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UN RAPPORTO DI STALIN SUL COMUNISMO ( GONELLA GUIDO , 1937 )
StampaQuotidiana ,
La relazione presentata da Stalin all ' Assemblea plenaria del Comitato Centrale del Partito comunista riunito a Mosca il 3 marzo viene solo ora pubblicata dalla stampa ufficiale sovietica . Le parole del dittatore rosso sono autorevole fonte per giudicare quali siano i propositi della nuova politica sovietica sia interna che estera dopo la promulgazione del nuovo ordinamento costituzionale dello scorso dicembre , ordinamento che ora si va progressivamente attuando . La relazione di Stalin , alla quale non manca la solita prolissità della verbosa eloquenza sovietica , ha soprattutto la preoccupazione , o presunzione , di mettere le cose in chiaro a proposito dei recenti processi e della ferocia con la quale si è proceduto contro la vecchia guardia leninista la quale è stata spazzata via dalla nuova ondata di terrore staliniano . Nel groviglio delle notizie contraddittorie e tendenziose è bene ascoltare la voce che viene dal Kremlino , poiché nelle stesse parole di Stalin vi è già una denuncia della miseria morale del sistema trionfante . Lo spettro interno , il grande e spaventoso spettro del bolscevismo ufficiale , è stato ed è il « trotzkismo » . È opportuno tener presente il duplice senso che ha il termine « trotzkismo » . Anzitutto significa una dottrina rivoluzionaria , la dottrina rivoluzionaria della IV Internazionale che sostiene la necessità della diffusione del comunismo e la necessità della rivoluzione mondiale come condizione del consolidamento del sistema interno del comunismo russo ( questa teoria è in contrasto con quella staliniana che inverte i termini ponendo in primo piano il consolidamento del sistema comunista in Russia ) . In secondo luogo per « trotzkismo » si intende il nemico interiore , il nemico che il comunismo esprime dal suo stesso seno , diversamente dal nemico esteriore definito sinteticamente « fascismo » . La relazione di Stalin è particolarmente espressiva nel dipingere a chiare tinte questo nemico interiore che il Kremlino potrà chiamare anche « trotzkismo » ma che noi chiamiamo quintessenza del sistema politico e del costume morale sovietico . Stalin ci racconta che questi comunisti non ortodossi esercitavano prevalentemente la loro attività in combutta con elementi dello spionaggio straniero penetrando con la loro azione corrosiva nelle « organizzazioni base » dello Stato . Sulle spalle di questi cosiddetti sabotatori si caricano le accuse delle peggiori immoralità pubbliche e private , e Stalin conclude definendo questa gente « una banda di sabotatori senza princìpi , di spioni e di assassini » . Di fronte a queste definizioni si possono porre vari interrogativi . Anzitutto , quale è il regime dal cui ambiente i sabotatori , gli spioni , gli assassini escono in così ricca schiera ? Si tratta forse dell ' immancabile zavorra di ogni regime ? Per rispondere a questa domanda bisogna ricordare che , escluso Stalin , tutti coloro che Lenin ha nel suo testamento espressamente nominati come suoi eredi spirituali ( se di spirito si può parlare ) , proprio tutti costoro sono stati o giustiziati o banditi . Quindi i sabotatori , gli spioni e gli assassini sono appunto la quintessenza del leninismo . Tutto ciò era ben noto al mondo ; ma la definizione staliniana è una conferma troppo autorevole per non esser archiviata . Quale fu la causa di questa corrosione interiore esercitata perfino nelle organizzazioni - base ? Stalin risponde : « I nostri camerati , nel corso degli ultimi anni , sono stati interamente assorbiti dal lavoro economico . Offuscati dai successi ottenuti sul terreno economico , sono arrivati a considerare come secondarie , poco importanti le altre questioni che sono invece essenziali » . Evidentemente si tratta di mascherare con palliativi le ragioni vere del disordine , cioè la crisi del sistema che si allarga ed ingigantisce malgrado il terrorismo , malgrado la vasta rete delle organizzazioni poliziesche che sono costituite da camerati non certo « assorbiti dal lavoro economico » . Per ridare ossigeno all ' organizzazione del partito , che è in crisi sia per ciò che riguarda i principi come per ciò che riguarda la pratica , Stalin propone un nuovo sistema di formazione dei dirigenti e di organizzazione dei quadri mediante rigorose selezioni per l ' avanzamento dei lavoratori nel rango dirigenti . Ciò si impone specialmente in vista delle prossime elezioni nelle quali la vantata libertà elettorale dovrà essere arginata dall ' azione del partito . Stalin riafferma con particolare vigore la necessità di tener fede al principio della lotta di classe . Ciò può servire in modo particolare a coloro che si illudono ritenendo possibile un miglioramento del sistema sovietico , coloro i quali , come affermava il Santo Padre nella sua enciclica , « riferendosi a certi cambiamenti introdotti recentemente nella legislazione sovietica ne concludono che il comunismo sia per abbandonare il suo programma di lotta contro Dio » . « Procurate , Venerabili Fratelli aggiungeva il Santo Padre che i fedeli non si lascino ingannare . Il comunismo è intrinsecamente perverso » . A proposito della lotta di classe che si poteva ritenere almeno assopita con la dittatura del proletariato , Stalin dice : « È necessario combattere e rigettare la teoria cattiva secondo la quale , a misura che avanziamo , la lotta di classe dovrebbe per noi diminuire , la teoria cattiva secondo la quale a misura che aumentano i nostri successi dovrebbe diminuire la resistenza dei nostri nemici : al contrario , più avanziamo più otterremo successo e più i resti delle classi che abbiamo vinte si eserciteranno contro di noi » . Quindi , rinnovata insistenza nella lotta classista . Quanto alla politica estera il rapporto di Stalin dice ben poco . Invece è espressiva la rimozione avvenuta negli ultimi giorni del sottosegretario agli Esteri Krestinskij il quale era fautore di una politica di avvicinamento alla Germania in contrasto con Litvinov che si mantiene favorevole al trattato franco - sovietico ed alla politica societaria . Il passaggio di Krestinskij ad altro dicastero è considerato come un rafforzamento delle direttive di Litvinov che , anche negli avvenimenti spagnoli , ha una politica prevalentemente interventista nelle cose occidentali .