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POLEMICHE INGRATE ( CROCE BENEDETTO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
Torino , 21 marzo 1925 . Signor Direttore , Mi viene mostrato , nel giornale l ' Epoca , uno scritto del Gentile che concerne il mio articolo sul liberalismo , pubblicato nel Giornale d ' Italia . L ' ho letto e , in verità , non vi ho trovato nulla che non appartenga a quella sorta d ' ibridismo filosofico - politico , alla quale il Gentile ci ha oramai adusati , e nulla che infirmi le chiare dimostrazioni che io altre volte ho dato ( e che verrò dando ancora , via via che mi se ne offra l ' occasione ) degli ingiustificati passaggi logici e delle poco esatte affermazioni storiche e delle assurde compagnie politiche , a cui quell ' ibridismo conduce . E , quanto alla tesi che il Risorgimento italiano « non fu liberale » , sono costretto a dire , pur non avendo alcuna voglia di mancare di riguardo al Gentile , che essa non merita confutazione , perché urta contro quella comune e viva coscienza storica di tutti gli uomini colti , che vale più di ogni storia scritta . una tesi così stravagante , che io confesso di averla incontrata per la prima volta solo a mezzo del 1923 , quando al Gentile , per più mesi ministro non fascista , piacque di enunciarla , per giustificare , verso gli altri o verso sé stesso , la sua inaspettata ascrizione al partito fascista . Del resto , non sarebbe tempo di parlare , un po ' meno che ora non si usi , della cedevolezza del regime democratico o « demagogico » agli interessi individuali , e della fermezza del nuovo regime , che asserisce e mantiene solo quelli della Nazione e dello Stato ? Non sarebbe il caso di parlare , invece , un po ' più di uomini e del loro cervello , e della loro coerenza e della forza del loro carattere ? Il Gentile ha pur testé deplorato nei pubblici fogli le concessioni che il ministro on . Fedele ha fatto alle insistenze dei trepidi padri e delle addolorate madri dei ragazzi bocciati , e al patrocinio che di essi ha assunto l ' on . Farinacci . Plus ça change et plus c ' est la même chose ! Al qual proposito voglio aggiungere che , avendo il Gentile parlato , nella sua protesta , di « tradimento » , che con quelle concessioni si sarebbe usato al fascismo , e d ' insidia portata fin nella culla alla nuova Italia fascistica che la scuola da lui riformata avrebbe per còmpito di allevare , mette in imbarazzo chi , come me , deplora anch ' esso quelle concessioni , e pur non vorrebbe che gli accadesse come altra volta , quando , accorso a impedire la rovina della sua riforma scolastica , della quale il fascismo si era disinteressato , e riuscito a salvarla , vide poco dopo , con grande suo stupore , quella riforma stessa decorata col nome della « più fascistica delle riforme » ! Ma valga il vero e valga il bene della scuola e della patria : valgano sopra ogni considerazione di persone e di partiti . L ' esame di Stato fu una necessità sentita da quanti presero a cuore le sorti della scuola italiana , e accettata e propugnata in tempi nei quali il fascismo non era apparso neppure di lontano . E il primo presidente di Consiglio che lo incluse in un programma di governo fu l ' on . Giolitti ; e il primo ministro dell ' Istruzione , che lo concretò in un disegno di legge , presentato alla Camera , fu il ministro di quel gabinetto ; e il primo partito politico che lo mise tra le sue richieste , fu il Partito popolare . Mi sembra , dunque , che i legami tra quella riforma ed il fascismo non sieno troppo intrinseci . Comunque , se essi sieno intrinseci o estrinseci , stretti o larghi , essenziali o accidentali , è cosa di cui lasceremo disputare il Gentile coi suoi nuovi amici e sbrigarsela tra loro . A me , come ad altri , spetta ora il dovere di formulare la richiesta , e di esprimere la speranza : che l ' on . Fedele non dia attuazione al proposito , da lui manifestato alla Camera , di permettere una terza sessione di esami : cosa veramente scandalosa e di pessimo effetto . Posto il principio animatore dell ' esame di Stato , ci sarebbe da dubitare perfino se sia consentanea la seconda sessione : figurarsi una terza ! La concessione , alla quale l ' on . Fedele è disposto , segnerebbe l ' inizio della fine della riforma e il più o meno lento ritorno all ' antico . Su ciò , non conviene farsi illusioni . E questo , fascisti o non fascisti , dovrebbero deprecare e impedire . Mi abbia ecc .