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CONTRO IL NITTISMO ( - , 1921 )
StampaQuotidiana ,
Mentre il Governo abolisce il monopolio del caffè e i commenti degli economisti « del senno di poi » vengono a dire quello che noi da un pezzo sapevamo , e cioè che questo monopolio non solo non ha reso nulla allo Stato , ma si è risolto effettivamente nella perdita di qualche milione , l ' on . Nitti cui spetta la gloria di questi nefasti monopolistici , lotta nella nativa Lucania a riconquistarsi il pericolante favore degli elettori con tutti i lenocinii della sua consumata arte politica . Che un ex Presidente del Consiglio , meridionale per giunta , debba , a nemmeno un anno di distanza dall ' abbandono del potere , temere la sorte dell ' urna se non precisamente per sé , certo per i propri compagni di lista , è fenomeno nuovissimo nelle cronache politiche italiane ed è , soprattutto , gravemente dimostrativo nei confronti dell ' on . Nitti . A spiegarlo , non basta l ' accanimento degli avversari politici , anche se questi avversari politici abbiano la forza e l ' abilità dell ' on . Giolitti . Se la Basilicata che era il feudo politico di Francesco Nitti minaccia di abbandonarlo , oggi , vuol dire che tutto il sistema politico che nel nittismo si riassumeva , è condannato inesorabilmente ; vuol dire che la caratteristica che le imminenti elezioni vanno assumendo , è precisamente questa : « contro il nittismo » . Così considerato , l ' episodio dell ' accanimento che i nittiani portano nella lotta elettorale della Basilicata , diventa l ' esponente della situazione elettorale del Paese . Gli stessi blocchi nazionali , che cosa sono mai se non la difesa della Nazione fatta dalla Nazione stessa contro i pericoli mortali formati attraverso e grazie alla politica nittiana ? Basti osservare il nucleo centrale che dovunque li informa per convincersene . Questo nucleo è , dovunque , costituito dai nazionalisti e dai Fasci . Ora , che cosa sono i Nazional - Fascisti se non la reazione spontanea formatasi nell ' elemento più giovane , più ardito , più saldo del Paese contro quegli eccessi del socialismo degenerato in bolscevismo che avevano trovato in Francesco Saverio Nitti l ' avallante e il legittimatore ? È storia di ieri . Chi aveva permesso si formasse in Italia l ' ambiente donde scaturì l ' ultima Camera dei Misiano , dei Riba , degli Abbo , dei Giulietti , se non colui che aveva insultato alla guerra e ai suoi Martiri amnistiando i disertori , che aveva svalorizzato la vittoria prostituendo l ' Italia con tutte le rinunzie supinamente accettate ; lamentando , dal banco del Governo , in faccia al mondo intero , la miseria e la fame del Paese di contro ai pochi coraggiosi che osavano prospettare ed esaltare i diritti del sacrificio gloriosamente sostenuto ? Wilson diceva : « Fiume , no ! » e Nitti , senza nemmeno curarsi di vedere se dietro questo « no » ci fosse davvero il veto degli Americani o non soltanto quello della banca ebraica internazionale , rispondeva : « Sta bene , no » . Inghilterra e Francia , alle nostre legittime richieste perché ci fosse assegnata , nella ripartizione delle fonti di approvvigionamento di materie prime e di combustibile la parte che ci spettava , rispondevano : Dei bacini metalliferi , minerari , carboniferi ? che bisogno ne avete ? Pensiamo noi a darvi il carbone e a darvi i minerali . Anzi ve li portiamo in casa con le nostre stesse navi : che volete di più ? E Nitti , supino a ringraziare : Ma benissimo ; oh quanto siete generosi ! Qualcuno tentava bene di protestare , in Parlamento e nel Paese , ma Nitti aveva trovato la formula per far stare tutti zitti : Per carità ! mi volete rovinare ? Non sapete che l ' America non ci dà più né un soldo né un chicco di grano se non stiamo zitti e buoni ? Non sapete che abbiamo la fame alle porte ? la fame e la rivoluzione ? La rivoluzione minacciava davvero . Ma creata , o almeno , permessa da lui . Fu sotto di lui , lui consenziente , che la masnada bolscevica trovò le sue più spavalde audacie : esponente di tutti gli insulti quotidiani al tricolore , la quotidiana aggressione ai militari di qualunque grado e di qualunque arma . Fu sotto di lui , lui consenziente , che Enrico Malatesta rientrò in Italia e poté organizzare , fra uno sventolio di bandiere rosse , quel giro trionfale di propaganda comunista che trovò poi la sua eco quotidiana e stabile nella Umanità Nuova e , più tardi , il suo apogeo nelle bombe del Diana . Sotto di lui , infine , che gridare : Viva l ' esercito ! Viva l ' Italia ! fu considerato sedizione e l ' esporre il tricolore , provocazione delittuosa . Né meno grave di questa , politica e diretta , è la responsabilità di Francesco Nitti nello svolgimento della vita economica del Paese durante il suo avvento al potere . Nessuno dei problemi che erano imposti , e urgentemente , dalla necessità del riassetto e della ricostruzione , venne da lui risolto . Viceversa , si affermò attraverso due capisaldi economici ugualmente disastrosi : i monopoli e gli aggravi fiscali . Coi primi rovinava il commercio del Paese ; con l ' altro rovinava le industrie colpendole nel momento in cui esse dovevano superare la doppia crisi del passaggio dalla guerra alla pace e della intensificazione della produzione imposta , quest ' ultima , e dalla necessità di ridurre al minimo le importazioni dall ' estero e da quella di assicurare lavoro alla larga disponibilità di mano d ' opera che la cessazione della guerra gettava sul mercato . Fu in questo momento che il Nitti mentre da una parte liquidava la situazione delle industrie , nei rapporti con il Governo , con uomini che erano gli esponenti dei criterii e dei postulati dell ' alta banca internazionale escogitava dall ' altra il decreto sulla nominatività dei titoli che veniva a distogliere il capitale privato dall ' impiego in titoli industriali . Fu in questo momento che egli cedette al Giulietti , a prezzo vilissimo , i vapori per la costituzione di quella « Cooperativa Garibaldi » , che doveva essere non soltanto un termine di concorrenza sleale contro i piccoli armatori che costituiscono per tradizione la forza intima della Marina mercantile italiana , ma ancora e purtroppo , il seme del bolscevismo trasportato in seno della Federazione Marinara ed esaltato , attraverso la bandiera rossa comunista issata sull ' albero maestro dei vapori della Cooperativa . Prosperava l ' impresa Giulietti sotto le ali protettrici del Nitti , ma intanto rimanevano invece inascoltate le richieste , i memoriali , le esposizioni degli armatori , dei costruttori navali , degli uomini politici che prospettavano al Governo l ' urgenza di provvedimenti realmente efficaci a favore della marina mercantile , l ' urgenza , soprattutto , di dotare l ' Italia di un tonnellaggio adeguato ai nuovi bisogni della sua nuova vita . A tutte queste proposte e richieste , Nitti rispondeva portando Villa e De Vito al Ministero dei Trasporti e avallando i disastrosi decreti del primo e la statizzazione dei giacimenti ligniferi fatta dal secondo . Che un uomo della competenza dell ' onorevole Nitti in materia di economia statale passasse così di errore in errore in buona fede , è inammissibile . Nessuno potrà mai credere che egli non vedesse quale disastro rappresentassero per il Paese la sua negativa politica commerciale ; la sua coercitiva e paralizzante politica industriale ; la sua disastrosa politica dei trasporti ; la sua catastrofica politica degli approvvigionamenti ; la sua avida politica fiscale ; la sua criminosa politica demagogica ; infine , la sua concezione meramente opportunistica del potere per cui ogni fattore della vita nazionale diventava per lui soltanto strumento di dominio e non elemento da adoperare in armonia con gli altri per il bene comune . E allora ? E allora dobbiamo concludere che nel concetto dell ' on . Nitti , governare non significava più mettere le proprie forze al servizio del Paese , sibbene , asservire il Paese alla propria ambizione e le risorse del Paese al proprio particolare interesse politico . Questo il suo concetto ; questa la sua opera ; questo il suo delitto . Delitto ; ché , per giungere al proprio fine e per mantenere il potere ad ogni costo , egli non esitò a servirsi di ogni mezzo , anche di quelli che , come il bolscevismo accarezzato dal suo bisogno di crearsi un appoggio anche nella demagogia diventavano pericolo mortale per il Paese . Fosse venuta davvero la rivoluzione , egli avrebbe sfruttata anche questa . Ché , per la sua amoralità politica , ogni carta era buona in quel giuoco che per sventura nostra si chiamava Italia . Tutto stava nel gettarla in tempo sul tappeto . Questo , l ' uomo che per troppo tempo ha arrischiato nel calcolo delle probabilità del profitto suo personale la vita del Paese ; l ' uomo che pensa di poter riprendere il giuoco ; l ' uomo che , per rifarsi il prestigio perduto anche in quella non difficile terra che è la sua , va promettendo agli elettori della Lucania che nel novembre prossimo egli riavrà sicuramente il potere . Uva acerba , anche per la vecchia volpe di Muro Lucano . E speriamo che il blocco nazionale delle elezioni le impedisca per sempre di maturare . Nel fascio degli antichi littori , c ' era anche la scure !