
ciascuna
ora
ne
ha
diverse
diecine
innanzi
a
sé
,
che
gli
si
svelano
solo
in
piccolissima
parte
;
se
pensa
che
le
immense
umane
conquiste
le
comunica
alle
falangi
dei
suoi
discepoli
solo
in
grado
minimo
,
insegnando
nelle
piccole
scuole
(
piccole
,
ahimè
,
anche
quando
si
dicono
superiori
!
)
entro
i
confini
della
propria
mente
inadeguatissima
all
'
ideale
e
delle
menti
rozze
e
ingenue
,
o
levigate
e
scipite
degli
scolari
;
se
,
anche
non
vecchio
,
dopo
molti
anni
di
lavoro
scolastico
riguarda
indietro
e
vede
sbiadite
e
quasi
del
tutto
cancellate
dalla
memoria
la
maggior
parte
delle
immagini
dei
suoi
scolari
;
e
spesso
non
ritrova
più
,
cercandoli
,
i
nomi
per
esse
,
o
,
se
li
riode
,
sono
un
vago
suono
che
non
gli
esprime
nulla
,
tranne
la
stessa
indeterminatezza
del
suo
ricordo
;
se
ogni
maestro
pensa
a
queste
tristi
cose
(
e
quale
maestro
non
ci
pensa
almeno
qualche
volta
nella
sua
vita
!
)
non
può
che
sentirsi
desolato
della
sua
VANITÀ
.
"
Io
educatore
?
"
,
deve
chiedersi
;
"
e
come
,
se
i
miei
discepoli
sono
creature
scomparse
,
appena
intraviste
?
Educatore
,
dunque
,
di
esseri
che
non
posso
nemmen
dire
di
conoscere
?
"
.
Ah
!
no
;
educatore
è
il
corso
del
mondo
,
è
la
vita
tutta
:
la
storia
,
che
ha
le
mille
voci
della
realtà
suggeritrici
di
pensieri
e
di
azioni
.
Io
non
posso
determinare
come
derivanti
da
me
nessuno
degli
effetti
,
chiamiamoli
così
,
che
si
sono
prodotti
nella
vita
dei
miei
"
educati
"
,
dopo
che
mi
lasciarono
;
non
posso
nemmeno
esser
certo
che
sieno
miei
gli
effetti
determinatisi
in
loro
mentre
li
educavo
,
perché
non
ero
io
solo
con
loro
,
e
su
di
essi
agivano
mille
altri
esseri
come
me
,
anche
se
non
,
come
me
,
dalla
cattedra
:
maestri
senza
investitura
,
ma
potenti
:
la
famiglia
,
la
città
,
gli
amici
;
i
giuochi
,
il
lavoro
,
gli
spettacoli
,
le
letture
;
l
'
agiatezza
e
la
sorridente
indulgente
bontà
,
o
la
miseria
,
la
fame
e
la
inconsapevole
malvagità
degli
uomini
miseri
....
Quanti
esseri
,
quante
cose
,
senza
di
me
!
Che
cosa
sono
io
di
fronte
a
questa
vasta
immensa
realtà
educatrice
?
Solo
chi
ha
l
'
anima
imbottita
di
retorica
può
gloriarsi
dell
'
opera
propria
di
maestro
.
Io
non
sono
educatore
a
un
titolo
maggiore
di
mille
altre
persone
;
nessuno
e
tutti
siamo
educatori
;
scuola
vera
e
piena
è
LA
VITA
.
Pure
,
malgrado
queste
considerazioni
velate
di
mestizia
,
il
senso
alto
della
parola
maestro
non
resta
meno
saldo
,
anzi
diventa
,
per
esse
,
più
solenne
,
quasi
religioso
.
Vero
è
:
la
vita
educa
;
ma
educa
in
quanto
ci
si
lascia
educare
,
in
quanto
gli
stimoli
che
essa
offre
all
'
attività
nostra
si
fanno
nostri
,
entrano
nella
nostra
coscienza
,
sono
accettati
da
noi
con
un
dato
valore
,
che
ci
sia
chiaro
e
ci
appaia
necessario
.
La
realtà
educa
;
ma
in
quanto
un
'
idea
la
governa
,
poiché
essa
è
nulla
se
non
entra
nel
mio
mondo
e
dal
mio
mondo
non
riceve
il
suo
colore
.
La
identica
realtà
(
astrattamente
identica
!
)
suggerisce
ad
uno
la
viltà
,
all
'
altro
l
'
eroismo
-
come
oggi
,
che
la
giusta
guerra
ci
attende
-
;
la
identica
realtà
trova
alcuni
proni
,
attaccati
ad
essa
per
strapparne
come
bruti
cibo
da
bruti
,
altri
diritti
ed
eretti
,
più
fieri
quanto
essa
è
più
abietta
,
più
soli
,
quanto
essa
è
più
accettata
dalla
folla
degli
umani
;
dalla
stessa
realtà
uno
vuol
farsi
schiacciare
piuttosto
che
cederle
,
l
'
altro
si
fa
turgido
.
La
realtà
non
è
dunque
un
dato
;
alcunché
di
esterno
,
ma
lo
stesso
nostro
fare
;
lo
spirito
dell
'
uomo
fa
la
sua
realtà
e
la
svolge
a
una
nuova
realtà
.
Togliete
l
'
attività
formatrice
di
sé
(
lo
spirito
)
e
la
realtà
vi
diventa
cieca
;
togliete
la
realtà
e
lo
spirito
vi
diventa
vuoto
.
Realtà
e
idea
hanno
un
'
unica
vita
;
non
c
'
è
idea
se
non
come
elaborazione
del
suo
reale
,
immersa
perciò
nella
storia
a
svolgitrice
della
storia
;
non
c
'
è
reale
,
né
storia
,
se
non
come
corso
dell
'
idea
,
che
essendo
attività
creatrice
non
può
cessar
mai
dal
creare
,
ed
è
perciò
sempre
un
reale
che
deve
ancor
farsi
ideale
,
una
storia
che
deve
essere
proseguita
,
cioè
rivissuta
,
appropriata
,
in
un
nuovo
grado
di
consapevolezza
.
Non
dunque
la
realtà
estranea
a
me
fa
l
'
educazione
del
mio
o
dei
mille
miei
scolari
.
La
sua
,
la
loro
anima
si
fanno
,
da
sé
,
elaborando
quella
realtà
,
che
tutta
-
buona
o
malvagia
,
può
aver
risonanza
e
seguito
in
lui
o
in
loro
.
Offriamo
ai
nostri
scolari
noi
stessi
,
nella
prima
sincerità
del
nostro
essere
,
facendoci
migliori
.
Essi
ci
prenderanno
,
se
sveglieremo
in
loro
le
affinità
profonde
che
ha
ogni
anima
con
ogni
altra
anima
.
Facendo
migliori
noi
stessi
,
educheremo
.
Gli
scolari
ci
conosceranno
e
ci
ricorderanno
:
un
'
ora
della
nostra
vita
migliore
,
svoltasi
sotto
i
loro
occhi
avidi
,
può
essere
decisiva
,
perché
trovino
essi
sé
stessi
.
Che
importa
se
non
ricordiamo
i
singoli
per
cui
abbiamo
avuto
valore
?
Essi
,
se
mai
,
debbono
ricordarci
.
Noi
non
abbiamo
lavorato
per
i
singoli
;
noi
siamo
stati
umanità
che
ha
lavorato
per
l
'
umanità
.
Gettiamo
la
semenza
e
non
godiamo
i
frutti
del
campo
?
Pare
.
Ma
i
frutti
li
troviamo
,
oh
come
!
,
in
noi
stessi
.
Se
un
maestro
è
più
contento
di
sé
e
si
trova
migliore
,
è
certo
che
ha
fatto
migliori
anche
gli
altri
.
E
la
mestizia
scompare
,
perché
la
coscienza
dell
'
umanità
trionfa
.
In
noi
:
cioè
anche
in
altri
,
perché
noi
non
siamo
mai
soli
.