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MARINETTI E IL FASCISMO ( VOLT , 1924 )
StampaQuotidiana ,
Le onoranze che un apposito comitato intende tributare a Marinetti quale " animatore di italianità " sono ben meritate . Creando il futurismo politico , egli fu senza dubbio uno dei precursori del Fascismo . Anzi , in un primo tempo , fascismo e futurismo politico furono una cosa sola . Furono quelli i tempi eroici della rivoluzione ... Un mese e mezzo prima dell ' armistizio , e cioè il 20 settembre 1918 , Marinetti fondava " Roma futurista " che , fatte le debite proporzioni , adempi nella capitale un compito analogo a quello del " Popolo d 'Italia." Mentre l ' Idea Nazionale " raccoglieva attorno a sé le vecchie e provate , ma un po ' ' tarde , falangi del nazionalismo , custodendo gelosamente il fuoco sacro di una dottrina , che poi doveva passare nelle mani del fascismo , i futuristi costituirono il primo nucleo intellettuale dei fasci di combattimento . Così che , senza alcuna iattanza , Mario Carli poté affermare che " Mussolini e Marinetti , coi futuristi , gli arditi e i primi fascisti , nella gloriosa via Paolo da Cannobio a Milano ; ed io coi futuristi e gli arditi a Roma : ecco i soli che in quel tempo combatterono per la salute d 'Italia." I Fasci furono fondati a Milano il 23 marzo 1919 . Il 15 aprile , con la battaglia di via Mercanti , si iniziava la guerra civile . L'11 luglio Marinetti pronunziava la sua famosa invettiva a Montecitorio , su cui poco dopo l ' eroico aviatore Keller lasciava cadere dall ' alto dei cieli un simbolico orinale . Dopo aver partecipato al primo congresso fascista di Firenze , il capo del futurismo poneva , accanto al Duce del fascismo , la sua candidatura alle infauste elezioni di novembre . Fu un vero colpo d ' ala da parte di Mussolini quello di sfidare l ' insuccesso certo e lo scherno dei benpensanti , associandosi come compagno di lista non già una qualche veneranda barba dell ' olimpo accademico , ma un poeta futurista . Quello che importava allora non era di entrare a Montecitorio . Ivi la sua voce sarebbe rimasta vox clamantis in deserto . Lo scopo di Mussolini era di agganciare alla sua locomotiva la gioventù italiana . Alle valorose ma esigue schiere dei socialisti nazionali occorreva associare la gioventù universitaria , di cui gli studenti futuristi erano l ' avanguardia ; il grosso , sì come suole , sarebbe venuto dietro . Questo scopo fu raggiunto in pieno . Nessun fascista entrò a Montecitorio , ma tutta la gioventù italiana , armata , costituì la invincibile falange dello squadrismo . L ' azione fascista e l ' azione politica del futurismo appaiono così compenetrate e fuse , da non potersi separare l ' una dall ' altra . Può dirsi altrettanto delle sue ideologie . Non conviene dimenticare che , al congresso di Milano del 1920 , Marinetti ed alcuni altri futuristi uscirono dai ranghi del partito . In fondo , il poeta sentiva che la sua missione , come uomo politico , era finita . L ' animatore doveva oramai cedere il posto al realizzatore . Non altrimenti si spiega il silenzio politico di D ' Annunzio . Non si tratta dunque certo di una diserzione ! Ma il pretesto per ritirarsi fu di natura ideologica . Marinetti non ammetteva la fatale evoluzione del fascismo verso destra . Il futurismo politico restava così al primo stadio dell ' evoluzione fascista . Tale infatti ci appare a traverso i due volumi del Poeta : Democrazia futurista ( Ed . Facchi , Milano ) e l ' altro più recente : Futurismo e Fascismo ( Campitelli , Foligno ) . Ma il fascismo si è ormai liberato dai residui romantici , anarchici e anticlericali che ancora fermentano nel movimento marinettiano . Questo è rimasto allo stato di meteora incandescente e rifiuta di solidificarsi . Marinetti è l ' uomo che semina , ma non raccoglie . Genio vulcanico , creatore , ma non costruttore , né architetto ...