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CICALATA FRENOLOGICA ( VEDRANI ALBERTO , 1915 )
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Le vicissitudini delle idee e dei sistemi dell ' uomo mi toccano più tragicamente che le vicissitudini della vita reale . HÖLDERLIN . Nella Voce di quest ' anno ho molto ghiottamente gustato un pensiero buttato là senza pretesa in un annunzio bibliografico e che già sapevo giustissimo e importante anche per mia esperienza intellettuale . Lo riproduco qui con piacere : " La storia delle scienze meglio di ogni altra disciplina può inspirare allo scienziato il senso di ciò che sia in realtà la sua attività . Dalla storia della scienza , difatti , sono partite le analisi più illuminatrici sulla realtà della scienza negli ultimi anni : basti fare i nomi del Mach , del Milhaud , del Tannéry , del Poincaré , del Duhem . Non v ' è nessuna miglior via di capire una cosa del rifarla storicamente , e non so se si sia ancora pensato ad applicare questa concezione all ' insegnamento della scienza anche nelle scuole secondarie . Per conto nostro più degli esperimenti ecc . credo che gioverebbe insegnare ai giovani ( ed avrebbe maggiore attrattiva ) come l ' uomo sia arrivato a costruire la fisica moderna , partendo dai dati empirici e dalle prime concezioni degli antichi " . Detto in parte già da altri , è ridetto lucidamente che non si poteva meglio . Contrappesa e con la sua giustezza compensa alcuna di quelle iniquità di pensieri , parole , opere , omissioni in cui La Voce 1914 potesse per avventura essere incorsa , in cui anzi per disavventura è incorsa - almeno io penso - come quando , per esempio ( e scusate se cambio discorso ) ha stampato che bisogna superando Leibniz conchiudere che anche i sassi sono animati , pensano . Io che dalla riva d ' un gran fiume li vedo ogni dì che si lasciano stupidamente voltolare dalla forza della corrente , a cotesto Gassendiano superamento di Leibniz non arrivo : non mi risolvo a lasciarmi voltolare dall ' ilozoismo fino a somiglianti almanaccature . Anzi mi prende la tentazione di esplorare storicamente ( secondo il pensiero sopra lodato e per quanto consentono lo spazio d ' una pagina e la faticosa coltura di provincia ) la persuasione , così antica e diffusa tra gli uomini , che il pensiero sia fattura della testa , anzi del suo contenuto : il cervello . È una persuasione antichissima , anteriore a qualunque peste di positivismo o di scienze anatomiche o freniatriche , quando gli uomini sapevano che il cervello esiste semplicemente per averlo fatto schizzar fuori dalla scatola cranica di animali della loro specie con un buon colpo di clava , in guerra . Vedete , signori pacifisti , che belle cognizioni ci ha procurate nostra madre la guerra . È ben lei che ci ha insegnata la pratica della vivisezione , come la chiocciola ha insegnato all ' astronomo e all ' architetto il concetto del cannocchiale e delle scale . E potrebb ' essere che la guerra abbia per lo meno contribuito a ribadire la suddetta persuasione , facendo come essa sola può fare della psichiatria sperimentale alla grande , direttamente sull ' uomo : moltiplicando , cioè , le occasioni a quei casi di alterazione mentale prodotta da percosse sul capo , i quali , anche per esperienza personale di Bismarck e per dirla con parole di lui , dimostrano come " il pensiero dell ' uomo dipenda pure dal suo cervello corporale " . Battendo violentemente la testa in una caduta da cavallo , Bismarck perdette la conoscenza e quando si riscosse la ricuperò solo a mezzo . " Che è quanto dire - egli racconta - una parte del mio potere pensante era al tutto buona e chiara , l ' altra metà se n ' era ita . Io cercai il mio cavallo e trovai che la sella era spezzata . Allora chiamai il palafreniere , mi feci dare il suo cavallo e cavalcai verso casa . Quando i cani mi abbaiarono all ' incontro per salutarmi , io li ritenni cani forestieri , mi adirai e gridai contro essi . Poi io dissi che il palafreniere era caduto da cavallo e che bisognava andarlo a prendere con una barella ; e fui molto stizzito quando , a un cenno di mio fratello , nessuno si mosse . Si voleva dunque lasciar giacere quel pover uomo in mezzo alla strada ? Io non sapevo che io era io e insieme il palafreniere . Allora andai a letto e , com ' ebbi dormito , il mattino appresso stavo bene . Fu uno strano caso .... der zeigt wie das Denken des Menschen doch von seinem körperlichen Gehirn abhängt " . Ora io dicevo che solo la guerra può concedersi il lusso da gran signora di moltiplicare all ' infinito direttamente su la testa dell ' homo sapiens tali esperimenti ed argomenti così efficaci a dimostrare la sede cerebrale del pensiero , mentre lo psichiatra deve tenersi pago d ' eseguirli sui conigli : e , anche su questi , non senza aspro e iroso contendere di quei pacifisti ad oltranza che compongono le società protettrici degli animali . In ogni modo nelle Lezioni di patologia sperimentale dello Stricker trovo quanto segue . Egli , dopo avere enunciato che la sede della coscienza vien riposta nel cervello e più precisamente nella corteccia del cervello medesimo , dice che in tutti i tempi fino ad oggi s ' è ammesso che noi dobbiamo la cognizione di questo fatto all ' indagine sperimentale , ma ciò non sembra ancora provato . In vero - dice lo Stricker - egli è di fatto che a conoscere il cervello noi siamo giunti col mezzo d ' indagini , ma che anche alla conoscenza del fatto che la coscienza ha sede nel cervello , si sia giunti collo stesso mezzo , ciò , dico , non è ancora provato , ed è quindi permesso di dubitarne . Un motivo fondato che ci fa dubitare di ciò , ce lo fornisce la storia ; la quale ci dice , che la conoscenza del fatto che la coscienza risiede nel cervello , è di data anteriore a tutte le letterature trasmesseci . Di ciò fa fede il mito pagano , stando al quale , Minerva sarebbe saltata fuori dalla testa di Giove . - In ultimo , lo Stricker formula il suo pensiero così : Non c ' è nozione , quale essa sia , che valga a togliermi la nozione che la mia coscienza ha sede nel cervello . Il luogo e il tempo in cui si forma ogni idea , sono indissolubilmente congiunti coll ' idea medesima . Allo stesso modo che è una qualità inerente all ' acqua cadente in gocce d ' apparirci umida , così è un carattere essenziale d ' ogni nozione l ' essere questa unita indissolubilmente all ' idea del tempo e del luogo in cui si apprese tale nozione . Quindi col primo manifestarsi della coscienza , ognuno deve avere anche appreso il luogo dove questa risiede . Perciò la nozione della coscienza medesima può essere nata in noi indipendentemente da ogni nozione indiretta , da ogni tradizione . Lo Stricker per altro sembra non tener conto che almeno nell ' antichità ellenica fu popolare l ' idea ( emergente anche dai poemi omerici ) che fa del cuore e dei centri frenici o diaframmatici la sede dello spirito : idea che si fa dottrina in Aristotile e diventa lungo errore millenario dopo di lui . Ed è curioso notare che Emanuel Kant si era espresso più naturalisticamente di questo patologo del secolo XIX . " Si hanno esempi - aveva scritto Kant - di lesioni con perdita di buona parte del cervello senza che l ' uomo abbia perduta la vita e il pensiero .... L ' opinione dominante che assegna all ' anima un posto nel cervello parrebbe tenere la sua origine sopratutto da questo , che durante una forte applicazione dello spirito i nervi del cervello sono tesi . Ma se fosse giusto questo metodo di ragionare , esso proverebbe che l ' anima occupa anche altre località . Nell ' ansietà o nella gioia , la sensazione sembra aver sede nel cuore . Molte passioni , la più parte anzi , manifestano il principale effetto al diaframma . La compassione muove le viscere ecc . " . Insomma se i più degli uomini credono di sentire il pensiero nella testa ( das Denken im Kopfe ) , ciò avviene , secondo Kant , per un semplice vizio di surrezione che consiste nel giudicare che la causa della sensazione sia proprio là dove essa è avvertita . Del resto il pensiero di Kant è , o pare , un po ' incerto e contradditorio e accomodante : scrive sui disordini della conoscenza intitolandoli malattie del capo e dichiara poi che la loro radice è nel corpo e può risiedere piuttosto nell ' apparato digestivo che nel cervello ; rigetta a priori l ' esistenza di una sede dell ' anima nello spazio ma ammette che si discuta della presenza virtuale , non locale , dell ' anima ; e , benché non trovi assurdo che essa tutta intera abbia sede nel corpo tutt ' intero . dice poi che ha residenza nel cervello in un posto di piccolezza indescrivibile , come il ragno al centro della sua tela . Vero o non vero , chiaro od oscuro che ciò abbia ad essere , questo pare certo che da Alcmeone di Crotone contemporaneo di Pitagora che fu un de ' primi fra gli Elleni ( o fra quelli che si ricordano ) a localizzare nel cervello la percezione delle sensazioni e il pensiero e da Ippocrate che lasciò scritto : " se l ' encefalo è irritato seguono molti disturbi .... l ' intelligenza si turba e il paziente va e viene pensando e credendo cose diverse dalla realtà e portando il carattere della malattia in sorrisi beffardi e visioni strane " , venendo giù fino a Voltaire il quale a mezzo il secolo decimottavo parlava come un positivista odierno : " Un fou est un malade dont le cerveau pâtit , comme le goutteux est un malade qui souffre aux pieds et aux mains " con quel che segue - dalla volpe di Fedro che esclama " o quanta species cerebrum non habet " venendo fino al Farinello del Sacchetti che dopo quelle sette volte sette " ne venne quasi dicervellato " - da Schopenhauer il quale nelle " Memorabilien " scrive al solito suo modo incantevole : " I racconti delle fate e le favole non han cosa altrettanto incredibile .... nella parte superiore chiamata la testa e che vista di fuori pare un oggetto come tutti gli altri io trovai che cosa ? il mondo stesso con l ' immensità dello spazio e l ' immensità del tempo .... ecco quel che trovai in quest ' oggetto grande come un grosso frutto e che il boia può far cadere d ' un colpo in modo da precipitar nella notte anche il mondo che ci è chiuso dentro " , venendo fino a Bergson il quale ammette che " la conscience est incontestablement accrochée à un cerveau " - e ( risalendo di nuovo negli anni ) da Democrito che lasciò scritto : " il cervello sorveglia come una sentinella l ' estremità superiore o cittadella del corpo affidato alla sua custodia protettrice .... il cervello guardiano dell ' intelligenza " , a Platone che pone nell ' encefalo l ' anima pensante , venendo fino a Kant il quale concede che una parte del cervello come sensorium dell ' anima accompagni con le sue vibrazioni le immagini e le rappresentazioni dell ' anima pensante - da Lattanzio che ribattezza il cervello abitazione della mens con la imagine stessa di Democrito in cerebro tamquam in arce habitare , a Gassendi il quale ( sebbene non neghi un barlume di conoscenza alle pietre , come la Voce del 28 aprile ) rivendica al cervello anche la virtù immaginativa contesagli dai Peripatetici - la tradizione che lega le sorti della psiche al cervello ( non ostante il sillogismo di Aristotile in favore del cuore ) non si è forse mai oscurata del tutto tra gli uomini pur nelle ore più buie della loro storia . Alla fase scientifica spettano i tentativi di più precise localizzazioni . Dopo lungo errare di fantasie localizzatrici dalla glandola pineale alla sierosità dei ventricoli , sul principio del secolo XIX in seguito ai lavori di Gall e Spurzheim si cominciò ad asserire alla corteccia del cervello ( fino allora avuta in conto di un organo secretorio ) la parte nobile di sostenitrice della vita psichica . Questo principio di secolo XX ( ed ultimo ? ) le mantiene il grande attributo . Ma con quanto tremore oscillatorio e sussultorio di persuasioni ! Voglia il fine lettore fare l ' analisi filologica dei seguenti passi di autori contemporanei che gli sottopongo . TANZI e LUGARO , 1914 : "....resta fissato una volta per sempre che i processi psichici hanno sede nella corteccia del cervello " . LUGARO , 1906 : " .... la corteccia cerebrale , sede precipua e forse unica dell ' intelligenza " . KRAEPELIN , 1909 : " Il fondamento ultimo di tutte le forme della pazzia dev ' essere cercato con la più alta probabilità in processi o stati morbosi della corteccia cerebrale " . PERUSINI , 1909 : " Per riguardo alla pseudodefinizione " le malattie mentali sono malattie del cervello " questa frase del Kraepelin fa una riserva prudente : essa precisa , però , in pari tempo una localizzazione .. La riserva è rappresentata dall ' espressione del concetto di probabilità : ciò che il Kraepelin precisa si è la sostituzione della parola " corteccia cerebrale " alla parola " cervello " . Si può discutere se e quanto questa sostituzione possa dirsi giustificata " . JASPER , 1913 : " .... i fondamenti della vita psichica , che si presumono nella corteccia cerebrale e sono del tutto ignoti .... " . Dopo di che se Cupido andasse ancora in cerca di Psiche e ci chiedesse l ' indirizzo della sua casa , potremmo rispondergli esser fissato una volta per sempre che Psiche sta di casa nella corteccia cerebrale - sua sede precipua e forse unica - almeno con la più alta probabilità - sebbene ciò sia discutibile - in ogni modo lo si presume . Il ghiottone resterebbe con intatta la sua cupidità e se ne dovrebbe volar via mortificato e senza nulla concludere - sorte non lieta ma che già toccò o sta per toccare o toccherà a più d ' uno : forse al pangermanismo , probabilmente alla politica libica , presumibilmente all ' Internazionale , possibilmente al futurismo , certamente a questa mia almanaccante cicalata noiosa quasi quanto la conflagrazione europea e la vita universale .