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LA COMMEMORAZIONE DI FRANCESCO DE SANCTIS ( CROCE BENEDETTO , 1926 )
StampaQuotidiana ,
Si è inaugurato in questo giorno al Pincio un busto marmoreo del De Sanctis ; e si sono recitati discorsi , tra i quali quello del Torraca , affettuoso e memore scolaro di tanto maestro . Alla gente che ora impera , ai giovani che le stanno attorno , il De Sanctis , ora , purtroppo , non dice nulla . Lo conoscono appena di nome , ignorano i suoi scritti e le sue opere ; e , se queste si mettessero loro dinanzi , non ne vorrebbero sapere . Ce ne vorrà perché l ' Italia riaccolga nel suo cuore uomini come Francesco de Sanctis e Giosue Carducci , e tragga dal loro esempio vigore pei suoi sentimenti e per la sua vita civile e politica . Ai pochi che non hanno bisogno di ricollocarli nelle loro anime perché vi sono stati sempre , e ora più vivi e più cari che non nel passato , consiglierei di commemorare in questo giorno il De Sanctis , rileggendo non particolarmente le sue pagine di critica e storia letteraria ( quantunque , a dir vero , egli non fu mai un mero letterato e critico ) , ma i suoi scritti politici e i suoi discorsi , dei quali io detti anni addietro una larga scelta , e soprattutto la serie degli articoli politici che pubblicò nel Diritto tra il 1877 e il 1878 , e che si trovano raccolti in volume dal Ferrarelli . Appartengono questi a un momento critico della vita italiana , quando , ottenuta l ' unità , ricongiunta Roma all ' Italia , venuti meno , perché attuati , gli ideali chiari e semplici del Risorgimento , l ' Italia parve smarrita , incapace di attendere al lavoro ordinato della vita di pace e di civile educazione e di progresso . L ' avvento della Sinistra al potere , che da molti era stato voluto e sentito come una scossa benefica alla giovane nazione , che , cercando nuove vie , prendeva a guida uomini nuovi ; quest ' avvento , al quale il De Sanctis aveva assai cooperato , si convertì presto in una delusione . La confusione degli spiriti , lo scetticismo , la fiacchezza , il materialismo , il fatalismo parvero accrescersi . Perché ? Fu allora che il De Sanctis , prima che uomo di partito , cittadino devoto e uomo di alto sentire , si accinse a un esame di coscienza , della coscienza nazionale , di cui ogni uomo degno soffre i travagli in sé stesso come della sua propria coscienza . Ma il valore di quegli scritti non è contingente , perché i problemi che ora si dibattono sono quelli che risorgono a ogni momento , e più gravi nei momenti gravi , e perché la conclusione a cui conducono , è quella , perpetua , che addita la salute nella fede , e perciò nella cultura , sola genitrice di fede schietta nei tempi moderni . E molte cose egli diceva allora che possono ripetersi ora , e talune prendono aspetto di sicure previsioni , che il corso dei fatti ha confermate . Donde quella depressa condizione dello spirito pubblico ? « Ci entra la vecchia Italia , l ' Italia della decadenza , che tutti ancora portiamo nelle ossa ; e ci entra la rivoluzione col suo sali e scendi , coi suoi sfrenati appetiti e i sùbiti guadagni ; e ci entra l ' accidia , e il disgusto dei buoni con quel loro quieto vivere e lasciar fare ; e ci entra pure una cultura superficiale e viziata , che ti dà della scienza conclusioni tanto più micidiali , quanto sono meno studiate e meno comprese le premesse . « Ci vuol poco a esser profeta . L ' Italia , se non ci si bada , cammina a gran passi verso il regno dei violenti e degli ignoranti , con tutte quelle conseguenze che insegna la storia , voglio dire con quella reazione della gente onesta , tanto poltrona e dormigliona nella sicurezza , quanto feroce e reazionaria nel pericolo . Così saremo dei buoni latini e vivremo nelle convulsioni periodiche » ( nel giornale il Diritto , 8 agosto 1877 ) . Non perdeva mai d ' occhio questo pericolo o possibilità della reazione . Al Bonghi , che , nello sdegno suscitato in Italia per l ' attentato del Passannante , aveva parlato della parte che nella preparazione d ' atti come quelli apportavano certe dottrine insegnate nelle scuole , il De Sanctis , ministro dell ' istruzione , rispondeva : « Signori deputati , la libertà della scienza , la libertà dell ' insegnamento , la libertà del pensiero , credetelo a me , non hanno niente a vedere in questa discussione . Io negherei l ' Italia se dovessi temere che venisse un giorno così infausto da poter mettere in pericolo conquiste , le quali rimontano a molti secoli , e che hanno i nostri più grandi scrittori a fautori : la libertà del pensiero . « Io non posso credere che l ' on . Bonghi voglia portare troppo innanzi quello che ha detto ora . Io non credo alla reazione ; ma , badiamo , le reazioni non si presentano con la loro faccia ; e , quando la prima volta la reazione ci viene a far visita , non dice : Io sono la Reazione . « Consultate un po ' le storie ; tutte le reazioni sono venute con questo linguaggio : che è necessaria la vera libertà , che bisogna ricostituire l ' ordine morale , che bisogna difendere la monarchia dalle minoranze . Sono questi i luoghi comuni ( ormai la storia la sappiamo tutti ) , sono questi i luoghi comuni , coi quali si affaccia la reazione » ( Atti parlamentari , Camera dei Deputati , 10 dicembre 1878 ) . Scriveva sullo stesso argomento ; « L ' Italia è nazione parlamentare nelle istituzioni , ma non ancora nel carattere , nelle abitudini , nell ' educazione . Il bello edificio è sovrapposto a una base guasta da secoli . Perciò le nostre istituzioni , ancora così giovani , danno i frutti della decadenza . La politica è trattata come un mestiere da cui si lucrano onori e guadagni , e i buoni si disgustano e i ribaldi si fanno innanzi . E , quello che è peggio , questi fatti si trovano naturali e sono stimati effetti delle stesse istituzioni parlamentari e si ride di quelli che ne pigliano scandalo . Quelle istituzioni che noi credevamo panacea miracolosa a tutte le corruzioni dei governi dispotici , ora siamo a questo ch ' elle sono tenute causa promotrice di tutte le corruzioni . E quando un grosso scandalo succede , sento dire : Che volete ? è la conseguenza naturale delle istituzioni parlamentari . Al contrario , io ho la ferma convinzione che queste istituzioni , se non possono fare i miracoli che noi ce ne attendevamo , sono altamente moralizzatrici , quando siano praticate con sincerità e nel loro spirito . Le lotte parlamentari creano i caratteri , infondono coraggio e iniziativa , producono un grande sviluppo di forze , e la forza è la base della moralità : di bontà negative e passive non so che farmene . Se il paese è fiacco , abbiamo il monopolio politico dei più sfrontati e dei meno capaci ; la forza ristretta in pochi è disordine sociale e corruzione . Ma il nostro paese non è fiacco , è troppo paziente , troppo longanime . Viene il giorno della collera , quando non se ne può più , e la misura è colma e io temo quei rimedi tardivi e violenti che si chiamano reazione , e per fin di bene fanno molto male . Voglio la resistenza giorno per giorno , ciò che è difficile , ma che è pur necessario ... » ( nel Diritto , 9-10 settembre 1877 ) . Queste e altre cose sono da rileggere e meditare negli scritti politici del De Sanctis , ancorché la rilettura sia per darci un senso di mortificazione e di rimorso , dimostrandoci che fummo poco cauti e non bene ascoltammo le voci ammonitrici di uomini nei quali era viva la coscienza dei pericoli intrinseci alla società italiana , da essi portata a vita di libertà . Ma le generazioni , come gl ' individui , imparano di solito a proprie spese ; e solo lentamente , e dopo molti strappi dolorosi e restituzioni faticose , si forma in un popolo la tradizione storica , atta a sorreggerlo .