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La Giunta Esecutiva dell ' « Associazione Nazionalista Italiana » ha lanciato il seguente manifesto al Paese : « Il nazionalismo italiano non improvvisa il suo programma e rifiuta di adattarsi ad un programma elettorale . Esso porta nella lotta delle " unioni nazionali " cui ha partecipato con disciplina italiana senza egoismi di partito , intatto il suo fervore , intatte le sue affermazioni di dottrina , continuata la sua azione politica , provata nei fatti la sua fede . Queste elezioni sono un revisione , una contrizione , una sconfessione per tutti tranne che per il nazionalismo . I socialisti , che pretendevano annientare la Nazione e la sua vittoria nell ' internazionalismo della Russia bolscevica , sono in contesa e si sconfessano a vicenda , sottomettendosi ipocritamente , dopo il tentato matricidio , alle supreme verità nazionali , alle sole verità , da noi soltanto tenacemente affermate contro tutte le loro negazioni , contro tutte le complici ideologie dell ' internazionale bianca , del vilsonismo e del liberalismo socialdemocratico . I partiti e i gruppi costituzionali che non avevano più osato , di fronte alla sopraffazione socialista , assumere la responsabilità della nostra guerra , quale è stata nella storia del conflitto europeo , e cioè un atto di volontà consapevole e decisa quale noi soli sempre lo abbiamo ricordato con giusto orgoglio agli Alleati e ai nemici ; che non osavano più esaltare la vittoria , quale è stata nella storia del conflitto , e cioè una vittoria soltanto italiana , di virtù e di sacrifizio italiani contro il potente secolare nemico , quale noi soli sempre abbiamo ricordato con giusto orgoglio e con gagliarda difesa agli Alleati ai nemici e a tutti coloro che in Italia la disertavano ; oggi , partiti e gruppi , dopo due anni di smarrimento e di sottomissione in cui avevano consentito perfino il tradimento di governo , compiuto da Nitti frenetico dilapidatore della vittoria , sono ricondotti , dallo spettacolo della viltà socialista , alla contrizione per tutti gli errori commessi . Massimo quello di non aver mantenuto la fede nell ' Italia , che noi custodimmo nel dileggio e nella derisione , quando perfino parve e fu sedizione la fede nell ' Italia e la fedeltà al grande Italiano , che la fede faceva azione , a Gabriele d ' Annunzio . Non v ' è partito , non v ' è uomo fuori degli autori della riscossa nazionale , da noi non improvvisata , ma annunciata sicura fin da quando incominciò la nostra opera , alla vigilia della guerra libica che non debba oggi domandare , in questa lotta , l ' indulgenza dell ' oblio su proprie responsabilità di deviazione o di smarrimento , se non addirittura su proprie colpe e su proprie gravi complicità antinazionali . Noi no . E questo diciamo con dolore , poiché tale verità che potrebbe essere vanità di partito è la nostra umiliazione di cittadini e di italiani . Non uno degli atti compiuti dopo la vittoria può oggi essere ricordato degno di questa , degno dello spirito e della chiaroveggenza con cui si doveva raccoglierne i frutti e affrontare la crisi mondiale del dopoguerra . Dalla patita sopraffazione degli Alleati che ci defraudava in Asia e in Africa e nella ripartizione economica della vittoria ( la quale soltanto quando ebbe bisogno del nostro aiuto decisivo fu chiamata comune ) a questo Trattato di Rapallo che , invano presentato dai rinunciatori come un atto di volontà , oggi non appare nemmeno un compromesso , ma soltanto un mostruoso abbandono alla brutalità jugoslava : dalla tentata diffamazione della guerra ridotta con faziosità parricida all ' episodio di Caporetto , dalla tentata rinnegazione dello spirito e dell ' orgoglio militari della Nazione vittoriosa , cui la vittoria era negata come una vergogna , alla distruzione dell ' autorità dello Stato , costretto ad essere servo nella difesa dei cittadini e della proprietà e dell ' ordine sociale , tiranno nella disastrosa esperienza di un socialismo di stato demagogo e saccheggiatore dell ' erario : non uno degli atti di governo compiuti può essere ricordato come una volontà nazionale , pari al sacrifizio trionfale del popolo sui campi di battaglia . Noi abbiamo la coscienza di avere domandato un governo nazionale , di avere combattuto fierissimamente negli uomini e negli atti l ' opera di una legislatura , che fu la legislatura della rinnegazione della vittoria . Noi però non dobbiamo esporre un programma . Ci basta promettere di continuare in quello che siamo sempre stati e che i fati e i fatti hanno provato essere non una dottrina di sopraffazione , come soprattutto per ignoranza è stata la nostra invano diffamata , ma un ' anticipazione appassionata e logica della storica missione dell ' Italia nel mondo , rinsaldata nella prova più tremenda che potesse imaginarsi , una anticipazione delle verità nazionali di tradizione , di civiltà , di potenza e di espansione produttiva e demografica , cui l ' internazionalismo socialista aveva contrapposto , con la pusillanime convergenza degli altri partiti , tutte le menzogne delle ideologie antinazionali e di una economia fatta di miseria comunista e di organizzazione burocratica . Noi soli non abbiamo mai concesso al socialismo e alla sua falsa utopia quello che tutti i partiti avevano ad esso concesso , credendo di aver acquistato così il loro benessere , e cioè il patrimonio più sacro : quello delle idee conduttrici della vita nazionale . Queste idee , questo spirito , questa volontà nazionali per cui soli i partiti hanno il diritto di domandare l ' esercizio del potere , e non per i soliti e facili programmi elettorali combinati con le solite smanie riformistiche noi vogliamo che la lotta elettorale si mostri capace di esprimere . Le " unioni nazionali " debbono significare la volontà nazionale dei partiti che sentono finalmente di poter governare in nome di una idea , per la difesa della Nazione e dello Stato , contro il tradimento della vittoria , contro la continuazione del disastroso esperimento di socialismo statale , fatto di statizzazioni , monopoli , municipalizzazioni che ha mortificato l ' economia e sconquassata la finanza , e cioè contro quella socialdemocrazia che , dopo essere stata complice del comunismo , si presenta oggi nella ipocrisia di Turati e dei suoi correi , pronta ad accaparrare il potere , come se le sue sconfessioni di oggi fossero un merito e non una colpa , anzi un delitto di lesa patria . Il nazionalismo che in Nitti ha combattuto il nittismo e cioè il delitto di dare l ' Italia , la Nazione , lo Stato , ai nemici della Nazione e dello Stato , non muta la sua lotta , la continua , Non per sé , ma per l ' Italia . Questa è la sua promessa » . LA GIUNTA ESECUTIVA