Tipi di Ricerca: Ricerca per parole
Trova:
«IL FOLLE VOLO» ( CORRADINI ENRICO , 1907 )
StampaQuotidiana ,
Ancora una vittoria . La seconda in pochi giorni , nell ' industria più moderna , nella forma più moderna della gara e della forza di nervi e d ' animo necessaria per prender parte alle gare perigliose . Due vittorie italiane . Salutiamole con gioia . Quest ' ultima noi l ' attendevamo da due mesi , l ' abbiamo seguita giorno per giorno attraverso l ' Asia e l ' Europa , il deserto , i fiumi , i torrenti , le montagne , le foreste , attraverso piogge e nevi e venti e ogni variazione di clima e ogni impedimento e insidia del suolo e popolazioni del più vario sangue e orde fuggitive della più strana foggia . È stato uno spettacolo stupendo vedere giorno per giorno avvicinarsi verso la mèta , verso la vittoria , verso di noi , la piccola macchina infaticabile , fragile come la carne umana , infrangibile come la volontà dell ' uomo eroico , la piccola macchina portante due uomini della nostra patria , degni di esser celebrati come campioni di due tra le più belle virtù della nostra razza , bellissime nella loro unione insolita , lo slancio e la tenacità , la foga e la pazienza . Abbiamo avuto per due mesi , tutti i giorni , il nostro quarto d ' ora di visione poetica , ed è difficile poter ritrovare nella realtà un altro fatto grande che come questo compiutosi oggi possa avere tutti i caratteri della poesia , tutti i caratteri del sogno nato dal bisogno di evocare dall ' ignoto le immagini delle virtù che piantano più oltre i termini del possibile . È stato il nostro sogno attraverso gli spazii , ed è stato attraverso i tempi , perché gli aspetti delle terre solitarie e intatte , le apparizioni delle cavalcate in fuga o in inseguimento lungo la via non tracciata , ci hanno di tanto in tanto riprofondati nelle età della barbarie , della leggenda , dei primordii . E il sogno si è avvicinato per due mesi , di giorno in giorno , di momento in momento , infaticabilmente fedele alla nostra attesa , finché oggi è giunto , oggi è realtà , è vittoria . È la seconda vittoria italiana in pochi giorni . Salutiamola con gioia . Il sommo poeta della nostra razza avventurosa e paziente ebbe già un sogno simile prima de ’ tempi , quando l ' anima gli s ' apri a un tratto come l ' oceano e per essa andò con la « picciola compagna » il pellegrino d ' Itaca navigando di là dai « riguardi » segnati da Ercole . Chi non ricorda il canto XXVI dell ' Inferno ? È il canto dove Dante Alighieri è più divinatore dei tempi che sono venuti dopo di lui , dove più ha previssuto secondo lo spirito della nostra età , dove più è coetaneo nostro e oltre . È il canto dove fanno capo , per finire , i viaggi degli uomini per i cieli , e dove fanno capo , per cominciare , i loro viaggi sulla terra . Qui il Medioevo cessa e s ' inizia l ' evo moderno . Qui è il principio del Rinascimento . « O frati , dissi , che per cento milia perigli siete giunti all ' Occidente , a questa tanto picciola vigilia de ' vostri sensi ch ' è del rimanente , non vogliate negar l ' esperienza , diretro al sol , del mondo senza gente . Considerate la vostra semenza : fatti non foste a viver come bruti , ma per seguir virtute e conoscenza » . Li miei compagni fec ' io sì acuti , con questa orazion picciola , al cammino , che appena poscia li avrei rattenuti . E volta nostra poppa nel mattino , de ' remi facemmo ale al folle volo sempre acquistando dal lato mancino . Ebbene , non ostante tutte le differenze , spesso leggendo della corsa Pechino - Parigi mi sono ricordato del canto dantesco . Invece della vastità degli oceani ho visto con gli occhi della mente la vastità dei continenti e invece del « legno » l ' ordignetto metallico ; ma ho risentita la stessa « picciola orazione » che la coscienza dice dell ' uomo magnanimo , ho ritrovati gli stessi uomini che alla loro « picciola vigilia » non vogliono negare l ' « esperienza del mondo senza gente » , ho inteso lo sguardo verso lo stesso « folle volo » . L ' Alighieri creava il mito di ciò che non era nato ancora . Oggi ciò che stava chiuso nel suo genio come il frutto della generazione nell ' alvo materno , è diventato la storia vivente del mondo , storia di follia come non fu mai così travolgente , storia d ' amore dell ' esperienza come non fu mai così divorante , storia di volo come non fu mai così veemente . Di tale storia la corsa Pechino - Parigi è l ' ultima gesta . È fin qui il volo più folle . Ed è una vittoria italiana . Fu già celebrata dal sommo poeta della nostra razza . Sono più vittorie italiane . Della poesia avventurosa e dell ' industria , della lotta degli uomini con gli uomini e degli uomini con la natura . La lotta franco - italiana quasi dispare in confronto a quella che italiani e francesi hanno dovuto sostenere con la natura . C ' è qui una bella forma tutta moderna dell ' azione agonistica : è parso che gli uomini abbian corsa la gara non tanto per vincersi gli uni con gli altri quanto per vedere quali di loro fossero più atti a vincere la natura . È una scelta dei combattenti migliori per il combattimento più moderno , qual è l ' assalto incessante che gli uomini dànno alla natura , perché questa renda tutte le sue potenze , ed essi possano convertirle in istrumenti della loro vita . Così il folle volo frutta « esperienza » e il folle assalto potenza . Per due volte , in pochi giorni , la nostra terra ha mostrato di produrre valorosissimi combattenti . I più moderni fra i combattenti . E dietro a costoro c ' è una vittoria pratica , la vittoria dell ' industria . Dietro agli uomini che volano attraverso i continenti per volare e per vedere , e non per altro ; che superano deserti , foreste , fiumi , montagne , non per altro se non per il gusto di dire in faccia alla natura con l ' accento dell ' eroe e del fanciullo : – Qui m ' impedisci e mi vuoi spaventare , ma io passo ! – ; dietro a questi uomini , come c ' è la scienza che cerca sempre nuove esperienze , per sempre nuove « conoscenze » , ancora secondo il canto di Dante , per sempre nuove potenze della vita umana ; così c ' è l ' industria che di continuo rafforza le sue armi per soverchiare la concorrenza straniera e accumula per questo nostro popolo quel benessere da cui usciranno poi le vinti e i fatti delle sue volontà maggiori . Il folle volo che s ' inizia nel poema sacro , l ' amore dell ' avventura che è antico quanto il mondo , la moderna scienza e la modernissima industria , oggi ottengono in una quattro vittorie nella nostra patria . E c ' è ancora una quinta vittoria italiana . È quella dell ' ingegno meccanico che qui è più agile e pronto nel concepire , e più delicato e minuzioso nell ' eseguire , che non in nessun altro paese . Risplende il carattere della nostra razza animata e paziente ' . Noi meritiamo sempre lode , e non di rado sopravanziamo gli altri , per l ' arte di costruire i veicoli di terra e di mare , le gigantesche navi ed i fulminei automobili . Ci spinge l ' istinto della velocità attraverso la vastità . L ' istinto più moderno e così nostro da Roma in poi ! Bisogna salutare le cinque belle vittorie con gioia , e soprattutto con fiducia . C ' è fra loro una concezione della vita che giova spesso ricordare . Consiste appunto nel considerare la vita come ardua lotta e come ardua vittoria . Il vincitore di Dieppe , ad uno che gli chiedeva notizie della sua corsa , rispose : – La mia vita non contava più nulla in confronto della vittoria che mi pareva possibile – . Bisogna nutrir fiducia che lo spirito di questa risposta si diffonda e penetri addentro . Solamente l ' avversario formidabile e l ' animo generoso fanno belle le vittorie . E non si ricordi nulla di più in questo giorno di festa . - - - - - - - - - - - - Questo inno in prosa fu pubblicato nel « Giornale d ' Italia » l’11 agosto del 1907 , il giorno stesso dell ' arrivo del Principe Borghese e del Barzini a Parigi . Soltanto due giorni dopo il « Corriere della sera » riportava le parole dette dal Principe ai suoi festeggiatori nelle sale del « Matin » . Eccole . « Voi avete esagerato , signori . Non fummo eroi , ma semplicemente uomini pazienti . Sì , la nostra sola virtù fu la pazienza . Forse ne avemmo anche un ' altra : la perseveranza . Tutto il segreto della nostra riuscita consistette in questo : che non pensammo mai alla meta finale da raggiungere a Parigi . Ogni giorno , alla sveglia , dicevamo a noi stessi che bisognava compiere perbene la tappa designata pel giorno stesso . E siccome ogni giorno erano press ' a poco gli stessi ostacoli che dovevamo vincere e le stesse fatiche che dovevamo sopportare , così venimmo a capo , per forza d ' abitudine , degli uni e delle altre » [ N . d . A . ] .