StampaPeriodica ,
S
'
è
meravigliato
più
d
'
uno
e
risentito
perché
G.A.
Borgese
,
critico
laureato
ed
autore
pontificante
nel
tempio
delle
patrie
lettere
,
va
scoprendo
a
Parigi
i
numi
della
letteratura
contemporanea
,
che
si
chiamano
Bourget
,
Gide
,
Proust
e
han
cenacoli
come
1'Europe
,
la
Revue
des
deux
mondes
o
la
N
.
R
.
F
.
Occorreva
proprio
,
mi
domando
,
che
il
prof
.
Borgese
,
noto
per
il
connaturato
antifascismo
,
andasse
a
Parigi
,
e
proclamasse
sul
Corriere
della
Sera
(
antifascista
per
definizione
)
che
la
Francia
è
l
'
ombelico
della
letteratura
moderna
,
la
Mecca
dell
'
ingegno
,
l
'
Everest
dell
'
Arte
;
tutto
questo
occorreva
per
sapere
che
il
pubblico
italiano
che
legge
,
e
quello
men
numeroso
,
ma
non
perciò
men
pericoloso
,
che
scrive
,
pende
dalla
penna
degli
scrittori
di
Francia
.
L
'
italiano
che
sapendo
leggere
crede
d
'
esser
colto
,
ritiene
indispensabile
avere
nella
sua
libreria
un
certo
numero
di
volumi
francesi
,
ed
è
orgoglioso
se
può
in
conversazione
dire
il
suo
giudizio
,
sull
'
ultimo
libro
di
Bourget
,
o
almeno
,
in
mancanza
di
meglio
,
di
Dékobra
,
il
romanziere
dalle
tirature
folli
.
Questo
fascino
francese
è
il
segno
di
uno
smaccato
e
pacchiano
provincialismo
,
che
sopravvive
fra
noi
.
La
verità
è
amara
,
ma
riconosciamola
francamente
:
la
gran
parte
degli
italiani
d
'
oggi
usano
a
parole
tutta
la
loro
fierezza
,
ma
non
dànno
un
'
oncia
del
loro
sangue
al
cervello
per
farlo
italianamente
pensare
e
operare
.
Il
prof
.
Borgese
è
soltanto
l
'
antesignano
e
il
maestro
riconosciuto
e
consacrato
di
questa
pigra
borghesissima
Italia
che
non
riesce
a
guarire
oggi
come
ieri
dal
suo
mal
francese
.