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BORGESE, IL FILOGALLO ( IL DOGANIERE , 1928 )
StampaPeriodica ,
S ' è meravigliato più d ' uno e risentito perché G.A. Borgese , critico laureato ed autore pontificante nel tempio delle patrie lettere , va scoprendo a Parigi i numi della letteratura contemporanea , che si chiamano Bourget , Gide , Proust e han cenacoli come 1'Europe , la Revue des deux mondes o la N . R . F . Occorreva proprio , mi domando , che il prof . Borgese , noto per il connaturato antifascismo , andasse a Parigi , e proclamasse sul Corriere della Sera ( antifascista per definizione ) che la Francia è l ' ombelico della letteratura moderna , la Mecca dell ' ingegno , l ' Everest dell ' Arte ; tutto questo occorreva per sapere che il pubblico italiano che legge , e quello men numeroso , ma non perciò men pericoloso , che scrive , pende dalla penna degli scrittori di Francia . L ' italiano che sapendo leggere crede d ' esser colto , ritiene indispensabile avere nella sua libreria un certo numero di volumi francesi , ed è orgoglioso se può in conversazione dire il suo giudizio , sull ' ultimo libro di Bourget , o almeno , in mancanza di meglio , di Dékobra , il romanziere dalle tirature folli . Questo fascino francese è il segno di uno smaccato e pacchiano provincialismo , che sopravvive fra noi . La verità è amara , ma riconosciamola francamente : la gran parte degli italiani d ' oggi usano a parole tutta la loro fierezza , ma non dànno un ' oncia del loro sangue al cervello per farlo italianamente pensare e operare . Il prof . Borgese è soltanto l ' antesignano e il maestro riconosciuto e consacrato di questa pigra borghesissima Italia che non riesce a guarire oggi come ieri dal suo mal francese .