StampaQuotidiana ,
«
Per
vivere
amichevolmente
con
questa
Germania
,
bisogna
che
stia
ferma
alla
frontiera
austriaca
.
Ecco
una
prima
cosa
da
dire
,
fascisticamente
,
dopo
la
vittoria
di
Hindenburg
»
.
Queste
parole
concludevano
,
circa
un
mese
fa
,
il
commento
alla
elezione
di
Hindenburg
a
Presidente
dei
Reich
.
Erano
dettate
da
un
convincimento
non
nuovo
,
ma
affermato
fin
dalla
Conferenza
di
Parigi
,
quando
troppa
sordità
,
troppa
ostilità
,
troppa
indifferenza
,
troppa
infatuazione
vilsoniana
,
riducevano
in
pochissimi
la
visione
di
una
politica
centroeuropea
,
necessaria
all
'
Italia
.
Erano
suggerite
dalla
persuasione
che
il
problema
fosse
non
più
ignorabile
,
ma
di
primo
piano
per
la
nostra
politica
,
che
ha
già
sofferto
di
errori
,
di
colpe
e
di
sopraffazioni
altrui
nella
questione
austriaca
.
Erano
il
richiamo
ad
un
problema
concreto
,
oltre
le
solite
considerazioni
generiche
sulla
elezione
del
vecchio
Maresciallo
.
Ecco
che
oggi
le
dichiarazioni
di
Mussolini
in
Senato
;
i
commenti
della
stampa
germanica
;
il
discorso
del
Presidente
del
Reichstag
,
Loebe
,
al
Congresso
di
Dortmund
,
che
già
ieri
abbiamo
notato
,
e
altre
manifestazioni
in
Austria
,
attestano
come
la
questione
austriaca
sia
oggi
al
nodo
della
politica
centroeuropea
.
Non
intendiamo
affatto
partecipare
al
gran
clamore
verbale
,
che
le
dichiarazioni
di
Mussolini
hanno
sollevato
di
là
dal
Brennero
;
e
non
deploriamo
nemmeno
questo
clamore
,
se
esso
debba
giovare
ad
eliminare
equivoci
,
specialmente
l
'
equivoco
che
faceva
considerare
l
'
Italia
indifferente
,
agnostica
,
nella
questione
austriaca
.
Abbiamo
detto
e
ripetiamo
che
,
prima
di
essere
di
interesse
cecoslovacco
o
jugoslavo
o
francese
,
la
questione
austriaca
è
di
interesse
italiano
.
Questo
sembra
abbia
sorpreso
in
Germania
e
in
Austria
,
dove
si
rimettevano
ai
tristi
precedenti
di
una
politica
assurda
e
cieca
,
che
ebbe
il
suo
tipico
episodio
di
autodiffamazione
nelle
mostruose
accuse
rivolte
alla
Missione
Segre
,
che
aveva
dato
all
'
Austria
i
primi
generosissimi
aiuti
dell
'
Italia
;
e
che
ebbe
la
sua
catastrofe
diplomatica
quando
,
sulla
facile
rinunzia
ottenuta
dall
'
Italia
della
quota
di
riparazioni
dovuta
dall
'
Austria
si
organizzò
la
sostituzione
della
Società
delle
Nazioni
in
quella
politica
di
controllo
dell
'
Austria
,
che
spettava
di
diritto
all
'
Italia
.
Ebbene
quei
precedenti
non
si
ripeteranno
più
.
E
l
'
Italia
non
intende
lasciare
alla
Francia
e
alla
Piccola
Intesa
il
compito
di
interpretare
politicamente
gli
articoli
80
del
Trattato
di
Versailles
e
88
del
Trattato
di
San
Germano
,
per
i
quali
la
Repubblica
austriaca
non
può
mutare
il
suo
assetto
statale
,
quale
sarebbe
l
'
unione
con
la
Germania
,
senza
il
consenso
del
Consiglio
della
Società
delle
Nazioni
.
E
poiché
l
'
articolo
5
del
Patto
stabilisce
che
le
deliberazioni
del
Consiglio
per
essere
valide
debbono
essere
prese
all
'
unanimità
,
la
volontà
dell
'
Italia
ha
valore
decisivo
.
E
poiché
la
Francia
è
anch
'
essa
ostile
a
qualsiasi
unione
e
anche
in
Inghilterra
i
commenti
,
pure
ufficiosi
,
sono
stati
favorevoli
alla
tesi
enunciata
da
Mussolini
,
il
discorso
del
socialista
Loebe
,
presidente
del
Reichstag
,
in
pieno
accordo
con
le
direttive
pangermaniste
(
la
Germania
è
Germania
e
la
Germania
socialdemocratica
meritevole
di
tutti
i
favori
è
una
invenzione
nittiana
)
e
in
contestazione
di
Mussolini
,
cui
ha
preteso
di
rimproverare
l
'
ignoranza
dei
trattati
,
è
invece
esso
un
documento
di
voluta
ignoranza
e
di
insolenza
,
tipiche
della
mentalità
germanica
,
quando
è
spronata
dallo
spirito
aggressivo
.
E
,
lasciando
da
parte
un
esame
più
particolare
della
questione
austriaca
,
questo
dobbiamo
oggi
porre
in
chiaro
,
anche
per
coloro
che
,
afflitti
oppur
no
dall
'
imbecillità
socialdemocratica
,
hanno
creduto
di
affermare
una
direttiva
italiana
di
politica
nell
'
intenerimento
del
dopoguerra
per
la
povera
Germania
:
e
cioè
lo
spirito
aggressivo
di
questo
orientamento
che
la
politica
germanica
sembra
prendere
,
dopo
l
'
elezione
di
Hindenburg
.
Non
è
la
prima
volta
che
alla
germanofilia
smaccata
degli
ex
-
neutralisti
e
dei
socialdemocratrici
pentiti
della
francofilia
e
sempre
in
cerca
di
una
nuova
servitù
per
lo
straniero
,
si
sia
risposto
in
Germania
,
assumendo
in
proprio
,
brutalmente
,
la
propaganda
per
la
rivendicazione
dell
'
Alto
Adige
.
Oggi
le
dichiarazioni
violente
per
l
'
unione
con
l
'
Austria
non
si
scompagnano
affatto
da
questa
propaganda
.
Queste
constatazioni
debbono
esser
fatte
non
per
incitare
i
mutamenti
irrequieti
di
condotta
politica
,
ma
per
ripetere
ancora
una
volta
l
'
indispensabile
pedagogia
di
cui
hanno
bisogno
gli
italiani
,
sempre
corrivi
ad
interpretazioni
della
politica
internazionale
,
false
,
deformate
da
ideologie
che
sbandano
ora
a
favore
di
questo
ora
a
favore
di
quello
straniero
,
e
che
bisogna
fermamente
ripudiare
per
costituire
oltre
che
una
visione
,
un
sentimento
di
politica
italiana
.
Solidamente
italiana
.
E
nel
sentimento
di
una
politica
italiana
verso
la
Germania
,
non
deve
mai
mancare
la
comprensione
che
la
Germania
è
una
tipica
espressione
di
razza
,
che
non
c
'
è
troppo
da
ingannarsi
sulle
divergenze
dei
suoi
partiti
,
e
che
in
Germania
difetta
una
valutazione
precisa
del
fattore
Italia
,
come
fattore
europeo
.
Questa
comprensione
significa
anche
che
la
Germania
commette
facilmente
errori
grossolani
di
politica
,
e
che
l
'
errore
della
svalutazione
italiana
prima
della
grande
guerra
è
stato
meritatamente
uno
dei
motivi
di
sconfitta
della
Germania
.
Oggi
,
in
un
momento
veramente
significativo
della
politica
europea
e
della
vita
interna
della
Germania
,
ecco
che
la
grossolanità
massiccia
di
questo
popolo
che
ha
virtù
e
difetti
moltiplicati
al
cubo
,
si
orienta
,
con
una
scelta
poco
persuasiva
,
verso
il
mezzogiorno
,
verso
l
'
Austria
e
l
'
Italia
,
per
porre
un
problema
di
primo
piano
,
da
aggiungere
a
quello
della
frontiera
occidentale
e
della
frontiera
orientale
.
Dove
sia
la
coscienza
e
la
misura
in
questa
politica
nessuno
può
comprendere
.
Questo
è
certo
.
Che
l
'
Italia
non
è
più
quella
che
soffrì
soggezioni
nella
Triplice
.
un
'
altra
Italia
,
in
un
'
altra
Europa
.
Se
anche
questa
volta
la
Germania
non
capisce
,
vuol
dire
che
nemmeno
l
'
ultima
dura
pedagogia
le
ha
giovato
.
Ecco
quanto
si
deduce
dalla
pessima
sfuriata
del
socialista
Loebe
,
Presidente
dei
Reichstag
.