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LO STATO E I SINDACATI PROFESSIONALI ( MOSCA GAETANO , 1925 )
StampaQuotidiana ,
La prima origine della importanza assunta dai sindacati professionali si deve ricercare nello sviluppo della grande industria , che , rendendo necessaria la riunione di un gran numero di lavoratori nella stessa fabbrica , ha reso loro più facile di associarsi per la tutela dei comuni interessi . Ma , oltre a questo fattore , ve n ' è un altro sul quale non è superfluo di richiamare ancora una volta l ' attenzione del pubblico e dei governanti . Questo fattore consiste , come ho già fin dal 1907 accennato nelle colonne del « Corriere » , in quella trasformazione che , sopra tutto nelle regioni dove prevale la civiltà europea , hanno subito le economie nazionali e private in seguito alla larga applicazione delle scoperte per le quali sarà sempre segnalato nella storia il secolo decimonono . Per citare alcuni esempi , è certo che l ' adozione del gas per l ' illuminazione e le cucine del vapore per le ferrovie e le navi , della luce elettrica per l ' illuminazione e della forza elettrica per i trams , ha profondamente modificato , sopra tutto nelle grandi città il nostro tenore di vita creando nuovi bisogni , sviluppando quelli vecchi e cambiando radicalmente i mezzi con i quali soddisfiamo i nuovi ed i vecchi . Fino ad un secolo fa chi doveva viaggiare , quando non voleva servirsi delle regie poste di cavalli , lo poteva fare con una carrozza propria o con quella che affittava presso uno dei tanti intrapenditori di trasporti , ed i viaggi brevi la povera gente li faceva a piedi o pigiata in scomodissimi carri . Oggi i ricchi vanno in prima classe , i poveri in terza , ma tutti fanno uso della ferrovia , senza la quale riuscirebbe impossibile l ' approvvigionamento di quasi tutti i grandi centri della popolosa Europa occidentale . Quaranta o cinquanta anni addietro ognuno comprava dal bottegaio più vicino l ' olio od il petrolio per l ' illuminazione ed il carbone per cuocere le vivande , oggi quasi dappertutto sono rare le case nelle quali non vi sia l ' impianto per la luce elettrica ed è molto diffuso per le cucine l ' uso del gas . Nello stesso tempo lo sviluppo preso dalle grandi città ha reso indispensabile l ' uso del tram elettrico e la navigazione a vapore ha sostituito quasi intieramente l ' antico bastimento a vela ed ha fatto sì che un numero relativamente piccolo di grandi compagnie di navigazione abbia concentrato in sé quasi tutta l ' industria dei trasporti marittimi tanto per quel che riguarda i viaggiatori che per le merci . Ora tutto ciò non è avvenuto senza che una profonda modificazione si sia introdotta nel meccanismo degli scambi tanto di derrate che di servizi . All ' antica forma di scambio , che lasciava all ' individuo che cercava la merce od il servizio la libera scelta dell ' individuo coattivo fra tutti gli individui , che hanno bisogno di quel dato servizio o di quella data merce , e la classe , organizzata od organizzabile , che sola li può offrire . E ciò fa sì che ogni classe di lavoratori che ha il monopolio di un servizio necessario o di una merce indispensabile , come sarebbe ad esempio il carbon fossile , può , incrociando semplicemente le braccia , mettere la società intiera in grandissimo imbarazzo . Infatti si sa da tutti che , nelle grandi città d ' Europa e d ' America , la vita diventerebbe molto difficile se per un mese soltanto le ferrovie , i tram e le officine del gas e della luce elettrica cessassero di funzionare e si sa pure che qualche grande nazione , come ad esempio la potentissima Inghilterra , non potrebbe materialmente più vivere se per tre o quattro mesi s ' interrompessero le linee di navigazione che la congiungono col resto del mondo o se si chiudessero le sue miniere di carbone . Non può destar maraviglia che le varie classi di lavoratori , le quali hanno il monopolio uno dei servizi accennati o della produzione di una delle derrate indispensabili , abbiano compreso quanto sia potente l ' arma che hanno nelle mani ; ed abbiamo visto testé in Inghilterra una di queste classi spalleggiata da altre , costringere il Governo a concedere notevoli vantaggi pecuniarii ai propri membri con grave sacrificio della pubblica finanza . Avendo in mano mezzi d ' influenza sociale così efficaci come quelli che ho accennate , è quasi naturale che i sindacati tentino di servirsene per fare pressione sui pubblici poteri . Siamo quindi davanti ad uno stato di cose che non è più lecito d ' ignorare o trascurare ed è anzi necessario che non solo i governanti , ma anche tutti coloro che s ' interessano all ' avvenire del proprio paese , si rendano perfettamente conto della gravità della quistione , perché l ' impreparazione od una preparazione incompleta potrebbe condurci a qualche passo falso al quale poi sarebbe molto difficile di rimediare . Or i problemi che oggi presenta la grave e complessa questione relativa alla condotta che lo Stato , nei paesi retti col sistema rappresentativo dovrebbe tenere rispetto ai sindacati dei lavoratori , possono ridursi a quattro : Il primo concerne il riconoscimento ufficiale dei sindacati , concedendo loro la personalità giuridica . Il secondo è quello relativo alla unità od alla molteplicità dei sindacati fra i lavoratori addetti ad un determinato servizio o alla produzione di una determinata derrata . Il terzo riguarda l ' obbligatorietà della inscrizione ad un sindacato di tutti i lavoratori che esercitano la stessa professione o lo stesso mestiere . Ed il quarto finalmente , consiste nell ' esame della convenienza o no di concedere ai rappresentanti speciali dei sindacati di entrare nelle assemblee che esercitano il potere legislativo . Ognuno di questi problemi è così vasto e complesso che potrebbe essere svolto in un articolo a parte ; mi limiterò quindi ad accennare i criteri fondamentali , seguendo e sviluppando i quali si potrebbe arrivare ad una soddisfacente soluzione . Ed in primo luogo crederci necessario , od almeno opportuno , di concedere il riconoscimento legale e la personalità giuridica a tutti quei sindacati che la chiedessero , preferibilmente subordinando la concessione alla dimostrazione di possedere un certo patrimonio investito sia in immobili che in titoli di Stato o in depositi presso le Casse di risparmio . In questo modo si accrescerebbe il senso della responsabilità nei dirigenti dei sindacati e la prudenza nei loro seguaci , e si avrebbe una seria garanzia nei casi di inadempimento di uno di quei contratti collettivi di lavoro che ora cominciano a diventare frequenti . In secondo luogo non troverei nessuna ragione per ostacolare o non riconoscere la molteplicità dei sindacati fra gli esercenti della stessa professione o del medesimo mestiere . Si obbietterà che in questo modo si avranno , come si sono avuti , dei sindacati di partito , composti cioè da coloro che seguono un dato indirizzo politico . Ma bisogna riflettere che è impossibile di escludere la politica dal movimento sindacale perché esso necessariamente mirerà sempre a far pressione sulla società , e quindi sullo Stato che ne rappresenta e tutela gli interessi , per aumentare i benefizi delle classi sindacate . Date queste condizioni , è preferibile che la pressione sia possibilmente suddivisa , anziché affidata ad un solo organismo . Tanto più che alle volte gli interessi e le vedute proprie di un dato partito possono temperare la soverchia vivacità degli interessi professionali . Non ammetterei poi in niun modo e con nessun temperamento una riforma che , abolendo una delle migliori conquiste della Rivoluzione francese , cioè la libertà di lavoro , imponesse il sindacato obbligatorio ; ossia rendesse necessaria l ' inscrizione in una associazione sindacale per potere esercitare un dato mestiere . Lo Stato mancherebbe ad uno dei suoi precisi doveri , che consiste nel tutelare l ' individuo contro ogni forma di coazione privata , se permettesse che la sussistenza di un uomo o di una famiglia restasse in balia dei dirigenti di un ' associazione la quale potrebbe ammettere o non ammettere nel proprio seno i postulanti , e potrebbe espellere tutti coloro che riputasse per una ragione qualsiasi indesiderabili condannandoli a non potere più fare uso delle proprie braccia e della propria capacità . Se ciò avvenisse sarebbe il principio dello sfacelo delle istituzioni politiche e sociali presenti . Poiché il monopolio dei sindacati non avrebbe più alcun freno ed i loro capi , sicuri ormai della ferrea disciplina dei seguaci , potrebbero trattare da pari a pari coi rappresentanti dello Stato come i baroni del Medio Evo trattavano con i Re . Né meno grave si presenta l ' ultima questione , ossia quella relativa alla rappresentanza politica dei sindacati . Se i membri di essi ne fossero oggi privi si potrebbe affermare che è cattiva politica il negare ad una nuova forza sociale ogni partecipazione ai poteri sovrani , ma , dove si è già adottato il suffragio universale , gli ascritti ai sindacati sono già elettori , e se votano compatti , come è presumibile , essi , anche con la rappresentanza individuale ora in vigore , possono potentemente influire sull ' assemblea elettiva ; giacché non vi è candidato né partito politico che non sentano l ' influenza di un gruppo elettorale numeroso e disciplinato e perciò capace di fare traboccare la bilancia in loro favore . Accoppiando la rappresentanza di classe a quella individuale nelle assemblee legislative si darebbe da un lato un ' arma efficacisSima ai sindacati , poiché i loro rappresentanti avrebbero il mandato imperativo di tutelare gli interessi sindacali , senza assicurare l ' indipendenza degli elementi scelti col vecchio sistema individuale , che dovrebbero avere la missione di tutelare quelli della collettività . Ed è perciò che se si vorrà in Italia dare ad ogni costo una rappresentanza politica ai sindacati sarebbe meno male l ' aggregare questa rappresentanza al Senato , avendo cura che essa non ne formi la maggioranza , anziché alla Camera elettiva . I senatori infatti sono nominati a vita e non hanno quindi da temere per la loro rielezione . È stato di recente pubblicato un libro del professore Gaspare Ambrosini sui sindacati , i consigli tecnici ed i Parlamentari politici . Sarebbe opportuno che esso fosse letto e meditato nel momento attuale . In sostanza l ' Ambrosini fa uno studio sulle costituzioni più recenti e dimostra che finora in nessun paese i sindacati hanno potuto ottenere una partecipazione legale ai poteri sovrani . In Germania la nuova costituzione stabilisce la formazione di un consiglio economico , formato dai rappresentanti dei sindacati dei padroni e degli operai , ma esso ha solo funzioni consultive ed inoltre ha facoltà di proporre al Reichstag disegni di legge solo sulle quistioni riguardanti la legislazione del lavoro . Nella stessa Russia bolscevica i Soviet non sono nominati dai sindacati ma dalle altre categorie di lavoratori , che sono le sole che colà sono riguardate come tali , cioè gli operai della città , i contadini ed i soldati . Ma l ' Ambrosini si affretta ad aggiungere che praticamente i Soviet sono un ' emanazione del partito comunista , che è la sola organizzazione politica la quale effettivamente governi nell ' antico impero degli Czar . Nel 1919 i sindacati russi avevano richiesto di essere riconosciuti come organi economici dello Stato , ma Lenin allora cercò di rimandare ogni decisione e nel marzo del 1921 fece approvare dal decimo congresso del partito comunista una mozione in base alla quale si stabiliva che sarebbe stato un errore politico la trasformazione rapida dei sindacati in organi dello Stato e che essi per ora dovevano limitarsi ad essere scuole di comunismo . Se ora per ciò in Italia si concederà la partecipazione dei rappresentanti dei sindacati allo assemblee politiche , il nostro paese sarebbe il primo ad attuare una riforma capace di cambiare profondamente l ' organizzazione dei pubblici poteri e della quale gravi potrebbero essere le conseguenze in un non lontano avvenire . E ciò da una parte potrebbe essere un onore , ma potrebbe anche costituire un grave pericolo . Io credo infatti che se i sindacati riuscissero ad assumere il potere legislativo , o ad esercitare una pressione abbastanza forte sopra di esso , gli interessi delle singole classi prevarrebbero su quelli della collettività e si avrebbe in sostanza la rivolta delle membra contro lo stomaco e soprattutto contro il cervello . La plebe di Roma antica dié prova di un gran senno politico quando comprese il significato dell ' apologo di Menenio Agrippa ; ne avrebbero altrettanto i nostri sindacati operai ? È lecito dubitarne finché la mentalità odierna delle nostre classi lavoratrici non sarà modificata , finché i loro intelletti non saranno « realmente » sgombrati da una dottrina che è stata ormai da più di mezzo secolo ad essi inculcata ; secondo la quale la produzione economica sarebbe dovuta all ' opera « esclusiva » di coloro che corrono a crearla col loro lavoro manuale .