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IL PROBLEMA CENTRALE ( - , 1922 )
StampaQuotidiana ,
Con un discorso preciso e fermo , tenuto nella sede della sezione nazionalista di Milano , e che i nostri lettori conoscono , l ' on . Stefano Benni anticipava qualche giorno fa il manifesto che oggi l ' Alleanza economica parlamentare , di cui egli è autorevole partecipante rivolge al paese . Non è senza significato che nazionalisti abbiano sollecitato da un tecnico che vede chiaro in politica , come l ' on . Benni , una illustrazione del problema centrale dello Stato ; e che , parlando a nazionalisti , il deputato dell ' Alleanza economica parlamentare sia stato tratto , dopo una inesorabile disamina del deficit statale e particolarmente di quello ferroviario , ad una decisa conclusione politica , appunto quella che i nazionalisti hanno da più di un anno affermata , l ' opposizione al collaborazionismo socialista . Non è senza significato , perché è propria del nazionalismo la valorizzazione antidemagogica dei fattori della produzione del presente sistema economico , posta già al principio della nostra più che decennale propaganda ; e perché non può trarsi da un esame , come quello compiuto dall ' on . Benni , altra conclusione politicamente onesta e leale , che quella da noi patrocinata . Infatti il deficit più preoccupante è appunto quello che deriva dal socialismo di Stato , che i partiti al potere hanno per un ventennio adottato , scontando anticipatamente , a danno del paese , quella collaborazione che oggi si vorrebbe soltanto per ragioni di polizia . Il collaborazionismo socialista è però non solo in contraddizione repugnante col rivoluzionarismo di ieri ; non solo in ritardo per la stessa decomposizione del partito e della Confederazione del Lavoro ; ma anche e soprattutto in contrasto aperto con l ' esperienza disastrosa accumulata in questi anni di politica socialista per procura . Se si parlasse seriamente di collaborazionismo e cioè di un programma collaborazionista , e non del piacere di vedere Treves e Modigliani sottomessi a fare i ministri della Monarchia ( bel guadagno ! ) , o di acquistare note capacità e illibatezze come Dugoni e Vacirca , o di creare una più numerosa compagnia di ventura all ' on . Nitti , o di soddisfare la demagogia popolare degli onorevoli Mauri e Miglioli ; se si parlasse della politica da fare con i socialisti , si vedrebbe che questa è stata già fatta e con pessimi risultati . Non esiste però alcun margine per quel collaborazionismo riformistico , col quale i socialisti dovrebbero giustificare la loro partecipazione al potere . E l ' on . Labriola ne ha fatta anch ' egli in questi ultimi tempi , ampia dimostrazione . Esiste invece una necessità urgente , dominante , quella di obbedire all ' esperienza ormai chiara , e opporsi non solo alla continuazione del socialismo di Stato , ma restituire lo Stato alle sue funzioni essenziali , che non adempie , liberandolo dai deficit che lo opprimono , come vuole l ' Alleanza economica parlamentare . E questa necessità , come ha riconosciuto l ' on . Benni nel suo discorso di Milano , è nettamente anticollaborazionistica . Il problema centrale oggi è economico - finanziario . Esso è cioè antiriformistico , antiparlamentaristico , e però anticollaborazionistico . Non si può continuare nell ' inganno demagogico delle « audaci riforme » , cui troppi partiti partecipano ; non si può indulgere alle combinazioni parlamentari per fare e disfare gabinetti ; quando non si riesce nemmeno a cristallizzare il deficit , perché si continua appunto in quella politica che ha provocato e alimentato il deficit finanziario e determinata la paralisi economica . Riconoscere come problema centrale quello indicato dall ' Alleanza economica parlamentare e rifiutare il collaborazionismo è un atto solo di indispensabile lealtà politica . Non nuovo per noi , anzi definito fin dal nostro primo definirci nell ' anteguerra , quando ci schierammo risolutamente contro il socialismo di Stato , di cui profetammo i danni . E così ancora una volta tutta la falsa , calunniosa propaganda rivolta contro il nazionalismo , accusato di reazione , di cecità conservatrice verso la luce del riformismo audace , di grettezza incomprensiva dei « tempi nuovi » , è dimostrata essere quello che è sempre stata : frutto di ignoranza bestiale e di fatua chiacchiera demagogica . Noi avevamo veduto tempestivamente , nella sua unità politico - economica , il problema centrale , che oggi è confessato nelle stesse miserie del collaborazionismo , denunziato da un gruppo di deputati di varie parti della Camera , perché affiora , fra le illusioni demagogiche , in una tragica evidenza di cifre .