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TERRA DI ROMAGNA ( SERRA RENATO , 1915 )
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Come beatamente l ' occhio si riposa su questa dolce terra di Romagna ! Ella è ancora intorno a me tutta bruna e nuda in una chiara aria d ' inverno ; ma l ' orizzonte è spazzato fino agli ultimi confini dal vento aspro di marzo e nella pianura pulita le case paiono più bianche , gli alberi e le siepi più nere ; la striscia del mare turchino ride al sole nuovo . Il colore di queste cose nuove parla al mio cuore . Io ne cerco il senso e vago con l ' occhio sul gran ventaglio aperto del piano ; guardo i colli magri e puri , là terre lavorate che spiccano nel fulvo crudo dell ' ombra , e il dolce vecchio verde delle coste piene di luce ; guardo i monti che s ' affollano più lontani , ondeggiando come vapori , e in fondo alte e sole , quasi ritagliate sul cielo , le tre punte celestine . Il noto profilo pare che renda a tutte le linee dei monti e del piano il senso delle cose domestiche e care . Non è questo dunque il paese del mio poeta , il paese ove andando ci accompagna l ' azzurra visïon di S . Marino ? Ecco l ' Emilia , bianca dura e pulita fra le sue gracili siepi , co ' suoi ponticelli , sotto cui passano i rii dal bel nome romano , e mormora l ' acqua che oggi è così trasparente e lucente tra le ripe calve sul fondo terroso : la vecchia grande strada ci invita alle ville ben conosciute , a Savignano dalle cui selci sonanti fino alla Torre e al Cimitero di S . Mauro è così breve il cammino .... Ma da ogni sasso e da ogni siepe lungo quel cammino pare che le canzoni del poeta debbano volar via con frullo rapido e vario , come uccelli dal nido . Dalle punte di S . Marino fino al mar di Bellaria e alla pineta di Ravenna , dal Rubicone alla Marecchia , e in ogni angolo di questa terra e in ogni aspetto e in ogni forma , dove ch ' io mi volga e riguardi , ivi io vedo presente il poeta : in tutte le cose sento le sue memorie cantare . Sarà forse quel picchiare in cadenza di un pennato sulle corteccie ? Laggiù tra ' pioppi del mio viale , che pare forino il cielo così brulli e rimondi , un vecchiettino ha poggiato la sua scala a un tronco grigio ; e così ritto a mezz ' aria batte e sfronda e rinetta ; cadono intorno a lui e s ' ammonticchiano sulla sabbia battuta del viale rami secchi , scheggie , e vermene novelle , che lasciano alle sue dita un così buono odore di gemme .... O forse è il grido lungo dei galli che nel vasto silenzio risponde alla cantilena aspra e strascicata delle venditrici di insalatina campagnuola ; o la festa dei passeri tra le zolle , che sembrano ancor gocciolare dell ' ultima neve ; è questo bianco di tele , che dalla terra screpolata e scolorita rigettano contro i miei occhi il sole con crudezza tagliente , e domani porteranno dentro le case odore d ' erba nascente e di viole ; è il fruscio degli aquiloni che salgono e brandiscono al vento sonoro ; o forse anche è una fanciulla che mi viene incontro lenta lenta pel viale , come abbandonata a questa dolcezza ; risplende la faccia bianca sotto i bruni capelli pieni di sole e nuotano i limpidi occhi dello splendore del giorno ( liquidi e limpidi occhi , che ridon , così .... con gli angioli . Perché ? ) Tutto intorno a me sente del Pascoli ; e qualcuno mi consiglia che basterà volgere quietamente gli occhi intorno sulle cose , per trovare la via facile e piana della sua anima poetica . CARDUCCI , MAESTRO DI UMANITÀ Qui non è possibile fare paragone col Croce , dell ' intelligenza , come se uno ne abbia più e l ' altro meno . Non è una intelligenza generica , di cui si possa rendere quantitativa ragione ; questo , al quale io parlo , è il Carducci . Qualche cosa di grande alita intorno , e io mi sento pieno del nume . Il dialogo è divenuto orazione . Penso forse ai XX volumi delle opere ? o alle vaste scatole di appunti e di schede coronanti le scansìe dello studio oggi silenzioso , dove la fatica di questo aspro benedettino delle lettere ha lasciato per quarant ' anni la sua traccia quotidiana e minuta ? o penso a tutto l ' esempio di una vita , che nei particolari della scrittura e del discorso non si esauriva , ma trapassando in vive anime e quivi trasfigurandosi , non perdeva forma però e durava e ancora dura ? Ho dimenticato in questo momento tutto quello che in lui era contingente e limitato e personale ; non ricordo più , da me a lui , né la distanza immensa dell ' ingegno , né gli svantaggi della cultura , né le differenze delle opinioni e del gusto ; voglio che tutto ciò sia fatto vano , e solo mi resti presente l ' uomo della mia razza e della mia religione , il testimonio e il compagno , col quale mi sarà dolce vivere e morire . Io mi sento vicino a lui in tutto quel che più mi importa , nel leggere . un libro e nel tollerare la vita . Un sentimento profondo uguaglia noi ai nostri fratelli che sono stati e a quelli che saranno ; al padre Omero quando spande il suo dire in mezzo agli uomini che se ne vanno come le foglie della primavera ; e a Saffo che parla delle Pleiadi scintillanti , e a tutti gli altri che sono venuti sopra questa terra nella cara luce del sole a soffrire e a amare e a godere le cose belle che ci sono , e così , parlando con voce tranquilla e con chiari occhi riguardando i compagni e il mondo , sono passati come anche noi passeremo . Perennis humanitas ! Ad essa appartiene il Carducci ; per essa io lo onoro . Egli votava la sua vita a questa religione , con animo schietto e libero e non intronato da nessuna eco di torbidi entusiasmi o di orgie e di non virili invasamenti . Sapeva di essere un uomo , non immortale , ma chiamato alla fine ; sentiva nel passato e in grembo alla terra le sue radici , e il suo destino in mezzo agli uomini . Dopo di che egli ha atteso al compito che la natura gli mostrava con una fede serena e superba , con una reverenza di tutto ciò che era stato o grande o buono o bello , con un amore dell ' opera propria e dell ' altrui , che , per essere senza illusioni di eternità , non par tuttavia meno benefico . Che cosa importa ora se a noi manchino i doni che abbondavano a lui ? Nessuno ci toglierà il diritto di onorare nel suo nome la nostra parte migliore . Non si tratta di un maestro , che potevamo anche non avere , o di un libro che potevamo anche non leggere . Ma io mi rifiuto di abbandonare insieme con lui la ragione più profonda del mio sentire , la comunione col passato e la conversazione con tutti i grandi e cari e umani spiriti , e il culto della loro parola cara al mio cuore sopra tutte le cose . Io voglio sapere che c ' è nella mia adorazione qualche cosa di vano ; che l ' amore delle belle parole , con tutto quel che reca di sacrifizio nel cercarle e nel custodirle e nell ' imitarle , di superstizione nel goderle , è vano ; e son vani i versi e le rime e i libri e i canti e le pitture e i simulacri e le immaginazioni tutte quante ; voglio saper tutto questo per avere la gioia di affrontare con occhi aperti il pericolo mio dolce . Passano i giorni e scema la luce e il tempo dell ' amore se n ' è andato e l ' ombra si avvicina a noi lunga e nera . Noi facciamo dei libri . Anzi non ne facciamo nemmeno ; ci contentiamo di leggere e di fare qualche segno sui margini . Ma questo basta e la compagnia dei nostri padri e fratelli . Nessuno fra quanti ho dintorno mi è stato guida ad essa e aiuto e conforto degno come il Carducci . Fra tutti i vicini io non trovo altri , a cui poter dare con sincerità questo nome di maestro .... " Orabunt causas melius alii coelique meatus .... " descriveranno meglio i cieli del pensiero e gli episodi della storia ; nessuno può essermi maestro migliore di letteratura e di umanità , per le quali io vivo .