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Gli operai della Fonderia Oretea e dello Scalo di Alaggio , come di consueto , stamane si erano recati al lavoro , quando tra di loro si sparse la notizia , ieri pubblicatasi da qualche giornale , che , nella nuova ripartizione dei fondi del ministero della marina e dell ' industria navale statale e privata , sarebbe stata trascurata la Sicilia . Tale notizia circolando e ingrandendosi di bocca in bocca , provocò una giusta esasperazione nell ' animo degli operai , i quali , smessa la giubba di lavoro che avevano allora indossato , si vestirono e lasciarono le officine e , col proposito di scioperare e di dimostrare , si diedero appuntamento per le ore 9 al Foro Italico , presso Porta Felice . Ivi furono raggiunti dal direttore della Fonderia cav . ing . Torrente il quale lesse loro dei telegrammi del presidente dei ministri on . Zanardelli , del ministro dell ' interno on . Giolitti , e di quello della marina on . Morin , in cui si diceva che poiché i lavori che la marina ha in corso di fornitura presso l ' industria privata consistono principalmente in corazze , cannoni e macchine motrici per navi , tali lavori non potevano commettersi in Sicilia perché non vi esistevano stabilimenti per l ' esecuzione di essi . Gli operai , non ascoltando agli incitamenti alla calma loro fatti dal cav . Torrente e dall ' ispettore Marzullo , in preda a viva agitazione , finirono per irrompere clamorosamente in massa nel corso Vittorio Emanuele . Accorsa la pubblica sicurezza furono suonati gli squilli di tromba e caricati i dimostranti , ma inutilmente , giacché gli operai , essendo in numero di molto maggiore , sopraffecero la forza e proseguirono la loro marcia dirigendosi verso la Piazza Pretoria . Dal municipio viene quindi per telefono avvertita la questura che i dimostranti si vanno riunendo sotto il palazzo municipale e tosto vien mandata colà una buona parte della forza con numerosi funzionari , ma già la folla ha invaso ed occupato tutta la piazza del Municipio e mentre gli agenti e i carabinieri si dispongono in guisa da circondare i dimostranti , sopraggiunge l ' on . avv . Di Stefano con i presidenti delle otto società operaie del mandamento Molo , che viene accolto da fragorosi applausi . Da una finestra degli uffici di Stato Civile , ottenuto un po ’ di silenzio , fa un breve discorso , interrotto spesso dalle grida dei dimostranti . Egli ricorda che se il precedente ministero non fosse caduto , si sarebbe ottenuta a quest ' ora , dietro le pratiche fatte , una legge per la quale gli operai marittimi della nostra città avrebbero avuto pane e lavoro . Però la Camera fra qualche giorno si riaprirà , e il progetto di legge , dal quale si ripromettono i dovuti benefizi , sarà senza fallo presentato e discusso . L ' oratore finisce raccomandando agli operai di mantenersi calmi , di attendere ancora un po ’ , giacché tanta pazienza hanno finora dimostrato , ed annunziando che lunedì prossimo egli partirà per Roma con una commissione di operai , per ottenere dal ministro dei lavori pubblici e da quello della marina , in via d ' urgenza , qualche lavoro nel quale possano essere occupati il maggior numero degli operai .